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I TEMI DELL

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I TEMI DELL INCLUSIONE, I TARGET SVANTAGGIATI, IL RACCORDO CON L AGENDA SOCIALE Franco Deriu - ISFOL Universit di Modena e Reggio Emilia Adapt - – PowerPoint PPT presentation

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Title: I TEMI DELL


1
I TEMI DELLINCLUSIONE, I TARGET SVANTAGGIATI,
IL RACCORDO CON LAGENDA SOCIALE
Franco Deriu - ISFOL
Università di Modena e Reggio Emilia Adapt -
Scuola internazionale di dottorato
  • Strategia europea per loccupazione il percorso
    di dieci anni
  • Giornate seminariali

10 luglio 2008
2
Argomenti
Da povertà ad esclusione sociale
3
Il contesto di welfare e lavoro
  • Lavoro e policy
  • Welfare e policy
  • Da struttura taylorista del sistema produttivo a
    paradigma della flessibilità
  • Crescono le aspettative del management su
    prestazioni polivalenti e rispetto elevata
    qualità
  • Formazione continua per adattamento delle
    competenze
  • Flessibilità e personalizzazione dei salari,
    adattamento tempi di lavoro e diverse forme di
    contratto (TD, interinale, Part-time)
  • Flessibilità del lavoro (orientamento al cliente)
    e delloccupazione (esternalizzazione, durata)
  • Da paradigma della povertà a quello
    dellesclusione
  • Da traiettorie individuali (povertà) a sistema di
    relazioni (esclusione)
  • Lo svantaggio assume connotazioni
    multidimensionali e richiama lattenzione sul
    diritto di cittadinanza
  • Le politiche sociali per laccesso ai diritti di
    cittadinanza (diritto di cittadinanza)
  • Attenzione alle caratteristiche dei destinatari e
    alle fasi di vita su cui intervenire
    (multidimensionalità)
  • Obiettivo futuro coniugare universalismo con il
    rispetto di peculiarità e differenze

4
Esclusione sociale
  • Lesclusione sociale è caratterizzata da una
  • disintegrazione e una frammentazione delle
    relazioni sociali e quindi una perdita di
    coesione sociale. Per individui appartenenti a
    particolari gruppi, lesclusione sociale
    rappresenta un processo progressivo di
    marginalizzazione che conduce alla deprivazione
    economica e a varie forme di svantaggio sociale e
    culturale.
  • Quarto Programma Quadro della Commissione
    europea. Area III research into social exclusion
    and social integration in Europe (1995)

5
Esclusione sociale (Emarginazione)
  • Lemarginazione o esclusione sociale è un
    processo in forza del quale taluni individui sono
    spinti ai margini della società ed esclusi da una
    piena partecipazione a causa della povertà, di
    una mancanza di competenze di base e di
    opportunità di formazione permanente o in
    conseguenza di una discriminazione. Il processo
    di emarginazione li allontana da opportunità di
    occupazione, di reddito e di istruzione, nonché
    dalle reti e dalle attività sociali e
    comunitarie. Avendo scarso accesso alle autorità
    e agli enti decisionali, essi si sentono spesso
    impotenti e incapaci di intervenire sulle
    decisioni che riguardano la loro vita quotidiana.
  • COM(2003)773 RELAZIONE COMUNE SULLINTEGRAZIONE
    SOCIALE

6
Povertà
  • Si considera povero un soggetto il cui reddito e
    le cui risorse sono insufficienti in misura tale
    da impedirgli un livello di vita considerato
    accettabile nella società in cui vive. A causa
    della povertà, egli può essere esposto a
    svantaggi molteplici quali disoccupazione, basso
    reddito, pessime condizioni abitative, inadeguata
    assistenza sanitaria e barriere alla formazione
    permanente, alla cultura, allo sport e al tempo
    libero. Tali soggetti sono spesso emarginati ed
    esclusi dalla partecipazione ad attività
    (economiche, sociali e culturali) che si
    considerano ordinarie per il resto della
    popolazione e inoltre il loro accesso ai diritti
    fondamentali può subire delle limitazioni.
  • COM(2003)773 RELAZIONE COMUNE SULLINTEGRAZIONE
    SOCIALE

