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Monachesimo eremitico

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Monachesimo eremitico * Questa misura radicale, in contrasto con gli usi del tempo, non gli alien la simpatia e l'aiuto dei potenti. Stefano era uno studioso ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Monachesimo eremitico


1
Monachesimo eremitico
2
Indice
  • Monachesimo eremitico
  • Etimologia
  • Storia
  • Eremo
  • SantAntonio Abate
  • SantAntonio nellarte

3
Monachesimo eremitico
  • Etimologia
  • La parola eremita deriva dal greco
    erémités, da érèmos, cioè solitario. Leremita è
    una persona che vive solitaria in luoghi nascosti
    per pregare e mortificarsi.

Paolo Uccello, Episodi di vite di eremiti
(Tebaide)
4
Storia Fin dall'inizio del Cristianesimo
esistettero cristiani che si ritiravano in luoghi
solitari per dedicarsi interamente alla
contemplazione questa forma di vita religiosa è
testimoniata per la prima volta in Egitto, nel
III secolo, e san Paolo di Tebe è il più antico
eremita finora conosciuto. Sant'Antonio attirò un
grande numero di discepoli nel deserto dell'Alto
Egitto di qui gli eremiti si diffusero in tutto
l'Oriente e soprattutto in Palestina e in
Cappadocia. Per la loro santità, molti di questi
eremiti meritarono il nome di padri del deserto.
A un eremita egiziano, san Pacomio, risale
l'istituzione della vita cenobitica fondata sulla
comunità. Gli eremiti o anacoreti orientali
avevano diversi generi di mortificazione alcuni,
gli stazionari, si condannavano a vivere sempre
in piedi altri, gli stiliti, vivevano su una
colonna (il primo fu Simeone di Siria del V
sec.) vi erano pure, gli erranti o passanti, che
non avevano una dimora fissa. La vita eremitica
si diffuse in Occidente grazie a sant'Atanasio e
a san Girolamo dal IV secolo troviamo eremiti in
Africa e in Europa, soprattutto nella Gallia,
nella Bretagna e nell'Irlanda.
San Simeone Stilita, tavola in pino
5
Eremo
  • Eremo
  • Leremo è un luogo di difficile accesso,
    dove gli eremiti o anacoreti si ritirano
    escludendosi volontariamente dalla società. In
    Italia, in particolar modo in Abruzzo, cè un
    grande numero di eremi.

Eremo delle Carceri, Assisi
6
Sant Antonio Abate
  • Biografia
  • Sant Antonio Abate fu un eremita
    egiziano, considerato il fondatore del
    monachesimo cristiano e il primo degli abati.
  • Antonio nacque a Coma in Egitto intorno al
    251, figlio di agiati agricoltori cristiani.
    Sentì ben presto di dover seguire l'esortazione
    evangelica, così, distribuiti i beni ai poveri,
    seguì la vita solitaria che già altri anacoreti
    facevano nei deserti attorno alla sua città,
    vivendo in preghiera, povertà e castità. Condusse
    da solo una vita ritirata, dove i frutti del suo
    lavoro gli servivano per procurarsi il cibo e per
    fare carità. Lo consigliarono di staccarsi ancora
    più radicalmente dal mondo, allora si chiuse in
    una tomba scavata nella roccia nei pressi del
    villaggio di Coma.
  • Visse i suoi ultimi anni nel deserto della
    Tebaide dove, pregando e coltivando un piccolo
    orto per il proprio sostentamento, morì
    ultracentenario il 17 gennaio 357. Venne sepolto
    dai suoi discepoli in un luogo segreto.

Icona raffigurante SantAntonio Abate
7
  • Sant Antonio nellarte
  • La popolarità di santAntonio, esempio
    degli ideali della vita monastica, spiega il
    posto centrale che la sua raffigurazione ha
    costantemente avuto nellarte sacra.
  • A causa della diffusissima venerazione,
    troviamo immagini del santo nei codici miniati,
    nei capitelli, nelle vetrate (come in quelle del
    coro della cattedrale di Chartres), nelle
    sculture lignee destinate agli altari ed alle
    cappelle, negli affreschi, nelle tavole e nelle
    pale poste nei luoghi di culto.
  • Ricordiamo ad esempio la suggestiva tavola
    del Pisanello conservata alla National
    Gallery di Londra, che raffigura una visione
    della Madonna col Bambino che appare ad un rude e
    barbuto Sant'Antonio e ad un San
    Giorgio elegantemente vestito ed ancora la
    tavola con il nostro santo accovacciato assieme
    a San Nicola di fronte alla scena
    della Visitazione in una tavola di Piero di
    Cosimo conservata alla National Gallery of
    Art di Washington.

Pisanello, Madonna col Bambino
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Indice
  • Il Monachesimo Stilita
  • Simeone Stilita Il Vecchio

9
Il Monachesimo Stilita
  • Gli stiliti erano monaci cristiani solitari che
    vivevano nel Vicino Oriente a partire dal V
    secolo e avevano la particolarità di trascorrere
    la propria vita di preghiera e penitenza su una
    piattaforma posta in cima ad una colonna
    rimanendoci per molti anni e spesso sino alla
    morte.
  • Questa pratica era una dimostrazione pubblica di
    fede. Lo stilita voleva simboleggiare se stesso
    come un esempio vivente di vita cristiana. Il
    termine stilita deriva dai nomi scolpiti sulle
    colonne dei cittadini Ateniesi che avevano
    tradito la patria o commesso qualche altro
    delitto. Ai tempi cristiani si diede questo nome
    a certi anacoreti che per la loro penitenza
    vivevano sopra una colonna o a un pilastro.
    Questa era una pratica molto diffusa in Oriente
    soprattutto ad Antiochia e nella Siria. Gli
    stiliti più ricordati sono Simeone Stilita il
    Vecchio (secolo V) e Simeone Stilita il Giovane
    (secolo VI). Il fondatore di questa forma di
    ascetismo è San Simeone. I confratelli degli
    stiliti ,una volta al giorno, provvedevano a
    rifornirli di cibo e di acqua. Non erano
    avvicinati da altre persone, anche a causa del
    fetore provocato dai loro bisogni corporali, che
    ricadevano ai piedi della colonna.

Rappresentazione di due stiliti Niceta e Simeone
Stilita il Vecchio
10
Simeone Stilita Il Vecchio
  • Fu un asceta cristiano, che visse per 37
    anni su di una piccola piattaforma posta in cima
    ad una colonna, nella zona nord di quella che è
    oggi la Siria Simeone nacque nei pressi di
    Antiochia nel nord della Siria, figlio di un
    pastore. Allo scopo di isolarsi dalla massa
    sempre crescente di pellegrini che venivano a
    trovarlo, Simeone creò una piccola piattaforma
    sulla sommità di un pilastro che trovò nelle
    vicinanze, e su questa decise di vivere per il
    resto della sua vita. Simeone non permetteva alle
    donne di avvicinarsi al suo pilastro, neanche a
    sua madre, dicendo loro "se saremo degni, ci
    vedremo nella vita a venire".

