5 LUGLIO XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO UFFICIO DELLE LETTURE - PowerPoint PPT Presentation

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5 LUGLIO XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO UFFICIO DELLE LETTURE

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Title: 5 LUGLIO XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO UFFICIO DELLE LETTURE


1
5 LUGLIO - XIV DOMENICA DEL TEMPO
ORDINARIOUFFICIO DELLE LETTURE
  • INVITATORIOV. Signore, apri le mie labbraR. e
    la mia bocca proclami la tua lode. AntifonaVeni
    te, adoriamo il Signore,pastore e guida del suo
    popolo, alleluia.
  • SALMO  66  Tutti i popoli glorifichino il
    SignoreSia noto a voi che questa salvezza di Dio
    viene ora rivolta ai pagani (At 28, 28)Dio
    abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi
    faccia splendere il suo volto perché si conosca
    sulla terra la tua via, fra tutte le genti la
    tua salvezza. Ti lodino i popoli, Dio, ti
    lodino i popoli tutti. Esultino le genti e si
    rallegrino, perché giudichi i popoli con
    giustizia, governi le nazioni sulla terra. 

Ti lodino i popoli, Dio, ti lodino i popoli
tutti.  La terra ha dato il suo frutto. Ci
benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e
lo temano tutti i confini della terra.Gloria
al Padre e al Figlio e allo Spirito
Santo. Come era nel principio, e ora e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen. AntifonaVenite,
adoriamo il Signore,pastore e guida del suo
popolo, alleluia.
2
  • InnoSplende nel giorno ottavol'era nuova del
    mondo,consacrata da Cristo,primizia dei
    risorti.O Gesù, re di gloria,unisci i tuoi
    fedelial trionfo pasqualesul male e sulla
    morte.Fa' che un giorno veniamoincontro a te,
    Signore,sulle nubi del cielonel regno dei
    beati.Trasformàti a tua immagine,noi vedremo
    il tuo voltoe sarà gioia pienanei secoli dei
    secoli. Amen.

3
  • 1 AntifonaSignore mio Dio, come un manto ti
    avvolge la luce,sei rivestito di maestà e di
    splendore, alleluia.SALMO 103, 1-12 (I) Inno
    a Dio creatoreSe uno è in Cristo, è una creatura
    nuova le cose vecchie sono passate ecco ne
    sono nate di nuove (2 Cor 5, 17).Benedici il
    Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto
    sei grande! Rivestito di maestà e di splendore,
    avvolto di luce come di un manto. Tu stendi
    il cielo come una tenda, costruisci sulle acque
    la tua dimora, fai delle nubi il tuo carro,
    cammini sulle ali del vento fai dei venti i
    tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi
    ministri. Hai fondato la terra sulle sue basi,
    mai potrà vacillare. L'oceano l'avvolgeva
    come un manto, le acque coprivano le
    montagne. Alla tua minaccia sono fuggite, al
    fragore del tuo tuono hanno tremato. 

Emergono i monti, scendono le valli al luogo
che hai loro assegnato. Hai posto un limite
alle acque non lo passeranno, non torneranno
a coprire la terra. Fai scaturire le sorgenti
nelle valli e scorrono tra i monti ne bevono
tutte le bestie selvatiche e gli ònagri
estinguono la loro sete. Al di sopra dimorano
gli uccelli del cielo, cantano tra le
fronde.Gloria al Padre e al Figlio e allo
Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e
sempre nei secoli dei secoli. Amen.1
AntifonaSignore mio Dio, come un manto ti
avvolge la luce, sei rivestito di maestà e di
splendore, alleluia.
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  • 2 AntifonaTu fai nascere il pane dalla terra e
    il vino che allieta il cuore dell'uomo,
    alleluia.SALMO 103, 13-23 (II) Inno a Dio
    creatoreSe uno è in Cristo, è una creatura
    nuova le cose vecchie sono passate ecco ne sono
    nate di nuove (2 Cor 5, 17).Dalle tue alte
    dimore irrighi i monti, con il frutto delle tue
    opere sazi la terra. Fai crescere il fieno per
    gli armenti e l'erba al servizio dell'uomo,
    perché tragga alimento dalla terra il vino
    che allieta il cuore dell'uomo l'olio che fa
    brillare il suo volto e il pane che sostiene il
    suo vigore. Si saziano gli alberi del Signore,
    i cedri del Libano da lui piantati. Là gli
    uccelli fanno il loro nido e la cicogna sui
    cipressi ha la sua casa. Per i camosci sono le
    alte montagne, le rocce sono rifugio per gli
    iràci. Per segnare le stagioni hai fatto la luna
    e il sole che conosce il suo tramonto. 

