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Dante

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... che si concede 232 sonetti tutti con lo stesso schema * CANANA' MASSIMILIANO La sestina - l imitatio arnautiana Al poco giorno e al gran cerchio d ombra ... – PowerPoint PPT presentation

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Transcript and Presenter's Notes

Title: Dante


1
Dante
  • Dante Alighieri
  • 1265-1321

2
Perché Dante è così importante
  • Non è il primo poeta in volgare ma
  • È il primo che costruisce un complesso di opere
    in volgare che riassumono la mentalità medioevale
  • È il primo a teorizzare luso del volgare in
    letteratura(DE VULGARI ELOQUENTIA)
  • È il primo intellettuale consapevole del proprio
    ruolo e funzione (intellettuale comunale)
  • È un intellettuale militante (poeta?politica)

3
La situazione a Firenze e in Italia ai tempi di
Dante
Comuni Lotte tra guelfi e ghibellini
  • In Italia perdurano per tutto il XII secolo e
    parte del XIII i conflitti tra papato e impero.
  • Al tempo di Federico II (fino al 1250) limpero è
    in fase di affermazione. Con la sua morte
    limpero si indebolisce
  • A Firenze si crea un governo comunale guidato
    da un Capitano del popolo e affiancato da un
    consiglio di rappresentanti delle ARTI.
  • In un primo tempo i ghibellini, guidati da
    Farinata degli Uberti, nella battaglia di
    Montaperti -1260 vincono.
  • Ma dopo il 1266 gli eredi di Federico II sono
    sconfitti da Carlo dAngiò, re di Francia
    chiamato in Italia dal papa.
  • Dovunque i guelfi riprendono vigore. Nel 1289 a
    Campaldino i guelfi fiorentini sconfiggono
    aretini e senesi (ghibellini)

Incremento delle attività mercantili e
manifatturiere Sviluppo della borghesia
4
Guelfi Bianchi e Neri
  • Dal 1251 Firenze è comune, fino allascesa dei
    Medici nel 1434
  • Governano dapprima laristocrazia poi i grandi
    borghesi esponenti delle professioni.
  • Si scontrano due fazioni del partito guelfo
  • bianchi (capeggiati dai Cerchi-moderati)
  • Neri (guelfi filoaristocratici)
  • nella contesa si inserisce papa Bonifacio VIII,
    sostenendo i Neri

5
Dante Alighieri
6
Le origini e la giovinezza (1265-1290)
  • Nasce tra il 21 maggio e il 20 giugno del 1265 a
    Firenze ( segno dei GEMELLI)
  • Il padre si dedica alla vendita di terreni e a
    traffici valutari
  • Segue un normale corso di studi
  • 1274 primo incontro con Beatrice (identificata
    con Bice di Folco Portinari poi sposata a Simone
    dei Bardi, n.1266- m .1290)
  • 1277 contratto di matrimonio con Gemma di
    Manetto Donati, sposata nel 1285, da cui avrà
    Jacopo, Pietro, Antonia (forse Giovanni)
  • Ha rapporti con Gianni Alfani, Lapo Gianni e
    corrispondenza poetica, amicizia, sodalizio
    culturale con Guido Cavalcanti
  • 1287 soggiorno a Bologna e conoscenza della
    poesia guinizzelliana

7
Il traviamento e la conversione 1290-1295
  • Traviamento successivo alla morte di Beatrice
  • morale (vita non irreprensibile)
  • culturale (abbandono dellideale amoroso
    rappresentato da B. e conversione alla filosofia)
  • Approfondisce gli studi filosofici grazie
    allamicizia con il maestro Brunetto Latini,
    esperto di ars dictaminis e lett. francese
  • Reinterpreta la sua esperienza poetica giovanile
    nella Vita Nuova
  • Frequenta le scuole dei religiosi
  • Domenicani di S.Maria Novella (sostenitori del
    pensiero di Alberto Magno e Tommaso dAquino)
  • Francescani di S.Croce (testi di mistici
    medievali e problematiche legate al rinnovamento
    della Chiesa)

8
  • Vita pubblica
  • Militare-1289 è feditore a cavallo nella
    battaglia di Campaldino contro i ghibellini di
    Arezzo e nellassedio al castello di Caprona
  • 1294 Modifica degli Ordinamenti di Giustizia di
    Giano della Bella, istituiti nel 1293 gt ma i
    magnati RESTANO ancora esclusi dalle cariche,
  • accettata la piccola nobiltà purchè iscritta a
    unArte
  • 1295 Dante si iscrive allArte dei Medici e
    degli Speziali