Icona del XVI secolo di Simeone Stilita. Alla
base del pilastro è il corpo della madre. (Museo
Storico a Sanok, Polonia).
11
La Chiesa di San Simeone
  • La chiesa di San Simeone Stilita è stata
    costruita tra il 476 e il 491 attorno alla
    colonna sopra della quale, l'asceta, passò la
    gran parte della vita. I resti della chiesa
    sorgono sulla vetta di una montagna del Massiccio
    Calcareo settentrionale a circa 40 chilometri a
    ovest di Aleppo in prossimità del confine con la
    Turchia. Per secoli questa chiesa fu meta di
    numerosi pellegrini. I pelegrinaggi continuarono
    anche dopo il terremoto, nel VI secolo ed il
    successivo incendio che inflisse ingenti danni
    alla chiesa, e durante l'occupazione araba del
    VII secolo. Nel X secolo i bizantini lo
    riconquistarono e cercarono di riportare il
    santuario agli antichi fasti ma nel 985 il
    principe hamdaide lo riconquistò e portò il
    santuario al definitivo declino.

12
Indice..
  • Il monachesimo orientale cenobitico
  • San Pacomio e il cenobitismo
  • San Basilio
  • Le migrazioni dei monaci
  • Il monastero.

13
Il monachesimo cenobitico.
  • Si ritiene solitamente che il monachesimo
    cristiano sia nato in Egitto con l'anacoreta
    Antonio (356) e con il cenobita Pacomio
    (346-347) di lì si sarebbe diffuso con rapidità
    verso la Palestina, la Siria, la Cappadocia, la
    Gallia, Roma, l'Africa. In effetti, si deve
    credere che sia Antonio che Pacomio fondarono le
    proprie esperienze su precedenti manifestazioni
    di monachesimo, che con la loro autorità e il
    loro prestigio contribuirono poi ad estendere
    grandemente. Il primato dell'Egitto e della Siria
    mesopotamica si limita, quindi, a una certa
    priorità cronologica in particolare, però,
    occorre dire che l'opera di mediazione e di
    equilibrio svolta dal grande Atanasio, che inserì
    nel corpo vivo della Chiesa l'azione dei Monaci,
    contribuì senz'altro a dare forza e solidità a
    esperienze isolate e spesso senza continuità,
    facendo affermare un modello che avrebbe trovato
    altrove importanti e durature imitazioni.
  • C'erano, dunque, forze ascetiche preesistenti al
    monachesimo orientale, che possiamo sintetizzare
    nell'ascetismo del mondo antico in declino e nel
    giudaismo, e, nell'ambito più strettamente
    cristiano, sebbene in forme eterodosse, nella
    gnosi, nel manicheismo, nell'encratismo. Non
    bisogna, inoltre, dimenticare l'influsso dei
    fattori economici e sociali. Su questo vasto
    patrimonio di esperienze si colloca la figura e
    l'opera di Antonio.

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S. Pacomio e il cenobitismo.
  • San Pacomio nacque nell'Alto Egitto, l'anno 287,
    da genitori pagani. Arruolato a forza
    nell'esercito imperiale all'età di vent'anni,
    finì in prigione a Tebe con tutte le reclute.
  • Tornato in libertà, adempì al voto aggregandosi a
    una comunità cristiana di un villaggio del sud,
    l'attuale Kasr-es-Sayad, dove ebbe l'istruzione
    necessaria per ricevere il battesimo
  • Per qualche tempo condusse vita da asceta,
    dedicandosi al servizio della gente del luogo,
    poi si mise per sette anni sotto la guida di un
    vecchio Monaco, Palamone. Durante una parentesi
    di solitudine nel deserto, una voce misteriosa lo
    invitò a fissare la sua dimora in quel luogo, al
    quale presto sarebbero convenuti numerosi
    discepoli. Alla morte dell'Abate Pacomio, i
    Monasteri maschili erano nove, più uno femminile.
    Del Santo restò sconosciuto il luogo della
    sepoltura, poiché sul letto di morte si era fatto
    promettere dal discepolo Teodoro di nascondere le
    sue spoglie, per evitare che sulla tomba
    erigessero una Chiesa, a imitazione dei
    martyria o cappelle erette sulle tombe dei
    martiri.
  • Pacomio è il primo a dare alla sua comunità una
    regola, che stabiliva minutamente le norme per la
    preghiera e per le pratiche di pietà, per il
    vestito, per il lavoro manuale e per la
    disciplina. Il capo spirituale di una comunità,
    al quale gli inferiori dovevano obbedienza
    incondizionata, si chiamava Abate, cioè padre. Il
    monachesimo in tal modo si poneva su una via che
    doveva rivelarsi ricca di prospettive figure,
    costituendo per molti secoli il modello
    essenziale per la vita religiosa.
  • Nacque a Cesarea di Cappadocia verso il 330, da
    una famiglia profondamente cristiana. Dopo aver
    frequentato le scuole della sua città natale e di
    Costantinopoli, fu inviato ad Atene nel 351 per
    perfezionare i suoi studi di retorica. Tornato a
    Cesarea verso il 356, dopo aver esercitato per
    breve tempo la professione di retore, vi rinunciò
    per abbracciare la vita monastica. Ricevette il
    battesimo e intraprese un viaggio attraverso
    l'Egitto, la Palestina, la Siria e la Mesopotamia
    per incontrare gli asceti che vivevano in quelle
    regioni. Al ritorno fondò parecchi Monasteri e
    compose le sue due famose Regole della vita
    monastica.
  • Nel 364 fu ordinato sacerdote e nel 370 divenne
    vescovo e metropolita della sua città natale.
    Basilio seppe creare nella sua vita un
    meraviglioso equilibrio tra pensiero e azione.
    Morì nel 379.

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San Basilio e il rapporto con la vita comune.
  • San Basilio è il dottore per eccellenza
    dell'ascetismo monastico nella Chiesa d'oriente.
    Senza voler entrare nel merito della autenticità
    delle opere a lui attribuite fin dall'antichità,
    Basilio ripudiò l'anacoretismo e creò il
    monachesimo orientale. Le Costituzioni ascetiche,
    che si collocano nel solco della tradizione
    basiliana, costituiscono un esempio della
    fecondità del suo insegnamento.
  • Per quanto è possibile il Monaco è invitato a
    cercare un lavoro conciliabile con la sua
    scelta di vivere in Monastero, anche se non è del
    tutto esclusa la possibilità di un lavoro
    all'esterno del resto, l'esperienza insegna che
    anche la vita in solitudine, nella quiete, non
    porta sempre all'intimità con Dio.
  • Il vincolo che unisce i Fratelli nella vita
    comune è indissolubile ed eterno. Il Monaco
    resta fedele al Fratello peccatore, intercede per
    lui presso il Signore, continua ad amarlo anche
    quando viene osteggiato e odiato.

