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Guernica

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... Cambridge '67, Roma '74), ... per poi trasformarla in una rivoluzione armata contro il potere borghese. ... Tornato alla direzione de Il Popolo d'Italia, ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Guernica


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Guernica
  • La voce della libertà

2
(No Transcript)
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St. ArtePablo Picasso1881-1973
4
Pablo PicassoBiografia
  • Pablo Picasso nacque a Málaga nel 1881, in
    Spagna, primogenito di José Ruiz y Blasco e María
    Picasso y López . Il padre di Picasso, José Ruiz,
    era un pittore specializzato nella
    rappresentazione naturalistica (soprattutto degli
    uccelli), in vita fu professore presso la locale
    scuola di belle arti e curatore di un museo. Il
    giovane Picasso manifestò sin da piccolo passione
    e talento per il disegno. Fu il padre ad
    impartire a Picasso le basi formali dell'arte
    figurativa, quali il disegno e la pittura a olio.
    Picasso non completò i corsi superiori
    all'Accademia di San Fernando di Madrid,
    lasciando l'istituto entro il primo anno di
    studi. Nei primi anni del XX secolo, a Parigi, il
    giovane Picasso iniziò una lunga relazione
    affettiva con Fernande Olivier. È lei che appare
    ritratta in molti dei quadri del "periodo rosa".
    Fu lasciata per Marcelle Humbert, che Picasso
    chiamava Eva, inserendo dichiarazioni d'amore per
    lei in molti dei suoi quadri cubisti. Nel 1918
    sposò a Parigi Olga Khokhlova, una ballerina
    della troupe di Sergei Diaghilev, per cui Picasso
    stava curando il balletto Parade. La Khokhlova
    introdusse Picasso nell'alta società parigina
    degli anni venti. L'insistenza della moglie sul
    corretto apparire in società collideva però con
    lo spirito di Picasso creando tra i due motivo di
    continua tensione. Il matrimonio con Olga
    Khokhlova si concluse in una separazione anziché
    in un divorzio perché secondo le leggi francesi
    un divorzio avrebbe significato dividere
    equamente le proprietà della coppia tra i due
    coniugi, cosa che Picasso non volle fare. I due
    rimasero legalmente sposati fino alla morte della
    Khokhlova, avvenuta nel 1955. Negli ultimi lavori
    Picasso si dedica alla produzione di ceramiche da
    lui decorate. Pablo Picasso morì per un attacco
    di cuore l'8 aprile 1973 a Mougins, in Provenza,
    dove aveva fatto erigere la propria residenza .
    Fu sepolto nel parco del castello di Vauvenargues.

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Periodo blu e rosa
  • Il periodo blu
  • Il "periodo blu" (1901-1904) consiste di dipinti
    cupi realizzati nei toni del blu e del turchese,
    solo occasionalmente ravvivati da altri colori.
    Si tratta, come dice il nome stesso, di una
    pittura monocromatica, giocata sui colori freddi,
    dove i soggetti umani rappresentati, appartenenti
    alla categoria degli emarginati e degli
    sfruttati, sembrano sospesi in un'atmosfera
    malinconica. 1L'inizio del periodo è incerto tra
    la primavera del 1901 in Spagna o l'autunno dello
    stesso anno a Parigi. Nel suo austero uso del
    colore e nei soggetti (prostitute e mendicanti
    sono soggetti frequenti) Picasso fu influenzato
    da un viaggio attraverso la Spagna e dal suicidio
    dell'amico Carlos Casagemas. Lo stesso umore
    pervade la nota acquaforte Il pasto frugale
    (1904) che ritrae un uomo cieco e una donna,
    entrambi emaciati, seduti ad una tavola
    praticamente vuota. Anche la cecità è un tema
    ricorrente nei lavori di Picasso di questo
    periodo. Altri soggetti frequenti sono gli
    artisti, gli acrobati e gli arlecchini. Questi
    ultimi, dipinti nel tipico costume a quadri,
    diventano un simbolo personale dell'artista.
  • Il periodo rosa
  • Il "periodo rosa" ( anno 1905-1907) è composto da
    uno stile più allegro, caratterizzato dai colori
    rosa e arancione e ancora contraddistinto dagli
    arlecchini. In questo periodo Picasso frequenta
    Fernande Olivier e molti di questi lavori
    risentono positivamente della relazione tra i
    due, oltre che del contatto con la pittura
    francese. Nel Periodo Rosa è presente un
    rinnovato interesse per lo spazio ed il volume,
    ma nel quale la malinconia, per quanto temperata,
    è sempre presente. I soggetti privilegiati sono
    arlecchini, saltimbanchi, acrobati ambulanti o
    comunque soggetti legati al mondo del circo quasi
    tutti i quadri rappresentano le persone del circo
    dietro le quinte, ma mai sul palco. Oltretutto
    Picasso pubblica dei dipinti "spinti" ad esempio
    donne mestruate o scene sessuali.
  • Il periodo africano
  • Picasso ebbe un periodo in cui la sua arte
    risultò influenzata dall'arte africana
    (1907-1909) se ne considera l'inizio il quadro
    Les demoiselles d'Avignon, in cui due figure
    sulla destra del dipinto sono ispirate da oggetti
    d'artigianato africano. Le idee sviluppate in
    questo periodo portano quindi al successivo
    periodo cubista. Nell'opera di Les Demoiselles
    d'Avignon Picasso, attraverso l'abolizione di
    qualsiasi prospettiva o profondità, abolisce lo
    spazio si simboleggia perciò una presa di
    coscienza riguardo una terza dimensione non
    visiva, ma mentale. Nella realizzazione delle
    figure centrali Picasso ricorda la scultura
    iberica, mentre nelle due figure di destra è
    evidente l'influsso delle maschere rituali
    dell'Africa. Soprattutto la figura in basso, con
    gli occhi ad altezza diversa, la torsione
    esagerata del naso e del corpo, evidenzia come
    Picasso sia giunto alla simultaneità delle
    immagini, cioè la presenza contemporanea di più
    punti di vista.La struttura dellopera è data da
    un incastro geometricamente architettato di piani
    taglienti, ribaltati sulla superficie della tela
    quasi a voler rovesciare gli oggetti verso lo
    spettatore, coinvolto direttamente dalla fissità
    dello sguardo delle figure femminili e dallo
    scivolamento della natura morta quasi fuori del
    quadro. Limmagine si compone di una serie di
    piani solidi che si intersecano secondo
    angolazioni diverse. Ogni angolazione è il frutto
    di una visione parziale per cui lo spazio si
    satura di materia annullando la separazione tra
    un corpo ed un altro.

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Cubismo sintetico e analitico
  • Il cubismo analitico
  • Il "cubismo analitico" (1909-1911) è fondato
    sull'idea di cogliere l'oggetto da tutti i punti
    di vista simultaneamente,che dà al quadro una
    particolare densità, anche se talvolta questo non
    sempre è perfettamente leggibile. La
    scomposizione della forma ha qualcosa di lucido e
    selvaggio allo stesso tempo il cubismo
    picassiano è strettamente imparentato alla
    visione dirompente del periodo "africano".
  • Il cubismo sintetico
  • Il "cubismo sintetico" (1912-1913) rappresenta un
    successivo sviluppo del cubismo. Nelle
    composizioni di questi anni vengono spesso
    inseriti frammenti di carta, carta da parati,
    carta di giornale che vengono riportati sulla
    tela. I cubisti come Juan Gris utilizzano
    tecniche come il collage e il papier collè.
  • Classicismo e surrealismo
  • Nel periodo successivo alla prima guerra mondiale
    Picasso produsse lavori di stile neoclassico.
    Questo "ritorno all'ordine" . Durante gli anni
    '30 il minotauro sostituisce l'arlecchino come
    motivo ricorrente e compare anche in "Guernica".
    L'uso del minotauro è parte da ascriversi
    all'influenza del surrealismo. Considerato da
    molti il più famoso lavoro di Picasso, Guernica è
    dedicato al bombardamento tedesco della cittadina
    basca di Guernica ed è rimasto esposto al Museum
    of Modern Art di New York fino al 1981, anno in
    cui è stato restituito alla Spagna. Esposto
    inizialmente al Casón del Buen Retiro, nel 1992 è
    stato trasferito al Reina Sofía in occasione
    della sua apertura.

