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L'Iraq respingeva l'offensiva facendo largo uso di armi chimiche, impiegate anche dagli iraniani contro gli iracheni ad Halabja. Nell'agosto del 1988, ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Universit


1
DIRITTO INTERNAZIONALE Università degli Studi di
Parma
Prof. Marco Scarpati Prof. Gabriele Catalini
2
Il divieto di fare la guerra
  • La Carta delle Nazioni Unite vieta agli Stati
    membri di fare la guerra ossia, più precisamente,
    di minacciare o usare la forza contro lintegrità
    territoriale o lindipendenza politica di
    qualsiasi Stato.

3
(No Transcript)
4
  • Il divieto del ricorso alla guerra e lobbligo di
    risolvere le controversie con mezzi pacifici
    erano già previsti, ma limitatamente ai rapporti
    tra le parti, dal trattato di rinuncia alla
    guerra firmato a Parigi il 27 Agosto 1928
  • (Patto Briand-Kellog)

5
(No Transcript)
6
  • Il divieto delluso della forza ha acquisito il
    valore di norma di diritto internazionale cogente
    (jus cogens).

7
  • Nella Sentenza del 27 giugno 1986 sul caso tra
    Nicaragua e Stati Uniti sulle Attività militari e
    paramilitari in e contro il Nicaragua la CIG
    definisce il divieto delluso della forza come
  • a fundamental or cardinal principle of
    international law

8
Caso Nicaragua
  • Nel 1934 il generale Somoza, capo della Guardia
    nazionale (un corpo addestrato negli Stati
    Uniti), ordì l'assassinio del ribelle liberale
    Augusto C. Sandino e nel 1937 divenne presidente
    del Nicaragua tramite elezioni fraudolente.

9
  • Nei venti anni che seguirono Somoza governò il
    Nicaragua in veste di dittatore, accumulando
    immense ricchezze personali e impossessandosi di
    proprietà terriere per una superficie
    corrispondente a quella del Salvador.
  • Sebbene il generale Somoza fosse stato ucciso nel
    1956, i suoi figli mantennero il dominio del
    paese fino al 1979.

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  • Per quanto l'opposizione al regime fosse da tempo
    notevolmente diffusa, fu il devastante terremoto
    del 1972, e più specificamente il modo in cui gli
    aiuti internazionali si riversarono nelle tasche
    della dinastia dei Somoza lasciando migliaia di
    persone a soffrire e a morire, che fece affermare
    l'opposizione al regime.

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  • L'opposizione si suddivise in due gruppi il FSLN
    (Frente Sandinista de Liberación Nacional, noto
    anche come Fronte Sandinista) e l'UDEL, guidato
    da Pedro Joaquín Chamorro, direttore di La
    Prensa, il quotidiano critico nei confronti della
    dittatura.

12
  • Quando, nel 1978, Chamorro venne assassinato, la
    popolazione si sollevò violentemente dichiarando
    uno sciopero generale. La rivolta si diffuse e i
    gruppi moderati si unirono al FSLN per rovesciare
    il regime di Somoza. I sandinisti entrarono
    vittoriosamente a Managua il 19 luglio 1979.
    Ereditarono un paese devastato dalla povertà con
    innumerevoli senzatetto e analfabeti e
    un'insufficiente assistenza sanitaria.

13
  • Il nuovo governo nazionalizzò le terre dei Somoza
    e vi costituì cooperative agricole. I sandinisti
    inaugurarono inoltre una massiccia campagna di
    istruzione che ridusse l'analfabetismo dal 50 al
    13 e attuarono un programma di vaccinazione che
    debellò la poliomielite e ridusse di un terzo il
    tasso di mortalità infantile precedente la
    rivoluzione.

