Assistenza pre- e post-operatoria al paziente sottoposto ad intervento chirurgico della tiroide - PowerPoint PPT Presentation

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Assistenza pre- e post-operatoria al paziente sottoposto ad intervento chirurgico della tiroide

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Title: Assistenza pre- e post-operatoria al paziente sottoposto ad intervento chirurgico della tiroide Author: CinPao Last modified by: win Created Date – PowerPoint PPT presentation

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Title: Assistenza pre- e post-operatoria al paziente sottoposto ad intervento chirurgico della tiroide


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Assistenza pre- e post-operatoria al paziente
sottoposto ad intervento chirurgico della tiroide
  • Cinzia Vianello
  • Coordinatrice infermieristica Blocco Operatorio
    Ospedale dellAngelo-Mestre

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LA TIROIDE
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LA TIROIDE
  • Ghiandola situata nel collo in posizione mediana
    davanti alla laringe ed alla trachea.È
    costituita da tante piccole formazioni
    rotondeggianti (follicoli),ciascuna delle quali
    presenta una cavità interna,piena di una sostanza
    detta colloide, e un involucro di cellule
    epiteliali che producono la colloide e secernono
    l'ormone tiroideo. La tiroide è uno degli organi
    più abbondantemente vascolarizzati. Essa secerne
    due tipi di ormoni la tirocalcitonina che
    controlla il calcio nel sangue e le iodotironine,
    i cui effetti sono rivolti essenzialmente al
    controllo del metabolismo. 

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TIROIDE
  • LATTIVITA ENDOCRINA DELLA TIROIDE, COME QUELLA
    DI ALTRE GHIANDOLE A SECREZIONE INTERNA, E SOTTO
    IL CONTROLLO DELLIPOFISI ANTERIORE.
  • GLI ORMONI TIROIDEI ESPLICANO MOLTEPLICI AZIONI
  • AZIONE SUI PROCESSI METABOLICI OSSIDAZIONE DELLE
    CELL, ACCELERA SINTESI E DEMOLIZIONE DELLE
    PROTEINE. AZIONE ECCITOMETABOLICA.
  • AZIONE SULLA CRESCITA SVILUPPO SOMATICO,
    PSICHICO E SESSUALE DELLINDIVIDUO
  • AZIONE SUL SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO ADRENALINA
    E NORADRENALINA E POTENZIATA DAGLI ORMONI.
  • AZIONE SULLA TERMOREGOLAZIONE
  • SVILUPPO DELLA CUTE ED ANNESSI CUTANEI.

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LA TIROIDE
  • LA TIROIDE PRODUCE 3 ORMONI
  • ORMONE TIROIDEO comprende due diversi ormoni
    prodotti dalla tiroide TIROXINA (T4) E
    TRIIODOTIRONINA (T3) aminoacidi che nella loro
    struttura legano lo iodio.
  • CALCITONINA secrezione non regolata dal TSH, ma
    in risposta a elevati livelli plasmatici di Ca.
  • LO IODIO
  • Essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei
    carenza disfunzione tiroidea
  • Viene captato (ioduro) dal sangue e trasformato
    in iodio molecolare tirosina T3 e T4.

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Indagini preliminari allatto operatorio 
  • PREMESSA
  • In tutti gli ambienti in cui ciò sia possibile, è
    auspicabile la costituzione di un team
    multidisciplinare costituito da un endocrinologo,
    un medico nucleare e un chirurgo esperto in
    neoplasie del collo. A tale team dovrebbero poi
    afferire citopatologi, anatomo-patologi,
    specialisti in diagnostica per immagini e
    personale infermieristico esperti nella gestione
    di pazienti con carcinoma tiroideo o patologia
    oncologica.
  • Le principali indagini preliminari allatto
    operatorio di tiroidectomia totale (da valutare
    caso per caso) sono le seguenti

