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CIRCUITO APERTO E CHIUSO

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CIRCUITO APERTO E CHIUSO RIFLESSI REAZIONE INDOTTA : latenza di 80/120 mmsec, per i muscoli lontani dalla zona stimolata e sensibile allo stimolo-risposta. – PowerPoint PPT presentation

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Title: CIRCUITO APERTO E CHIUSO


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CIRCUITO APERTO E CHIUSO
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CLASSIFICAZIONE DEI MOVIMENTI
  • VELOCI PREPROGRAMMATI movimenti BALLISTICI,
    iniziati da una brusca contrazione dei muscoli
    agonisti, che impongono allarto una velocità
    dipendente dalla sua massa, e che viene mantenuta
    per inerzia, e vengono terminati dalla
    contrazione antagonista gran parte del movimento
    avviene senza concomitante attività muscolare,
    per cui , una volta iniziati, non possono essere
    corretti.
  • LENTI controllati e corretti durante la loro
    esecuzione.

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CONTROLLO E REGOLAZIONE PERIFERICA
  • I movimenti, volontari o riflessi, sono regolati
    dal S.N. attraverso motoneuroni spinali diversi a
    seconda dei muscoli innervati.
  • Muscoli TONICI posturali, innervati da
    motoneuroni alfa, con assoni sottili, velocità di
    conduzione del potenziale dazione non molto
    elevata, e scariche di impulsi a bassa frequenza.
  • Muscoli FASICI innervati da motoneuroni alfa
    con assoni più spessi, elevata velocità di
    conduzione, frequenze superiori di scarica.
  • Laumento e la regolazione della forza muscolare
    sono ottenuti da 2 meccanismi RECLUTAMENTO di
    nuove U.M., e AUMENTO DELLA FREQUENZA DI SCARICA
    delle U.M.

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  • ARCO RIFLESSO SPINALE il più elementare sistema
    di controllo dellattività muscolare, costituito
    da 5 componenti recettore, neurone afferente,
    sinapsi, neurone efferente, effettore muscolare.
    Alla base del RIFLESSO DI STIRAMENTO, con FUSI
    N.-M. come recettori sensibili allallungamento e
    alle variazioni della velocità di allungamento.
    La massima densità si ha nei muscoli deputati ai
    movimenti più fini (30-40 fusi per gr. di
    muscolo) la minima nei muscoli posturali. Dai
    fusi partono fibre sensitive terminanti nel
    midollo spinale, allo stesso livello da cui
    partono le fibre efferenti alfa e gamma. Il fuso
    è stirato passivamente o attraverso la
    stimolazione diretta delle fibre gamma, con
    impulso eccitatorio alle fibre alfa.

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  • ORGANO TENDINEO DEL GOLGI nei tendini,
    sensibile alla variazione della forza esercitata
    dal muscolo.
  • Nelle capsule articolari vi sono recettori
    sensibili alle variazioni della velocità angolare
    dellarticolazione, fonte di informazione sullo
    stato momentaneo di forza e lunghezza del
    muscolo.
  • A livello spinale, attraverso un circuito con
    almeno due sinapsi, una facilitatoria e una
    inibitoria, è possibile avere un riflesso
    inibitorio che agisce sui motoneuroni alfa e
    gamma e che serve a rilasciare i muscoli
    antagonisti.
  • A livello spinale vi è anche linterneurone detto
    CELLULA DI RENSHAW, che inibisce gli interneuroni
    per i muscoli antagonisti e abolisce linibizione
    reciproca.

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CONTROLLO E REGOLAZIONE CENTRALE
  • FORMAZIONE RETICOLARE matrice neuronale del
    tronco dellencefalo, costituente il substrato
    nervoso dellattivazione diffusa fondamentale il
    ruolo negli stati di vigilanza e attenzione,
    avendo influenze facilitanti e inibenti sui
    motoneuroni spinali e cranici e sulla corteccia
    cerebrale.
  • TRONCO ENCEFALICO arrivano informazioni
    cinestesico-propriocettive, tattili, visive,
    vestibolari. In collegamento col cervelletto.
  • CERVELLETTO centro di coordinamento tra lo
    stato di tensione del muscolo e i diversi impulsi
    sensoriali. La risposta del cervelletto, con
    collegamento a doppia via con la corteccia
    cerebrale, modula e/o smorza i riflessi spinali,
    con importante funzione nel mantenimento del tono
    posturale e del suo adattamento al movimento.
  • TALAMO vi convergono le vie sensitive che poi
    passano alla corteccia. Gli stimoli sono poi
    valutati secondo il tipo, intensità, durata,
    estensione spaziale, frequenza, e in base a
    questi si prepara una adeguata risposta motoria.