9
Limpegno politico 1295-1304 E LA CONDANNA
  • Dante è guelfo bianco
  • 1300 è priore, è costretto ad esiliare Corso
    Donati e Guido Cavalcanti in seguito a violenti
    scontri fra le fazioni
  • 1301 è uno dei 3 ambasciatori inviati a
    Bonifacio VIII per dissuaderlo dalla sua
    ingerenza nella politica di Firenze.
  • Carlo di Valois formalmente viene inviato dal
    papa in Toscana come paciere, in realtà favorisce
    i Neri e consegna loro Firenze.
  • Dante viene accusato di BARATTERIA(TRAFFICO DI
    FAVORI POLITICI)
  • (CONDANNATO A UNA multa 2 anni di confino,
    sequestro dei beni entro 3 giorni), ma rifiuta di
    rientrare a Firenze, così il 10 marzo 1302 la sua
    pena è commutata in contumacia in quella di morte.

10
Lesilio
  • Partecipa ai tentativi di rientro a Firenze da
    parte dei bianchi esiliati, poi, sperando nella
    mediazione del nuovo papa Benedetto XI, fa parte
    per se stesso.
  • 20 luglio 1304 non partecipa alla disastrosa
    battaglia della Lastra, in cui i fuorusciti sono
    sconfitti duramente.

11
1305-1312
  • 1305 estensione della condanna ai figli.
  • Dante vuol dimostrare il proprio genio ai
    fiorentini con le opere letterarie
  • 1305-1306 come sa di sale lo pane altrui
  • è ospitato a Treviso, Padova, Venezia, Casentino,
    Lunigiana Scrive lInferno, il Convivio
    (1304-07)
  • 1307-11IN TOSCANA
  • è a Poppi da Guido di Battifolle (1308
    Purgatorio)
  • 1310
  • discesa in Italia di Arrigo VII di Lussemburgo.
    Dante spera in una restaurazione imperiale e si
    reca a Milano per rendergli omaggio. Teoria dei
    DUE SOLI (1310-11 Epistole ai pricipi italiani,
    ad Arrigo, contro i Fiorentini)
  • 1313 morte di Arrigo e delusione di Dante

12
1312-1321
  • 1312-1318 con i figli Jacopo e Pietro si rifugia
    a Verona, ospite di Cangrande della Scala
  • 1315 umiliante proposta di amnistia da parte del
    Comune di Firenze. Dante dovrebbe pagare una
    multa e riconoscersi colpevole in atto di
    penitente, ma rifiuta con lEpistola allamico
    fiorentino viene proclamato ribelle con la
    conferma della condanna a morte
  • Diffusione di Inferno e Purgatorio
  • 1313-18 Monarchia
  • Dante lavora al Paradiso (1316 Epistola
    dedicatoria a Cangrande)
  • 1318 è a Ravenna da Guido Novello da Polenta
  • 1319-20 scrive le Egloge, la Quaestio de situ et
    forma aquae et terrae
  • Rientrato da una missione diplomatica a Venezia,
    contrae febbri malariche e muore a Ravenna il 14
    settembre 1321. Viene sepolto nella chiesa di
    S.Piero Maggiore, divenuta oggi S.Francesco.

13
Dante e Firenze
  • Amore-odio indissolubilmente legato alla città,
    di cui però deve constatare lingratitudine

14
Cronologia delle opere di Dante
1302-esilio
15
La biblioteca di Dante
  • Inferno IV (biblioteca pagana)
  • Virgilio Orazio Ovidio Lucano Cicerone Aristotele
    (in latino)
  • Paradiso X (biblioteca cristiana)
  • Tommaso, Alberto Magno, Boezio
  • Isidoro di Siviglia, Paolo Orosio, Graziano, etc
  • Agostino
  • Scuole religiose di Firenze.
  • Domenicani (S.M.Novella- Aristotele, Tommaso)
  • Francescani (Santa Croce- Gioacchino da Fiore)
  • Agostiniani (Santo Spirito- Agostino)

16
La teorizzazione delluso del volgare
De vulgari eloquentia
  • Illustra una tradizione poetica allinterno della
    quale egli si colloca
  • Crea la prima storia della letteratura in volgare
    e un CANONE degli autori
  • Usa consapevolmente il volgare per elargire il
    sapere a un più vasto pubblico, contro la
    tradizione dellepoca che vedeva nel latino la
    lingua della cultura

