Title: Assistenza pre- e post-operatoria al paziente sottoposto ad intervento chirurgico della tiroide
1Assistenza pre- e post-operatoria al paziente
sottoposto ad intervento chirurgico della tiroide
- Cinzia Vianello
- Coordinatrice infermieristica Blocco Operatorio
Ospedale dellAngelo-Mestre
2LA TIROIDE
3LA TIROIDE
- Ghiandola situata nel collo in posizione mediana
davanti alla laringe ed alla trachea.È
costituita da tante piccole formazioni
rotondeggianti (follicoli),ciascuna delle quali
presenta una cavità interna,piena di una sostanza
detta colloide, e un involucro di cellule
epiteliali che producono la colloide e secernono
l'ormone tiroideo. La tiroide è uno degli organi
più abbondantemente vascolarizzati. Essa secerne
due tipi di ormoni la tirocalcitonina che
controlla il calcio nel sangue e le iodotironine,
i cui effetti sono rivolti essenzialmente al
controllo del metabolismo.
4TIROIDE
- LATTIVITA ENDOCRINA DELLA TIROIDE, COME QUELLA
DI ALTRE GHIANDOLE A SECREZIONE INTERNA, E SOTTO
IL CONTROLLO DELLIPOFISI ANTERIORE. - GLI ORMONI TIROIDEI ESPLICANO MOLTEPLICI AZIONI
- AZIONE SUI PROCESSI METABOLICI OSSIDAZIONE DELLE
CELL, ACCELERA SINTESI E DEMOLIZIONE DELLE
PROTEINE. AZIONE ECCITOMETABOLICA. - AZIONE SULLA CRESCITA SVILUPPO SOMATICO,
PSICHICO E SESSUALE DELLINDIVIDUO - AZIONE SUL SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO ADRENALINA
E NORADRENALINA E POTENZIATA DAGLI ORMONI. - AZIONE SULLA TERMOREGOLAZIONE
- SVILUPPO DELLA CUTE ED ANNESSI CUTANEI.
5LA TIROIDE
- LA TIROIDE PRODUCE 3 ORMONI
- ORMONE TIROIDEO comprende due diversi ormoni
prodotti dalla tiroide TIROXINA (T4) E
TRIIODOTIRONINA (T3) aminoacidi che nella loro
struttura legano lo iodio. - CALCITONINA secrezione non regolata dal TSH, ma
in risposta a elevati livelli plasmatici di Ca. - LO IODIO
- Essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei
carenza disfunzione tiroidea - Viene captato (ioduro) dal sangue e trasformato
in iodio molecolare tirosina T3 e T4.
6Indagini preliminari allatto operatorio
- PREMESSA
- In tutti gli ambienti in cui ciò sia possibile, è
auspicabile la costituzione di un team
multidisciplinare costituito da un endocrinologo,
un medico nucleare e un chirurgo esperto in
neoplasie del collo. A tale team dovrebbero poi
afferire citopatologi, anatomo-patologi,
specialisti in diagnostica per immagini e
personale infermieristico esperti nella gestione
di pazienti con carcinoma tiroideo o patologia
oncologica. - Le principali indagini preliminari allatto
operatorio di tiroidectomia totale (da valutare
caso per caso) sono le seguenti
7PRINCIPALI INDAGINI
- Dosaggio della calcitonina serica
- Per escludere (soprattutto in caso di reperto
citologico di neoplasia follicolare) un carcinoma
midollare della tiroide. - Ecografia del collo
- 1) esame della tiroide,
- 2) studio ecografico della regione cervicale (per
la ricerca di linfonodi sospetti per metastasi), - 3) agoaspirazione delle lesioni tiroidee
coesistenti e di eventuali adenopatie con esame
citologico e dosaggio della tireoglobulina sul
liquido di lavaggio dellago. - Laringoscopia indiretta
- Per valutare la motilità delle corde vocali prima
della terapia chirurgica. - Dosaggio del PTH e della calcemia
- Per documentare il funzionamento delle
paratiroidi prima del trattamento chirurgico.