14
  • Non passò molto tempo prima che il paese dovesse
    confrontarsi con i gravi problemi derivanti dal
    suo buon vicinato con il Nord. Il governo
    statunitense, che aveva appoggiato la dinastia
    dei Somoza fino alla fine, temeva che i
    Nicaraguensi dessero un pericoloso esempio agli
    altri paesi della regione il successo di una
    rivoluzione popolare non corrispondeva
    esattamente agli auspici del governo
    statunitense.

15
  • Tre mesi dopo l'insediamento di Ronald Reagan
    alla Casa Bianca, nel 1981, gli Stati Uniti
    annunciarono la sospensione degli aiuti al
    Nicaragua e lo stanziamento di 10 milioni di
    dollari per le organizzazioni controrivoluzionarie
    note come Contras.

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  • Nel 1984 in Nicaragua si tennero delle elezioni
    in cui Daniel Ortega, il leader dei sandinisti,
    ottenne il 67 dei voti, ma gli Stati Uniti
    continuarono ad attaccare il paese nel 1985
    decretarono un embargo commerciale che durò
    cinque anni che strangolò l'economia
    nicaraguense.
  • Già allora era diffusamente noto che gli Stati
    Uniti finanziavano i Contras, spesso attraverso
    manovre segrete della CIA, e il Congresso
    statunitense aveva approvato tutta una serie di
    decreti in cui si richiedeva l'arresto dei
    finanziamenti.

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(No Transcript)
18
  • L'appoggio statunitense ai Contras proseguì
    segretamente finché lo scandalo noto come
    Irangate non rivelò che la CIA aveva venduto
    illegalmente armi all'Iran a prezzi gonfiati,
    impiegando i profitti che ne derivavano per
    sostenere i Contras.

19
(No Transcript)
20
  • Nel gennaio 1986 membri della Amministrazione
    Reagan assicuravano segretamente la vendita a
    Teheran di importanti forniture militari
    (cosiddetto scandalo Irangate o Iran-Contras) il
    cui massimo artefice fu John Negroponte, che oggi
    dirige le forze d'occupazione statunitensi in
    Iraq e che all'epoca coordinava la repressione
    antisandinista in Nicaragua e organizzava la
    strategia del terrore e dei terribili squadroni
    della morte controrivoluzionari.

21
John Dimitri Negroponte
22
  • L'operazione, che usava fondi neri creati con la
    vendita di armi all'Iran per finanziare i
    contras" nella guerra civile in Nicaragua,
    violava apertamente una serie di delibere del
    congresso americano che vietavano
    all'amministrazione sia di intervenire nella
    guerra civile nicaraguense sia di fornire armi ai
    contendenti del conflitto Iran-Iraq.

23
  • In ogni caso la CIG ritenne che gli Stati Uniti
    avevano violato le norme di diritto
    internazionale con la loro azione di supporto dei
    Contras e con la loro ingerenze negli affari
    interni del Nicaragua.
  • La corte ha decretato che gli Stati Uniti sono
    indebitamente ricorsi alluso della forza
  • unlawful use of force

24
  • Gli Stati uniti si sono sempre rifiutati di
    riconoscere la Sentenza della CIG

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  • Ma torniamo alle controversie internazionali

26
  • Le controversie internazionali tra Stati possono
    pregiudicare la pace e la sicurezza
    internazionali e devono quindi essere risolte
    pacificamente concordemente con gli Stati
    coinvolti.

27
  • In due soli casi la Carta prevede luso della
    forza
  • La legittima di fesa contro un attacco armato
    (nei limiti indicati dallart. 51 comma 2 della
    Carta).
  • Le azioni militari intraprese sulla base di una
    decisione del CDS a norma del capitoli VII della
    Carta.

28
Laccertamento di una minaccia alla pace, di una
violazione alla pace o di un atto di aggressione
  • The Security Council shall determine the
    existence of any threat to the peace, breach af
    the peace, or act of aggression and shall make
    recomendation, or decide what measures shall be
    taken
  • ART. 39

29
Il Consiglio di Sicurezza
30
  • Non è sempre facile determinare se ci trova in
    una delle situazioni previste dallart. 39.
  • Una definizione di aggressione è stata approvata
    con voto del 14 settembre 1974 dellAG con
    risoluzione 3314 (XXIX).
  • Non è però una definizione vincolante ed è
    raccomandata dallAG al CDS quale guida per
    determinare lesistenza di un atto di
    aggressione.

