Title: Il progetto di vita
1Il progetto di vita
- Il progetto di vita significa
- Piano educativo
- Piano assistenziale
- Piano riabilitativo o abilitativo
- Progetto terapeutico
- Progetto integrato che prepara il bambino con
disabilità ad affrontare i diversi passaggi
dell'esistenza. - Accompagnare per l'autonomia possibile e
realizzabile e favorire l'inclusione sociale
2Il progetto
- Analisi e lettura dei bisogni storia personale
,familiare e sociale, storia clinica - Quadro diagnostico
- Obiettivi
- Piano di attività
- Metodi e strumenti
- Organizzazione
- Valutazione
3La rete e le figure professionali
- Famiglia genitori fratelli e sorelle
- La scuola insegnanti curriculari, insegnanti di
sostegno o specializzati, educatori ed assistenti
o operatori socio-socio-sanitari - La vita sociale ed associativa fuori dalla
famiglia e dalla scuola associazionismo,
volontariato - La formazione professionale e l'inserimento
lavorativo - I servizi socio-sanitari. Neuropsichiatra
infantile, psicologo, educatore, operatore della
riabilitazione(logopedista, psicomotricista e
fisiatra)?
4Fare con il deficit per superare l'handicap
- Il progetto educativo crea le opportunità per
apprendere ed acquisire abilità, autonomie e
competenze - Il processo educativo sviluppa autonomie e
auto-consapevolezza passare dall'essere agito da
all'agire con intenzionalità consapevole - L'accettazione e la conoscenza del deficit per
eliminare le barriere psicosociali e culturali - La gestione della quotidianità. Cura di sé,
relazioni interpersonali e compiti domestici - Si apprende sempre e durane l'arco di tutta la
vita imparare ad imparare
5Il progetti di vita come progetto integrato
- Il progetto di vita riguarda i vari aspetti dello
sviluppo ella persona vita biologica, vita
affettiva, vita sociale , vita culturale e vita
professionale - Nel progetto vi sono dei progetti che riguardano
gli apprendimenti, la riabilitazione,
l'educazione e la terapia dove è necessario - Insegnare a gestire i passaggi e le
discontinuitàl'adattamento nei passaggi da un
contesto e da un ruolo all'altro e i cambiamenti
che intervengono nel percorso di vita(cambiamenti
della rete di riferimento, cambiamento nelle
figure di riferimento,trasformazioni nel processo
di sviluppo bio-psico-sociale dall'infanzia alla
vecchiaia
6Gestire la vulnerabilità
- La persona disabile si sente ed è anche spesso
più vulnerabile l'azione educativa serve a
rinforzare le capacità di fare fronte alle
avversità dell'esistenza - Il deficit non è di per sé traumatizzante è il
contesto familiare e sociale che può trasformare
la differenza in un fattore traumatico - Una disabilità acquisita costituisce una ferita
non solo nella carne e nel corpo della persona ma
anche nella mete e l'anima - Nel caso di una disabilità congenita si tratta di
prevenire il trauma e di sviluppare compensazioni
e potenzialità - Nel caso di una malattia o di un incidente
invalidanti si tratta di sostenere la persona
nell'elaborazione del trauma
7Accompagnamento ed assistenzialismo
- Il progetto di vita permette di costruire una
identità competente cioè un sé reale che sa
decidere, agire con consapevolezza e adattarsi
alle situazioni nuove che incontra - Occorre tenere in considerazione sul piano
metodologico alcuni aspetti fondamentali se si
vuole favorire linclusione e chiedersi come
rendere il processo di sostegno un processo
inclusivo? - accogliere la complessità e lavorare con la
complessità rappresentata dal mondo fisico,
psichico e sociale della disabilità evitare di
ridurre questa complessità perché semplicemente
sembra garantire il controllo esterno del
processo, mentre si tratta di imparare a
conoscere il modo complesso con il quale il
soggetto disabile acquisisce competenze - lavorare con la pluralità dei soggetti e dei
punti di vista investiti nella realizzazione
dellintervento educativo, riabilitativo e
terapeutico. Creare le condizioni per una buona
integrazione operativa di questi punti di vista
(educatori, insegnanti, operatori della
riabilitazione, assistenti, psichiatri,
psicologi, operatori sociali dei servizi,
genitori e lo stesso soggetto disabile) - nel caso delle disabilità più gravi, ragionare in
termini di complessità per fornire risposte
complesse e non semplificate
8Dall'assistenzialismo all'autonomia
- offrire una molteplicità di esperienze e di
luoghi di vita nella società scuola, formazione
professionale, lavoro, attività di
socializzazione - promuovere le buone prassi, che non sono le
eccellenze, ma quelle prassi trasferibili in
diverse situazioni e contesti e che possono
funzionare per tutti sono le prassi educative e
pedagogiche ripetibili e messe a disposizione di
tutti. - limportanza del lavoro in équipe e della
documentazione rispetto al progetto educativo
individualizzato e al progetto di vita favorire
in questo modo la possibilità per gli operatori
dei servizi di conoscere la storia del percorso
del soggetto e offrire anche così le tracce e la
memoria degli apprendimenti e delle competenze
acquisite dal soggetto disabile.
