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Strumenti di analisi finanziaria

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Strumenti di analisi finanziaria Margini e indici Le passivit Il Capitale di prestito pu essere suddiviso in funzione della scadenza dei relativi debiti. – PowerPoint PPT presentation

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Title: Strumenti di analisi finanziaria


1
Strumenti di analisi finanziaria
  • Margini e indici

2
Le passività
  • Il Capitale di prestito può essere suddiviso in
    funzione della scadenza dei relativi debiti.
  • Perciò si definiscono
  • passività consolidate, quelle scadenti oltre i 12
    mesi successivi
  • passività correnti, quelle scadenti entro i
    successivi 12 mesi

3
I primi indicatori
  • La differenza tra Capitale Proprio e
    Immobilizzazioni dà alcune prime informazioni su
    quanto sia equilibrata la struttura delle fonti
    di finanziamento rispetto agli impieghi
    dellazienda.
  • Se CP, da solo, coprisse integralmente I, ciò
    significherebbe che lazienda ha finanziato gli
    impieghi in immobilizzazioni con finanziamenti a
    scadenza indeterminata.

4
Il Margine di Struttura
  • Tale differenza individua il Margine di
    Struttura (Ms).
  • Ms CP I
  • Se Ms gt 0 la struttura finanziaria può dirsi
    ottimale infatti significa che lazienda non
    corre il rischio di dover restituire prestiti
    prima di aver avuto il ritorno in forma monetaria
    degli impieghi effettuati.

5
Il margine di struttura
  • Invece, se Ms lt 0 occorre fare una
    considerazione.
  • Oltre a CP, anche le passività consolidate
    (Pcons) hanno una scadenza a medio o lungo
    termine.

6
Il margine di copertura globale
  • Perciò se CP Pcons gt I, la situazione
    finanziaria può ancora dirsi equilibrata, benché
    non ottimale.
  • Questo è il margine di copertura globale.
  • La somma CP Pcons esprime il cosiddetto
    Capitale Permanente, ad intendere che si tratta
    di fonti di finanziamento che permangono in
    azienda per tempi lunghi.

7
Il Capitale Circolante Netto
  • Dire che CP Pcons gt I, equivale a dire che
    lAttivo Circolante (Ac) è maggiore delle
    Passività correnti (Pcorr).
  • Tale differenza individua il Capitale Circolante
    Netto (CCN), la cui formula
  • Ac Pcorr
  • è di determinante importanza per esprimere
    giudizi sulla struttura finanziaria di unazienda.

8
Il capitale circolante netto
  • Infatti il CCN deve essere sempre positivo poiché
    se così non fosse vorrebbe dire che le passività
    scadenti entro i prossimi 12 mesi sono superiori
    agli impieghi dai quali si attende un ritorno in
    forma monetaria entro lo stesso termine annuale.
  • Ciò fa presagire sicure difficoltà dellazienda
    nel far fronte ai propri impegni di uscita con le
    proprie entrate.

9
LAttivo circolante
  • Daltro canto, anche nellAttivo circolante
    coesistono componenti con caratteristiche
    diverse, se osservati con il criterio di quanto
    siano vicini allo stato di liquidità.

10
Gli elementi dellattivo circolante
  • Come è ovvio, le disponibilità liquide sono già
    liquidità non ci sono tempi di attesa.

11
Gli elementi dellattivo circolante
  • I crediti e le altre attività finanziarie
    necessitano di un certo tempo di attesa perché
    diventino liquidità devono giungere alla loro
    scadenza.

12
Gli elementi dellattivo circolante
  • Le rimanenze, in tale graduatoria basata sulla
    liquidità crescente, sono le più lontane.
  • Infatti, prima devono essere oggetto di vendita
    così facendo, presumibilmente daranno vita a
    crediti dei quali, poi, si dovrà attendere la
    scadenza per vederli trasformare infine in
    liquidità.

13
CCN
  • Perciò, dire solo che CCN gt 0 sia una garanzia di
    buon equilibrio nella struttura finanziaria
    aziendale potrebbe non essere del tutto corretto.

