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CONGRESSO DI VIENNA

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congresso di vienna santa alleanza l europa dopo il congresso il principe di metternich restaurazione la restaurazione in italia lo sviluppo europeo e la questione ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: CONGRESSO DI VIENNA


1
CONGRESSO DI VIENNA
PEACE
  • SANTA ALLEANZA
  • LEUROPA DOPO IL CONGRESSO
  • IL PRINCIPE DI METTERNICH
  • RESTAURAZIONE
  • LA RESTAURAZIONE IN ITALIA
  • LO SVILUPPO EUROPEO E LA QUESTIONE SOCIALE
  • LA CRISI DELLA SANTA ALLEANZA
  • IL CONGRESSO DI LUBIANA
  • CULTURA E POLITICA

PER LA MUSICA
SI RINGRAZIA
IL MAESTRO
...FORSE...
FEDERICO...
...TRA UN PO'...
MIO FRATELLO
SPERO VI PIACCIA!!!
2
(No Transcript)
3
La Santa Alleanza e le prime Amministrazioni
internazionali Un esempio assai precoce di
organizzazione internazionale è rappresentato dal
Sistema della Santa Alleanza. Secondo limmagine
che comunemente se ne ha, la Santa Alleanza fu un
patto che ebbe come unico fine quello di favorire
e garantire la restaurazione dell"Ancien
Régime", soffocando ovunque in Europa i moti
rivoluzionari nei quali si manifestava il
rinnovato desiderio di libertà dei popoli. Ma
guardata in unaltra ottica, essa appare come un
momento nellevoluzione della storia
dellorganizzazione internazionale e in
particolare dei meccanismi di collettiva
sicurezza, ossia di quelle strutture, come la
Società delle Nazioni e lONU, cui gli Stati
daranno poi vita per il mantenimento della pace.
4
Il 26 settembre 1815, a Parigi, lo zar di tutte
le Russie, limperatore dAustria e il re di
Prussia conclusero fra loro un trattato di
alleanza scritto con un linguaggio ispirato e
mitico, con il quale affermavano che "i principi
avrebbero governato come delegati della divina
provvidenza" e che "il mondo cristiano non ha
altro sovrano che Colui al quale soltanto
appartiene il potere, Dio. Il 20 novembre dello
stesso anno, lAustria, la Gran Bretagna, la
Prussia e la Russia stipulavano un altro trattato
a Parigi con un contenuto ben più concreto del
precedente, in quanto esso prevedeva una vera e
propria alleanza tra le nazioni e una procedura
per la "gestione" delle questioni di interesse
generale. Il trattato presentava nuove
caratteristiche rispetto ai canoni della
diplomazia tradizionale si prevedevano, infatti,
a intervalli regolari, riunioni tra i sovrani e
i loro ministri dedicate allesame delle
questioni di interesse generale per la prosperità
dei popoli e il mantenimento della pace in
Europa.
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Le riunioni si tennero nel 1818 (congresso di
Aix-la-Chapelle), nel 1820 (congresso di
Troppau), nel 1821 (congresso di Laybavh) e nel
1822 (congresso di Verona). Questi
famigerati, congressi decisero gli interventi
repressivi della Santa Alleanza tesi a soffocare
linsofferenza nei confronti del dispotismo.
Nonostante il carattere conservatore della Santa
Alleanza, possiamo però cogliere in essa un segno
di organizzazione mondiale, dal momento che essa
aveva lurgente obiettivo della creazione di
meccanismi che potessero limitare, se non
addirittura eliminare, il ricorso alla guerra da
parte degli Stati. Tuttavia, lorganizzazione
internazionale come noi la conosciamo oggi è
frutto anche di un altro importante movimento di
cooperazione tra gli Stati che appare nel secolo
XIX, quello che porta alla creazione delle prime
"amministrazioni internazionali".
6
Esse sono figlie della rivoluzione industriale
che aveva fatto compiere passi da gigante
allEuropa sotto la spinta di unevoluzione
inarrestabile. La scoperta del telegrafo, della
ferrovia e laumento delle fabbriche portarono ad
una intensificazione di traffici, commerci,
viaggi delle persone e delle merci. Era però
necessaria una regolamentazione delle
comunicazioni internazionali che poteva essere
attuata esclusivamente mediante una cooperazione
tra gli Stati. Nel 1804 si ha così il primo
esempio di amministrazione internazionale
relativa alla navigazione del fiume Reno. Con un
trattato concluso il 15 agosto di quellanno, la
Francia e lImpero tedesco istituivano la figura
del direttore Generale del Reno, un funzionario
che sarebbe stato nominato congiuntamente da
tutti gli Stati firmatari del trattato e che
avrebbe deciso tutte le controversie che si
fossero sollevate a proposito della navigazione e
dei relativi pedaggi..
