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Il PAESE INVISIBILE

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Il PAESE INVISIBILE Mafia e questione meridionale FRASCA MATTEO Introduzione A partire dalla piaga del fenomeno mafioso, se ne analizzano le origini toccando le ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Il PAESE INVISIBILE


1
Il PAESE INVISIBILE
  • Mafia e questione meridionale


FRASCA MATTEO
2
Introduzione
  • A partire dalla piaga del fenomeno mafioso, se
    ne analizzano le origini toccando le
    problematiche della Questione meridionale con
    riferimento ad autori della letteratura italiana
    che hanno affrontato queste tematiche e,
    allestero, hanno aderito alle correnti realiste
    e naturaliste, promuovendo una poesia di denuncia
    sociale.

3
Mappa dei collegamenti
RAGIONERIA I finanziamenti
ITALIANO verga e il verismo, cenni sul
naturalismo
TECNICA I fidi
STORIA La Questione meridionale
INGLESE Financing and payment methods
DIRITTO La magistratura
MATEMATICA Funzioni in due variabili
FINANZA PUBBLICA Le spese e le entrate pubbliche
INFORMATICA i sistemi operativi
4
Italiano
  • Verga e il Verismo
  • Zola e il Naturalismo
  • Tomasi di Lampedusa

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Financing the transactions
  • Export financing
  • Factoring
  • Leasing

Payment methods
  • Cheque
  • Credit card
  • Bank transfer
  • Bill of exchange
  • Cash with order
  • Cash on delivery
  • Open account

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6
il naturalismo
  • Definizione
  • Caratteristiche
  • Le regole
  • Émile Zola

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Caratteristiche
  • Concepisce l'arte come studio scientifico e
    impersonale della natura.
  • E' volto allo studio e alla rappresentazione
    della realtà umana nei suoi aspetti più concreti
    e a volte brutali (bassifondi delle grandi città,
    l'esistenza miserabile delle classi operaie).
  • Gli autori si sforzano di essere aperti alle
    realtà, in particolare alla realtà
    dell'improvviso sviluppo della borghesia
    industriale che apre le porte al problema sociale
    delle masse operaie.
  • La natura è assunta non solo come oggetto della
    riflessione filosofica ma anche e soprattutto
    come punto di riferimento determinante e assoluto
    per quanto riguarda la vita e gli interessi
    dell'uomo.
  • Ripudio della metafisica ma anche del realismo
    perché si limita a riprodurre un'immagine fedele
    della natura, affondando in una visione
    pessimistica e materialistica del mondo.
  • Il linguaggio deve essere realistico quando non
    addirittura mimetico.
  • Fiducia nella scienza e nel progresso.
  • I fenomeni psicologici e sociali sono considerati
    prodotti dall'attività biologica fisiologica e
    psicologica dell'individuo e dei rapporti tra gli
    individui. Scriveva Hippolyte Taine che
    l'individuo è la risultante del concorso di tre
    fattori determinanti- l'ambiente (mileu)- il
    momento storico (moment historique)- la razza
    d'appartenenza (race).
  • Una visione fortemente negativa della realtà
    sociale attuale (nuova società industrializzata)
    è associata ad un ottimismo fondato sul progresso
    della scienza.

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Émile Zola
  • Émile Zola è il personaggio più importante del
    Naturalismo.
  • Scrive il ciclo dei "Rougons-Macquart" in cui
    vuole dimostrare il peso dell'eredità sulle
    azioni umane.
  • Si propone un analisi scientifica delle realtà
    più povere della sua epoca,( i minatori, il
    sobborgo, la prostituzione...) e per essere più
    realistico possibile va a vivere coi protagonisti
    dei suoi lavori.
  • Crede che la letteratura abbia un scopo morale e
    sociale molto importante, è convinto della
    possibilità di diffondere le suo idee socialista
    di rivolta e cambiamento coi suoi libri.
  • È per la sua fiducia negli sconvolgimenti storici
    che talvolta deve rinunciare all'impersonalità
    nei romanzi per lanciare i suoi messaggi
    umanitari con le parole dei suoi personaggi.



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Le regole
  • Il naturalismo applica alla letteratura il metodo
    sperimentale che è alla base del movimento
    filosofico del positivismo l'opera narrativa
    diventa così un laboratorio per l'osservazione
    fredda e distaccata della realtà, di cui lo
    scrittore, al pari di uno scienziato, deve
    registrare impassibilmente i fenomeni il
    narratore non interviene né si manifesta nel
    racconto (scompare il suo punto di vista). Si
    deve limitare ad osservare e a riportare il punto
    di vista dei suoi personaggi.
  • Questo movimento letterario respinge ogni eccesso
    della fantasia e del sentimento l'obiettivo
    finale è quello di avere un'opera d'arte
    oggettiva, in cui l'autore si limita ad una
    narrazione impassibile delle varie vicende della
    vita quotidiana. Il fattore dominante è quindi
    rappresentato dal canone dell'impersonalità
    dell'opera d'arte.
  • L'opera dello scrittore deve sottolineare la
    dipendenza dell'uomo dalle condizioni ambientali
    l'attenzione è puntata non tanto sulla natura
    quanto sulla società, intesa come meccanismo di
    sopraffazione e di abbrutimento dei singoli.
    Fondamentale è la tesi che il male e la malattia
    siano causa del deterioramento delle strutture
    sociali.
  • Il romanziere naturalista deve affondare il suo
    bisturi nella società umana indagandone le
    passioni e i comportamenti e risalendo alla cause
    che li determinano.
  • Il naturalismo privilegia il romanzo in quanto
    solo nel romanzo possono essere distesamente
    affrontate le condizioni umane. Il romanzo
    sperimentale mette in luce le manifestazioni
    passionali e intellettuali dell'individuo e
    rappresenta l'uomo nell'ambiente sociale che lui
    stesso ha creato trasformandolo incessantemente e
    lasciandosi a sua volta trasformare.