Stendi le tenebre e viene la notte e vagano
tutte le bestie della foresta ruggiscono i
leoncelli in cerca di preda e chiedono a Dio
il loro cibo. Sorge il sole, si ritirano e si
accovacciano nelle tane. Allora l'uomo esce al
suo lavoro, per la sua fatica fino a
sera.Gloria al Padre e al Figlio e allo
Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e
sempre nei secoli dei secoli. Amen.2
AntifonaTu fai nascere il pane dalla terra e il
vino che allieta il cuore dell'uomo, alleluia.
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  • 3 AntifonaDio guardò la sua creazioneed era
    tutta buona, alleluia.SALMO 103, 24-35 (III)
    Inno a Dio creatoreSe uno è in Cristo, è una
    creatura nuova le cose vecchie sono
    passate ecco ne sono nate di nuove (2 Cor 5,
    17).Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
    Tutto hai fatto con saggezza, la terra è
    piena delle tue creature. Ecco il mare spazioso
    e vasto lì guizzano senza numero animali
    piccoli e grandi. Lo solcano le navi, il
    Leviatàn che hai plasmato perché in esso si
    diverta. Tutti da te aspettano che tu dia
    loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi,
    essi lo raccolgono, tu apri la mano, si saziano
    di beni. Se nascondi il tuo volto, vengono
    meno, togli loro il respiro, muoiono e
    ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo
    spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della
    terra. 

La gloria del Signore sia per sempre gioisca
il Signore delle sue opere. Egli guarda la terra
e la fa sussultare, tocca i monti ed essi
fumano. Voglio cantare al Signore finché ho
vita, cantare al mio Dio finché esisto. A lui
sia gradito il mio canto la mia gioia è nel
Signore. Scompaiano i peccatori dalla terra
e più non esistano gli empi. Benedici il
Signore, anima mia.Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e
ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.3
AntifonaDio guardò la sua creazioneed era
tutta buona, alleluia.
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V. Beati i vostri occhi, che vedono il Cristo R.
I vostri orecchi, che ascoltano la sua voce.
Prima Lettura Dal secondo libro di Samuele 12,
1-25 Penitenza di Davide
  • In quei giorni il Signore mandò il profeta Natan
    a Davide e Natan andò da lui e gli disse Vi
    erano due uomini nella stessa città, uno ricco e
    l'altro povero. Il ricco aveva bestiame minuto e
    grosso in gran numero ma il povero non aveva
    nulla, se non una sola pecorella piccina che egli
    aveva comprata e allevata essa gli era cresciuta
    in casa insieme con i figli, mangiando il pane di
    lui, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo
    seno era per lui come una figlia. Un ospite di
    passaggio arrivò dall'uomo ricco e questi,
    risparmiando di prendere dal suo bestiame minuto
    e grosso, per preparare una vivanda al
    viaggiatore che era capitato da lui portò via la
    pecora di quell'uomo povero e ne preparò una
    vivanda per l'ospite venuto da lui. Allora l'ira
    di Davide si scatenò contro quell'uomo e disse a
    Natan Per la vita del Signore, chi ha fatto
    questo merita la morte. Pagherà quattro volte il
    valore della pecora, per aver fatto una tal cosa
    e non aver avuto pietà.

Allora Natan disse a Davide Tu sei quell'uomo!
Così dice il Signore, Dio d'Israele Io ti ho
unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di
Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho
messo nelle tue braccia le donne del tuo padrone,
ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se
questo fosse troppo poco, io vi avrei aggiunto
anche altro.
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V. Beati i vostri occhi, che vedono il Cristo R.
I vostri orecchi, che ascoltano la sua voce.
Prima Lettura Dal secondo libro di Samuele 12,
1-25 Penitenza di Davide
  • Perché dunque hai disprezzato la parola del
    Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu
    hai colpito di spada Uria l'Hittita, hai preso in
    moglie la moglie sua e lo hai ucciso con la spada
    degli Ammoniti. Ebbene, la spada non si
    allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai
    disprezzato e hai preso in moglie la moglie di
    Uria l'Hittita. Così dice il Signore Ecco io sto
    per suscitare contro di te la sventura dalla tua
    stessa casa prenderò le tue mogli sotto i tuoi
    occhi per darle a un tuo parente stretto, che si
    unirà a loro alla luce di questo sole poiché tu
    l'hai fatto in segreto, ma io farò questo davanti
    a tutto Israele e alla luce del sole. Allora
    Davide disse a Natan Ho peccato contro il
    Signore!. Natan rispose a Davide Il Signore ha
    perdonato il tuo peccato tu non morirai.
    Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato
    il Signore (l'insulto sia sui nemici suoi), il
    figlio che ti è nato dovrà morire.