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PRINCIPALI INDAGINI
  • Dosaggio della calcitonina serica
  • Per escludere (soprattutto in caso di reperto
    citologico di neoplasia follicolare) un carcinoma
    midollare della tiroide.
  • Ecografia del collo
  • 1) esame della tiroide,
  • 2) studio ecografico della regione cervicale (per
    la ricerca di linfonodi sospetti per metastasi),
  • 3) agoaspirazione delle lesioni tiroidee
    coesistenti e di eventuali adenopatie con esame
    citologico e dosaggio della tireoglobulina sul
    liquido di lavaggio dellago.
  • Laringoscopia indiretta
  • Per valutare la motilità delle corde vocali prima
    della terapia chirurgica.
  • Dosaggio del PTH e della calcemia
  • Per documentare il funzionamento delle
    paratiroidi prima del trattamento chirurgico.

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GOZZO TIROIDEO
  • Con il termine gozzo o struma si intende un
    aumento di volume della tiroide non dovuto a
    cause infiammatorie né tumorali, caratterizzato
    clinicamente da livelli di ormoni tiroidei nel
    sangue generalmente normali (eutiroidismo). La
    causa più comune di gozzo è la carenza iodica. Il
    requisito essenziale per la normale sintesi degli
    ormoni tiroidei è infatti lapporto di adeguate
    quantità di iodio, elemento scarsamente
    reperibile sulla superficie terrestre ne
    consegue che in quelle aree in cui la carenza
    iodica è maggiormente importante, come in
    Sicilia, il contenuto di iodio negli alimenti
    risulta insufficiente per la sintesi ormonale. Ad
    una minore produzione ormonale consegue una
    maggiore stimolazione della tiroide da parte del
    TSH (ormone di regolazione ipofisario), che ha
    come effetto laumento di volume della ghiandola
    stessa.
  • Parliamo di gozzo endemico se è presente in più
    del 5 della popolazione scolare di una
    determinata area, correlato generalmente a
    carenza iodica, e di gozzo sporadico ( 5)

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GOZZO TIROIDEO
  • TERAPIA
  • il trattamento del gozzo varia in relazione alle
    sue dimensioni, alla presenza o meno di noduli,
    alleventuale sintomatologia associata e ai
    livelli ormonali in circolo.
  • La terapia può essere medica e chirurgica.
  • Terapia sostitutiva con lormone sintetico L-T4,
    per ridurre liperstimolazione e quindi le
    dimensioni del gozzo, e in tutti i casi in cui si
    giunge al deficit ormonale.
  • Terapia chirurgica (tiroidectomia totale) seguita
    da terapia farmacologica sostitutiva, per
    eliminare il danno estetico, in presenza di
    noduli sospetti o tendenti allaumento
    volumetrico, e in tutti i casi in cui sia
    presente compressione tracheoesofagea.

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CANCRO DELLA TIROIDE
  • Il cancro della tiroide ha una prevalenza molto
    minore di quella di altre forme di cancro, ma
    rappresenta il 90 dei tumori maligni endocrini
  • ACCERTAMENTO E VALUTAZIONE DIAGNOSTICA
  • palpazione del collo masse dure e fisse
    singole o associate a linfoadenopatia cervicale
    suggeriscono malignità
  • prove di funzionalità tiroidea (raramente
    forniscono esiti conclusivi)
  • agobiopsia in anestesia locale
    (differenziazione tra benigni e maligni e
    stadiazione di neoplasia maligna)
  • agobiopsia con ago di calibro più grosso (se
    biopsia standard non permette di trarre
    conclusioni)

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CANCRO DELLA TIROIDE
  • TRATTAMENTO CHIRURGICO
  • Le ghiandole paratiroidi si cerca di non
    asportarle per ridurre il rischio di ipocalcemia
    postoperatoria e di tetania.
  • Dopo il trattamento chirurgico, se il tumore è
    radiosensibile si procede allablazione del
    tessuto ghiandolare residuo irradiando con iodio
    radioattivo.
  • Dopo il trattamento chirurgico si somministra
    ormone tiroideo a dosi soppressive per portare i
    livelli di TSH a valori compatibili con uno stato
    eutiroideo.
  • Se il tessuto tiroideo residuo non è sufficiente
    a produrre quantità di ormone sufficiente sarà
    necessaria una terapia cronica con tiroxina.

