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Presentazione di PowerPoint

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Una storia infinita Liberamente tratto da un libro di Celli Liberamente tratto da un libro di Celli Vedi: Enrico Bellone I corpi e le cose ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Presentazione di PowerPoint


1
Una storia infinita
2
Campo coltivato e dintorni
La storia ha per protagonista un coleottero di
medie dimensioni con le elitre adorne di dieci
belle strisce longitudinale, che gli avevano
guadagnato presso gli entomologi un grazioso nome
specifico Doriphora decemlineata.
Questo insetto ben integrato nel suo ambiente di
origine, soggetto a numerose interazioni
stabilizzanti con gli altri organismi compresenti
viveva in parziale incognita nelle montagne del
Colorado. Nessuno avrebbe potuto indovinare che
questo innocuo essere era destinato a diventare
un grande protagonista della storia, un vero
flagello.
3
Nel Colorado vivevano anche i cercatori doro,
rudi avventurieri spesso di origine irlandese o
tedesca, amanti delle patate. Un giorno, al
contrario di Adamo che ne fu scacciato, la
doriphora entrò nelleden, nel chiuso recinto di
un campicello di patate. Fu un vero colpo di
fulmine.
Un matrimonio ecologico la doriphora decise che
la solanacea a misura duomo aveva foglie più
morbide, ricche e gradevoli di quelle spontanee,
suo cibo abituale, e che molte piante coltivate
insieme erano un cibo abbondante e a portata di
mano, non sparso in giro, misto ad altre specie
di sapore sgradevole. Si sviluppò così una
generazione di doriphore ben nutrite le
doriphore da solanacea coltivata.
4
Per procurarsi il suo alimento prediletto e ormai
pressoché indispensabile il pirata a dieci
strisce diventò un giramondo, un coleottero
hippy, ben deciso a prendere possesso di tutti i
campi di patate del mondo.
Di pianta in pianta, di orto in orto cominciò il
suo prodigioso viaggio che lo portò dal sud-est
degli stati uniti alle rive dellOceano
Atlantico. Clandestino in miniatura si imbarcò
tra le derrate, a bordo delle navi in partenza
per lEuropa e, Colombo alla rovescia, sbarcò nel
1921 in Francia presso la città di Bordeaux.
5
  • E regola generale che quando un organismo,
    animale o vegetale, si sposta dalla sua area di
    origine in una zona con clima favorevole, non
    trova nella nuova latitudine nemici naturali
    specifici che possano contrastare efficacemente
    la sua crescita, può così riprodursi in modo
    catastrofico.
  • La doriphora, 15 anni dopo il suo arrivo, aveva
    conquistato la Francia e gran parte della Spagna
    e alla fine degli anni 30 si presentava ai
    confini della Svizzera.

6
La seconda guerra mondiale
1942. Gli Americani perdono le Filippine, invase
dalle truppe del Sol levante, vengono così
privati dei loro più importanti centri di
produzione di piretro, un insetticida di origine
vegetale ottenuto dalle infiorescenze di alcune
specie di crisantemi.
Agricoltori (doriphore ecc.) ed eroi (pidocchi
ecc.) avevano un gran bisogno di insetticidi e
lindustria svizzera non chiedeva altro che di
poter aprire questo nuovo mercato.
1800. Un passo indietro. Un chimico di Strasburgo
(Zeidler) sintetizza una molecola il
diclorodifeniltricloroetano. Una felice
esercitazione di laboratorio.
1939. Il grande genetista P.Müller lavora a
Basilea alla ricerca di qualche composto
dotato di buone qualità insetticide. Si imbatte
nel composto sintetizzato da Zeidler che si
rivela un killer micidiale e versatile. Una mosca
muore dopo una breve agonia, sottoponendo una
branda da campo ad irrorazione la branda rimane
immune da parassiti per almeno 300 giorni.
La chimica del carbonio e il pianeta terra
DDT
7
N. L. Allinger M. P. Cava D. C. De jongh C. R.
Johson N. A. Lebel C. L. Stevens Chimica
organica Zanichelli 1985 1.3. La chimica del
carbonio e il pianeta Terra Sono stati necessari
circa 4,5 miliardi di anni di luce solare e i
composti del carbonio per generare tutta la vita
attualmente presente sulla terra. L 'uomo, ultimo
venuto, ha camminato su questo piccolo pianeta
solo per pochi milioni di anni e solo negli
ultimi cento anni ha imparato a trasformare i
composti del carbonio in medicinali, carburanti e
manufatti su larga scala. Fino a poco tempo fa
la nostra abilità nel produrre queste
trasformazioni industriali sulle molecole
organiche era ritenuta una virtù innegabile che
rendeva l'uomo e le sue macchine padroni
dell'ambiente naturale. Si producevano così
prodigiosi farmaci, fibre fantastiche, detergenti
miracolosi, supercarburanti. E avevamo aspirina,
pillole per il controllo delle nascite,
giocattoli di plastica, Pepsi Cola e cibo
sufficiente per la maggior parte della
popolazione, per la maggior parte del tempo. Ma
ora abbiamo l'aria sporca. I pesci vengono
intossicati dentro laghi e fiumi nei quali noi
non osiamo più nuotare. Le spiagge marine egli
stessi mari sono impestati di micidiali
combinazioni di petrolio greggio e di scarichi
industriali. L'U.S. Food and Drug Administration
riferisce che oltre 500 000 tipi di differenti
nuove molecole di sintesi portate dai grandi
fiumi finiscono ogni anno nei mari di tutto il
mondo. Il piombo contenuto come additivo nella
benzina viene ritrovato oggi mescolato alla neve
che cade nelle regioni polari. Il grasso -del
corpo delle foche polari e dei pinguini
dell'antartico è contaminato dal DDT. Il problema
del DDT richiede ulteriori commenti questo
prodotto chimico ha in- fluito da solo sulla
popolazione degli insetti nel mondo a un punto
tale che la terra ora pro- duce sufficiente cibo
per i bisogni dell'intera popolazione umana. Ne
stiamo però pagando 10 scotto, poiché il livello
di diffusione del DDT ha raggiunto ora dei limiti
pericolosi. Mentre al momento siamo stati
costretti a interromperne l'uso (il che comporta
la fame per una parte della popolazione mondiale)
è chiaro che occorrono soluzioni migliori a largo
raggio per il futuro. È ovvio che l'industria
chimica organica ha cambiato il nostro mondo sia
in meglio che in peggio. L 'inquinamento e la
sovrappopolazione sono problemi molto seri e
vanno affrontati molto seriamente. Questi
problemi sono sia scientifici che politici la
parte scientifica può essere risolta ma richiede
mezzi economici rilevanti la parte politica è
meno chiara. Infatti si fanno discussioni su come
impiegare le nostre risorse. Si fa cioè una
questione di priorità di scelte. poiché voi
iniziate 10 studio della chimica organica dovete
tenere bene presenti questi problemi. Molti di
voi probabilmente diventeranno biologi, fisici,
insegnanti o ricercatori di chimica. Sia in
queste che in analoghe posizioni voi potete
contribuire a risolvere alcuni dei problemi che
quelli che hanno lavorato prima di voi hanno
contribuito a creare. La qualità della vita, la
vita stessa dipende dal vostro modo di pensare
sul mondo. Chiunque ha qualche conoscenza di
chimica organica ha la possibilità e l'obbligo di
lavorare per questo scopo. E noi speriamo
vogliate farlo.