17
La vita nuova
  • Raccoglie rime precedentemente composte,
    assemblate in una cornice narrativa da parti in
    prosa

Libello -1292 \ 93
42 capitoli 31 testi poetici (25 sonetti, 5
canzoni, 1 ballata) prosimetron
Come il De consolatione philosophiae di Boezio
autobiografia
autoesegesi
tipizzazione
Trasfigurazione e idealizzazione degli
avvenimenti biografici, interpretati in chiave
simbolica
Mediante la numerologia
paradigmaticità
Rielaborazione personale delle teorie
stilnovistiche
Da Guinizzelli il tema del saluto-salute e della
loda
Da Cavalcanti la fenomenologia damore e la
sofferenza amorosa
18
Il saluto
  • Dispensa salus (grazia e salvezza eterna)
  • Infonde sentimenti di carità e umiltà,
    prefigurando la beatitudine celeste
  • Trasforma lamore terreno in mezzo per
    avvicinarsi a Dio
  • Quando Beatrice nega il saluto a Dante non rimane
    che la lode di lei

19
La loda
Amore non solo ha la sua sede naturale nel cuore
gentile ma si identifica con esso VEDI AMORE E
L COR GENTIL SONO UNA COSA
  • Stilo de la loda ?Donne chavete intelletto
    damore
  • Lamore non è brama di essere corrisposti ma gioa
    nel semplice lodare la perfezione di lei
  • Dio stesso ha mandato Beatrice da cielo in terra
    a miracol mostrare quindi a differenza di
    Guinizzelli Dante non deve giustificarsi per le
    lodi che le tributa

20
Dante ? Cavalcanti
  • Lamore regna guidato da ragione che giustamente
    impone di amare una donna perfetta
    intermediatrice con Dio
  • Lamore è passione sconvolgente che coinvolge
    anima sensitiva e intellettiva e non è razionale

Il progressivo distacco di Dante da lo primo del
li suoi amici è sancito nel Canto X
dellInferno, dove Dante incontra Cavalcante
Cavalcanti fra gli eretici negatori
dellimmortalità dellanima, e getta unombra di
ateismo anche sul figlio
21
Vita nuova giovinezza rinnovata dallamore per
BEATRICE
  • DANTE incontra Beatrice a nove anni, e la rivede
    nove anni dopo lei lo saluta
  • Per nascondere il suo amore ricorre per due volte
    allespediente della donna-schermo ha fama così
    di amante volubile e Beatrice gli nega il saluto
  • Dante decide di amarla solo attraverso la loda
  • Presagi che alludono alla morte di Beatrice, che
    poi avviene
  • Dante chiude lopera dicendo che non parlerà più
    di lei fino a quando non potrà dirne quello che
    mai non fue detto di alcuna

22
Vita nuova
Cap 1.2. Sul libro a pag 355-58
Pitagora
  • Primo incontro a Nove anni (la rivede dopo altri
    Nove)
  • RITRATTO di Beatrice
  • Abbigliamento
  • angelicazione

Cabala
Isidoro di Siviglia Etymologiae Liber Numerorum
Nomen omen Nomina sunt consequentia
rerum Interpretatio nominis
Sanguigno colore, umile onesto nobilissimo,
convenienza (dignitas)
Angiola giovanissima, filia Dei (Omero, Iliade
XXIV)
23
Capitolo III
  • 2 incontro con Beatrice, 1283
  • Saluto della donna
  • Isolamento del poeta nella propria camera
  • Sogno-profezia
  • Sonetto-epistola in versi