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TIROIDECTOMIA TOTALE O SUB-TOTALE
  • INTERVENTO CHIRURGICO
  • Il carcinoma tiroideo differenziato ha una lenta
    evoluzione e prognosi generalmente buona, ma
    resta comunque una neoplasia potenzialmente
    letale in una percentuale di casi non
    trascurabile.
  • Pertanto il trattamento iniziale deve essere il
    più radicale possibile per eliminare tutti i
    focolai tumorali e permettere unottima qualità
    della vita, evitando complicanze iatrogene.
  • Il trattamento del carcinoma tiroideo è
    chirurgico e si basa sulla tiroidectomia totale o
    sub-totale. Spesso la precoce diffusione
    linfonodale rende necessario lo svuotamento
    linfonodale centrale. La linfectomia
    laterocervicale, viceversa, è rappresentata
    dallevidenza ecografica di metastasi.
  • La principale obiezione alla tiroidectomia totale
    è la possibilità di complicanze chirurgiche a
    carico delle paratiroidi (ipoparatiroidismo) e
    dei nervi laringei ricorrenti (paralisi cordale).

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INTERVENTO DI TIROIDECTOMIA
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CARRELLO PER TIROIDECTOMIA
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STRUMENTI TIROIDECTOMIA
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LASSISTENZA INFERMIERISTICA AL PAZIENTE
SOTTOPOSTO AD INTERVENTO ALLA TIROIDE
  •  
  • Il ruolo infermieristico inizia sin dal ricovero
    è, infatti, linfermiere ad accogliere il
    paziente, a compilare la cartella clinica e
    infermieristica, avendo cura di domandare al
    soggetto le eventuali allergie a farmaci e la
    presenza di altre patologie oltre a quella per la
    quale è ricoverato (per esempio se soffre o ha
    sofferto dipertensione, diabete, regressi
    infarti, problemi cardiaci o respiratori).
  • Eseguite le prime fasi di accoglienza del
    paziente e una volta rassicuratolo con tutte le
    dovute spiegazioni e informazioni sugli esami
    diagnostici-strumentali che dovrà eseguire,
    linfermiere inizia a programmare date ed esami
    necessari allintervento
  • Rx tradizionale
  • ECG
  • Ecografia tiroidea
  • Ago aspiratoLa citoaspirazione con ago sottile
    (fine needle aspiration biopsy-FNAB) rappresenta
    la procedura maggiormente accurata per
    determinare se un nodulo possieda elementi di
    rischio tali da giust i f i c a re lexeresi
    chiru rgica o se la probabilità di benignità sia
    talmente elevata da consigliare la semplice
    osservazione clinica.
  • Laringoscopia
  • Visita anestesiologica
  • TAC/RMN

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VALUTAZIONE PREOPERATORIA
  • Stato psicologico del paziente un primo compito
    dellinfermiere è comprendere le necessità che
    tale stato di malattia impone, trattandosi di
    malattia oncologica creare un rapporto di
    fiducia e di empatia con il paziente è
    indispensabile per gestire e attuare unottima
    assistenza
  • Paura della morte
  • Perdita integrità della persona(deturpazione)
  • Modificazione del sè e dei rapporti con gli altri
  • Sono timori vissuti come insuperabili dal
    paziente
  • Attuare strategie di coping Parlare al paziente
    con onestà e franchezza, ma in tono ottimistico,
    delle prospettive di vita o di recupero
    post-operatorio lo aiuterà ad accettarne meglio
    il disagio, riducendo cosi stress e depressione,
    che influenzerebbero negativamente lintero
    processo di cura.