8
  Sienko-Plane, Chimica Principi e proprietà, II
edizione italiana p.661 Piccin Editore
Padova 26.12 Insetticidi _Vi sono tre classi
principali di insetticidi organici quelli
clorurati, quelli fosforati e i carbammati. Il
DDT costituisce l'esempio classico di quegli
insetticidicloro-organici che hanno causato tante
controversie a causa della loro persistenza
nell'ambiente. Il DDT venne sintetizzato per la
prima volta nel 1874 nel corso della tesi di
dottorato di Othmar Zeidler in Germania. Esso
venne riscoperto nel 1939 dall'entomologo
svizzero Paul Müller, che ricevette anche il
premio Nobel per averne svelato le potenti
proprietà insetticide. Nella II guerra mondiale
gli Alleati lo usarono largamente come agente
disinfestante al posto del piretro, molto scarso.
Dopo la guerra, il DDT conobbe successi
spettacolari nel controllo di malattie che
vengono trasmesse dagli insetti, come il tifo, la
malaria e la febbre gialla. Sorsero però due
problemi (1) certi insetti svilupparono immunità
al DDT mentre nel 1948 vi erano 12 specie
immuni, nel 1967 questo numero era già cresciuto
a 165. (2) A causa della sua lunghissima
persistenza (il periodo di semi-decomposizione
nell'ambiente va da 2 a 4 anni, in confronto al
periodo di semi-decomposizione nell'ambiente che
va da 1 a 10 settimane per i composti di
organofosforo ed è di 1 settimana per i
carbammati) il DDT ha tutte le possibilità di
distribuirsi nell'ambiente. Esso si accumula
nella catena alimentare e ha effetti
particolarmente deleteri sui pesci e sugli
uccelli da preda. È inquietante la constatazione
che residui sempre più grandi di DDT si
riscontrano oggi nell'ambiente. Non vi è alcuna
prova che esseri umani abbiano mai subito danni
attraverso l'uso normale del DDT nell'uomo le
concentrazioni di DDT sono in media di 11.0 ppm
negli Stati Uniti e vanno da 2.2 ppm in
Inghilterra a 31.0 ppm in India. La dose letale
(espressa come valori di LD50, dose che è letale
nel 50 dei casi in una popolazione sottoposta ad
esperimento) varia da 10 ppm per ingestione orale
(milligrammi per chilogrammo di peso corporeo)
per lo scarafaggio a 400 ppm per il
ratto. Sfortunatamente il meccanismo d'azione del
DDT è sconosciuto. Si ritiene che esso si
sciolga nella membrana lipidica che circonda le
fibre nervose interferendo con il trasferimento
ionico attraverso la membrana. In ogni caso il
meccanismo d'azione sembra essere molto diverso
da quello degli insetticidi a base di
organo-fosforo e di carbammati i quali, come la
maggior parte degli altri farmaci, interferiscono
con la trasmissione dei segnali alla fessura
sinaptica. Uno dei timori che si ha a proposito
dell'azione del DDT sull'uomo è che, siccome il
DDT si accumula nel tessuto lipidico, c'è il
rischio che esso possa venir rilasciato in modo
massiccio nei liquidi organici quando i grassi
depositati nei tessuti adiposi venissero
metabolizzati, ciò che avviene in condizioni di
digiuno prolungato. La tendenza del DDT a
concentrarsi nella catena alimentare è
impressionante. Ostriche che vivono in acqua
avente un livello di DDT di 0.001 p pm, per
esempio, hanno nel loro corpo un livello di DDT
di 700 ppm. Analogamente un'acqua marina
contenente 0.000001 ppm determina un livello di
0.0003 ppm nel plancton, 0.5 ppm nei pesci, fino
a 10 ppm negli uccelli da preda. Nel caso degli
uccelli è stato attribuito al DDT l'effetto di
produrre gusci d'uova molto sottili, forse a
causa della inibizione degli enzimi che
controllano il metabolismo di Ca2.  
9
A Napoli scoppia una epidemia di tifo, le truppe
alleate forniscono il DDT per due milioni di
persone a causa della distruzione dellinsetto
vettore lepidemia regredisce e scompare.
1943. Ogni soldato americano riceve in dotazione
un sacchetto di polvere insetticida. 1945. La
doriphora entra in Italia 1972. Si nota sulle
rive del Mar Nero
10
1948. A Müller viene conferito il premio Nobel
1947. Ad Anais, una città a Nord di Stoccolma, le
mosche sono diventate resistenti al veleno e
sopravvivono anche a dosi 100 volte superiori.
Lo stesso tipo di resistenza si comincia a notare
in altre parti del mondo. Gli insetti hanno
appreso dallesperienza e si sono dotati di
enzimi capaci di detossificare le molecole
sparate contro di loro.
1958. Gli uomini si rivelano meno bravi degli
insetti. I loro laboratori ben attrezzati non
riescono ad evitare che almeno 25 milioni di
loro, vivendo in zone paludose, siano di nuovo
esposti alla malaria.
11
   Paul Hermann Müller Biography Paul Hermann
Müller was born at Olten, Solothurn, Switzerland,
on January 12th, 1899, and his early childhood
was spent at Lenzburg, Aargau, the birthplace of
his father who was an employee of the Swiss
Federal Railway. The family moved to Basle where
Paul attended primary school and, later, Free
Evangelical elementary and secondary schools. He
commenced work in 1916 as a laboratory assistant
at Dreyfus and Company and the following year he
joined Lonza A.G. as an assistant chemist in the
Scientific-Industrial Laboratory of their
electrical plant, gaining a wealth of practical
knowledge which later stood him in good stead in
his career as an industrial chemist. He
matriculated in 1918 and returned to school to
obtain his diploma (1919) which entitled him to
attend Basle University he studied there under
Professors Fichter and Rupe for his Doctorate
which he received in 1925. He began his career
with J. R. Geigy A.G., Basle, in May, 1925, to
become Deputy Director of Scientific Research on
Substances for Plant Protection in 1946.
