CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL - PowerPoint PPT Presentation

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CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL

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CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL INFANZIA E PRIMARIA IL BAMBINO ADOTTIVO A SCUOLA Dott.ssa Loredana Colombo - Psicologa – PowerPoint PPT presentation

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Title: CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI DELLA SCUOLA DELL


1
CORSO DI FORMAZIONE PER GLI INSEGNANTI DELLA
SCUOLA DELLINFANZIA E PRIMARIAIL BAMBINO
ADOTTIVO A SCUOLA
  • Dott.ssa Loredana Colombo - Psicologa
  • Paola Dodde - mamma adottiva

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Lingresso a scuola è uno dei primi indicatori
dellandamento e della legittimazione dei
processi affettivi della famiglia
adottiva. Occorre coltivare una collaborazione
fra tutti coloro che fanno parte del percorso
adottivo per dare continuità e coerenza alla
narrazione
A scuola si realizza lincontro tra il mondo del
bambino e quello della comunità locale e del
gruppo. Si realizza il processo di conoscenza e
apprendimento, a volte con fatica, integrando
quello che siamo e che conosciamo di noi con ciò
che ancora è sconosciuto, costruendo un ponte tra
passato, presente e futuro.

Duccio Demetrio
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  • LE FAMIGLIE ADOTTIVE in ITALIA
  • Sebbene si registrino delle variazioni
    statistiche nei flussi dingresso, lItalia si
    conferma un paese a forte propensione adottiva
  • Annualmente i dati vengono monitorati e
    pubblicati dalla Commissione per le Adozioni
    Internazionali
  • Per un quadro completo occorre aggiungere, ai
    rilievi degli ingressi dallestero, quelli
    riguardanti ladozione nazionale
  •  

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  • I BAMBINI ADOTTIVI in ITALIA e LA SCUOLA
  • Riguardo larrivo in Italia la fascia detà dai 5
    ai 9 anni si conferma come la più numerosa,
    seguita da quella 1-4 anni
  • Si tratta di bambini provenienti da diversi
    contesti culturali e da paesi in cui la
    scolarizzazione inizia a 7 anni
  • La Nota del Miur 21 febbraio 2014 fornisce
    indicazioni sui casi e le modalità di deroga
    dellobbligo scolastico per i bambini adottivi in
    ingresso alla scuola primaria
  •  

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  • ADOZIONE NAZIONALE
  • ADOZIONE INTERNAZIONALE
  • I bambini sono nati o sono residenti in Italia,
    e la loro collocazione nella famiglia adottiva
    individuata dal Tribunale può essere per un
    periodo a rischio giuridico, cioè soggetta a
    ricorso da parte dei parenti biologici del minore
    fino al quarto grado
  • I bambini provengono da paesi esteri che hanno
    firmato la Convenzione dellAja ratificata in
    Italia con Legge n.476 del 31 dicembre 1998 e
    rispettano gli accordi bilaterali ed i protocolli
    internazionali in materia di adozioni di minori

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COME NASCE UNA FAMIGLIA ADOTTIVA
  • La famiglia adottiva nasce dal desiderio di due
    adulti di avere un figlio e dal bisogno di cure
    insito nel bambino da queste due spinte prende
    corpo un concetto di genitorialità e di
    filiazione fondato sul legame affettivo e non
    biologico

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  • ITER ADOTTIVO

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Abbandono e mancanza di cure adeguateCarenza
affettiva e mancanza di legami stabiliTrascuratez
za e maltrattamentoDifferenza etnicaIstituzional
izzazione
  • CHI E IL BAMBINO ADOTTIVO?
  • E un bambino che si porta dentro una sofferenza
    dovuta a varie cause

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  • LABBANDONO
  • Labbandono è una profonda ferita nellinconscio,
    una drammatica esperienza comune a tutti i
    bambini adottivi
  • Essere lasciato rappresenta per il bambino
    uninformazione molto importante che influisce
    negativamente sul concetto di sé Se sono stato
    lasciato vuol dire che non valgo niente
  • Questi sentimenti incidono sullo sviluppo
    dellidentità e dellautostima

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  • LABBANDONO INFLUENZA LAPPRENDIMENTO
  • Lesperienza dellabbandono influenza anche la
    capacità di apprendimento la perdita precoce
    della mamma, oggetto di amore, ostacola nuovi
    investimenti affettivi ed intellettivi
  • Di conseguenza il bambino avrà difficoltà nelle
    attività che richiedono concentrazione ed impegno
    continuativi, come la scuola

