Dietrich Bonhoeffer - PowerPoint PPT Presentation

1 / 35
About This Presentation
Title:

Dietrich Bonhoeffer

Description:

Dietrich Bonhoeffer E ora che dobbiamo fare? Essere cristiani in un mondo diventato adulto Bibliografia BONHOEFFER, D., Etica, ed. Queriniana, Brescia 20103 ... – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:92
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 36
Provided by: Marco247
Category:

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: Dietrich Bonhoeffer


1
Dietrich Bonhoeffer
  • E ora che dobbiamo fare?
  • Essere cristiani in un mondo diventato adulto

2
Premessa
Gustave Flaubert ha affermato Lhomme cest
rien, loeuvre cest tout. Qui non daremo valore
a questa affermazione e ne rovesceremo il
significato. Ciò che di incompiuto esiste
nellopera di Bonhoeffer contribuisce al suo
fascino. La sua essenza non può essere compresa
senza incontrarsi con lui. Egli stesso ha
riconosciuto lincompiutezza del proprio lavoro e
della propria opera, come un destino (E.
BETHGE, Leggere Bonhoeffer, 12)
3
Indice
  1. Biografia
  2. Il mondo diventato adulto
  3. Frammenti di un discorso etico

4
1. Biografia
  • Nasce a Breslavia nel 1906, sesto di nove figli.
  • Di famiglia alto borghese cristiana protestante,
    oggi diremmo non praticante, si trasferì a
    Berlino nel 1912.
  • A 17 anni, dopo gli studi di filosofia (e aver
    imparato greco ed ebraico), si iscrive alla
    facoltà di teologia.
  • Si laurea con il massimo dei voti a 21 anni e a
    24 diventa pastore.

5
1. Biografia
  • Roma, Londra, Barcellona, New York sono le mete
    dei suoi viaggi, dove completa la propria
    formazione accademica, umana e credente.
  • Da giovane accademico è interessato soprattutto
    alla declinazione pratica delle grandi questioni
    della fede cristiana.
  • Nel 1931 è docente universitario, pastore presso
    una parrocchia di periferia (è ora di capire
    cosa si vede dallaltra parte della cattedra),
    incaricato per lecumenismo dalla chiesa
    evangelica tedesca e conferenziere ricercato.

6
1. Biografia
  • Nel 1933 sale al potere Hitler.
  • La chiesa evangelica tedesca, segnata da una
    fortissima separazione tra chiesa e stato,
    partecipa dellinfatuazione generale.
  • Bonhoeffer attira lattenzione con due interventi
    pubblici netti e solitari uno sullidolatria del
    potere, laltro sulla questione ebraica.

7
1. Biografia
  • se permette al seguace che questi faccia di
    lui il suo idolo, allora la figura del capo
    (fuhrer) si trasforma in quella di
    corruttore/seduttore (verfurher). Il capo e la
    funzione che divinizzano se stessi scherniscono
    Dio
  • la Chiesa in quanto tale ha un dovere
    incondizionato verso le vittime di ogni sistema
    sociale, anche se non appartengono alla comunità
    dei cristiani!

8
1. Biografia
  • Nel 34 contribuisce a fondare la Chiesa
    Confessante, che si separa dalla chiesa
    evangelica tedesca che, grazie anche al lavoro di
    DB sarà progressivamente isolata nel panorama
    delle chiese europee.
  • Sono di questi anni due suoi best seller Vita
    comune e Sequela.
  • Nel 1937 gli viene revocato il permesso di
    insegnare, nel 1938 la chiesa confessante è
    dichiarata illegale in Germania.

9
1. Biografia
  • Nel 1939, entra in contatto con i gruppi facenti
    capo a Canaris, Oster, Dohnanyi (che confluiranno
    nel 1943 nel cenacolo di von Stauffenberg), che
    cospirano contro Hitler.
  • Allinizio della guerra, rifiuta un incarico
    negli Usa e intensifica limpegno ecumenico. I
    suoi viaggi tra Svizzera, Inghilterra e Germania
    sono in realtà anche al servizio della
    cospirazione. Hitler va fermato, anche con
    lomicidio.