Müller's first researches concerned the
chemical and electrochemical oxidation of
m-xylidine, and his early work at J. R. Geigy
concerned vegetable dyes and natural tanning
agents. He devoted some of his spare time to
research on tanning agents and he invented
synthetic agents which tanned hides pure white -
they were, however, not fast to light. Later, in
1930, he developed the light-fast synthetic
tanning agents Irgatan FL and Irgatan FLT. He
worked on disinfectants for a short while, on
moth-proofing agents for textiles, on pesticides
in general, and he developed Graminone, a
mercury-free seed disinfectant, before, in 1935,
he started his researches on new synthetic
contact insecticides. Four years of intensive
work led to the synthesis of dichlorodiphenyltrich
loroethane (DDT) and the basic Swiss patent was
granted in 1940. This compound was originally
made in 1873 by an Austrian student, but had
never received any particular attention. Field
trials now showed it to be effective not only
against the common housefly, but also against a
wide variety of pests, including the louse,
Colorado beetle, and mosquito and two products
based on DDT, Gesarol and Neocide, were marketed
in 1942. These formulations were brought to the
notice of British and American medical
entomologists at a time, during World War II,
when supplies of pyrethrum were rapidly falling
short of demand. Production was soon established
on both sides of the Atlantic and they proved to
be of enormous value in combatting typhus and
malaria - malaria was, in fact, completely
eradicated from many island areas. These
compounds have also had great value in
agricultural entomology and they have provided a
great stimulus in the search for other
insecticides. Müller has had several papers on
his work published in Helvetica Chimica Acta. He
married Friedel Rüegsegger in 1927. They have two
sons, Heinrich (b. 1929) and Niklaus (b. 1933),
and one daughter, Margaretha (b. 1934), all
married. From Nobel Lectures, Physiology or
Medicine 1942-1962. Dr Müller died in 1965.
12
Il DDT si comincia a trovare sciolto nel grasso
di molte specie animali e vegetali
Le industrie si sono impegnate nella produzione
del DDT
Il mondo si è assuefatto a quello che era nato
come un provvedimento ad hoc una molecola
sparata contro un insetto.
Una doppia domanda mancata. Un mondo che non solo
manipola, ma è manipolato
13
Due metafore visive a confronto esemplificano il
rapporto fra noi e il mondo parlano di
sfruttamento o di protezione dalluna allaltra
cambia il messaggio, ma luomo non fa parte del
contesto che sfrutta o protegge.
Mani che sostengono, accolgono,
proteggono il mondo
Mani che tengono in pugno il mondo
14
quella mano che sorregge la terra è dentro
quella terra che è sorretta da quella mano
La terza metafora attiene alla doppia domanda di
Mc Culloch, che si può così riscrivere
che cosè un uomo che manipola il mondo che
cosè un mondo che un uomo può manipolarlo?
Antigone
15
E parola e pensiero celere come vento e
impulsi a civili ordinamenti da solo apprese e a
fuggire Di inospiti geli e di gravi piogge i
rovesci dal cielo ricco di risorse. Né mai senza
risorse muove incontro ad alcun evento futuro da
Ade soltanto non troverà scampo, anche se ha
escogitato salvezza da morbi incurabili.   1
Oscar Mondadori 1999. Traduzione di Raffaele
Cantarella, p.281.  
Sofocle Antigone1 Primo stasimo   Coro
Molte sono le cose mirabili, ma nessuna è più
mirabile delluomo egli attraversa il canuto
mare pure nel tempestoso Noto avanza, fra le onde
movendo che ingolfano intorno e leccelsa fra
gli dei, la Terra eterna, infaticabile, egli
travaglia, volgendo gli aratri di anno in
anno rivoltandola con i figli dei cavalli.  
E la razza spensierata degli uccelli e delle
fiere selvatiche le stirpi e le marine creatura
dei flutti nei lacci delle sue reti avviluppa e
fa preda luomo ingegnoso e vince con le sue
trappole lagreste animale vagante per i monti, e
il cavallo dalla folta criniera sottoporrà al
giogo ricurvo, e il montano instancabile toro.
16
La doppia domanda ci costringe a riflettere non
solo sulluomo e sul mondo ma anche sulla
relazione fra i due, sulla rete di relazioni che
è propria del vivente. Cè un cambiamento
epistemologico, cambia il metamessaggio
losservatore fa parte del sistema osservato.
Il vivente
Chiaro di luna
Qualcosa, infatti, va cambiato nel nostro
rapporto con lambiente, ma senza il cambiamento
delle premesse che hanno generato il problema, o
non ci sono risultati apprezzabili, o ancor
peggio può essere messa in pericolo lidentità di
tutto il sistema.
17
  Henri Atlan Tra il cristallo e il fumo
Hopefulmonstre Firenze 1986 p.77   L'
organizzazione del vivente, come quella di ogni
sistema naturale, è uno stato e un processo che
appaiono come tali a chiunque osservi la natura.
Ma è ancora il risultato dell'attività
organizzatrice dell'osservatore. Tale attività fu
all'origine delle antiche classificazioni mitiche
e funzionali, poi di quelle filosofi- che e
infine di quelle scientifiche. Il cerchio si
chiude quando si osserva la mente umana che
organizza la natura, essa stessa il risultato di
un processo organizzatore naturale. Tuttavia il
cerchio non è completamente chiuso, poiché questo
osservatore dell'osservatore, è anche l' _io"
capace di osservare la natura, e di osservarsi
osservante. La pratica scientifica non è che una
trasformazione di questa attività organizzatrice
della mente umana, organizzando il reale e
scoprendo la sua organizzazione, dove l'"io",
benché parte esistente ed attiva, è supposto
neutro e senza effetto oggettività scientifica.
In questo caso e probabilmente per questo motivo,
questa attività funziona su paradigmi logici nei
quali le scienze matematiche hanno sempre svolto
un ruolo privilegiato, benché ambiguo.  
18
Edvard Munch Chiaro di luna 1985 Calvino in
un suo libro narra della spada del sole  La
spada del sole1 Ognuno ha un suo riflesso, che
solo per lui ha quella direzione e si sposta con
lui. Ai due lati del riflesso, lazzurro
dellacqua è più cupo. E quello il solo dato
non illusorio, comune a tutti, il buio? si
domanda il signor Palomar. Ma la spada si impone
egualmente allocchio di ciascuno, non cè modo
di sfuggirle. Ciò che abbiamo in comune è
proprio ciò che è dato a ciascuno come
esclusivamente suo? 2Ogni ragazzo che impara
è Palomar, ogni insegnante è un vecchio nuotatore
come il signor Palomar, Palomar junior e senior
nuotano insiemeQuella spada, quel riflesso non
sono nelle mani di nessuno, nascono
dallorizzonte e raggiungono chiunque, ovunque
due occhi guardino lorizzonte. Galileo
Galilei3fa notare che, se ci troviamo su una
spiaggia mentre il Sole sta tramontando sul mare,
allora osserviamo una striscia luminosa che parte
dallorizzonte e si stende sulla superficie
acquea lungo la direzione che congiunge il sole e
noi. I nostri occhi vedono questo fenomeno, ma
non possiamo certo dire che sul mare esiste un
oggetto dotato di quella forma. Altri osservatori
disposti in punti diversi sulla medesima
spiaggia, vedono altre strisce luminose, ma tutte
le strisce sono leffetto di due fattori diversi
il primo dipende dalla riflessione della luce
solare sullintera superficie dellacqua, e il
secondo dipende da come sono fatti i nostri
occhi. Se mancano gli osservatori mancano le
strisce. 1 Ialo Calvino, Palomar, Einaudi,
1983, p. 15 2 Maria Domenica Simeone in AAVV, I
modi dellimparare, Carocci Editore, Roma, 1999,
p. 122 3 Enrico Bellone, I corpi e le cose,
Bruno Mondatori 2000, p. 33
19
Le donne indiane Cayapo del bacino amazzonico
hanno un rito particolare dipingono sui loro
volti formiche durante la festa del mais.