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OBIETTIVI
  • RAGGIUNGIMENTO DI UN LIVELLO ADEGUATO DI
    CONOSCENZA
  • una buona informazione preoperatoria ha
    dimostrato svariati esiti positivi per il
    paziente quali riduzione dei tempi di degenza
    post-operatoria, della paura, dellansia, dello
    stress psicologico e del dolore, aumento della
    collaborazione allo svolgimento delle attività
    prescritte, soddisfazione, abilità
    nellassunzione di farmaci, uso di analgesici,
    recupero fisico, autonomia di movimento e grado
    di preparazione per la dimissione.
  • DIMINUZIONE DELLANSIA E DELLO STRESS spesso il
    paziente proviene da un ambiente carico di stress
    e nervosismo dovuti proprio al tipo di patologia.
    Può essere legittima la richiesta non infrequente
    di rimanere da soli, rifiutando la presenza dei
    familiari
  • AUTONOMIA fisica raggiungibile al più presto
    possibile

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PREPARAZIONE DEL PAZIENTE
  • La tricotomia è eseguita per di più
    esclusivamente negli uomini nella zona
    sottostante il collo allo scopo di creare la zona
    per il campo sterile.
  • Laddove possibile, è comunque preferibile
    procedere alla chirurgia senza eseguire la
    tricotomia piuttosto che utilizzare rasoi a
    lametta, questo per diminuire il rischio
    dinfezione della ferita chirurgica.
  • Se il paziente è in grado di realizzare
    personalmente questazione, compito
    dellinfermiere sarà istruirlo su come procedere
    e quale zona corporea trattare qualora invece il
    paziente presentasse difficoltà, sarà
    linfermiere stesso che andrà a effettuare la
    manovra cercando di praticarla il più vicino
    possibile al tempo operatorio per diminuire il
    rischio dellinfezione della ferita chirurgica.
  • Il digiuno da solidi e liquidi prima
    dellanestesia generale è, da molto tempo,
    considerato di fondamentale importanza per la
    sicurezza del paziente, al fine di ridurre il
    rischio di rigurgito del contenuto gastrico.
  • Ciò è legato al fatto che con linduzione
    dellanestesia, si determina la cessazione, con
    entità variabile in relazione al livello
    dellanestesia, dello stimolo della tosse e della
    deglutizione, nonché la depressione dei riflessi
    faringo-laringei. La verifica del rispetto della
    prescrizione di digiuno deve essere eseguita al
    momento dellintervento.

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FASE POSTOPERATORIA
  • Un intervento chirurgico è sempre un evento
    traumatico per lorganismo, che reagisce con
    modificazioni fisiologiche e metaboliche
    controllate da stimoli neuroendocrini.
  • Limmediato decorso post-operatorio, risulta
    estremamente delicato e critico per il paziente
    tanto da richiedere una particolare attenzione
    assistenziale.
  • Questa fase richiede il controllo, attento e
    frequente, di numerosi parametri tra cui la
    respirazione, i parametri vitali, il livello di
    coscienza, le perdite ematiche, la
    somministrazione della terapia endovenosa
    prescritta, lo stato emotivo, il dolore.
  • Nelle fasi successive, inoltre, lattenzione deve
    essere rivolta alla ripresa delleliminazione,
    dellalimentazione e della mobilizzazione della
    persona.
  • La prima valutazione post-operatoria deve essere
    realizzata immediatamente al ritorno del paziente
    dalla sala i valori rilevati fungono da
    riferimento per le valutazioni successive delle
    condizioni della persona e consentono di rilevare
    se si sono verificati dei problemi nel tragitto
    dalla sala operatoria.
  • Questa valutazione può essere fatta sia dal
    medico responsabile, che dallinfermiere
    responsabile, che riferirà immediatamente la
    presenza di alterazione dei parametri rilevati.

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FASE POSTOPERATORIA
  • Linfermiere monitorerà e assisterà il paziente
    nellimmediato post-operatorio ponendo attenzione
    a
  • Predisporre un ambiente sicuro
  • Recupero degli effetti dellanestesia
  • Recupero dello stato fisiologico (ritorno delle
    funzioni motorie e sensoriali)
  • Stabilizzazione dei segni vitali, orientamento
    temporo-spaziale
  • Eventuali complicanze
  • Controllo temperatura corporea
  • Gestione del dolore
  • Efficacia terapeutica
  • Accertamento dei livelli di coscienza
  • Cura di sé

