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Diapositiva 1

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Title: Diapositiva 1 Author: Dominick Created Date: 4/17/2002 12:00:27 PM Document presentation format: Presentazione su schermo (4:3) Company: Famiglia – PowerPoint PPT presentation

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Title: Diapositiva 1


1
LA PROVVIDA SVENTURA IN MANZONI Presentazione a
cura di Tarcisio Muratore
  • La fede in Dio indusse Manzoni a considerare il
    dolore non come cieco ed inutile, ma come una
    caratteristica naturale e significativa della
    condizione umana. Il poeta giunge a formulare il
    concetto di provvida sventura, ossia vede nella
    sofferenza un segno della presenza di Dio, che
    mette alla prova le sue creature, ma non le
    abbandona.
  • Il dolore è anche un segno dell'amore di Dio,
    poiché redime e santifica la vita, o rende degni
    di una vita migliore coloro che lo sopportano con
    rassegnazione e con fede.
  • In effetti, nella storia di Manzoni non c'è
    soluzione di continuità fra il periodo che
    precede e quello che segue il ritorno alla fede
    cattolica, dato che la conversione rappresenta,
    da una parte, l'inizio di un esame più profondo
    della vita (che gli appare sotto una luce più
    severa e dignitosa, come una missione) e,
    dall'altra, determina una conferma dei suoi
    ideali di giustizia, di libertà e di progresso e
    delle sue più nobili convinzioni.

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La religiosità del poeta appare moderna e
concreta, poichè egli sottolinea la novità del
Vangelo nel suo contenuto sociale.
Come afferma De Sanctis, la sua conversione è
"l'idea del secolo battezzata come idea
cristiana, l'uguaglianza degli uomini tutti
fratelli in Cristo, la riprovazione degli
oppressori e la glorificazione degli oppressi, è
la famosa triade libertà, uguaglianza,
fratellanza vangelizzata, è il Cristianesimo
ricondotto alla sua idealità e armonizzato con lo
spirito moderno".
Manzoni giunge pertanto non solo ad una profonda
consapevolezza della condizione umana, ma scopre
anche l'importanza della fede, che è vista come
completamento e conforto della ragione. In
effetti, nelle Osservazioni sulla morale
cattolica (pubblicate nel 1819 e poi nel 1855),
che sono una confutazione di certe affermazioni
dello storico ginevrino Sismondo dei Sismondi,
che aveva accusato la Chiesa e la morale
cattolica di essere state motivo di corruttela in
Italia, appare la sua tendenza a conciliare i
princìpi cristiani con le istanze più valide del
pensiero contemporaneo.
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Jean Simonde de Sismondi Nato a Ginevra nel
1773, Sismondi fu storico, letterato ed
economista. Nel 1793 partì dalla Svizzera per
ragioni politiche e si recò in Inghilterra, dove
si interessò di economia, e quindi soggiornò in
Italia, stabilendo la sua residenza in
Toscana. Avversato per il suo presunto aderire ad
idee giacobine, anche qui si dedicò agli studi
economici. Quando tornò a Ginevra, venne nominato
segretario della Camera di Commercio.Fu amico di
Madame de Stael, di cui frequentava il salotto al
castello di Coppet.Sostenne sempre una politica
economica liberale e favorì la politica
napoleonica. Come storico è autore di una
"Histoire des républiques italiennes du Moyen
age" e di una "Histoire des Français. In ambito
letterario fu uno dei fondatori della critica
romantica e in economia volgarizzò le idee di
Adam Smith con l'opera in due volumi "De la
richesse commerciale".
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VISIONE PROVVIDENZIALE DELLA STORIA Anche la
storia appare ora al Manzoni non come una catena
di errori, come voleva l'Illuminismo, né come il
risultato delle azioni e delle ambizioni dei
potenti, ma come il frutto delle sofferenze e
delle lotte degli umili e delle masse essa è
però soprattutto il risultato della volontà di
Dio (PROVVIDENZA), che nella storia realizza suoi
precisi disegni.
La fede religiosa ispira anche l'atteggiamento
del poeta nei confronti dei problemi politici del
suo tempo preferisce i metodi legali ed
incruenti per la realizzazione della libertà dei
popoli a quelli violenti e sanguinari messi in
atto, ad esempio, dai rivoluzionari francesi.
Egli prese parte, con gli scritti, alla lotta per
la libertà italiana e contribuì, con le idee,
alla trasformazione in senso moderno e attivo
della cultura del suo tempo operò quindi per
l'eliminazione della secolare frattura esistente
fra i dotti e il popolo. Di questo impegno è una
testimonianza il modo come egli impostò e portò a
soluzione il problema della lingua, a partire
dagli Inni Sacri. Rifiutando la lingua dotta,
sostenuta dalla Crusca e dai neoclassici, egli fu
per una lingua viva e nuova la scelta finale (I
promessi sposi, edizione del 1840) del fiorentino
parlato (anche se quello della classe colta)
conferma la sua idea circa la necessità di
abolire il distacco fra lingua letteraria e
lingua dell'uso, ossia fra intellettuali e popolo.
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  • LA PROVVIDA SVENTURA NELLE DIVERSE OPERE
  • TRAGEDIE
  • ADELCHI ( Coro dellatto quarto convinzione
    circa la soluzione ultraterrena di tutto ciò che
    nella vita è dolore e mistero). Personaggi
    emblematici Ermengarda e lo stesso Adelchi.
  • ODI
  • CINQUE MAGGIO ( le sconfitte, come l'esilio di
    Napoleone, avvicinano l'uomo alla fede e gli
    fanno conquistare qualcosa di molto più alto e
    prezioso, la salvezza dell'anima).
    Personaggio emblematico Napoleone.
  • I PROMESSI SPOSI
  • Lintero romanzo testimonia il concetto di
    provvida sventura, i cui personaggi emblematici
    sono Lucia e Renzo.