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  • MANCANZA DI CURE
  • Le cure materne nei primi anni di vita rivestono
    unimportanza fondamentale per lo sviluppo
    armonico della personalità e della salute mentale
  • Per cure materne si intende non solo il
    soddisfacimento dei bisogni fisiologici immediati
    di nutrimento, assistenza e protezione, ma anche
    la capacità di assicurare adeguate risposte ai
    bisogni affettivi ed intellettivi del bambino

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  • MANCANZA DI CURE
  • Nei casi in cui la carenza affettiva è stata
    prolungata e grave, i suoi effetti sullo sviluppo
    affettivo ed intellettivo sono a volte
    irreversibili vi sono inoltre alcune aree dello
    sviluppo che sembrano essere maggiormente colpite
    dalla carenza affettiva e riguardano il
    linguaggio, lastrazione e la capacità di
    stabilire relazioni affettive di attaccamento
    durature

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  • TRASCURATEZZA e MALTRATTAMENTO
  • Trascuratezza è la persistente omissione di cure
    e di protezione nellallevamento di un bambino
  • Il maltrattamento fisico comporta la presenza di
    un danno allintegrità fisica
  • Il maltrattamento psicologico si produce con una
    relazione emotiva inappropriata o dannosa
    (indifferenza, ricatti affettivi, denigrazione,
    rifiuto)

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  • TRASCURATEZZA e MALTRATTAMENTO
  • I bambini maltrattati fisicamente presentano
    livelli più alti di aggressività
  • I bambini trascurati, maggior isolamento e
    incapacità di relazione sono più passivi, senza
    difese
  • I bambini trascurati e maltrattati possono avere
    problemi scolastici sia nellapprendimento che
    nel comportamento, soprattutto rispetto alle
    capacità relazionali, logiche, immaginative e
    alla regolazione affettiva ed emotiva

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  • TRASCURATEZZA e MALTRATTAMENTO
  • Questi bambini hanno un problema di
    autoregolazione del controllo emotivo che
    influenza la capacità di collaborare e,
    involontariamente, manifestano atteggiamenti
    impulsivi che vengono confusi con comportamenti
    provocatori e di intemperanza

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  • DIFFERENZA ETNICA
  • La differenza etnica è il sentirsi
  • estraneo ad una comunità, ai suoi
  • usi e costumi, alla sua cultura
  • Questo è il vissuto di tutti i bambini adottati
    con procedura internazionale, ed è più accentuato
    se i loro tratti somatici risultano molto
    differenti da quelli dei genitori. Inizialmente
    questi bambini perdono tutti i riferimenti
    ambientali, relazionali, di ruolo ed i modelli
    culturali acquisiti. Il cambiamento è radicale ed
    improvviso, il bambino deve ridefinire la propria
    identità

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  • ISTITUZIONALIZZAZIONE
  • Praticamente tutti i bambini adottati con
    procedura internazionale provengono
    dallesperienza dellistituto, che comporta
    unadultizzazione precoce ed una repressione dei
    bisogni infantili
  • La vita in istituto è scandita da regole e ritmi
    sempre uguali
  • Il bambino sopperisce alla mancanza di cure e di
    affetto con atteggiamenti compensatori come i
    dondolii, o può sviluppare aggressività verso se
    stesso o verso gli altri

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  • ISTITUZIONALIZZAZIONE
  • Pur se la vita in istituto ha avuto molti aspetti
    negativi, per il bambino è spesso lunica realtà
    vissuta prima di arrivare nella famiglia
    adottiva. Con il personale e con gli altri
    bambini ha stabilito delle relazioni e dei legami
    profondi, che gli hanno dato il senso della vita
    e la forza di sopravvivere, pur se con
    difficoltà. Ladozione comporta la fine
    improvvisa e definitiva di questi legami di cui
    il bambino sentirà nostalgia per un certo tempo,
    di cui conserverà il ricordo e che rimarranno
    parte della sua storia, e come tali non debbono
    essere accantonati, sminuiti o cancellati