Salutosalute gt salussalvezza Beatrice speculum
Christi Agensgt il poeta è solo oggetto dellla sua
azione
Amore nutre la donna col cuore del poeta poi se
ne va con lei verso il cielo
Ne la prima delle ultime nove ore de la notte
A ciascun'alma presa, e gentil core,nel cui
cospetto ven lo dir presente,in ciò che mi
rescrivan suo parventesalute in lor segnor, cioè
Amore.Già eran quasi che atterzate l'oredel
tempo che onne stella n'è lucente,quando
m'apparve Amor subitamentecui essenza membrar mi
dà orrore.Allegro mi sembrava Amor tenendomeo
core in mano, e ne le braccia aveamadonna
involta in un drappo dormendo.Poi la svegliava,
e d'esto core ardendolei paventosa umilmente
pasceaappresso gir lo ne vedea piangendo.
salutatio
24
Capitolo XVIII
XVIII. Con ciò sia cosa che per la vista mia
molte persone avessero compreso lo secreto del
mio cuore, certe donne, le quali adunate s'erano,
dilettandosi l'una ne la compagnia de l'altra,
sapeano bene lo mio cuore, però che ciascuna di
loro era stata a molte mie sconfitte ed io
passando appresso di loro, sì come da la fortuna
menato, fui chiamato da una di queste gentili
donne. una, volgendo li suoi occhi verso me e
chiamandomi per nome, disse queste parole A che
fine ami tu questa tua donna, poi che tu non puoi
sostenere la sua presenza? Dilloci, ché certo lo
fine di cotale amore conviene che sia novissimo.
Allora dissi queste parole loro Madonne, lo
fine del mio amore fue già lo saluto di questa
donna, forse di cui voi intendete, ed in quello
dimorava la beatitudine, ché era fine di tutti li
miei desiderii. Ma poi che le piacque di negarlo
a me, lo mio segnore Amore, la sua merzede, ha
posto tutta la mia beatitudine in quello che non
mi puote venire meno. questa donna che m'avea
prima parlato, queste parole Noi ti preghiamo
che tu ne dichi ove sia questa tua beatitudine.
E però propuosi di prendere per matera de lo
mio parlare sempre mai quello che fosse loda di
questa gentilissima e pensando molto a ciò,
pareami avere impresa troppo alta matera quanto a
me, sì che non ardia di cominciare e così
dimorai alquanti dì con disiderio di dire e con
paura di cominciare
  • Materia del comporre sempre mai quello che
    fosse loda di questa gentilissima (cap XVIII)

premessa
25
Cap XIX
Donne chavete lo stilo de la loda
proemio
Donne ch'avete intelletto d'amore
  • Donne ch'avete intelletto d'amore,i' vo' con voi
    de la mia donna dire,non perch'io creda sua
    laude finire,ma ragionar per isfogar la
    mente.Io dico che pensando il suo valore,Amor
    sì dolce mi si fa sentire,che s'io allora non
    perdessi ardire,farei parlando innamorar la
    genteE io non vo' parlar sì altamente,ch'io
    divenisse per temenza vilema tratterò del suo
    stato gentilea respetto di lei
    leggeramente,donne e donzelle amorose, con
    vui,ché non è cosa da parlarne altrui

Guinizz.Io voglio del ver
pubblico
26
Cap XIX
Donne chavete lo stilo de la loda
2lodi
Qualità prodigiose di Beatrice
  • Angelo clama in divino intellettoe dice Sire,
    nel mondo si vedemaraviglia ne l'atto che
    proceded'un'anima che 'nfin quassù
    risplende.Lo cielo, che non have altro
    difettoche d'aver lei, al suo segnor la
    chiede,e ciascun santo ne grida merzede.Sola
    Pietà nostra parte difende,ché parla Dio, che di
    madonna intendeDiletti miei, or sofferite in
    paceche vostra spene sia quanto me piacelà ov'
    è alcun che perder lei s'attende,e che dirà ne
    lo inferno O malnati,io vidi la speranza de'
    beati.

27
Cap XIX
Donne chavete lo stilo de la loda
3 loda
  • Madonna è disiata in sommo cieloor vòi di sua
    virtù farvi savere.Dico, qual vuol gentil donna
    parerevada con lei, chè quando va per via,gitta
    nei cor villani Amore un gelo,per che onne lor
    pensero agghiaccia e pèree qual soffrisse di
    starla a vederediverria nobil cosa, o si
    morriaE quando trova alcun che degno siadi
    veder lei, quei prova sua vertute,ché li avvien
    ciò che li dona salute,e sì l'umilia ch'ogni
    offesa oblia.Ancor l'ha Dio per maggior grazia
    datoche non pò mal finir chi l'ha parlato.

Fa risaltare la gentilezza delle altre
Paralizza i pensieri dei cuori villani
Nobilita o uccide
Guinizz e no.lle po appressar om che sia vile
Guinizz.Chel fa de nostra fe se non la
crede Nullom po mal pensar fin che la vede
28
Cap XIX
Donne chavete lo stilo de la loda
4 loda
descrizione
  • Dice di lei Amor Cosa mortalecome esser pò sì
    adorna e sì pura?Poi la reguarda, e fra se
    stesso giurache Dio ne 'ntenda di far cosa
    nova.Color di perle ha quasi in forma,
    qualeconvene a donna aver, non for misuraella
    è quanto de ben pò far naturaper esemplo di lei
    bieltà si prova.De li occhi suoi, come ch'ella
    li mova,escono spirti d'amore inflammati,che
    fèron li occhi a qual che allor la guati,e
    passan sì che 'l cor ciascun retrovavoi le
    vedete Amor pinto nel viso,là 've non pote alcun
    mirarla fiso.