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  • LE TRAGEDIE
  • Manzoni compose due tragedie e ne abbozzò altre
    due, Spartaco e Ataulfo, ma si allontanò del
    tutto dallo schema classicistico. Le due
    tragedie, Il conte di Carmagnola (1820) e Adelchi
    (1822), sono in cinque atti e in endecasillabi,
    come voleva la retorica corrente, ma sono
    assolutamente originali per struttura e spirito.
    Manzoni respinge le unità aristoteliche, perché
    gli impedirebbero unarticolazione piena e libera
    della vicenda.
  • Nella tragedia obbediente a queste unità,
    lazione scenica non poteva sintetizzare
    unazione reale superiore alle ventiquattro ore
    Manzoni invece diluisce nellAdelchi un periodo
    di tre anni e ne Il conte di Carmagnola un
    periodo di sette.
  • E neanche rispettava lunità di luogo ne Il
    Conte di Carmagnola lazione si svolge ora sul
    campo di battaglia, ora nelle aule del senato
    veneto nellAdelchi presso il campo di Carlo
    Magno, nella reggia di Desiderio, nel convento
    dove Ermengarda muore e in altri luoghi.
  • Quanto allazione, non è strettamente unitaria,
    semmai è essenziale, cioè lautore non indulge a
    storie marginali.
  • I Cori - Nellantica tragedia greca aveva grande
    importanza il coro, cioè un insieme di
    personaggi, un gruppo di cittadini, di vecchi,
    ecc., dialogante con personaggi singoli era
    quindi insopprimibile. I Cori di Manzoni, uno ne
    Il conte di Carmagnola e due nellAdelchi,
    rappresentano un cantuccio lirico in cui il poeta
    espone le sue personali considerazioni e dà al
    lettore la chiave di lettura intellettuale e
    morale di ciò che si sta svolgendo. Il Coro
    potrebbe anche essere eliminato dalla
    rappresentazione, senza che per questo il filo
    del fatto tragico subisca una menomazione.

