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Il nostro territorio

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COLMATA = terreno con depositi alluvionali, circon dato da argini; vi era una fattoria con diversi conta dini, con stalle piene di animali, come: mucche ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Il nostro territorio


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Il nostro territorio
  • La nostra scuola è situata nel paese di
    Uliveto ed è frequentata non soltanto dai bambini
    del luogo, ma anche da alunni residenti a
    Caprona, Lugnano, Cucigliana e San Giovanni.
    Questi paesi appartengono al Comune di
    Vicopisano, nel territorio della Provincia di
    Pisa.

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  • Con la nostra ricerca, vorremmo indagare alcuni
    aspetti dellambiente naturale che ci circonda e
    riconoscere gli elementi antropici che fanno
    parte del nostro territorio. Ci serviremo di
    varie fonti dinformazione fonti scritte, orali,
    visive, informatiche.

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Uliveto
  • Uliveto, anticamente detta Oliveto, è ubicata
    lungo la Strada provinciale Vicarese pedemontana
    (cioè situata ai piedi di un monte), che da
    Vicopisano conduce a Calci sulla destra
    dellArno, lungo le rupi calcaree e cavernose
    che servono da mantello al Monte della Verruca.
    Il suo nome, ovviamente, deriva dalla presenza di
    ulivi, che ancora oggi occupano la fascia
    pedemontana. Gli Ulivetesi
    indicano ancora i vari rioni del paese
    con quegli

  • appellativi utilizzati dai loro
  • nonni,
    e cioè Le Cave (per

  • indicare larea in prossimità
  • delle
    stesse e delle Terme)

S. Martino al Bagno Antico
Il Parco termale
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  • LArancio (area della scuola) Il Trebbio
    (la piazza principale, dove una volta si
    trebbiava il grano)
  • IL Poggio (a Ovest del paese) La
    Fornace (nucleo
  • abitato sulla strada del cimitero) Badia
    (in direzione
  • del Poggio, però più a Nord, dove forse è
    esistito un convento) Il Pozzino e, infine,
    La Colmata (dove sono le case nuove).
  • Abbiamo ricercato altre informazioni
  • COLMATA terreno con depositi alluvionali,
    circon
  • dato da argini vi era una fattoria con
    diversi conta
  • dini, con stalle piene di animali, come
    mucche, maiali
  • e galline.
  • POZZO ANTICO località dove sorgeva la
    fabbrica
  • del dott. Martinetti, in cui si
    producevano sapone e
  • candele steariche (fatte con il grasso
    animale). Alla
  • fine dellOttocento, la fabbrica contava ben
    45 operai.

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Osserviamo ora la planimetria di Uliveto
NORD
LEGENDA
Ulivi
Macchia
El. antropici
Fiume Arno
OVEST
EST
SUD
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  • notiamo tante linee curve disegnate
    sopra le Cave, a nord del paese, oltre la
    Strada provinciale e piccoli numeri
    tracciati sopra di esse sono curve di
    livell0 altimetriche, cioè il luogo dei
    punti aventi la stessa altezza sul livello
    medio del mare e i numeri 20, 25, 50, 100, 150,
    250, 275, 292 (La Focetta) indicano che sono
    state tracciate ogni 5 metri.
  • Leggiamo nomi a noi noti
    Noce, Torre di Caprona, Strada
    provinciale Vicarese e, a Sud, sulla
    riva destra dellArno, Lungarno G. Garibaldi.
  • Sempre osservando la cartina, proviamo a
    localizzare e proviamo a localizzare le
    principali frazioni del nostro cipali
    frazioni del nostro Comune e, lungo la
    Comune e, lungo la direttrice della
    Provinciale, in della della Provinciale, in
    direzione Est-Ovest, incontriamo Est-Est-Ovest,
    incontriamo subito San Giovanni, poi San San San
    Giovanni, poi Cucigliana, rana rana del del del
    del Noce, Uliveto e Caprona. Dellana antropizzata
    di colore zona antropizzata, di colore
    gialloagiallo giallo gia giallo, fanno parte
    anche i campi coltivati, tra la Strada
    provinciale e il fiume Arno.