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Definizione
  • Il naturalismo è un movimento letterario che si
    sviluppa in Francia nella seconda metà del XIX
    secolo, con lo scrittore-scienziato Émile Zola.
  • Il naturalismo trova le sue radici nel realismo
    ma ne diventa un tipo desasperazione.

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11
Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
  • Il Gattopardo è un romanzo storico ambientato
    in Sicilia allepoca della fine del dominio
    Borbonico e mette in scena il forte contrasto tra
    vecchio e nuovo incarnato dai due
    protagonisti, il principe Fabrizio Salina e il
    nipote Tancredi.
  • E il secondo che comprende quanto veramente sta
    succedendo alla società nonostante tutto sembra
    in fase di cambiamento, in realtà ogni cosa
    rimarrà comera nella tradizione, è dunque
    necessario un intervento per dirigere i mutamenti
    verso i propri interessi.
  • Nonostante limpianto sia storico il libro è
    tutto impregnato da una sensibilità decadente che
    maschera i temi del nichilismo e della morte.
  • Anche per quanto riguarda la narrazione si
    ammette che nonostante limpianto naturalistico,
    tutto sia comunque filtrato dagli occhi del
    protagonista.

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Verga e il Verismo
  • Limportanza dellopera
  • Lideologia
  • Lo stile narrativo
  • Il ciclo dei vinti
  • I Malavoglia
  • Le novelle
  • Il verismo
  • Differenze fondamentali tra verismo e naturalismo
  • Libertà

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Il ciclo dei Vinti
  • Il ciclo di romanzi si ispira al modello diffusa
    dai Rougons-Macquart di Zola.
  • Verga intende disegnare un quadro completo della
    società italiana, passando in rassegna tutte le
    classi, senza tuttavia un intento scientifico
    come era quello dellautore francese.
  • Verga vuole focalizzare la sua attenzione sui
    Vinti mettendo il luce le leggi materialistiche
    che muovono il volere delluomo.
  • Il Ciclo doveva essere composto da cinque romanzi
    I Malavoglia, Mastro Don Gesualdo, La
    duchessa di Leyra, Lonorevole Scipioni,
    Luomo di lusso, solo i primi due saranno
    portati a termine.

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Lideologia
  • La società umana è dominata dal meccanismo della
    lotta per la vita (Darwin) in cui il più forte
    schiaccia il più debole. Gli uomini non sono
    mossi da ideali ma da interessi economici (Mastro
    Don Gesualdo).
  • Come ogni legge naturale,anche quella della lotta
    per la sopravvivenza è immutabile ed universale,
    dunque non vi sono alternative al tipo di società
    vigente, né nel passato, né nel futuro
    (pessimismo).

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Lo stile narrativo
  • Alla mancanza di fiducia nella possibilità di
    modificare la realtà, dominata da una legge
    naturale immutabile, corrisponde la mancanza di
    un intervento del narratore nel romanzo a
    suggerire comportamenti, giudicare azioni e
    pensieri dei personaggi.
  • Il narratore si cala completamente nel
    personaggio, parlando la sua lingua, pensando con
    la sua mentalità, agendo secondo i suoi
    principi.(regressione).
  • Il narratore non informa sul carattere dei
    personaggi e sulla loro vita prima dellinizio
    della storia.
  • Tutto è raccontato dalla voce della logica
    popolare, basata sullutile e linteresse
    personale, priva di sensibilità e altruismo.

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Il verismo
  • Il verismo non può propriamente essere definito
    una corrente letteraria con una linea di pensiero
    e un programma proprio, come lo era il
    Romanticismo o il Naturalismo francese.
  • Nulla accomuna gli scrittori che di solito si
    tende a collocare in questo stile se non un
    gusto di fondo perla rappresentazione del reale e
    un interesse verso il popolo, le classi inferiori
    e gli ambienti rurali.
  • Si tende addirittura a definire veriste le sole
    personalità di Verga, Capuana e De Roberto.

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Differenze fondamentali tra verismo e naturalismo
  • DIFFERENZE FORMALI
  • Il narratore di Zola racconta la vicenda dal
    punto di vista dellautore, intervenendo spesso
    con giudizi morali, mentre Verga si eclissa nel
    personaggio, attraverso la regressione
  • Non è difficile comprendere la distanza tra
    narratore e autore, attraverso gli inrterventi di
    questultimo sulla realtà che narra.
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  • DIFFERENZE IDEOLOGICHE
  • Zola crede nella funzione progressiva della
    letteratura, che per Verga non può nulla per
    modificare la legge della lotta per la vita.
  • Lintellettuale deve farsi attivo portavalori del
    popolo cui spetta il compito di cambiare la
    società (Zola). Lintellettuale deve limitarsi a
    trarsi fuori del campo della lotta per studiarla
    senza passione e rendere la scena nettamente coi
    colori adatti (Verga).