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Le migrazioni dei monaci.
  • Il monachesimo eremitico orientale fece le sue
    prime apparizioni nellestremo sud-Italia intorno
    al VII secolo. i Monaci giunsero in tre ondate
    successive, determinate da necessità storiche e
    comunque favorite da affinità morfologiche tra il
    nostro territorio e le terre di provenienza. Un
    primo movimento migratorio si verificò nella
    prima metà del secolo VII e richiamò Monaci dalla
    Siria, dalla Palestina e dall'Egitto, quando
    quelle regioni subirono l'invasione di Persiani e
    Arabi.
  • Una seconda più massiccia ondata migratoria
    avvenne durante la persecuzione iconoclasta nel
    periodo tra il 726 e 1'843 d.C.
  • in seguito alla condanna dell'iconoclastia, dalla
    fase lauritica si sarebbe passati a quella
    cenobitica e i Monaci sarebbero usciti dalla
    penombra mistica delle laure, avrebbero
    trasformato gli antri in decorosi ipogei e
    costruito sulle cripte Chiese e cenobi.
  • Una terza immigrazione monastica proveniente
    dalla Sicilia si ebbe infine nei secoli X e XI,
    quando l'isola passò sotto il dominio arabo..

Continua..
17
  • ..I Monasteri diventarono così centro di
    rinascita economica e alimentarono il sorgere
    delle grancie o omas. Si trattava di piccoli
    centri eretti nei possessi di un Monastero, su
    cui si estendeva l'autorità giuridica, religiosa
    e amministrativa dell'egumeno, il capo del
    Monastero che si occupava dell'osservanza della
    regola, impartiva castighi e penitenze e
    amministrava il patrimonio. Attorno ad esso
    abitavano i contadini e tutti coloro che
    abbandonavano la città per sfuggire al fiscalismo
    bizantino. I Monaci spingevano inoltre le
    popolazioni locali a formare altri villaggi, nei
    territori abbandonati, a organizzare le proprietà
    terriere, introducendo i primi contratti di
    enfiteusi e di colonia, ad instaurare, con
    notevole anticipo sui comuni dell'Italia
    centro-settentrionale, rapporti reciproci e
    civili con gli abitanti rupestri. Questi ultimi,
    d'altro canto, non rimanevano insensibili alla
    cultura filo-greca che cercavano di assimilare
    non solo nella lingua e nei costumi, ma anche
    nelle costruzioni ecclesiastiche.

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Monastero di Montecassino
  • L'abbazia di Montecassino è un celebre monastero
    benedettino del Lazio, in provincia di Frosinone,
    nel comune di Cassino. Fondata nel 529 da San
    Benedetto da Norcia sul luogo di un'antica torre
    e di un tempio dedicato ad Apollo ha subito nel
    corso della sua storia alterne vicende di
    distruzioni, saccheggi, terremoti ed una
    conseguente ricostruzione. Nel 584, durante
    l'invasione dei Longobardi, il monastero venne
    distrutto per la prima volta e la comunità dei
    monaci, con le spoglie del Santo fondatore,
    dovette ripararsi a Roma. Diffusero,così, il loro
    modo di vivere in comunità. Ricostruita intorno
    al 717 sotto l'impulso di Petronace di
    Montecassino, l'abbazia venne distrutta una
    seconda volta dai Saraceni nel 883, poi
    riedificata per volere di papa Agapito II solo
    nel 949. Per tutto il medioevo, l'abbazia fu un
    centro vivissimo di cultura attraverso i suoi
    abati, le sue biblioteche, i suoi archivi, le
    scuole scrittorie e miniaturistiche, che
    trascrissero e conservarono molte opere
    dell'antichità.

Continua..
19
  • Il più illustre dei suoi abati fu forse Desiderio
    - il futuro Papa Vittore III - che alla fine
    dell'XI secolo fece ricostruire completamente
    l'abbazia ed ornò la chiesa di preziosissimi
    affreschi e mosaici. L'abate Desiderio impiegò
    sforzi e capitali notevoli per la ricostruzione
    della chiesa abbaziale. La maggior parte delle
    decorazioni erano costituite da pitture, come le
    Storie dell'Antico e Nuovo Testamento nell'atrio.
    Distrutta da un terremoto nel 1349 e nuovamente
    ricostruita nel 1366, l'abbazia assunse nel XVII
    secolo l'aspetto tipico di un monumento barocco
    napoletano, grazie anche alle decorazioni
    pittoriche di numerosi artisti.

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Monachesimo lauritico
  • Di Rosettani Marta e Tosoni Federica

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  • "Ammirai la severità della loro vita, la fermezza
    nel travaglio, fui stupito della loro
    applicazione alla preghiera, del modo in cui
    dominavano il sonno e si piegavano di fronte a
    nessuna necessità della natura. Essi serbavano
    sempre elevati e liberi i sentimenti dell'anima.
    Mostravano con gli atti cosa significhi vivere
    quaggiù pellegrini ed avere cittadinanza del
    cielo. Tutto ciò attirò la mia ammirazione e
    stimai beata la vita di questi uomini".
    san Basilio il Grande

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Introduzione
Cosè il monachesimo
  • Il monachesimo (dal greco monachos, persona
    solitaria) è un fenomeno religioso per cui, nelle
    maggiori religioni, individui si allontanano
    dalla consueta vita sociale, per realizzare nel
    modo più completo, in vita solitaria o da
    comunità, le norme della fede, rinunciando agli
    interessi terreni.

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Lo stadio intermedio
  • Il monachesimo bizantino passa attraverso tre
    stadi di sviluppo, il secondo dei quali è detto
    lauritico il monaco vive solo, per lo più in una
    grotta, mentre in altre grotte vicine vivono
    altri monaci. In alcune occasioni particolari
    però, come feste, uffici e preghiere speciali,
    tutti si riuniscono insieme per le celebrazioni
    ed è per questo che il monachesimo laurita può
    essere visto come lo stadio intermedio tra il
    monachesimo eremitico e quello cenobitico, il
    monaco vive cioè una vita a metà tra la completa
    solitudine e la vita comune.

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La giornata di un laurita
  • I monaci lauriti vivevano sia una vita
    comunitaria, sia eremitica infatti svolgevano le
    varie attività come normali monaci, cioè
    dedicandosi allagricoltura, alla raccolta delle
    erbe a scopo medico e alla trascrizione di testi
    sacri, ma molte volte si ritiravano nelle laurie
    per consolidare la loro fede religiosa attraverso
    la meditazione, losservanza di una vita in
    raccoglimento e la totale solitudine.