10
1. Biografia
  • Riprende in questi anni a lavorare alla sua opera
    incompiuta Etica
  • Nellaprile del 1943, Bonhoeffer e una parte dei
    congiurati sono arrestati. Non cè nessuna
    accusa, solo sospetti, ma rimarranno in carcere
    per due anni, interrogati periodicamente.
  • Uno degli ultimi ordini giunti dal comando di
    Berlino, il 9 aprile del 1945, li condanna a
    morte durante un trasferimento, a Flossenburg.

11
1. Biografia
  • Nei due anni di prigionia, in cui si alternano
    momenti di isolamento a momenti in cui gli è
    possibile avere contatti con lesterno, continua
    a pensare e scrive.
  • Le lettere a E. Bethge saranno raccolte postume
    in Resistenza e Resa. Sarà uno dei libri più
    commentati, amati e contestati di tutta la
    teologia del XX secolo, da cristiani di molte
    confessioni.

12
2. Il mondo diventato adulto
  • Premessa alla teologia di Bonhoeffer
  • La Theologia crucis il primato della Scrittura
    su qualsiasi ideologizzazione il rigore
    intellettuale e lapofatismo si emendano a
    vicenda. -gt Il Dio Tappabuchi
  • La Sola gratia (o della logica escatologica) la
    netta separazione tra mondano e evangelico
    (Ecclesia invisibilis est) e il problema di
    Anteo.-gt Il mondo diventato adulto e
    linterpretazione non-religiosa del cristianesimo
  • Il dibattito teologico infuocato tra XIX e XX
    secolo nel mondo del cristianesimo riformato.

13
2. Il mondo diventato adulto
  • 20 aprile 1944 il Dio tappabuchi
  • Stiamo andando incontro a un tempo completamente
    non-religioso gli uomini, così come ormai sono,
    semplicemente non possono più essere religiosi.
    Le persone religiose parlano di Dio quando la
    conoscenza umana (qualche volta per pigrizia
    mentale) è arrivata alla fine o quando le forze
    umane vengono a mancare e in effetti quello che
    chiamano in campo è sempre il deus ex machina,
    come soluzione fittizia a problemi insolubili,
    oppure come forza davanti al fallimento umano
    sempre dunque sfruttando la debolezza umana o di
    fronte ai limiti umani questo riesce
    inevitabilmente sempre e solo finché gli uomini
    con le loro proprio forze non spingono i loro
    limiti un po più avanti, e il deus ex machina
    non diventa superfluo

14
2. Il mondo diventato adulto
  • per me il discorso sui limiti umani è diventato
    assolutamente problematico (sono ancora oggi
    autentici limiti la morte, che gli uomini quasi
    non temono più, e il peccato, che gli uomini
    quasi non comprendono?) io vorrei parlare di
    Dio non ai limiti ma al centro, non nelle
    debolezze ma nella forza, non in relazione alla
    morte e alla colpa, ma nella vita e nel bene
    delluomo. Raggiunti i limiti, mi pare meglio
    tacere e lasciare irrisolto lirresolubile. La
    fede nella risurrezione non è la soluzione del
    problema della morte! Laldilà di Dio non è
    laldilà della nostra conoscenza. Lincarnazione
    pone Dio al centro della vita, non ai margini.