Il tema principale della festa è la celebrazione
della piccola formica rossa, guardiana dei campi
e amica delle donne. .
il mito inizia ad avere senso se comprendiamo
l'insieme co-evolutivo del mais, dei fagioli e di
questa formica. I fiori della manioca hanno un
nettare che attira le formiche verso la
pianticella di manioca. Le formiche usano le
proprie mandibole per farsi strada fino al
nettare, tagliando via tutti quei tralci di
fagiolo che impedirebbero al nuovo e fragile
stelo di manioca di crescere
Metalli e alchimia
Formiche
Le formiche
20
..Le formiche appartenenti alla specie Formica
fusca appaiono spesso strettamente legate a
bruchi di farfalle del genere Glaucopsyche
lygdamus al punto da sembrare che se ne stiano
nutrendo in realtà la formica non sta divorando
il bruco, sta solo succhiando le gocce di miele
prodotte da un particolare organo del bruco la
cui unica funzione sembra essere quella di
nutrire le formiche. I bruchi infatti nutrono le
formiche in cambio di protezione dai parassiti
dai quali sono facilmente attaccati (vespe e
mosche). Formiche e bruchi appaiono quindi
profondamente adattati gli uni agli altri le
formiche ricavano cibo, i bruchi protezione. Come
può essersi evoluto questo coadattamento fra
formiche e bruchi? Le strutture morfologiche e
il modello di comportamento sia delle formiche
che dei bruchi sembrano essersi evoluti in
relazione reciproca. Dopo che i progenitori delle
due specie si sono associati, sarebbe intervenuta
la selezione naturale favorendo i reciproci
cambiamenti adattativi. (da Mark Ridley
Evolution, Blackwel Science 1996).
21
  Vandana Shiva, Terra madre Sopravvivere alo
sviluppo UTET Torino, 2002, p.164   Il sistema
tradizionale di produzione degli alimenti quello
che la visione riduzionista del mondo ha
marchiato come ascientifico) gestiva il
controllo dei parassiti con una serie di
accorgimenti che includono il rafforzamento della
resistenza della pianta, le pratiche di rotazione
e coltivazione mista, il mantenimento nei campi
degli habitat dei predatori di parassiti, cioè
gli alberi e le siepi. Queste pratiche creavano
un' ecologia e un' economia locali stabili. In
presenza di condizioni ecologiche stabili, si
creava un equilibrio tra le piante e i loro
parassiti, grazie alla competizione naturale,
alla selezione e ai rapporti predatore/preda. In
genere le donne sono importanti depositarie della
conoscenza tradizionale dei processi ecologici
essenziali e dei rapporti tra le piante. Per
esempio, le donne indie Kayapo del bacino
amazzonico hanno un rito particolare dipingono
sui loro volti formiche durante la festa del
mais. Il tema principale della festa è la
celebrazione della piccola formica rossa,
guardiana dei campi e amica delle donne.
Celebrazione apparentemente senza senso dal
punto di vista riduzionista ma Posey sottolinea
che il mito inizia ad avere senso se comprendiamo
l'insieme co-evolutivo del mais, dei fagioli e di
questa formica. I fiori della manioca hanno un
nettare che attira le formiche verso la
pianticella di manioca. Le formiche usano le
proprie mandibole per farsi strada fino al
nettare, tagliando via tutti quei tralci di
fagiolo che impedirebbero al nuovo e fragile
stelo di manioca di crescere. Le formiche
impediscono quindi ai tralci a spira dei fagioli
di arrampicarsi sulla manioca, e li lasciano sul
terreno con le piante di mais, come graticcio
naturale. Il mais non viene danneggiato dai
tralci di fagiolo, anzi la stessa pianta di
fagiolo fornisce azoto assimilabile, necessario
alla coltura del mais. Le formiche sono il
manipolatore naturale della natura e facilitano
le attività orticole delle donne93.  
22
  L'agricoltura scientifica, per la quale le
formiche rosse erano insetti nocivi ha
sconvolto questo equilibrio e creato condizioni
favorevoli alla diffusione di patologie. Il
fertilizzante organico che sviluppa la resistenza
delle colture alle malattie è stato sostituito
dai fertilizzanti chimici che hanno invece
diminuito la resistenza ai parassiti. Dal momento
, che molti parassiti sono propri di piante
particolari, la sostituzione della rotazione
delle colture con la coltivazione della stessa
anno dopo anno sovente rafforza i parassiti.