8GOZZO TIROIDEO
- Con il termine gozzo o struma si intende un
aumento di volume della tiroide non dovuto a
cause infiammatorie né tumorali, caratterizzato
clinicamente da livelli di ormoni tiroidei nel
sangue generalmente normali (eutiroidismo). La
causa più comune di gozzo è la carenza iodica. Il
requisito essenziale per la normale sintesi degli
ormoni tiroidei è infatti lapporto di adeguate
quantità di iodio, elemento scarsamente
reperibile sulla superficie terrestre ne
consegue che in quelle aree in cui la carenza
iodica è maggiormente importante, come in
Sicilia, il contenuto di iodio negli alimenti
risulta insufficiente per la sintesi ormonale. Ad
una minore produzione ormonale consegue una
maggiore stimolazione della tiroide da parte del
TSH (ormone di regolazione ipofisario), che ha
come effetto laumento di volume della ghiandola
stessa. - Parliamo di gozzo endemico se è presente in più
del 5 della popolazione scolare di una
determinata area, correlato generalmente a
carenza iodica, e di gozzo sporadico ( 5)
9GOZZO TIROIDEO
- TERAPIA
- il trattamento del gozzo varia in relazione alle
sue dimensioni, alla presenza o meno di noduli,
alleventuale sintomatologia associata e ai
livelli ormonali in circolo. - La terapia può essere medica e chirurgica.
- Terapia sostitutiva con lormone sintetico L-T4,
per ridurre liperstimolazione e quindi le
dimensioni del gozzo, e in tutti i casi in cui si
giunge al deficit ormonale. - Terapia chirurgica (tiroidectomia totale) seguita
da terapia farmacologica sostitutiva, per
eliminare il danno estetico, in presenza di
noduli sospetti o tendenti allaumento
volumetrico, e in tutti i casi in cui sia
presente compressione tracheoesofagea.
10CANCRO DELLA TIROIDE
- Il cancro della tiroide ha una prevalenza molto
minore di quella di altre forme di cancro, ma
rappresenta il 90 dei tumori maligni endocrini - ACCERTAMENTO E VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
- palpazione del collo masse dure e fisse
singole o associate a linfoadenopatia cervicale
suggeriscono malignità - prove di funzionalità tiroidea (raramente
forniscono esiti conclusivi) - agobiopsia in anestesia locale
(differenziazione tra benigni e maligni e
stadiazione di neoplasia maligna) - agobiopsia con ago di calibro più grosso (se
biopsia standard non permette di trarre
conclusioni)
11CANCRO DELLA TIROIDE
- TRATTAMENTO CHIRURGICO
- Le ghiandole paratiroidi si cerca di non
asportarle per ridurre il rischio di ipocalcemia
postoperatoria e di tetania. - Dopo il trattamento chirurgico, se il tumore è
radiosensibile si procede allablazione del
tessuto ghiandolare residuo irradiando con iodio
radioattivo. - Dopo il trattamento chirurgico si somministra
ormone tiroideo a dosi soppressive per portare i
livelli di TSH a valori compatibili con uno stato
eutiroideo. - Se il tessuto tiroideo residuo non è sufficiente
a produrre quantità di ormone sufficiente sarà
necessaria una terapia cronica con tiroxina.
12TIROIDECTOMIA TOTALE O SUB-TOTALE
- INTERVENTO CHIRURGICO
- Il carcinoma tiroideo differenziato ha una lenta
evoluzione e prognosi generalmente buona, ma
resta comunque una neoplasia potenzialmente
letale in una percentuale di casi non
trascurabile. - Pertanto il trattamento iniziale deve essere il
più radicale possibile per eliminare tutti i
focolai tumorali e permettere unottima qualità
della vita, evitando complicanze iatrogene. - Il trattamento del carcinoma tiroideo è
chirurgico e si basa sulla tiroidectomia totale o
sub-totale. Spesso la precoce diffusione
linfonodale rende necessario lo svuotamento
linfonodale centrale. La linfectomia
laterocervicale, viceversa, è rappresentata
dallevidenza ecografica di metastasi. - La principale obiezione alla tiroidectomia totale
è la possibilità di complicanze chirurgiche a
carico delle paratiroidi (ipoparatiroidismo) e
dei nervi laringei ricorrenti (paralisi cordale).