Natan tornò a casa. Il Signore dunque colpì il
bambino che la moglie di Uria aveva partorito a
Davide ed esso si ammalò gravemente. Davide
allora fece suppliche a Dio per il bambino e
digiunò e rientrando passava la notte coricato
per terra. Gli anziani della sua casa insistevano
presso di lui perché si alzasse da terra ma egli
non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.
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V. Beati i vostri occhi, che vedono il Cristo R.
I vostri orecchi, che ascoltano la sua voce.
Prima Lettura Dal secondo libro di Samuele 12,
1-25 Penitenza di Davide
  • Ora, il settimo giorno il bambino morì e i
    ministri di Davide temevano di fargli sapere che
    il bambino era morto, perché dicevano Ecco,
    quando il bambino era ancora vivo, noi gli
    abbiamo parlato e non ha ascoltato le nostre
    parole come faremo ora a dirgli che il bambino è
    morto? Farà qualche atto insano!. Ma Davide si
    accorse che i suoi ministri bisbigliavano fra di
    loro, comprese che il bambino era morto e disse
    ai suoi ministri E' morto il bambino?. Quelli
    risposero E' morto. Allora Davide si alzò da
    terra, si lavò, si unse e cambiò le vesti poi
    andò nella casa del Signore e vi si prostrò.
    Rientrato in casa, chiese che gli portassero il
    cibo e mangiò. I suoi ministri gli dissero Che
    fai? Per il bambino ancora vivo hai digiunato e
    pianto e, ora che è morto, ti alzi e mangi!.
    Egli rispose Quando il bambino era ancora vivo,
    digiunavo e piangevo, perché dicevo Chi sa? Il
    Signore avrà forse pietà di me e il bambino
    resterà vivo. Ma ora che egli è morto, perché
    digiunare? Posso io farlo ritornare? Io andrò da
    lui, ma lui non ritornerà da me!.

Poi Davide consolò Betsabea sua moglie, entrò da
lei e le si unì essa partorì un figlio, che egli
chiamò Salomone. Il Signore amò Salomone e mandò
il profeta Natan, che lo chiamò Iedidià per
ordine del Signore.Responsorio R. I miei
peccati sono più numerosi della sabbia del mare
per l'enormità della mia colpa non sono degno di
guardare il cielo ho meritato il tuo sdegno
per il male commesso davanti ai tuoi occhi. V.
Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta
sempre dinanzi. Contro te solo ho peccato R. ho
meritato il tuo sdegno per il male commesso
davanti ai tuoi occhi.
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Seconda Lettura Dai Discorsi di sant'Agostino,
vescovo (Disc. 19, 2-3 CCL 41, 252-254) Uno
spirito contrito è sacrificio a Dio
  • Davide ha confessato Riconosco la mia colpa
    (Sal 50, 5). Se io riconosco, tu dunque perdona.
    Non presumiamo affatto di essere perfetti e che
    la nostra vita sia senza peccato. Si adatta alla
    condotta quella lode che non dimentichi la
    necessità del perdono. Gli uomini privi di
    speranza, quanto meno badano ai propri peccati,
    tanto più si occupano di quelli altrui. Infatti
    cercano non che cosa correggere, ma che cosa
    biasimare. E siccome non possono scusare se
    stessi, sono pronti ad accusare gli altri. Non è
    questa la maniera di pregare e di implorare
    perdono da Dio, insegnataci dal salmista, quando
    ha esclamato Riconosco la mia colpa, il mio
    peccato mi sta sempre dinanzi (Sal 50, 5). Egli
    non stava a badare ai peccati altrui. Citava se
    stesso, non dimostrava tenerezza con se stesso,
    ma scavava e penetrava sempre più profondamente
    in se stesso. Non indulgeva verso se stesso, e
    quindi pregava sì che gli si perdonasse, ma senza
    presunzione.Vuoi riconciliarti con Dio?