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Guernica (Picasso)
  • Interpretazione
  • Dato il diverso tema originario dell'opera (la
    commemorazione della morte di un famoso torero
    dell'epoca, come detto prima), le interpretazioni
    in chiave antibellica sono piuttosto discordanti,
  • Interpretazione antibellica
  • Rispettando le linee generali del secolo,
    l'artista spagnolo esprime in Guernica la sua
    opposizione ai regimi totalitari che si diffusero
    in Europa nel corso del XX secolo, e lo fa
    mediante la rappresentazione di un terribile
    evento bellico la distruzione, durante la Guerra
    civile spagnola 1936-1939. Picasso leva alta la
    sua voce contro l'eccidio e si schiera dalla
    parte degli oppressi. Nell'opera però non ci sono
    elementi che richiamino al luogo e al tempo
    niente ci indica che si tratti di un
    bombardamento, ad eccezione di quello che, a
    destra, può sembrare un palazzo in fiamme. È
    piuttosto una protesta contro la violenza, la
    distruzione, la guerra in generale. Ecco allora
    l'interpretazione che si può dare al toro che
    appare nella parte sinistra del quadro esso
    rappresenta il Minotauro, figura mitica e simbolo
    di bestialità, che contribuisce proprio ad
    universalizzare il significato del quadro. La
    lampada ad olio in mano ad una donna che scende
    le scale e posta al centro dell'opera, indica la
    ragione che non comprende il bombardamento e la
    distruzione (oppure la verità che compare sul
    luogo dell'orrore) la colomba a sinistra,
    simbolo della pace, ha un moto di strazio prima
    di cadere a terra, mentre il cavallo agonizzante
    simboleggia il popolo spagnolo degenerato. La
    violenza e la sofferenza traspaiono
    esplicitamente guardando, sulla sinistra
    dell'opera, la madre che grida al cielo,
    disperata, con il figlio senza vita tra le
    braccia da contraltare ad essa, l'altra figura
    aparentemente femminile a destra che alza,
    disperata, le braccia al cielo. In basso nel
    dipinto c'è un cadavere, egli ha una stigmate
    sulla mano sinistra come simbolo di innocenza
    verso la crudeltà nazi-fascista e nella mano
    destra stringe una spada spezzata da cui sorge un
    pallido fiore quasi a dare speranza per un futuro
    migliore. L'alto senso drammatico nasce dalle
    deformazioni dei corpi, dalle linee che si
    tagliano vicendevolmente, dalle lingue aguzze che
    fanno pensare a urli disperati e laceranti,
    dall'alternarsi di campi bianchi, grigi, neri,
    che accentuano la dinamica delle forme contorte e
    sottolineano l'assenza di vita a Guernica. Ma
    esso nasce anche dalle grandi dimensioni del
    quadro, che impongono i contenuti con evidenza
    immediata. Enormi dimensioni che furono scelte
    perché questo quadro doveva anche rappresentare
    una sorta di manifesto che "esponesse" al mondo
    la crudeltà e l'ingiustizia della guerra,
    qualunque essa fosse.
  • Interpretazione commemorativa in morte di un
    torero
  • Essendo origariamente un quadro dedicato ad un
    torero, ovviamente il toro ed il cavallo sono
    riferiti alla corrida. Il torero morente, con la
    spada in mano, è l'altro evidente tratto
    dell'ambientazione tauromachica. Picasso aggiunse
    altri piccoli particolari (la lampadina ad
    esempio) in seguito al cambio di destinazione e
    di nome. Picasso non vide mai con i suoi occhi il
    bombardamento di Guernica, ma si fidó
    principalmente delle fonti correnti.

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EPISODIO DI GUERNICA
  • Dipinta in Olio su tela, alta 354 cm e larga 782
    cm, l'opera, dalla immediata forza evocativa,
    divenne ben presto emblema ed è sempre stato
    considerato come denuncia contro la guerra per
    l'immediatezza con cui raffigura persone,
    animali, ed edifici straziati dalla violenza e
    dal caos del bombardamento a tappeto, dando
    efficacemente il senso della disumanità,
    brutalità e disperazione della guerra, e la
    crudeltà del bombardamento di civili. Essendo la
    cittadina sede di un fabbrica di armi, di un
    deposito ferroviario e di un grosso svincolo
    utilizzato dai repubblicani, fu bombardata si, ma
    soprattutto distrutta dalle truppe in sfollamento
    per lasciare terra bruciata al nemico e per farne
    un caso internazionale . Situata sul fronte
    ovvero in zona di operazioni belliche, fu
    occupata dai nazionalisti due giorni dopo il
    bombardamento.
  • Per incarico del governo repubblicano spagnolo il
    quadro cubista era destinato a decorare il
    padiglione spagnolo durante l'Esposizione
    mondiale di Parigi, del 1937. Dopo l'esposizione,
    quando il governo repubblicano era caduto,
    Picasso non permise che il suo dipinto più famoso
    venisse esposto in Spagna, dichiarando
    esplicitamente che avrebbe potuto tornarvi solo
    dopo la fine del franchismo. Venne quindi
    ospitato per molti anni al Museum of Modern Art
    di New York, e tornò in patria nel 1981, ad otto
    anni dalla morte di Picasso e sei da quella di
    Franco. Durante gli anni '70 fu un simbolo per
    gli spagnoli sia della fine del regime franchista
    che del nazionalismo, così come lo era stato
    prima, per tutta l'Europa, della resistenza al
    nazi-fascismo.
  • L'opera inizialmente non rappresentava il
    bombardamento della cittadina spagnola, ma era
    nata per commemorare la morte di un famoso torero
    dellepoca. L'artista prese spunto in modo
    particolare da un articolo in cui il giornalista
    descrisse la brutalità dell'evento, evidenziando,
    anche attraverso una fotografia, che la città era
    stata completamente rasa al suolo. Questo
    elemento è fatto risaltare in modo particolare
    tramite il cavallo infatti in esso non si riesce
    a notare quale sia il verso giusto.

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ErmetismoEugenio montale1896-1981
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Eugenio MontaleBiografia
  • Eugenio Montale nasce a Genova nella zona di
    Principe, il 12 ottobre 1896, in una famiglia di
    commercianti di prodotti chimici (il padre, tra
    l'altro, era il fornitore dell'azienda di Italo
    Svevo). Bianca Montale.
  • Ultimo di sei figli, il giovane Eugenio gode di
    quella libertà un po' trascurata e malinconica
    che di solito è riservata all'ultimo di molti
    fratelli.
  • E infatti, sebbene per lui, ai più lunghi studi
    classici, vengano preferiti quelli tecnici, a
    causa della sua salute precaria, e nel 1915 venga
    iscritto all'Istituto tecnico commerciale dove si
    diplomerà in ragioneria, il giovane Montale ha
    tutto l'agio di coltivare i propri interessi
    prevalentemente letterari, frequentando le
    biblioteche cittadine e assistendo alle lezioni
    private di filosofia della sorella Marianna,
    iscritta a Lettere e Filosofia.
  • Trascorre gli anni dellinfanzia e
    delladolescenza tra Genova e Monterosso, nelle
    Cinque Terre, dove i Montale possiedono una
    villa.
  • La sua formazione è dunque quella tipica
    dell'autodidatta, che scopre interessi e
    vocazione attraverso un percorso libero da
    condizionamenti che non siano quelli della sua
    stessa volontà e dei limiti personali.
    Letteratura (Dante in primo luogo) e lingue
    straniere sono il terreno in cui getta le prime
    radici l'immaginario montaliano assieme al
    panorama, ancora intatto, della Riviera ligure di
    levante Monterosso al Mare e le Cinque Terre,
    dove la famiglia trascorre le vacanze.
  • Grande Guerra e primo dopoguerra
  • Entrato all'Accademia militare di Parma, fa
    richiesta di essere inviato al fronte, e dopo una
    breve esperienza bellica in Vallarsa e Val
    Pusteria, venne congedato nel 1920.
  • Scabri ed essenziali, come egli definì la sua
    stessa terra, gli anni della giovinezza
    delimitano in Montale una visione del mondo in
    cui prevalgono i sentimenti privati e
    l'osservazione profonda e minuziosa delle poche
    cose che lo circondano la natura mediterranea e
    le donne della famiglia. Ma quel "piccolo mondo"
    è sorretto intellettualmente da una vena
    linguistica nutrita di instancabili letture, le
    più proficue che si possano desiderare quelle
    finalizzate al solo piacere della conoscenza e
    della scoperta. E in quella periferia d'Europa,
    negli stessi anni in cui D'Annunzio rimbomba per
    tutta la penisola, Montale ha la fortuna di
    scoprire non tanto una vocazione di poeta, quanto
    l'amore per la poesia.