14
Il Margine di Tesoreria
  • La differenza tra Crediti (detti anche
    disponibilità finanziarie Df) disponibilità
    liquide Dl e le passività correnti individua il
    Margine di Tesoreria.
  • Mt (Df Dl) - Pcorr

15
Il margine di tesoreria
  • Se Mt gt 0 allora si può avere una relativa
    certezza dellottimale equilibrio della struttura
    finanziaria aziendale

16
Il prospetto di partenza
IMPIEGHI IMPIEGHI FONTI FONTI
Immobilizzazioni 900,00 Capitale Proprio 850,00
Passività consolidate 150,00
Attivo Circolante (di cui Rimanenze 250,00) 700,00 Passività correnti 600,00
Totale Impieghi 1.600,00 Totale Fonti 1.600,00
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Margini
  • Ms - 50,00
  • margine di copertura globale 100,00
  • CCN 100,00
  • Mt - 150,00

18
Margini e indici
  • I margini rappresentano differenze. Esprimono dei
    valori assoluti che, tuttavia, raramente riescono
    a dare con immediatezza il senso della misura di
    un maggiore o minore equilibrio.
  • Dire che il margine di struttura è positivo per
    1.000,00 ha un significato profondamente diverso
    a seconda che il totale degli impieghi sia
    10.000,00 o 1.000.000,00 di euro.

19
Gli indici
  • E per questo che si usa calcolare degli indici,
    cioè dei rapporti o quozienti, che sono ritenuti
    decisamente più significativi.

20
Lindice di autocopertura
  • Mettendo a rapporto CP ed I (CP/I), non si fa che
    esprimere in forma di indice il margine di
    struttura.
  • Tuttavia, se il risultato è 1,2 questo significa
    che il CP supera il volume delle I del 20
    consentendo perciò di esprimere un giudizio
    positivo.
  • Ciò sarebbe vero qualunque fossero i totali degli
    impieghi delle aziende considerate.

21
Valori relativi
  • Infatti, se quel risultato (1,2) deriva da
  • 6.000 5.000
  • 60.000 50.000
  • 6.000.000 5.000.000
  • non cambia la sostanza della valutazione
    espressa relativamente ai volumi aziendali
    considerati, lazienda è in grado di coprire da
    sola gli impieghi in immobilizzazioni.
  • Si tratta dellindice di autocopertura delle
    immobilizzazioni

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Lindice di copertura globale
  • Il rapporto tra
  • (CP Pcons) / I
  • esprime lindice di copertura globale delle
    immobilizzazioni.
  • Deve essere assolutamente positivo poiché
    altrimenti implicherebbe che le immobilizzazioni
    sono state finanziate con prestiti a breve
    termine.

23
Lindice di disponibilità
  • Dal rapporto
  • Ac / Pcorr
  • si individua lindice di disponibilità, che
    esprime il CCN sotto la forma di un indice.
  • Deve essere maggiore di 1 perché si possa dire
    che lazienda ha fatto un corretto ricorso alle
    fonti di finanziamento e che esiste equilibrio
    tra impieghi a breve termine e debiti a breve
    termine.

24
Lindice di liquidità
  • Il rapporto
  • (Df Dl) / Pcorr
  • determina lindice di liquidità, che non è altro
    che il margine di tesoreria in forma di indice.
  • Se è gt 1 indica un ottimale equilibrio
    finanziario.
  • Tuttavia anche valori lt 1 sono accettabili,
    purché non si scenda sotto 0,7-0,8

25
Svolgimento esercizio n 5
26
Lanalisi per indici
  • Lanalisi per indici è riuscita a dare risposte
    più precise rispetto a quello che i margini erano
    riusciti a fare.
  • Tuttavia lanalisi del solo aspetto finanziario
    della gestione non soddisfa del tutto le esigenze
    informative degli analisti.

27
Lanalisi della redditività
  • Occorre prendere in esame anche alcuni aspetti
    strettamente legati allaspetto economico e
    reddituale della gestione.
  • Mettendoli in correlazione con alcune
    informazioni tratte dallanalisi finanziaria, si
    potrà ottenere un quadro più completo della
    situazione globale di unimpresa.

28
Lanalisi della redditività
  • Per comprendere la logica dellanalisi
    reddituale, occorre partire dalla struttura di un
    Conto Economico redatto in forma scalare.

29
Gli indici dellanalisi reddituale
  • Sono
  • il ROE
  • il ROI
  • il ROS
  • il Leverage
  • lindice di rotazione degli impieghi
  • lindice di incidenza della gestione non
    caratteristica
  • il ROD

30
Il ROE (Return On Equity)
  • E dato dal rapporto, espresso in forma
    percentuale, tra Re e CP.
  • Esprime quanto rende lintera gestione aziendale
    ai portatori del capitale proprio ogni 100 euro
    da essi apportati.
  • Esprime la redditività del Capitale Proprio.

31
Il ROI (Return On Investment)
  • E dato dal rapporto, espresso in percentuale,
    tra Ro e Ti.
  • Esprime quanto rende la gestione operativa
    (tipica, caratteristica) ogni 100 euro impiegati
    a qualunque titolo nellimpresa.
  • In altre parole, esprime la redditività del
    capitale investito nellazienda.

