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Presentazione di PowerPoint

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Title: Presentazione di PowerPoint


1
VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
Convegno Ricerca di buone pratiche presenti nei
settori lavorativi relative al Settore
Ospedaliero Venezia 14 dicembre 2005
2
nelle strutture sanitarie in genere e negli
ospedali in particolare si verifica una
concentrazione di soggetti potenzialmente infetti
e di materiali contaminati difficilmente
riscontrabili in altri ambienti di vita e di
lavoro, che determina unelevata frequenza di
esposizione ad agenti biologici
3
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO SI DOVREBBE
ARTICOLARE IN DUE MOMENTI
  • la valutazione del pericolo
  • la valutazione del danno

4
STIMA DELLA PERICOLOSITA E DELLA DANNOSITA
DEGLI AGENTI BIOLOGICI Risente di limiti
conoscitivi varietà e ubiquitarietà delle
specie batteriche e virali aerodisperse
scarso utilizzo del monitoraggio biologico per
la varietà della risposta adattativa o
immunitaria dellorganismo umano ospite.
mancanza di sicure relazioni dose-risposta (in
termini di contagio-infettività) per nessuno
dei microorganismi di maggior interesse
infettivologico
5
STIMA DELLA PERICOLOSITA E DELLA DANNOSITA
DEGLI AGENTI BIOLOGICI Non risulta possibile
pertanto discriminare tra condizioni di
presenza o assenza di rischio conoscere
qual è la frequenza di danno atteso nel gruppo
di soggetti esposti
6
STIMA DELLA RISCHIO Il monitoraggio della
pericolosità biologica di un ambiente di
lavoro o di una specifica attività per un
gruppo di soggetti è rappresentata dal
monitoraggio dellesposizione al pericolo (in
termini di intensità e durata) dalla
individuazione della frequenza o proporzione di
soggetti che risultano operare in determinate
condizioni espositive
7
LA SCELTA DEI METODI DI MONITORAGGIO E DEGLI
INDICATORI DI ESPOSIZIONE DEVE TENERE
CONTO DELLE VIE DI ESPOSIZIONE DELLA
POSSIBILITA DI UNA MISURA DIRETTA O INDIRETTA
DELLA CONTAMINAZIONE AMBIENTALE OPPURE
DELLAVVENUTO CONTAGIO A SEGUITO
DELLESPOSIZIONE
8
STIMA DEL RISCHIO tra le strategie perseguibili
laddove il pericolo di esposizione non è presente
come condizione intrinseca nel ciclo produttivo,
ma nasce come evento accidentale più o meno
prevedibile e legato alle caratteristiche di
lavoro, individuali e alle attitudini lavorative
del singolo troviamo
  • rilevazione degli eventi accidentali
  • rilevazione degli infortuni

che portano
9
STIMA DEL RISCHIO rischio osservato
rappresentato da eventi o situazioni già
osservate, calcolato stimando la
pericolosità e la dannosità già
manifestatasi rischio atteso
il pericolo che pur presente al momento della
valutazione, non è abbinato al danno ma la cui
comparsa è attesa in un tempo successivo
a definire
10
STIMA DELLA RISCHIO rischio osservato va
calcolato stimando la pericolosità e la
dannosità già manifestatasi, osservate con
accurati programmi monitoraggio degli
eventi accidentali degli infortuni a rischio
sorveglianza dello stato di salute della
popolazione esposta
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MODELLO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
Criteri di valutazione del rischio biologico in
ambienti in cui non si ha utilizzo deliberato di
agenti biologici
Attività 1
Monitoraggio degli infortuni riferibili a rischio
biologico
2
Monitoraggio dei casi di sieroconversione (per
HBV-HCV-HIV) conseguente agli incidenti avvenuti
3
Conoscenza dei profili sierologici del personale
relativamente a HBV, HCV, HIV.
4
Classificazione delle strutture in base al N di
casi/annui di Tubercolosi segnalati
5
Riferimento ai codici ICDIX (per le Unità
Operative di degenza
6
Studi di prevalenza per quantificare le Infezioni
Ospedaliere riferite ai singoli patogeni a
trasmissione parenterale
7
Monitoraggio Microbiologico in ambiente critico
(comprensivo della ricerca di legionella)
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  • questo modello si propone di
  • mappare il rischio biologico nelle strutture di
    degenza
  • documentare la necessità integrare/completare le
    procedure disponibili alle singole Unità
    Operative
  • definire le opportunità di integrazione
    formativa ed informativa delle strutture operando
    secondo motivate e documentate priorità
  • migliorare il livello motivazionale e
    tecnico-organizzativo dellutilizzo dei D.P.I.
    nelle Unità Operative