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  • Avvento del Fascismo
  • Montale ha scritto relativamente poco quattro
    raccolte di brevi liriche, traduzioni di poesia
    e vari libri di traduzioni in prosa, due volumi
    di critica letteraria e uno di prose di fantasia.
    A ciò si aggiunga la collaborazione al Corriere
    della sera, ed è tutto. Il quadro è perfettamente
    coerente con l'esperienza del mondo così come si
    costituisce nel suo animo negli anni di
    formazione, che sono poi quelli in cui vedono la
    luce le liriche della raccolta Ossi di seppia.
    Era il momento dell'affermazione del fascismo,
    dal quale Montale prende subito le distanze
    sottoscrivendo nel 1925 il Manifesto degli
    intellettuali antifascisti . Montale vive questo
    periodo nella "reclusione" della provincia
    ligure.
  • L'emarginazione sociale a cui era condannata la
    classe di appartenenza, colta e liberale, della
    famiglia, acuisce nel poeta la percezione del
    mondo, la capacità di penetrare nelle impressioni
    che sorgono dalla presenza dei paesaggi naturali
    la solitudine genera il colloquio con le cose,
    quelle piccole e insignificanti della riviera
    ligure, o quella lontana e suggestiva del suo
    orizzonte, il mare. Una natura "scarna, scabra,
    allucinante", e un "mare fermentante" dal
    richiamo ipnotico, come solo quello mediterraneo
    abbacinato dal sole può suscitare. In una vita
    che appare già sconfitta prima ancora di
    cominciare, la natura ispira un sentimento di
    dignità profonda ed essenziale che è lo stesso
    che si prova leggendo le liriche del poeta.
  • Montale dunque entra silenziosamente, ma con
    l'impressionante "biglietto da visita"
    dell'edizione degli Ossi del '25, nell'officina
    della poesia italiana. Nel 1929 è chiamato a
    dirigere il Gabinetto scientifico letterario G.
    P. Vieusseux (ne sarà espulso nel 1938 dal
    fascismo)
  • Ultimi anni
  • . Nel poeta ligure confluiscono quegli spiriti
    della "crisi" che la reazione anti-dannunziana
    aveva generato fin dai Crepuscolari tutto ciò
    che era stato scritto con vena ribelle nel
    brulicante mondo poetico italiano tra le due
    guerre, in lui diventa poesia vera ed alta,
    l'ultima possibile prima di scoprire altre
    ragioni per essere poeti. E paradossalmente, il
    poeta più trasognato e "dimesso" del novecento
    italiano, è anche stato il più carico di
    riconoscimenti ufficiali lauree ad honorem
    (Milano '61, Cambridge '67, Roma '74), nomina a
    senatore a vita nel '67 e premio Nobel nel '75.
    Nel pieno del dibattito civile sulla necessità
    dell'impegno politico degli intellettuali,
    Montale continuò ad essere il poeta più letto in
    Italia. A testimonianza forse del fatto che il
    compito della poesia non è mai stato quello di
    dare risposte ma di rieducare a guardare il mondo.

12
  • Ossi di Seppia
  • Il primo momento della poesia di Montale
    rappresenta la felice affermazione del motivo
    lirico. Montale, in Ossi di seppia (1925) ,
    attinge l'impossibilità di dare una risposta
    all'esistenza nella lirica Non chiederci la
    parola (introduzione in Ossi di Seppia), egli
    afferma che è possibile dire solo "ciò che non
    siamo, ciò che non vogliamo", sottolineando la
    negatività della condizione esistenziale. Lo
    stesso titolo dell'opera designa l'esistenza
    umana, logorata dalla natura, e ormai ridotta ad
    un oggetto inanimato, privo di vita. In tal modo
    Montale capovolge l'atteggiamento fondamentale
    della poesia il poeta non può trovare e dare
    risposte o certezze sul destino dell'uomo
    incombe quella che il poeta, nella lirica Spesso
    il male di vivere ho incontrato, definisce
    "Divina Indifferenza", ciò che non mostra alcuna
    partecipazione emotiva nei confronti dell'uomo.
  • La prima raccolta di Montale uscì nel giugno del
    1925 e comprende poesie scritte tra il 1920 e il
    1925. Il libro si presenta diviso in quattro
    sezioni "Movimenti", "Ossi di seppia",
    "Mediterraneo" e "Meriggi" al tutto è preposta
    una poesia, In limine (sulla soglia) che fa da
    chiave di lettura. Il titolo della raccolta vuole
    evocare i relitti che il mare abbandona sulla
    spiaggia, come gli ossi di seppia che le onde
    portano a riva qualcosa di simile, vuole dirci
    il poeta, sono le sue poesie in un'epoca che non
    permette più ai poeti di lanciare messaggi, di
    fornire un'interpretazione compiuta della vita e
    dell'Uomo, le poesie sono frammenti di un
    discorso che resta sottinteso e approdano alla
    riva del mare come per caso, frutto di momentanee
    illuminazioni. Le poesie di questa raccolta
    traggono lo spunto iniziale da una situazione, da
    un episodio della vita del poeta, da un
    paesaggio, come quello della Liguria, per
    esprimere temi più generali la rottura tra
    individuo e mondo, la difficoltà di conciliare la
    vita con il bisogno di verità, la consapevolezza
    della precarietà della condizione umana. Si
    affollano in queste poesie oggetti, presenze
    spesso umili che non compaiono solitamente nel
    linguaggio dei poeti, alle quali Montale affida,
    in toni dimessi, la sua analisi negativa del
    presente ma anche la non rassegnazione, l'attesa
    di un miracolo. L'autore esprime spesso ambiguità
    nel considerare ambienti, cose e personaggi dei
    quali sovente si fa una cattiva interpretazione,
    ad esempio l'amico lontano che viene citato in
    una lirica di questa raccolta viene confuso con
    un'eventuale donna amata dal poeta.
  • Le occasioni
  • In Le occasioni (1939) la poesia è fatta di
    simbolo di analogia, di enunciazioni lontane
    dall'abbandono dei poeti ottocenteschi. Il mondo
    poetico di Montale appare desolato, oscuro,
    dolente, privo di speranza infatti, tutto ciò
    che circonda il poeta è guardato con pietà e con
    misurata compassione. Simbolica la data di
    pubblicazione, 14 ottobre 1939, poco dopo lo
    scoppio della seconda guerra mondiale i soldati
    videro in Montale e nel suo atteggiamento passivo
    una via da seguire.
  • La memoria è sollecitata da alcune "occasioni" di
    richiamo, in particolare si delineano figure
    femminili (per esempio una fanciulla conosciuta
    in vacanza a Monterosso, Annetta-Arletta), nuove
    "Beatrici" a cui il poeta affida la propria
    speranza. La figura della donna, soprattutto
    Clizia, viene perseguita da Montale attraverso
    un'idea lirica della donna-angelo, messaggera di
    Dio. I tratti che servono per descriverla sono
    rarissimi, ed il desiderio è interamente una
    visione dell'amore che si configura come
    platonico (che è soltanto ideale e non si traduce
    nella realtà).
  • Ne Le occasioni la frase divenne più libera e la
    riflessione filosofica, che è il pregio maggiore
    della poesia di Montale, diviene più vigorosa. Il
    poeta indaga le ragioni della vita, l'idea della
    morte, l'impossibilità di dare una spiegazione
    valida all'esistenza.