15
2. Il mondo diventato adulto
  • 8 giugno 1944 ladultità del mondo
  • Il movimento nella direzione dellautonomia
    delluomo (intendo con questo la scoperta delle
    leggi secondo le quali il mondo vive e basta a se
    stesso che ha inizio circa nel XII secolo),
    ha raggiunto una sua compiutezza. Luomo ha
    imparato a bastare a se stesso in tutte le
    questioni importanti senza lausilio dellipotesi
    di lavoro Dio. Nelle questioni riguardanti la
    scienza, larte, letica, questo è diventato un
    fatto scontato, che praticamente non si osa più
    mettere in discussione Contro questa
    sicurezza di sé, lapologetica cristiana è scesa
    in campo in diverse forme. Si cerca di dimostrare
    al

16
2. Il mondo diventato adulto
  • mondo diventato adulto che non può vivere senza
    il tutore Dio. Nonostante la già avvenuta
    capitolazione davanti a tutte le questioni
    mondane, restano tuttavia le questioni ultime -
    la morte, la colpa cui solo Dio può dare una
    risposta, e per le quali cè bisogno di Dio,
    della chiesa e del pastore Ritengo questi
    attacchi dellapologetica cristiana primo, privi
    di senso secondo, di scadente qualità terzo,
    non cristiani.

17
2. Il mondo diventato adulto
  • 16 luglio 1944 Got mit uns?
  • Non possiamo essere onesti senza riconoscere che
    non possiamo vivere nel mondo etsi Deus non
    daretur. Riconosciamo questo e lo facciamo
    proprio davanti a Dio. Dio stesso ci obbliga a
    questo riconoscimento. Il Dio-con-noi è il
    Dio che ci abbandona (Mc 15,34)! Qui sta la
    differenza decisiva rispetto a qualsiasi
    religione. La religiosità umana rinvia luomo
    nella sua tribolazione alla potenza di Dio nel
    mondo, Dio è il Deus ex machina. La Bibbia rinvia
    luomo allimpotenza e alla sofferenza di Dio.

18
3. Frammenti di un discorso etico
  • Una spietata critica
  • La struttura della vita responsabile
  • La sostituzione vicaria
  • Ladeguatezza alla realtà
  • La disponibilità allassunzione della colpa
  • Il rischio

19
3. Frammenti di un discorso etico
  • La grande mascherata del male ha scompaginato
    tutti i concetti etici.
  • Palese è il fallimento delle persone
    ragionevoli, che nella loro miopia,
    vogliono rendere giustizia a tutti i contendenti
    e vengono così stritolati nello scontro delle
    potenze contrapposte, senza aver raggiunto il
    benché minimo risultato. Delusi per lassenza di
    ragione nel mondo, si vedono condannati alla
    sterilità, ed escono rassegnati dal gioco o si
    abbandonano inermi al più forte
  • a) Una spietata critica (Natale 1942)

20
3. Frammenti di un discorso etico
  • Maggior impressione desta il totale fallimento
    del fanatismo etico. Il fanatismo crede di
    potersi opporre al potere del male, armato della
    purezza di un principio. Ma, come il toro, si
    scontra, fiaccato e sconfitto, col drappo rosso e
    non con la persona che lo regge. Si impantana in
    cose non essenziali e cade nella trappola di chi
    è più intelligente.
  • a) Una spietata critica (Natale 1942)

21
3. Frammenti di un discorso etico
  • Luomo della coscienza si difende solitario
    dal superiore potere delle situazioni eccezionali
    davanti alle quali è richiesta la decisione. Ma
    viene dilaniato dalla enormità dei conflitti nei
    quali è chiamato a scegliere, consigliato e
    guidato da nientaltro che dalla sua personale
    coscienza. Gli innumerevoli travestimenti,
    rispettabili e seducenti, nei quali il male gli
    si fa incontro, rendono ansiosa e insicura la sua
    coscienza, finché egli finisce con
    laccontentarsi di salvarla, anziché di
    mantenerla buona .
  • a) Una spietata critica (Natale 1942)