Comprendi ciò che fai con te stesso, perché Dio
si riconcili con te. Poni attenzione a quello che
si legge nello stesso salmo Non gradisci il
sacrificio e, se offro olocausti, non lì accetti
(Sal 50, 18). Dunque resterai senza sacrificio?
Non avrai nulla da offrire? Con nessuna offerta
potrai placare Dio? Che cosa hai detto? Non
gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non
li accetti (Sal 50, 18). Prosegui, ascolta e
prega Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non
disprezzi (Sal 50, 19).
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Seconda Lettura Dai Discorsi di sant'Agostino,
vescovo (Disc. 19, 2-3 CCL 41, 252-254) Uno
spirito contrito è sacrificio a Dio
  • Dopo aver rigettato ciò che offrivi, hai trovato
    che cosa offrire. Infatti presso gli antichi
    offrirvi vittime del gregge e venivano denominate
    sacrifici. Non gradisci il sacrificio non
    accetti più quei sacrifici passati, però cerchi
    un sacrificio.
  • Dice il salmista Se offro olocausti, non li
    accetti. Perciò dal momento che non gradisci gli
    olocausti, rimarrai senza sacrificio? Non sia
    mai. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un
    cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi
    (Sal 50, 19). Hai la materia per sacrificare. Non
    andare in cerca del gregge, non preparare
    imbarcazioni per recarti nelle più lontane
    regioni da dove portare profumi. Cerca nel tuo
    cuore ciò che è gradito a Dio. Bisogna spezzare
    minutamente il cuore. Temi che perisca perché
    frantumato? Sulla bocca del salmista tu trovi
    questa espressione Crea in me, o Dio, un cuore
    puro (Sal 50, 12). Quindi deve essere distrutto
    il cuore impuro, perché sia creato quello puro.

Quando pecchiamo dobbiamo provare dispiacere di
noi stessi, perché i peccati dispiacciono a Dio.
E poiché constatiamo che non siamo senza peccato,
almeno in questo cerchiamo di essere simili a
Dio nel dispiacerci di ciò che dispiace a Dio.
In certo qual modo sei unito alla volontà di Dio,
poiché dispiace a te ciò che il tuo Creatore
odia.Responsorio R. I miei peccati, Signore,
mi sono entrati nella carne come frecce prima
che producano la piaga, guariscimi con la
penitenza. V. Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo R. guariscimi
con la penitenza.
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  • Inno TE DEUM
  • Noi ti lodiamo, Dio ti proclamiamo Signore.O
    eterno Padre, tutta la terra ti adora.A te
    cantano gli angeli e tutte le potenze dei
    cieliSanto, Santo, Santo il Signore Dio
    dell'universo.I cieli e la terra sono pieni
    della tua gloria.Ti acclama il coro degli
    apostoli e la candida schiera dei martirile
    voci dei profeti si uniscono nella tua lode la
    santa Chiesa proclama la tua gloria,adora il tuo
    unico Figlio, e lo Spirito Santo Paraclito.O
    Cristo, re della gloria, eterno Figlio del
    Padre,tu nascesti dalla Vergine Madre per la
    salvezza dell'uomo.Vincitore della morte, hai
    aperto ai credenti il regno dei cieli.Tu siedi
    alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
    Verrai a giudicare il mondo alla fine dei
    tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, che hai redento
col tuo sangue prezioso.Accoglici nella tua
gloria nell'assemblea dei santi.Salva il tuo
popolo, Signore, guida e proteggi i tuoi
figli.Ogni giorno ti benediciamo, lodiamo il
tuo nome per sempre.Degnati oggi, Signore, di
custodirci senza peccato.Sia sempre con noi la
tua misericordia in te abbiamo sperato.Pietà
di noi, Signore, pietà di noi.Tu sei la nostra
speranza, non saremo confusi in eterno.
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  • Orazione O Dio, che con l'umiliazione del tuo
    Figlio hai risollevato l'umanità dalla sua
    caduta, concedi a noi tuoi fedeli una rinnovata
    gioia pasquale, perché, liberati
    dall'oppressione della colpa, possiamo
    partecipare alla felicità eterna. Per Cristo
    nostro Signore. Amen. Benediciamo il
    Signore.R. Rendiamo grazie a Dio.
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