13
  • I temi
  • Tematicamente, la raccolta appare come la
    risposta negativa e parodistica all'Alcyone
    dannunziano, ovvero il diario di un'estate alla
    Cinque Terre (Marchese). Il rovesciamento è
    centrato sulla figura del mare e sul rapporto
    ambiguo di attrazione/repulsione che il poeta
    intesse con esso. Il titolo Ossi di seppia allude
    infatti allo scheletro dell'animale marino che
    dopo la morte galleggia sulle onde ed è
    trascinato a riva tra gli scarti delle profondità
    acquatiche, come "inutile maceria".
  • La struttura ritmica
  • Il tempo in cui furono scritti gli Ossi di seppia
    fu quello "versoliberista" di futuristi e
    vociani la rottura del ritmo, della forma, della
    stessa struttura sintattica nei suoi componenti
    elementari, era allora, in Italia, la bandiera
    della modernità letteraria. L'apparente distacco
    di Montale dagli eventi esterni - apparente in
    quanto egli seppe fare i conti con essi,
    trasformandoli alla luce delle proprie esigenze -
    si traduce in questa raccolta in una consapevole
    e misurata ricostruzione del verso nella sua
    forma "classica". Montale sembra dirci che una
    poetica che abbia come oggetto la disgregazione
    del senso e della vita può servirsi con più
    utilità, per raggiungere i suoi scopi, di una
    forma chiara e semplice nella sua rigorosità
    costruttiva. Si può notare in questa preferenza
    per lo stile classico del verso un parallelo con
    l'atteggiamento dannunziano, che va tuttavia
    distinto in D'Annunzio il recupero del passato è
    funzionale ad un "messaggio" ideologico, a una
    "programma" poetico che intende agganciare
    un'idea di cultura già presente nella memoria
    storica con il suo bagaglio di simboli e
    significati. Nel nostro, il classico è uno
    strumento linguistico-formale, un contenitore
    trasparente (una "scatola di vetro") che permette
    ai contenuti di trasparire con più evidenza.
    Tutto il contrario dello sperimentalismo delle
    avanguardie, i cui "effetti speciali" di rottura
    e di provocazione superano il valore stesso dei
    contenuti.La semplice classicità di Montale è
    arricchita da un uso straordinario, per
    raffinatezza e virtuosismo, della musicalità
    della lingua certamente, da questo punto di
    vista, egli rappresenta una vetta assoluta nella
    poesia italiana del Novecento. Rime, assonanze e
    consonanze, nonché l'uso raffinato della sintassi
    poetica, fanno di ogni componimento degli Ossi
    una miniera di effetti sonori.
  • La lingua
  • Caratteristiche
  • l'uso di parole rare non per la loro forma, ma
    per il loro ricorrere una volta sola in tutta la
    raccolta in tal senso l'unicità oggettiva di
    ogni cosa è definitivamente marcata da un suo
    segno linguistico irripetibile
  • la scelta di singole parole "letterarie"
    (soprattutto dantesche e dannunziane) private di
    un contesto riconoscibile, tale che il lettore
    possa subito vedere in trasparenza la loro
    origine, trasforma anchesse in elementi
    espressionistici utili a marcare la rarità delle
    cose, più che delle parole
  • L'uso di una terminologia precisa impedisce il
    crearsi di qualsiasi alone simbolico attorno alle
    parole più che evocare qualcosaltro, la parola
    di Montale "rimbalza" sul lettore come una
    domanda che non ha ricevuto risposta.

14
La poetica e il pensiero
  • Consapevole che la conoscenza umana non può
    raggiungere l'assoluto, nemmeno tramite la
    poesia, a cui spesso si tende ad affidare il
    ruolo di fonte d'elevazione spirituale per
    eccellenza, Montale scrive poesia perché questa
    possa essere una sorta di strumento/testimonianza
    d'indagine della condizione esistenziale
    dell'uomo novecentesco. A differenza delle
    allusioni ungarettiane, Montale fa un ampio uso
    di idee, di emozioni e di sensazioni più
    indefinite. Montale cerca una soluzione simbolica
    in cui la realtà dell'esperienza diventa una
    testimonianza di vita. È la negatività
    esistenziale vissuta dall'uomo novecentesco
    dilaniato dal divenire storico. Il poeta, però,
    vede in alcune immagini una sorta di speranza
    contro questa situazione di "male di vivere" ad
    esempio, il mare (pensando a Ossi di seppia) e in
    alcune figure di donne che sono state importanti
    nella sua vita. La poesia di Montale assume
    dunque il valore di testimonianza e un preciso
    significato morale Montale esalta lo stoicismo
    etico di chi compie in qualsiasi situazione
    storica e politica il proprio dovere. Montale non
    credeva all'esistenza di leggi immutabili e
    fisse che regolassero l'esistenza dell'uomo e
    della natura da qui deriva la sua coerente
    sfiducia in qualsiasi teoria filosofica,
    religiosa, ideologica che avesse la pretesa di
    dare un inquadramento generale e definitivo, la
    sua diffidenza verso coloro che proclamavano fedi
    sicure. Per il poeta la realtà è segnata da una
    insanabile frattura fra l'individuo e il mondo,
    che provoca un senso di frustrazione e di
    estraneità, un malessere esistenziale. Questa
    condizione umana è, secondo Montale, impossibile
    da sanare se non in momenti eccezionali, veri
    stati di grazia istantanei che Montale definisce
    miracoli, gli eventi prodigiosi in cui si rivela
    la verità delle cose, il senso nascosto
    dell'esistenza. Montale matura negli anni della
    giovinezza una visione prevalentemente negativa
    della vita, come egli stesso ha dichiarato.
    Rispetto a questa visione, la poesia si pone per
    Montale come espressione profonda e personale
    della propria ricerca di dignità e del tentativo
    più alto di comunicare fra gli uomini. L'opera di
    Montale è, infatti, sempre sorretta da un'intima
    esigenza di moralità, ma priva di qualunque
    intenzione moralistica il poeta non si propone
    come guida spirituale o morale per gli altri
    attraverso la poesia egli tenta di esprimere la
    necessità dell'individuo di vivere nel mondo
    accogliendo con dignità la propria fragilità,
    incompiutezza, debolezza.
  • Alcuni caratteri fondamentali del linguaggio
    poetico montaliano sono i simboli nella poesia
    di Montale compaiono oggetti che tornano e
    rimbalzano da un testo all'altro e assumono il
    valore di simboli della condizione umana,
    segnata, secondo Montale, dal malessere
    esistenziale, e dall'attesa di un avvenimento, un
    miracolo, che riscatti questa condizione
    rivelando il senso e il significato della vita.
    In Ossi di seppia il muro è il simbolo negativo
    di uno stato di chiusura e oppressione, mentre i
    simboli positivi che alludono alle possibilità di
    evasione, di fuga e di libertà sono l'anello che
    non tiene, il varco, la maglia rotta nella rete.
    Nelle raccolte successive il panorama culturale,
    sentimentale e ideologico cambia e, quindi,
    risulta nuova anche la simbologia. Per esempio
    nella seconda raccolta, Le occasioni, diventa
    centrale la figura di Clizia, il nome letterario
    che allude a una giovane americana amata da
    Montale, che si trasforma in una sorta di angelo
    dal quale soltanto è possibile aspettare il
    miracolo e dal quale dipende ogni residua
    possibilità di salvezza.