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FASE POSTOPERATORIA
  • POSTURA a seguito di un intervento di
    tiroidectomia totale, appena il paziente ha
    ripreso conoscenza viene fatto distendere sul
    dorso, in posizione semiseduta con la testa
    elevata e col sostegno di cuscini (è molto
    importante che rimanga disteso e mantenga tale
    posizione soprattutto nelle prime 12 ore).
  • Sarà necessario che mantenga fermo il collo, non
    faccia movimenti bruschi cosi da evitare che il
    capo subisca contraccolpi che oltre a poter
    compromettere la riuscita dellintervento,
    possono causare ipotensione.Potrà aiutarsi nel
    sostenere il collo con le mani nella parte
    posteriore.
  • INFORMAZIONE/EDUCAZIONE AL PAZIENTE E FAMILIARI
  • Descrivere la giusta postura che dovrà essere
    mantenuta. Riferirà notizie connesse ai tempi di
    rimozione di eventuali drenaggi, spiegando
    limportanza che questi rivestono per la ripresa
    dello stato di salute.
  •  ACCERTAMENTO DELLA FUNZIONALITARESPIRATORIA
  • Linfermiere prenderà atto della rilevazione di
    parametri respiratori quali saturazione
    dellossigeno (SpO2) frequenza respiratoria
    (14-18atti il minuto) percentuale di ossigeno e
    anidride carbonica caratteristiche del respiro
    movimenti del torace ricerca dei segni di
    ostruzione bronchiale.
  • Talvolta un edema della glottide, la formazione
    di un ematoma o una lesione del nervo ricorrente,
    possono provocare difficoltà respiratorie tutto
    deve essere repentinamente segnalato. 

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FASE POSTOPERATORIA
  • Accertamento funzionalità cardiovascolare e
    stabilità emodinamica
  • Importante per la prevenzione e il riconoscimento
    precoce delle complicanze legate allintervento
    saranno controllate pressione arteriosa (PA) ev.
    pressione venosa centrale (PVC) frequenza
    cardiaca (FC) ricerca della presenza dei segni
    clinici dello shock. 
  • Controllo del dolore post-operatorio
  • Linfermiere si occuperà di prendere informazioni
    riguardo alle caratteristiche del dolore, alla
    sua localizzazione e qualità, attraverso il
    rilievo di segni soggettivi e segni oggettivi
    (aumento della frequenza cardiaca e della
    pressione arteriosa, atteggiamento di difesa,
    irrequietezza e irritabilità del paziente).
  • Deve essere scrupolosamente rispettata la
    somministrazione di t. analgesica.
  • Il paziente deve stancarsi il meno possibile
    anche parlare può essere faticoso
  • Osservazione della variazione di voce.
  • Controllo del sito dincisione e sistemi di
    drenaggio
  • Linfermiere controllerà principalmente
    lintegrità e ladesione della medicazione il
    corretto funzionamento dei drenaggi e il loro
    ancoraggio laspetto esterno della cute nel sito
    dincisione e simpegnerà nellosservazione e
    nellidentificazione precoce di complicanze quali
    ostruzioni, emorragie.

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GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
  • Intervento infermieristico nella gestione
    dellemorragia postoperatoria
  •  Lemorragia si verifica in genere nelle prime 24
    ore post-operatorie (il 75 delle quali nelle
    prime 12 ore) e del tutto eccezionalmente oltre
    le 24 ore.
  • Raramente lemorragia è dovuta al cedimento di
    una legatura vascolare, mentre la causa di gran
    lunga più frequente deriva da un accesso
    ipertensivo post-operatorio, specie in pazienti
    già ipertesi nel pre-operatorio.
  • Per questo motivo è importante eseguire un
    attento monitoraggio pressorio nei pazienti
    operati, almeno per le prime 12 ore dopo
    lintervento, accorgimento che in molte
    casistiche, ha fatto crollare la percentuale di
    emorragie post-operatorie.
  • Nel caso di emorragia importante, il collo del
    paziente apparirà gonfio e edematoso, e avvertirà
    una grave difficoltà respiratoria causata dalla
    presenza di grossi coaguli di sangue che
    comprimono la trachea.

