Liceo Scientifico Statale - PowerPoint PPT Presentation

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Liceo Scientifico Statale

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Title: vesuvio Author: Prof. Roberto Santacroce Last modified by: af Created Date: 5/22/2003 8:43:46 AM Document presentation format: Presentazione su schermo – PowerPoint PPT presentation

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Title: Liceo Scientifico Statale


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Liceo Scientifico Statale Gaetano Salvemini
Sorrento (Na)
  • Anno Scolastico 2005/06
  • Corso di Geografia Generale
  • Classe V G
  • Prof. Augusto Festino
  • Modulo 2
  • Unità Didattica 2
  • Il Vulcanismo Campano

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  • L'origine del vulcanismo campano è strettamente
    legato alle fasi tettoniche Plio-Pleistoceniche a
    carattere distensivo che hanno portato allo
    smembramento del margine occidentale della parte
    centrale della catena appenninica e alla
    creazione della depressione della Piana Campana.
    Infatti durante la formazione della Piana Campana
    si sono create le condizioni per la formazione e
    per la risalita dei magmi che hanno alimentato
    l'attività eruttiva dei vulcani campani.
  • Nella Piana Campana si rinvengono tre aree
    vulcaniche principali il vulcano di
    Roccamonfina, il Distretto Vulcanico Flegreo (che
    comprende Napoli, i Campi Flegrei e le isole di
    Ischia e Procida), ed il complesso vulcanico del
    Somma-Vesuvio.
  • In epoca storica si sono verificate eruzioni ad
    Ischia, ai Campi Flegrei ed al Vesuvio.

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Schema geologico della provincia di Napoli
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  • Il Vesuvio, o più propriamente il Somma-Vesuvio,
    è un vulcano strato di medie dimensioni che
    raggiunge unaltezza massima di 1.281 m s.l.m.
    Esso è costituito dal più vecchio vulcano del M.
    Somma, la cui parte sommitale sprofondò generando
    una caldera, e dal più recente vulcano del
    Vesuvio, cresciuto allinterno di questa
    caldera. 
  • Lattività vulcanica nellarea del Somma-Vesuvio
    risale ad almeno 400.000 anni fa, età di alcune
    lave trovate in perforazioni profonde 1.345 m. 
  • La storia dell'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è
    iniziata circa 25.000 anni fa con laccrescimento
    del Somma a seguito di eruzioni prevalentemente
    effusive e subordinatamente esplosive, di bassa
    energia. Tale attività è durata fino a circa
    19.000 anni fa ed ha determinato la formazione
    dellapparato vulcanico del Somma il cui
    probabile profilo è ricostruito in rosso
    nell'immagine sottostante. La parte
    settentrionale di questo edificio più antico è
    ancora ben conservata ed è rappresentata
    dall'attuale Monte Somma. 

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  • Con la prima eruzione pliniana delle Pomici di
    Base, avvenuta 18.300 anni fa, è cominciato il
    collasso dellapparato vulcanico del Somma e la
    formazione della caldera a seguito dello
    sprondamento della parte sommitale. Dopo questo
    evento lattività vulcanica e le successive fasi
    di sprofondamento hanno contribuito alla
    formazione del vulcano più giovane, il Vesuvio.
    Lattività di questo vulcano, accresciutosi
    allinterno della caldera del Monte Somma, è
    stata caratterizzata da una grande variabilità
    sia del tipo di eruzioni che della composizione
    chimica dei magmi emessi. 
  • La variabilità del comportamento eruttivo del
    Vesuvio è riconducibile, in prima
    approssimazione, all'alternanza tra periodi a
    condotto aperto, e lunghi periodi a condotto
    ostruito, con assenza di attività, seguiti da
    grandi eruzioni pliniane o subpliniane. I periodi
    a condotto aperto sono caratterizzati da attività
    stromboliana persistente, frequenti effusioni
    laviche e sporadiche, ma più devastanti, eruzioni
    miste sia effusive che esplosive.