15
(No Transcript)
16
Benito Mussolini
  • Benito Amilcare Andrea Mussolini (Dovia di
    Predappio, 29 luglio 1883 Giulino di Mezzegra,
    28 aprile 1945) è stato un politico,
    giornalista e dittatore italiano.
  • Fondatore del fascismo, fu capo del Governo del
    Regno d'Italia - prima come Presidente del
    Consiglio dei Ministri, poi come Capo del Governo
    Primo Ministro Segretario di Stato - dal 31
    ottobre 1922 (con poteri dittatoriali dal gennaio
    1925) al 25 luglio 1943.Fu nominato Primo
    Maresciallo dell'Impero il 30 marzo 1938, e fu
    capo (Duce) della Repubblica Sociale Italiana dal
    settembre 1943 al 27 aprile 1945.
  • Fu esponente di spicco del Partito Socialista
    Italiano, e direttore del quotidiano socialista
    Avanti! dal 1912. Convinto anti-interventista
    negli anni della guerra di Libia e in quelli
    precedenti la prima guerra mondiale, nel 1914
    cambiò radicalmente opinione, dichiarandosi a
    favore dell'intervento in guerra. Trovatosi in
    netto contrasto con la linea del partito, si
    dimise dalla direzione dell'Avanti! e fondò Il
    Popolo d'Italia, schierato su posizioni
    interventiste, venendo quindi espulso dal PSI.
    Nell'immediato dopoguerra, cavalcando lo
    scontento per la Vittoria mutilata, fondò i
    Fasci Italiani di Combattimento (1919), poi
    divenuti Partito Nazionale Fascista nel 1921, e
    si presentò al Paese con un programma politico
    nazionalista, autoritario e radicale, che in
    seguito assunse anche forti elementi
    antisocialisti che gli valsero l'appoggio della
    piccola borghesia e dei ceti industriali e
    agrari.
  • Nel contesto di forte instabilità politica e
    sociale successivo alla Grande Guerra, decise
    quindi di puntare alla presa del potere. Forzando
    la mano delle istituzioni, con l'aiuto di atti di
    squadrismo e d'intimidazione politica che
    culminarono il 28 ottobre del 1922 con la Marcia
    su Roma, Mussolini ottenne l'incarico di
    costituire il Governo (30 ottobre). Dopo il
    contestato successo alle elezioni politiche del
    1924, instaurò nel gennaio del 1925 la dittatura,
    risolvendo con forza la delicata situazione
    venutasi a creare dopo l'assassinio di Giacomo
    Matteotti. Negli anni successivi consolidò il
    regime, affermando la supremazia del potere
    esecutivo, trasformando il sistema amministrativo
    e inquadrando le masse nelle organizzazioni di
    partito.
  • Nel 1935, Mussolini decise di occupare l'Etiopia
    provocando l'isolamento internazionale
    dell'Italia. Appoggiò i franchisti nella Guerra
    civile spagnola e si avvicinò alla Germania
    Nazista di Hitler, con il quale stabilì un legame
    che culminò con il Patto d'Acciaio nel 1939. È in
    questo periodo che furono approvate in Italia le
    leggi razziali.
  • Nel 1940, confidando in una veloce vittoria delle
    Forze dell'Asse, entrò in guerra al fianco della
    Germania. In seguito alle disfatte subite dalle
    Forze Armate italiane e alla messa in minoranza
    durante il Gran Consiglio del Fascismo, tramite
    l'approvazione dell'ordine del giorno Grandi, del
    24 luglio del 1943, fu arrestato per ordine del
    Re (25 luglio) e successivamente tradotto a Campo
    Imperatore. Liberato dai tedeschi, e ormai in
    balia delle decisioni di Hitler, instaurò
    nell'Italia settentrionale la Repubblica Sociale
    Italiana. In seguito alla completa disfatta delle
    forze armate italotedesche nell'Italia
    settentrionale, dopo aver invano tentato di
    trattare la resa e sancire la dissoluzione della
    RSI, abbandonò Milano per dirigersi a Como la
    sera del 25 aprile. Il successivo tentativo di
    fuga verso la Valtellina si concluse il 27 aprile
    del 1945 con la cattura da parte dei partigiani a
    Dongo, sul Lago di Como fu fucilato il giorno
    seguente insieme alla sua amante Claretta Petacci.

17
Biografia
  • Figlio del fabbro Alessandro e della maestra
    elementare Rosa Maltoni, nasce il 29 luglio 1883
    a Dovia, frazione del comune di Predappio , in
    provincia di Forlì Il giovane Mussolini frequenta
    le prime due classi elementari prima a Dovia e
    poi a Predappio (1889-1891) entra quindi nel
    collegio salesiano di Faenza (1892-1894), ma ne
    viene trasferito in seguito alla durissima
    punizione (comprensiva della retrocessione dalla
    classe quarta alla seconda) per una rissa nella
    quale ferì con un coltello alla mano un suo
    compagno. Prosegue gli studi nel collegio
    Carducci di Forlimpopoli, dove consegue nel
    settembre 1898 la licenza tecnica inferiore. A
    partire dall'ottobre di quell'anno, per via di un
    secondo scontro con un altro alunno, è costretto
    a frequentare come esterno (solo nel 1901 è
    riammesso come convittore).
  • A Forlimpopoli, anche per l'influsso paterno,
    Mussolini si avvicina al socialismo militante e
    nel 1900 si iscrive al Partito Socialista
    Italiano. Dopo aver ottenuto la licenza, avanza
    domanda d'insegnamento . A quel tempo Mussolini
    era contrario al servizio militare e così nel
    1902 emigrò in Svizzera per evitarlo.
  • Fino al novembre vive in Svizzera, peregrinando
    di città in città e svolgendo lavori occasionali.
    Nel frattempo riceve anche una condanna ad un
    anno di carcere per renitenza alla leva militare.
  • Nel 1904 inizia l'attività di giornalista, con
    una passione che lo accompagnerà sino alla fine
    dei suoi giorni.
  • Mussolini giornalista e agitatore politico
  • Nel novembre 1904, essendo la condanna come
    renitente alla leva caduta per effetto di
    un'amnistia concessa in occasione della nascita
    dell'erede al trono, Umberto, Mussolini torna in
    Italia. Deve tuttavia presentarsi al Distretto
    militare di Forlì. Adempie ai suoi doveri di
    leva. Può tornare a casa con una licenza per
    assistere la madre morente (19 gennaio 1905). Poi
    riprende il servizio militare al termine ottiene
    una dichiarazione di buona condotta per il
    contegno disciplinato.
  • In novembre si trasferisce a Forlì, dove vive in
    una stanza affittata, assieme al padre che nel
    frattempo ha aperto la trattoria Il bersagliere
    con la compagna Anna Lombardi (vedova Guidi,
    madre della futura moglie del duce).

18
Nel Partito Socialista
  • A partire dal gennaio 1910, è segretario della
    Federazione socialista forlivese .Il 17 gennaio
    Mussolini inizia a convivere con Rachele Guidi,
    sua futura moglie.
  • Il 23 agosto Mussolini partecipa al congresso
    socialista di Milano. È un esordio sfortunato
    quello, forse è emozionato, il suo intervento
    viene considerato dai congressisti, quello di un
    originale. L'uomo in quel periodo assomiglia più
    a un bandito che non a quegli avvocati borghesi
    che dirigono il Partito, sono lontani i tempi in
    cui indosserà la "redingote" per giurare nelle
    mani del Sovrano. Sarà sbeffeggiato e
    probabilmente giurò la vendetta che consumerà nel
    congresso del 1912.
  • L'11 aprile 1911 la sezione socialista di Forlì
    guidata da Mussolini vota l'autonomia dal PSI. Il
    25 settembre Mussolini partecipa, assieme
    all'amico repubblicano Pietro Nenni, ad una
    manifestazione contro la guerra dell'Italia con
    l'impero ottomano per il possesso di Cirenaica e
    Tripolitania, che si conclude con scontri
    violenti con la polizia. Mussolini aveva definito
    l'impresa coloniale africana del governo guidato
    da Giovanni Giolitti un "atto di brigantaggio
    internazionale" aveva inoltre definito il
    tricolore uno straccio da piantare su un mucchio
    di letame.
  • Nel 1912 grazie e alle sue qualità di brillante
    oratore, diviene esponente di spicco dell'ala
    massimalista del socialismo italiano e giunge
    alla direzione più ambita per lui, quella del
    quotidiano organo ufficiale del partito
    l'Avanti.
  • Allo scoppio della grande guerra interpreta con
    fermezza la linea non interventista
    dell'Internazionale socialista. Mussolini è del
    parere che il conflitto non potrà giovare agli
    interessi dei proletari italiani bensì solo a
    quelli dei capitalisti.Nello stesso periodo,
    all'insaputa dell'opinione pubblica, il Ministero
    degli Esteri avvia un'operazione di persuasione
    negli ambienti socialisti e cattolici per
    ottenere un atteggiamento favorevole verso un
    possibile intervento dell'Italia in guerra.
    Riguardo agli ambienti socialisti, individua nel
    quotidiano del partito uno strumento per portare
    i socialisti dalla propria parte. È Filippo
    Naldi, "faccendiere" con numerosi agganci tra gli
    ambienti finanziari e il giornalismo (è direttore
    del bolognese Resto del Carlino), a prendere
    contatti con il direttore dell'Avanti.Il 26
    luglio pubblica un editoriale intitolato Abbasso
    la guerra, a favore della scelta antibellicista.
    Ma negli stessi giorni compaiono altri articoli,
    a firme di noti esponenti del partito, che, pur
    mantenendo fermo l'atteggiamento di fondo contro
    la guerra, cominciarono a discutere sull'alleato
    che avrebbe giovato meglio alla causa italiana.
    Già nei primi mesi del conflitto, appare tutta
    l'incertezza del partito socialista, che non sa
    risolversi tra la sua inclinazione antibellicista
    e la propensione verso la guerra come mezzo per
    rinnovare la lotta politica e smuovere gli
    equilibri consolidati nel Paese.È in questo
    contesto che Filippo Naldi pubblica un polemico
    articolo sul Resto del Carlino, in cui accusa
    Mussolini di doppiogiochismo, ottenendo l'irata
    reazione del direttore dell'Avanti! Cogliendo
    l'occasione per un chiarimento, si reca nella
    sede del quotidiano, a Milano, e conosce
    personalmente Mussolini. Sfruttando forse la sua
    insofferenza per la posizione ambigua del
    partito, ottiene dal direttore dell'Avanti! una
    prima "conversione", da posizioni antibelliciste
    ad un neutralismo condizionato. Il 18 ottobre,
    mutando completamente la propria posizione di
    leader della "sinistra" socialista, Mussolini
    pubblica sulla Terza pagina dell'Avanti! un
    appello ai socialisti sul pericolo che una
    neutralità avrebbe comportato per il partito,
    cioè la condanna all'isolamento politico. Secondo
    Mussolini, le organizzazioni socialiste avrebbero
    dovuto appoggiare la guerra fra le nazioni, con
    la conseguente distribuzione delle armi al
    popolo, per poi trasformarla in una rivoluzione
    armata contro il potere borghese.
  • La sua nuova linea non è accettata dal partito
    ed è allontanato dal giornale . Mussolini è
    rapidamente capace di fondare, grazie allaiuto
    finanziario di alcuni gruppi industriali
    siderurgici e zuccherieri un suo giornale, da
    cui possa controbattere all'Avanti!Il nuovo
    quotidiano è Il Popolo d'Italia. Dalle colonne
    del suo giornale Mussolini attacca senza remore i
    suoi vecchi compagni. Col partito è rottura il
    29 novembre Mussolini è espulso dal PSI.
  • In seguito, il suo interventismo si farà sempre
    più acceso