Anche l'aver sostituito le colture miste con le
monocolture ha reso queste ultime più facilmente
soggette alle invasioni di parassiti. La
meccanizzazione delle attività agricole ha
obbligato alla distruzione delle siepi e degli
alberi nei campi, eliminando così i naturali
habitat di alcuni predatori di parassiti. Nel
controllo dei parassiti, gli uccelli e gli alberi
sono altri lavoratori invisibili. La malattia
dell'olmo olandese, che ha distrutto questo
albero in molte zone degli Stati Uniti e
dell'Europa si può far risalire all'annientamento
degli uccelli predatori che si nutrivano del
coleottero della scorza, responsabile a sua volta
della diffusione del fungo che ha provocato la
patologia dell'albero. Come ha detto il
responsabile del reparto ornitologico al Public
Museum di Milwaukee il peggior nemico nella vita
di un insetto sono gli insetti suoi predatori,
gli uccelli e alcuni piccoli mammiferi, ma il DDT
uccide indiscriminatamente colpendo anche le
stesse sentinelle della natura, i suoi
poliziotti... In nome del progresso, dobbiamo
diventare vittime dei nostri stessi diabolici
metodi di controllo degli insetti, per un'utilità
di breve durata e per perdere in seguito ogni
possibilità di controllo su di essi? Come terremo
sotto controllo i nuovi parassiti che
attaccheranno le specie sopravvissute dopo la
morte degli olmi, adesso che i difensori della
natura gli uccelli) sono stati distrutti dai
veleni?94   Le mucche che producono l'humus, gli
uccelli che si nutrono di insetti, gli alberi che
forniscono cibo per le mucche e ospitano i nidi
degli uccelli, sono i membri della famiglia
terrestre su cui si devono basare le strategie di
controllo permanente degli insetti. Le
alternative non violente esistono, ma per vederle
si richiede una percezione femminile ed
ecologica, e per praticarle occorre dare spazio
alle priorità femminili del sostegno e del
rafforzamento della vita. 92 P. CHAUBUSSON, How
Pesticzdes Increase Pests, Ecologist, 16, 1,
1986, pp. 29-36 93 D.A. POSEY, Indigenous
Ecological Knowledge and Development o! the
Amazon, ir Dilemma o! Amazonian Development, a
cura di E.F. Moran, Westview, Boulder 1983, p.234
  94 PERKlNS, Insects, Experts and the
lnsecticide Crisis, Plenum, New York 1982, p.5
23
  Mercea Iliade Arti del metallo e alchimia
Boringhieri, Torino 1987 p.50     Basterà
ricordare che l'apertura di una miniera o la
costruzione di una fornace sono operazioni
rituali segnate spesso da una sorprendente
arcaicità. I riti minerari si sono conservati in
Europa fino alla fine del Medioevo l'apertura di
una nuova miniera comportava sempre cerimonie
religiose. Ma è altrove che bisogna guardare per
valutare l'antichità e la complessità di queste
tradizioni, perché l'articolazione dei miti, la
loro finalità, l'ideologia che essi implicano
differiscono da un livello culturale a un altro.
Si nota, anzitutto, la volontà di placare gli
spiriti protettori o abitatori della miniera. Il
minatore malese -scrive A. Hale -nutre idee
particolari sullo stagno e sulle sue proprietà
anzitutto crede che lo stagno sia sotto la
protezione e agli ordini di alcuni spiriti che
egli ritiene di dover placare crede anche che lo
stagno sia vivo e che possieda molte proprietà
della materia vivente che possa spostarsi
autonomamente, che possa riprodursi e che abbia
particolari simpatie, o forse affinità, nei
confronti di alcune persone e cose, e viceversa.
Si raccomanda anche di trattare il minerale di
stagno con un certo rispetto, di tener conto
delle sue esigenze e, ciò che è forse ancora più
curioso, di condurre i lavori di sfruttamento
della miniera in modo tale da ottenerlo a sua
insaputa. Sottolineiamo incidentalmente il
comportamento "animale" del minerale è vivo, si
muove a suo piacimento, si nasconde, mostra
simpatia o antipatia verso gli uomini, con un
atteggiamento che non è privo di analogie con
quello della selvaggina nei confronti del
cacciatore. Benché fortemente radicato nella
Malesia, l'islamismo, religione "straniera ", si
rivela impotente ad assicurare il successo delle
attività minerarie. E' dunque assolutamente
necessario ricorrere all'assistenza di un prete
della vecchia religione, soppiantata
dall'islamismo. Si fa ricorso a un pawang malese,
talvolta anche a uno sciamano sakai, che
appartiene quindi alla popolazione più  
24
antica, premalese, affinché diriga le cerimonie
relative alle miniere. poiché conservano le
tradizioni religiose più antiche, questi pawang
sono in grado di placare gli dei guardiani del
minerale e di intrattenere rapporti con gli
spiriti che abitano le miniere. Il loro aiuto è
indispensabile, soprattutto quando si tratta di
minerali auriferi (che, con lo stagno,
costituiscono principale risorsa mineraria della
Malesia). Gli operai mussulmani devono celare
accuratamente la loro religione, avendo cura che
non trapeli da segni esteriori o da preghiere.
"Si presume che l'oro sia sotto la giurisdizione
di un dio, o dewa, che lo possiede, e la sua
ricerca è, pertanto, considerata empia perciò i
minatori devono conciliarsi il dewa con preghiere
e offerte, badando bene di non pronunciare il
nome di Allah, e non praticare atti del culto
islamico. Ogni proclamazione della sovranità di
Allah offende il dewa che immediatamente nasconde
l'oro o lo rende invisibile. Questa tensione tra
credenze importate e la religione locale è un
fenomeno ben noto agli storici delle religioni.
Come in tutto il mondo, anche in Malesia i
"signori del luogo" si fanno sentire nei culti
che sono in relazione con la Terra i suoi
tesori, le sue opere, le sue "creature"
appartengono agli autoctoni, e solo la loro
religione permette di accostarsi ad essi. In
Africa, presso i Bayeka, al momento di aprire una
nuova galleria il capo, attorniato da un prete e
dagli operai, rivolge una preghiera ai suoi
"spiriti del rame" ancestrali, che regnano sulla
miniera. E' sempre il capo a decidere dove si
deve cominciare a scavare, per non disturbare o
irritare gli spiriti della Montagna. Anche i
minatori bakitara devono placare gli spiriti
"signori del luogo", e durante i loro lavori sono
tenuti a osservare numerosi tabù, specialmente
d'ordine sessuale. La purezza spirituale svolge
un ruolo di considerevole importanza. Gli
aborigeni di Haiti ritengono che per trovare
loro si debba essere casti, e cominciano la
ricerca del minerale solo dopo lunghi digiuni e
molti giorni di astinenza sessuale. Sono convinti
inoltre che, se la ricerca risulta vana, la causa
sia da ricercare esclusivamente nella loro
impurità.
25
Ci sono molti organismi che noi chiamiamo
intelligenti perché sono capaci di apprendere
dallesperienza. Ciò che loro apprendono non è
ereditabile ma può aiutarli a sopravvivere.
In un tempo molto più lungo della vita di un
singolo individuo una specie può escogitare delle
difese inducibili, quelle difese per cui una
pianta sintetizza sostanze chimiche protettive
solo come risposta ad un attacco.
26
Il comunissimo pomodoro, quando è predato da
insetti masticatori, viene leso in qualche punto
di una foglia nella zona lesa inizia allora la
produzione di una struttura molecolare che migra
nel corpo della pianta e innesca la fabbricazione
di macromolecole la cui funzione consiste
nellinibire determinati processi chimici
linibizione agisce in modo tale da ostacolare
buona parte degli eventi chimici grazie ai quali
gli insetti predatori riescono a digerire le
proteine contenute nelle foglie. Il predatore è
così dissuaso, con argomenti convincenti, dal
proseguire nellattacco.