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Monastero di S. Giovanni Calibita
  • Caloveto, paesino calabrese carico di storia,
    nacque nel secolo IX quando un gruppo di monaci
    lauriti vi si stabilì scavando nella roccia una
    serie di grotte che diventarono
  • il monastero di San Giovanni
  • Calibita (in cui venerare il loro
  • santo), che funge anche da
  • chiesa e da approvvigionamento
  • idrico. Col tempo attorno
  • al monastero si addensò
  • una piccola comunità agricola
  • che diede origine a Caloveto.

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Monachesimo Cistercense
  • La fondazione di Citeaux
  • La storia del fondatore Roberto
  • La storia del Monastero
  • Sant'Alberico, il secondo Abate
  • Il terzo Abate Santo Stefano
  • Le monache cistercensi
  • San Bernando
  • Architettura Cistercense
  • Abbazia di Fiastra

27
La fondazione di Citeaux
  • Nel 21 marzo 1098, 21 Monaci lasciarono il
    Monastero di Molesme per fondare, nella Borgogna
    francese, un nuovo insediamento monastico, che fu
    chiamato Nuovo Monastero. A capo dei 21 Monaci
    c'era l'Abate di Molesme, Roberto, che aveva
    avuto in precedenza l'approvazione del legato del
    Papa. Più tardi il monastero verrà chiamato
    Cistercium.

Indice
28
La storia del fondatoreRoberto
  • Roberto nacque verso il 1028 in un paesino della
    Champagne da nobili genitori e presto entrò nell'
    Abbazia di Moutier-la-Celle presso Troyes, dove,
    verso il 1053, divenne priore. Nel 1068 fu eletto
    Abate di S. Michel de Tonnerre, poi, per ragioni
    ignote, ritornò a Troyes e subito dopo fu eletto
    priore di S. Ayoul. Nel 1074 realizzò il suo
    desiderio di vita eremitica ritirandosi nei
    boschi di Collan. Presto altri eremiti si
    raggrupparono attorno a lui e il gruppo divenne
    così numeroso da consigliare la fondazione di un
    Monastero, Molesme, nel 1075.

Indice
29
La storia del Monastero
  • La sua esperienza, la fama della sua Santità, il
    desiderio di riformare la vita monastica imitando
    i Padri del deserto, resero possibile fondare
    priorati e abbazie dipendenti si calcola fossero
    una quarantina nel 1100. Un notevole successo,
    quindi, ma ben presto il piccolo numero di
    eremiti fondatori si trovò in minoranza e
    l'Abbazia divenne in tutto simile alle tanti
    esistenti all'epoca. Non era decadenza, lo
    sviluppo lo attesta, ma le donazioni comportavano
    privilegi per i nobili, che venivano almeno ogni
    anno con la loro corte vi erano servi e
    contadini la povertà e la solitudine erano
    scomparse, come la possibilità di seguire
    fedelmente la Regola di San Benedetto. Ecco le
    ragioni che spinsero i più fervorosi tra i Monaci
    di Molesme a fondare il Nuovo Monastero.

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  • In Italia e in Francia nascono vari Monasteri,
    ma tutti con le stesse riforme tutte o quasi
    hanno la stessa ispirazione una vita più
    semplice e povera, più solitaria e separata dal
    mondo, più vicina al grande modello dei primi
    Monaci. Nascono non in reazione a un periodo di
    crisi, ma sulla spinta di una crescita spirituale
    e materiale. È evidente che anche i Cistercensi
    si inseriscono in questo movimento e il loro
    grande successo è dovuto all'aver saputo
    interpretare le esigenze, le aspirazioni e la
    cultura della società di quel tempo.

I tre fondatori dell'Abbazia di Cîteaux Santo
Stefano Harding, San Roberto di Molesme e
SantAlberico di Cîteaux
Indice
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Santo Alberico, il secondo Abate
  • Possiamo riprendere la storia cistercense
    interrotta all'inizio della fondazione, storia
    subito movimentata perché solo un anno dopo la
    partenza dei 21 Monaci fondatori, la situazione a
    Molesme divenne critica il successore di Roberto
    non aveva un prestigio paragonabile al suo e la
    partenza dei Monaci più fervorosi fece sospettare
    gravi abusi, con la conseguente perdita di stima
    e quindi di sovvenzioni dei nobili locali.
    L'unico rimedio sembrò il ritorno di Roberto ci
    si appellò al Papa, il quale decise di accogliere
    le richieste di Molesme. Nel 1099 i cistercensi
    dovettero eleggere un nuovo Abate nella persona
    di Sant'Alberico, uno degli eremiti di Collan,
    che aveva seguito Roberto a Molesme e vi era
    stato nominato priore.

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  • Favorevole a una riforma del suo Monastero,
    aveva subìto una vera persecuzione, con ingiurie,
    prigione e battiture. Era l'uomo più sicuro per
    impedire una nuova rapida decadenza e mantenere
    lo spirito originale. Spostò il Monastero in un
    luogo favorevole, circa 1 km più a nord. Fece
    costruire la prima Chiesa di Citeaux, consacrata
    nel 1106 e si preoccupò di ottenere dal Papa un
    privilegio che metteva il Monastero sotto la
    protezione di Roma, sottraendolo alla pressione
    del vescovo e della nobiltà locale. In
    particolare si affermava la scelta della povertà
    e di un luogo solitario per il Monastero,
    l'obbligo del lavoro manuale per i Monaci, per
    provvedere al proprio sostentamento, rifiutando
    le decime e i benefici ecclesiastici. Alberico
    fece appena in tempo a consolidare la fondazione
    perché morì nel gennaio 1109, avendo come priore
    Stefano, che fu eletto subito Abate.

Indice
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Il terzo Abate Santo Stefano
  • Stefano Harding era di famiglia nobile inglese
    ed entrò a Molesme al ritorno da un viaggio a
    Roma, attratto dalla fama di questo Monastero. Si
    associò ben presto ai più fervorosi che
    desideravano una vita più austera e fece parte
    dei ventun Monaci che fondarono Citeaux. Ebbe
    subito la fiducia dei nobili vicini, che con le
    loro donazioni accrebbero la proprietà del
    Monastero, proprio quando le vocazioni
    cominciavano a farsi numerose. Si volle però
    premunire dal rischio di ritornare alla
    situazione di Molesme e proibì ai donatori di
    venire a visitare il Monastero per trattenervisi
    con la loro corte a scopo devozionale.