22
3. Frammenti di un discorso etico
  • Il dovere sembra capace di fornire la guida
    sicura per uscire dallo sconcerto provocato dalla
    quantità di decisioni possibili. Ciò che viene
    ordinato appare come la cosa più certa
    responsabile dellordine è solo chi lo
    impartisce, non chi lo esegue. Ma attendonsi a
    ciò che è conforme al dovere, non si giunge mai
    al rischio dellazione che si compie in forza
    della propria personale responsabilità, mentre è
    solo questa che può colpire in profondità e
    vincere il male. Luomo del dovere, alla fine,
    dovrà compiere il proprio dovere anche nei
    confronti del diavolo
  • a) Una spietata critica

23
3. Frammenti di un discorso etico
  • Cè chi, sfuggendo al confronto pubblico,
    sceglie lasilo della virtù privata. Ma costui
    deve chiudere occhi e bocca davanti
    allingiustizia che lo circonda.
  • Chi resta saldo? Solo colui che non ha come
    criterio ultimo la propria ragione, il proprio
    principio, la propria coscienza, la propria
    libertà, la propria virtù, ma che è pronto a
    sacrificare tutto questo quando sia chiamato
    allazione ubbidiente e responsabile, nella fede
    e nel vincolo esclusivo a Dio luomo
    responsabile, la cui vita non vuole essere altro
    che una risposta alla domanda e alla chiamata di
    Dio. Dove sono questi uomini responsabili?
  • a) Una spietata critica

24
3. Frammenti di un discorso etico
  • La struttura della vita responsabile è
    caratterizzata da due cose dal vincolo della
    vita con luomo e con Dio e dalla libertà della
    vita personale. Senza questo vincolo e senza
    questa libertà non si dà responsabilità.
  • Il vincolo assume la forma della sostituzione
    vicaria e della adeguatezza alla realtà, la
    libertà si manifesta nellascrivere a se stessi
    la propria vita e azione e nel rischio della
    decisione concreta.
  • b) La struttura della vita responsabile

25
3. Frammenti di un discorso etico
  • Che la responsabilità poggi sulla sostituzione
    vicaria risulta nella maniera più chiara da
    quelle situazioni in cui luomo è direttamente
    costretto ad agire al posto di altri uomini, ad
    esempio come padre, uomo di stato, maestro. Il
    padre agisce al posto dei figli lavorando per
    essi, prendendosene cura, difendendoli, lottando
    e soffrendo per loro. In tal modo, egli prende
    realmente il loro posto. Non è un singolo
    isolato, ma unisce in sè lio di più persone.
    Ogni tentativo di vivere come se fosse solo, è
    una negazione della fattualità della sua
    paternità. Non può sottrarsi alla responsabilità
    impostagli dalla sua paternità. Di fronte a
    questa realtà crolla la finzione che il soggetto
    di tutto il comportamento etico sia il soggetto
    isolato. Non questi, bensì il responsabile è il
    soggetto su cui deve incentrarsi la riflessione
    etica.
  • b) La struttura della vita responsabile
  • - La sostituzione vicaria

26
3. Frammenti di un discorso etico
  • E non fa differenza quale sia lampiezza della
    responsabilità, se cioè si estenda a un singolo
    individuo, o a interi gruppi. Si ha
    sostituzione vicaria solo nella dedizione piena
    della propria vita allaltro. Solo chi non è
    legato al proprio sé vive responsabilmente e,
    cioè, solo chi non è legato al proprio sé vive
    (cfr. Goethe).
  • Possiamo abusare della vita vicaria in due modi
    ponendo in maniera assoluta il nostro io e
    ponendo in maniera assoluta laltro uomo. Nel
    primo caso il rapporto della responsabilità porta
    alla violentazione e alla tirannia. Nel
    secondo caso pongo in assoluto il bene dellaltro
    uomo, disattendendo ogni altra responsabilità In
    ambedue i casi si negano lorigine, lessenza e
    il fine della vita responsabile in Gesù Cristo, e
    la responsabilità diventa un idolo.
  • b) La struttura della vita responsabile
  • - La sostituzione vicaria