Cavalcanti
A simil di natura ben non tarda
29
Cap XIX
Donne chavete lo stilo de la loda
5 congedo
  • Canzone, io so che tu girai parlandoa donne
    assai, quand'io t'avrò avanzata.Or t'ammonisco,
    perch'io t'ho allevataper figliuola d'Amor
    giovane e piana,che là ove giugni tu dichi
    pregandoInsegnàtemi gir, ch'io son mandataa
    quella di cui laude so' adornata.E se non vuoli
    andar sì come vana,non restare ove sia gente
    villanaingègnati, se puoi, d'esser palesesolo
    con donne o con omo cortese,che ti merranno là
    per via tostana.Tu troverai Amor con esso
    leiraccomàndami a lui come tu dei.

30
Cap XXVI
  • Tanto gentile e tanto onesta parela donna mia,
    quand'ella altrui saluta,ch'ogne lingua deven
    tremando muta,e li occhi no l'ardiscon di
    guardare.Ella si va, sentendosi
    laudare,benignamente d'umiltà vestutae par che
    sia una cosa venutada cielo in terra a miracol
    mostrare.Mòstrasi sì piacente a chi la mira,che
    dà per li occhi una dolcezza al core,che
    'ntender no la può chi non la provae par che de
    la sua labbia si movaun spirito soave pien
    d'amore,che va dicendo a l'anima Sospira!

Amore e 'l cor gentil sono una cosa,sì come il
saggio in suo dittare pone,e così esser l'un
sanza l'altro osacom'alma razional sanza ragione
Negli occhi porta la mia donna Amore,per che si
fa gentil ciò ch'ella miraov'ella passa, ogn'om
vèr lei si gira,e cui saluta fa tremar lo core
31
Le Rime
  • Dante Alighieri

32
esordi
  • Rime di corrispondenza con amici in particolare
    con Guido Cavalcanti, con Dante da Maiano, con
    Cino da Pistoia
  • Sonetto Guido ivorrei

33
La tenzone con Forese Donati
  • Tre coppie di sonetti (tre di Dante e tre di
    Forese) nei quali i due si scambiano insulti
    (topici)
  • Anteriore al 1296 anno della morte di Forese
    (fratello di Corso). Dante poi immagina di
    incontrare Forese nel Purgatorio, fra i golosi
    (un vizio che gli aveva rimproverato nella
    tenzone) e di ritrattare le accuse (palinodia)
  • Utilizza il registro comico e della invettiva che
    si sviluppo soprattutto nella poesia senese il
    cui più importante esponente è Cecco Angiolieri)
  • Plurilinguismo Dante sperimenta diversi registri
    linguistici che utilizzera nella Commedia

34
Chi udisse tossir la malfatata
  • DANTE A FORESE
  • 1 Chi udisse tossir la malfatata
  • 2 moglie di Bicci vocato Forese,
  • 3 potrebbe dir ch'ell'ha forse vernata
  • 4 ove si fa 'l cristallo, in quel paese.
  • 5 Di mezzo agosto la truovi
    infreddata
  • 6 or sappi che de' far d'ogni altro
    mese...
  • 7 e non le val perché dorma calzata,
  • 8 merzé del copertoio c'ha cortonese.
  • 9 La tosse, 'l freddo e l'altra
    mala voglia
  • 10 no l'addovien per omor' ch'abbia
    vecchi,
  • 11 ma per difetto ch'ella sente al nido.
  • 12 Piange la madre, c'ha più d'una
    doglia,
  • 13 dicendo Lassa, che per fichi secchi
  • 14 messa l'avre' 'n casa del conte Guido.

35
Ben ti faranno il nodo Salamone
  • DANTE A FORESE
  • 1 Ben ti faranno il nodo Salamone,
  • 2 Bicci novello, e' petti de le starne,
  • 3 ma peggio fia la lonza del castrone,
  • 4 ché 'l cuoio farà vendetta de la
    carne
  • 5 tal che starai più presso a San
    Simone,
  • 6 se tu non ti procacci de l'andarne
  • 7 e 'ntendi che 'l fuggire el mal
    boccone
  • 8 sarebbe oramai tardi a ricomprarne.
  • 9 Ma ben m'è detto che tu sai
    un'arte
  • 10 che, s'egli è vero, tu ti puoi rifare,
  • 11 però ch'ell'è di molto gran guadagno
  • 12 e fa sì, a tempo, che tema di
    carte
  • 13 non hai, che ti bisogni scioperare
  • 14 ma ben ne colse male a' fi' di Stagno.