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L'argomento de Il Conte di Carmagnola deriva da
un episodio della guerra tra Venezia e Milano
verificatosi nel primo Quattrocento. Francesco
Bussone, detto il Carmagnola, un capitano di
ventura, era passato al servizio dei Veneziani
dopo aver militato per il duca di Milano e aveva
sconfitto (nella battaglia di Maclodio, del
1427), i suoi precedenti alleati. Secondo l'uso
delle compagnie di ventura, aveva però lasciato
liberi i prigionieri e perciò era stato accusato
di tradimento e condannato a morte dai Veneziani.
Manzoni presuppone l'innocenza del Conte e,
adottando una prospettiva religiosa, costruisce
la tragedia intorno alla persona dell'innocente
ingiustamente condannato.
Le vicende rappresentate nellAdelchi si svolgono
durante la guerra del 772-774 tra i Franchi e i
Longobardi. Carlo, re dei Franchi, ha ripudiato
Ermengarda, figlia di Desiderio, re dei
Longobardi e sorella di Adelchi. Quando la regina
ripudiata torna dal padre, alla corte di Pavia,
Desiderio giura di vendicarsi. Fallito un accordo
con il papa, al quale i Longobardi avevano
sottratto alcuni territori, si giunge alla guerra
con i Franchi. Lesercito di Carlo, varcate le
Alpi attraverso un passo indifeso indicatogli dal
diacono Martino, sorprende gli avversari e li
sconfigge, nonostante la strenua difesa di
Adelchi. Nel convento di Brescia, dove si era
ritirata, Ermengarda trova nella morte la pace
desiderata. Lavanzata dei Franchi è
inarrestabile. A Verona, Adelchi, con i pochi
soldati fedeli, tenta una disperata resistenza e
viene ferito a morte. Adelchi, morente, è
trasportato nella tenda di Carlo, dove si trova
prigioniero anche Desiderio.
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  • LE ODI
  • Manzoni abbraccia gli ideali patriottici e
    risorgimentali, auspicando l'indipendenza e
    l'unificazione delle regioni italiane esprime le
    sue idee soprattutto nelle quattro appassionate
    Odi civili.
  • Al 1821 appartengono due odi civili, notevoli
    per l'autenticità di ispirazione Marzo 1821 e Il
    Cinque Maggio. La prima è una testimonianza
    (insieme al coro dellatto secondo del Conte di
    Carmagnola, al coro dell'atto terzo dellAdelchi
    e a molte pagine dei Promessi Sposi) del
    patriottismo del Manzoni, che si fonde con la
    religiosità dellautore la libertà dell'Italia è
    vista come il risultato di una crociata, perché
    la lotta che gli Italiani sosterranno sarà
    benedetta da Dio, che più volte nella storia è
    intervenuto in difesa dei popoli oppressi.
  • Nel Cinque Maggio ritorna il concetto di
    provvida sventura che pone Napoleone (come già
    Ermengarda), per quello che ha sofferto e per la
    sua fede in Dio, al di sopra degli odi umani.
    Affiora inoltre nel componimento la concezione
    della storia intesa come realizzazione degli
    imperscrutabili disegni di Dio.

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I PROMESSI SPOSI
Negli anni compresi tra il 1821 e il 1827 ha
luogo la composizione dei Promessi Sposi, la cui
prima edizione, in tre volumi, fu pubblicata nel
1827 (la cosiddetta ventisettana), dopo la
stesura del Fermo e Lucia (che però costituisce
praticamente un romanzo a sé e venne publicato
postumo, nel 1905) mentre ledizione definitiva
vide la luce tra il 1840 e il 1842 (la cosiddetta
quarantana). Nell'opera, che appartiene al
genere del romanzo storico, le piccole vicende
dei due giovani protagonisti si intrecciano con
quelle della guerra dei trent'anni e con le
ripercussioni che essa ebbe in Italia
dall'assedio di Casale alla discesa dei
lanzichenecchi ed alla peste del 1630. I
principali elementi del romanzo sono        
- la cornice storica         - la scoperta e
lo studio di ambienti inediti e di aspetti della
realtà mai trattati dalla letteratura precedente
        - lo studio dei personaggi        
- il messaggio         - la lingua.
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La cornice storica è rappresentata dal Seicento,
che con i suoi aspetti molteplici (servitù
politica, prepotenza dei ceti privilegiati,
povertà morale, decadenza culturale ed economica)
si presenta sotto certi aspetti come il vero
protagonista dell'opera. Tipicamente romantico e
manzoniano appare inoltre il recupero degli
ambienti inediti, per cui, oltre ai grandi
palazzi ed agli ambienti sfarzosi, appaiono le
modeste case del curato e del sarto, il paese di
Pescarenico ed il Lazzaretto. Nello studio dei
personaggi, inoltre si manifesta la grande
attenzione dell'autore riguardo ai sentimenti ed
alla complessità stessa dell'uomo, che si
traduce, nei suoi risultati, in una lezione di
umanità. Nel romanzo, il Manzoni esprime
compiutamente il suo mondo poetico e religioso e
traccia un quadro austero e sofferto della vita,
affermando la presenza del dolore, che appare
utile alla luce della fede (provvida sventura,
appunto). Lopera, inoltre, contiene la concreta
soluzione offerta dal poeta al problema della
lingua (questione della lingua).
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Due parole-chiave ne I promessi
sposi provvidenza e sventura Ricerca
elettronica di T. Muratore - 2002
  • PROVVIDENZA ricorre 20 volte (in 12 capitoli
    sui 38 complessivi).
  • SVENTURA/E-SVENTURATO/A ricorrono 16 volte (in
    11 capitoli sui 38 complessivi). 10 volte
    sventura/e 6 volte sventurato/a.