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  • CORTECCIA MOTORIA da tutte le parti della
    corteccia convergono fibre allarea motoria
    attraverso i gangli della base. Alcune formano un
    circuito che si richiude sullarea motoria
    passando attraverso formazioni sottocorticali
    come la corteccia cerebellare, i nuclei
    cerebellari, il nucleo rosso, il talamo (per
    movimenti automatici).
  • Le proiezioni discendenti della corteccia motoria
    sono formate da tre gruppi di fibre fibre che
    terminano agli assoni afferenti sensitivi del
    corno dorsale del midollo spinale, fibre che
    attraversano formazioni del tronco, fibre che
    arrivano direttamente al segmento spinale
    (cellule piramidali, la cui attività precede di
    100 ms circa il movimento, tempo che riflette il
    passaggio di impulsi attraverso i circuiti sopra
    descritti).

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  • La corteccia motoria è lo stato centrale
    dellelaborazione del programma motorio. Il primo
    stadio è nellarea della motivazione, nel sistema
    limbico, diencefalo e telencefalo. Queste aree
    inviano impulsi alle aree associative della
    corteccia addirittura 1 secondo prima dellinizio
    del movimento (attività elettrica presente
    nellallenamento ideomotorio, simulazione del
    movimento che richiede la costruzione di una
    rappresentazione dinamica di questultimo nella
    memoria a lungo termine, e lattivazione di piani
    dazione sequenziali fondamentali i processi
    visivi e propriocettivi efficace nei circuiti
    chiusi e nelle discipline ad elevata
    coordinazione).

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APPRENDIMENTO DEL MOVIMENTO
  • Un movimento, per essere correttamente eseguito,
    deve essere appreso preliminarmente. Il primo
    stadio porta alla coordinazione grossolana,
    aiutata e guidata da sensazioni coscienti le
    informazioni visive sono le più importanti
    allinizio, per imitare e correggere un
    movimento. In un secondo tempo la coordinazione
    si fa più raffinata, le informazioni giungono dai
    recettori cutanei, vestibolari, propriocettori
    tendinei, articolari, muscolari vengono così
    reclutate selettivamente diverse unità motorie,
    si temporizza la contrazione antagonista e
    agonista, si inibiscono le risposte riflesse non
    necessarie, diminuendo il costo energetico del
    movimento. Quando la coordinazione è massima, il
    controllo passa dalla corteccia cerebrale al
    cervelletto e gangli della base movimento
    automatizzato, con il ruolo della corteccia
    preposto ad intervenire nelle situazioni
    impreviste.

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APPRENDIMENTO DEL MOVIMENTO
  • Quando la contrazione muscolare è fluida e
    continua (attività coordinata), lattività dei
    motoneuroni risulta asincrona e sfasata, con
    integrazione delle singole contrazioni continue
    tetaniche. A seconda delle richieste, la
    sollecitazione di FT e ST permette lalternanza
    di stimolo e riposo. Al regolamento della
    contrazione muscolare concorrono lattivazione
    alfa e gamma. La gradualità, sequenzialità,
    intensità della contrazione dipendono da 3
    meccanismi
  • RECLUTAMENTO DELLE U.M.
  • VARIAZIONE DELLA FREQUENZA DI STIMOLO
  • SINCRONIZZAZIONE DELLATTIVAZIONE.

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MECCANISMI PERCETTIVI
  • INFORMAZIONI VISIVE a seconda dellampiezza
    dello spazio da controllare, si utilizza il campo
    visivo STAZIONARIO, OCULARE, del CAPO.
  • CAMPO VISIVO STAZIONARIO informazioni riferite
    ad un angolo di circa 120, con una parte
    centrale piccola di 3-5, con percezione di
    immagini estremamente chiare, ed una esterna con
    informazione meno netta e acuità più bassa.
  • CAMPO VISIVO DELLOCCHIO parte di ambiente che
    si controlla stando col capo fermo, utilizzando
    il movimento degli occhi. Oltre che con movimenti
    continui e lineari, si esplora lambiente per
    salti, con movimenti detti saccadi che avvengono
    2 o 3 volte al secondo, con durata media 100 ms
    portano la fovea, la zona della retina a maggior
    acuità, su una e su unaltra parte delloggetto
    che interessa (tiro a segno, tuffi, corsa).
  • MOVIMENTO DEL CAPO per allargare ulteriormente
    larea da cui si acquisiscono informazioni. Entra
    in gioco larco riflesso oculo-vestibolare, per
    coordinare lo spostamento del capo con gli occhi
    (tennis, basket, calcio, tiro a volo).