36
Bicci novel, figliuol di non so cui
  • DANTE A FORESE
  • 1 Bicci novel, figliuol di non so
    cui
  • 2 (s'i' non ne domandasse monna Tessa),
  • 3 giù per la gola tanta roba hai messa
  • 4 ch'a forza ti convien tòrre l'altrui.
  • 5 E già la gente si guarda da lui,
  • 6 chi ha borsa a lato, là dov'e'
    s'appressa
  • 7 dicendo Questi c'ha la faccia fessa,
  • 8 è piuvico ladron negli atti sui.
  • 9 E tal giace per lui nel letto
    tristo,
  • 10 per tema non sia preso a lo 'mbolare,
  • 11 che gli appartien quanto Giosepp'a
    Cristo.
  • 12 Di Bicci e de' fratei posso
    contare
  • 13 che, per lo sangue lor, del
    malacquisto
  • 14 sanno a lor donne buon' cognati stare.

37
Le rime petrose
  • Un gruppo di canzoni tra cui 2 sestine
  • (forma praticata da Arnaut Daniel, lo miglior
    fabbro del parlar materno secondo Dante e
    lunico che nella Commedia si esprime nella sua
    lingua, il provenzale)
  • Sono dedicate a una donna che ha il nome-senhal
    di Petra (per indicare la sua durezza, e il fatto
    che non corrisponde allamore di Dante)
  • In esse D. sperimenta lo stile aspro con suoni
    duri,termini violenti o anche volgari, metafore
    tratte da campi semantici come la guerra, il
    cibo, i mestieri

38
Così nel mio parlar vogli esser aspro
  • Il pensiero d'Amore è così forte da rendere
    sempre meno efficace la difesa dei sensi, per cui
    il poeta teme di tradirsi e rivelare il suo
    sentimento
  • il poeta ormai è atterrato da Amore e corre verso
    la morte, che non sarebbe atroce perché
    renderebbe vano il colpo doloroso inferto da
    Amore.
  • La donna dal cuore di pietra sa resistere agli
    assalti di Amore e della passione amorosa, ed
    anzi dà la caccia al poeta
  • Amore divora l'innamorato e lo minaccia di morte
    con la spada, come è successo a Didone
  • il poeta sogna violenta vendetta sulla donna e
    vorrebbe diviso a metà il duro cuore di lei.

XLVI"Canzone di sei stanze e congedo. Il poeta
"armato" di poetica asprezza contro la
donna-pietra aspra e crudele e contro Amore
guerriero e feditore ma è contesa impari, la
morte è prossima, la vendetta un'illusoria
speranza" (Davico Bonino).
39
Così nel mio parlar voglio esser aspro1a stanza
  • Così nel mio parlar voglio esser asproCom'è ne
    li atti questa bella petra,La quale ognora
    impetraMaggior durezza e più natura cruda,E
    veste sua persona d'un diasproTal che per lui, o
    perch'ella s'arretra,Non esce di faretraSaetta
    che già mai la colga ignudaEd ella ancide, e
    non val ch'om si chiudaNé si dilunghi da' colpi
    mortali,Che, com'avesser ali,Giungono altrui e
    spezzan ciascun'armeSì ch'io non so da lei né
    posso atarme.

40
2a stanza
  • Non trovo scudo ch'ella non mi spezziNé loco che
    dal suo viso m'ascondaChé, come fior di
    fronda,Così de la mia mente tien la
    cima.Cotanto del mio mal par che si
    prezziQuanto legno di mar che non lieva ondaE
    'l peso che m'affondaè tal che non potrebbe
    adequar rima.Ahi angosciosa e dispietata
    limaChe sordamente la mia vita scemi,Perché non
    ti ritemiSì di rodermi il core a scorza a
    scorzaCom'io di dire altrui chi ti dà forza?

41
3a stanza
  •   Che più mi triema il cor qualora io pensoDi
    lei in parte ov'altri li occhi induca,Per tema
    non tralucaLo mio penser di fuor sì che si
    scopra,Ch'io non fo de la morte, che ogni
    sensoCo li denti d'Amor già mi manducaCiò è
    che 'l pensier brucaLa lor vertù sì che
    n'allenta l'opra.E' m'ha percosso in terra, e
    stammi sopraCon quella spada ond'elli ancise
    Dido,Amore, a cui io gridoMerzé chiamando, e
    umilmente il priegoEd el d'ogni merzé par messo
    al niego.