19
Mussolini e il fascismo
  • Alla dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria
    (23 maggio 1915), Mussolini invia istanza di
    arruolamento volontario, che - come nella
    maggioranza dei casi - viene respinta dagli
    uffici di leva. Viene finalmente chiamato il 31
    agosto 1915. Tiene un diario di guerra,
    pubblicato man mano sul Popolo d'Italia, nel
    quale racconta della vita in trincea e prefigura
    se stesso come eroe carismatico di una comunità
    nazionale, guerresca, socialmente gerarchica e
    obbediente.
  • Il 1º marzo 1916 viene promosso caporale per
    meriti di guerra. Il 31 agosto successivo è
    caporal maggiore. Il 23 febbraio 1917 viene
    ferito gravemente dallo scoppio di un lanciabombe
    durante un'esercitazione sul Carso. Dopo la prima
    convalescenza in ospedale militare viene inviato
    in licenza nelle retrovie per 18 mesi, poi viene
    congedato illimitatamente nel 1919. Tornato alla
    direzione de Il Popolo d'Italia, ne modifica il
    sottotitolo da "Quotidiano socialista" in
    "Quotidiano dei combattenti e dei produttori",
    indicando chiaramente la strada da intraprendere.
    In dicembre pubblica sul suo giornale l'articolo
    Trincerocrazia, in cui rivendica per i reduci
    dalle trincee il diritto di governare l'Italia
    post-bellica.
  • Il Fascismo e la rivoluzione fascista
  • La fondazione dei Fasci di combattimento avviene
    a Milano il 23 marzo 1919 in Piazza San Sepolcro.
  • Verso il potere
  • le camicie nere moltiplicano i numerosi episodi
    di violenza e aggressione fisica e verbale contro
    gli avversari politici del fascismo, soprattutto
    contro socialisti e popolari. Dopo la scissione
    di Livorno, anche contro i comunisti il fenomeno
    prende il nome di squadrismo.
  • Il 2 luglio Mussolini invita i socialisti e i
    popolari, con un articolo su Il popolo d'Italia,
    a un patto di pacificazione per la cessazione
    delle violenze squadriste, tuttavia, le violenze
    non cessano perché l'esecuzione dell'accordo
    viene contestata e perché ne sono esclusi i
    comunisti. Fra costoro e gli squadristi le
    violenze continuano rendendo vuoto di significato
    il patto.
  • il 7 novembre si tiene a Roma il terzo congresso
    dei Fasci di Combattimento, che vengono
    trasformati nel Partito Nazionale Fascista.
  • Il 2 agosto 1922 le sinistre indicono uno
    sciopero contro le violenze delle camicie nere,
    che intervengono determinandone il fallimento a
    Milano, per esempio, gli squadristi disperdono i
    picchetti degli scioperanti e conquistano i
    depositi dei tram, facendo circolare regolarmente
    i mezzi pubblici con la scritta "gratis - offerto
    dal Fascio".
  • Si tratta del crescendo della "rivoluzione
    fascista", con cui Mussolini tenta un ambizioso
    colpo di mano per impadronirsi del potere,
    sfruttando il consenso acquisito presso gli
    ambienti sociali più importanti del regno. Il 24
    ottobre passa in rassegna a Napoli , affermando
    il diritto del Fascismo a governare l'Italia.

20
La marcia su Roma
  • Tra il 27 e il 31 ottobre 1922, la "rivoluzione
    fascista" ha il suo culmine con la "marcia su
    Roma", opera di gruppi di camicie nere
    provenienti da diverse zone d'Italia.
  • Mussolini non prende parte direttamente alla
    marcia. La decisione è stata attribuita al timore
    di un intervento repressivo dell'esercito, che ne
    avrebbe determinato l'insuccesso. Rimane a Milano
    in attesa di sviluppi e si reca a Roma solo in
    seguito, quando viene a sapere del buon esito
    dell'azione.
  • Il Re, per il sostegno di cui il fascismo gode
    presso gli alti ufficiali e gli industriali, che
    vedevano in Mussolini l'uomo forte che poteva
    riportare ordine nel paese "normalizzando" la
    situazione sociale italiana e dà a Mussolini
    l'incarico di formare un nuovo governo.
  • Mussolini presidente del consiglio
  • Il 19 dicembre presiede alla firma dell'accordo
    tra Confindustria e la Confederazione delle
    Corporazioni fasciste. stabilisce la creazione
    degli Enti Comunali di Assistenza (ECA) con
    compito di coordinamento di tutte le attività,
    pubbliche o private, volte al soccorso degli
    indigenti, provvedendo, se necessario, alle loro
    cure, o promuovendo ove possibile l'educazione,
    l'istruzione e l'avviamento alle professioni,
    arti e mestieri. Essi verranno unificati in due
    enti territoriali deputati all'assistenza
    sanitaria e materiale dei poveri e dell'infanzia
    abbandonata.
  • Il 27 gennaio 1924 si ha la firma del trattato di
    Roma tra Italia e Iugoslavia, col quale
    quest'ultima riconosce all'Italia Fiume, annessa
    il 16 febbraio. A partire dal 7 febbraio il
    governo italiano stabilisce rapporti diplomatici
    con l'Urss. Un accordo con il Regno Unito
    permette all'Italia di acquisire l'Oltregiuba,
    regione che viene annessa alla Somalia italiana.
    Il 24 marzo si ha il primo tentativo di
    radiotrasmissione di un discorso politico.
  • Le elezioni si concludono con una schiacciante
    vittoria della Lista Nazionale, tale da superare
    le aspettative dello stesso Mussolini. La
    sconfitta delle opposizioni porta la stampa
    antifascista e anche quella afascista ad un
    serrato attacco contro le violenze e le
    illegalità commesse dai fascisti e dagli organi
    dello Stato allineati al fascismo. Solo pochi
    giornali riconoscono la vittoria elettorale del
    blocco nazionale. Gli abusi, i brogli e le
    violenze perpetrate dai fascisti vengono infine
    denunciate il 30 maggio dal deputato socialista
    unitario Giacomo Matteotti con un duro discorso
    alla Camera col quale chiede di annullare il
    risultato delle elezioni.
  • Il 10 giugno 1924 Matteotti viene rapito e
    assassinato per mano di squadristi fascisti.
    L'evento provoca grande turbamento in tutta la
    nazione e la secessione dell'Aventino,ovvero
    l'abbandono del parlamento da parte dei deputati
    d'opposizione, i quali si riuniscono
    sull'Aventino per protesta nei confronti del
    rapimento. Indicato dalla stampa e
    dall'opposizione ma anche da alcuni suoi alleati
    come mandante, Mussolini non viene però imputato
    nel processo, che portò alla condanna a sei anni
    per omicidio preterintenzionale di tre militanti
    fascisti che secondo la sentenza avrebbero agito
    di propria iniziativa.
  • Dopo una durissima campagna di stampa portata
    avanti dalle testate dell'estremismo fascista. A
    Firenze, nel frattempo, si erano radunati oltre
    diecimila squadristi, pronti all'azione violenta
    fu incendiata la sede del Giornale nuovo ed altre
    sedi antifasciste, e dato l'assalto alle carceri
    delle Murate, dalle quali furono tratti i
    fascisti detenuti. In tutta questa situazione,
    il re taceva e l'Esercito non si muoveva.
    Mussolini, a questo punto decise di approfittare
    dell'atteggiamento del re per mettere fuori
    giuoco le opposizioni.
  • Forte dell'indecisione delle opposizioni il 3
    gennaio 1925 Mussolini tiene alla Camera dei
    Deputati un discorso sul delitto Matteotti ,
    Mussolini proclama di volersi assumere ogni
    responsabilità storica, politica e morale del
    clima nel quale l'assassinio si era verificato, e
    dunque anche il comando delle frange più estreme
    del movimento e del partito che proprio in quei
    giorni l'avevano brutalmente premuto verso la
    svolta dittatoriale.
  • Il giorno dopo Mussolini fa diramare una serie
    di telegrammi ai prefetti coi quali chiede la
    repressione più stringente di ogni sommossa o
    tumulto di ogni fazione in particolare però sui
    "comunisti e sovversivi", il controllo della
    stampa (quella dell'opposizione tramite la
    censura, quella fascista tramite un richiamo
    all'ordine perentorio) e poi - direttamente ai
    dirigenti delle federazioni fasciste un richiamo
    all'ordine con minaccia diretta nei confronti dei
    dirigenti che avessero permesso disordini da
    parte dei propri gregari.
  • Nel gennaio iniziano le azioni poliziesche di
    sequestro di giornali, di chiusura di sedi e
    circoli dell'opposizione.
  • Alle dimissioni di alcuni elementi liberal
    moderati dal governo Mussolini, questi rispose
    con un rapido "giro di poltrone", portando
    all'interno dei ministeri personalità
    fondamentali per il fascismo. Questi uomini
    diretti da Mussolini avrebbero nel giro di un
    anno costruito l'intelaiatura giuridica e
    funzionale dello Stato dittatoriale fascista.