7
Esclusione sociale e povertà
  • i termini povertà ed esclusione sociale si
    applicano ai casi in cui gli individui non sono
    in grado di partecipare pienamente alla vita
    economica, sociale e civile e/o quando il loro
    accesso al reddito e ad altre risorse (personali,
    familiari, sociali e culturali) è così inadeguato
    da escluderli dal godimento di un tenore e di una
    qualità di vita considerati accettabili nella
    società in cui vivono. In tali situazioni gli
    individui sono sovente incapaci di accedere
    pienamente ai propri diritti fondamentali.
  • COM(2003)773 RELAZIONE COMUNE SULLINTEGRAZIONE
    SOCIALE

8
Integrazione sociale
  • E un processo che garantisce a quanti sono a
    rischio di povertà e di emarginazione sociale di
    fruire delle opportunità e delle risorse
    necessarie per partecipare pienamente alla vita
    economica, sociale e culturale e di godere di un
    tenore di vita e di un benessere considerati
    normali nella società in cui vivono. Tale
    processo garantisce a detti soggetti una maggiore
    partecipazione nei processi decisionali che
    riguardano le loro vite e un maggiore accesso ai
    diritti fondamentali
  • Secondo la definizione della Carta dei diritti
    fondamentali dellUnione europea

9
Inclusione sociale (definizione)
  • Non esistono interpretazioni univoche, pertanto
    si propone ladozione del seguente significato
  • assumere lobiettivo di favorire una migliore e
    piena integrazione della persona nel contesto
    sociale ed economico nel quale si svolge la sua
    esistenza.
  • Riconducibile alla politica del lavoro, oltre
    alla politica sociale (si veda la Strategia
    europea e lAgenda sociale)
  • Supera il dibattito integrare le diversità,
    omologandole a modelli esistenti, piuttosto che
    includerle, dando loro piena cittadinanza.

10
Il percorso verso il concetto di inclusione 1
11
Il percorso verso il concetto di inclusione 2
  • Strategia europea per loccupazione (SEO)

12
Il percorso verso il concetto di inclusione 3
13
Il percorso verso il concetto di inclusione 4
14
Relazione congiunta su protezione e inclusione.
Quadro generale al 2002
  • Diminuzione della povertà relativa, che è passata
    dal 17 nel 1995 al 15 nel 2001
  • Nel 2001 oltre 55 milioni di persone (il 15
    della popolazione europea) erano a rischio di
    povertà
  • I gruppi più esposti sono i disoccupati, i
    genitori soli, le persone anziane che vivono sole
    e le famiglie numerose.
  • La disoccupazione di lunga durata, che è
    strettamente associata all'esclusione sociale,
    resta ben presente. Nel 2002 ha toccato quasi il
    3 della popolazione attiva (39 dei disoccupati)
  • Nel 2002 il tasso d'occupazione medio nell'Unione
    europea è passato dal 63,4 al 64,3.
  • L'aumento del tasso di occupazione femminile,
    superiore all'1 tra il 2001 e il 2003 (dal 54,1
    al 55,6)
  • Il tasso d'occupazione delle persone anziane è
    sensibilmente aumentato in tutta l'Unione
    europea, ad eccezione dell'Austria, della
    Germania e dell'Italia.

15
Relazione congiunta su protezione e inclusione
2003-2005. Le 8 sfide
  • creare un mercato del lavoro capace di
    integrazione e promozione dell'occupazione come
    diritto e possibilità di sviluppo per tutti
  • garantire un reddito e risorse sufficienti per
    vivere dignitosamente
  • combattere le disuguaglianze di fronte
    all'istruzione con un'azione di prevenzione e
    offrendo possibilità di apprendimento permanente
  • preservare la solidarietà familiare, promuovere
    l'uguaglianza dei sessi e tutelare i diritti dei
    membri della famiglia, in particolare quelli del
    bambino
  • garantire il diritto ad un alloggio decente
  • garantire un accesso paritario a servizi sociali
    di qualità
  • migliorare i servizi pubblici, affinché
    corrispondano alle necessità locali ed
    individuali
  • riqualificare le zone caratterizzate da un cumulo
    di svantaggi.