42
4a stanza
  • Egli alza ad ora ad or la mano, e sfidaLa debole
    mia vita, esto perverso,Che disteso a riversoMi
    tiene in terra d'ogni guizzo stancoAllor mi
    surgon ne la mente stridaE 'l sangue, ch'è per
    le vene disperso,Fuggendo corre versoLo cor,
    che 'l chiama ond'io rimango bianco.Elli mi
    fiede sotto il braccio mancoSì forte che 'l
    dolor nel cor rimbalzaAllor dico "S'elli
    alzaUn'altra volta, Morte m'avrà chiusoPrima
    che 'l colpo sia disceso giuso".

43
5a stanza
  •      Così vedess'io lui fender per mezzoLo core
    a la crudele che 'l mio squatraPoi non mi
    sarebb'atraLa morte, ov'io per sua bellezza
    corroChé tanto dà nel sol quanto nel
    rezzoQuesta scherana micidiale e latra.Omè,
    perché non latraPer me, com'io per lei, nel
    caldo borro?Ché tosto griderei "Io vi
    soccorro"E fare'l volentier, sì come quelliChe
    nei biondi capelliCh'Amor per consumarmi
    increspa e doraMetterei mano, e piacere'le
    allora.

44
6a stanza
  • S'io avessi le belle trecce prese,Che fatte son
    per me scudiscio e ferza,Pigliandole anzi
    terza,Con esse passerei vespero e squilleE non
    sarei pietoso né cortese,Anzi farei com'orso
    quando scherzaE se Amor me ne sferza,Io mi
    vendicherei di più di mille.Ancor ne li occhi,
    ond'escon le favilleChe m'infiammano il cor,
    ch'io porto anciso,Guarderei presso e fiso,Per
    vendicar lo fuggir che mi faceE poi le renderei
    con amor pace.

45
- congedo
  •          Canzon, vattene dritto a quella
    donnaChe m'ha ferito il core e che
    m'involaQuello ond'io ho più gola,E dàlle per
    lo cor d'una saetta,Ché bell'onor s'acquista in
    far vendetta.

46
Il FIORE
  • Attribuito a Dante, è la traduzione rimaneggiata
    di un poemetto allegorico (il ROMAN DE LA ROSE)
    in cui si rappresenta il processo dellamor
    cortese fino alla conquista vera e propria della
    donna, che si concede
  • 232 sonetti tutti con lo stesso schema

47
La sestina - limitatio arnautiana
  •   
  • Io lho veduta già vestita a verde, sì fatta
    chella avrebbe messo in petra lamor chio
    porto pur a la sua ombra ondio lho chesta in
    un bel prato derba innamorata comanco fu
    donna, e chiuso intorno daltissimi colli.
  • Ma ben ritorneranno i fiumi a colli, prima che
    questo legno molle e verde sinfiammi, come suol
    far bella donna, di me che mi torrei dormire in
    petra tutto il mio tempo e gir pascendo lerba,
    sol per veder do suoi panni fanno ombra.
  • Quantunque i colli fanno più nera ombra, sotto
    un bel verde la giovane donna la fa sparer,
    comuom petra sotterba
  • Al poco giorno e al gran cerchio dombra  son
    giunto, lasso, ed al bianchir de colli, quando
    si perde lo color ne lerba e l mio disio però
    non cangia il verde, sì è barbato ne la dura
    petra che parla e sente come fosse donna.
  • Similemente questa nova donna si sta gelata
    come neve a lombra ché non la move, se non
    come petra, il dolce tempo che riscalda i colli
    e che li fa tornar di bianco in verde perché li
    copre di fioretti e derba.
  • Quandella ha in testa una ghirlanda derba,
    trae de la mente nostra ognaltra donna perché
    si mischia il crespo giallo e l verde si bel,
    chAmor lì viene a stare a lombra, che mha
    serrato intra piccioli colli più forte assai che
    la calcina petra.
  • La sua bellezza ha più vertù che petra,e l
    colpo suo non può sanar per erba.chio son
    fuggito per piani e per colli, per potere
    scampar da cotal donna e dal suo lume non mi
    può far ombra poggio né muro mai né fronda
    verde..