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GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
  • In questi casi, linfermiera dovrà chiamare
    immediatamente il medico avvisandolo di quanto
    accaduto, e controllerà più volte i parametri
    vitali, i drenaggi e lo stato generale del
    paziente.
  • Lassistenza infermieristica si concentrerà
    inoltre sullosservazione di segni e sintomi che
    possono manifestare uno shock emorragico le
    manifestazioni precoci includono tachicardia e
    vasocostrizione cutanea.
  • Attenzioni specifiche vanno riservate alla
    frequenza cardiaca, frequenza respiratoria,
    circolo cutaneo e pressione arteriosa
    differenziale.
  • Nei casi più gravi di emorragia, il paziente
    dovrà essere sottoposto nuovamente a intervento
    chirurgico. 

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GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
  • Intervento infermieristico nella gestione di
    lesioni delle paratiroidiIPOCALCEMIA 
  • Le lesioni delle paratiroidi sono dovute in
    genere allavulsione accidentale ma possono
    verificarsi anche in relazione ad una loro
    devascolarizzazione dovuta alla preparazione
    chirurgica.
  • In genere non basta lasportazione di una singola
    paratiroide a determinare lipoparatiroidismo
    post-operatorio, giacché le paratiroidi residue
    sono sufficienti ad assicurare buoni livelli di
    paratormone nel sangue.
  • Lipoparatiroidismo può essere transitorio o
    definitivo (se persiste oltre i 6 mesi
    dallintervento) e può essere una patologia
    estremamente invalidante per il paziente si
    evidenzia dopo qualche ora dallintervento,
    raramente dopo qualche settimana o mese.

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IPOCALCEMIA
  • Lipoparatiroidismo post-operatorio determina una
    riduzione più o meno severa dei livelli di calcio
    nel sangue (ipocalcemia) che provoca una
    sintomatologia caratterizzata da un aumento
    delleccitabilità neuromuscolare che si evidenzia
    con vari gradi di parestesie (formicolii alle
    estremità e intorno alla regione buccale, senso
    dintorpidimento muscolare ecc.), fino ad
    arrivare alla cosiddetta crisi tetanica
    caratterizzata dalla contrazione di diversi
    gruppi muscolari, in particolare di quelli
    facciali (trisma) e di quelli del carpo.
  • È opportuno che, nelle 24 ore successive
    allintervento di tiroidectomia linfermiere
    interroghi il paziente circa linsorgenza di
    parestesie e che un controllo della calcemia sia
    programmato ogni 12 ore durante il
    post-operatorio.
  • La terapia dellipoparatiroidismo definitivo
    viene condotta con vitamina D, agonista del
    paratormone (lormone mancante), e con Sali di
    Calcio la dose di attacco varierà in rapporto
    alla gravità dellipocalcemia.

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IPOCALCEMIA
  • Lipocalcemia post-operatoria precoce e
    reversibile è la più frequente essa è in genere
    legata a ischemia intra-operatoria delle
    paratiroidi, irrorate dagli stessi vasi della
    tiroide, e regredisce entro pochi giorni o
    settimane dallintervento.
  • Negli ultimi anni la percentuale dipocalcemia
    post-operatoria è diminuita sensibilmente grazie
    allutilizzo di una profilassi con Vit. D e sali
    di calcio per bocca .
  • La sintomatologia dipende dalla gravità
    dellipocalcemia e dalla velocità della sua
    comparsa.
  • A seguito di prescrizione medica, linfermiere si
    occuperà dei necessari controlli periodici della
    calcemia (inizialmente ogni 3 giorni, quindi una
    volta a settimana e infine, dopo documentata
    stabilizzazione, ogni mese), eseguiti sia per
    valutare se il danno è permanente, sia per
    evitare fenomeni di sovradosaggio.