31
Assemblea Generale delle Nazioni Unite
32
Definizione di aggressione
  • The invasion or attack by the armed forces of a
    State of the territory of another State, or any
    military occupation, however temporary, resulting
    from such invasion or attack, or any annexation
    by the use of force of the territory of another
    State or part thereof,
  • (b) Bombardment by the armed forces of a State
    against the territory of another State or the use
    of any weapons by a State against the territory
    of another State
  • (c) The blockade of the ports or coasts of a
    State by the armed forces of another State
  • (d) An attack by the armed forces of a State on
    the land, sea or air forces, or marine and air
    fleets of another State

33
  • (e) The use of armed forces of one State which
    are within the territory of another State with
    the agreement of the receiving State, in
    contravention of the conditions provided for in
    the agreement or any extension of their presence
    in such territory beyond the termination of the
    agreement
  • f) The action of a State in allowing its
    temtory, which it has placed at the disposal of
    another State, to be used by that other State for
    perpetrating an act of aggression against a third
    State
  • (g) The sending by or on behalf of a State of
    armed bands, groups, irregulars or mercenaries,
    which carry out acts of armed force against
    another State of such gravity as to amount to the
    acts listed above, or its substantial involvement
    therein.

34
Le varie misure adottabili
  • Il CDS, con ampi margini di discrezionalità, può
    fare una raccomandazione o decidere una misura o
    una azione.
  • Una risoluzione del CDS, che sia chiaramente
    identificabile come una decisione, è vincolante
    per gli Stati membri.

35
  • La prassi è assai varia

36
Risoluzione 1031 (1995)
  • Il 15 dicembre 1995 il CDS esprimeva il suo
    apprezzamento per laccordo quadro generale per
    la pace in Bosnia-Erzegovina e per laccordo di
    attuazione della Federazione di Bosnia-Erzegovina
    ed esprimeva il suo appoggio allimpegno di OCSE
    di assistere le parti al fine di creare le
    condizioni per una pace stabile nella regione.

37
(No Transcript)
38
Risoluzione 573 (1985)
  • Il 4 ottobre 1985 il CDS condannava energicamente
    latto di aggressione armata perpetrata da
    Israele contro la Tunisia in violazione flagrante
    delle norme della Carta e delle norme di condotta
    internazionali.

39
(No Transcript)
40
Risoluzione 598 (1987)
  • Il CDS constatava che linizio e il proseguimento
    del conflitto IRAN IRAQ costituivano una
    violazione della pace ed esigeva che i
    belligeranti osservassero immediatamente un
    cessate-il-fuoco, sospendessero tutte le azioni
    militari e ritirassero tutte le forze entro le
    frontiere riconosciute internazionalmente.

41
(No Transcript)
42
La guerra IRAN - IRAQ
  • La guerra Iran-Iraq, conosciuta anche come la
    Guerra Imposta (in persiano ??? ??????,
    Jang-e-tahmili) in Iran e come la Qadisiyya di
    Saddam (??????? ?????, Qadisiyyat Saddam) in
    Iraq, fu una guerra combattuta tra i due Paesi
    dal settembre 1980 all'agosto 1988.

43
  • Il casus belli fu l'invasione irachena dell'Iran,
    avvenuta il 22/09/1980 dopo una lunga storia di
    dispute sul confine, attriti tra i regimi in
    causa (dittatoriale quello iracheno, teocratico
    quello iraniano) e tensioni internazionali tra i
    blocchi delle superpotenze, che appoggiavano le
    parti avverse convogliando armi e finanziamenti.