48
Il Convivioil De vulgari eloquentiail Monarchia
  • Dante Alighieri

49
Dopo la morte di Beatrice
  • Dante si dedica agli studi filosofici (De
    consolatione philosophiae di Boezio)
  • Compone canzoni allegorico-dottrinali per la
    donna gentile (allegoria della filosofia)
  • Alcune di queste canzoni furono successivamente
    commentate da Dante stesso nel Convivio

Autoesegesi, come in Vita Nuova
50
Convivio
Divulgare il sapere per le nuove classi sociali
(BORGHESI)
  • 1304\06 primi anni di esilio
  • enciclopedia?il banchetto del sapere
  • Commento a canzoni dottrinali che trattavano
    grandi questioni filosofiche ma è interrotto al
    4 libro poiché Dante si dedica alla Commedia
  • tutti gli uomini hanno fame del sapere come del
    cibo Dante, che ha partecipato al banchetto di
    grandi sapienti, può offrire a coloro che non
    hanno il tempo o gli strumenti per costruire la
    propria educazione, almeno le briciole della
    sapienza filosofica

LEGGI il testo di pag. 386\889 e quello di
pag.397\400
51
De vulgari eloquentia
  • 1304\07
  • Incompiuto
  • Circolò pochissimo, si diffuse solo nel
    Cinquecento e ne abbiamo 3 soli esemplari
  • per approfondire le teorie linguistiche accennate
    nel trattato

In latino perché si rivolge ai literati
4 libri ma ne scrisse solo 1 e mezzo
  • I libro teoria del linguaggio
  • Lingua volgare naturale (materna), segue luso, è
    variabile
  • Gramatica il latino (lingua convenzionale e
    immutabile inventata per ovviare alle
    difficoltà di comprensione causate dalle lingua
    naturali
  • Dopo la distruzione della Torre di Babele gli
    uomini, che prima parlavano tutti lebraico,
    svilupparono diverse lingue

52
I volgari italiani
Teoria degli stili e congruenza materia-stile
  • Li analizza per individuare il volgare adatto
    alla lirica di argomento elevato (VOLGARE
    ILLUSTRE)

Non la lingua italiana da parlare ma il
linguaggio della poesia
Punto di riferimento di tutte le lingue municipali
Cardinale Aulico Curiale
Sarebbe proprio della reggia, se ci fosse
Poiché in Italia non vi è una corte nazionale, il
linguaggio della corte e quello usato da tutti i
grandi poeti (corte di intellettuali)
53
Monarchia
Dedicato alla riflessione sulla politica e sul
potere
Tema la necessità dellimpero universale a
garanzia della pace e della giustizia il
rapporto tra i poteri universali (papato e impero)
  • Composto forse nel 1313
  • In latino
  • 3 libri

Ogni ente creato ha un suo fine ultimo dipendente
dalla sua natura (teleologismo- Aristotele)
Natura umana duplice (anima, immateriale\immortal
e corpo materiale\mortale)
Fine dellanima la salvezza eterna Ad essa ci
guida la Chiesa e il papa
fine del corpo la vita ordinata e pacifica in
società, secondo giustizia ad essa ci guida
limperatore
54
La teoria dei due soli
  • Tra la fine del Duecento e linizio del Trecento
    si riaccende il conflitto tra i poteri
    universali, papato e impero (entrambi in declino
    poiché stanno emergendo le monarchie nazionali)
  • Teoria teocratica
  • il potere supremo è del Papa (Sole) diretto
    emissario di Cristo sulla terra
  • Limperatore deriva il suo potere dal papa che
    glielo concede (come la luna, è illuminato di
    luce riflessa)
  • Teoria di Dante
  • Impero e papato sono entrambi soli, e il loro
    potere deriva direttamente da Dio che li ha
    preposti ciascuno al raggiungimento di uno dei
    fini propri delluomo

55
Dimostrazione della indipendenza del potere
dellimpero da quello del Papa
410 sacco di Roma (ALARICO) De civitate Dei
limpero terreno dei Romani non è una
istituzione essenziale per luomo
Agostino
Dio stesso ha promosso provvidenzialisticamente
la nascita dellImpero Romano Limpero preesiste
alla Chiesa Cristo è nato durante il periodo di
massima fioritura dellImpero, sotto
Augusto Cristo ha voluto che la sua condanna
fosse sancita da un tribunale dellimpero
(Pilato) legittimandolo
  • Dante ?

Cristo Date a Cesare quel che è di Cesare
Vedi Paradiso, canto 6
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