16
Relazione congiunta su protezione e inclusione
per il 2008 Nota
  • L'attuale tasso di occupazione dei lavoratori
    anziani nell'UE è del 44 circa (il 34,8 sono
    donne, il 52,6 uomini)
  • L'8 circa dei cittadini dell'UE vive a rischio
    di povertà anche se ha un lavoro
  • Dei 78 milioni di europei a rischio di povertà
    (16), 19 milioni sono bambini
  • Le politiche sociali incidono considerevolmente
    sulla salute
  • Le trasformazioni demografiche e sociali fanno
    aumentare la domanda di assistenza di lungo
    periodo
  • Misure
  • Sforzi intesi a ridurre la povertà infantile
  • Promuovere l'allungamento della vita attiva
  • Garantire l'offerta di fondi pensione privati
  • Ridurre le disuguaglianze nel campo della salute
  • Assistenza di lunga durata

17
Il rapporto tra welfare e lavoro
  • Lavoro e policy
  • Welfare e policy

Politica sociale europea
Agenda sociale
18
Strategia europea per loccupazione (SEO)
  • Viene introdotta nel vertice di Lussemburgo
    (novembre 1997)
  • Obiettivo
  • ridurre la disoccupazione in maniera
    significativa a livello europeo in cinque anni
  • Strumenti
  • relazione congiunta annuale sull'occupazione,
  • linee direttrici per l'occupazione che fungeranno
    da base per i piani di azione nazionali (PAN)
    elaborati dagli Stati membri
  • raccomandazioni del Consiglio dei ministri
    destinate ai diversi Stati membri

19
Metodo di coordinamento aperto (MCA)
  • Strumento della strategia di Lisbona (2000) nel
    quadro della politica dell'occupazione e del
    processo di Lussemburgo
  • Il MCA funziona in ambiti che rientrano nella
    competenza degli Stati membri quali
  • l'occupazione,
  • la protezione sociale,
  • l'inclusione sociale,
  • l'istruzione,
  • la gioventù e la formazione
  • Il MCA è basato su
  • identificazione e definizione congiunta di
    obiettivi da raggiungere (adottati dal
    Consiglio)
  • strumenti di misura definiti congiuntamente
    (statistiche, indicatori, linee guida)
  • il benchmarking vale a dire l'analisi
    comparativa dei risultati degli Stati membri e lo
    scambio di pratiche ottimali (sorveglianza
    effettuata dalla Commissione).

20
La politica sociale in Europa
  • Gli obiettivi della politica sociale definiti nel
    trattato CE (titolo XI) annoverano
  • la promozione dell'occupazione,
  • il miglioramento delle condizioni di lavoro,
  • un'adeguata protezione sociale,
  • il dialogo sociale,
  • uno sviluppo delle risorse umane che consenta un
    elevato e durevole livello di occupazione,
  • la lotta contro l'emarginazione.
  • Questi principi si ispirano alla carta sociale
    europea del 1961 e alla carta comunitaria dei
    diritti sociali fondamentali dei lavoratori del
    1989

21
LAgenda sociale
  • PRIORITÀ E OBIETTIVI
  • La politica sociale e per l'occupazione
    dell'Unione europea mira a promuovere
  • l'occupazione
  • il miglioramento delle condizioni di vita e di
    lavoro
  • una protezione sociale adeguata
  • il dialogo con le parti sociali
  • lo sviluppo delle risorse umane per garantire un
    livello di occupazione elevato e duraturo
  • la lotta contro l'emarginazione