27
Molti insetti, infatti, hanno sviluppato reazioni
interessanti alle strategie difensive delle
piante, adattandosi ad esse sino al punto di
immagazzinare nei propri corpi le armi chimiche
prodotte dai vegetali e da farne uso per
difendersi da altri predatori
?
e, a loro volta, alcuni vegetali sanno sfruttare
a proprio vantaggio, sistemi chimici di
comunicazione tra insetti. La patata selvatica è
predata da un afide che, quando è a sua volta
attaccato da qualche predatore diffonde
nellambiente una sostanza la cui funzione è
quella di suscitare un allarme negli altri afidi,
avvisandoli del pericolo che li minaccia.
La patata Solanum berthaulthii, attaccata da
insetti, è in grado di produrre e propagare tale
sostanza e, attraverso una azione che imita il
comportamento dallarme dei suoi predatori, li
dissuade dallattacco e li induce alla fuga
28
Noi immaginiamo che le relazioni che un
determinato soggetto animale intrattiene con le
cose del suo ambiente abbiano luogo nello
stesso spazio e nello stesso tempo di quelle che
ci legano agli oggetti del nostro mondo umano.
Questa illusione riposa sulla credenza in un
mondo unico in cui si situerebbero tutti gli
esseri viventi. Lape, la libellula o la mosca
che osserviamo volare accanto a noi in una
giornata di sole, non si muovono nello stesso
mondo in cui noi li osserviamo né condividono con
noi o fra di loro lo stesso tempo e lo stesso
spazio.
29
Esiste una foresta-per-la-guardia-forestale, una
foresta-per-il-cacciatore, una foresta-per-il-bota
nico, una foresta-per-il-viandante, una
foresta-per-lamico- della-natura, una
foresta-per-il-legnaiolo, e, infine, una foresta
di favola in cui si perde Cappuccetto Rosso.
30
Il ragno non sa nulla della mosca
Favole Esopo
31
Dove1 la scienza classica vedeva un unico
mondo, che comprendeva dentro di sé tutte le
specie viventi gerarchicamente ordinate, dalle
forme più elementari fino agli organismi
superiori, Uexkull pone invece una infinita
varietà di mondi percettivi, tutti ugualmente
perfetti e collegati fra loro come in una
gigantesca partitura musicale e, tuttavia,
incomunicanti e reciprocamente esclusivi, al cui
centro stanno piccoli esseri familiari e,
insieme, remoti, che si chiamano Echinus
esculentus, Amoeba terricola, Rhizostoma pulmo,
Sipunculus, Anemonia sulcata, Ixodes ricinus ecc.
Per questo Uexkull definisce passeggiate in
mondi inconoscibili le sue ricostruzioni
dell'ambiente del riccio di mare, dell'ameba,
della medusa, del verme di mare, dell'anemone
marino, della zecca -questi i loro nomi comuni -e
degli altri minuscoli organismi che egli
predilige, perché la loro unità funzionale con l'
ambiente sembra apparentemente così lontana da
quella dell'uomo e degli animali cosiddetti
superiori. Troppo spesso -egli afferma -noi
immaginiamo che le relazioni che un determinato
soggetto animale intrattiene con le cose del suo
ambiente abbiano luogo nello stesso spazio e
nello stesso tempo di quelle che ci legano agli
oggetti del nostro mondo umano. Questa illusione
riposa sulla credenza in un mondo unico in cui si
situerebbero tutti gli esseri viventi. Uexkull
mostra che un tale mondo unitario non esiste,
così come non esistono un tempo e uno spazio
uguali per tutti i viventi. L 'ape, la libellula
o la mosca che osserviamo volare accanto a noi in
una giornata di sole, non si muovono nello stesso
mondo in cui noi li osserviamo né condividono con
noi -o fra di loro -lo stesso tempo e lo stesso
spazio. Uexkull comincia col distinguere con
cura la Umgebung, lo spazio oggettivo in cui noi
vediamo muoversi un essere vivente, dalla Umwelt,
il mondo-ambiente che è costituito da una serie
più o meno ampia di elementi che egli chiama
portatori di significato o di marche, che
sono i soli che interessano lanimale. L
Umgebung è, in realtà, la nostra propria Umwelt,
a cui Uexkull non attribuisce alcun privilegio
particolare e che, come tale, può anchessa
variare secondo il punto di vista da cui la
osserviamo. Non esiste una foresta in quanto
ambiente oggettivamente determinato esiste una
foresta-per-la-guardia-forestale, una
foresta-per-il-cacciatore, una foresta-per-il-bota
nico, una foresta-per-il-viandante, una
foresta-per-l'amico-della-natura, una foresta-
per-il-legnaiolo e, infine, una foresta di favola
in cui si perde Cappuccetto Rosso. Anche un
minimo dettaglio -per esempio il gambo di un
fiore di campo, considerato in quanto portatore
di significato, costituisce di volta in volta un
elemento diverso di un ambiente diverso, a
seconda, per esempio, che lo si osservi
nell'ambiente di una ragazza che coglie fiori per
farne un mazzetto da spillare sul suo corsetto,
in quello della formica che se ne serve come un
tragitto ideale per raggiungere il suo nutrimento
nel calice del fiore, in quello della larva della
cicala che ne fora il canale medullare,
utilizzandolo poi come una pompa per costruire le
parti fluide del suo bozzolo aereo e, infine, in
quello della mucca che semplicemente lo mastica e
ingoia per nutrirsi.
32
Ogni ambiente è una unità chiusa in se stessa,
che risulta dal prelievo selettivo di una serie
di elementi o di marche nella Umgebung, che non
è, a sua volta, che l'ambiente dell'uomo. Il
primo compito del ricercatore che osserva un
animale è quello di riconoscere i portatori di
significato che ne costituiscono l'ambiente.
Questi non sono, però, oggettivamente e
fattiziamente isolati, ma costituiscono una
stretta unità funzionale -o, come Uexkull
preferisce dire, musicale -con gli organi
ricettori dellanimale deputati a percepire la
marca (Merkorgan) e a reagire ad essa (Wirkogan).
Tutto avviene come se il portatore di significato
esterno e il suo ricettore nel corpo dell'animale
costituissero due elementi di una stessa
partitura musicale, quasi due note nella
tastiera sulla quale la natura esegue la sinfonia
sovratemporale ed extraspaziale della
significazione, senza che sia possibile dire
come mai due elementi tanto eterogenei abbiano
potuto essere così intimamente collegati. Si
consideri in questa prospettiva una tela di
ragno. Il ragno non sa nulla della mosca, ne può
prenderne le misure come fa un sarto prima di
confezionare un vestito per il suo cliente. E
tuttavia esso determina l'ampiezza delle maglie
della sua tela secondo le dimensioni del corpo
della mosca e commisura la resistenza dei fili in
proporzione esatta alla forza d'urto del corpo
della mosca in volo. I fili radiali sono,
inoltre, più solidi di quelli circolari, perché
questi ultimi -che, a differenza dei primi, sono
ricoperti di un liquido vischioso -devono essere
abbastanza elastici da poter imprigionare la
mosca e impedirle di volare. Quanto ai fili
radiali, essi sono lisci e asciutti, perché il
ragno se ne serve come una scorciatoia per
piombare sulla sua preda e avvolgerla
definitivamente nella sua invisibile prigione. Il
fatto più sorprendente è, infatti, che i fili
della tela sono esattamente proporzionati alla
capacità visiva dell'occhio della mosca, che non
può vederli e vola quindi verso la morte senza
accorgersene. I due mondi percettivi della mosca
e del ragno sono assolutamente incomunicanti e,
tuttavia, così perfettamente accordati che si
direbbe che la partitura originale della mosca,
che si può anche chiamare la sua immagine
originaria o il suo archetipo, agisca su quella
del ragno in modo tale che la tela che questo
tesse può essere qualificata come moscaria.