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DIFFICOLTA DI RELAZIONE IL DISTURBO
DELLATTACCAMENTO
  • Esiste uno STRETTO LEGAME tra le prime esperienze
    relazionali del bambino ed il suo successivo
    sviluppo psicologico, affettivo, sociale e
    intellettivo
  • IL BAMBINO HA BISOGNO FIN DALLA NASCITA, DI
    SPERIMENTARE UN RAPPORTO STABILE E CONTINUATIVO
    DI ATTACCAMENTO E CURA, CHE GLI PERMETTA UNA
    SOPRAVVIVENZA FISICA ED UNO SVILUPPO PSICOLOGICO
    ADEGUATO

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TEORIA DI BOWLBY - 1950
  • John Bowlby affermò lesistenza negli esseri
    umani di una PULSIONE INNATA ALLA RELAZIONE,
    indipendente dai bisogni fisici

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  • Questa pulsione porta i bambini a cercare una
    vicinanza con un adulto accogliente e protettivo
    (BASE SICURA)
  • Sperimentare una BUONA RELAZIONE DATTACCAMENTO
    porta il bambino ad avere unimmagine sicura di
    sè che gli permette di esplorare la realtà sia
    concreta che relazionale (ATTACCAMENTO SICURO)
  • Sperimentare una CATTIVA RELAZIONE DI
    ATTACCAMENTO porta il bambino ad avere scarsa
    fiducia in sè e negli altri e ad evitare
    lesplorazione (ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE
    O EVITANTE)
  • LAPPRENDIMENTO è unattività esplorativa e
    lesplorazione è possibile se si può contare su
    una base sicura

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A LIVELLO SCOLASTICO I DISTURBI
DELLATTACCAMENTO COMPORTANO
  • SCARSA FIDUCIA IN SE STESSI E NEGLI ALTRI
  • DIFFIDENZA E CHIUSURA nei confronti degli altri
    (ISOLAMENTO)
  • oppure
  • ESAGERATA FACILITÀ NELLINSTAURARE RELAZIONI di
    vicinanza ed affetto, senza saper distinguere tra
    le persone significative e quelle meno importanti

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  • A LIVELLO SCOLASTICO I DISTURBI
    DELLATTACCAMENTO COMPORTANO
  • BISOGNO ECCESSIVO DI UNA FIGURA DI RIFERIMENTO
    (insegnante in un rapporto esclusivo)
  • oppure
  • ECCESSO DI INDIPENDENZA
  • MANCANZA DINTERESSE per le attività scolastiche
    e scarsa curiosità
  • DISINVESTIMENTO NELLAPPRENDIMENTO

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E IMPORTANTE PER IL BAMBINO STABILIRE UNA
BASE SICURA
  • Stabilire una base sicura significa aiutare il
    bambino a CREARE DEI LEGAMI DI APPARTENENZA alla
    nuova famiglia e la possibilità di affidarsi a
    qualcuno, utilizzando laffetto e il sostegno per
    crescere
  • Ogni bambino ha bisogno di sentire di appartenere
    a qualcuno, di riferimenti stabili, di
    riconoscersi e sentirsi riconosciuto

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  • DIFFICOLTA COMPORTAMENTALI
  • I bambini che provengono da paesi stranieri e che
    hanno già qualche anno, sono portatori di
    atteggiamenti e comportamenti spesso molto
    differenti dai nostri
  • in Brasile le interazioni madre-figlio sono molto
    fisiche ed è la madre che si adatta alle
    richieste di accudimento del bambino
  • In Africa tutti mangiano con le mani e dallo
    stesso piatto
  • In India i bambini non si spogliano davanti ai
    genitori quando si devono lavare
  • In Oriente viene insegnato ad inibire
    manifestazioni emotive negative

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  • DIFFICOLTA COMPORTAMENTALI
  • Si manifestano spesso in bambini poco
    scolarizzati, o con esperienze di scuola
    dellInfanzia o Primaria molto differenti dalle
    nostre
  • E comprensibile la difficoltà iniziale del
    bambino che si trovi in una realtà dove le regole
    comportamentali sono assai differenti da quelle
    che conosceva
  • Il periodo di ADATTAMENTO al nuovo contesto è
    molto faticoso e coinvolge il bambino anche a
    livello emotivo (insicurezza, destabilizzazione,
    rottura della routine)

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  • DIFFICOLTA COMPORTAMENTALI
  • I COMPORTAMENTI PIU PROBLEMATICI CHE QUESTI
    BAMBINI POSSONO MANIFESTARE A SCUOLA SONO
  • Mancato rispetto del turno (parola, fila per gli
    spostamenti)
  • Interruzioni quando i compagni stanno parlando
  • Comportamenti inappropriati nei momenti di
    maggior libertà (intervallo, mensa, gite, feste)
  • Risposte iper-attive di fronte a difficoltà o
    conflitti
  • Incapacità di gestire cambiamenti inaspettati
    della loro routine