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Anche per gli altri grandi fiumi europei venne
tentato con successo lesperimento di
unamministrazione internazionale che sopravvisse
durante la Restaurazione. La cooperazione
internazionale dei trasporti ferroviari si ebbe
nel 1890, dopo la stipulazione di un accordo
internazionale che istituiva un ufficio centrale
con sede a Berna. Anche le comunicazioni postali
furono interessate da un vasto movimento di
cooperazione internazionale, che nasceva dalla
necessità di uniformare i costi di spedizione tra
i vari Stati. Così nel 1878 venne istituito un
ufficio internazionale con sede a Berna e nacque
lUnione Postale Universale. La cooperazione
internazionale si fece bene presto intensa anche
in campo sanitario, di fronte ai formidabili
problemi sorti con le epidemie. Tra il 1830 e il
1982 ci furono ben sei epidemie di colera in
Europa, tutte originatesi nellEstremo Oriente, e
arrivate negli Stati Europei attraverso i
viaggiatori ..
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I primi provvedimenti internazionali furono
quelli che la Gran Bretagna e la Francia imposero
allImpero Ottomano la creazione a
Costantinopoli nel 1838 di un Ufficio Sanitario
per prevenire la diffusione del colera. Altri
uffici vennero istituiti tra il 1840 e il 1880 a
Tangeri, ad Alessandria dEgitto, a Vienna e a l
Avana. Non possiamo dire che nel XIX secolo
lorganizzazione internazionale come oggi la
conosciamo esistesse già ma certamente ne erano
già state poste le premesse. Lideale della
cooperazione internazionale e della necessità di
moltiplicare tutti gli sforzi per la pace
mondiale si era ormai affermato. Ma i trattati
internazionali non erano ancora nulla di
concreto, in quanto gli Stati Europei non
volevano rinunciare alla propria sovranità. Ci
sarebbe infatti voluta la tragedia della prima
guerra mondiale affinché questi progetti
venissero avviati verso lambizioso traguardo di
unorganizzazione di tutte le nazioni del
mondo.
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IL CONGRESSO DI VIENNA Il Congresso di Vienna
(22 settembre 1814-10 giugno 1815) ispirandosi al
principio legittimità, sostenuto da Talleyrand,
tende a ricostruire gli Stati esistenti
anteriormente alla Rivoluzione francese, il che
ha come conseguenza la restaurazione
dell'equilibrio europeo, rotto dalle guerre
rivoluzionarie e napoleoniche.Dopo la caduta
dellImpero napoleonico, le potenze vincitrici
(Austria, Russia, Inghilterra e Prussia) vogliono
1) reprimere le spinte di rinnovamento
politico-sociale e le esigenze di nazionalità che
il rivolgimento napoleonico aveva sollevato in
tanta parte dEuropa2) restaurare le legittime
dinastie e le autorità tradizionali 3)
delimitare le nuove frontiere fra gli Stati,
assicurando il contenimento della Francia e
lequilibrio europeo.
10
La Francia inviò come osservatore il ministro
Talleyrand, il quale seppe impedire che il
Congresso si trasformasse in una coalizione
antifrancese.Talleyrand, infatti, approfittando
del contrasto che divideva Russia e Prussia da
Austria e Inghilterra (la Russia voleva
l assorbimento della Polonia, mentre
lInghilterra voleva impedirglielo la Prussia
voleva la Sassonia, ma lAustria era contraria),
sostenne il principio di legittimità, secondo cui
i territori europei dovevano ritornare a quei
sovrani che per eredità vi avevano regnato prima
del 1789. Questo principio ignorava volutamente
quello della sovranità popolare, affermato dalla
Rivoluzione francese. Costituiscono importanti
eccezioni all'applicazione del principio
legittimista la mancata restaurazione del
Sacro Romano Impero, quella di un Regno
Indipendente di Polonia, l'unione della
Norvegia alla Svezia il mancato ristabilimento
di alcune Repubbliche
11
la creazione di un Regno dei Paesi Bassi, che
sostituisce la Rep. delle Province Unite,
l annessione delle Repubblica di Venezia
all'Austria. In Italia scompaiono le
repubbliche di Venezia, Genova e Lucca. Il regno
di Sardegna è restituito a Vittorio Emanuele I di
Savoia (1802-21) che si annette la Liguria. Il
regno Lombardo-Veneto passa allAustria. Ma come
un ombra l'Austria sovrasta e influenza la
politica dell'intera penisola. Molti altri ducati
vengono assegnati a dinastie imparentate con la
Casa dAsburgo (Parma, Piacenza, Modena, Reggio,
Toscana, Lucca...). I regni di Napoli-Sicilia
passano a Ferdinando I di Borbone (), che
diventa re delle Due Sicilie (1815-25), legato
allAustria da un trattato di alleanza militare.