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Le novelle
  • Limportanza delle novelle consiste nel fatto che
    esse fanno come da schizzi preparatori per i
    romanzi del Ciclo dei Vinti.
  • La prima raccolta Vita dei campi (1880)
    risente ancora di un sentimentalismo romantico e
    di una mitizzazione dellambiente rurale, anche
    se già è applicata la tecnica dellimpersonalità.
  • Più coerenti alla conversione verghiana al
    Verismo sono le Novelle Rusticane (1883),
    ambientate in una Sicilia rurale e aspra,
    governata dalla legge dellutile che causa
    miseria e soffoca i sentimenti.
  • Le raccolte di novelle degli ultimi anni della
    produzione di Verga poco hanno di originale e
    segnano più che altro una regressione
    dellautore, che si limita prevalentemente alla
    rielaborazione di racconti già stesi.

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Libertà
  • Questa novella, contenuta nella raccolta NOVELLE
    RUSTICANE   è ispirata ad un fatto storico del
    1860, quando, dopo il proclama di Marsala, a
    Bronte, in un paese vicino allEtna, la folla è
    presa da una euforia  omicida e compie una
    rivolta massacrando i possidenti e i borghesi con
    il fine di instaurare un ordine sociale  dove se
    non c era più il perito per misurare la terra e
    il notaio per metterla sulla carta, ognuno
    avrebbe fatto a riffa e a raffa !.
  • Per fare questo i paesani ammazzano i
    cappelli ,vale a dire i rappresentanti dellalta
    società e della classe dirigente, come il
    reverendo, lo speziale, il figlio del notaio, la
    baronessa. Ad ogni uccisione di un ricco sono
    gridate parole di rancore socio- economicoche
    recriminano i loro comportamenti passati, quando
    essi si arricchirono sulle spalle dei poveri e le
    ragioni di questi ultimi.
  • Le particolarità di questa rivolta sono
    laspetto irrazionale e la disorganizzazione,
    lastrazione delle prospettive post-rivoluzione,
    anzi, lassenza di tali prospettive che si
    risolvono con la resa dei rivoltosi. Non solo i
    paesani sono catturati dai garibaldini ma essi
    non pongono nemmeno resistenza, rimanendo
    paralizzati dalla paura e muoiono in una
    condizione opposta a quella degli eroi, i quali
    vengono a mancare con onore. Invece le lacrime
    che scendono dagli occhi dei rivoltosi prima di
    essere fucilati sono la dimostrazione di un
    pentimento che nasce dalla consapevolezza della
    loro situazione di inferiorità nei confronti di
    alcune classi sociali che li hanno sempre
    controllati e che hanno dettato le regole fino ad
    allora.
  • Dato che non sono capaci di cambiare
    questa subordinazione e di sostenerne il
    cambiamento, essi rimangono in tale condizione.
    Viceversa, sono resi secolarmente deboli e
    abituati a quella realtà sociale, che non
    riescono e non vogliono nel profondo di loro
    stessi, cambiare.
  • Tutto il brano è caratterizzato dalla
    tecnica espressiva propria di Verga, cioè l
    impersonalità che fa apparire il racconto come
    proveniente dalla voce del popolo, dai viottoli
    del paese dove esso si svolge. Contemporaneamente,
    traspare il conservatorismo dell autore, il
    quale, propone una storia in cui i contadini
    siciliani non riescono, per vari motivi  ad
    attuare un ribaltamento delle loro condizioni
    sociali, neppure quando agiscono con la forza.Il
    finale propone una visione della società in cui i
    contadini non possono fare a meno del notaio, del
    perito, del prete, così come i padroni non
    possono sopravvivere  senza  il lavoro dei
    contadini. 

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Limportanza dellopera
  • Grazie alla lucida analisi delle problematiche
    della Sicilia contadina post-unitaria, condotta
    nelle pagine dei Malavoglia, Verga ci permette
    di ricostruire un quadro dettagliato delle
    condizioni di vita di un mondo lontano dalle
    ricche terre piemontesi, unito allItalia solo
    sulla carta, in realtà ancora governato da una
    mentalità ottusa di stampo monarchico e
    tradizionalista.
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I Malavoglia
  • Sono il primo dei cinque romanzi del Ciclo de
    Vinti, scritto nel 1881.
  • Raccontano la drammatica vicenda di una famiglia
    scossa dallirruzione del progresso dinamico e
    feroce nel quotidiano statico e tradizionalista.
  • Viene completamente smantellato il mito di un
    mondo rurale idillico e fiabesco, in favore di
    una società retta dalla legge dellutile.
  • Nonostante sia ormai del tutto impregnato da un
    pessimismo immutabile, lautore non rinuncia ad
    alcuni valori ideali che proietta in personaggi
    privilegiati, ma sempre tristemente schiacciati
    dallinteresse e dal progresso (alla divisione
    dei personaggi in buoni e cattivi corrisponde
    un tipo di narrazione bipolare).
  • Lazione ha luogo nel 1863, nella Sicilia
    post-unitaria che viene a conoscenza delle
    trasformazioni e delle modernità della società
    italiana (leva obbligatoria, tasse, treno,
    telegrafo).
  • Nonostante questi cambiamenti tuttavia i valori
    che muovono la società rimangono gli stessi e le
    classi che la compongono, seppur scosse dal
    cambiamento si mantengono per tutta la vicenda.
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Mafia e Chiesa
  • Nei primi contrasti tra mondo contadino e
    proprietari terrieri dei Fasci Siciliani la
    Chiesa ha preso le parti del potere al governo
    con eccezionali episodi sporadici di sodalizi
    (solo verbali comunque) tra clero e rivoltosi.
  • La mafia in particolare, negli anni in cui le
    ribellioni si facevano più sanguinolente e
    maggiormente coatte dal punto di vista
    ideologico, fu sempre usata (in collaborazione
    con gli eserciti regolari) come silenziosa e
    infallibile arma contro la minaccia socialista.
  • Solo don Luigi Sturzo, nominato capo del nascente
    PPI, si impegnò per alleviare le condizioni di
    vita degli strati più disagiati della popolazione
    attraverso la creazione di una Cassa Rurale
    Cattolica (vi furono però episodi in cui la Cassa
    si legò ai gabellotti mafiosi nella lotta contro
    la concorrenza delle cooperative socialiste).
  • In generale il motto di quegli anni fu
    universalmente IN NOME DELLA LOTTA
    ANTICOMUNISTA, TUTTO E GIUSTIFICABILE.
  • Nel secondo dopoguerra la lotta fu condotta da
    una sinistra scarna e minoritaria, qui nacque la
    tuttora diffusa opinione La mafia è
    uninvenzione dei comunisti.
  • A seguito dei violenti e numerosi attentati degli
    anni 80 e 90 vi fu una più netta presa di
    posizione del clero, aumentarono gli episodi di
    martirio e furono emesse le prime condanne
  • Il Vangelo è assolutamente incompatibile con la
    mafia e chi collabora con essa o ne è parte, è
    dichiarato fuori dalla comunione della Chiesa.