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  • DIFFICOLTA COMPORTAMENTALI
  • Difficoltà organizzative (gestione del diario,
    del materiale, degli spazi ecc.)
  • Dimenticanze
  • Difficoltà nel contatto oculare e fisico
  • Ipersensibilità ad eventuali mancanze di
    rispetto
  • Talvolta bugie
  • Comportamento da bambino più piccolo rispetto
    alletà anagrafica
  • Raramente opposizione e provocazioni verso
    linsegnante

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  • COSA PUO FARE LA SCUOLA PER I DISTURBI DEL
    COMPORTAMENTO
  • IL COMPORTAMENTO DEL BAMBINO E COMUNICAZIONE
    quale bisogno sta dietro? Perché si comporta
    così? Posso soddisfarlo? Se sì come?
  • Tenere in considerazione il livello di sviluppo
    emotivo del bambino al di là delletà anagrafica
  • Regole poche, chiare, specifiche, concrete
  • Coinvolgere il bambino in una contrattazione
    delle conseguenze positive e negative del
    rispetto delle regole
  • Empatizzare col bambino, validarlo, aiutarlo a
    rispettare la regola

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  • COSA PUO FARE LA SCUOLA PER I DISTURBI DEL
    COMPORTAMENTO
  • Insegnare a comprendere le proprie emozioni
    (automonitoraggio) e poi quelle degli altri
    (capacità di decentramento migliora le
    relazioni sociali)
  • Tono della voce pacato e più frequente contatto
    oculare per stimolare attenzione ed impegno
  • Programmazione della giornata e routine,
    avvisando in anticipo di eventuali cambiamenti
    sostegno nella gestione dei cambiamenti
  • Stimolare la riflessione sui vantaggi e svantaggi
    a breve e lungo termine dei comportamenti

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  • COSA PUO FARE LA SCUOLA PER I DISTURBI DEL
    COMPORTAMENTO
  • Attività di tutoring (esempio per la gestione
    del diario)
  • Compiti di responsabilità
  • Ignorare i comportamenti non altamente
    disturbanti o pericolosi
  • Dare attenzione allalunno quando i suoi
    atteggiamenti sono adeguati
  • Posticipare gradualmente il soddisfacimento delle
    sue richieste di attenzione (tollerare la
    frustrazione)
  • Allenare la tolleranza alle critiche

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SCARSA AUTOSTIMA NEI BAMBINI ADOTTIVI
  • COSE LAUTOSTIMA
  • Sentirsi degni damore (Valgo) e sentirsi
    capaci di agire (Riesco)
  • Ricordarsi i successi passati ed essere
    convinti di farcela anche in futuro
  • Non arrendersi di fronte alle difficoltà ed
    essere fiduciosi
  • Evitare la profezia che si autoavvera
  • Non avere continuamente paura di fallire e non
    desiderare sempre la perfezione

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  • CIRCOLO VIZIOSO
  • ESPERIENZE NEGATIVE (abbandoni, traumi ripetuti o
    importanti, grave trascuratezza)
  • BASSA AUTOSTIMA (non ho fiducia in me e nel
    mondo, non posso permettermi di esplorare)
  • BLOCCO DELLA CREATIVITA E DELLA CAPACITA DI
    SPERIMENTARE
  • (per non andare incontro ad ulteriori delusioni )
  • ULTERIORE DIMINUZIONE DELLAUTOSTIMA

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  • LAUTOSTIMA NON DIPENDE DALLA RIUSCITA IN SE, MA
    DALLA PRESENZA DI UN FORTE SENSO DI VALORE
    PERSONALE
  • CHE PERMETTE DI AFFRONTARE SIA
  • I FALLIMENTI CHE I SUCCESSI

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COME SI SVILUPPA LAUTOSTIMA?
  • Lautostima SI SVILUPPA a partire dalle
    primissime interazioni del bambino con le figure
    di accudimento
  • Il bambino si aspetta che siano le persone
    significative della sua vita (genitori, nonni,
    insegnanti) a dargli amore ed approvazione