9La pedagogia della complessità
- Il filosofo francese Edgar Morin nel recente
testo,I sette saperi necessari all'educazione
del futuro scrive Siamo esseri infantili,
nevrotici, deliranti, pur essendo razionali.
Tutto ciò costituisce la stoffa propriamente
umana. - lessere umano è un essere ragionevole e
irragionevole, capace di misura e di dismisura,
soggetto di unaffettività intensa e instabile
sorride, ride, piange, ma sa anche conoscere
oggettivamente è un essere serio e calcolatore,
ma anche ansioso, angosciato, gaudente, estatico,
è un essere di violenza e di tenerezza, di amore
e di odio è un essere pervaso dallimmaginario e
che può riconoscere il reale è un essere che
conosce la morte e non può credervi, che serve il
mito e la magia, ma anche la scienza e la
filosofia.
10L'atto di rilegare(di reliance) secondo Morin
- Le tre fonti dello sviluppo sono lindividuo, la
specie e la società e il principio basilare
dell'etica educativa è quello che Morin chiama
lacte de la reliance cioè l'atto di rilegare
il soggetto disabile con gli altri, di
ricostruire il legame interrotto con la comunità,
la società e anche la specie umana. - Come dice Morin lazione educativa deve ridare
vitalità all'individuo/specie/società sapendo che
vi è l'incertezza del percorso e delle possibili
risposte.
11Consiglio metodologico
- lessere umano è un essere ragionevole e
irragionevole, capace di misura e di dismisura,
soggetto di unaffettività intensa e instabile
sorride, ride, piange, ma sa anche conoscere
oggettivamente è un essere serio e calcolatore,
ma anche ansioso, angosciato, gaudente, estatico,
è un essere di violenza e di tenerezza, di amore
e di odio è un essere pervaso dallimmaginario e
che può riconoscere il reale è un essere che
conosce la morte e non può credervi, che serve il
mito e la magia, ma anche la scienza e la
filosofia.
12Una etica della comprensione nella relazione di
aiuto , di cura ed educativa
- Ogni operatore dovrebbe avere una etica della
comprensione nella relazione di aiuto con il
soggetto disabile etica della comprensione che
si basa su alcuni principi pratici fondamentali - comprendere in modo disinteressato (sentire la
propria responsabilità nei confronti dellaltro
non in quanto ci interessa, ma in quanto altro)? - comprendere l'incomprensione
- sapere che la comprensione non scusa e non accusa
- avere interiorizzato il principio di tolleranza
- accettare e riconoscere la complessità di ogni
processo di apprendimento - sapere collegare luniversale e il particolare
- considerare l'incertezza come una risorsa per la
ricerca - fare con e non per
- fare partecipare il soggetto disabile alle
decisioni che riguardano il proprio progetto
educativo.
13La resilienza e la costruttiva tessitura di sé
- La resilienza è la capacità di fare fronte alle
avversità della vita e a ricostruire la propria
esistenza dopo un trauma - Boris Cyrulnik, il neuropsichiatra francese,
parla di capacità di rimbalzare dopo un evento
traumatico parla dei feriti dell'anima che
riescono a ricostruire la propria vita nonostante
la ferita psichica. - Ogni persona è come un lavoro a maglia tra il
mondo esteriore e il mondo esteriore la ferita
psichica e fisica(il trauma) rompe qualcosa.
Occorre comprendere come può avvenire la
riparazione cioè come possa rimbalzare la
persona ferita - Ogni progetto di sostegno-accompagnamento deve
dare il sentimento della stabilità affettiva(deve
funzionare come una bolla affettiva)
importanti sono le figure , i contesti e le
situazioni che posso produrre un attaccamento
sicuro che offri questa stabilità affettiva per
riattivare tutte le energie vitali della persona - La relazione di aiuto o di cura deve funzionare
come spazio che offre la possibilità della
narrazione, la possibilità di parlare di sé e di
raccontarsi
14L'immagine della disabilità nella letteratura e
nell'arte la rappresentazione di sé e dell'altro
- Cinematografia(vedi per esempio Elefant Man)?
- Letteratura
- Arte pittorica e fotografica-pubblicitaria
- Nella letteratura Notre Dame e il gobbo
Quasimodo , L'uomo che ride di Victor Hugo,
L'idiota di Dostoievskij,Uomini e topi di John
Steinbeck, Frankenstein di Mary Shelley - Nelle fiabe La bella e la bestia di Gilles
Perrault(film di Jean Cocteau), Enrichetto dal
ciuffo di Perrault la rappresentazione che
ognuno si fa dell'altro - La favola di Oscar Wilde Il compleanno
dell'infanta - I racconti dei fratelli Grimm Gian-Porcospino-mio
- I racconti di H.C.Andersen il brutto
anatroccolo(la funzione dello specchio nella
costruzione dell'io-Jacques Lacan)?
15L'insegnamento di Gilles Perrault
- Non dispiace affatto avere molti figli quando
sono belli, ben fatti, alti di statura e con un
aspetto brillante ma se uno di loro è debole e
non parla, lo si disprezza, gli si fa il verso,
lo si prende in giro qualche volta però sarà
questo marmocchio a fare la felicità di tutta la
famiglia.(Pollicino)?