13INTERVENTO DI TIROIDECTOMIA
14CARRELLO PER TIROIDECTOMIA
15STRUMENTI TIROIDECTOMIA
16LASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE
SOTTOPOSTO AD INTERVENTO ALLA TIROIDE
-
- Il ruolo infermieristico inizia sin dal ricovero
è, infatti, linfermiere ad accogliere il
paziente, a compilare la cartella clinica e
infermieristica, avendo cura di domandare al
soggetto le eventuali allergie a farmaci e la
presenza di altre patologie oltre a quella per la
quale è ricoverato (per esempio se soffre o ha
sofferto dipertensione, diabete, regressi
infarti, problemi cardiaci o respiratori). - Eseguite le prime fasi di accoglienza del
paziente e una volta rassicuratolo con tutte le
dovute spiegazioni e informazioni sugli esami
diagnostici-strumentali che dovrà eseguire,
linfermiere inizia a programmare date ed esami
necessari allintervento - Rx tradizionale
- ECG
- Ecografia tiroidea
- Ago aspiratoLa citoaspirazione con ago sottile
(fine needle aspiration biopsy-FNAB) rappresenta
la procedura maggiormente accurata per
determinare se un nodulo possieda elementi di
rischio tali da giust i f i c a re lexeresi
chiru rgica o se la probabilità di benignità sia
talmente elevata da consigliare la semplice
osservazione clinica. - Laringoscopia
- Visita anestesiologica
- TAC/RMN
17VALUTAZIONE PREOPERATORIA
- Stato psicologico del paziente un primo compito
dellinfermiere è comprendere le necessità che
tale stato di malattia impone, trattandosi di
malattia oncologica creare un rapporto di
fiducia e di empatia con il paziente è
indispensabile per gestire e attuare unottima
assistenza - Paura della morte
- Perdita integrità della persona(deturpazione)
- Modificazione del sè e dei rapporti con gli altri
- Sono timori vissuti come insuperabili dal
paziente - Attuare strategie di coping Parlare al paziente
con onestà e franchezza, ma in tono ottimistico,
delle prospettive di vita o di recupero
post-operatorio lo aiuterà ad accettarne meglio
il disagio, riducendo cosi stress e depressione,
che influenzerebbero negativamente lintero
processo di cura.
18OBIETTIVI
- RAGGIUNGIMENTO DI UN LIVELLO ADEGUATO DI
CONOSCENZA - una buona informazione preoperatoria ha
dimostrato svariati esiti positivi per il
paziente quali riduzione dei tempi di degenza
post-operatoria, della paura, dellansia, dello
stress psicologico e del dolore, aumento della
collaborazione allo svolgimento delle attività
prescritte, soddisfazione, abilità
nellassunzione di farmaci, uso di analgesici,
recupero fisico, autonomia di movimento e grado
di preparazione per la dimissione. -
- DIMINUZIONE DELLANSIA E DELLO STRESS spesso il
paziente proviene da un ambiente carico di stress
e nervosismo dovuti proprio al tipo di patologia.
Può essere legittima la richiesta non infrequente
di rimanere da soli, rifiutando la presenza dei
familiari - AUTONOMIA fisica raggiungibile al più presto
possibile -
19PREPARAZIONE DEL PAZIENTE
- La tricotomia è eseguita per di più
esclusivamente negli uomini nella zona
sottostante il collo allo scopo di creare la zona
per il campo sterile. - Laddove possibile, è comunque preferibile
procedere alla chirurgia senza eseguire la
tricotomia piuttosto che utilizzare rasoi a
lametta, questo per diminuire il rischio
dinfezione della ferita chirurgica. - Se il paziente è in grado di realizzare
personalmente questazione, compito
dellinfermiere sarà istruirlo su come procedere
e quale zona corporea trattare qualora invece il
paziente presentasse difficoltà, sarà
linfermiere stesso che andrà a effettuare la
manovra cercando di praticarla il più vicino
possibile al tempo operatorio per diminuire il
rischio dellinfezione della ferita chirurgica. -
- Il digiuno da solidi e liquidi prima
dellanestesia generale è, da molto tempo,
considerato di fondamentale importanza per la
sicurezza del paziente, al fine di ridurre il
rischio di rigurgito del contenuto gastrico. - Ciò è legato al fatto che con linduzione
dellanestesia, si determina la cessazione, con
entità variabile in relazione al livello
dellanestesia, dello stimolo della tosse e della
deglutizione, nonché la depressione dei riflessi
faringo-laringei. La verifica del rispetto della
prescrizione di digiuno deve essere eseguita al
momento dellintervento.