22
Agenda sociale
Il 2006, anno per la sincronizzazione dei 3
calendari
23
La nuova Agenda sociale 2006 - 2010
  • garantire lo sviluppo sostenibile dellEuropa
    basato su crescita economica equilibrata e prezzi
    stabili, uneconomia di mercato altamente
    competitiva, con lobiettivo della piena
    occupazione e del progresso sociale nonché di un
    elevato livello di tutela e miglioramento della
    qualità dellambiente"

24
La nuova Agenda sociale 2006 - 2010
  • La nuova agenda sociale per il periodo 2006-2010
    si colloca nel contesto della riaffermazione
    della strategia di Lisbona per la crescita e
    l'occupazione.
  • Lagenda risponde agli obiettivi europei di
    solidarietà e di prosperità attraverso due
    priorità fondamentali
  • l'occupazione
  • la lotta contro la povertà e la promozione delle
    pari opportunità

25
La nuova Agenda sociale 2006 - 2010
  • Gli strumenti
  • la legislazione
  • il dialogo sociale
  • gli strumenti finanziari (FSE e programma
    PROGRESS)
  • il metodo aperto di coordinamento"
  • il principio di mainstreaming"

26
MCA applicato allintegrazione sociale e alle
pensioni 1
  • Lavvio
  • Obiettivi globali
  • Consiglio europeo di Lisbona del marzo 2000
    creare maggiore coesione sociale
  • per imprimere una svolta decisiva alla lotta
    contro la povertà (par. 32)
  • per garantire ladeguatezza e la sostenibilità
    future dei sistemi pensionistici (par. 31)
  1. promuovere la coesione sociale e le pari
    opportunità per tutti grazie a sistemi di
    protezione sociale e a politiche per
    lintegrazione sociale adeguati, accessibili,
    finanziariamente sostenibili, adattabili ed
    efficienti
  2. interagire strettamente con gli obiettivi di
    Lisbona volti a conseguire una maggiore crescita
    economica e posti di lavoro migliori e più
    numerosi e con la strategia per lo sviluppo
    sostenibile dellUE
  3. rafforzare la governance, la trasparenza e la
    partecipazione dei soggetti interessati
    allelaborazione, allattuazione e al
    monitoraggio delle politiche.

COM(2005) Lavorare insieme, lavorare meglio un
nuovo quadro per il coordinamento aperto delle
politiche di protezione sociale e di integrazione
nellUnione europea
27
MCA applicato allintegrazione sociale e alle
pensioni. 2 Obiettivi dei settori di intervento
  • Imprimere una svolta decisiva alla lotta contro
    la povertà e lesclusione sociale
  • Garantire pensioni adeguate e sostenibili
  • Garantire unassistenza sanitaria e unassistenza
    a lungo termine accessibili, sostenibili e di
    qualità elevata

COM(2005) Lavorare insieme, lavorare meglio un
nuovo quadro per il coordinamento aperto delle
politiche di protezione sociale e di integrazione
nellUnione europea
28
Il Fondo sociale europeo (2007 - 2013)
  • Compiti
  • Il FSE sostiene le politiche degli Stati membri
    volte ad applicare la strategia di Lisbona per la
    crescita e l'occupazione. Tali politiche sono
    strettamente collegate ai Grandi Orientamenti
    delle Politiche Economiche ( GOPE ), alla
    Strategia europea per l'occupazione ( SEO ),
    nonché alle linee di orientamento per
    l'occupazione . Più precisamente, il FSE si
    prefigge di
  • raggiungere la piena occupazione
  • migliorare la qualità e la produttività del
    lavoro
  • promuovere l'inserimento sociale (in particolare,
    l'accesso al lavoro delle persone svantaggiate)
  • ridurre le disparità nazionali, regionali e
    locali in materia di occupazione.