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  • COME SI SVILUPPA LAUTOSTIMA
  • Se le esperienze PRECOCI del bambino sono state
    prevalentemente positive con le figure di
    accudimento, egli sarà in grado di interiorizzare
    i sentimenti di valore personale, al di là dei
    giudizi degli altri
  • Al contrario, un bambino non amato o non accudito
    nei primi mesi della sua vita, dipenderà sempre
    da fonti esterne per mantenere la propria
    autostima

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PERCHE I BAMBINI ADOTTIVI TENDONO AD AVERE
UNAUTOSTIMA PIU BASSA?
Le prime interazioni con le figure accuditive
sono state ASSENTI O MOLTO DEFICITARIE Hanno
subito ALMENO UN ABBANDONO Spesso hanno vissuto
PIÙ abbandoni o istituzionalizzazioni Talvolta le
cure non solo erano assenti ma SOSTITUITE da
comportamenti maltrattanti, altamente
trascuranti, traumatizzanti
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  • A LIVELLO SCOLASTICO UNA BASSA AUTOSTIMA
    COMPORTA
  • Senso di inadeguatezza ed inefficacia
    nellapprendimento
  • Sentirsi incapaci e stupidi
  • Demotivazione allapprendimento
  • Non ricordare i successi passati (difficoltà
    superate in alcune materie)
  • Richiesta allinsegnante di continue
    rassicurazioni
  • Richiesta costante e talvolta esclusiva di
    attenzione dellinsegnante
  • Modalità inadeguate di attirare lattenzione sia
    degli adulti che dei compagni (canticchiare, fare
    il giullare ecc.)

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  • COSA PUO FARE LA SCUOLA PER AIUTARE IL BAMBINO
    CON BASSA AUTOSTIMA
  • Informarsi dalla famiglia sul percorso pre e post
    adottivo
  • Ascoltare le sue difficoltà e preoccupazioni
  • Giustificare lattenzione condivisa
  • Aiutarlo a comprendere ed esprimere le proprie
    emozioni, facendole condividere col gruppo classe

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  • COSA PUO FARE LA SCUOLA PER AIUTARE IL BAMBINO
    CON BASSA AUTOSTIMA
  • Insegnare a prendere decisioni e risolvere
    problemi (partendo dalle piccole cose come la
    gestione del diario)
  • Dare rinforzi positivi (di tipo sociale,
    simbolico)
  • Assegnare compiti di responsabilità in classe o
    nel lavoro di piccolo gruppo
  • Apprezzare i suoi interessi e le sue attitudini,
    permettendo di personalizzare lo svolgimento dei
    compiti

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  • COSA PUO FARE LA SCUOLA PER AIUTARE IL BAMBINO
    CON BASSA AUTOSTIMA
  • Dare giudizi non globali sulla persona ma
    riferiti alla specifica azione compiuta in un
    determinato momento
  • Incoraggiare nei momenti di difficoltà, creando
    ottimismo per il futuro e ricordando i momenti
    difficili già superati
  • Usare lironia per indicare un difetto
  • Esprimere pubblicamente fiducia nelle sue
    capacità
  • Sottolineare i suoi punti di forza oltre che di
    debolezza

43
ADHD Il Disturbo da
Deficit dellAttenzione e Iperattività è
caratterizzato principalmente da tre
sintomi Disattenzione /Impulsività/
Iperattività I sintomi possono presentarsi
individualmente o in combinazione tra loro
44
ADHD Quello che
caratterizza il disturbo è la frequenza e
lintensità dei sintomi che devono essere
presenti dal settimo anno di età e manifestarsi
per più di sei mesi (criteri diagnostici
DSM-IV-TR)
45
  • I BAMBINI CON ADHD PRESENTANO LE SEGUENTI
    DIFFICOLTA
  • Deficit dellAttenzione
  • Difficoltà nelle funzioni esecutive (Barkley,
    1997 Sergeant e Van De Meer, 1990)
  • Difficoltà nellinibizione della risposta
    automatica (Swanson e Hoskyn)
  • Difficoltà di autoregolazione del comportamento e
    scarsa tolleranza allattesa e alla
    gratificazione (Sonuga e Barke)

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  • QUALI SONO LE CAUSE DELLADHD?
  • Fattori biologici-ereditari
  • Diversa attivazione del sistema nervoso centrale
  • Fattori pre, peri e post-natali
  • Malnutrizione
  • Deprivazione sensoriale