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(No Transcript)
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(No Transcript)
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Eruzione del 79 d.C.
  • Il 24 agosto dellanno 79 d.C. il Vesuvio rientrò
    in attività dopo un periodo di stasi durato circa
    otto secoli, causando la distruzione delle città
    romane di Pompei, Ercolano e Stabia.
  • Veduta attuale del Vesuvio dagli scavi di Pompei.
  • L'eruzione è stata studiata da molti autori
    (Lirer et al., 1973 Sigurdsson et al., 1985
    Barberi et al., 1989 Cioni et al., 1999 Gurioli
    et al., 2002). L'eruzione fu caratterizzata da
    tre fasi eruttive principali 
  • 1) fase di apertura freatomagmatica 
  • 2) fase principale pliniana
  • 3) fase freatomagmatica, nel corso della quale si
    ebbe la formazione della caldera. 

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  • La successione stratigrafica dei depositi
    dell'eruzione del 79 d.C. può essere suddivisa in
    8 differenti unità eruttive, caratterizzate da
    differenti distribuzioni areali

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(No Transcript)
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  • Distribuzione areale dei depositi da caduta  (in
    azzurro) e dei depositi da flusso piroclastico
    (in rosso) dell'eruzione del 79 d.C.

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  • Sequenza di depositi dell'eruzione del 79 d.C. in
    una cava a Terzigno

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Storia eruttiva
Tra il 79 e il 1944 Crescita del Vesuvio attuale
attività persistente a condotto aperto
interrotta da periodi di stasi conclusi da
eruzioni esplosive. tra il 1631 e il 1944 tra il
X e il XII (?) tra il V e lVIII tra il I e il
III secolo
Tra ca.18.000 e 2024 anni fa 4 grandi eruzioni
piniane
Pomici di Pompei
alternate a una dozzina di eruzioni esplosive
medie o piccole
tra 30.000 (?) e 20.000 anni Formazione del
M.Somma
  • 2

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La storia del Vesuvio è caratterizzata
dallalternanza irregolare tra
periodi di attività persistente a condotto aperto
e
periodi di riposo a condotto ostruito chiusi da
eruzioni esplosive di magnitudo variabile
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.lo stile eruttivo varia da tranquillamente
effusivo a Stromboliano Violento, a esplosivo
freatomagmatico
Quando il condotto è aperto.
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Quando il condotto è aperto.
volumi di magma emesso 0.01-0.1 km3
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Le eruzioni che segnano a riapertura del condotto
dopo periodi di riposo di lunghezza variabile.
.sono esplosive, polifasate, in genere
caratterizzate da una fase pliniana principale e
fasi iniziali e finali a carattere
freatomagmatico
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volumi emessi 0.2-0.5 fino a gt3109m3
Pliniane
Subpliniane
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Evouzione geomorfologica
Collassi calderici segnano lo svuotamento di
grandi camere magmatiche superficiali
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nelle eruzioni che segnano la riapertura del
condotto dopo periodi di riposo di lunghezza
variabile
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Il Sistema Magmatico
Il vulcano è alimentato periodicamente da masse
discrete (valutate ciascuna a 5-10 milioni di m3)
di magma di provenienza profonda Queste
infornate di magma fresco entrano in camere
magmatiche piu o meno superficiali, piu o meno
grandi. Quando il condotto e aperto e la
camera e piena, ogni nuovo arrivo innesca
uneruzione (che potremmo definire di
trabocco). Quando il condotto e ostruito, la
camera continua a crescere fino al verificarsi di
uneruzione (in genere violentemente esplosiva).
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Alimentazione magmatica
Negli ultimi 3-4000 anni il volume cumulativo di
magma emesso dal Vesuvio e variato con il tempo
in modo abbastanza lineare (i dati sono comunque
largamente speculativi), indicando lo stato
sostanzialmente stazionario del vulcano (per lo
meno a livello di alimentazione).
Il volume di magma entrato nel sistema vesuviano
dopo il 1944 e stimato nellordine dei 200
milioni di m3.
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200 milioni di metri3 di magma emessi nel corso
di una singola eruzione esplosiva darebbero luogo
ad uneruzione subpliniana di magnitudo simile a
quella del 1631.
Leruzione del 1631 e stata per questo assunta
come evento di riferimento per leruzione massima
oggi attesa al Vesuvio. Lo scenario dell
Evento Massimo Atteso a medio termine (EMA) e
il risultato della combinazione di dati di
terreno, di dati storici e di simulazioni
numeriche basate su modelli fisici.
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(No Transcript)
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Apertura freatomagmatica
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Colonna eruttiva sostenuta
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Colate piroclastiche
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Lento esaurimento
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(No Transcript)
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(No Transcript)
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Propensione alla formazione di lahars nei bacini
sorgenti ricoperti da piroclastiti sciolte
La propensione è stata valutata utilizzando
criteri morfometrici (distribuzione delle
pendenze, densità di drenaggio, rapporto di
rilievo).
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Table 2 - Scientific alert levels
 