Benché il ragno non possa vedere in alcun modo la
Umwelt della moscà (Uexkull afferma, formulando
un principio che doveva avere fortuna, che
nessun animale può entrare in relazione con un
oggetto come tale, ma solo coi propri portatori
di significato), la tela esprime la paradossale
coincidenza di questa reciproca cecità. 1
Giorgio Agamben, Laperto,Bollati Boringhieri,
Torino 2002, p.46
33
Esopo Favole LA ZANZARA E IL LEONE Una zanzara
andò dal leone e gli disse io non ti temo e tu
non sei affatto più forte di me. Non ci credi ?
In che cosa consiste la tua forza? Graffiare con
le unghie e mordere coi denti? Ma questo lo fa
qualsiasi donnetta quando litiga col marito. Io
sì che sono molto .più forte di te. Scendiamo
pure in campo, se vuoi. E dato fiato alla
tromba, la zanzara gli si gettò contro,
punzecchiandolo intorno alle narici, in quella
parte dove il muso non è protetto dai peli. Il
leone con i suoi artigli non faceva che graffiare
se stesso, finchè rinunciò al combattimento.
Risultata così vincitrice del leone, la zanzara
sonò la tromba, cantò l'epinicio1 e poi prese il
volo. Ma andò a sbattere nella tela di un ragno.
E mentre questo se la succhiava, essa faceva
lamento, essa che, dopo aver mosso guerra ai più
potenti, periva ora per opera di un ragno, il più
vile degli insetti.   IL CANE CHE INSEGUIVA IL
LEONE, E LA VOLPE Un cane da caccia aveva veduto
un leone e lo inseguiva. Ma quando il leone si
volse ed emise un ruggito, scappò indietro pieno
di paura. La volpe che l'aveva visto, esclamò
Miserabile! volevi inseguire il leone, tu, che
non sei stato nemmeno capace di resistere al suo
ruggito! Questa è una favola che si potrebbe
citare a proposito di certi insolenti che si
mettono a denigrare persone assai superiori a
loro ma quando queste li affrontano, si tirano
subito indietro.   .l Era Il canto della
vittoria.
34
La co-evoluzione
La casualità Il caso si propone come agente del
mutamento evolutivo, ma non minaccia la selezione
naturale nellambito delladattamento. La
bellezza e lefficienza aerodinamica dellala di
uccello, la grazia e la bontà del disegno delle
pinne di un pesce non sono accidenti fortunati.
Inoltre, io uso il significato specifico che la
parola caso ha mantenuto a lungo nella teoria
dellevoluzione per descrivere mutamenti che
hanno luogo senza alcun orientamento determinato.
Non uso la parola come una metafora generale per
indicare il caos, il disordine o
lincomprensibilità.
35
C'est comme si l'ontologie du monde était très
féminine, une ontologie de la permissivité, de la
possibilité. Tant que c'est possible, c'est
possible. Je n'ai pas besoin de chercher à
justifier par une optimalité idéal. Au milieu de
tout ça, la vie tire les possibilités, elle
bricole
Varela intervista
Michel Serres
36
  Francisco Varela's Home Page Press Releases
La Recherche n308 Cover Press Releases   "Le
cerveau n'est pas un ordinateurOn ne peut
comprendre la cognition si l'on s'abstrait de son
incarnation"   La Recherche, No.308 Avril 1998,
p.109-112Entretien avec Francisco Varela par
Herve Kempf   Francisco J. Varela, né en 1946,
docteur en biologie de Harvard en 1970, est
neurobiologiste. Après avoir longtemps travaillé
aux Etats-Unis, il est entré au CNRS en 1988 ou
il est actuellement Directeur de recherche. Il
dirige l'équipe de Neurodynamique au Laboratoire
des Neurosciences Cognitives et Imagerie
Cérébrale (CNRS UPR 640), à Paris. Il a notamment
publié L'inscription corporelle de l'esprit
(Seuil, 1993) et L'arbre de la connaissance
(Addison-Wesley, 1994). Pour plus d'information
consulter http//www.ccr.jussieu.fr/varela/welcom
e.html
37
Michel Serres Lucrezio e lorigine della fisica
Sellerio Editore Palermo 2000 (1977) p.140 L
'avvenimento più rivoluzionario nella storia
degli uomini e forse nell' evoluzione degli
ominidi non fu tanto, penso, l' accedere all'
astratto o alla generalità, nel e col linguaggio,
quanto piuttosto uno sradicarsi rispetto
all'insieme delle relazioni che stabiliamo nella
famiglia, nel gruppo, ecc., e che riguardano
soltanto noi e loro, raggiungendo un accordo,
forse confuso, ma improvviso, specifico, riguardo
ad una cosa esterna a questo insieme. Prima di
questo avvenimento, esisteva solo il reticolo
delle relazioni e noi vi eravamo immersi senza
possibilità di scampo. E, improvvisamente, una
cosa, qualcosa, appare al di fuori del reticolo.
I messaggi scambiati non dicono più io, tu,
egli, noi, voi ecc. ma questo, ecco. Ecce. Ecco
la cosa stessa. Per quanto ne sappiamo, gli
animali che ci sono più vicini, voglio dire i
mammiferi, comunicano fra loro ripetendo in modo
stereotipato il reticolo delle loro relazioni. L
'animale segnala o fa sapere all'altro animale
sono il tuo dominante e ti do, sono il tuo
dominato, dunque ricevo da te. Che cosa? Questo
non ha importanza o è implicito nella relazione.
Tu sei immenso e forte, io ti prego. Lucrezio
dice questo del nostro rapporto con gli dèi.
Donde quella condizione necessitante che obbliga
gli animali a regolare l 'insieme dei problemi
nati da queste relazioni all'interno stesso del
loro reticolo. È solo questione di contratti ed
in questo consiste il loro destino.  