29
Il Fondo sociale europeo (2007 - 2013)
  • Campo d'applicazione e priorità
  • Nel quadro degli obiettivi "Convergenza" (per le
    regioni meno sviluppate) e "Competitività
    regionale e occupazione" (che si prefigge di
    anticipare e promuovere i cambiamenti economici
    per far fronte alle sfide), il FSE sostiene varie
    azioni negli Stati membri sulla base delle
    seguenti priorità
  • aumentare la capacità di adattamento dei
    lavoratori delle imprese e degli imprenditori, al
    fine di migliorare tempestivamente la gestione
    positiva dei cambiamenti economici
  • migliorare l'accesso al posto di lavoro e
    l'inserimento duraturo sul mercato del lavoro,
    per chi è in cerca di lavoro e per le persone non
    attive
  • prevenire la disoccupazione, segnatamente quella
    di lunga durata e quella dei giovani
  • incoraggiare l'invecchiamento attivo e prolungare
    la vita attiva
  • aumentare la partecipazione al mercato del
    lavoro
  • migliorare l'inserimento sociale delle persone
    svantaggiate in vista di un loro inserimento
    duraturo nel mondo del lavoro. 10 miliardi di
    (12,5 del totale)
  • lottare contro tutte le forme di discriminazione
    sul mercato del lavoro
  • migliorare e aumentare il capitale umano
  • promuovere le partnership.

30
I soggetti svantaggiati

31
I soggetti svantaggiati nella normativa 1
  • ART. 2, lett.f, REGOLAMENTO CE n. 2204/2002, l.
    381/91, D.Lgs 276/03
  • In base al Regolamento CE 2204/2002 art.2 lett.f,
    è definito lavoratore svantaggiato qualsiasi
    persona appartenente ad una categoria che abbia
    difficoltà ad entrare, senza assistenza, nel
    mercato del lavoro, vale a dire qualsiasi persona
    che soddisfi almeno uno dei seguenti criteri

ART. 2, lett.f, Regolamento CE n. 2204/2002 su
aiuti di Stato a favore dell'occupazione
32
I soggetti svantaggiati nella normativa 2
  • qualsiasi giovane che abbia meno di 25 anni o che
    abbia completato la formazione a tempo pieno da
    non più di due anni e che non abbia ancora
    ottenuto il primo impiego retribuito
    regolarmente
  • qualsiasi lavoratore migrante che si sposti o si
    sia spostato all'interno della Comunità o divenga
    residente nella Comunità per assumervi un lavoro
  • qualsiasi persona appartenente ad una minoranza
    etnica di uno Stato membro che debba migliorare
    le sue conoscenze linguistiche, la sua formazione
    professionale o la sua esperienza lavorativa per
    incrementare le possibilità di ottenere
    un'occupazione stabile
  • qualsiasi persona che desideri intraprendere o
    riprendere un'attività lavorativa e che non abbia
    lavorato, né seguito corsi di formazione, per
    almeno due anni, in particolare qualsiasi persona
    che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di
    conciliare vita lavorativa e vita familiare
  • qualsiasi persona adulta che viva sola con uno o
    più figli a carico
  • qualsiasi persona priva di un titolo di studio di
    livello secondario superiore o equivalente, priva
    di un posto di lavoro o in procinto di perderlo

ART. 2, lett.f, Regolamento CE n. 2204/2002 su
aiuti di Stato a favore dell'occupazione
33
I soggetti svantaggiati nella normativa 3
  • qualsiasi persona di più di 50 anni priva di un
    posto di lavoro o in procinto di perderlo
  • qualsiasi disoccupato di lungo periodo, ossia una
    persona senza lavoro per 12 dei 16 mesi
    precedenti, o per 6 degli 8 mesi precedenti nel
    caso di persone di meno di 25 anni
  • qualsiasi persona riconosciuta come affetta, al
    momento o in passato, da una dipendenza ai sensi
    della legislazione nazionale
  • qualsiasi persona che non abbia ottenuto il primo
    impiego retribuito regolarmente da quando è stata
    sottoposta a una pena detentiva o a un'altra
    sanzione penale
  • qualsiasi donna di un'area geografica al livello
    NUTS II nella quale il tasso medio di
    disoccupazione superi il 100 della media
    comunitaria da almeno due anni civili e nella
    quale la disoccupazione femminile abbia superato
    il 150 del tasso di disoccupazione maschile
    dell'area considerata per almeno due dei tre anni
    civili precedenti
  • da considerare anche
  • Lavoratore disabile (lett. g)