Lo Stato Pontificio venne restituito a Pio VII
(1800-23).() Ferdinando I di Borbone era figlio
di Re Carlo III e di Maria Amalia di Sassonia,
salì al trono quando il padre divenne Re di
Spagna (1759) e rimase sotto la tutela di un
Consiglio di reggenza.
12
Raggiunta la maggiore età aveva sposato (1768)
Maria Carolina figlia di Maria Teresa dei
Lorena-Asburgo (quindi austriaca), questa donna
(non smentendo il suo sangue) ossessionata dalle
idee di libertà e uguaglianza che si diffusero
anche a Napoli con la Rivoluzione Francese,
influenzò fortemente Ferdinando che diede (fino
al 1825) un nuovo indirizzo alla politica estera
passando dall'orbita spagnola a quella
austro-asburgica) la mancata restituzione di
Malta all'Ordine omonimo. ) LInghilterra non
ebbe in Europa vantaggi rilevanti, ma entrò in
possesso di molte colonie francesi e olandesi
(Guiana, Ceylon)L'Impero Germanico è sostituito
dalla Confederazione Germanica, in cui
primeggiano Austria e Prussia la presidenza
della Dieta, che ha sede a Francoforte, spetta
all'Austria.
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Il numero degli stati germanici è ridotto da più
di 360 a 39 (si tratta soprattutto di una
decimazione amministrativa), quello delle città
libere da 51 a 4, i Principati e Feudi
Ecclesiastici non vengono ristabiliti. L'antico
Elettorato di Hannover, eretto a Regno, è
restituito alla Casa reale inglese come feudo
maschile. Fanno parte della Confederazione
Germanica il Regno dei Paesi Bassi, cui è stato
attribuito il Granducato di Lussemburgo, e la
Danimarca cui, in cambio della Norvegia, sono
stati dati i Ducati di Holstein e di Lauenburg,
fonte questa di gravi e lunghe complicazioni
future. Anche l'annessione alle antiche Province
Unite degli ex Paesi Bassi austriaci, la cui
popolazione cattolica latina (i Valloni) si
ribellerà contro il Re dei Paesi Bassi, e
l'attribuzione all'Austria del Lombardo Veneto
dovrà fatalmente indebolire la compagine, già
poco salda, dell'Impero austriaco. Al Congresso
di Vienna non è ammessa la Turchia, che non fa
pertanto parte del disegno europeo, esclusione
voluta soprattutto dalla Russia, la quale spera
nella conquista di Costantinopoli e
nell'ottenimento di uno sbocco sul Mediterraneo.
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Il Congresso di Vienna sebbene si sia opposto
alle aspirazioni nazionali ed abbia violato le
leggi geopolitiche, ha posto anche dei princìpi
giusti e fecondi ha soppresso la tratta dei
Negri, ha favorito la libera circolazione sui
fiumi internazionali (Reno, Danubio e Vistola) ed
infine ultimo ma non meno importante ha garantito
alla Svizzera la sua neutralità
permanente.Modificandosi in tal maniera
l'aspetto geopolitico, si resero necessarie nuove
alleanze al fine di mantenere l'equilibrio. La
Santa Alleanza, stipulata a Parigi il 26
settembre 1815 fra Austria, Prussia e Russia,
patto a cui aderiscono in seguito a titolo
personale Francia e Inghilterra, verrà
strumentalizzata dal Metternich per mantenere
l'ordine e l'equilibrio grazie al principio di
intervento, al quale l'Inghilterra opporrà il
principio di non intervento, che favorirà
l'emancipazione delle colonie spagnole, la
trasformazione del regime in Francia (1830) e la
costituzione
15
Il periodo che va dal Congresso di Vienna alla
Rivoluzione parigina del 1830 (che rilancia
lesperienza liberale su scala europea) si chiama
dunque RESTAURAZIONE (di autorità presunte
legittime ma, più in generale, di aspetti
conservatori della vita pubblica). Si afferma
così lEuropa legittimista. In Italia la
restaurazione è sostenuta non solo dallAustria,
ma anche dai Savoia, Borbone e Stato pontificio.