34
  • Questa misura radicale, in contrasto con gli usi
    del tempo, non gli alienò la simpatia e l'aiuto
    dei potenti. Stefano era uno studioso migliorò
    la liturgia facendo anche ricerche, difficili per
    quei tempi, per avere degli inni autentici di
    Sant' Ambrogio curò le ricerche accurate dei
    libri della Bibbia, anche sui testi ebraici
    originali con l'aiuto di rabbini eruditi e il
    risultato fu una preziosa Bibbia che fece miniare
    dallo scriptorium di Cìteaux e che è giunta fino
    a noi.

Indice
35
Le monache cistercensi
  • Vi furono anche le monache cistercensi, la cui
    vita iniziò successivamente ed ebbe il massimo
    sviluppo e fulgore un secolo più tardi, nel XII
    secolo. Il primo Monastero femminile fu quello di
    Tart, nel 1125, 16 km a nord di Citeaux, dove si
    raccolsero alcune donne devote, che volevano
    imitare lesempio dei Cistercensi. Dapprima i
    Monaci non vollero assumere la responsabilità di
    questa e altre comunità fu solo nel 1147 che
    Tart venne riconosciuta come fondazione di
    Citeaux. Il Capitolo Generale dei Cistercensi
    cominciò a occuparsi attivamente delle monache
    solo verso la fine del secolo, ma già nel 1220 si
    dovette proibire l'incorporazione di nuovi
    Monasteri femminili per l'onere che ne derivava
    cappellani e sostegno economico. Tale proibizione
    non fu osservata e dovette essere ripetuta, ma le
    monache aggiravano la difficoltà ottenendo un
    breve papale. Il risultato fu che i Monasteri
    femminili divennero più numerosi di quelli
    maschili, anche se il computo preciso è
    difficile.

Indice
36
San Bernando
  • Se Roberto, Alberico e Stefano sono all'origine
    dell'avventura cistercense, definendone lo
    spirito e la struttura, l'ordine cistercense fu
    segnato dall'influenza geniale di una quarta
    personalità, divenuta figura emblematica del suo
    tempo, Bernardo di Clairvaux. Nato nel 1090, già
    nel 1110 avrebbe preso in considerazione il
    progetto di entrare a Citeaux, progetto che mise
    in atto nel 1113, arrivando al Monastero con una
    trentina di compagni. Il prestigio personale di
    Bernardo, il suo potere di convincere fanno,
    continuamente, crescere la sua influenza
    nell'ordine, nella Chiesa e nel mondo. Questa
    influenza si esercita seguendo due linee
    principali prima di tutto, il consolidamento
    dell'ordine cistercense e il riconoscimento
    dell'eccellenza della sua osservanza in seguito,
    la riforma della Chiesa. Nel 1115 Bernardo è
    mandato, con un gruppo di Monaci, a fondare
    Clairvaux e vi resta tutta la vita come Abate,
    rifiutando ogni altra dignità ecclesiale. Nel
    IIIS Clairvaux fonda la sua prima casa figlia.
    Alla sua morte, nel 1153, l'ordine di Cìteaux
    conta 345 Monasteri, di cui 167 risalgono a
    Clairvaux, sia che si tratti di fondazioni o di
    Monasteri che chiedono di essere incorporati
    nell'ordine.

37
  • L'anno 1130 è una data chiave per la vita di
    Bernardo fino ad ora si è unicamente consacrato
    alla vita della sua comunità e del suo ordine,
    ora entra, in modo attivo e decisivo, nella vita
    della Chiesa, aiutando a risolvere la situazione
    di crisi che deriva dalla duplice elezione di
    Innocenza II e di Anacleto II, situazione che
    provoca uno scisma, durato otto anni, e che
    diviene l'occasione dei primi viaggi di Bernardo,
    in Italia. Durante la sua permanenza in Italia
    Bernardo produce un'attività letteraria
    considerevole - è il più grande scrittore del suo
    tempo - nonostante il suo stato di salute molto
    precario, a causa delle austerità che si impone.
    È impossibile, in poche righe, focalizzare
    l'opera di San Bernardo e la sua originalità.
    Diciamo solamente, che Bernardo, come tutti gli
    altri autori cistercensi del suo tempo, ha,
    fondamentalmente, cantato l'amore, l'amore di
    Dio per l'uomo, l'amore di un Dio che si è fatto
    uomo, e l'amore dell'uomo per Dio. Un amore che,
    da solo, è sorgente di vera conoscenza è su
    questo punto che egli diverge con Abelardo e la
    teologia scolastica nascente - un amore nuziale
    tra Dio e colui o colei che sa essere in suo
    ascolto. Ed è questo messaggio che ha parlato al
    cuore di tanti uomini e donne del suo secolo e
    che ha popolato numerosissimi Monasteri.

Indice
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Architettura Cistercense
  • Un primo periodo romanico dellarchitettura
    cistercense rappresenta, un nuovo genere
    architettonico che nel secolo XII diventa
    rapidamente familiare in tutta Europa,
    adattandosi tuttavia alle correnti stilistiche
    locali. La semplificazione monumentale, la
    sobrietà, il rifiuto delleccesiva decorazione in
    favore della purezza che si ispira alla vita
    apostolica, luso della pianta basilicale a croce
    latina senza deambulatorio per il culto delle
    reliquie, sono gli elementi della nuova
    architettura, che corrisponde alla riforma
    religiosa dei Cistercensi nel segno
    dellausterità.

Indice
Abbazia di Clairvaux 1130
Abbazia di Morimondo
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LAbbazia di Fiastra
  • L'Abbazia Cistercense di S.Maria di Chiaravalle
    di Fiastra è considerata la più importante
    Abbazia fiorita nel Piceno e rappresenta uno dei
    monumenti più pregevoli e meglio conservati
    dellarchitettura cistercense in Italia. La
    facciata si presenta semplice con un avancorpo
    formato da un portico a tre campate -rinnovato
    nel 1904- con volte a crociera che poggiano su
    colonne addossate ai muri. E illuminato da
    quattro trifore a colonne binate e ha un bel
    portale in marmo grigio, terminante in un arco a
    tutto sesto. Vi si accede con tre gradini
    dall'ampio piazzale. La facciata che termina con
    un profilo a frontone, è abbellita da un gran
    rosone e da una fascia di archetti.