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(No Transcript)
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(No Transcript)
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Campi Flegrei
  • I Campi Flegrei sono un campo vulcanico
    allinterno del quale, negli ultimi 39 ka, sono
    stati attivi più di settanta centri eruttivi
    differenti. La depressione dei Campi Flegrei
    viene generalmente interpretata come una
    struttura calderica. Questa deriva dalla
    sovrapposizione di due episodi di sprofondamento
    (Orsi et al., 1996) connessi con le eruzioni
    dellIgnimbrite Campana (39 ka De Vivo et al.,
    2001) e del Tufo Giallo Napoletano (15 ka Deino
    et al., 2003). La caldera Flegrea è la struttura
    più evidente del Distretto Vulcanico Flegreo, che
    comprende, inoltre, la città di Napoli, le isole
    vulcaniche di Procida ed Ischia, e la parte
    nord-occidentale del Golfo di Napoli. Lattività
    vulcanica del Distretto Flegreo, è connessa agli
    eventi tettonici distensivi che hanno determinato
    la formazione della depressione, compresa tra il
    M. Massico a nord e la penisola sorrentina a sud,
    che prende il nome di graben della Piana Campana.

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(No Transcript)
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(No Transcript)
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  • Storia vulcanica e deformativa
  • Letà di inizio del vulcanismo nellarea flegrea
    non è precisamente noto sequenze di lave e
    piroclastiti di circa 2 milioni di anni di età
    sono state incontrate in perforazione tra Villa
    Literno e Parete (Barbieri et al., 1979 Di
    Girolamo et al., 1984 Rosi e Sbrana, 1987)
    mentre in affioramento i prodotti vulcanici più
    antichi hanno unetà di circa 60 ka e sono
    costituiti principalmente da depositi
    piroclastici e da resti di duomi lavici (Alessio
    et al., 1973 Cassignol e Gillot, 1982
    Pappalardo et al., 1999).L'interpretazione di
    nuovi dati stratigrafici sia di superficie che
    provenienti da perforazioni, anche alla luce di
    tutti i dati geologici, geomorfologici,
    petrologici e geofisici disponibili in
    letteratura, ha consentito recentemente (Orsi et
    al., 1996 Di Vito et al., 1999) una più
    dettagliata ricostruzione della storia vulcanica
    e deformativa della caldera flegrea. La geologia
    di superficie è stata ricostruita facendo
    riferimento ai depositi dell'Ignimbrite Campana
    (39 ka) e del Tufo Giallo Napoletano (15 ka) che,
    in virtù della loro distribuzione areale e
    continuità laterale, costituiscono utili
    orizzonti guida. 

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  • Eruzione e collasso calderico
  • L'Ignimbrite Campana è il prodotto della maggiore
    eruzione esplosiva avvenuta nell'area campana.
    Durante tale eruzione furono emessi, da un centro
    ubicato nei Campi Flegrei, circa 150 km3 di magma
    di composizione da trachitica a trachifonolitica,
    che ricoprirono un'area di circa 30.000 km2.
  • Al termine di questa eruzione i due terzi della
    Campania apparivano ricoperti da una coltre di
    tufi spessa fino a 100 m, mentre enormi volumi di
    cenere vulcanica rimanevano sospesi
    nellatmosfera causando, probabilmente,
    sconvolgimenti climatici estesi allintero
    pianeta.
  • La caldera Flegrea copre un'area di circa 230 km2
    e racchiude tutti i centri eruttivi attivi dopo
    l'eruzione dell'Ignimbrite Campana. Assumendo uno
    sprofondamento di circa 700 m in media, come
    suggerito dalle perforazioni profonde (AGIP,
    1987), il volume collassato è di circa 160 km3,
    in buon accordo con il volume stimato di magma
    eruttato nel corso dell'eruzione (150 km3).

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Caldera Ignimbrite Campana
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FINE
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