Title: Convegno 6 dicembre 2006 Progettazione e valutazione della promozione della salute nella scuola
1Convegno 6 dicembre 2006Progettazione e
valutazione della promozione della salute nella
scuola
- La diversità nella scuola unesperienza di
dialogo
di Pasquetti Federico
2La mediazione interculturale 1/2
- È un processo comunicativo che mira a favorire
lincontro e il dialogo tra individui che hanno
interiorizzato nella soggettività una cultura,
ogni volta unica, in funzione della loro età,
sesso, stato sociale e traiettorie personali. - È un processo dinamico in quanto prevede una
ridefinizione sia delle identità che del
contesto - Elemento fondante è la de-costruzione di
stereotipi e pregiudizi che minano la reale
possibilità di comunicazione e comprensione
dellaltro
3La mediazione interculturale 2/2
- Prevede la risoluzione di potenziali conflitti
che potrebbero sfociare in fenomeni di
emarginazione e di discriminazione. - Lattività di mediazione non deve essere rivolta
verso i migranti che vivono un disagio, ma deve
coinvolgere il maggiore numero possibile di
persone perché lidentità e il pregiudizio
entrano in gioco in ogni relazione sociale.
4Limportanza della scuola
- La scuola è il primo luogo dove i ragazzi
costruiscono la propria visione del mondo,
definiscono i codici con i quali interagiscono
con gli altri. Quindi è - Agenzia di socializzazione
- Spazio di molteplici mediazioni (sociali,
culturali e affettive) - Luogo di formazione sia culturale che di
identità.
5La presenza straniera a scuola
- Il 77,4 degli alunni stranieri presenti nel
Lazio, si è concentrato nella provincia di Roma - Gli alunni provengono soprattutto dalle nazioni
Europee non appartenenti alla UE, quasi il 50,
seguiti da America e Asia, entrambe 16 circa - Gli alunni stranieri promossi nelle scuole romane
sono in percentuale meno rispetto alla media
nazionale.
6I bisogni socio-educativi dei ragazzi stranieri
- I tre principali bisogni sono
- Di tipo didattico apprendimento delle materie
scolastiche - Affettivi-relazionali dovuti dallo sradicamento
dal luogo di origine e dalla cultura
dappartenenza - Riferiti allidentità processo di rinegoziazione
del proprio sé (ex. confronto con gli altri) con
il rischio di regressione.
7Lo shock culturale
- Le difficoltà di comunicazione linguistica e
culturale possono provocare un periodo di
difficoltà e di crisi che alcuni studiosi
definiscono come - Malattie di coloro che vengono trapiantati
allestero e che precipitano nellansietà che
deriva dalla perdita dei segni familiari e dei
simboli della realtà sociale abituale. Essi
soffrono di un sentimento di estraneità, di
incomprensione o anche di rigetto nel confronto
con i nuovi quadri di riferimento.
8Promozione e Mediazione
- Risulta, quindi, chiaro che un intervento di
mediazione interculturale è anche un intervento
di promozione della salute. - Infatti entrambi mirano, tramite un processo di
empowerment, a sviluppare quelle life skills
socio-emotive che permettono di identificare e
poter realizzare le proprie aspirazioni,
soddisfare bisogni e cambiare o far fronte
allambiente.
9Le priorità di un intervento di mediazione nella
scuola
- Riorganizzazione del contesto scolastico
- - Creare un ambiente interculturale (ex.
costruzione di una biblioteca interculturale) - - Prevedere un protocollo daccoglienza.
- Mediazione con le famiglie
- - coinvolgendole nelle attività
scolastiche e favorendo la socializzazione con le
altre famiglie. - Formazione insegnanti
- - conoscere alcuni aspetti della cultura
del ragazzo, il suo progetto migratorio e il
livello di scolarizzazione. - Mediazione allinterno delle classi
- - per prevenire fenomeni di intolleranza
ed emarginazione.
10Il nostro progettoun viaggio nellaccoglienza
- Ambito di intervento scuola elementare
- classi tre classi di 5
- durata un mese
- incontri 2 giorni a settimana di due ore
ciascuno - staff 2 mediatori interculturali.
- Inizialmente il progetto interessava la scuola a
più livelli (amministrativo, docenti), ma per
motivi di tempo abbiamo deciso di intervenire
solo sul gruppo classe.
11Obiettivo generale
- Migliorare la comunicazione all interno della
classe in modo da favorire laccoglienza e
lintegrazione al suo interno.
12Obiettivi specifici
- Stimolare una riflessione sull identità
- Educare allascolto
- Promuovere lempatia
- Sviluppare la capacità di mettersi nei panni
altrui - Conoscere altre culture
- Valorizzare la diversità come risorsa
- Decostruire stereotipi e pregiudizi
- Sviluppare senso critico
- Rafforzare l autostima.