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  • Vogliamo ora porre la nostra attenzione
    sulle zone di coltivazione dellulivo, che sulla
    cartina abbiamo evidenziato usando il colore
    grigio. Osserviamo che esse occupano la fascia
    pedemontana, si infittiscono nella zona
    circostante La Verruca per poi interrompersi in
    prossimità delle Cave, dove abbonda una roccia
    grigia, calcarea e prospera soltanto la macchia
    mediterranea.
  • Prendiamo ora in considerazione anche
    le piante spontanee delle nostre zone e quella
    che segue è una serie di splendide immagini delle
    varietà più diffuse, la cui raccolta è ancora
    praticata dalle persone del luogo, specie le più
    anziane, per la preparazione di ricette o infusi.


Spigo (Lavandula)
Cisto
Stipa etrusca
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Ginestra
Erica
Corbezzolo
Timo
Finocchio selvatico
Alloro
Nepitella
Origano selvatico
Salvia selvatica
Asparago selvatico
Mirto
Olivastro (Oleastro)
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Ed ora alcuni piatti tipici!
  • FRITTATA DI ASPARAGI SELVATICI
  • Occorrente
  • un mazzo di asparagi selvatici
  • 4 uova
  • sale
  • pepe

Preparazione pulire gli asparagi
ed eliminare la parte più dura del gambo.
Sbattere le uova e aggiungere un pizzico di sale
e pepe. Mettere il tutto in una padella con un
filo dolio e cuocere lentamente.
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SALSA CON ALLORO E ORIGANO
  • Occorrente
  • foglie di alloro
  • origano macinato
  • olio
  • sale
  • pepe
  • polpa di pomodoro
  • panna da cucina

Preparazione in una padella
mettere le foglie delle piante aromatiche con un
po dolio e farle soffriggere. Aggiungere la
polpa di pomodoro e cuocere per mezzora. Scolare
la pasta, poi condirla con il sugo preparato e
una noce di panna da cucina.
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PIOPPINI in bianco
  • Occorrente
  • funghi pioppini
  • olio
  • cipolla
  • nepitella
  • sale

Preparazione mettere in un
pentolino olio e cipolla. Farli soffriggere e
aggiungere i funghi pioppini lavati e spezzati.
Salare e cuocere. A fine cottura, aggiungere la
nepitella. Il piatto è servito!
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Uno sguardo dinsieme
  • Osserviamo la foto. In primo piano, si
  • vede un enorme blocco di pietra con la
  • cima rivolta verso la striscia lucente
  • dellArno, in fuga verso lorizzonte
  • nel centro, ulivi e antiche case
  • delimitati da altri faraglioni, sorta di
  • sentinelle a guardia del paese. In alto a
    destra,
  • i rami di un pino si affacciano curiosi sul
    paesaggio.
  • Anche noi siamo curiosi di saperne di più, di
    conoscere la
  • vita che si dipanava in questo tratto di pianura,
    una stretta
  • fascia compresa tra la riva destra dellArno
    e le falde del
  • Monte Pisano.
  • Il fiume una risorsa molto importante
  • Comera in passato? Per quali attività legate
    alleconomia
  • gli Ulivetesi se ne avvantaggiavano? Era
    anche
  • unoccasione di svago?

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  • Alle nostre domande ha risposto
  • unanziana del luogo, quindi ora
  • abbiamo tante informazioni che
  • ci fanno capire come si svolgeva
  • la vita delle persone che abitavano
  • nella zona di Uliveto.
  • In passato, gli Ulivetesi erano, in
  • prevalenza, contadini, cavatori,
  • barrocciai, navicellai o barcaioli.
  • I barrocciai, con le carrette, andavano a
    caricare il materiale
  • estratto dalle cave (pietra calcarea e ghiaia) e
    lo trasportavano
  • fino allArno, percorrendo quelle vie tuttora
    chiamate strettoie.
  • I navicelli erano grandi chiatte che venivano
    ormeggiate dove
  • ora si trovano le scalette, poi trascinate,
    cariche di merci, per
  • chilometri e chilometri da riva. Per far ciò, i
    barcaioli entravano
  • nellacqua bassa, prendevano due funi e
    tiravano tiravano, a
  • volte fino a Pisa.