44
  • La guerra del 1980-88 per legemonia nella
    regione del Golfo Persico affonda le proprie
    radici nella millenaria rivalità tra le regioni
    della Mesopotamia e della Persia.
  • La guerra iniziò con una fulminea invasione
    irachena per terra nella regione meridionale
    (provincia iraniana del Khuzestan) e nella
    settentrionale (Kurdistan iraniano).

45
  • L'attacco a sorpresa non fu preceduto da una
    formale dichiarazione di guerra, appunto per
    conseguire il massimo vantaggio possibile. A ciò
    si unisca il fatto che l'esercito Iraniano di
    professione, che era il fiore all'occhiello del
    defunto Shah, era stato congedato e tutto lo
    stato maggiore languiva in prigione od era
    emigrato all'estero.

46
  • Lo Shah era morto in esilio qualche mese prima.
    In quell'occasione, la televisione iraniana parlò
    della scomparsa del vampiro" ed organizzò
    preghiere pubbliche di ringraziamento.
    All'opposto, in una riunione del partito unico
    Baath, il dittatore iracheno disse che "... Con
    la scomparsa del nostro rivale (lo Shah), e con
    l'esercito imperiale sostituito da degli imberbi
    ragazzini fanatici, sarà per noi un gioco da
    ragazzi far fuori la vecchia mummia

47
(No Transcript)
48
  • Il piano strategico iracheno prevedeva
    l'attestazione sul Fiuma Ulai a meridione prima
    di penetrare in profondità nel cuore della
    Persia, e l'avanzata fino a Teheran a
    settentrione. Ma molti errori strategici e
    tattici impedirono la riuscita dell'avanzata.

Rosso Max avanzata Iarakena Giallo Max avanzata
Iraniana
49
  • Dopo la primavera del 1982 l'Iraq cominciò
    seriamente a considerare l'opportunità di
    rientrare nei suoi precedenti confini nazionali,
    sgomberando il territorio iraniano occupato nel
    corso della prima veemente offensiva del 1980.
  • Nel suo tentativo di mediazione incontrò però un
    netto rifiuto da parte del regime iraniano, che
    era riuscito a risvegliare nel paese un
    sentimento patriottico e a sopire in tal modo non
    pochi contrasti interni.

50
  • Nell'ottobre 1983 l'Iran riusciva a passare alla
    controffensiva generale, cogliendo successi che
    sarebbero sembrati impossibili fino ad alcuni
    mesi prima, tanto da penetrare nello stesso
    territorio nazionale iracheno. La reazione
    irachena fu quella di tentare di strangolare
    economicamente l'Iran impedendo l'ingresso e
    l'uscita delle navi petroliere dirette ai
    terminali petroliferi iraniani, facendo venir
    meno il flusso di valuta pregiata indispensabile
    a procurarsi armi sul mercato illegale
    internazionale.

51
(No Transcript)
52
  • Nel febbraio 1984 l'Iran attaccò le isole Majnun,
    al largo dello Shatt al-Arab, il braccio
    congiunto dei fiumi Tigri ed Uefrate, poco prima
    dello sbocco in mare all'altezza pressappoco di
    Basra.
  • L'Iraq respingeva l'offensiva facendo largo uso
    di armi chimiche, impiegate anche dagli iraniani
    contro gli iracheni ad Halabja.

53
  • Nell'agosto del 1988, a 8 anni dallo scoppio
    delle ostilità e dopo la morte di oltre 1 milione
    di uomini e donne, la risoluzione n. 598 dellONU
    con la sua proposta di cessazione delle ostilità,
    fu inaspettatamente accettata dai due paesi ormai
    ridotti in realtà allo stremo e il 9 agosto 1988
    il Consiglio di Sicurezza poté votare la
    creazione dellUNIIMOG, incaricato di
    sovraintendere al rispetto della tregua.

54
  • Il cessate il fuoco non garantì il ritorno
    all'Iran dei territori occupati da parte
    dell'Iraq questo avvenne solamente nel Dicembre
    1990, alla vigilia della guerra per la
    liberazione del Kuwait, poiché il dittatore
    iracheno desiderava garantirsi di non avere un
    secondo fronte aperto.