13La metodologia narrativaperché leggere una
favola?
- La favola è un universo simbolico i cui
significati, co-costruiti e negoziati
socialmente, hanno lo scopo principale di
ordinare e dare senso alla realtà mutevole e
complessa che ci circonda. - Sono uno strumento con cui si trasmette la
conoscenza, le esperienze e i valori socialmente
condivisi.
14Perché leggere una favola?
- Raccontare una favola ad un bambino significa
offrire una occasione per riflettere sul mondo e
sulla propria identità, utilizzando un linguaggio
ed una struttura narrativa semplice ed adeguato
per la loro età le fiabe sono il modo migliore
per accedere al mondo interiore del bambino. - Raccontare una fiaba è un momento intenso in cui
entrano in gioco più dimensioni, in cui la
partecipazione attiva e il coinvolgimento
rivestono un ruolo fondamentale.
15La metodologia narrativail potere delle fiabe
Conoscenze Pregresse
Esperienze personali
- Fiaba
- Logico\razionale
- Simbolico\emotivo
Identità
Gestione Ansia e conflitto
Empatia e comunicazione
Valorizzazione differenze
16I LABORATORI
- Un viaggio immaginario
- prima parte gli alunni sono stati invitati ad
indicare i vari tipi di viaggio e le diverse
motivazioni che portano un individuo a viaggiare.
Immaginando un viaggio fantastico hanno disegnato
una valigia magica nella quale mettere tutto
quello che avrebbero voluto portarsi. - Scopo stimolare una prima riflessione sulle
difficoltà che un viaggio come quello della
migrazione comporta.
17- Seconda parte arrivati nel nuovo paese, abbiamo
individuato le difficoltà che si possono
incontrare viaggiando (lingua, soldi)
cambiamento di abitudini. - Scopo fornire una prima lettura sulle differenze
e sulle difficoltà che si possono incontrare
cambiando contesto culturale. -
- Terza parte abbiamo introdotto il concetto di
cultura come adattamento delle persone
allambiente circostante e abbiamo fatto vedere
immagini di case, vestiti, cibo di paesi
diversi. - Scopo decostruzione di pregiudizi e stereotipi.
18- Racconti di viaggi
- Sono state invitate delle mediatrici straniere
per parlare della propria cultura di origine, del
proprio paese e delle difficoltà che hanno
trovato allarrivo nel nostro paese. - Scopo conoscere altre culture, sulla diversità e
fare una prima riflessione sul concetto di
accoglienza. - Io ti assomiglio
- Abbiamo ripreso il concetto di diversità e
stimolato tramite giochi specifici una
riflessione sulla identità sia del singolo che
della classe. - Scopo sperimentare ai bambini il concetto di
identità vista come multi-dimensionale e
valorizzare la diversità
19- Il lupo di cappuccetto rosso
- Prima parte Tramite la lettura della favola
cappuccetto rosso raccontata dal lupo e
mediante un semplice gioco di ruolo abbiamo
introdotto il concetto di mettersi nei panni
dellaltro. - Scopo Sviluppare la capacità di mettersi nei
panni altrui e di cambiare il punto di vista. - Seconda parte Lettura della storia La mia nuova
scuola e conseguente discussione e riflessione. - Scopo sviluppare la capacità di immedesimazione,
empatia e riflessione sul modo di accogliere
bambini appena arrivati.
20- Terza parte lettura della parte iniziale della
favola di Esopo il sole e il vento iniziano una
disputa. Ai bambini si è chiesto di concluderla
prima dal punto di vista del sole e poi da quello
del vento. - Scopo approfondire il concetto di mettersi nei
panni dellaltro ed empatia, fornendo semplici
elementi di gestione del conflitto.
21Monitoraggio in itinere
- Osservazione del grado di coinvolgimento nelle
attività dei bambini - Osservazione delle reazioni rispetto alle
attività proposte - Colloqui con le maestre presenti durante i
laboratori come osservatori esterni - Produzioni di materiale (disegni, storie e
cartelloni) realizzati dai bambini - Discussioni di verifica con il gruppo classe per
verificare non solo lapprendimento di nuove
informazioni, ma soprattutto le loro riflessioni
su stimoli lanciati alla fine di ogni incontro.
22Valutazioni sul lavoro
- Fattori discriminanti per la riuscita di un buon
intervento in classe - Il coinvolgimento delle insegnanti
- - Interesse verso il progetto proposto
- - una parte del progetto è stata concordata
con loro - - disponibilità nel mettersi in gioco.
- La classe
- - il clima di partecipazione attiva
- - conoscere gli alunni prima dellintervento.
- La durata dellintervento
- - necessità di progettare in maniera
sistematica.
23- Grazie per la gentile
- attenzione!