Indice
40
Indice
  1. Monachesimo cluniacense
  2. Riforma cluniacense
  3. Abbazia di Cluny
  4. Cluny e le arti
  5. Architettura cluniacense
  6. Varie ricostuzioni

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Riforma cluniacense
  • La riforma cluniacense fu un movimento di
    riforma ecclesiale dell'alto medioevo, che ebbe
    la sua origine nell'abbazia benedettina di Cluny,
    in Borgogna, movimento di riforma che dapprima
    rinnovò l'ordine benedettino, e che poi s'estese
    a tutta la Chiesa.
  • I fondamenti della riforma erano
  • applicazione stretta della regola benedettina
  • stretta osservanza della celebrazione quotidiana
    della messa
  • attenzione alla devozione di ogni singolo monaco
  • Accanto a questo vi era una riforma
    dell'organizzazione del convento e la sottrazione
    dei conventi dall'autorità dei vescovi. I
    conventi e gli ordini vennero resi immediatamente
    dipendenti dal pontefice romano. Nella lotta per
    le investiture Cluny evitò di prendere
    esplicitamente partito, ma fu a fianco dei papi
    riformatori per quanto riguardava la simonia ed
    il celibato sacerdotale

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Monachesimo cluniacense
  • La Congregazione di Cluny, o cluniacense,
    dell'Ordine di San Benedetto venne istituita il 2
    settembre 909, quando Guglielmo I, duca
    d'Aquitania, donò la villa di Cluny a Bernone,
    abate di Baume, per fondarci un monastero di
    dodici monaci sotto la regola di san Benedetto
  • L'abate Bernone stabilì nel monastero tale
    regola secondo la riforma di Benedetto d'Aniane.
    Fu però sotto l'abate Odone che la regola detta
    cluniacense fu adottata da altri monasteri, che
    formarono intorno a Cluny un vero e proprio
    impero monastico di priorati autonomi ma
    sottomessi al governo comune dell'abate di Cluny.
    Il principio gerarchico si affievolì un po'
    verso il 1075, quando Cluny accettò nell'ordine
    delle abbazie, al fine di fare la sua parte nel
    vecchio sistema del monachesimo benedettino e di
    non dover rinunciare a integrare un certo numero
    di strutture pronte, come Vézelay, a passare
    nell'ordine di Cluny per beneficiare
    dell'esenzione ma desiderosi di non cadere al
    rango di semplici priorati.

Continua..
43
  • L'espansione avanzò sotto gli abati Bernone
    ,Oddone, Maiolo, Odilone , Ugo di Semur, Nel XII
    secolo, quello che si chiama ordine cluniacense
    conta circa duemila priorati, fra cui alcuni che
    sono fra le maggiori strutture ecclesiastiche del
    tempo La Charité-sur-Loire, Souvigny,
    Saint-Martin-des-Champs vicino a Parigi.Cluny è
    nell'XI secolo lo strumento efficace del successo
    delle istituzioni di pace e della riforma
    gregoriana. Molti papi e legati pontifici escono
    da Cluny. La rete cluniacense diffonde i principi
    della riforma contro i vizi di cui soffre la
    Chiesa presa dai collegamenti feudali col mondo
    laico.Accusato a sua volta di un esagerato
    arricchimento e di un potere temporale eccessivo,
    l'ordine di Cluny perde di influenza spirituale
    alla nascita, alla fine dell'XI secolo e
    all'inizio del XII, di nuovi ordini ispirati ad
    un ideale di povertà e austerità  l'Ordine
    Cistercense, i Premonstratensi, l'Ordine
    Certosino.

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Abbazia di Cluny
  • L'Abbazia di Cluny fu fondata nell'omonimo
    paese della Borgogna il 2 settembre 910, quando
    il duca di Aquitania e Alvernia, Guglielmo I
    detto il Pio, fece dono di un grande possesso
    fondiario a un abate, Bernone, che fu incaricato
    di costruirvi un monastero.Rinunciando a
    qualsiasi diritto personale sulla nuova
    istituzione, Guglielmo I mise il monastero sotto
    la diretta autorità del Papa. L'abbazia e la sua
    costellazione di dipendenze arrivarono presto ad
    esemplificare il tipo di vita religiosa nel cuore
    della pietà dell'XI secolo.Il monastero di Cluny
    fece parte dell'Ordine benedettino. L'Ordine di
    San Benedetto fu una delle istituzioni della
    società europea di maggior rilievo nell'Alto
    Medioevo, tanto che, grazie anche alla fedele
    aderenza ad una rinnovata Regola benedettina,
    Cluny divenne la guida illuminata del monachesimo
    occidentale già a partire dal tardo X secolo.
    Diversi tra gli abati che si susseguirono a
    Cluny, molti dei quali estremamente dotti,
    divennero anche uomini di stato, noti a livello
    internazionale. Lo stesso monastero di Cluny
    divenne la più famosa, prestigiosa e
    sovvenzionata istituzione monastica d'Europa. La
    maggior influenza cluniacense si ebbe a partire
    dalla seconda metà del X secolo fino ai primi
    anni del XII.

Continua..
45
Architettura cluniacense
  • L'architettura è un'altra affermazione della
    potenza e dell'influenza di Cluny. L'architettura
    cluniacense proseguì il modello benedettino
    gettando le basi per quello cistercense,
    contribuendo a diffondere il modello
    architettonico dell'abbazia ossia un complesso di
    strutture di cui la chiesa è quella principale,
    tutte ruotanti attorno ad un chiostro quadrato o
    a "T" come nel caso di Cluny. Le piante
    caratteristiche dell'architettura cluniacense
    furono quelle cosidette "a gradoni" e "a cappelle
    radiali".A una chiesa contemporanea alla
    fondazione che successe all'abbaziale di Bernone,
    poi quella degli abati Aymard e Maiolo detta
    Saint-Pierre-le-Vieux, di cui la pianta
    caratteristica, col suo coro pourvu de
    collatéraux, è più o meno riprodotta in tutto un
    gruppo di chiese monastiche. A questa succede
    l'abbaziale dell'abate Ugo, il cui coro è
    consacrato nel 1095. Cluny fa da modello, anche
    considerando tre tempi di costruzione diversi, di
    cui il terzo e ultimo risale al 1100. Si ritrova
    la pianta di Saint-Pierre-le-Vieux in Borgogna,
    in Germania, in Svizzera. In Italia si hanno
    validi esempi ben conservati come la chiesa
    lombarda di San Salvatore a Capo di Ponte in Val
    Camonica.

46
  • In questo senso il movimento cluniacense si
    poneva nel solco della tradizione che si era
    espressa nello Pseudo-Isidoro, una raccolta di di
    decreti, decisioni sinodali, lettere papali, che
    si proponeva di rafforzare la posizione dei
    vescovi soprattutto rispetto al potere secolare,
    insistendo sull'idea di un papato forte, nel
    quale si vedeva la migliore garanzia in
    particolare per le diocesi più piccole.Con il
    secolo XI, e in particolare sotto l'abate Odilo,
    si verificò nella riforma cluniacense una svolta
    riguardo alla politica ecclesiastica. Essa ebbe
    origine dalla frequente presenza di monaci
    cluniacensi a Roma, dove il problema non era
    tanto l'ingerenza da parte delle autorità
    secolari, quanto un papa che, pur capo spirituale
    della Chiesa, non era per nulla libero dai
    condizionamenti del potere laico in particolare
    l'elezione del papa era, di fatto, in mano
    all'aristocrazia romana, oltre ad altre influenze
    extraecclesiastiche di vario genere.