55
  • LAyatollah Rudollah Khomeini (1900 - 1989),
    massima carica spirituale del paese, da sempre
    contrario alla cessazione delle ostilità fu
    indotto - come affermò pubblicamente
  • "... A bere l'amaro calice della tregua "

56
Risoluzione 1177 (1998)
  • Il CDS condannava luso della forza nel conflitto
    tra Eritrea ed Etiopia e chiedeva alle parti di
    esaurire tutti i mezzi per raggiungere una
    soluzione pacifica della controversia sulla
    delimitazione e demarcazione della loro frontiera.

57
  • PARTI IN CONFLITTO 1998-OGGI esercito eritreo
    contro esercito etiope. VITTIME 70.000 durante
    la guerra di confine tra l'Eritrea e l'Etiopia.

58
  • Il governo etiope ha ricevuto armi soprattutto
    dagli Stati Uniti (diventando il primo
    "beneficiario" africano degli Usa), ma anche da
    Gran Bretagna, Israele, Russia e Bulgaria. I
  • l governo eritreo riceve armi da Russia, Ucraina,
    Repubblica Ceca, Bulgaria e Cina, ma anche da
    Gran Bretagna e Stati Uniti (in proporzione di
    1/10 rispetto alle forniture a vantaggio
    dell'Etiopia).

59
(No Transcript)
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Risoluzione 1214 (1998)
  • Il CDS dopo aver espresso la sua grave
    preoccupazione per laggravarsi del conflitto
    interno in Afghanistan qual risultato
    delloffensiva delle forze Taliban, chiedeva che
    i Taliban e le altre fazioni concludessero un
    cessate-il-fuoco e riprendessero i negoziati.
  • Era inoltre richiesto che le fazioni afghane
    ponessero fine alle discriminazioni contro le
    donne e alle violazioni del diritto
    internazionale umanitario.

61
  • Deplorando il mancato adempimento di precedenti
    sue risoluzioni da parte dei Taliban , il CDS
    dichiarava di essere pronto a considerare
    limposizione di misure.
  • Queste furono poi effettivamente prese con la
    risoluzione 1267 (1999) del 15 ottobre 1999.

62
La soluzione pacifica delle controversie
  • Le parti di una controversia la cui soluzione
    possa mettere in pericolo la pace o la sicurezza
    internazionale devono perseguirne la soluzione
    attraverso negoziati, inchieste, mediazioni,
    conciliazioni, arbitrati, regolamento giudiziale,
    ricorso ad organizzazioni o ad accordi regionali
    o a qualsiasi altro mezzo pacifico di loro scelta

63
  • Questo obbligo si è armai esteso a tutti gli
    Stati, come logico corollario della formazione di
    un divieto consuetudinario della minaccia
    dellusa della forza.
  • Gli Stati hanno dunque lobbligo di cercare in
    buona fede di risolvere le loro controversie in
    maniera pacifica e quindi di utilizzare le varie
    procedure a loro disposizione.

64
  • Il CdS può fare indagini su qualsiasi
    controversia o situazione che possa porre in
    pericolo la pace o la sicurezza.
  • Tutti gli Stati membri possono sottoporre
    allattenzione del CdS o dellAG una situazione
    di pericolo.
  • Il CdS può in ogni momento o fase della
    controversia proporre soluzioni che tengano conto
    delle procedure già attuate o tentate.

65
  • Le controversie di natura giuridica vanno poste
    allattenzione della Corte Internazionale di
    Giustizia.
  • Se le parti in lite vedono che la questione non è
    di facile soluzione devono far ricorso al CdS.
  • Il CdS se richiesto da tutte le parti, può
    raccomandare soluzioni per la pacifica soluzione
    di ogni controversia posta alla sua attenzione.