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ATTIVITÀ
  • PRESUPPOSTO TEORICO
  • MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE
  • LIMITI

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ATTIVITÀ 1 Monitoraggio degli infortuni
riferibili a rischio biologico (puntura
accidentale,contaminazione mucocutanea,
contaminazione oculare, abrasione con materiale
infetto, morsi, aggressioni da parte di persone o
di animali)
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PRESUPPOSTO TEORICO Monitoraggio della
frequenza dellesposizione a patogeni a
trasmissione parenterale ed oro-fecale. Dalla
valutazione del N di infortuni si possono avere
anche informazioni sulle modalità di accadimento
e sulle eventuali carenze ad esso connesse.

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  • MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE
  • Consultazione del Registro Infortuni e in
  • particolare delle note relative alle modalità
  • dellinfortunio.
  • LIMITI
  • Sottostima delle denunce (dati italiani circa
    30
  • mancata denuncia)
  • Inadeguatezza dei sistemi di raccolta dei dati
  • Disomogeneità tra diverse realtà

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ATTIVITÀ 2 Monitoraggio dei casi di
sieroconversione (per HBV-HCV-HIV) conseguenti
agli incidenti accaduti PRESUPPOSTO
TEORICO Stima del potenziale danno conseguente
allaccaduto MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE
Verifica dei dati ricavabili dal
protocollo post-esposizione ad incidente riferito
a rischio biologico
18
  • LIMITI
  • Sottostima delle denunce (dati italiani circa
  • 30 mancata denuncia)
  • Inadeguatezza dei sistemi di raccolta dei dati
  • Disomogeneità tra diverse realtà

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ATTIVITÀ 3 Conoscenza dei profili
sierologici del personale relativamente a HBV,
HCV, HIV PRESUPPOSTO TEORICO Stima del
potenziale danno conseguente a svolgimento di
attività a rischio MODALITÀ DI
EFFETTUAZIONE Elaborazione dei dati della
Sorveglianza Sanitaria
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  • LIMITI
  • Incompletezza dei dati per mancato consenso
    allaccertamento
  • Inadeguatezza dei sistemi di raccolta dei dati
  • Disomogeneità tra diverse realtà

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ATTIVITÀ 4 Classificazione delle strutture in
base al Ndi casi/annui di Tubercolosi segnalati
PRESUPPOSTO TEORICO Conoscere lincidenza
della presenza di patologie sostenute dal
Micobatterio tubercolare è indicativo
dellesposizione al più noto agente trasmissibile
per via aerea. MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE Applica
zione delle Linee Guida Ministeriali LIMITI
Dati parziali
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ATTIVITÀ 5 Selezione dei dati della
cartella di dimissione (SDO) in cui i codici
ICDIX CM descrivono patologie di origine
infettiva. Le patologie infettive sono
rappresentative di alcuni agenti biologici e la
loro manifestazione permette pertanto di ricavare
dati inerenti ad eventuali patogeni a
trasmissione aerea, parenterale e oro-fecale.

