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UNIVERSITA DI PISA SCUOLA DI TERAPISTA OCCUPAZIONALE METODOLOGIA DELLA RIABILITAZIONE DOPO EVENTI CHIRURGICI Lavoro di ricerca: Riabilitazione protesi anca ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Presentazione di PowerPoint


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  • UNIVERSITA DI PISA
  • SCUOLA DI TERAPISTA OCCUPAZIONALE
  • METODOLOGIA DELLA RIABILITAZIONE
  • DOPO EVENTI CHIRURGICI
  • Lavoro di ricerca
  • Riabilitazione protesi anca/ginocchio e recupero
    A.D.L.
  • Riabilitazione a domicilio e recupero A.D.L.
  • Tutori ed ausili per arto inferiore dopo
    trattamento chirurgico (post-traumatico) di anca,
    ginocchio e piede

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CONSIGLIARE GLI AUSILICONSIGLIARE GLI AUSILI
  • L'adozione di un ausilio, è un anello molto
    importante nella catena di interventi che
    compongono il nostro progetto di riabilitazione e
    integrazione sociale

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CONSIGLIARE GLI AUSILICONSIGLIARE GLI AUSILI
  • La scelta dell'ausilio, è spesso un momento di
    sintesi che implica
  • Riconoscimento ed esteriorizzazione del proprio
    limite (accettazione della disabilità)
  • Impegno circa la volontà di una nuova autonomia
  • Interazione con le strategie di rieducazione
    funzionale

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CONSIGLIARE GLI AUSILICONSIGLIARE GLI AUSILI
  • Ripercussioni sull'attività lavorativa e
    scolastica (volontà di esercitare una presenza
    attiva nella società)
  • Ridimensionamento dell'assistenza personale
  • Richiede in sostanza disponibilità a modificare
    sé stessi e la propria relazione con
    l'ambiente.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIDEFINIZIONE
  • I termini presidi e ausili, sono entrambi
    racchiusi nell'unico termine di "assistive
    device" che comprende una varietà disomogenea di
    prodotti e di tecnologie, che va da semplici
    accorgimenti per l'autonomia quotidiana
    (impugnature facilitate), a sofisticate
    apparecchiature elettromeccaniche, domotiche,
    informatiche.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIDEFINIZIONE
  • E' opportuno distinguere tre tipi di
    prodotti1). Protesi
  • sono apparecchiature applicate al corpo umano,
    che sostituiscono totalmente o parzialmente parti
    del corpo mancanti, recuperando le funzionalità
    che esse normalmente avrebbero. Richiede una
    specifica valutazione medica.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIDEFINIZIONE
  • 2). Ortesi/tutori Le ortesi aumentano,
    migliorano e controllano le funzionalità di parti
    del corpo presenti ma compromesse, recuperandole
    alla normale funzionalità.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIDEFINIZIONE
  • 3). Ausili
  • La radice latina "auxilium", identifica l'aiuto
    in un'accezione piuttosto ampia, e richiede a
    differenza delle protesi o ortesi, una
    valutazione tecnico-ambientale, familiare e
    sociale. Gli ausili possono essere utensili
    semplicissimi o strumenti di elevato livello
    tecnologico che servono per aumentare l'autonomia
    del disabile nella vita familiare, sociale e
    lavorativa. L'ausilio è gestito completamente
    dalla persona disabile al di fuori dell'ambiente
    clinico e riabilitativo.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIMODALITÀ DELLA PROPOSTA
DELLAUSILIO
  • L'iter per la scelta dell'ausilio è suddiviso
    nelle seguenti fasi
  • 1). Analisi preliminare identificazione dei
    bisogni del paziente, sue motivazioni e possibile
    necessità di coinvolgere i familiari. Questa fase
    comprende la valutazione del problema, della
    motivazione, dell'accettazione dell'ausilio.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIMODALITÀ DELLA PROPOSTA
DELLAUSILIO
  • 2) Valutazione delle capacità residue attuali,
    che comprende- Analisi delle attività motorie
    valutazione di quelle attività che potrebbero
    beneficiare dell'introduzione di un ausilio
    (difficoltà desecuzione per eccesso di fatica o
    per lentezza).

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CONSIGLIARE GLI AUSILIMODALITÀ DELLA PROPOSTA
DELLAUSILIO
  • Analisi funzionale
  • individuazione delle funzionalità residue da
    poter valorizzare con l'introduzione dell'ausilio
    o da sostituire.
  • Prognosi funzionale
  • considerazione delle possibili esigenze future
    del paziente, correlate all'evolvere della
    malattia. Questo implica che l'ausilio prescritto
    potrà essere adattato alle nuove esigenze
    previste per quel paziente.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIMODALITÀ DELLA PROPOSTA
DELLAUSILIO
  • Valutazione dell'ambiente dove l'ausilio sarà
    utilizzato
  • l'operatore, insieme al paziente, compila una
    lista delle limitazioni imposte dall'ambiente
    domicilare e lavorativo. Per entrambi, si
    valutano le dimensioni degli spazi, la
    disposizione dell'arredo, i dispositivi di
    sicurezza, l'accessibilità all'ambiente (scale,
    ascensori) e al bagno in particolare.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIMODALITÀ DELLA PROPOSTA
DELLAUSILIO
  • 4) Individuazione degli ausili con il malato
    valutazione dell'offerta nel settore commerciale
    e degli ausili presenti sul mercato per il
    specifico caso.
  • 5) Scelta e personalizzazione la scelta
    costituisce il passo successivo dopo la proposta
    fatta al paziente sull'offerta disponibile,
    tenendo conto delle sue esigenze.