66
Corte Internazionale di Giustizia - Aja
67
Azioni a tutela della pace I
  • Il CdS accerta lesistenza di una minaccia o
    violazione della pace, e fa raccomandazioni, o
    decide quali misure devono essere prese.
  • Il CdS può chiedere alle parti di ottemperare a
    quelle misure provvisorie che ritiene necessarie
    o desiderabili e che non pregiudicano i diritti,
    le pretese o le posizioni delle parti in lite.

68
  • Il CdS può decidere quali misure non implicanti
    la forza armata (interruzione rapporti e
    relazioni economiche, delle comunicazioni,
    rottura delle relazioni diplomatiche) devono
    essere adottate per dare effetto alle sue
    decisioni e può invitare i membri delle NU ad
    applicare tali misure (art. 41).
  • Se quelle ex 41 sono ritenute o dimostrate
    inadeguate il CdS può intraprendere con forze
    aeree, navali o terrestri ogni azione necessaria
    (ivi compresi dimostrazioni di forza, blocchi
    aerei, navali o terrestri) per mantenere o
    ristabilire la pace o la sicurezza (art.42).
  • Tutti i membri si impegnano a mettere a
    disposizione del CdS (con accordi ad hoc) le
    forze armate, lassistenza e le facilitazioni,
    ivi compreso il diritto di passaggio.

69
UNMEE Etiopie e Eritrea
70
Azioni a tutela della pace II
  • Gli accordi vanno negoziati rapidamente tra CdS e
    membri o gruppi di membri e saranno sottoposti a
    ratifica dalle nazioni firmatarie.
  • Quando il Cds ha deciso di impiegare la forza, se
    chiede ad un membro non rappresentato nel
    consiglio di fornire forze armate, tale membro
    può partecipare alle decisioni del Cds inerenti
    limpiego dei contingenti militari. (art. 44)

71
  • Sono sempre pronti e disponibili contingenti di
    forze aeree, messe a disposizione dei membri
    delle NU, che sono pronti ad operare, su
    indicazione del CdS, ad una azione di forza.
  • È istituito un comitato di Stato Maggiore
    composto dai Capi di S.M. dei membri permanenti
    del CdS (allargabile qualora serva anche a quelli
    di altri Stati membri) che ha alle dipendenze
    tutte le forze militari messe a disposizione.
  • Le decisioni sono eseguite da tutti gli Stati
    membri o solo da alcuni a secondo di quanto
    stabilito dal CdS.

72
                                                                   
73
Lautotutela
  • Art. 51 della Carta di San Francisco
  • Non è mai pregiudicato il diritto naturale di
    autotutela individuale o collettiva nel caso che
    abbia luogo un attacco armato contro un Membro
    delle N.U., fintanto chè il CdS non abbia preso
    le misure necessarie per mantenere la pace e la
    sicurezza internazionale.

74
  • Le misure prese dagli Stati membri nellesercizio
    di questo diritto di autotutela sono
    immediatamente portate a conoscenza del CdS e non
    pregiudicano in alcun modo il potere e il compito
    spettanti, secondo il presente Statuto, al CdS,
    di intraprendere in qualsiasi momento quelle
    azioni che esso ritenga necessarie per mantenere
    o ristabilire la pace o la sicurezza
    internazionale.

75
(No Transcript)
76
Le contromisure (o rappresaglie)
  • Come noto è vietato luso della forza per
    aggredire o minacciare un altro paese (art. 2.4
    della Carta ONU).
  • Non è vietata la reazione ad un attacco sferrato
    da unaltra nazione.
  • Per distinguere le rappresaglie armate, vietate,
    da quelle cui si può ricorrere legittimamente, si
    preferisce oggi parlare di contromisure.
  • (Espressione utilizzata per la prima volta della
    Sentenza del 1978 del Tribunale Arbitrale
    istituito fra USA e Francia in relazione al caso
    Accordo sui servizi aerei)

77
  • Si tratta quindi di misure adottate da uno Stato
    in reazione ad un illecito di un altro Stato.
  • Le contromisure sono atti in se illeciti che sono
    eccezionalmente considerati leciti poiché
    costituiscono la risposta ad un illecito altrui.