20FASE POSTOPERATORIA
- Un intervento chirurgico è sempre un evento
traumatico per lorganismo, che reagisce con
modificazioni fisiologiche e metaboliche
controllate da stimoli neuroendocrini. - Limmediato decorso post-operatorio, risulta
estremamente delicato e critico per il paziente
tanto da richiedere una particolare attenzione
assistenziale. - Questa fase richiede il controllo, attento e
frequente, di numerosi parametri tra cui la
respirazione, i parametri vitali, il livello di
coscienza, le perdite ematiche, la
somministrazione della terapia endovenosa
prescritta, lo stato emotivo, il dolore. - Nelle fasi successive, inoltre, lattenzione deve
essere rivolta alla ripresa delleliminazione,
dellalimentazione e della mobilizzazione della
persona. - La prima valutazione post-operatoria deve essere
realizzata immediatamente al ritorno del paziente
dalla sala i valori rilevati fungono da
riferimento per le valutazioni successive delle
condizioni della persona e consentono di rilevare
se si sono verificati dei problemi nel tragitto
dalla sala operatoria. - Questa valutazione può essere fatta sia dal
medico responsabile, che dallinfermiere
responsabile, che riferirà immediatamente la
presenza di alterazione dei parametri rilevati.
21FASE POSTOPERATORIA
- Linfermiere monitorerà e assisterà il paziente
nellimmediato post-operatorio ponendo attenzione
a - Predisporre un ambiente sicuro
- Recupero degli effetti dellanestesia
- Recupero dello stato fisiologico (ritorno delle
funzioni motorie e sensoriali) - Stabilizzazione dei segni vitali, orientamento
temporo-spaziale - Eventuali complicanze
- Controllo temperatura corporea
- Gestione del dolore
- Efficacia terapeutica
- Accertamento dei livelli di coscienza
- Cura di sé
22FASE POSTOPERATORIA
- POSTURA a seguito di un intervento di
tiroidectomia totale, appena il paziente ha
ripreso conoscenza viene fatto distendere sul
dorso, in posizione semiseduta con la testa
elevata e col sostegno di cuscini (è molto
importante che rimanga disteso e mantenga tale
posizione soprattutto nelle prime 12 ore). - Sarà necessario che mantenga fermo il collo, non
faccia movimenti bruschi cosi da evitare che il
capo subisca contraccolpi che oltre a poter
compromettere la riuscita dellintervento,
possono causare ipotensione.Potrà aiutarsi nel
sostenere il collo con le mani nella parte
posteriore. - INFORMAZIONE/EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMILIARI
- Descrivere la giusta postura che dovrà essere
mantenuta. Riferirà notizie connesse ai tempi di
rimozione di eventuali drenaggi, spiegando
limportanza che questi rivestono per la ripresa
dello stato di salute. - ACCERTAMENTO DELLA FUNZIONALITARESPIRATORIA
- Linfermiere prenderà atto della rilevazione di
parametri respiratori quali saturazione
dellossigeno (SpO2) frequenza respiratoria
(14-18atti il minuto) percentuale di ossigeno e
anidride carbonica caratteristiche del respiro
movimenti del torace ricerca dei segni di
ostruzione bronchiale. - Talvolta un edema della glottide, la formazione
di un ematoma o una lesione del nervo ricorrente,
possono provocare difficoltà respiratorie tutto
deve essere repentinamente segnalato.
23FASE POSTOPERATORIA
- Accertamento funzionalità cardiovascolare e
stabilità emodinamica - Importante per la prevenzione e il riconoscimento
precoce delle complicanze legate allintervento
saranno controllate pressione arteriosa (PA) ev.
pressione venosa centrale (PVC) frequenza
cardiaca (FC) ricerca della presenza dei segni
clinici dello shock. - Controllo del dolore post-operatorio
- Linfermiere si occuperà di prendere informazioni
riguardo alle caratteristiche del dolore, alla
sua localizzazione e qualità, attraverso il
rilievo di segni soggettivi e segni oggettivi
(aumento della frequenza cardiaca e della
pressione arteriosa, atteggiamento di difesa,
irrequietezza e irritabilità del paziente). - Deve essere scrupolosamente rispettata la
somministrazione di t. analgesica. - Il paziente deve stancarsi il meno possibile
anche parlare può essere faticoso - Osservazione della variazione di voce.