38
Linfinita varietà delle soluzioni adattative
proposte dalla storia naturale è una riprova
dellinfinito numero dei modi possibili di
sopravvivere allinterno dei vincoli
dellambiente naturale ciò conferma che alla
base dellevoluzione sta lidea della
conservazione delladattamento e non lidea di
una progressiva ottimizzazione delladattamento,
che si rivela invece quale vero e proprio errore
concettuale. Il cambiamento dipende
dalla variabilità inerente agli organismi e alle
specie, e dagli infiniti modi possibili in cui
questa varietà si accoppia con i vincoli
ambientali. La storia naturale si delinea così
come una storia di produzione reciproca di nuovi
vincoli e di nuove possibilità attraverso la
deriva degli accoppiamenti strutturali tra i
sistemi viventi autonomi allinterno di
particolari ecologie Le nozioni di
viability, di vincolo, di possibilità,
di deriva naturale, di storia naturale dei
vincoli e delle possibilità costituiscono una
ridefinizione positiva delle limitazioni e della
finitezza del punto di vista dal quale studiamo i
processi evolutivi che spezza ogni legame
con i valori classici e normativi
dellonniscienza,
della completezza, dellatemporalità.
Canti indiani
39
CANTO DELLAQUILA IN VOLO I raggi del sole sulle
mie ali riposano, si allungano pigri.   Un
piccolo tornado grigio tenta di prendermi, si
avvita incessante sul mio sentiero
celeste.   (canto Navajo)    
FARFALLE Farfalle gialle e blu sul grano che
germoglia si inseguono, il viso spruzzato di
polline, in file luminose.   (canto Pueblo
Hopi)  
40
IL CAVALLO   Il mio cavallo ha zoccoli dagata e
garretti lievi come ali duccelli. Una freccia
piumata è il suo corpo, la sua coda è una nuvola
nera. La sua criniera è di vento. Due grandi
stelle ha per occhi, le sue orecchie sono come
piante di mais, e la sua testa è fatta dacque
impetuose che sgorgano da sacre sorgenti. I suoi
denti sono candide conchiglie che serrano briglie
darcobaleno.   Quando il mio cavallo
nitrisce altri cavalli multicolori si
accostano, snelli e veloci come donnole.   Quando
il mio cavallo nitrisce Io mi sento al sicuro.  
  CANZONE DEL PASTORE   Le mie pecore si
spargono tuttintorno a me. Cammino in mezzo a
esse, mentre mangiano fiori ed erba bagnati di
rugiada. La loro voce è tranquilla, il loro passo
è di pace. Come schiuma del mare il mio gregge si
propagherà su questa terra, sotto il mio sguardo
vigile.   Sarò circondato di pace.      
41
Dopotutto è il caso a dare alla nostra vita e al
corso della storia umana, tanta ricchezza e tanto
interesse. Chiamatelo pure con i suoi nomi
passati di fortuna o di libero arbitrio, se così
vi piace. Dovremo negare una ricchezza simile al
resto della natura?
Cè voluto moltissimo pensiero per fare la
rosaLunità estetica è molto prossima alla
nozione di integrazione sistemica e di percezione
olistica e si può sostenere che apprezzare
unopera darte è un riconoscere, forse appunto
riconoscere il sé
42
Non voglio confutare lasserzione per cui le
creature più complesse tendono ad aumentare la
loro complessità nel tempo, ma nego decisamente
che tale fatto limitato possa fornire argomenti
per definire il progresso generale come spinta
intrinseca della storia della vita.

Questa grandiosa affermazione rappresenta un caso
grottesco di coda che dimena il cane , cioè
dellerronea promozione di una piccola
conseguenza secondaria a causa fondamentale e
determinante.
43
La vita comincia necessariamente in prossimità
del muro sinistro, rappresentato dalla minima
complessità, e immediatamente si sviluppa la
moda di tipo batterico. La distribuzione di
frequenza della complessità della vita diventa
col tempo sempre più asimmetrica verso destra, ma
la moda di tipo batterico non viene alterata.
44
Abbiamo avuto difficoltà a comprendere questa
evidente assurdità, perché non abbiamo una idea
chiara di cosa sia il cane in questione
piuttosto, con una mossa che ricorda il gatto del
Cheshire di Alice nel paese delle meraviglie,
identificato dal solo sorriso, abbiamo
caratterizzato lintero cane soltanto per mezzo
della sua coda.
45
Alcune premesse una spiegazione cibernetica
La conoscenza non è una rappresentazione della
realtà, ma un repertorio di azioni e di pensieri
che si sono rivelati validi nella passata
esperienza.
Il concetto di rappresentazione vera viene
sostituito da quello di viabilità
Ci si può avvicinare al concetto di viabilità
(viability) in molti modi. Uno di questi è il
principio formulato da Leibniz e Maupertius molto
tempo fa il principio della minima azione o,
rispettivamente,della minima resistenza.
46
Lacqua seguirà la spinta di gravità tanto
lontano quanto potrà. Quando piove in una collina
lacqua della pioggia scorre dove trova una via.
Se è fermata si raccoglie e eventualmente scorre
sopra o intorno allostacolo.
Questo a sua volta cambia la forma della collina,
crea nuovi sentieri e incontra nuovi ostacoli.
47
Il cambiamento epistemologico è un cambiamento
dei presupposti impliciti, spesso non consapevoli
del nostro agire.
Un cambiamento mentale in un contesto di
relazioni di carattere mentale
Ma in genere nella nostra cultura cambiamento
mentale significa cambiamento cosciente, e luomo
cosciente preferisce cambiare lambiente
piuttosto che se stesso, percepirà e descriverà
allora lambiente in funzione di questo fine.
Ma ogni descrizione è anche descrizione
dellepistemologia di chi descrive.
Luomo cosciente è più incline a cambiare il
mondo piuttosto che se stesso, ma la coscienza
non è tutta la mente e perché ci siano eventi
mentali non è nemmeno necessario che ci sia la
coscienza (vedi insetti che si immunizzano al
DDT).
48
  • E indubbio che tutta la storia dellevoluzione
    culturale delluomo occidentale è stata segnata
    dalla coscienza e dal suo finalismo.
  • Ma se la mente complessiva e il mondo esterno non
    funzionassero così? Se con nostro grande
    disappunto non avesse quella struttura lineare
    che noi vogliamo imporre?
  • Allora ci sfuggirà la circolarità causale di
    natura cibernetica, lintreccio dei molteplici
    livelli dellio e del mondo.
  • Cambiare le premesse vuol dire cambiare le nostre
    strategie epistemologiche, apprendere ad
    apprendere ad apprendere, cambiare il modo in cui
    organizziamo i contesti, creare nuovi paesaggi.

49
  • Finalità cosciente
  • Sensibilità al contesto
  • Il problema del tempo

Agirò sempre in modo di accrescere il numero
totale delle possibilità di scelta
50
Laboratorio epistemologico Pensare per storie
Lucilla Ruffilli lucilla.ruffilli_at_fastwebnet.it D
aniela Berardi daniela.sergio_at_aliceposta.it
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