ART. 2, lett.f, Regolamento CE n. 2204/2002 su
aiuti di Stato a favore dell'occupazione
34
Il principio di non - discriminazione
  • Il principio di non-discriminazione è volto a
    garantire la parità di trattamento tra le
    persone, quali che siano la nazionalità, il
    sesso, la razza o l'origine etnica, la religione
    o le credenze, un handicap, l'età o
    l'orientamento sessuale.
  • Il divieto di qualsiasi discriminazione a causa
    della nazionalità è enunciato dall'articolo 12
    (ex articolo 6) del trattato che istituisce la
    Comunità europea. Con il trattato di Amsterdam è
    stato introdotto un nuovo articolo 13 al duplice
    fine di rafforzare la garanzia di non
    discriminazione prevista dai trattati e di
    estenderla agli altri casi summenzionati.

35
Eurobarometro 263 Discriminazione nellUnione
europeaAppartenenza a categorie/gruppi
Special EUROBAROMETER 263 Discrimination in the
European Union 2007 Rilev. 2006
36
Eurobarometro 263 Discriminazione nellUnione
europeaAppartenenza a categorie/gruppi e
facilità di accesso a opportunità di lavoro /
formazione
Special EUROBAROMETER 263 Discrimination in the
European Union 2007 Rilev. 2006
37
Eurobarometro 263 Discriminazione nellUnione
europeaCondizioni di svantaggio tra candidati al
lavoro in unazienda
Special EUROBAROMETER 263 Discrimination in the
European Union 2007 Rilev. 2006
38
Eurobarometro 263 Discriminazione nellUnione
europeaOpinione sulla discriminazione più
diffusa nel proprio paese
Special EUROBAROMETER 263 Discrimination in the
European Union 2007 Rilev. 2006
39
Le persone con disabilità
  • Tra piani dazione europei e politiche nazionali

40
AZIONI SOCIALI PER GRUPPI DESTINATARI
DISABILITÀ E INVECCHIAMENTO
  • L'handicap costituisce una realtà dai molteplici
    aspetti. A seconda dei casi, esso può colpire gli
    individui durante tutta la loro esistenza ovvero
    modificare la parte terminale della loro vita.
    In generale, gli individui non sono tutti uguali
    di fronte all'handicap e all'invecchiamento, in
    termini di condizioni di vita e di lavoro. A
    livello europeo, le istituzioni contribuiscono
    alla realizzazione, da parte degli Stati membri,
    di una società accessibile a tutti, migliorando
    la cooperazione con questi ultimi e fra di loro,
    nonché incoraggiando la raccolta, lo scambio e
    l'elaborazione di dati comparabili, di
    statistiche e di buone procedure da seguire.

41
Pari opportunità per le persone con disabilità
un piano d'azione europeo (2004-2010)
  • Obiettivi
  • completare l'attuazione della direttiva sulla
    parità di trattamento in tema di occupazione e di
    condizioni di lavoro
  • rafforzare l'integrazione delle questioni legate
    alla disabilità nelle pertinenti politiche
    comunitarie
  • migliorare l'accessibilità per tutti.

42
La situazione dei disabili nellUnione europea
un piano d'azione europeo (2008 - 2009)
  • Accessibilità come obiettivo prioritario. In
    particolare
  • La disponibilità di beni, servizi e
    infrastrutture accessibili e l'eliminazione di
    ostacoli all'istruzione e al mercato del lavoro
    sono indispensabili per consentire ai disabili in
    una società che invecchia di partecipare, in
    forma non discriminatoria e inclusiva, ai
    molteplici aspetti della vita quotidiana.
    L'accessibilità, che è anche nodo focale della
    Convenzione delle Nazioni Unite, consente di
    fornire una risposta integrata alle esigenze
    eterogenee di uomini e donne con disabilità