29
IPOCALCEMIA
  • Nellipoparatiroidismo cronico se non vengono
    assunte preparazioni di calcio è cruciale la
    dieta, che dovrebbe essere ricca di latte e
    latticini, e associata alluso di acque di
    acquedotto (o a contenuto noto di calcio),
    possibilmente senza luso di acque oligominerali
    prive di calcio. Compito del medico e
    dellinfermiere sarà quindi anche quello di
    predisporre il paziente a una dieta equilibrata
    da seguire nel periodo successivo alla cura.
  • Nei casi più gravi come lipocalcemia acuta con
    tetania, che rappresenta unemergenza endocrina,
    si richiede un trattamento immediato (subito dopo
    aver eseguito un prelievo per la calcemia) con
    l'infusione EV di sali di Ca.
  • Linfermiere preparerà il calcio gluconato, che
    può essere somministrato EV sotto forma di 10 ml
    di soluzione al 10 in 10 minuti. Nelle
    successive 12-24 ore possono essere necessarie
    infusioni ripetute o l'aggiunta di un'infusione
    continua.

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GESTIONE DELLE COMPLICANZE OPERATORIE A SEGUITO
DI TIROIDECTOMIA
  • Intervento infermieristico nella gestione di
    lesione dei nervi laringei
  • La lesione del nervo laringeo inferiore, detto
    comunemente ricorrente, può essere transitoria o
    permanente, monolaterale o bilaterale. La corda
    vocale innervata dal nervo lesionato rimane,
    transitoriamente o permanentemente, paralizzata
    in posizione semichiusa, con modificazione del
    tono della voce che sarà indebolito e bitonale.
  • Se sono lesionati entrambi i nervi, le due corde
    paralizzate in posizione semichiusa possono
    ostacolare il passaggio dell'aria ai polmoni ed
    esporre al rischio di asfissia. In questi casi è
    necessario intubare immediatamente il paziente,
    per consentire una respirazione assistita
    meccanicamente.
  • In questa situazione, lobiettivo è quello
    garantire la pervietà delle vie aeree superiori e
    consentire una ventilazione adeguata.
  • Lassistenza infermieristica durante
    lintubazione prevede prima di tutto unadeguata
    informazione al paziente sulla manovra che verrà
    effettuata, ove il suo stato di coscienza lo
    consenta.

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Intervento infermieristico nella gestione di
lesione dei nervi laringei
  • Garantire la privacy del paziente e rimuovere le
    eventuali protesi dentarie mobili.
  • Monitorizzare il paziente e assicurarsi che sia
    portatore di un accesso venoso periferico (in
    caso contrario, provvedere al posizionamento
    prima dellinizio dellintubazione).
  • Linfermiere organizzerà poi tutti farmaci
    necessari allintubazione, e i farmaci durgenza,
    poiché resta comunque una manovra ad alto
    rischio.
  • Preparerà il tubo (che sarà lubrificato e sarà
    controllata la tenuta della cuffia gonfiandola
    con la siringa) dopodiché si farà assumere al
    paziente la posizione più idonea, collocandolo
    supino, con il collo lievemente flesso e il capo
    esteso.
  • Prima della manovra dintroduzione del tubo,
    linfermiere pre-ossigenerà il paziente,
    ventilando con maschere facciali e con ossigeno
    ad alte percentuali. Linfermiere assisterà il
    medico durante la manovra, controllando
    costantemente i parametri vitali e aspirando
    eventuali secrezioni presenti.
  •  

32
Ipotiroidismo
  • Spesso il paziente non è adeguatamente preparato
    ai problemi d'ordine fisico ed emotivo causati
    dall'ipotiroidismo e dalla cura del cancro alla
    tiroide.
  • L'opinione pubblica non è a conoscenza di molte
    implicazioni relative alle patologie della
    tiroide il team ha il compito di educare il
    paziente e le persone che gli sono vicine.
  • E lo stesso paziente che dovrà assicurarsi che
    gli alimenti rientrino nella dieta della cura
    alla tiroide.
  • Ogni paziente potrà reagire in maniera diversa al
    trattamento, avvertendo solo alcuni o molti dei
    sintomi di cui sopra per questo alcuni rimedi
    basati sul buonsenso talvolta risultano
    particolarmente utili.
  • Il paziente che presenta condizioni di
    ipotiroidismo sempre più accentuate, sperimenterà
    il rallentamento delle proprie funzioni vitali e
    potrà necessitare di lassativi, lubrificanti per
    le fosse nasali, creme idratanti per la pelle e
    le unghie, shampoo delicati ed assistenza da
    parte di altre persone.
  • Potrà inoltre avvertire sintomi di depressione,
    sentirsi di cattivo umore o triste. Oppure,
    sentirsi particolarmente stanco. La reazione è
    decisamente soggettiva e ogni tipo di trattamento
    determina risposte diverse a seconda del
    paziente.