- Controllo del sito dincisione e sistemi di
drenaggio - Linfermiere controllerà principalmente
lintegrità e ladesione della medicazione il
corretto funzionamento dei drenaggi e il loro
ancoraggio laspetto esterno della cute nel sito
dincisione e simpegnerà nellosservazione e
nellidentificazione precoce di complicanze quali
ostruzioni, emorragie.
24GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
- Intervento infermieristico nella gestione
dellemorragia postoperatoria - Lemorragia si verifica in genere nelle prime 24
ore post-operatorie (il 75 delle quali nelle
prime 12 ore) e del tutto eccezionalmente oltre
le 24 ore. - Raramente lemorragia è dovuta al cedimento di
una legatura vascolare, mentre la causa di gran
lunga più frequente deriva da un accesso
ipertensivo post-operatorio, specie in pazienti
già ipertesi nel pre-operatorio. - Per questo motivo è importante eseguire un
attento monitoraggio pressorio nei pazienti
operati, almeno per le prime 12 ore dopo
lintervento, accorgimento che in molte
casistiche, ha fatto crollare la percentuale di
emorragie post-operatorie. - Nel caso di emorragia importante, il collo del
paziente apparirà gonfio e edematoso, e avvertirà
una grave difficoltà respiratoria causata dalla
presenza di grossi coaguli di sangue che
comprimono la trachea.
25GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
- In questi casi, linfermiera dovrà chiamare
immediatamente il medico avvisandolo di quanto
accaduto, e controllerà più volte i parametri
vitali, i drenaggi e lo stato generale del
paziente. - Lassistenza infermieristica si concentrerà
inoltre sullosservazione di segni e sintomi che
possono manifestare uno shock emorragico le
manifestazioni precoci includono tachicardia e
vasocostrizione cutanea. - Attenzioni specifiche vanno riservate alla
frequenza cardiaca, frequenza respiratoria,
circolo cutaneo e pressione arteriosa
differenziale. - Nei casi più gravi di emorragia, il paziente
dovrà essere sottoposto nuovamente a intervento
chirurgico.
26GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
- Intervento infermieristico nella gestione di
lesioni delle paratiroidiIPOCALCEMIA - Le lesioni delle paratiroidi sono dovute in
genere allavulsione accidentale ma possono
verificarsi anche in relazione ad una loro
devascolarizzazione dovuta alla preparazione
chirurgica. - In genere non basta lasportazione di una singola
paratiroide a determinare lipoparatiroidismo
post-operatorio, giacché le paratiroidi residue
sono sufficienti ad assicurare buoni livelli di
paratormone nel sangue. - Lipoparatiroidismo può essere transitorio o
definitivo (se persiste oltre i 6 mesi
dallintervento) e può essere una patologia
estremamente invalidante per il paziente si
evidenzia dopo qualche ora dallintervento,
raramente dopo qualche settimana o mese.
27IPOCALCEMIA
- Lipoparatiroidismo post-operatorio determina una
riduzione più o meno severa dei livelli di calcio
nel sangue (ipocalcemia) che provoca una
sintomatologia caratterizzata da un aumento
delleccitabilità neuromuscolare che si evidenzia
con vari gradi di parestesie (formicolii alle
estremità e intorno alla regione buccale, senso
dintorpidimento muscolare ecc.), fino ad
arrivare alla cosiddetta crisi tetanica
caratterizzata dalla contrazione di diversi
gruppi muscolari, in particolare di quelli
facciali (trisma) e di quelli del carpo. - È opportuno che, nelle 24 ore successive
allintervento di tiroidectomia linfermiere
interroghi il paziente circa linsorgenza di
parestesie e che un controllo della calcemia sia
programmato ogni 12 ore durante il
post-operatorio. - La terapia dellipoparatiroidismo definitivo
viene condotta con vitamina D, agonista del
paratormone (lormone mancante), e con Sali di
Calcio la dose di attacco varierà in rapporto
alla gravità dellipocalcemia.