32
Il ROS (Return On Sales)
  • E dato dal rapporto, espresso in sempre
    percentuale, tra Ro ed il volume delle vendite,
    espresso (almeno indicativamente) dal Valore
    della Produzione.
  • Esprime quanto resta allazienda per ogni 100
    euro di valore della produzione.
  • Esprime la redditività delle vendite.

33
Il Leverage
  • E dato dal rapporto tra Ti e CP. Non è una
    percentuale.
  • Per esempio, è pari a 2 se il CP rappresenta
    esattamente il 50 del totale delle fonti di
    finanziamento.
  • E un altro possibile indicatore
    dellindebitamento dellimpresa nei confronti di
    soggetti esterni.

34
LIndice di Rotazione degli Impieghi
  • E dato dal rapporto tra i ricavi delle vendite
    ed il Totale degli Impieghi.
  • Esprime il numero delle volte nelle quali, in un
    anno, il Ti si ripresenta sotto forma di moneta.
  • Più alto è tale valore, maggiore è la capacità
    dellimpresa di far ruotare velocemente il
    capitale impiegato.

35
Lincidenza della gestione non caratteristica
  • E dato dal rapporto tra Re e Ro.
  • Questo indice esprime in quale misura incide la
    gestione diversa da quella tipica nella
    formazione del risultato economico desercizio.
  • Se Re Ro, lindice sarebbe 1.
  • Se Re 52 e Ro 140, questo indice è pari a
    0,37.

36
Una premessa sulle passività
  • Le passività sono composte da
  • debiti derivanti dalle operazioni correnti
    dellazienda (debiti di regolamento o di
    funzionamento)
  • debiti sorti come veri e propri finanziamenti
    (debiti di finanziamento)

37
Il ROD (Return On Debt)
  • E dato dal rapporto tra gli oneri finanziari ed
    il capitale di debito per la parte composta dai
    debiti di finanziamento.
  • Esprime, in termini percentuali, il costo del
    ricorso ai finanziamenti di terzi.
  • Rappresenta un termine di comparazione con il ROI
    per guidare le scelte di convenienza a finanziare
    nuovi impieghi con CP o P.

38
Applicazione degli indici
  • Per poter dare significato concreto a tali
    concetti, si tengano presenti i seguenti
    prospetti contabili, a titolo esemplificativo.

39
Stato Patrimoniale
Impieghi Fonti
Immobilizzazioni 800 Capitale Proprio 650
Immobilizzazioni 800 P cons 250
Attivo Circolante 600 P cons 250
Attivo Circolante 600 P corr 500
Totale degli Impieghi e delle Fonti 1.400
40
Conto Economico
Valore della Produzione 1.000 Vp
- Costi della Produzione - 860 Cp
Risultato operativo 140 Ro
/- Proventi e oneri finanziari - 40 /- Gf
/- Proventi e oneri della gestione straordinaria 0 /- Gs
Risultato economico lordo 100 Rl
- Imposte dellesercizio - 48
Reddito desercizio 52 Re
41
Calcolo degli indici
ROE 8
ROI 10
ROS 14
Leverage 2,15
I.R.I. 0,714
I.G.N.C. 0,37
ROD ?
42
Le correlazioni fra gli indici
  • I due indici più importanti (ROE e ROI) possono
    anche essere espressi come il prodotto di alcuni
    altri indici minori.
  • Ciò è utile perché consente di spiegarne le
    variazioni come frutto delle variazioni degli
    indici sottostanti.

43
Il ROI
  • Il ROI può essere espresso come il prodotto tra
    il ROS e lIndice di Rotazione degli Impieghi
  • ROI ROS x IRI
  • Ro/Ti Ro/Rv x Rv/Ti
  • 10 14 x 0,714

44
Il ROE
  • Il ROE è così spiegabile
  • ROE ROI x L x IGNC
  • Re/CP Ro/Ti x Ti/CP x Re/Ro
  • 8 10 x 2,15 x 0,37

45
Lutilità degli indici
  • Come già detto in precedenza, lo scopo degli
    indici è quello di consentire la comparabilità
    nello spazio e nel tempo di situazioni diverse.
  • Si tratta di grandezze che acquisiscono un
    significato rilevante se viste in un contesto
    dinamico

46
Comparazioni nel tempo e nello spazio
  • Prendiamo in considerazioni le situazioni
    descritte in tabella

Anno ROE ROI L IGNC
2002 7,5 10 2,5 0,30
2003 8 10 2,15 0,37
2004 9,6 12 2 0,40
47
Commenti
  • Dal primo anno in poi si è avuto un costante
    miglioramento della redditività del Capitale
    Proprio.
  • Le variazioni possono essere spiegate, nel 2003,
    con un miglioramento nella struttura finanziaria
    aziendale che ha determinato un minor peso della
    gestione non caratteristica.