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CONSIGLIARE GLI AUSILIMODALITÀ DELLA PROPOSTA
DELLAUSILIO
  • 6) Addestramento all'uso loperatore, coinvolge
    il paziente in un training all'utilizzo
    dell'ausilio in piena sicurezza, per evitare che
    esso sia abbandonato per incapacità a sfruttarlo
    nel miglior modo.
  • 7) Verifica continua questa fase, ultima ma non
    meno importante, va affrontata insieme al
    paziente che collabora con gli operatori sanitari
    per esplorare nuove acquisizioni dautonomia e
    proporre quindi ulteriori modifiche e
    soluzioni.

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Introduzione
  • La paraplegia (completa o incompleta) è il
    risultato della lesione del midollo spinale a
    livello del tratto toracico, lombare o sacrale,
    comprendendo quindi le lesioni del cono midollare
    e della cauda equina, mentre non include le
    lesioni del plesso sacrale.

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Introduzione
  • Il quadro clinico è complesso per la presenza di
    deficit motori e sensitivi, accompagnati spesso
    dal coinvolgimento della funzione intestinale,
    vescicale o sessuale.
  • Per la complessità del quadro clinico sono molti
    i fattori che determinano il raggiungimento di un
    certo grado di indipendenza, in particolare la
    costituzione corporea, letà, la spasticità e la
    motivazione.

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Mezzi per raggiungere e mantenere la posizione
eretta
  • Ortesi
  • Reciprocal Gait Orthesis (R.G.O.)
  • Hip Guidance Orthosis (o Parawalker)
  • Advanced Reciprocating Gait Orthosis
  • Carrozzine modificate
  • Sistemi di appoggio per la stazione eretta passiva

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Case Report
  • Paziente maschio,nato nel 1973
  • Lavoratore (fornaio) al momento del trauma.
  • Nulla di significativo da segnalare (tranne una
    calcolosi renale e vescicale) allanamnesi
    patologica remota.

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Case Report anamnesi patologica
  • Il 2 giugno 2002 incidente della strada mentre
    era alla guida della motocicletta, nel quale ha
    riportato
  • frattura somatica e apofisaria di D9
  • frattura di D10 da scoppio
  • sublussazione anteriore di D10
  • frattura somatica di D11
  • frattura dei processi spinosi da D7?D11
  • frattura glenoide scapolare sinistra composta
  • contusione toracica con versamento pleurico dx
  • frattura scomposta diafisi omerale sinistra
  • lesione del plesso brachiale a sinistra
  • lesione traumatica del ventre muscolare del
    m.bicipite brachiale sinistro

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Case Report
  • 29-03-2004 Valutazione clinico-riabilitatica
  • Paziente vigile, orientato, collaborante.
    Autonomo nelle ADL, passaggi posturali e
    trasferimenti. Proponibile la stazione eretta tra
    le parallele.
  • AASS deficit della chiusura a pugno della mano
    dx, deficit sensitivo zona ulnare avambraccio dx
    e faccia volare III-IV-V dito . AAII a sinistra
    presenti se pur deficitari i movimenti attivi. A
    destra accenno di flesso-estensione del piede.

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Case Report
  • Obbiettivi riabilitativi del ricovero
  • Ottimizzare le c.m.r e prevenire i danni secondari
  • Valutazione tutore
  • Training deambulatorio con tutore

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Case report La nostra sfida
  • La peculiarità dellausilio da noi utilizzato è
    la capacità di adattarsi ad una persona
    costituzionalmente robusta e di elevata statura
  • con una parziale flesso-estensione a livello
    dellanca
  • una motilità del tronco pressoché conservata.

Per tale situazione è stata creata su misura
una HKAFO a presa sul torace e bilaterale.
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HKAFO caratteristiche
  • LHKAFO è un tutore simile alla KAFO a cui è
    stata aggiunta una articolazione per lanca ed
    una banda pelvica
  • Larticolazione allanca blocca i movimenti in
    abduzione, adduzione e rotazione.

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Fattori determinanti lutilizzo
  • Fattori prognostici positivi buon controllo del
    tronco, buon livello di forza agli arti superiori
    e la flessione attiva delle anche
  • Fattori prognostici negativi scarsa motivazione,
    lo scarso controllo del tronco, scoliosi e
    obesità.
  • Problemi psicologici in alcuni studi il tasso di
    rifiuto nei riguardi dellortesi è pari al 75.

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Peculiarità di gestione del tutore
  • i tempi e lassistenza necessarie nellindossare
    il tutore
  • la paura di perdere quello status di indipendenza
    raggiunto con la carrozzina.

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Peculiarità di gestione del tutore
  • linsicurezza e la difficoltà nellusarlo al di
    fuori dellabitazione

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Peculiarità di gestione del tutore
  • la spesa energetica per il cammino con questo
    tutore (molto più elevata che per il cammino
    normale)

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Risultati
  • Il paziente attualmente mostra un miglioramento
    del quadro senso-motorio, riuscendo a raggiungere
    e mantenere per brevi periodi lortostatismo tra
    le parallele con un aiuto moderato. La
    deambulazione è possibile con un tutore
    toraco-anca-ginocchio-piede con appoggio
    ischiatico e con un deambulatore con ruote
    anteriori e puntali posteriori, con supervisione.
  • Il paziente, inoltre, è completamente autonomo
    nelle ADL.
  • Coerentemente con gli obiettivi prefissati e
    lindividuazione dei tutori siamo riusciti a
    finalizzare e ottimizzare la funzionalità residua
    e prevenire i danni secondari.

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Ed il paziente cosa pensa?
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Presente
e Futuro?
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