28IPOCALCEMIA
- Lipocalcemia post-operatoria precoce e
reversibile è la più frequente essa è in genere
legata a ischemia intra-operatoria delle
paratiroidi, irrorate dagli stessi vasi della
tiroide, e regredisce entro pochi giorni o
settimane dallintervento. - Negli ultimi anni la percentuale dipocalcemia
post-operatoria è diminuita sensibilmente grazie
allutilizzo di una profilassi con Vit. D e sali
di calcio per bocca . - La sintomatologia dipende dalla gravità
dellipocalcemia e dalla velocità della sua
comparsa. - A seguito di prescrizione medica, linfermiere si
occuperà dei necessari controlli periodici della
calcemia (inizialmente ogni 3 giorni, quindi una
volta a settimana e infine, dopo documentata
stabilizzazione, ogni mese), eseguiti sia per
valutare se il danno è permanente, sia per
evitare fenomeni di sovradosaggio.
29IPOCALCEMIA
- Nellipoparatiroidismo cronico se non vengono
assunte preparazioni di calcio è cruciale la
dieta, che dovrebbe essere ricca di latte e
latticini, e associata alluso di acque di
acquedotto (o a contenuto noto di calcio),
possibilmente senza luso di acque oligominerali
prive di calcio. Compito del medico e
dellinfermiere sarà quindi anche quello di
predisporre il paziente a una dieta equilibrata
da seguire nel periodo successivo alla cura. - Nei casi più gravi come lipocalcemia acuta con
tetania, che rappresenta unemergenza endocrina,
si richiede un trattamento immediato (subito dopo
aver eseguito un prelievo per la calcemia) con
l'infusione EV di sali di Ca. - Linfermiere preparerà il calcio gluconato, che
può essere somministrato EV sotto forma di 10 ml
di soluzione al 10 in 10 minuti. Nelle
successive 12-24 ore possono essere necessarie
infusioni ripetute o l'aggiunta di un'infusione
continua.
30GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
- Intervento infermieristico nella gestione di
lesione dei nervi laringei - La lesione del nervo laringeo inferiore, detto
comunemente ricorrente, può essere transitoria o
permanente, monolaterale o bilaterale. La corda
vocale innervata dal nervo lesionato rimane,
transitoriamente o permanentemente, paralizzata
in posizione semichiusa, con modificazione del
tono della voce che sarà indebolito e bitonale. - Se sono lesionati entrambi i nervi, le due corde
paralizzate in posizione semichiusa possono
ostacolare il passaggio dell'aria ai polmoni ed
esporre al rischio di asfissia. In questi casi è
necessario intubare immediatamente il paziente,
per consentire una respirazione assistita
meccanicamente. - In questa situazione, lobiettivo è quello
garantire la pervietà delle vie aeree superiori e
consentire una ventilazione adeguata. - Lassistenza infermieristica durante
lintubazione prevede prima di tutto unadeguata
informazione al paziente sulla manovra che verrà
effettuata, ove il suo stato di coscienza lo
consenta.
31Intervento infermieristico nella gestione di
lesione dei nervi laringei
- Garantire la privacy del paziente e rimuovere le
eventuali protesi dentarie mobili. - Monitorizzare il paziente e assicurarsi che sia
portatore di un accesso venoso periferico (in
caso contrario, provvedere al posizionamento
prima dellinizio dellintubazione). - Linfermiere organizzerà poi tutti farmaci
necessari allintubazione, e i farmaci durgenza,
poiché resta comunque una manovra ad alto
rischio. - Preparerà il tubo (che sarà lubrificato e sarà
controllata la tenuta della cuffia gonfiandola
con la siringa) dopodiché si farà assumere al
paziente la posizione più idonea, collocandolo
supino, con il collo lievemente flesso e il capo
esteso. - Prima della manovra dintroduzione del tubo,
linfermiere pre-ossigenerà il paziente,
ventilando con maschere facciali e con ossigeno
ad alte percentuali. Linfermiere assisterà il
medico durante la manovra, controllando
costantemente i parametri vitali e aspirando
eventuali secrezioni presenti. -
32Ipotiroidismo
- Spesso il paziente non è adeguatamente preparato
ai problemi d'ordine fisico ed emotivo causati
dall'ipotiroidismo e dalla cura del cancro alla
tiroide. - L'opinione pubblica non è a conoscenza di molte
implicazioni relative alle patologie della
tiroide il team ha il compito di educare il
paziente e le persone che gli sono vicine. - E lo stesso paziente che dovrà assicurarsi che
gli alimenti rientrino nella dieta della cura
alla tiroide. - Ogni paziente potrà reagire in maniera diversa al
trattamento, avvertendo solo alcuni o molti dei
sintomi di cui sopra per questo alcuni rimedi
basati sul buonsenso talvolta risultano
particolarmente utili. - Il paziente che presenta condizioni di
ipotiroidismo sempre più accentuate, sperimenterà
il rallentamento delle proprie funzioni vitali e
potrà necessitare di lassativi, lubrificanti per
le fosse nasali, creme idratanti per la pelle e
le unghie, shampoo delicati ed assistenza da
parte di altre persone. - Potrà inoltre avvertire sintomi di depressione,
sentirsi di cattivo umore o triste. Oppure,
sentirsi particolarmente stanco. La reazione è
decisamente soggettiva e ogni tipo di trattamento
determina risposte diverse a seconda del
paziente.