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  • CAUSE ADHD esposizione intra-uterina a sostanze
  • SINDROME FETO-ALCOLICA
  • Ritardo nella crescita
  • Anomalie cranio-facciali caratteristiche
  • Coinvolgimento SNC
  • ESPOSIZIONE A NICOTINA
  • Nascita pre-termine e basso peso alla nascita
  • COMPLICANZE PERINATALI
  • DIFFICOLTÀ DI ALIMENTAZIONE

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  • CAUSE ADHD incidenza dei fattori ambientali
  • ABBANDONO
  • Alterazione dellinvestimento simbolico da parte
    della madre sul nascituro bambino non
    pensato
  • Deprivazione/strategie comportamentali negative
  • Non acquisizione dei processi di autoregolazione

49
  • ADHD e ADOZIONE
  • I sintomi cardine dellADHD sono frequentemente
    presenti anche in bambini adottati non ADHD
  • Nella popolazione generale lincidenza del
    disturbo è del 3/5 con prevalenza maschile (41)
  • Lincidenza nei bambini adottati è del 12
    (Istituto superiore di sanità)

50
  • ADHD e ADOZIONE
  • I bambini adottati manifestano frequentemente i
    sintomi di un disturbo del comportamento di tipo
    esternalizzante
  • La diagnosi differenziale tra un disturbo ADHD e
    un quadro reattivo caratterizzato da sintomi di
    inattenzione, iperattività ed impulsività è
    spesso molto difficile

51
ADOZIONE E DISTURBI SPECIFICI DELLAPPRENDIMENTO
SCOLASTICO
52
  • COSA SI INTENDE PER DSA?
  • Il DSA è un disturbo evolutivo che si manifesta
    con specifiche e significative compromissioni
    dellapprendimento delle abilità scolastiche
    (lettura, scrittura, calcolo)
  • Queste compromissioni non sono attribuibili a
    ritardo mentale bensì a
  • Disfunzione o ritardo nellorganizzazione
    neuro-funzionale
  • Deficit neurologico (vista, udito, ecc.)
  • Svantaggio socio-culturale
  • Disturbi emotivi
  • Comorbidità

53
  • DSA
  • Questi disturbi possono presentarsi insieme ad
    altre sindromi quali
  • ADHD (Disturbo da deficit dellattenzione e
    iperattività)
  • Disturbo della condotta
  • Disturbo del linguaggio
  • Disturbi emotivi (ad es. Disturbo Reattivo
    dellAttaccamento)

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  • ASPETTI NEUROBIOLOGICI e COGNITIVI
  • Lo sviluppo neurologico di un bambino non è
    determinato solo da fattori genetici, ma anche da
    variabili pre/post natali quali assunzione di
    sostanze tossiche da parte della madre,
    malnutrizione, ipostimolazione e assenza di cure.
    Le conseguenze di un rallentato e/o alterato
    sviluppo neurologico possono ricadere su
  • Acquisizione del linguaggio
  • Evoluzione del segno grafico
  • Sviluppo psico-motorio
  • Abilità cognitive (memoria, attenzione, funzioni
    esecutive)

55
  • ASPETTI PSICOLOGICI
  • Le variabili nello sviluppo psicologico possono
    essere ricondotte ad esperienze traumatiche e/o
    difficili che possono manifestarsi in
  • Disturbi dellattaccamento (ipo o
    iperinvestimento nelle relazioni)
  • Funzionamento post-traumatico (difficoltà di
    attenzione, concentrazione, regolazione emotiva)
  • Disturbi emotivi (aspetti depressivi, scarsa
    autostima, disturbi di regolazione del
    comportamento)

56
  • COSTRUIRE LAPPARTENENZA IN FAMIGLIA ED A SCUOLA
  • Più un bambino è piccolo, maggiore è il tempo che
    trascorre in famiglia prima di iniziare la
    scuola, minori sono le difficoltà che potrà
    incontrare
  • Prima di qualunque altra cosa il bambino deve
    costruire una relazione di attaccamento con i
    nuovi genitori, che sono inizialmente per lui
    degli estranei, e deve adattarsi alla sua nuova
    condizione di figlio

57
  • COSTRUIRE LAPPARTENENZA IN FAMIGLIA ED A SCUOLA
  • Solo dopo linizio del consolidamento dei legami
    affettivi (almeno qualche mese dallingresso in
    famiglia) che garantiscono il raggiungimento di
    un equilibrio emotivo, il bambino potrà
    affrontare nuove situazioni sociali, in
    particolare la frequentazione scolastica, molto
    impegnativa sia sul piano cognitivo sia nelle
    nuove relazioni con compagni ed insegnanti