27
3. Frammenti di un discorso etico
  • Il responsabile è rinviato al prossimo concreto
    nella sua concreta realtà. Il suo comportamento
    non è stabilito in partenza e una volta per
    tutte, quindi in linea di principio, ma nasce con
    la situazione data. Esso non dispone di alcun
    principio assolutamente valido, che dovrebbe
    fanaticamente attuare contro qualsiasi resistenza
    della realtà, ma cerca di cogliere e fare il
    necessario, il comandato nella situazione data.
    Non si tratta di realizzare qualcosa di
    assolutamente buono, ma qualcosa di
    relativamente migliore a qualcosa di
    relativamente peggiore. Il responsabile non deve
    imporre alla realtà una legge estranea il suo
    agire è adeguato alla realtà nel senso autentico
    dellespressione.
  • b) La struttura della vita responsabile
  • - La adeguatezza alla realtà

28
3. Frammenti di un discorso etico
  • Gesù non cerca di proclamare e realizzare nuovi
    ideali etici, non mira a raggiungere una qualche
    bontà personale lunica cosa che gli sta a cuore
    è lamore per luomo reale, e per questo può
    entrare in comunione con la loro colpa
    lasciandosi gravare da essa. Chi, per quanto
    riguarda la sua responsabilità, vuole sottrarsi
    alla colpa, si separa dalla realtà ultima
    dellesistenza umana, si separa anche dal mistero
    redentore della colpa portata da Gesù Cristo e
    non ha parte alla giustificazione divina che
    aleggia su tale evento. Per lui, lincolumità
    della propria coscienza vale più del fratello..
  • b) La struttura della vita responsabile
  • - La assunzione della colpa

29
3. Frammenti di un discorso etico
  • Dopo aver commentato brani evangelici in cui
    Gesù infrange formalmente leggi del tempo la
    coscienza liberata dalla legge non avrà paura di
    entrare nella colpa altrui per amore dellaltro
    uomo La coscienza liberata non è ansiosa
    quanto quella legata alla legge, ma completamente
    aperta al prossimo e al suo bisogno concreto. Chi
    si assume responsabilmente una colpa e nessuna
    persona responsabile può evitare di farlo
    attribuisce a se stesso e a nessun altro tale
    colpa, paga per essa e ne risponde. Davanti
    agli uomini luomo della responsabilità è
    giustificato dalla necessità, davanti a se stesso
    è assolto dalla propria coscienza, ma davanti a
    Dio egli spera solo nella grazia.
  • b) La struttura della vita responsabile
  • - La assunzione della colpa

30
3. Frammenti di un discorso etico
  • Senza aver le spalle coperte da uomini,
    circostanze o principi, ma rendendo conto di
    tutte le situazioni umane, generali e di
    principio date, la persona responsabile agisce
    nella libertà del proprio io. Il fatto che nulla
    può rispondere per lui o giustificarlo se non la
    sua azione e lui stesso, è la prova della sua
    libertà. È lui che deve verificare i motivi, le
    intenzioni, il valore e il senso del suo agire.
    Ma né la purezza dei motivi, né il favore delle
    circostanze, né il valore o la ragionevolezza di
    unazione progettata possono divenire la legge di
    questa, legge a cui egli potrebbe riferirsi e
    richiamarsi e che potrebbe scusarlo o assolverlo.
    In tal caso egli non sarebbe più veramente
    libero.
  • b) La struttura della vita responsabile
  • - La disponibilità al rischio

31
3. Frammenti di un discorso etico
  • Non deve semplicemente decidere tra giusto e
    ingiusto, ma anche tra giusto e giusto, e fra
    ingiusto e ingiusto. Il diritto lotta contro il
    diritto diceva Eschilo. Appunto in questo modo
    lagire responsabile è un libero rischio, non
    giustificato da nessuna legge, corso piuttosto
    rinunciando a ogni valida autogiustificazione,
    rinunciando così a una conoscenza ultima del bene
    e del male. Il bene come azione responsabile
    viene compiuto nella non conoscenza del bene,
    senza che lo si sappia, affidando lazione
    divenuta necessaria e tuttavia proprio per questo
    libera, a Dio, che scruta il cuore, pesa le
    azioni e guida la storia
  • c) La struttura della vita responsabile
  • - La disponibilità al rischio