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  • Linformazione rimane sulla retina per pochi mms,
    e in 50-100 mms arriva alla corteccia . La
    decodificazione fisica del segnale e la
    rappresentazione interna che ne deriva rimane nel
    deposito sensoriale di limitata capacità per
    massimo 250 mms, poi il materiale inutile
    scompare. Il materiale utile si confronta con
    informazioni sensoriali già memorizzate, per poi
    essere tradotto in una categoria interna utile
    alla soluzione del problema in esame.
  • Per quanto le prime fasi del processo percettivo
    siano del tutto automatiche, il modo di
    ricombinare e organizzare la rappresentazione
    interna delle caratteristiche degli stimoli è
    funzione dellesperienza.

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MEMORIA
  • Capacità che ha il cervello di mantenere
    informazioni per tempi più o meno lunghi.
    Processo metabolico di creazione di nuove
    glicoproteine, che vengono immesse nella
    struttura lipidica della membrana post-sinaptica,
    con apprendimento anche grazie a stimoli non solo
    sensoriali ma attivanti emotivi (memoria a lungo
    termine).

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MEMORIA
  • LONG LOOP le informazioni percorrono più volte
    i circuiti riverberanti per provocare stimoli
    necessari alla formazione della memoria.
  • APPRENDERE formazione e fissazione di long
    loop.
  • DISAPPRENDERE scomparsa di un circuito.
  • CAMBIARE sostituzione di un circuito con un
    altro.
  • Il principiante utilizza i circuiti esterni
    (esterocettori) lesperto quelli interni
    (cinestesici).

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MEMORIA
  • SENSORIALE A BREVE TERMINE stimoli mantenuti
    per poche centinaia di mmsec., poi restituiti
    (immagazzinamento non cosciente registro di
    tracce non più realmente presenti nel campo
    percettivo, alle quali non è stato attribuito un
    significato).
  • A BREVE TERMINE selezione attentiva di alcuni
    stimoli per successiva elaborazione (labile è
    attento a stimoli ambientali e cinestesici e
    altro, pronto a ignorarli per eseguire il compito
    primario ATTENZIONE SELETTIVA). Questa memoria
    ha capacità limitata, ma è associata alla
    coscienza. Linformazione è mantenuta finchè le
    diamo attenzione appena dirigiamo linformazione
    altrove, la perdiamo in 30 sec. circa. Ha 2
    funzioni preserva linformazione finchè non
    viene presa una decisione rispetto a memorizzarla
    a lungo termine o no funge da deposito di pronto
    impiego per informazioni ricavate dalla memoria a
    lungo termine, con più facile recupero di dati
    utili al programma che si sta svolgendo.

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MEMORIA
  • A LUNGO TERMINE illimitata per capacità e
    durata. Reiterazione e connessione di nuove
    informazioni ad una già appresa. Informazioni
    durature, soggette in parte a oblio per
    decadimento della traccia biochimica col passare
    del tempo, se non vengono rinforzate dalluso.
    Sono registrate le strategie di risposta
    elaborate in precedenza, ovvero i modelli di
    movimento e i programmi motori.

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CARATTERISTICHE SELEZIONE ESECUZIONE
Tempo per una correzione 120-200 mms 30-80 mms
Fine prestabilito corretto no sì
Nuovo programma sì no
Strutture nervose s.n.c. Riflessi spinali - cerebellari
attenzione sì no
correzioni nessuna molte
Effetto da aumento stimoli Aumento tempo di correzione nessuno
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PERCEZIONE
  • Gli stimoli entrano in parallelo. Si ha
    successione di
  • Identificazione dello stimolo
  • Selezione della risposta
  • Programmazione della risposta.
  • Le azioni sono emesse in modo seriale 3 al sec.

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PERCEZIONE
  • RESTRINGIMENTO PERCETTIVO non prendere in
    considerazione alcuni tipi di informazione
    dellambiente, con vantaggio in termini di
    decisione, svantaggio quando vi sono stimoli
    inattesi.