33Ipotiroidismo
- Alimenti che si possono consumare
- Riso
- Crusca di riso
- Frutta
- Orzo
- Crusca di frumento
- Legumi
- Cereali con grani interi
- Tuberi
34Radioterapia metabolica
- Lo iodio-131 viene somministrato dopo
lintervento chirurgico di tiroidectomia - per tre fondamentali ragioni
- A distruggere ogni residuo di tessuto tiroideo
normale per aumentare - la sensibilità della scintigrafia whole body con
radioiodio e del dosaggio - della tireoglobulina circolante nel corso del
successivo follow-up per levidenziazione di
eventuali recidive della malattia o metastasi a
distanza. - 2. A distruggere eventuali microfocolai
carcinomatosi e quindi ridurre il - rischio di recidiva a lungo termine.
- 3. A permettere leffettuazione di una
scintigrafia whole body, utilizzando - lelevata attività di iodio-131 somministrata a
scopo terapeutico, che presenta una sensibilità
superiore alla scintigrafia con attività
diagnostica convenzionale nellevidenziare
persistenza di malattia.
35Radioterapia metabolica
- Lo iodio radioattivo viene utilizzato durante gli
esami per determinare le malattie della tiroide o
come trattamento iniziale per il tessuto tiroideo
residuo, in seguito ad intervento
chirurgico.Gli infermieri che assistono i
pazienti sottoposti a terapia a base di iodio
radioattivo dovranno adottare una serie di
precauzioni. Suggeriamo di limitare l'esposizione
al paziente, anche se non è necessario
allontanarsi completamente. L'esposizione alla
radioattività sarà ridotta ai minimi termini
consigliamo, invece, al personale in stato
interessante di evitare completamente
l'esposizione alla radioattività.I residui
corporei radioattivi dovranno essere eliminati
definitivamente è consigliabile rivolgere
particolare attenzione alla pulizia delle mani,
degli attrezzi, assicurandosi di tirare due volte
lo scarico nel bagno e di porre i prodotti
contaminati in contenitori speciali. Ulteriori e
più dettagliate informazioni verranno fornite
direttamente dal Reparto di Medicina Nucleare
dell'ospedale.Il medico dovrà istruire il
paziente su tutte le informazioni e precauzioni
necessarie in merito alla terapia il paziente,
inoltre, avrà bisogno di un forte supporto
morale, al fine di capire e cooperare con il
medico nel corso della terapia. Alcuni momenti di
serena discussione potranno essere di grande
aiuto per il paziente.
36Radioterapia metabolica
- La somministrazione di una dose terapeutica di
iodio-131 può determinare alcuni effetti
collaterali, peraltro con una bassa incidenza
complessiva. - Occasionalmente il paziente può sperimentare
nausea mentre una scialoadenite transitoria
risulta relativamente frequente tuttavia
raramente si osservano esiti cronici e xerostomia
persistente. Questo evenienza può essere
prevenuta mantenendo una buona idratazione e
consigliando al paziente di utilizzare bevande,
chewing-gum o caramelle al limone per favorire la
salivazione e la conseguente eliminazione del
radioiodio dal parenchima delle ghiandole
salivari. La xerostomia è osservata
frequentemente quando al radioiodio venga
associato anche un trattamento radiante esterno