33
Ipotiroidismo
  • Alimenti che si possono consumare
  • Riso
  • Crusca di riso
  • Frutta
  • Orzo
  • Crusca di frumento
  • Legumi
  • Cereali con grani interi
  • Tuberi

34
Radioterapia metabolica
  • Lo iodio-131 viene somministrato dopo
    lintervento chirurgico di tiroidectomia
  • per tre fondamentali ragioni
  • A distruggere ogni residuo di tessuto tiroideo
    normale per aumentare
  • la sensibilità della scintigrafia whole body con
    radioiodio e del dosaggio
  • della tireoglobulina circolante nel corso del
    successivo follow-up per levidenziazione di
    eventuali recidive della malattia o metastasi a
    distanza.
  • 2. A distruggere eventuali microfocolai
    carcinomatosi e quindi ridurre il
  • rischio di recidiva a lungo termine.
  • 3. A permettere leffettuazione di una
    scintigrafia whole body, utilizzando
  • lelevata attività di iodio-131 somministrata a
    scopo terapeutico, che presenta una sensibilità
    superiore alla scintigrafia con attività
    diagnostica convenzionale nellevidenziare
    persistenza di malattia.

35
Radioterapia metabolica
  • Lo iodio radioattivo viene utilizzato durante gli
    esami per determinare le malattie della tiroide o
    come trattamento iniziale per il tessuto tiroideo
    residuo, in seguito ad intervento
    chirurgico.Gli infermieri che assistono i
    pazienti sottoposti a terapia a base di iodio
    radioattivo dovranno adottare una serie di
    precauzioni. Suggeriamo di limitare l'esposizione
    al paziente, anche se non è necessario
    allontanarsi completamente. L'esposizione alla
    radioattività sarà ridotta ai minimi termini
    consigliamo, invece, al personale in stato
    interessante di evitare completamente
    l'esposizione alla radioattività.I residui
    corporei radioattivi dovranno essere eliminati
    definitivamente è consigliabile rivolgere
    particolare attenzione alla pulizia delle mani,
    degli attrezzi, assicurandosi di tirare due volte
    lo scarico nel bagno e di porre i prodotti
    contaminati in contenitori speciali. Ulteriori e
    più dettagliate informazioni verranno fornite
    direttamente dal Reparto di Medicina Nucleare
    dell'ospedale.Il medico dovrà istruire il
    paziente su tutte le informazioni e precauzioni
    necessarie in merito alla terapia il paziente,
    inoltre, avrà bisogno di un forte supporto
    morale, al fine di capire e cooperare con il
    medico nel corso della terapia. Alcuni momenti di
    serena discussione potranno essere di grande
    aiuto per il paziente.

36
Radioterapia metabolica
  • La somministrazione di una dose terapeutica di
    iodio-131 può determinare alcuni effetti
    collaterali, peraltro con una bassa incidenza
    complessiva.
  • Occasionalmente il paziente può sperimentare
    nausea mentre una scialoadenite transitoria
    risulta relativamente frequente tuttavia
    raramente si osservano esiti cronici e xerostomia
    persistente. Questo evenienza può essere
    prevenuta mantenendo una buona idratazione e
    consigliando al paziente di utilizzare bevande,
    chewing-gum o caramelle al limone per favorire la
    salivazione e la conseguente eliminazione del
    radioiodio dal parenchima delle ghiandole
    salivari. La xerostomia è osservata
    frequentemente quando al radioiodio venga
    associato anche un trattamento radiante esterno
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