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IL ROMANZO STORICO
In questo periodo cominciano a diffondersi le
traduzioni dei romanzi di Walter Scott del
Kenilworth, nel 1821 di Ivanhoe e della Legend
of Montrose, nel 1822 di The Hearth of
Midlothian, nel 1823. Riallacciandosi al grande
romanzo, soprattutto francese, del XVIII secolo e
prendendo le mosse dai romanzi neri, lo scrittore
scozzese adopera la storia sforzandosi di
mostrare poeticamente la realtà storica
nella rappresentazione delle grandi crisi della
storia inglese (Lukàcs, 1972). Tuttavia in Scott
la storia è ridotta, declassata alla stregua
della divagazione, del capriccio,
dellavventuroso movimento (Bertacchini,
1964), diventa un pretesto per una serie di
avventurose invenzioni romanzesche
pseudostoriche, quindi. Proprio l avventuroso
movimento, lo slancio immaginativo e
sentimentale dei romanzi di Scott esercitano
unenorme influenza sugli scrittori italiani,
mentre passa in secondo piano la ricerca e la
documentazione è il caso de Il Castello di
Trezzo, del Bazzoni e della Sibilla Odaleta del
Varese, ma anche de La battaglia di Benevento del
Guerrazzi tutti pubblicati nel 1827, lanno nel
quale perciò si fissa la data di nascita del
romanzo italiano. Lanno in cui viene pubblicata
anche la prima edizione de I promessi sposi.
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IL ROMANZO NERO (O DELL'
ORRORE O GOTICO) Nella seconda metà del '700, in
Inghilterra, la nuova sensibilità per il lato
oscuro, favorisce la nascita del romanzo gotico,
le cui caratteristiche sono l'ambientazione
medievale stravagante e la trama complicata,
nella quale i protagonisti sono fanciulle
perseguitate, fatti di sangue, fantasmi,
vendette, matrimoni mancati e monaci
corrotti.L'ambientazione predilige scenari come
cupi conventi, castelli pieni di segreti ed
infestati dai fantasmi, luoghi pieni di
significati simbolici. In questi romanzi il
protagonista non è mai l'eroe positivo, ma sempre
un personaggio inquietante. Nonostante le sue
origini inglesi, il romanzo gotico colloca le sue
storie in Italia, in Spagna e in Corsica,
considerate luoghi ricchi di mistero e
particolarmente predisposti allo sviluppo di
vicende complesse, di intrighi. Le opere più
famose del filone nero o gotico sono 1 "Il
castello di Otranto di Horace Walpole.2 "I
misteri di Udolfo di Ann Radcliffe .3 "Il
confessionale dei Penitenti Neri di Ann
Radcliffe .4 "Il monaco di Matthew Gregory
Lewis .5 "Vathek di William Beckford .6
"Malmoth di Charles Robert Maturin. Le
caratteristiche dei romanzi sopra elencati sono
le stesse, con una differenza alcuni finiscono
razionalmente, altri sostengono anche nel finale
che le creature di cui si parla esistano
veramente .Un secondo filone di romanzo nero è
costituito dalle opere le quali hanno come
protagonista la figura del vampiro .
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La questione della lingua ne I promessi sposi
Il problema di una lingua capace di raggiungere
un popolo di lettori quanto più vasto possibile
era stato risolto nel Fermo e Lucia con un audace
compromesso fra lingua letteraria e lingua duso
(lombardo). Ne era derivato un ibrido che
indubbiamente non poteva soddisfare Manzoni, la
cui preoccupazione per la questione della lingua,
nel caso in esame, è testimoniata dalle due
Introduzioni (poi soppresse) che aprono e
chiudono il Fermo e Lucia (Ceserani-De
Federicis).
Il rifiuto delle lingua letteraria tradizionale,
troppo retorica e lontana dal popolo, porta
quindi lo scrittore alla ricerca di una lingua
duso adatta alla composizione di un romanzo
veramente nazionale non municipale lingua
che, alla fine, nella Ventisettana si identificò
con il Fiorentino tre-cinquecentesco delle
cronache, delle novelle, dei memoriali e dei
testi scientifici.
Tuttavia, la scelta non soddisfa del tutto
Manzoni. Così, nello stesso 1827, si reca in
Toscana con il proposito di apprendervi la lingua
viva. Manzoni così risponde allesigenza di
superare lo scarto fra lingua scritta e lingua
parlata in funzione antiretorica, attraverso
lutilizzo stilistico di uneffettiva lingua
sociale (Ceserani-De Federicis). Il romanzo
viene completamente rivisto sotto il profilo
linguistico. Ne deriverà ledizione definitiva,
la Quarantana.
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