43
La situazione dei disabili nellUnione europea
un piano d'azione europeo (2008 - 2009)
  • Accessibilità al mercato del lavoro
  • Adottare strategie che associno programmi di
    occupazione flessibili, occupazione assistita,
    inclusione attiva e misure positive, in un quadro
    che completi la legislazione europea vigente in
    materia di lotta contro la discriminazione.
  • Assumere come punto di riferimento lapproccio
    della flessisicurezza per consentire alle persone
    disabili di trovare e conservare più facilmente
    un impiego
  • Sfruttare il potenziale delloccupazione
    assistita (assistenza personale e adattamento del
    luogo di lavoro) per linserimento nel mercato
    del lavoro aperto. A riguardo di importanza
    centrale viene considerata la collaborazione fra
    servizi pubblici per limpiego e datori di lavoro
    nella pianificazione di programmi di formazione e
    di reinserimento professionale

44
Le persone disabili in Europa (15 64 anni)
Persone tra i 16 e i 64 anni per grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso Paese Persone tra i 16 e i 64 anni per grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso Paese Persone tra i 16 e i 64 anni per grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso Paese Persone tra i 16 e i 64 anni per grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso Paese Persone tra i 16 e i 64 anni per grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso Paese
  Disabilità grave Disabilità moderata Nessuna disabilità Totale
Belgio 4,6 8,3 87,1 100,0
Danimarca 4,7 12,7 82,6 100,0
Germania 4,6 12,7 82,7 100,0
Spagna 3,3 4,9 91,8 100,0
Grecia 3,3 6,6 90,1 100,0
Francia 6,0 9,3 84,7 100,0
Irlanda 2,5 8,4 89,1 100,0
Italia 2,3 5,5 92,2 100,0
Lussemburgo 4,3 12,1 83,5 100,0
Olanda 5,8 12,7 81,5 100,0
Austria 3,2 9,3 87,5 100,0
Portogallo 7,5 10,9 81,6 100,0
Finlandia 6,2 16,7 77,1 100,0
Inghilterra 5,7 13,2 81,2 100,0
EU-14 4,5 10,0 85,5 100,0
Fonte European Community Household Panel - 1996
45
Occupati disabili in Europa (14 paesi)
Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese. Occupati tra i 16 e i 64 anni per sesso e grado disabilità in 14 Paesi dell'Unione Europea. Percentuale per 100 persone dello stesso grado di disabilità, dello stesso sesso e dello stesso Paese.
  Maschi Maschi Maschi Femmine Femmine Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine Maschi e Femmine
  Disabilità grave Disabilità moderata Nessuna disabilità Disabilità grave Disabilità moderata Nessuna disabilità Disabilità grave Disabilità moderata Nessuna disabilità
Belgio 20,4 54,2 69,2 15,9 22,6 44,5 18,3 36,9 56,3
Danimarca 15,0 62,3 81,7 19,2 45,0 70,5 17,1 52,0 76,3
Germania 30,3 67,3 81,4 21,5 41,4 57,7 26,4 53,8 69,3
Spagna 15,9 54,2 77,6 17,5 23,8 39,2 16,7 36,3 57,8
Grecia 16,6 40,2 66,6 9,0 18,9 32,7 13,1 28,7 49,5
Francia 45,4 59,0 73,2 28,5 43,1 55,1 36,8 50,5 64,0
Irlanda 15,2 38,7 72,2 11,8 16,6 42,4 13,7 27,1 57,2
Italia 18,8 40,5 65,4 12,2 19,4 33,0 15,3 29,6 49,0
Lussemburgo 35,6 49,5 78,6 20,8 29,5 46,4 28,7 40,2 62,4
Olanda 36,0 57,1 78,8 19,5 33,8 45,5 26,1 44,0 62,4
Austria 31,9 54,5 81,5 25,3 41,7 58,1 28,4 48,6 69,6
Portogallo 34,7 64,1 80,0 27,7 44,3 59,0 30,7 52,9 69,2
Finlandia 23,0 50,8 65,5 19,9 49,1 56,6 21,6 49,8 61,1
Inghilterra 16,6 57,7 84,3 18,2 39,1 60,7 17,4 46,6 71,6
EU-14 27,9 57,6 75,1 20,5 36,7 49,3 24,3 46,2 61,9
Fonte European Community Household Panel - 1996
46
Lo scenario italiano ed europeo
46
  • La strategia di Lisbona per la piena occupazione
  • La nuova classificazione ICF dellOMS
  • I diritti di non discriminazione e linclusione
    sociale 2007 - Anno europeo della parità di
    opportunità per tutti
  • La società dellinformazione
  • Il titolo V e il decentramento
  • La L. quadro 104/92 e la L. 68/99
  • Lart.14 del d. lgs 276/03 la L. 247/07
  • I servizi territoriali a geometrie variabili
  • I mercati del lavoro locali
  • Il processo di integrazione dei sistemi