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PRESUPPOSTO TEORICO Attraverso la consultazione
delle SDO è possibile
  • valutare lincidenza della patologia infettiva
    sia principale che secondaria
  • definire un profilo di esposizione a rischio
    biologico specifico per singola Unità Operativa
  • promuovere la disponibilità di procedure/
    protocolli nelle varie Unità Operative

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  • MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE
  • Consultazione del Registro delle Schede di
    Dimissione Ospedaliera (SDO) e analisi dei codici
    ICDIX CM (codici 001-139) almeno fino alla 3
    diagnosi secondaria
  • LIMITI
  • Possibile incompletezza della documentazione
  • Difficoltà di reperimento del dato per carenze
  • organizzative
  • Possibilità di errore di codifica

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ATTIVITÀ 6 Studi di prevalenza atti a
quantificare le Infezioni Ospedaliere riferite ai
singoli patogeni e specificatamente quelli a
trasmissione parenterale PRESUPPOSTO TEORICO
Stima ulteriore della esposizione ad agenti
biologici tramite valutazione della distribuzione
delle infezioni ospedaliere, della loro eziologia
e degli eventuali collegamenti con le modalità
operative
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MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE Dati elaborati
dai Comitati per la prevenzione delle Infezioni
Ospedaliere LIMITI Dati parziali
27
ATTIVITÀ 7 Monitoraggio
microbiologico e microclimatico in ambiente
critico (sale operatorie, terapie intensive,
attività speciali, centri diagnostici speciali),
comprensivo della ricerca di Legionella spp.

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PRESUPPOSTO TEORICO Gli impianti di
riscaldamento, condizionamento ed idrici, nel
loro normale funzionamento possono favorire la
diffusione di microorganismi attraverso la
formazione di areosol. La Legionella pneumophila
è il microorganismo che risulta di particolare
pericolosità nelle strutture sanitarie poiché può
generare infezioni a carico soprattutto di
pazienti resi suscettibili da condizioni
individuali.
Possibilità di valutare le condizioni operative
e lefficacia dei sistemi di pulizia ordinaria e
straordinaria, allinterno di un programma di
assicurazione di qualità.
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  • MODALITÀ DI EFFETTUAZIONE
  • Indagine microbiologica riferita a Stafilococchi
    spp., Pseudomonas spp., Batteri Gram negativi
    appartenenti agli Enterobatteri, Lieviti,
    Legionella spp
  • e
  • indagine microclimatica condotte in ambiente
    critico
  • LIMITI
  • Sistema di raccolta dei dati a volte inadeguata
  • Dati non quantificabili

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MODELLO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
Criteri di valutazione del rischio biologico in
ambienti in cui si ha utilizzo deliberato di
agenti biologici
Attività 1
Monitoraggio delle attività inerenti la
manipolazione volontaria degli agenti biologici
2
Monitoraggio infortuni tramite registrazione dei
casi di esposizione individuale e dei casi di
malattia e decesso
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ATTIVITÀ 1 Monitoraggio delle
attività inerenti la manipolazione volontaria
degli agenti biologici
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  • PRESUPPOSTO TEORICO
  • Individuazione degli agenti biologici coinvolti,
    della loro classificazione secondo le classi
    dellallegato XI del D.L. gs 626/94 e, nel caso
    di microorganismi modificati, la D.L. gs 91/93
    per lindividuazione del livello di contenimento
  • LIMITI
  • Difficoltà applicative della normativa in ordine
    ai livelli di contenimento richiesti.

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ATTIVITÀ 2 Monitoraggio infortuni
tramite registrazione dei casi di esposizione
individuale e dei casi di malattia e decesso
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PRESUPPOSTO TEORICO Monitoraggio della
frequenza dellesposizione ai microorganismi
utilizzati. Dalla valutazione del n e delle
modalità di infortunio si ricavano informazioni
sulle eventuali carenze organizzative MODALITÀ
DI EFFETTUAZIONE Consultazione del Registro
Infortuni e in particolare delle note relative
alle modalità di infortunio Valutazione della
percentuale di operatori sanitari protetti per
HBV LIMITI Sottostima delle denunce
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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO BIOLOGICO
risulta quindi preliminare ad una conseguente
PROGRAMMAZIONE delle misure di prevenzione e
protezione, che consistono nel ridurre il più
possibile i livelli di esposizione individuale
e contaminazione ambientale
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