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I traffici
  • La prima mafia era rurale, legata cioè alla
    realtà agricola del Sud, dove in cambio di
    protezione dispensava impieghi, sicurezza
    economica e una relativa pace sociale.
  • Allincirca negli anni della Seconda Guerra
    Mondiale, la malavita cominciò ad interessarsi al
    nuovo business dellindustrializzazione, che
    assicurava capitali più facilmente accumulabili e
    monetizzabili.
  • Nei primi anni Cinquanta le organizzazioni
    scatenarono lotte per il controllo di nuovi
    affari clandestini ma redditizi come la
    prostituzione, il contrabbando, le scommesse
    clandestine.
  • Negli anni Sessanta con lo spostamento dei clan
    nelle grandi città, la mafia mise le mani sugli
    appalti pubblici, controllando piani regolatori e
    speculando indisturbatamente nel settore edile.
  • Risalgono agli anni Settanta le aperture verso
    traffici estremamente lucrosi lorganizzazione
    si preoccupò di investire nuovi capitali in
    settori pericolosi quanto proficui come quello
    delle armi o della droga.

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La mafia nella storia
  • Mafia e stato liberale dopo lunità dItalia
  • Mafia e Fascismo il prefetto Mori
  • Seconda Guerra Mondialelo sbarco
  • Il dopoguerra lemigrazione
  • Gli anni sessanta, la prima Antimafia
  • Gli anni ottanta, i pentiti
  • I grandi attentati

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Le stragi
  • In concomitanza con linizio delle operazioni
    speciali e dei maxiprocessi per mafia sono
    proliferati gli attentati a membri di clan,
    uomini di polizia,magistrati, giudici e perfino
    giornalisti coinvolti nella lotta.
  • Un esempio sono le uccisioni dei procuratori
    della repubblica Costa e Chinnici, del segretario
    regionale La Torre e del generale dei carabinieri
    Dalla Chiesa.
  • Più recenti i casi dei giudici Falcone e
    Borsellino, uccisi nel 1992.
  • La strategia delleliminazione fisica degli
    uomini di giustizia, per quanto efficace si
    rivelerà alla lunga controproducente in quanto lo
    scalpore provocato dalle stragi aiuterà una più
    rapida riorganizzazione degli organi statali
    preposti alla lotta contro le cosche.

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26
Il pentitismo
  • Per contenere la furia della criminalità
    organizzata, ormai radicata in tutto il mondo, lo
    Stato si impegnò a incentivare nuove azioni
    investigative. A questo proposito furono create
    la DIA (Direzione Investigativa Anticrimine) e la
    DNA (Direzione Nazionale Antimafia) che ottennero
    successi con larresto di numerosi capimafia.
  • Un ruolo importante fu ricoperto inoltre dai
    pentiti, ex mafiosi che accettano di collaborare
    con la giustizia in cambio di riduzioni di pena o
    immunità (anche se a volte essi si sono rivelati
    strumenti stessi delle lotte tra clan)

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La commissione Antimafia
  • Nel 1962, al dilagare costante e terribile del
    problema, lo Stato Italiano rispose per la prima
    volta con la costituzione di una Commissione
    parlamentare Antimafia.
  • Il compito affidato fu quello di indagare sui
    numerosi intrecci della criminalità organizzata
    con alcuni ambienti politici.

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Lo sbarco angloamericano
  • Raggiunta attraverso i servizi segreti nelle sue
    ramificazioni oltreoceaniche, la mafia venne
    usata nel 1943 dagli Americani per mettere a
    segno il loro sbarco in Italia.
  • Essi la utilizzarono come elemento di
    stabilizzazione e controllo del territorio
    offrendole in cambio posti prestigiosi nelle
    amministrazioni locali.
  • E in questo momento che lOnorata Società
    comincia ad occuparsi sempre più tenacemente di
    questioni politiche, senza mai tuttavia esporsi
    in prima persona.