78
  • Possono essere pacifiche o armate.
  • Pacifiche consistono nellinadempimento di
    qualsiasi obbligo internazionale nei confronti
    del presunto autore dellillecito senza il
    ricorso alle forze armate.
  • Armate consistono in qualsiasi atto implicante
    luso o la minaccia delluso della forza.

79
Portogallo Germania (1914)
  • Nel 1914 mentre il Portogallo era ancora
    neutrale, truppe tedesche provenienti dalla
    colonia tedesca del Sud-Ovest (Namibia)
    attraversarono i confine con lAngola allora
    sotto il dominio Portoghese.

80
(No Transcript)
81
  • A causa di un errore al presidio portoghese di
    Naulilaa il capo della delegazione tedesca, il
    Governatore di un distretto del Sud-Ovest e due
    ufficiali furono uccisi dai militari portoghesi.
  • A titolo di rappresaglia la Germania inviò delle
    truppe che distrussero il presidio e uccisero
    alcuni soldati portoghesi.

82
  • Il Tribunale Arbitrale Speciale istituito da
    Germania e Portogallo rese la sua Sentenza nel
    1928 e affermò quanto segue a proposito della
    rappresaglia

83
  1. Esse consistono in fatti in sé illeciti, ma che
    sono resi leciti per il fatto di costituire una
    reazione ad un illecito altrui
  2. Devono essere limitati da considerazioni di
    umanità e dalle regole di buona fede
  3. Non devono essere eccessive
  4. Devono essere precedute da una richiesta di
    soluzione pacifica
  5. Devono cercare di imporre allo Stato offensore la
    riparazione dellillecito, mirare al ripristino
    della legalità e ad evitare la commissione di
    nuovi illeciti.

84
  • Da notare che la Corte ritenne che la Germania
    avesse violato le norme di diritto internazionale
    in quanto
  • Luccisione dei tedeschi non era stata
    intenzionale
  • La Germania non cercherò di risolvere
    pacificamente la controversia
  • Lutilizzazione della forza da parte della
    Germania parve eccessiva e sproporzionata
    rispetto alla condotta portoghese.

85
Le contromisure condizioni
  • Occorre che vi sia stato un previo illecito da
    parte di una nazione rispetto ad unaltra e in
    tale caso la reazione deve riguardare solo
    diritti soggettivi dello Stato autore
    dellillecito
  • Illecito ordinario risponde solo lo Stato che lo
    ha subito.
  • Illecito aggravato qualsiasi nazione può mettere
    in atto azioni pacifiche.

86
  • 2. La finalità deve essere principalmente quella
    di ottenere la cessazione dellillecito e la sua
    riparazione (non una punizione per lo Stato
    autore dellillecito).

87
  • 3. Le contromisure devono essere proporzionate
    allillecito, cioè non deve esservi una eccessiva
    sproporzione fra illecito e reazione anche
    tenendo conto alle forze in gioco.

88
  • 4. Secondo alcuni autori occorre una previa
    richiesta di cessazione dellillecito e di
    riparazione (anche con lavvio di negoziati) e
    solo al seguito di rifiuto si può agire.

89
Oggi
  • Attualmente la rappresaglia è diventata il metodo
    più utilizzato per lattuazione coercitiva delle
    norma internazionali.
  • Anche se oggi vi è una tendenza crescente
    alladozione di sanzioni da parte delle
    organizzazioni internazionali.
  • Naturalmente in questi casi si parlerà di riposta
    collettiva intrapresa allinterno di un quadro
    istituzionale.