Questultimo ristabilì lordine dei gesuiti,
chiese ai governi che listruzione pubblica fosse
restituita al monopolio delle scuole
confessionali, ottenne che ogni attività
culturale fosse sottoposta a preventiva censura
ecclesiastica, che la stampa e la diffusione di
opere proibite dalla Congregazione dellIndice
venissero perseguite dal potere giudiziario come
reati civili, soppresse il codice napoleonico e
ricostituì il tribunale dellInquisizione. In
Italia la borghesia, frantumata nei vari piccoli
Stati, non aveva campo dazione. La vita interna
degli Stati italiani era caratterizzata da
strutture proprie di una società preindustriale.

16
Lintensificazione dei traffici coi mercati
doltralpe (era aumentata la richiesta di seta e
cotone nonché di generi alimentari pregiati)
rendeva ancor più evidenti le condizioni di
arretratezza. LItalia rischiava dessere
tagliata fuori dagli sviluppi del capitalismo
industriale delloccidente europeo. Produttori e
commercianti chiedevano unificazione doganale e
creazione di un organico e moderno sistema di
comunicazioni interne. A far cambiare qualcosa -
a partire dal 1820- furono soprattutto gli
scrittori romantici, che intrapresero unopera di
sprovincializzazione della cultura italiana,
inserendola nel più vasto moto del Romanticismo
europeo.
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L'Europa del Congresso di Vienna Il congresso di
Vienna (1 novembre 1814 - 9 giugno 1815) ha
costituito lo sforzo concreto dei rappresentanti
delle grandi potenze di ridisegnare il profilo
geo-politico dellEuropa. Pur essendo gli
interessi di ciascuno stato diversi, esisteva un
fine comune la restaurazione monarchica,
favorita dalla costruzione di un equilibrato
sistema degli stati che consentisse una pace
stabile. Si strinsero a questo scopo alleanze,
si cercò di consolidare il potere
dellaristocrazia terriera, tutto questo
accompagnato da una restaurazione ideologica,
costituita principalmente dal legittimismo (che
sanzionava la sovranità per diritto divino) e il
tradizionalismo (che affermava lesistenza di un
ordine gerarchico immodificabile).
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Tuttavia questo nuovo equilibrio appariva
instabile erano avvenuti , infatti, ingenti
cambiamenti, fra i quali la presenza di nuove
energie politiche (terzo stato e il nascente
proletariato), più consapevoli del loro ruolo e
il processo di industrializzazione in corso, che
vedeva lInghilterra, sempre più forte sul piano
economico e commerciale, mettere in discussione i
rapporti di forza fra le potenze. A Vienna in
quei mesi si riuniscono i rappresentanti delle
monarchie europee, i quali, da principali
protagonisti di un improbabile viaggio indietro
nel tempo nella speranza di cancellare dalla
scena l'importante parentesi napoleonica, erano
sì accomunati dall'intento di ripristinare il
vecchio ordine, ma altrettanto divisi per quanto
riguarda le strategie e alcuni intenti che
rimanevano profondamente differenti.
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Nella situazione creatasi, l'Inghilterra,
rappresentata da Lord Castlereagh mirava alla
salvaguardia del suo sviluppo industriale ed
imperialistico e non intendeva assumersi
responsabilità dirette nel quadro europeo,
cercava però di limitare le forme egemoniche
messe in atto da altri paesi. Particolarmente
scomoda è per gli inglesi la Russia, che si pone
come la più intransigente delle potenze
restauratrici ed inoltre mira all'espansione nei
Balcani e nel continente americano. Il vero
problema è che le forze dello Zar, fino a quel
tempo basate sulle unità militari terrestri,
incominciarono l'allestimento di una flotta con
una conseguente espansione marittima di certo
avversa alla potenza britannica, che era da
considerasi come vera e propria regina delle
rotte commerciali marittime mondiali.