21
  • L'11 giugno 1925 il Presidente del Consiglio
    annuncia l'inizio della battaglia del grano. La
    campagna aveva lo scopo di far raggiungere
    l'autosufficienza dell'Italia dall'estero per
    quanto riguardava la produzione del frumento e,
    più in generale, di tutti i prodotti agricoli. Il
    programma (terminato nel 1931) ebbe un discreto
    successo, nonostante non fosse stato raggiunto
    l'obiettivo della completa autosufficienza nel
    settore alimentare. Il progetto poté essere
    realizzato soprattutto grazie alla bonifica, tra
    il 1928 ed il 1932, dei territori paludosi ancora
    presenti nella penisola italiana. Le bonifiche
    permisero anche l'attuazione di un'efficace
    programma sanitario che consentì di debellare la
    malaria, con risultati significativi anche contro
    la tubercolosi, il vaiolo, la pellagra e la
    rabbia.
  • Il 3 aprile 1926 viene abolito il diritto di
    sciopero e si stabilisce che i contratti
    collettivi possano essere stipulati solo dai
    sindacati legalmente riconosciuti dallo Stato in
    tale contesto, l'8 luglio 1926 viene costituito
    il Ministero delle Corporazioni, di cui Mussolini
    assume la direzione.
  • Sempre il 3 aprile viene fondata L'Opera
    Nazionale Balilla ("ONB"), col compito di
    riorganizzare la gioventù dal punto di vista
    morale e fisico, ovvero all'educazione
    spirituale e culturale ed all'istruzione
    premilitare, ginnico-sportiva, professionale e
    tecnica dei giovani italiani tra gli 8 e i 18
    anni. Nel 1927 tutte le altre organizzazioni
    giovanili sono sciolte per legge, ad eccezione
    della Gioventù Italiana Cattolica.
  • Il 15 gennaio 1927 Winston Churchill, allora
    Cancelliere dello Scacchiere, è accolto a Roma da
    Mussolini. Nel frattempo Mussolini lancia la
    campagna a sostegno della crescita demografica
    gli scapoli sono tenuti a pagare una tassa
    speciale, in occasione dei matrimoni lo Stato
    elargisce un premio in danaro agli sposi, e si
    prevedono prestiti, agevolazioni economiche
    (anche nel campo dell'educazione scolastica dei
    figli) ed esenzioni dalle tasse per le famiglie
    numerose (premi di natalità).
  • L'11 febbraio 1929 Mussolini pone termine alla
    decennale questione romana, firmando col
    cardinale Pietro Gasparri i patti lateranensi,
    ratificati alla Camera in maggio.
  • In questo periodo iniziano ad allentarsi i suoi
    rapporti amorosi con Margherita Sarfatti, cui
    tuttavia continua ad essere legato. D'altra
    parte, agli inizi del 1932, aveva incontrato per
    la prima volta Claretta Petacci.
  • Il 6 settembre, a Bari, prende posizione nei
    confronti della politica estera
    nazionalsocialista e dalle dottrina razzista
    hitleriana.

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  • L'11 giugno 1925 il Presidente del Consiglio
    annuncia l'inizio della battaglia del grano. La
    campagna aveva lo scopo di far raggiungere
    l'autosufficienza dell'Italia dall'estero per
    quanto riguardava la produzione del frumento e,
    più in generale, di tutti i prodotti agricoli. Il
    programma (terminato nel 1931) ebbe un discreto
    successo, nonostante non fosse stato raggiunto
    l'obiettivo della completa autosufficienza nel
    settore alimentare. Il progetto poté essere
    realizzato soprattutto grazie alla bonifica, tra
    il 1928 ed il 1932, dei territori paludosi ancora
    presenti nella penisola italiana. Le bonifiche
    permisero anche l'attuazione di un'efficace
    programma sanitario che consentì di debellare la
    malaria, con risultati significativi anche contro
    la tubercolosi, il vaiolo, la pellagra e la
    rabbia.
  • Il 3 aprile 1926 viene abolito il diritto di
    sciopero e si stabilisce che i contratti
    collettivi possano essere stipulati solo dai
    sindacati legalmente riconosciuti dallo Stato in
    tale contesto, l'8 luglio 1926 viene costituito
    il Ministero delle Corporazioni, di cui Mussolini
    assume la direzione.
  • Sempre il 3 aprile viene fondata L'Opera
    Nazionale Balilla ("ONB"), col compito di
    riorganizzare la gioventù dal punto di vista
    morale e fisico, ovvero all'educazione
    spirituale e culturale ed all'istruzione
    premilitare, ginnico-sportiva, professionale e
    tecnica dei giovani italiani tra gli 8 e i 18
    anni. Nel 1927 tutte le altre organizzazioni
    giovanili sono sciolte per legge, ad eccezione
    della Gioventù Italiana Cattolica.
  • Il 15 gennaio 1927 Winston Churchill, allora
    Cancelliere dello Scacchiere, è accolto a Roma da
    Mussolini. Nel frattempo Mussolini lancia la
    campagna a sostegno della crescita demografica
    gli scapoli sono tenuti a pagare una tassa
    speciale, in occasione dei matrimoni lo Stato
    elargisce un premio in danaro agli sposi, e si
    prevedono prestiti, agevolazioni economiche
    (anche nel campo dell'educazione scolastica dei
    figli) ed esenzioni dalle tasse per le famiglie
    numerose (premi di natalità).
  • L'11 febbraio 1929 Mussolini pone termine alla
    decennale questione romana, firmando col
    cardinale Pietro Gasparri i patti lateranensi,
    ratificati alla Camera in maggio.
  • In questo periodo iniziano ad allentarsi i suoi
    rapporti amorosi con Margherita Sarfatti, cui
    tuttavia continua ad essere legato. D'altra
    parte, agli inizi del 1932, aveva incontrato per
    la prima volta Claretta Petacci.
  • Il 6 settembre, a Bari, prende posizione nei
    confronti della politica estera
    nazionalsocialista e dalle dottrina razzista
    hitleriana.