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La mafia esportata
  • Il problema assunse enorme risonanza, anche
    internazionale soprattutto a seguito delle
    vicende si Salvatore Giuliano che nel 1947
    organizzò la prima grande strage documentata
    della storia della mafia.
  • Nello stesso periodo i centri delle attività
    illegali furono spostati dalle campagne alle
    grandi città e, attraverso la sicura rete delle
    emigrazioni negli Stati Uniti, si stabilì un
    legame di sangue con le organizzazioni
    doltremare.

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Limpresa di Mori
  • Il primo attacco serio al potere mafioso venne
    mosso negli anni Venti, quando il prefetto Mori
    venne inviato in Sicilia.
  • Lazione contro la mafia servì al fascismo come
    schermo per colpire gli oppositori del regime.
  • Il male non fu comunque estirpato alla sua
    radice, in quanto prosperava efficacemente a
    causa delle condizioni di estrema povertà in cui
    versava il Sud, dove realmente mancavano
    alternative legali di occupazione e
    sostentamento.

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Mafia e stato liberale
  • LItalia fu unita nel 1861 ma il meridione non se
    ne sentì mai veramente parte nelle campagne
    siciliane, calabresi, pugliesi continuarono a
    governare sistemi arretrati di tipo baronale e
    feudale che favorirono lo sviluppo capillare e
    clandestino delle grandi cosche mafiose.
  • Lo stato liberale non riuscì a fronteggiare il
    fenomeno, che anzi si potenziò con linserimento
    di uomini donore nella amministrazione
    periferica del Regno, distorta a fini privati in
    un intreccio di favoritismi e corruzione.
  • Lelevato tasso di emigrazione, diretta in
    particolar modo verso gli Stati Uniti fece sì che
    il fenomeno assumesse dimensioni internazionali.

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Famiglia di emigranti
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MAFIA
  • Fenomeno criminoso, localizzato in Sicilia (e col
    tempo diffusosi in tutto il mondo), basato su una
    complessa e organizzata rete di complicità,
    ricatti, delitti e violenze in genere a sfondo
    economico, che si pone come organizzazione
    sostitutiva e concorrente rispetto allautorità
    legale per realizzare un ordine fondato su
    accordi tra amici.

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Il metodo
  • Le cosche operanti in una zona si propongono di
    ottenere prestigio mantenendosi ai margini della
    legge, per questo agiscono con estorsioni,
    intimidazioni, ricatti, senza mai temere la
    giustizia statale in quanto costantemente
    protetti da un velo di omertà.
  • Il colpo di lupara è tristemente sopravvissuto ai
    tempi come tipico mezzo di persuasione o
    regolamento di conti tra clan.

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Palermo, 28-8-1982, attentato incendiario alla
cereria F.lli Gange
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Rapporti tra cosche
  • Lorganizzazione tra le varie famiglie è
    assicurata da una commissione (cupola) formata
    dai capifamiglia più influenti o dai loro
    rappresentanti che decidono la strategia
    dellintera organizzazione, mantengono i rapporti
    internazionali, suddividono tra le cosche le
    varie attività e si assumono alloccorrenza i
    diritti di un tribunale supremo e inappellabile
    nei confronti degli affliati.
  • Tipico anche il fenomeno delle guerre tra clan,
    quando due o più famiglie entrano in contrasto
    per assicurarsi il settore più vantaggioso di un
    mercato.
  • Nei periodi di lotta tra le famiglie si inserisce
    laffascinante e ambigua personalità del
    confidente.
  • ?

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Etimologia
  • Dall arabo Mahyas, millanteria
  • Estensione di un termine già usato dal 1860 in un
    rione palermitano con il significato di valentia,
    superiorità, coraggio, perfezione (opinione dello
    storico Pitré)
  • Nel dramma di Rizzotto I mafiusi della Vicaria
    (1863), il guappo, luomo donore che si
    contrappone alle istituzioni vigenti

  • ?

36
Origini
  • La mafia siciliana nacque agli inizi dell800
    come polizia privata dei proprietari terrieri.
    Col tempo gli affiliati si organizzarono in
    cosche autonome e, affrancatisi dal potere
    baronale, divennero una vera e propria
    istituzione criminale segreta e alternativa allo
    Stato.
  • La mafia ha trovato terreno fertile in quelle
    regioni in cui la figura dello Stato è meno
    radicata nella società e dove la miseria e la
    fame, a volte troppo trascurate dai governi
    settentrionalisti fanno si che i più disperati
    accettino la benevolente protezione di un
    padrino.
  • Non sempre infatti la Questione meridionale è
    stata affrontata con le dovuta misure dalla
    politica interna italiana.


  • ?

37
La Questione meridionale
  • Definizione
  • Il dominio Spagnolo
  • I Borboni
  • LOttocento
  • Dopo lUnità
  • Il governo Giolittiano
  • Il regime
  • Il dopoguerra
  • La crisi degli anni 70
  • Gli anni Ottanta
  • La situazione oggi
  • ?