48
Commenti
  • Nel 2004, invece, la variazione è spiegabile con
    un miglioramento del ROI, che ha provocato un
    innalzamento del ROE.
  • Infatti il prodotto parziale tra L e IGNC è lo
    stesso e, perciò, non rilevante ai fini qui
    esaminati.

49
La leva finanziaria
  • E importante mettere a confronto il ROI ed il
    ROD che, in sostanza, rappresenta il costo medio
    che lazienda deve sostenere per ottenere
    finanziamenti da terzi. Perciò il ROD è anche
    simboleggiato con i
  • Se ROI gt i, significa che ogni 100 euro investiti
    a qualunque titolo nellazienda essa rende di più
    di quanto costi prendere quegli stessi 100 euro a
    prestito.

50
Fase positiva della leva finanziaria
  • Ciò significa che, per lazienda che si trovi in
    questa situazione, è conveniente indebitarsi
    anziché finanziare con CP i nuovi investimenti.
  • Infatti se ROI 10 e ROD 7, ogni 100 euro
    investiti lazienda ne rende 10 e, dopo aver
    remunerato con 7 i finanziatori, gliene rimangono
    3 di guadagno, senza che i soci abbiano dovuto
    tirar fuori altri soldi.

51
Il leverage (effetto leva)
  • Leffetto leva finanziaria crea uno stretto
    legame tra il ROE ed il ROI.
  • Per spiegarlo e poi formalizzarlo, occorrono
    alcuni esempi.

52
Ipotesi 1 CP 100 P 0
  • Si ipotizzi una struttura finanziaria totalmente
    costituita da CP
  • Ti 600 e CP 600
  • Qui lazienda non ha oneri finanziari. Lintero
    ROI va a remunerare i portatori del CP, cioè i
    soci.
  • Se si suppone il ROI 10, il C.E. che
    rappresenta questa azienda è il seguente.

53
Conto Economico in ipotesi 1
Valore della Produzione (ipotizzato) 750 Vp
- Costi della Produzione (ipotizzati) - 690 - Cp
Risultato operativo (10 di 600) 60 Ro
/- Proventi e oneri finanziari 0 /- Gf
/- Proventi e oneri della gestione straordinaria 0 /- Gs
Risultato economico lordo 60 Rl
- Imposte delleser. (50 di Rl) - 30
Reddito desercizio netto 30 Re
54
Commenti
  • In tale situazione, se escludiamo per semplicità
    laspetto fiscale (che dimezza lutile lordo,
    nellipotesi), il reddito operativo remunera
    soltanto i portatori del CP.
  • Il ROI ed il ROE (al lordo delle imposte) sono
    uguali. Infatti
  • ROE 60/600 10
  • ROI 60/600 10

55
Ipotesi 2 CP 50 P 50
  • Si ipotizzi, adesso, una struttura finanziaria
    costituita in pari misura da CP e P
  • Ti 600 dato da CP 300 e P 300.
  • Inoltre, si supponga ROD 8.
  • Qui lazienda ha oneri finanziari. Il ROI
    remunera prima i finanziatori esterni e poi i
    portatori del CP, cioè i soci.
  • Se si suppone il ROI 10, il C.E. che
    rappresenta questa azienda è il seguente.

56
Conto Economico in ipotesi 2
Valore della Produzione 750 Vp
- Costi della Produzione - 690 - Cp
Risultato operativo (10 di 600) 60 Ro
/- Prov. e oneri fin. (8 di 300) - 24 /- Gf
/- Proventi e oneri della gestione straordinaria 0 /- Gs
Risultato economico lordo 36 Rl
- Imposte delleser. (50 di Rl) - 18
Reddito desercizio netto 18 Re
57
Commenti
  • In tale situazione, escludendo sempre per
    semplicità laspetto fiscale (che incide
    sullutile lordo per il 50), il reddito
    operativo remunera sia i finanziatori sia i
    portatori del CP.
  • In questa ipotesi, il ROI è supposto sempre 10.
    Per effetto della leva finanziaria positiva
    (ROIgtROD), il ROE è pari al 12 ( 36/300x100)

58
Commenti ipotesi 2
Ipotesi 1 2
CP 600 300
P 0 300
Ti 600 600
Rapporto P/CP 0 1
  • Si noti che è supposto che ciò accada in una
    situazione aziendale che differisce dalla
    precedente soltanto per una diversa struttura
    finanziaria

59
Ipotesi 3 CP 33,3 P 66,7
  • Si ipotizzi, questa volta, una struttura
    finanziaria costituita dalla seguente
    combinazione di CP e P Ti 600 dato da CP 200
    e P 400.
  • Si supponga ancora ROD 8.
  • Anche qui lazienda ha oneri finanziari.
  • Il ROI 10, come nelle altre ipotesi, ed il
    C.E. che rappresenta questa azienda è il seguente.