90
Limposizione di sanzioni
  • La comunità internazionale è propensa, al giorno
    doggi, ad adottare sanzioni votate da organismi
    internazionali, quali reazioni alle violazioni
    del diritto internazionale.
  • Non sono mai le OO.II. che attueranno le sanzioni
    autorizzate, bensì le varie nazioni (nessuno è
    obbligato a farle se si tratta di sanzioni solo
    raccomandate) e spesso si tratta di sanzioni
    economiche (che raramente danneggiano lo stato
    sanzionato)
  • Interruzione delle relazioni economiche
  • Embargo delle importazioni e delle esportazioni
  • Blocco delle operazioni finanziarie
  • Embargo su merci particolari (armi, materiali
    industriali, petrolio)

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(No Transcript)
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  • Non sono mai le OO.II. che attueranno le sanzioni
    autorizzate, bensì le varie nazioni (nessuno è
    obbligato a farle se si tratta di sanzioni solo
    raccomandate) e spesso si tratta di sanzioni
    economiche (che raramente danneggiano lo stato
    sanzionato)
  • Interruzione delle relazioni economiche
  • Embargo delle importazioni e delle esportazioni
  • Blocco delle operazioni finanziarie
  • Embargo su merci particolari (armi, materiali
    industriali, petrolio)

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  • Le sanzioni devono rispettare i diritti umani e
    non devono produrre gravi effetti negativi sui
    settori più deboli del paese sanzionato e quindi
    non dovrebbero mai riguardare lembargo di
    farmaci o materiali sanitari, di cibo, di
    vaccini, di materiali per la depurazione delle
    acque, di materiale scolastico
  • Ovviamente questo limite non viene quasi mai
    rispettato.

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  • In IRAQ la mortalità infantile prima dellembargo
    era di 47 bambini su mille nati vivi (1984-1989).
  • Dopo le sanzioni delle Nazioni Unite la mortalità
    infantile era salita allimpressionante numero di
    131 su mille.
  • (BBC- 2000)

95
(No Transcript)
96
OIL FOR FOOD
  • Il programma Oil-for-food (letteralmente
    "petrolio in cambio di cibo"), attivato dalle
    Nazioni Unite nel 1995 (con la risoluzione n.
    986) e terminato nel 2003, puntava a permettere
    allIraq di vendere petrolio nel mercato mondiale
    in cambio di cibo, medicine, e altre necessità
    umanitarie indirizzate alla popolazione irachena
    senza per questo agevolare l'Iraq nella
    ricostruzione del proprio esercito. Il petrolio
    era venduto in dollari, mentre il programma
    permetteva all'Iraq di detenere in euro le
    riserve di valuta estera per l'importazioni di
    tali generi.

97
  • Il petrolio doveva essere pagato dall'acquirente
    direttamente su un conto deciso dal Segretario
    Generale dellONU, che approvava prezzo e
    condizioni di trasporto delle singole
    transazioni. Il conto in questione alimentava il
    Fondo per lo Sviluppo dell'Iraq, gestito dalla
    Coalition Provisional Authority.

98
  • Il programma fu introdotto dal presidente
    statunitense Bill Clinton nel 1995, per cercare
    di ovviare ai disagi della popolazione civile
    irachena afflitta dalle sanzioni economiche
    istituite al fine di ottenere la
    demilitarizzazione dell'Iraq durante la prima
    guerra del golfo.
  • Le sanzioni cessarono nel 2003 dopo l'invasione
    militare dell'Iraq, e le funzioni umanitarie del
    programma oil-for-food furono traslate nella
    Coalizione Provvisoria di stanza nel territorio.

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  • Il programma delle nazioni Unite Oil for Food è
    stato considerato uno dei più gravi scandali che
    ha coinvolto le Nazioni Unite stesse, gli Stati
    Uniti, la finanza internazionale nonché molti
    paesi europei.
  • Intorno a Oil for food si è creato infatti un
    vasto circolo di funzionari politici e
    faccendieri di tutto il mondo tra cui l'Italia
    , che hanno intessuto rapporti con grandi
    società, pagato tangenti e intascato lauti ricavi
    da contratti firmati con il governo di Saddam
    Hussein.
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