Palermo
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Definizione
  • A partire dallUnità dItalia si denomina
    questione meridionale un grave problema sociale
    della penisola che trova origine nel differente
    sviluppo storico-economico delle regioni del
    Mezzogiorno.
  • Si tratta in sostanza di una questione di zone
    deboli, dove lo scarso sviluppo dei comuni, un
    fiacco tessuto cittadino e lincancellabilità del
    feudalesimo hanno impedito la maturazione di un
    moderno e democratico modello economico, politico
    e sociale.
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Il dominio Spagnolo
  • Instaurandosi allinizio del XVI secolo nel Sud
    Italia, gli Spagnoli non si preoccuparono di
    restaurare e riunificare il mercato (anche
    essendo la Spagna un paese in decadenza
    commerciale).
  • Tutto ciò causò problemi di sovrappopolazione
    nelle città, entroterra arretrati, analfabetismo,
    mafia, renitenza alla leva e carenza di spirito
    associativo.
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I Borboni
  • Sotto il dominio dei Borboni cominciarono i primi
    tentativi di riammodernamento che troveranno
    seguito nei provvedimenti dei successivi governi
    francesi.
  • Si cercò più che altro di incoraggiare il
    formarsi di piccole proprietà contadine, onde
    colpire i grossi prestigi feudali (questione
    demaniale)
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LOttocento
  • Mentre in Europa fiorivano le nuove industrie, il
    Meridione versava ancora in condizioni di degrado
    agricolo e scarsissima se non nulla iniziativa
    nel settore del secondario.
  • Si tentò dunque di creare poli di sviluppo con
    linserimento di imprenditori stranieri al fine
    di incentivare la nascita di un ceto medio che
    sapesse organizzare un decollo industriale.
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Dopo lUnità dItalia
  • La questione meridionale diviene un problema
    nazionale. La destra al potere ne ha una visione
    moralistico-pedagogica (educazione delle masse)
    e nazionalistico-repressiva (a seguito dei moti
    del brigantaggio e per limposta sul macinato).
  • Quando il malcontento si ricoprì di vesti
    ideologiche ben precise, furono usati strumenti
    di repressione per soffocare il malcontento.
  • Di fatto lamministrazione piemontese aveva
    soffocato la debole industria che faticosamente
    nasceva, imponendo riforme fiscali inadeguate.
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Il governo Giolittiano
  • Allinizio del Novecento furono istituite una
    serie di leggi speciali per Napoli, la Sicilia,
    la Calabria, senza tuttavia che la questione
    interessasse una pianificazione
    legislativo-finanziaria globale che impegnasse
    lintera nazione.
  • I tassi di emigrazione e analfabetismo toccarono
    vette elevatissime e nemmeno le imprese
    coloniali, che volevano esportare allestero i
    problemi socio-economici della nazione riuscirono
    a risollevare la situazione.
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Il regime
  • Nel primo dopoguerra il problema meridionale era
    stato completamente assorbito dalla dimensione
    generale della questione agricola e dalla crisi
    economica.
  • Il fascismo considerò antinazionale e
    antiunitario il discutere di una questione
    meridionale, dunque il dibattito e gli sforzi
    vennero sospesi e i meridionalisti costretti al
    silenzio o allemigrazione.
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Il secondo dopoguerra
  • La questione meridionale tornò in primo piano e
    fu inserita allinterno del piano di
    ricostruzione socio-economico nazionale.
  • A metà degli anni 50 nacque il grandioso
    fenomeno della migrazione interna migliaia di
    meridionali si stabilirono al Nord in cerca di
    lavoro.
  • Lintervento dello stato mirò a questo punto alla
    realizzazione di poli di sviluppo nel Sud, ma
    finì con il creare nuovi squilibri tra zone
    industrializzate e zone depresse e disabitate. Il
    tutto originò una serie di disordini sociali e,
    nelle aree più avanzate la speculazione edilizia
    favorì la crescita del fenomeno mafioso.
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La crisi degli anni 70
  • La crisi economica degli anni Settanta mise in
    discussione lintero piano di intervento statale,
    basato sulla logica della creazione di poli di
    sviluppo ormai soprannominati Cattedrali nel
    deserto.
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La situazione oggi
  • Lipotesi che la diffusione e la modernità del
    terziario al Nord potessero favorire un
    trasferimento delle industrie nel mezzogiorno è
    ormai decisamente da scartaregli stabilimenti
    continuano infatti a proliferare nelle aree
    tradizionali del settentrione.
  • La questione meridionale è dunque tuttora di
    grande attualità e legata ai tristi temi di
    sempre arretratezza delle infrastrutture,
    disoccupazione, malavita, clientelismo nella
    politica.
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Gli anni Ottanta
  • In questi anni si allargò ulteriormente il
    divario tra settentrione e meridione,
    principalmente a causa dei programmi di
    ammodernamento delle industrie al Nord e dello
    sviluppo in queste regioni de terziario.
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Organizzazione di una cosca