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  • Il lavoro dei navicellai era assai
    faticoso. Si alzavano
  • molto presto per caricare le pietre e
    raggiungere in tempo
  • le chiuse di Pisa, che funzionavano come
    una specie di ascensore per le barche, ma
    soltanto due volte al giorno. Il
  • viaggio fino a Livorno e ritorno durava due
    giorni quindi,
  • i navicellai dovevano dormire sulla loro
    barca al freddo e allumidità. Al ritorno,
    dovendo viaggiare contro corrente,
  • se erano fortunati e avevano il vento a
    favore, potevano
  • utilizzare la loro vela, altrimenti,
    dovevano trainare
  • allarsaio , cioè a piedi, da riva.
  • Larsaio fregava le loro spalle
  • e li teneva avvinti alle barche. Era
  • una fatica da forzati e la gente
  • assisteva da riva, poiché, dal punto
  • di vista spettacolare, il ritorno a
  • vela era veramente bello a vedersi.

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  • Le barche imbresciavano spumeggianti
    contro corrente,
  • trasformando spesso il ritorno a casa in
    gare di velocità.
  • Il vecchio soltanto guidava al timone
    era dunque il
  • capitano a serbarsi lonore di riportare la
    barca in paese. A caratterizzare questi
    singolari personaggi contribuiva
  • anche il loro particolare linguaggio i
    navicellai dicevano,
  • per esempio, panchina anziché banchina sosdegnao
    anziché
  • sostegno corbiello anziché corbello. Era
    una parlata
  • strascicata, una pronuncia che arricchiva di
    una i certe
  • parole, dovuta probabilmente alla fatica che
    li legava alla
  • barca, alla lentezza che il mestiere esigeva.
  • Il linguaggio di questa gente
    diventò, in breve, il
  • linguaggio paesano.

  • Ma che fine hanno fatto le barche
    dei navicellai e
  • questo straordinario mestiere?

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  • Dopo la grande bufera
  • che aveva sconvolto il
  • mondo, il mestiere fu
  • abbandonato e, con esso,
  • molte delle consuetudini
  • che caratterizzavano la
  • vita di un tempo, come
  • quella di frequentare le
  • spiagge sullArno,
  • bagnarsi nelle sue acque e
  • organizzare merende nei
  • giorni di festa. Il progresso
  • avanzava e allettava gli
  • uomini del fiume con altri
  • redditizi mestieri.
  • Lentamente, cominciò a
  • perdersi la tradizione del
  • navicellaio, anche se il

Vorrei dire Cera una volta un fiume, pieno di
vita. Aveva i colori di uno scrigno. Cupidigia e
stupidità lhanno ucciso. Miei giovani compagni,
vorrei dire dei meriggi assolati, delle notti
sognanti di plenilunio su quelle rive amene. Miei
giovani compagni, vorrei dire lindignazione!
! Vorrei scagliare linvettiva, vorrei ! !
Ma il mio linguaggio è nullo.
Ilo Gherarducci Dal numero unico
del 1979 LA NONNA DORO
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Le Cave
  • Uliveto Terme è situata tra il fiume e il
    monte, distanti tra loro poche centinaia di
    metri. IL fiume scorre placido in una golena,
    mentre il monte si erge improvviso e
    frastagliato, con fenomeni carsici ed erosivi
    accentuati ancor più dallattività di
    escavazione, che ha creato pareti ripide e a
    picco sullabitato.
  • Da un documento antico, si rileva che la
    maggior parte del terreno circostante è
    costituito da detriti delle Cave e, soltanto in
    un punto il Monte Pisano si spinge verso lArno e
    quasi immerge le sue pendici nel fiume.
  • Uliveto nasce, acquisisce e perde
    importanza a seconda delle ragioni economiche e
    strategiche legate allutilizzazione del
    territorio, un tempo parte dellentroterra del
    porto fluviale di Pisa. Per secoli, sono state
    sfruttate le potenzialità economiche e le risorse
    dei due ambienti così se il fiume è stato un
    mezzo di trasporto, un collegamento vitale con
    Pisa, Livorno e Firenze, nonché fonte di reddito
    per generazioni di navicellai e pescatori, del
    monte si sono sfruttate le Cave per farne calcina.