60
Conto Economico in ipotesi 3
Valore della Produzione 750 Vp
- Costi della Produzione - 690 - Cp
Risultato operativo (10 di 600) 60 Ro
/- Prov. e oneri fin. (8 di 400) - 32 /- Gf
/- Proventi e oneri della gestione straordinaria 0 /- Gs
Risultato economico lordo 28 Rl
- Imposte delleser. (50 di Rl) - 14
Reddito desercizio netto 14 Re
61
Commenti
  • Qui, escludendo sempre per semplicità laspetto
    fiscale (che incide sullutile lordo per il 50),
    il reddito operativo remunera di nuovo sia i
    finanziatori esterni sia i portatori del CP.
  • In questa ipotesi, il ROI è supposto sempre 10.
    Per effetto della leva finanziaria positiva
    (ROIgtROD), il ROE è pari al 14 ( 28/200x100)

62
Commenti ipotesi 3
Ipotesi 1 2 3
CP 600 300 200
P 0 300 400
Ti 600 600 600
Rapporto P/CP 0 1 2
  • Anche qui si noti che è supposto che ciò accada
    in una situazione aziendale che differisce dalle
    precedenti soltanto per una diversa struttura
    finanziaria

63
Commenti conclusivi
  • In altre parole, dallipotesi 1 alla 2 e poi
    dalla 2 alla 3, a parità di ROI e di capitale
    investito, il ROE cresce dal 10 al 12 e poi al
    14 esclusivamente per effetto di una diversa
    struttura finanziaria che, in presenza di una
    fase positiva della leva finanziaria (ROIgtROD),
    privilegia P (cioè lindebitamento) rispetto a
    CP (cioè gli apporti dei soci).

64
Linfluenza delle imposte
  • Infine, se volessimo richiamare in causa
    laspetto fiscale, le considerazioni precedenti
    non cambierebbero nella sostanza.
  • E solo che il ROE (netto) sarebbe stato pari al
  • 5 (ipotesi 1) anziché 10
  • 6 (ipotesi 2) anziché 12
  • 7 (ipotesi 3) anziché 14

65
La formula di Modigliani-Miller
  • Quanto esposto può essere espresso in una formula
    che esprime il ROE in funzione del ROI,
    delleffetto leva e del rapporto esistente tra P
    e CP
  • ROE (lordo) ROI (ROI ROD) x P/CP

66
La formula di Modigliani-Miller
  • Se aggiungessimo alla fine della formula un
    fattore che esprimesse il coefficiente di
    riduzione fiscale, avremmo la formula finale
  • ROE ROI (ROI ROD) x P/CP(1-t)
  • dove t sta ad indicare laliquota fiscale, per
    cui
  • se t50, (1-t)50
  • se t40, (1-t)60

67
Applicazione
  • Se si volesse applicare la formula ai casi
    precedenti, si avrebbe
  • Ipotesi 1 ROE 10(10-8)x0x0,505
  • Ipotesi 2 ROE 10(10-8)x1x0,506
  • Ipotesi 3 ROE 10(10-8)x2x0,507

68
Ulteriori applicazioni
  • Cosa accadrebbe se la leva fosse in fase negativa
    ?
  • Si ipotizzi ROI 10 e ROD 11. Le tre ipotesi
    si modificherebbero così
  • Ipotesi 1 ROE 10(10-11)x0x0,505
  • Ipotesi 2 ROE 10(10-11)x1x0,504,5
  • Ipotesi 3 ROE 10(10-11)x2x0,504

69
Commenti
  • Ciò sta ad indicare che
  • se la fase della leva è positiva, il leveragefa
    da moltiplicatore (cioè da leva) sul ROE rispetto
    al ROI al crescere dellindebitamento
  • se la fase della leva è negativa, il leveragefa
    da riduttore sul ROE rispetto al ROI al crescere
    dellindebitamento, determinando perciò la
    convenienza a non indebitarsi.
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