  • La mafia è un albero che ha le radici in alto
  • Le famiglie sono legate da patti di parentela ma
    soprattutto di fedeltà e protezione di stampo
    feudale.
  • Il padrino è personalmente legato ai subalterni,
    cui offre protezione in cambio di favori e
    obbedienza cieca.
  • Per questa struttura gerarchica poco evoluta ed
    estremamente familiare la mafia è spesso
    paragonata ad una piovra.
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Gli eroi della mafia
  • Falcone e Borsellino due nomi, un solo luogo del
    nostro immaginario collettivo, a testimonianza di
    una tragedia che ha colpito tutti, un intero
    popolo. E' difficile scindere questo binomio,
    impossibile parlare di Giovanni, senza
    immediatamente ricordare Paolo. Nella nostra
    mente si è insediato un automatismo che sarà
    difficile rimuovere. Giovanni Falcone e Paolo
    Borsellino erano uniti in vita, legati da un
    mestiere che per loro era missione liberare la
    società civile dall'oppressione di una mala
    pianta- la mafia - che nasce, vive e prospera
    nello stesso umore nutritivo prodotto dalla
    Sicilia. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono
    ora inscindibili nella nostra memoria. Come
    accade per quanti diventano simbolo contro la
    loro stessa volontà, eroi soltanto per aver
    voluto esercitare il diritto di affermare le
    proprie idee, per aver rifiutato la via facile
    dell'accomodamento e del quieto vivere. La loro
    fine, orribile e tragica, li ha fusi insieme.
    Così che oggi, quasi naturalmente, il viaggiatore
    che si avvicini alla Sicilia sentirà i loro nomi
    prima ancora di mettere piede nell'Isola. Al
    momento dell'atterraggio sarà la voce del
    comandante ad informare che tra pochi minuti
    atterreremo all'aeroporto Falcone - Borsellino.
    I siciliani, i siciliani onesti amano quei
    magistrati caduti a meno di due mesi l'uno
    dall'altro. I mafiosi li rispettano, come li
    temevano quando erano vivi. (...)I colpi subiti
    dai collaboratori di giustizia, i pentiti.
    Invenzione di Giovanni Falcone, quando nessuno
    osava soltanto pensare alla eventualità che uno
    strumento rivelatosi essenziale contro il
    terrorismo potesse risultare praticabile nella
    lotta alla mafia. Falcone portò in Italia un
    Buscetta pentito che doveva aprire la strada al
    ripensamento di tanti altri boss come Salvatore
    Contorno, Nino Calderone e Francesco Marino
    Mannoia. Bastò questo per segnare tanti punti,
    innanzitutto l'esito del primo maxiprocesso una
    disfatta per Cosa Nostra.
  • Già, il maxiprocesso. Fu forse allora che
    Falcone e Borsellino firmarono la loro condanna a
    morte. Cosa Nostra capì che non ci poteva essere
    convivenza tra i propri interessi e quei due
    magistrati che parlavano in palermitano, capivano
    il linguaggio cifrato del baccaglio mafioso, si
    muovevano perfettamente a loro agio tra
    ammiccamenti, sguardi, segni apparentemente
    enigmatici, bugie e tragedie inesistenti,
    ordite semmai dal nulla per giustificare reazioni
    cruente. I due ex ragazzi della Kalsa, che in
    gioventù avevano giocato al calcio con coetanei
    poi arruolati dai boss, si ritrovavano insieme
    a contrastare un mondo che conoscevano e capivano
    per-
  • fettamente per averne trafugato, a suo tempo, la
    chiave di lettura. Per questo poterono dialogare
    coi collaboratori, riuscirono ad ottenerne la
    fiducia offrendo in cambio la semplice parola
    d'onore che avrebbe fatto tutto il possibile per
    aiutarli. Eppure Falcone e Borsellino non
    dovevano vedersela solo coi bravi ragazzi che
    maneggiano pistole, eroina e tritolo. La storia
    della vita e della morte di questi due eroi
    siciliani non lascia spazio a dubbi e ambiguità
    Giovanni e Paolo non erano molto amati neppure
    nelle stanze che contano. Ovvio, si trattava di
    ostilità che si manifestava in modo diverso.
    Eppure quella ostilità pesava esattamente quanto
    le pallottole.
  • A Giovanni Falcone fu riservata prima la
    tagliente ironia del Palazzo di Giustizia di
    Palermo, poi la saccente campagna di stampa
    contro la presunta smania di protagonismo, quindi
    un vero e proprio sbarramento che gli avrebbe
    precluso il naturale ruolo di coordinatore delle
    inchieste sulla mafia. Analoghe difficoltà
    avrebbe poi incontrato Borsellino durante la sua
    permanenza a Palermo, dopo l'esperienza di
    Marsala, nella stanza di procuratore
    aggiunto.Una marcia lenta - quella di Falcone -
    verso la delegittimazione, fino al tritolo di
    Capaci, passando per l'inquietante avvertimento
    dell'Addaura (attentato fallito del giugno 1989)
    che si saldava con le bordate anonime degli
    scritti del Corvo. Quando Falcone salta in
    aria, Paolo Borsellino capisce che non gli
    resterà troppo tempo. Lo dice chiaro Devo fare
    in fretta, perché adesso tocca a me. Nessuna
    fantasia di tragediografo ha mai prodotto nulla
    di simile. A rileggere, oggi, gli ultimi
    movimenti, le ultime parole di Paolo Borsellino,
    ci si imbatte in un uomo cosciente della propria
    fine imminente, perfettamente consapevole persino
    del possibile movente, eppure incapace di tirarsi
    indietro. Forse speranzoso di potercela fare,
    forse rassegnato ad una morte che in cuor suo
    doveva al suo amico Giovanni. (...)