32
21 luglio 1944
  • Negli ultimi anni ho imparato a conoscere e a
    comprendere sempre più la profondità
    dellessere-aldiquà del cristianesimo il
    cristiano non è un homo religiosus, ma un uomo,
    semplicemente . Intendo non il piatto e banale
    essere-aldiquà degli illuminati, degli
    indaffarati, degli indolenti o dei lascivi, ma il
    profondo essere-aldiquà che è pieno di disciplina
    e nel quale è sempre presente la conoscenza della
    morte e della resurrezione. . Mi ricordo di
    un colloquio che ho avuto tredici anni fa in
    America con un giovane pastore francese.
    C'eravamo posti molto semplicemente la domanda di
    che cosa volessimo effettivamente fare della
    nostra vita. Egli disse vorrei diventare un
    santo (e credo possibile che lo sia diventato).
    La cosa a quel tempo mi fece una grande
    impressione. Tuttavia lo contrastai, e risposi
    pressappoco io vorrei imparare a credere. Per
    molto tempo non ho capito la profondità di questa
    contrapposizione. Pensavo di poter imparare a
    credere tentando di condurre io stesso qualcosa
    di simile ad una vita santa. ...

33
21 luglio 1944
  • Più tardi ho appreso, e continuo ad apprenderlo
    anche ora, che si impara a credere solo nel pieno
    essere-aldiqua della vita. Quando si è
    completamente rinunciato a fare qualcosa di noi
    stessi un santo, un peccatore pentito o un uomo
    di chiesa un giusto o un ingiusto, un malato
    o un sano e questo io chiamo essere-aldiqua,
    cioè vivere nella pienezza degli impegni, dei
    problemi, dei successi e degli insuccessi, delle
    esperienze, delle perplessità allora ci si
    getta completamente nelle braccia di Dio, allora
    non si prendono più troppo sul serio le
    sofferenze proprie, ma le sofferenze di Dio nel
    mondo, allora si veglia con Cristo nel Getsemani
    e, io credo, questa è fede, questa è metanoia
    conversione e così si diventa uomini, si
    diventa cristiani (cfr. Geremia 45)

34
Bibliografia
  • BONHOEFFER, D., Etica, ed. Queriniana, Brescia
    20103
  • BONHOEFFER, D., Resistenza e resa. Lettere dal
    carcere, (a cura di E. Bethge), ed. San Paolo,
    Cinisello Balsamo 19982
  • BETHGE, E., Leggere Bonhoeffer, ed. Queriniana,
    Brescia 2006
  • MARTINI, C.M. ZAGREBELSKY, G., La domanda di
    giustizia, Einaudi, Torino 2003.
  • MORRA, S. RONCONI, M., ed., Cristiani in un
    mondo adulto. Rileggendo Bonhoeffer, ed. AVE,
    Roma 2002.
  • RUGGIERI, P., ed., Dietrich Bonhoeffer. La fede
    concreta, Il Mulino, Bologna 1996.

35
Appendice
  • In che modo Cristo prende forma fra di noi,
    oggi e qui?. È a partire da qui che DB ricerca
    una risposta alla domanda cosa significa tra di
    noi, oggi e qui e la trova nellaffermazione che
    si tratta del campo delle nostre decisioni e dei
    nostri incontri. Esperienza di Dio non è la
    fede in una generica essenza di Dio, ma è solo
    lincontro con Gesù Cristo. Qui è dato un
    rovesciamento completo dellessere delluomo,
    giacché Gesù esiste per altri soltanto.
    Lesserci-per-altri di Gesù è lesperienza
    della trascendenza (E. Feil)
  • La questione teologica in sintesi
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com