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PERCEZIONE
  • UTILIZZO DELLE INFORMAZIONI
  • ATTIVAZIONE BASSA percezioni ampie e tanti
    segnali
  • ATTIVAZIONE MEDIA focus su segnali rilevanti
  • AUMENTO non rilevati quelli inattesi
  • ULTERIORE AUMENTO ipervigilanza e panico, con
    presa di decisione limitata da estremo
    restringimento percettivo, che si riflette anche
    sul controllo motorio, con azioni meno fluide e
    rilassate.

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ATTIVAZIONE E ANSIA
  • Preoccupazione, senso di responsabilità,
    eccitazione possono essere dimensioni emotive
    vissute durante lesecuzione, ma anche il
    contesto esterno può proporre elementi
    distraenti, disturbanti, esaltanti, rassicuranti.
  • La curva di AROUSAL (attivazione) di Yerkes e
    Dodson (1908) spiega come livelli moderati di
    attivazione siano utili per lattività e più
    proficui nello svolgimento dei compiti
    (attenzione selettiva più efficace, max
    concentrazione e prontezza di risposta,
    mantenimento di max vigilanza dellattenzione).

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ATTIVAZIONE E ANSIA
  • IL MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE E DATO
    DALLINCREMENTO DEL LIVELLO DI AROUSAL, CON
    AUMENTATA SELETTIVITA NEI PROCESSI DI
    ATTENZIONE, CON UNA PIU SPICCATA FOCALIZZAZIONE
    PER LE INFORMAZIONI PIU RILEVANTI, TRASCURANDO
    QUELLE MARGINALI.

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ATTIVAZIONE E ANSIA
  • I cambiamenti dei livelli di ansia sono
    accompagnati da cambiamenti di attivazione.
  • Principio della U rovesciata aumentando il
    livello di attivazione, la prestazione migliora
    fino a un dato punto, poi peggiora (livello di
    AROUSAL troppo elevato). Cambia anche
    lelaborazione dellinformazione, quando i
    livelli di attivazione aumentano.
  • Un elevato livello di ansia può portare ad
    includere, allinterno dei processi di
    attenzione, informazioni non significative ai
    fini del compito.
  • Ci sarebbe un sovraccarico nei processi relativi
    alla memoria di lavoro, con dubbi e incertezze
    che si acutizzano, arrivando ad uno stadio di
    deconcentrazione.

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ATTIVAZIONE E ANSIA
  • Ogni individuo ha risposte differenti e personali
    agli stati ansiosi, esplicate in risposte
    fisiologiche, somatiche, comportamentali.
  • Risposte fisiologiche, somatiche e autonome
    (mediate dal sistema nervoso vegetativo)
    palpitazioni, difficoltà a respirare, bocca
    secca, nausea, frequente minzione, vertigini,
    tensione muscolare, sudorazione, fastidi
    addominali, tremore, pelle fredda.

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ATTIVAZIONE E ANSIA
  • Zona di energia ottimale (Martens-1988) per
    ottenere le migliori performance, portando ad un
    buon equilibrio psico-fisico identificata tra
    la zona di stress da ansia e la zona di noia
    in questo spazio avverrebbe la condizione di
    FLOW, con controllo dellenergia psichica e
    riflessi sulla consapevolezza e sul piacere
    percepito dellesperienza (Csikszentmihalyi-1990).
  • Questo flow non ha solo dimensione individuale,
    ma può coinvolgere una squadra.

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SISTEMA DI RISPOSTA
  • SCELTA DELLA RISPOSTA strettamente correlata
    con le capacità di scegliere indizi pertinenti
    nellambiente, di filtrare dalla memoria a lungo
    termine il minor numero possibile di risposte
    utili tra le quali scegliere le strategie più
    economiche (processi di ricerca automatizzati).
    Importante soprattutto negli open skills, dove la
    strategia e lesperienza sono fondamentali la
    metà del tempo di reazione complessivo è deputato
    alla scelta della risposta, e il risparmio
    temporale è importante ai fini dellefficacia
    della scelta.