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LA MAGISTRATURA
  • La funzione giurisdizionale GIURISDIZIONE
    CIVILE. PENALE E AMMINISTRATIVA.
  • Principi generali relativi alla funzione
    giurisdizionale GIUDICE NATURALE, GIUSTO
    PROCESSO, OBBLIGO DELLA MOTIVAZIONE, GRADI DEL
    PROCESSO, SENTENZA DEFINITIVA.
  • Magistratura ordinaria e magistrature speciali I
    GIUDICI SPECIALI.
  • Lindipendenza della magistratura ordinaria.
  • Il consiglio superiore della magistratura
    COMPOSIZIONE, FUNZIONI.
  • Lindipendenza dei singoli giudici GIUDICI DI
    CARRIERA E GIUDICI ONORARI, LINAMOVIBILITÅ, LA
    RESPONSABILITÅ DEI GIUDICI.
  • Lorganizzazione della magistratura ordinaria IL
    PUBBLICO MINISTERO,
  • La funzione della corte di cassazione.
    Linterpretazione della legge. La giurisprudenza.
  • I problemi della giustizia I GIUDICI E I
    POLITICI, LA LENTEZZA DEI PROCESSI.

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LE SPESE E LE ENTRATE PUBBLICHE
  • LE SPESE PUBBLICHE
  • Nozione di spesa pubblica
  • Classificazione delle spese pubbliche
  • Effetti economici delle spese redistributive
  • La spesa pubblica in Italia
  • Il controllo di efficienza della spesa pubblica
  • LE ENTRATE PUBBLICHE
  • Nozione di entrata pubblica
  • Classificazione delle entrate pubbliche
  • Il patrimonio degli enti pubblici
  • La valorizzazione del patrimonio pubblico
  • Prezzi privati, prezzi pubblici, prezzi politici
  • Imposte, tasse e contributi.
  • Le entrate parafiscali

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I FINANZIAMENTI
  • Il fabbisogno finanziario delle imprese
  • I versamenti dei soci
  • I finanziamenti di terzi creditori
  • La locazione finanziaria
  • Lo smobilizzo dei crediti verso i clienti
  • Il factoring
  • Il sostegno pubblico delle imprese

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Limpresa consegue lequilibrio finanziario
quando è sempre in grado di far fronte con le le
proprie entrate agli obblighi di pagamento
assunti e alle esigenze di far investimento che
via via si manifestano
I versamenti dei soci possono essere a capitale
sociale, in conto capitale e in conto
finanziamento. Mentre i versamenti di terzi
creditori si distinguono in debiti di regolamento
e debiti di finanziamento.
Gli investimenti in beni strumentali sono spesso
finanziati con laccensione di prestiti a
medio/lungo termine che comportano la
disponibilità di tali beni anche senza
acquistarli. Un esempio è la locazione
finanziaria.
Il sostegno pubblico alle imprese viene dato
attraverso incentivi pubblici di natura
finanziaria come i contributi in conto
esercizio, contributi in conto impianti e
contributi in conto capitale.
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I FIDI BANCARI
  • Il fido bancario è limporto massimo che una
    banca concede, sotto qualunque forma, ad un
    cliente che ne abbia fatto richiesta, dopo averne
    accertato le capacità reddituali, la consistenza
    patrimoniale e le doti morali.
  • Classificazione dei fidi
  • Fidi assistiti da garanzie reali
  • Fidi basati su elementi personali
  • Fidi di cassa
  • Fidi firma
  • Fidi diretti
  • Fidi indiretti
  • Fidi generali
  • Fidi particolari
  • Regole tecniche e amministrative per i fidi

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FUNZIONI IN DUE VARIABILI
  • Insiemi a 2 dimensioni e intorni
  • Punti interni, punti esterni, e punti di
    frontiera rispetto a un dato insieme
  • Definizione e generalità
  • Dominio
  • Rappresentazione grafica
  • Curve di livello
  • Funzioni lineari in due variabili
  • Significato geometrico delle derivate parziali
    prime
  • Ricerca di estremi liberi
  • Ricerca di estremi vincolati
  • Moltiplicatore di Lagrange

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DATE LE VARIABILI X,Y,Z, SI DICE CHE Z è FUNZIONE
DELLA VARIABILI X ED Y QUANDO TRA LE TRE
VARIABILI ESISTE UNA RELAZIONE PER EFFETTO DELLA
QUALE A OGNI VALORE DATO ALLA X E A OGNI VALORE
DATO ALLA Y ENTRO CERTI LIMITI,CORRISPONDE UN
SOLO VALORE PER Z. SI CHIAMA LINEA O CURVA DI
LIVELLO LA PROIEZIONE ORTOGONALE, NEL PIANO
CARTESIANO A DUE DIMENSIONI, DELLA CURVA CHE SI
OTTIENE INTERSECANDO LA WSUPERFICIE Z F(X,Y) CON
UN PIANO Z K SIGNIFICATO GEOMETRICOLE DERIVATE
PARZIALI PRIME, ESPRIMONO LA PENDENZA DELLE CURVE
CHE SULLA SUPERFICIE RAPPRESENTATIVA ELLUNZIONE
SI OTTENGONO NELLE DUE SEZIONI PERPENDICOLARI CHE
SI RICAVANO MEDIANTE PIANI PERPENDICOLARI AD OY E
OX
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I SISTEMI OPERATIVI
  • Il sistema operativo è un insieme di programmi
    che governa e controlla luso delle componenti
    del sistema di elaborazione permettendo
    allutente un utilizzo trasparente ed efficace
    delle risorse disponibili.
  • Struttura e funzionamento
  • Tipi di sistemi operativi
  • Interrupt
  • Gestione del processore
  • Politiche di schedulazione
  • Procedure di sincronizzazione e comunicazione tra
    processi

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I sistemi operativi si dividono in
monoprogrammazione e in multiprogrammazione. I
sistemi operativi in monoprogrammazione
permettono lesecuzione di un solo programa
utente alla volta. I sistemi in
multiprogrammzione sono sistemi operativi che
permettono di allocare più programmi in memoria
centrale e di ripartire fra questi luso delle
risorse Poi vi sono i sistemi in time-sharing che
sono nati per ovviare al problema dei sistemi in
multiprogrammazione che è quello dimonopolizzare
la cpu quando un programma non ha richieste di
input output. Linterrupt è il meccanismo
mediante il quale vengono comunicati alla cpu
alcuni eventi ben precisi.
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