20
Gli inglesi infatti, oltre che a mantenere il
controllo commerciale sulle coste dell'Atlantico,
continuavano la loro politica di espansione in
India e nel Sudest asiatico, ed ebbero come
ricompensa per la sua lunga lotta con la Francia
numerose basi navali nel Mediterraneo, tra le
quali Malta, e lungo le rotte per l'Asia.Era
comunque interesse primario degli Inglesi
impedire l'emergere di una nuova nazione egemone
nell'Europa continentale, e ciò spiega il perché
una nazione di orientamento liberale abbia
partecipato ad un riassetto di tipo
conservatore. Tra il ristretto numero di
rappresentanti che presero le reali decisioni,
riuscì ad inserirsi anche l'abilissimo
rappresentante della sconfitta Francia,
Talleyrand, che era stato vescovo prima della
rivoluzione, poi deputato nelle assemblee,
stretto collaboratore di Napoleone ed artefice
del passaggio di potere dall'imperatore a Luigi
XVIII.
21
Egli riuscì a far valere in difesa del suo paese
il cosiddetto principio di legittimità, in base
al quale dovevano essere anzitutto restaurati i
diritti violati dalla rivoluzione, e dunque anche
quelli dei Borbone, re di Francia per diritto
divino.La Francia fu destinata ad un
ridimensionamento del suo ruolo internazionale,
ma a rimanere intatta territorialmente,
nonostante le pressioni della Prussia per
l'annessione dell'Alsazia e della Lorena. Questo
disegno soddisfaceva a pieno i progetti su scala
continentale del Congresso si limitava
notevolmente la portata politica francese al fine
di evitare un ripetersi della supremazia del
Paese come accaduto con il periodo napoleonico, e
nello stesso tempo si lasciava il regno di Luigi
XVIII integro territorialmente, sia per favorire
il disegno di equilibrio delle potenze, sia per
non far passare la restaurazione della dinastia
borbonica come una troppo bruciante umiliazione,
che avrebbe comportato un'immediata impopolarità
del nuovo sovrano come ulteriore precauzione, fu
creata una barriera protettiva ai suoi confini,
rafforzando gli Stati vicini, i Paesi Bassi, il
regno di Sardegna e la Prussia.
22
Scopo degli statisti riuniti a Vienna era non
solo quello di cancellare le conseguenze degli
eventi rivoluzionari accaduti negli ultimi
venticinque anni, ma anche quello di rendere
impossibile il ripetersi di simili eventi,
costruendo, mediante passaggi di intere regioni
da uno Stato all'altro, un equilibrio che fosse
il più possibile solido e duraturo.Tali
spostamenti comportarono comunque una certa
razionalizzazione della geografia europea, con la
definitiva scomparsa del Sacro Romano Impero,
vetusta creatura politica presente sul panorama
europeo dall'età Ottoniana e formato, fino alla
sua dissoluzione da parte di Napoleone nel 1806,
da centinaia di staterelli, sottoposti
nominalmente all'autorità dell'imperatore, ma in
realtà praticamente indipendenti. Fu invece
creata una Confederazione Germanica, formata da
39 stati tedeschi, comprese la Prussia e
l'Austria, e la presidenza della quale spettava
all'imperatore d'Austria.
23
La Russia si espanse verso occidente, inglobando
buona parte della Polonia e la Finlandia, mentre
la Prussia annetteva la Sassonia ed una serie di
territori nella zona del Reno (Colonia, Treviri
ed il bacino della Ruhr) e Spagna e Portogallo si
segnalavano come potenze coloniali in
declino.L'Austria invece rinunciava al Belgio ed
al Lussemburgo, che formarono, insieme
all'Olanda, il regno dei Paesi Bassi, ottenendo
in cambio il territorio dell'ormai defunta
Repubblica di Venezia, che fu unito alla
Lombardia nel Regno Lombardo-Veneto, e, grazie
alle doti diplomatiche di Metternich consolidava
la sua posizione in Germania (considerata, al
pari dell'Italia, solamente come un'espressione
geografica) e nel nostro Paese.