47
(No Transcript)
48
Cluny e le arti
  • A Cluny l'arte centrale era la liturgia
    stessa che, estensiva e bella in un contesto
    fonte d'ispirazione l'intercessione monastica
    appariva indispensabile al raggiungimento di uno
    stato di grazia ed i potenti facevano a gara per
    essere ricordati nelle infinite preghiere del
    monastero, dando inizio alle donazioni di terra e
    ai benefici che resero possibile lo sviluppo di
    altre arti. A Cluny III i capitelli più antichi
    si trovavano nel deambulatorio e risalgono a
    prima del 1095. L'ingresso era affiancato da due
    semicolonne, che presentavano due capitelli
    istoriati, uno con il Peccato dei progenitori e
    l'altro con il Sacrificio di Isacco. Sugli altri
    capitelli era raffigurato una sorta di compendio
    del sapere medievale, con vari soggetti un
    capitello corinzio che dimostra una notevole
    comprensione dell'arte antica, uno con atleti,
    uno con un apicoltore, una serie con le virtù
    teologali e cardinali uno con una raffigurazione
    della Primavera, uno dell'Estate, uno con i Fiumi
    del Paradiso e una serie con gli otto toni del
    canto gregoriano.La grande varietà di temi era
    bilanciata anche dalla notevole varietà degli
    schemi entro i quali erano scolpite le
    raffigurazioni si va dalle mandorle con figure
    intere di personaggi, ad altri dove
    l'istoriazione non ha soluzione di continuità.

Continua..
49
(No Transcript)
50
Varie Ricostruzioni
  • Dopo la primitiva chiesa di medie dimensioni
    (Cluny I), tra il 948 e il 981 fu ricostruita la
    chiesa principale (Cluny II), oggi conosciuta
    solo tramite scavi archeologici. Mostrava un
    ampio presbiterio, con absidi anche sul
    transetto, e un coro allungato, tripartito e con
    deambulatorio. Il modello di Cluny II venne per
    esempio replicato nella chiesa di Santa Reparata
    a Firenze.La crescente comunità a Cluny aveva
    necessità di costruzioni su larga scala. Nel
    1088, venne fondata la terza chiesa abbaziale
    (Cluny III), di dimensioni titaniche lunga 187
    metri, era dotata di nartece ed aveva ben cinque
    navate, un coro allungato con deambulatorio e
    cappelle radiali, un doppio transetto e cinque
    torri. Era il più grande edificio religioso
    d'Europa prima della ricostruzione della Basilica
    di San Pietro a Roma nel XVI secolo. Tra l'altro
    non venne demolita la vecchia chiesa abbaziale,
    ma venne lasciata a fianco della nuova.

Continuna...
51
  • La campagna di costruzione fu finanziata
    dall'annuale census stabilito da Ferdinando I di
    León, reggente della Castiglia e Leó in un
    periodo fra il 1053 ed il 1065. Per Cluny, la
    somma equivaleva semplicemente alla più grande
    annualità che l'ordine avesse mai ricevuto da un
    re o un laico, e non venne mai superata.La
    donazione annuale di Enrico I d'Inghilterra, pari
    a 100 marchi d'argento (non d'oro), per il 1131,
    sembra poca cosa al confronto. Il census
    alfonsino permise all'abate Ugo di affrontare la
    costruzione della terza e imponente chiesa
    abbaziale. Quando i pagamenti in monete d'oro
    islamiche estorte al regno di Castiglia e León
    vennero in seguito a mancare, non tardò a
    manifestarsi una imponente crisi finanziaria che
    afflisse i cluniacensi durante il periodo di
    Pontius.A Cluny, l'importazione d'oro rese
    manifeste le ricchezze appena scoperte dei
    cristiani spagnoli e portò la Spagna centrale per
    la prima volta nella più ampia orbita europea.A
    cavallo fra il XVIII secolo e il XIX, venne
    secolarizzata e, sebbene fosse la più grande
    abbazie europea, gradualmente demolita, tanto che
    oggi rimangono di essa solo pochi resti della
    crociera meridionale, della parte orientale del
    transetto e di una delle torri, che comunque
    danno un'idea delle sue dimensioni impressionanti.

52
Il monachesimo francescano
53
La vita di San Francesco d Assisi
  • San Francesco d'Assisi, nato da Giovanni di
    Pietro Bernardone ad Assisi il 26 settembre 1181
    e morto alletà di 45 anni sempre ad Assisi, il
    3 ottobre 1226. Fondatore dell'ordine mendicante
    che da lui poi prese il nome, è venerato come
    santo dalla Chiesa cattolica. Il 4 ottobre ne
    viene celebrata la memoria liturgica in tutta la
    Chiesa cattolica. È stato proclamato patrono
    principale d'Italia il 18 giugno 1939 da papa Pio
    XII, che lo definì "Il più italiano dei Santi,
    il più Santo degli Italiani".
  • Conosciuto anche come "il poverello
    d'Assisi", la sua tomba è meta di pellegrinaggio
    per decine di migliaia di devoti ogni anno. La
    città di Assisi, a motivo del suo illustre
    cittadino, è stata assunta a simbolo di pace,
    soprattutto dopo aver ospitato i due grandi
    incontri tra gli esponenti delle maggiori
    religioni del mondo, promossi da Giovanni Paolo
    II nel 1986 e nel 2002.

54
La basilica di san Francesco dassisi
Iniziata nel 1228, la basilica di assisi venne
consacrata nel1253 e conclusa nel 1280. Nel 1230
vi fu traslato il corpo di san Francesco. La
basilica è composta da 2 livelli sovrapposti. La
chiesa inferiore ha ununica navata di 4 campate
con volte a crociera ribassate, un transetto
voltato a botte, un abside a pianta
semicircolare. Lambiente si presenta come una
grande cripta per la devozione dei fedeli verso
il santo.
La chiesa superiore, destinata alla predicazione,
è ad aula unica con transetto e abside
poligonale. Laula illuminata copiosamente
(luceamore di dio), è interamente ricoperta di
affreschi i più celebri, della fine del XIII
secolo, narrano, con linguaggio asciutto e
realistico, le storie di san Francesco e sono
opera di Giotto.
55
La pianta della basilica
Pianta della basilica superiore
Pianta della basilica inferiore
56
  • Fate attenzione a come par-late! Potrebbe
    essere la pro-fezia della vostra vita(celebre
    frase del santo).