58
  • COSTRUIRE LAPPARTENENZA IN FAMIGLIA ED A SCUOLA
  • Una ricerca svolta dalla CAI rileva che in media
    i bambini vengono mandati a scuola 2-3 mesi dopo
    il loro arrivo in Italia adottati già in età
    scolare, prima ancora di capire dove si trovino
    vengono catapultati nella classe corrispondente
    alletà anagrafica (a volte presunta) senza
    preventiva verifica delle loro reali competenze,
    possibilità e precedente scolarizzazione

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  • PERCHE TANTA FRETTA NEL MANDARLI A SCUOLA?
  • La prima ragione è il timore dellevasione
    dellobbligo scolastico, questione su cui è
    utile fare riferimento alla Nota del Miur 21
    febbraio 2014 avente ad oggetto Deroga
    allobbligo scolastico di alunni adottati.
    Chiarimenti
  • La seconda ragione è che spesso gli stessi
    genitori tendono a normalizzare in fretta il
    post-adozione, nella rassicurante convinzione che
    la frequentazione con i pari garantisca il
    benessere del bambino

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  • COSTRUIRE LAPPARTENENZA IN FAMIGLIA ED A SCUOLA
  • In realtà bisogna lasciare al bambino il tempo di
    riorganizzare la sua vita ed i suoi affetti
  • Dopo questa fase delicatissima ed importante,
    acquisite sicurezza e fiducia, gli si potrà
    chiedere di investire sullesperienza scolastica
  • Scuola e famiglia devono fare ognuna la propria
    parte in unottica di fattiva collaborazione

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Rapporto famiglia-scuola indispensabile ma poco
realizzatoEntrambi hanno difficoltà ad
affrontare insieme argomenti legati alla storia
del bambino
  • GENITORI
  • INSEGNANTI

tendono a voler normalizzare la situazione del
figlio nel più breve tempo possibile
si concentrano soprattutto sullo svolgimento del
programma
62
  • LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • Attenzione alla storia personale
  • Inserimento graduale privilegiando inizialmente
    le relazioni con i compagni e gli insegnanti
  • Fornire una figura di riferimento con formazione
    specifica
  • Riconoscere le competenze già acquisite
  • Non nascondere o sottovalutare le difficoltà del
    bambino sperando in un adeguamento rapido al
    resto della classe

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  • LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • NON EQUIPARARE il bambino adottivo nato all
  • estero con un bambino immigrato
  • innanzitutto il bambino immigrato si è trasferito
    dal paese dorigine con LA SUA FAMIGLIA, e
    conserva la sicurezza affettiva
  • è portatore di una lingua e di una cultura CHE E
    LA STESSA DEL NUCLEO FAMILIARE
  • la scuola lo preparerà a diventare bilingue e
    valorizzerà espressamente le sue origini con
    progetti interculturali

64
  • LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • Nel caso delladozione internazionale invece il
  • bambino ha una famiglia DIVERSA DA LUI che
    parla,
  • mangia, si veste, si comporta con modalità
    tipiche della cultura
  • italiana, cui lui si adeguerà fino a farle
    proprie, in uno sforzo di
  • adattamento spesso repentino
  • a volte è anche somaticamente diverso dai
    genitori
  • la scuola deve essere preparata a cogliere questa
    differenza ed a modulare i propri interventi a
    seconda di quello che il bambino esprime

65
(No Transcript)
66
LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • COME RACCONTARE LADOZIONE
  • A SCUOLA
  • Il bambino adottivo non è diverso
  • dagli altri, ha una STORIA diversa
  • Nascita, abbandono, genitorialità, non
    riguardano solo il bambino adottivo ma sono
    concetti che fanno parte della vita e che la
    scuola non può continuare a presentare secondo
    modelli standardizzati
  • - I diversi modi di essere famiglia
  • - La tematica dellabbandono
  • - La storia personale

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LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • COME TRATTARE LA TEMATICA DELLABBANDONO
  • Riformulare il concetto di famiglia, fondata sul
    legame affettivo e non biologico
  • Spiegare che non si diventa genitori o figli solo
    attraverso la procreazione, che la genitorialità
    si costruisce nel tempo e si fonda su amore e
    responsabilità
  • Come parlare a scuola di filiazione, maternità e
    paternità