47
Le persone disabili in Italia
  • in Italia le persone con disabilità sono 
    2milioni 600mila, pari al 4,8 circa della
    popolazione di 6 anni e più che vive in
    famiglia.  Considerando anche le 190.134 persone
    residenti nei presidi socio-sanitari si giunge ad
    una stima complessiva di poco meno di 2 milioni
    800mila persone con disabilità.
  • Fonte ISTAT Indagine sulla Condizioni di salute
    e il ricorso ai servizi sanitari 2004-2005

48
Le persone disabili in Italia (stima)
49
La Legge 12 marzo 1999, n.68 Norme per il
diritto al lavoro dei disabili
  • Il Collocamento mirato (art.2 L.68/99)
  • quella serie di strumenti tecnici e di supporto
    che permettono di valutare adeguatamente le
    persone con disabilità nelle loro capacità
    lavorative e di inserirle nel posto adatto,
    attraverso analisi di posti di lavoro, forme di
    sostegno, azioni positive e soluzioni dei
    problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti
    e le relazioni interpersonali sui luoghi
    quotidiani di lavoro e di relazione

50
Popolazione in età attiva e quota di occupati in
Italia, classificati per area geografica.
Dettaglio su persone disabili. Anno 2006 (val. )
Fonte Isfol Indagine Plus 2008
51
Persone occupate in Italia classificate per
canale di accesso all'attuale lavoro, con
dettaglio su persone disabili. Anno 2006 (val. )
Fonte Isfol Indagine Plus 2008
52
Persone disabili iscritte in Italia agli elenchi
unici provinciali del collocamento obbligatorio
(art. 8) al 31 dicembre, per area geografica.
Anni 2006 - 2007. (v. ass.)
Fonte Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali. Elaborazioni Isfol. 2008
53
Quota di riserva e posti scoperti al 31 dicembre
nelle imprese private soggette ad obbligo di
assunzione di soggetti con disabilità.
Classificazione per classe dimensionale delle
imprese. Anni 2006-2007 (V. ass.)

Fonte Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali. Elaborazioni Isfol. 2008
54
Avviamenti lavorativi persone disabili.
Ripartizione per area geografica. Anni 2004
2007 (V. ass.)
Fonte Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali. Elaborazioni Isfol. 2008
55
Assunzioni persone disabili durante l'anno 2007,
per tipologia contrattuale di inserimento. Per
area geografica (V. ass.)
Fonte Ministero del Lavoro, della Salute e delle
Politiche Sociali. Elaborazioni Isfol. 2008
56
Le criticità delle politiche di integrazione
lavorativa delle persone disabili in Italia
56
  • Applicazione della normativa sul collocamento
    mirato disomogenea (per territorio e per settore)
  • I nuovi dispositivi introdotti dalla L.247/07
  • Tendenza allelusione della legge
  • Discriminazioni nellingresso nel mdl e sul posto
    di lavoro
  • Reti interistituzionali scarse
  • Demotivazione personale delle persone in cerca di
    occupazione
  • Mancanza di standard di prestazioni nazionali e
    di servizi informativi condivisi
  • Altro
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