    San
    Francesco dAssisi, affresco

    di Cimabue, nella basilica di Assisi

57
La storia
  • L'Ordine francescano fu fondato da
    San Francesco d'Assisi. Egli ottenne nel
    1209/1210 dal papa Innocenzo III la possibilità
    di vivere in modo radicale la povertà evangelica.
    Questo, infatti, a differenza degli altri ordini
    religiosi esistenti, in particolare agostiniani e
    benedettini, ebbe il carisma di praticare non
    solo una vita povera ma di non possedere beni,
    quali conventi e terre, conducendo al contempo
    una vita mendicante.
  • Gli ordini mendicanti sono quegli
    ordini religiosi che, non vivendo stabilmente con
    le rendite del lavoro dei campi o del commercio,
    vivono di "provvidenza", cioè grazie alle offerte
    dei fedeli. Tale scelta, come nel caso dei
    francescani, comporta la necessità di vivere
    nella povertà più radicale.

58
Una storia complessa
  • Già alla morte di Francesco, l'ordine da lui
    fondato si divise tra gli "spirituali" ed i
    "conventuali".Più che per il modo di intendere e
    praticare la povertà evangelica, i due rami si
    distinsero per il "ruolo" che attribuirono
    all'ordine. Gli spirituali fecero propria la vita
    ascetica e mendicante che aveva contraddistinto
    l'ordine ai suoi inizi i secondi, invece,
    preferirono una vita più conventuale e di cura
    delle anime. Tipica figura di frate conventuale
    fu Antonio di Padova, noto tanto per la sua
    povertà radicale, quanto per la sua opera di
    apostolato. Nella diatriba sorta si trovarono
    coinvolti anche i laici aderenti al Terzo Ordine,
    infatti questi uomini riuniti in fraternità, pur
    non aderendo alla vita religiosa vera e propria
    con i tre voti di povertà, castità ed obbedienza,
    e non essendo nemmeno chierici con facoltà di
    celebrare la messa e confessare, con il loro modo
    di vivere povero, penitenziale ed in soccorso dei
    deboli e dei malati in ospedali ed ospizi per
    pellegrini calcarono l'ideale francescano al
    punto che videro l'autorità papale dar loro una
    regolamentazione con la Bolla Supra montem del 18
    agosto 1289, emanata a Rieti da papa Niccolò IV e
    diretta ai 'penitenti lombardi' francescani.

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  • Col passare dei secoli, l'ordine, o meglio gli
    ordini francescani sono stati oggetto di continui
    tentativi di riforma. La più ampia è stata quella
    avviata dai "cappuccini", frati che hanno cercato
    di coniugare vita contemplativa e povertà
    austera. Questi frati, caratteristici per le
    lunghe barbe, hanno preso il nome dal proprio
    cappuccio, più lungo di quello degli altri rami
    francescani.
  • frati francescani durante una preghiera

60
Lordine francescano
  • L'Ordine francescano
  • Francesco d'Assisi fondò tre ordini
    riconosciuti dalla Chiesa cattolica esistenti
    tutt'oggi ed aventi Costituzioni proprie.
  • Il primo ordine è quello dei frati minori.
    La loro vita è ancora oggi ispirata dalla Regola
    bollata approvata dal papa Onorio III nel 1223.
    In seguito di ottocento anni di una storia molto
    complessa, al giorno d'oggi l'originario Ordo
    Minorum si divide in tre rami principali i Frati
    Minori, i frati minori conventuali e i frati
    minori cappuccini. Oltre a questi tre diramazione
    storiche, vi sono oggi altre fondazioni minori
    che si ispirano a san Francesco e alla sua
    Regola. Ciascuno dei tre Ordini ha la loro
    propria organizzazione e struttura legale, ma
    tutti hanno in comune san Francesco come loro
    "padre" e fondatore.

61
Il secondo ordine
  • Il secondo ordine è quello delle Clarisse
    fondato da Chiara d'Assisi, la quale ha redatto
    una Regola propria. È costituito da suore di
    clausura ed attualmente è presente in tutto il
    mondo. Analogamente al primo ordine, anche le
    discepole di santa Chiara hanno subito un
    percorso storico piuttosto articolato e oggi i
    monasteri clariani sono raccolti in diverse
    "obbedienze".

62
Il terzo ordine
  • Il terzo ordine nacque per i laici, o meglio
    per i secolari, cioè coloro che pur non entrando
    in convento, vivono nelle loro famiglie la
    spiritualità francescana. Oggi è chiamato Ordine
    Francescano Secolare. Parte integrante di esso è
    la Gioventù Francescana una associazione
    riconosciuta dalla Chiesa di giovani cattolici
    che condividono e vivono il Vangelo e il loro
    essere francescani nel mondo di oggi, sul posto
    di lavoro o nello studio. Oltre a questi, abbiamo
    anche il Terzo Ordine Regolare , costituito -
    appunto - da "regolari" cioè religiosi che, nel
    corso della storia, sono divenuti tali a partire
    da fraternità di laici intenzionati a condurre
    una vita di consacrazione totale. Mentre nei
    primi secoli l'Ordine è fortemente caratterizzato
    da una incidenza della fraternità, nei secoli
    successivi sarà più la testimonianza di singoli
    importanti personaggi ad esprimere il valore del
    vivere la penitenza nel secolo. Questo non
    significa che l'incidenza sia minore ne è la
    prova il fatto che ogni regime oppressivo fino ad
    oggi ha visto sempre con grande preoccupazione
    questa sorta di ordine "religioso" presente nel
    mondo.

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I francescani oggi
  • Papa Leone XIII, alla fine del XIX secolo,
    ha voluto porre ordine tra i tanti movimenti nel
    frattempo nati, e decise di riunirli in quattro
    ordini, ognuno dei quali ha il proprio Ministro
    Generale
  • i tre ordini dei Minori
  • Ordine dei Frati Minori
  • Ordine dei Frati Minori Conventuali
  • Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
  • il Terzo Ordine Regolare
  • Ciò nonostante, nell'ultima metà del XX
    secolo, sono nate nuove diramazioni in Italia i
    "Fratelli di San Francesco", i "Piccoli Fratelli
    e Sorelle della Via" e i "Frati Minori Rinnovati"
    (che si ripromettono di rivivere l'originaria
    povertà francescana non possedendo alcun bene,
    neanche come ordine), i Frati Minori Missionari
    in Brasile, i "Francescani del Rinnovamento"
    negli USA, ed in particolare i "Frati Francescani
    dell'Immacolata", nati dall'Ordine dei Frati
    Minori Conventuali, che si dedicano, sull'esempio
    di San Massimiliano Kolbe, alle comunicazioni
    sociali, alla preghiera eucaristica, diffusione
    della venerazione alla Vergine Immacolata.

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A cura di
  • Michele Diomedi
  • Luca Raffaeli
  • Alessio Aireti
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