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  • PROGRAMMAZIONE ED ESECUZIONE DELLA RISPOSTA una
    volta operata la decisione, sensibile a
    variazioni di complessità, si affronta la fase di
    preparazione e costruzione. Importanti ai fini
    dei costi e tempi impiegati i requisiti di
    precisione e i vincoli temporali. Per quanto
    riguarda il tempo di esecuzione, si hanno
    risposte motorie brevi, nellordine di 200-300
    mms (OPEN SKILLS, con programmazione
    completamente specificata prima dellesecuzione,
    e correzione operata successivamente controllo
    in circuito aperto), e risposte motorie lunghe
    (CLOSED SKILLS, con programma soggetto ad
    aggiustamenti attraverso feedback controllo in
    circuito chiuso).
  • Nelle open lattenzione critica richiesta nella
    fase di esecuzione della risposta aumenta perché
    è necessario tenere conto delle condizioni
    ambientali sempre in cambiamento nelle closed si
    ricerca soprattutto una esecuzione
    standardizzata, poco soggetta al controllo
    attenzionale nella fase esecutiva.

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PROCESSI MENTALI
  • I meccanismi che determinano una risposta motoria
    dipendono largamente da come viene utilizzata
    linformazione, dalla sua percezione,
    dallinterazione con gli INPUT AMBIENTALI OPEN
    SLILLS, o con MODELLI INTERIORIZZATI CLOSED
    SKILLS. Logicamente non tutta linformazione
    esterna o interna può essere controllata istante
    per istante, lattenzione è rivolta ad una
    piccola parte degli stimoli presenti, e la
    risposta è frutto di una analisi comunque
    limitata della situazione.

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CIRCUITO CHIUSO
  • Azione determinata da ESECUTORE (IDENTIFICAZIONE
    DELLO STIMOLO-SELEZIONE DELLA RISPOSTA-PROGRAMMAZI
    ONE DELLA RISPOSTA), messa in atto da EFFETTORE
    (PROGRAMMA MOTORIO-MIDOLLO SPINALE-MUSCOLI),
    inviata al COMPARATORE sotto forma di FEEDBACK
    (informazione retroattiva che dà linformazione
    necessaria per mantenere lo stato desiderato).
  • Nelle azioni molto rigide, in attività motorie
    continue, di lunga durata (movimenti lunghi che
    superano i 250 mms).
  • Svantaggio controllo molto lento, soprattutto
    nella programmazione della risposta. Con azioni
    molto rapide, devono essere già pianificati
    movimenti molto rapidi.

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CIRCUITO APERTO
  • Solo INPUT-ESECUTORE-EFFETTORE-OUTPUT.
  • No feedback, no comparatore.
  • Lazione non è passibile di aggiustamento durante
    la sua esecuzione.
  • Efficace fintanto che le circostanze nelle quali
    si svolge lazione rimangono invariate, ma
    inflessibile rispetto a cambiamenti inaspettati,
    in ambienti stabili e prevedibili, con scarsa
    necessità di modificare i programmi.
  • Istruzioni date in anticipo, cosicchè il sistema
    mette in atto le istruzioni senza modificarle.
  • Una volta avviata lazione non è necessario
    apportare cambiamenti.
  • Nei movimenti brevi, sotto i 200-250 mms.

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CIRCUITO APERTO
  • Il programma motorio dellOPEN LOOP definisce
    quali muscoli devono contrarsi, e la sequenza
    temporale, senza controllo cosciente diretto. Non
    è richiesta molta attenzione per la produzione
    del movimento.
  • Con lesperienza si riesce a controllare sequenze
    comportamentali lunghe dopo lapprendimento
    questi programmi sono immagazzinati nella MEMORIA
    A LUNGO TERMINE.
  • Grazie al circuito aperto, intere sequenze sono
    messe in atto senza altre operazioni
    organizzative. Quanto più il programma è
    sofisticato (max esperienza e automatismi), tanto
    più ampia è la gamma di comportamenti che si è in
    grado di controllare.
  • La programmazione della risposta è impegnata con
    minima frequenza, lattenzione è resa disponibile
    per altre attività di ordine superiore (max in
    sport di situazione).

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FEEDFORWARD
  • CONTROLLO DI PROAZIONE controllo anticipatorio
    che si attua attraverso linvio di informazioni
    che preparano gli effettori-muscoli allarrivo di
    un futuro programma di azione, e presentano il
    sistema sensoriale ad aspettare determinati
    segnali di ritorno.

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RIFLESSI
  • Reazione a stimoli, stereotipati, involontari,
    veloci.
  • REAZIONE M 1 riflesso da stiramento
    monosinaptico, veloce e di breve tragitto, tra
    30 e 50 mmsec dopo aggiunta del carico, dato da
    stiramento dei fusi neuro-muscolari. Inconscia,
    in oscillazioni posturali o forze esterne
    inaspettate.
  • REAZIONE M 2 dopo 50/80 mmsec da carico,
    conscia ma non volontaria riflesso da stiramento
    funzionale, da attivazione dei fusi, ma oltre il
    midollo, fino al S.N.C., con elaborazione. Max
    latenza per il lungo tragitto. Più flessibile
    della M 1, modificabile volontariamente
    attraverso linformazione sensitiva. Non è
    volontaria perché richiederebbe 150/200
    mmsec.(es. riflesso patellare)
  • M1 e M 2 hanno picchi di attività
    elettromiografica.