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Le leggi razziali
  • Mussolini inizialmente aveva espresso
    disapprovazione nei confronti della politica
    razzista espressa dal nazionalsocialismo.Tuttavia,
    a partire dal 1938, in concomitanza
    dell'alleanza con la Germania, il regime fascista
    promulgò una serie di decreti il cui insieme è
    noto come leggi razziali, che introducevano
    provvedimenti segregazionisti nei confronti degli
    ebrei italiani e dei sudditi di colore
    dell'Impero.
  • Il secondo conflitto mondiale
  • Il 22 maggio 1939 Galeazzo Ciano, ministro degli
    Esteri italiano, firma il Patto d'Acciaio con la
    Germania, che sancisce ufficialmente la nascita
    di un'alleanza vincolante italo-tedesca.
  • Il 30 maggio Mussolini afferma che la guerra è
    inevitabile ma che l'Italia non sarà pronta ad
    intraprenderla prima di 3 anni. Nonostante le
    iniziali rassicurazioni in merito, la Germania
    invade la Polonia il 1 settembre, determinando
    l'inizio del conflitto. Mussolini dichiara la
    non belligeranza, grazie alla quale lo Stato
    italiano si manterrà momentaneamente fuori dalla
    guerra.
  • Di fronte agli straordinari ed inaspettati
    successi della Germania nazista tra l'aprile e il
    maggio del 1940, Mussolini ritiene che gli esiti
    la guerra siano oramai decisi, e, sia per poter
    ottenere eventuali compensi territoriali, sia per
    timore di un'eventuale invasione nazista
    dell'Italia se quest'ultima non si fosse
    schierata apertamente al fianco della Germania
    ,il 10 giugno dichiara guerra alla Francia ed
    alla Gran Bretagna. Sul fronte con la Francia, le
    truppe italiane assunsero inizialmente un
    atteggiamento difensivo, sia per la mancanza di
    un'adeguata artiglieria e contraerea (non vi era
    stato il tempo di mobilitare tutti i reparti
    necessari all'avanzata), sia per la riluttanza ad
    attaccare i cugini d'oltralpe.
  • Il 27 settembre 1940 Italia, Germania e Giappone
    si uniscono nel Patto tripartito.
  • L'attacco alla Grecia si conclude in un disastro
    la stagione invernale e il territorio montuoso
    ostacolano ogni tentativo d'avanzata, anche a
    causa dell'equipaggiamento del tutto inadeguato
    in dotazione alle truppe italiane. Gli Italiani
    sono costretti a ripiegare in territorio
    albanese, dove solo nel dicembre 1940 riescono a
    bloccare la contro-offensiva degli avversari,
    trasformando così il conflitto in una guerra di
    posizione.
  • La guerra tedesca
  • Il 19 e il 20 gennaio 1941, a Berchtesgaden,
    Mussolini incontra Hitler, il quale gli promette
    l'invio di contingenti tedeschi in Grecia e in
    Africa del Nord a sostegno delle truppe italiane
    lì presenti, che d'ora in poi dipenderanno sempre
    più dall'aiuto del potente alleato.
  • Il 2 giugno del 1941 Mussolini incontra
    nuovamente Hitler, che il 22 ordina l'attacco
    all'Unione Sovietica (operazione Barbarossa). In
    luglio viene inviato in Russia il CSIR come
    sostegno dell'alleato tedesco. Il 25 agosto, nel
    Quartier Generale tedesco a Rastenburg, nella
    Prussia orientale, il Duce passa in rassegna le
    truppe accanto a Hitler.
  • Il 7 dicembre la flotta giapponese attacca Pearl
    Harbour, base militare statunitense, determinando
    l'entrata in guerra degli Stati Uniti. Il 12
    dicembre l'Italia dichiara guerra agli Stati
    Uniti, seguendo l'iniziativa dell'alleato tedesco
    che aveva assunto lo stesso provvedimento il
    giorno precedente. L'inversione di tendenza nella
    guerra l'inizio della fine
  • Intanto in Italia si diffondono pressioni sul Re
    affinché licenzi Mussolini e si rivolga agli
    anglo-americani, anche attraverso la mediazione
    della Santa Sede. Tali richieste provengono
    soprattutto da ambienti militari, per i quali la
    guerra è ormai perduta. Ma sta maturando anche
    nelle alte sfere del regime il convincimento che
    se il Re allontanasse Mussolini dal governo, al
    popolo italiano sarebbe risparmiata una
    catastrofe maggiore. Berlino viene messa a
    conoscenza di questi tentativi di fronda dagli
    informatori dislocati sulla penisola.
  • La notte tra il 9 luglio e il 10 luglio gli
    anglo-americani sbarcano in Sicilia, avanzando
    nell'isola. Gli eserciti alleati sviluppano una
    doppia azione cominciano a risalire il Paese dal
    Sud e lo bombardano al Nord.

24
La caduta e l'arresto
  • L'Italia è stata da poco invasa dalle truppe
    alleate e Mussolini decide di scrivere a Hitler
    per manifestare all'alleato l'impossibilità per
    l'Italia di continuare il conflitto. Ma il Fuhrer
    lo prende in contropiede annunciandogli la sua
    venuta in Italia per incontrarlo di
    persona.L'intenzione di Mussolini è dire a
    Hitler che l'Italia è costretta a cercare una
    via d'uscita dall'alleanza e dalla guerra.
  • I due convergono sulla decisione di trarre
    l'Italia fuori dal conflitto, lasciando l'Asse
    alla sua sorte, ma il presupposto indispensabile
    è che il Duce lasci il potere.
  • Viene di fatto approvata l'esautorazione di
    Mussolini dai suoi incarichi di governo. La
    votazione, seppur significativa (in quanto votata
    dai massimi rappresentanti del Partito), non
    aveva de iure alcun valore, poiché per legge il
    Capo del Governo era responsabile del proprio
    operato solo dinanzi al Sovrano, il quale era
    l'unico a poterlo destituire.
  • Vittorio Emanuele III comunica a Mussolini la sua
    sostituzione con Pietro Badoglio, garantendogli
    l'incolumità. Mussolini non era però al corrente
    delle reali intenzioni del monarca, che aveva
    posto sotto scorta il Capo del Governo e aveva
    fatto circondare l'edificio da duecento
    carabinieri.
  • I carabinieri fanno salire Mussolini in
    un'autoambulanza della Croce Rossa, senza
    specificargli la destinazione ma rassicurandolo
    sulla necessità di tutelare la sua incolumità
    (pomeriggio del 25 luglio). In realtà, Vittorio
    Emanuele III aveva ordinato di arrestare
    Mussolini .
  • L'armistizio fra l'Italia e gli Alleati firmato
    il 3 settembre e reso noto la sera dell'8 senza
    delle precise istruzioni per le truppe italiane,
    lascia nella confusione più totale un Paese già
    allo sbando. L'Italia si spacca, in quella che è
    stata poi definita una guerra civile, tra coloro
    che si schierano con gli Alleati (che controllano
    parte del Meridione e la Sicilia), e coloro che
    invece accettano di proseguire il conflitto a
    fianco dei tedeschi (che hanno intanto occupato
    gran parte della penisola, incontrando una debole
    resistenza da parte delle truppe italiane
    dislocate alle frontiere e nei pressi di Roma e
    di altre località).
  • Frattanto il re, con parte della famiglia,
    Badoglio ed i suoi principali collaboratori,
    fugge in Puglia, ponendosi sotto la protezione
    degli ex nemici lì costituisce un governo sotto
    supervisione alleata, che dichiarerà guerra alla
    Germania il 13 ottobre.
  • Mussolini subito dopo il suo arresto è dapprima
    trattenuto in una caserma dei carabinieri a Roma,
    in seguito viene trasferito nell'isola di Ponza
    (dal 27 luglio). Ma i tedeschi sono sulle sue
    tracce. Per depistarli, viene portato sull'isola
    della Maddalena (7 agosto - 27 agosto 1943) ed
    infine a Campo Imperatore sul Gran Sasso, in un
    luogo ritenuto inattaccabile dall'esterno. Ma il
    12 settembre venne liberato da un commando di
    paracadutisti tedeschi.
  • Mussolini il 14 settembre incontra Hitler a
    Rastenburg. Questi lo invita a formare una
    repubblica protetta dai tedes
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