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LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • COME TRATTARE LA TEMATICA DELLABBANDONO
  • Labbandono è una sofferenza che va rispettata e
    considerata, non ignorata
  • Utilizzare un linguaggio semplice ed adeguato i
    bambini hanno bisogno di cure, se i genitori
    biologici non sono capaci di accudirli lo fanno i
    genitori adottivi
  • ? ? ?
  • Cosa dire in classe
  • ladozione può essere immaginata come un ponte
    per superare labbandono

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LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • COME TRATTARE LA TEMATICA DELLABBANDONO
  • Esistono racconti dai contorni fiabeschi che
    possono aiutare a parlare di abbandono Tarzan (o
    Mowgli il bambino della giungla), la storia di
    Mosé, la leggenda di Romolo e Remo. O le
    narrazioni classiche come Hansel e Gretel,
    Pollicino, Biancaneve
  • hihi
  • Lo strumento della fiaba consente di presentare
    ai bambini questo tema così difficile in modo
    meno traumatico perché vissuto da personaggi
    immaginari

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LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • COME TRATTARE LA STORIA PERSONALE
  • Ci sono bambini adottivi di cui non si conosce
    con certezza neppure letà è comprensibile
    quanto sia per loro faticoso e doloroso
    raccontarsi
  • Si può allora proporre di scrivere una favola di
    cui si è protagonisti o creare un album con foto,
    disegni, ritagli, pensieri costruiti liberamente
  • tutu
  • Spesso i bambini adottivi non hanno foto e
    oggetti della prima infanzia privilegiare allora
    disegni o immagini

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LA SCUOLA CHE ACCOGLIE
  • COME DISEGNARE LALBERO GENEALOGICO
  • Cespuglio familiare
  • Lalbero dellamore
  • Lalbero con le radici
  • Il fiore in questo esempio il centro è il
    bambino ed i petali sono i genitori, i nonni, gli
    zii, i fratelli ed in genere le persone
    importanti della sua vita
  • Un modo diverso di disegnare lalbero genealogico
    deve avere come centro il bambino, così da
    costituire uno schema adatto a tutti gli alunni

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  • IN CONCLUSIONE
  • Ladozione non è una condizione passeggera ma un
    evento fondamentale nella vita del bambino e dei
    suoi genitori, quindi la scuola deve essere
    preparata ed informata
  • Ladozione non interrompe la sofferenza del
    bambino abbandonato, anzi la fa riemergere, e
    necessita di un lungo tempo di elaborazione per
    essere metabolizzata
  • Il bambino concentrato su questi coinvolgenti
    piani emotivi non riesce ad impegnarsi a livello
    cognitivo

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  • IN CONCLUSIONE
  • A volte gli adulti pensano di proteggere questi
    bambini facendo finta di nulla o sminuendo la
    drammaticità del loro vissuto (sei fortunato ad
    avere due mamme)
  • Invece i bambini richiedono, a volte
    espressamente, un riconoscimento della loro
    condizione e compito degli insegnanti è saper
    condurre anche gli altri alunni ad avvicinarsi
    serenamente a temi delicati come labbandono,
    lincapacità genitoriale, la sofferenza di
    allontanarsi dalle proprie origini

74
(No Transcript)
75
Si ringraziano per la specifica collaborazione
Dott.ssa Ariella Tomaselli psicologa
(autostima) Dott.ssa Francesca Mazzon
psicologa (dsa)Elena Marcandalli - mamma
adottiva (illustrazioni)
  • Si ringraziano i bambini, i genitori, gli
    insegnanti e tutti coloro che, a vario titolo,
    hanno reso possibile la realizzazione di questo
    lavoro, dando ognuno un prezioso contributo

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  • STRUMENTI LEGISLATIVI
  • Il 26 marzo 2013 è stato firmato il Protocollo
    d'Intesa fra il Ministero dell'Istruzione e della
    Ricerca (MIUR) e il Coordinamento delle
    Associazioni familiari adottive e affidatarie in
    Rete (CARE) col fine di "Agevolare l'inserimento,
    l'integrazione e il benessere scolastico degli
    studenti adottati "
  • Per il testo del Protocollo nazionale e tutte le
    informazioni sui Protocolli territoriali, deroga
    obbligo scolastico ed aggiornamenti su prossima
    pubblicazione linee guida vedi
  • www.coordinamentocare.org
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