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  • Le Cave sono state chiuse la convivenza
    tra Cave e Terme ha creato problemi non
    indifferenti, costringendo gli abitanti del
    paese a vivere in un ambiente degradato
    (polvere e bòtti delle mine erano allordine
    del giorno) È soltanto con gli anni 70 che la
    parola ecologia determina la consapevolezza dei
    gravi danni che lo sfruttamento
    indiscriminato del territorio può procurare
    allambiente e alla vita umana.
  • CUORE APERTO
  • (Al mio paese)
  • La rossa cava di pietra
    trovo riposo
  • è un cuore aperto
    tra gli oliveti
  • che vive di fatica
    liquidi nel vento
  • e di speranza
    e nella scarsa luna
  • vi riconosco voci eterne,
    che viene
  • quando cerco il mio giorno.
    breve processione
  • Alla sera,
    di pini.
  • spento l0rgoglio
  • nellimmenso,

  • Alberta Taccola

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  • Ma come sono nate le Terme?
  • Prima che imponenti lavori di arginatura
    avessero costruito una terra artificiale, sulla
    quale oggi sorgono fabbricati ed un vasto
    giardino, il fiume scorreva a ridosso del
    monte, dando appena passaggio alla Strada
    provinciale. Ed in tempi più antichi, il
    passaggio era così angusto che i viaggiatori che
    da Pisa si recavano a Vico scendevano di
    vettura e facevano a piedi il punto più
    scabroso.
  • La denominazione termale della
    località è derivata dalla presenza, fin
    dallantichità, di acque calde, nelle quali
    venivano a bagnarsi con sollievo gli ammalati di
    malattie epidermiche, soprattutto i rognosi.
    (Giusti)
  • Uliveto era una stazione balneare
    conosciuta con i nomi di Bagno Antico, Bagno
    alla Vena e Balneum Carcaiole. Si trattava
    di bagni per abluzioni con acqua calda, che
    fuoriusciva naturalmente a circa 37 di
    temperatura polle che esistono ancora, ma
    ormai interrate, per dare maggior sfogo
    alle sorgenti dellacqua minerale che
    sgorga a 27 e che, freddata e
    imbottigliata, continua a dare fama a
    Uliveto.

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  • Vinossa De Regny (1940), alla luce dei
    dati raccolti, concluse
  • che le acque di Uliveto fossero di origine
    vulcanica
  • che non fossero inquinate, in quanto sboccavano
    al di sopra del livello dellArno
  • che non si mescolassero con le
  • acque meteoriche superficiali
  • che venissero filtrate dallo
  • spessore delle rocce.

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  • E, per concludere, ancora due splendide poesie
    della poetessa Alberta Taccola
  • Pino sullArno
  • (Agosto 1944)
  • Un pino, solo,
    Oggi, domani
  • nella campagna.
    ancora vive.
  • Lo squassano i fragori
    Non ha voce di sfida,
  • che scendono in grovigli
    ma su lui
  • gridando
    stranamente
  • su spaurite agonie.
    si aggrappa la speranza.
  • Sinclina verso il fiume
  • soccorso da misterioso dono,
  • resiste.
  • Alla mia terra
  • Se di un fiore
    Fluisce
  • avrò dono,
    lacqua di questo fiume
  • sarà per le radici
    verso di te,
  • che tu nutri.
    che generosa attendi
  • Se di un singhiozzo
    per offrire
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