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RIFLESSI
  • REAZIONE INDOTTA latenza di 80/120 mmsec, per i
    muscoli lontani dalla zona stimolata e sensibile
    allo stimolo-risposta. No volontaria.
  • REAZIONE M 3 volontaria, con aumento
    inaspettato di carico, compresa tra 120 e 180
    mmsec, flessibile, modificabile da istruzioni o
    anticipazione

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RIFLESSI
  • Flessibilità e velocità di reazione sono
    inversamente proporzionali con breve latenza la
    reazione è rigida e inflessibile.
  • M 3 è max sensibile allambiente, ma lenta.
  • M 1 è insensibile allambiente, ha max velocità.
  • Indotta e M 2 ricadono tra questi due.
  • Man mano aumenta il tempo di latenza,
    intervengono tutti i circuiti feedback TEMPO DI
    MOVIMENTO.

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TEMPO DI REAZIONE
  • TR intervallo di tempo tra stimolo inaspettato
    improvviso e la reazione ad esso.
  • Aumenta con la complessità del movimento, con
    laggiunta di altri elementi, con la
    coordinazione di un max numero di arti, con la
    durata del movimento.
  • Quando lazione è più complessa, è richiesto più
    tempo per organizzare il sistema questa
    organizzazione anticipata è attuata nello stadio
    della PROGRAMMAZIONE DELLA RISPOSTA
    (automatismo).
  • AUTOMATISMO elaborazione in parallelo
    dellinformazione senza interferenza o
    competizione dellattenzione più efficace nel
    circuito chiuso in ambiente prevedibile. Con il
    circuito aperto si richiede più esperienza.
  • ELABORAZIONE CONTROLLATA lenta-con
    attenzione-seriale-volontaria.
  • ELABORAZIONE AUTOMATICA veloce-senza
    attenzione-parallela-involontaria.

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CIRCUITO CHIUSO / APERTO
  • I movimenti lenti corrispondono al circuito
    chiuso, quelli veloci al circuito aperto, ma è
    una miscela complessa, con azioni contemporanee e
    intermittenti (sistemi di controllo ibridi).
  • LEGGE DI FITTS open e closed loops operano
    insieme nelle azioni veloci e precise.I movimenti
    lenti sono più precisi per max tempo per rilevare
    e correggere gli errori. Se gli errori sono
    troppo grandi, per ridurli si deve rallentare il
    movimento.I movimenti veloci sono soggetti al
    compromesso velocità/precisione un aumento della
    velocità o una diminuzione del tempo di movimento
    diminuiscono la precisione spaziale.
  • Gli errori sono causati da disturbi nel midollo e
    muscoli, che producono contrazioni muscolari
    leggermente devianti da quelle pianificate
    allinizio.

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FEEDBACK
  • Linformazione sensoriale relativa al movimento,
    derivante dal movimento produce il FEEDBACK.
  • FEEDBACK INTRINSECO esterocettori e
    propriocettori.
  • FEEDBACK ESTRINSECO dallesterno. Si basa sulla
  • CONOSCENZA DEI RISULTATI (raggiungimento degli
    obiettivi)
  • CONOSCENZA DELLA PRESTAZIONE (informazione
    sullesecuzione del movimento e sua qualità
    feedback cinematico).
  • 4 possibili funzioni
  • MOTIVAZIONE
  • RINFORZO ( / - / punizione)
  • INFORMAZIONE
  • DIPENDENZA

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FEEDBACK
  • Il feedback estrinseco migliore è quello
    semplice, riferito ad una caratteristica per
    volta.
  • FEEDBACK DESCRITTIVO descrivere gli errori
    compiuti durante lesecuzione del movimento.
  • FEEDBACK PRESCRITTIVO simile al descrittivo, in
    più suggerimento di qualcosa per correggere gli
    errori.
  • FEEDBACK RIASSUNTIVO dato dopo una serie di
    prove con informazione di ciascuna serie (meno
    frequente, ci si focalizza meglio
    sullintrinseco).

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