24
In Italia la situazione ritornò apparentemente
allo status quo ante, con la scomparsa però delle
antiche repubbliche di Genova, Venezia e Lucca ed
un rafforzamento della presenza austriaca il
granduca di Toscana Ferdinando III di
Asburgo-Lorena, era infatti fratello di Francesco
I d'Austria, ed erano inoltre imparentati con la
casa d'Austria anche Maria Luisa, duchessa di
Parma e Piacenza, e Francesco IV d'Asburgo-Este,
duca di Modena e Reggio, lAustria controllava
direttamente Lombardo-Veneto, il Trentino,
Trieste e parte dell'Istria.Il regno di Napoli
fu restituito a Francesco I di Borbone, che si
legò con un trattato di alleanza militare
all'impero, mentre anche lo Stato Pontificio
accoglieva guarnigioni austriache.L'unico stato
italiano che mantenne una certa indipendenza fu
il regno di Sardegna, che ricevette alcuni
territori della Savoia e la Liguria, e vide
aumentare la sua importanza come stato-cuscinetto
nei riguardi della Francia.
25
In questa situazione del quadro europeo le
principali potenze sono portate a rendere stabile
e durevole la conformazione politica del
continente e stringono per questo patti e
alleanze. Il 15 settembre 1815 Russia, Prussia e
Austria (più tardi aderirà anche la Francia),
stringono la Santa Alleanza, voluta dallo Zar
Alessandro e basata su criteri mistico-reazionari
al fine di mantenere l'ordine assolutistico e
religioso e il principio dinastico. L'Alleanza
firmata "in nome della Santissima e Indivisibile
Trinità", ha il principale obiettivo del
controllo e dove possibile della repressione del
movimento liberale europeo. L'Inghilterra invece
propone il patto segreto della Quadruplice
Alleanza con Russia, Prussia e Austria, il cui
scopo è di scongiurare il ripetersi di un nuovo
periodo napoleonico e di istituzionalizzare il
"concerto europeo", ovvero la pratica di
periodiche conferenze per il controllo della
situazione politica.
26
La storia ci ha dimostrato in seguito come questa
situazione non potesse essere concretamente
durevole e come non si potesse con un congresso
eliminare la parentesi napoleonica. L'impero
costruito dal generale Bonaparte aveva
contribuito ad una progressiva interdipendenza
politica ed economica del continente, che veniva
ignorata dai progetti delle grandi potenze, le
quali volevano di fatto affiancare una stagnante
e retrograda conformazione politica con una
dinamica situazione industriale e finanziaria,
che trovava i suoi principali centri in
Inghilterra. E' infatti la City di Londra il
cuore delle transazioni finanziarie europee ed è
proprio dal mercato londinese che le potenze
dovevano attingere i fondi per far fronte ai
propri impegni economici. La dottrina del libero
scambio, sostenuta dagli Inglesi fin dagli ultimi
decenni del Settecento si presentava vincente
soprattutto considerando che la libertà di
commercio era la principale richiesta degli
emergenti ceti imprenditoriali dell'intero
continente.
27
Voci per un Dizionario del Pensiero Forte La
Restaurazione di Marco Invernizzi Il Congresso
di Vienna Con il termine Restaurazione viene
indicato il periodo della storia europea
successivo alla sconfitta militare di Napoleone
Bonaparte (1769-1821) e al venir meno del sistema
imperiale da lui costruito nel ventennio dal 1796
al 1815, nello stesso tempo facendo riferimento
sia alla ripresa dei princìpi precedenti la
Rivoluzione francese cioè caratterizzanti
lAntico Regime , sia al ritorno dei prìncipi
sui troni degli Stati sui quali Napoleone aveva
dominato, a partire dal rientro dei Borboni in
Francia.
28
Lesame delloperato dei governi dopo il 1815
mostra però come non si sia verificata
unautentica restaurazione dei princìpi
pre-rivoluzionari, soprattutto perché la cultura
politica delle classi dirigenti è intrisa
dellideologia illuminista e del
giurisdizionalismo, cioè dalla dottrina
dellassolutismo illuminato che subordinava la
religione agli interessi dello Stato che aveva
dominato negli Stati europei del Seicento e del
Settecento. Levento principale della
Restaurazione è il congresso tenuto a Vienna
dal 22 settembre 1814 al 10 giugno 1815 nel
quale i responsabili delle potenze che avevano
costituito la quadruplice alleanza contro
Napoleone gettano le basi del sistema politico
che garantirà la pace allEuropa nei trentanni
successivi. A Vienna sono rappresentati limpero
austriaco, il regno di Prussia, limpero degli
zar e il Regno Unito.
29
A essi si deve aggiungere il Regno di Francia,
presente con Charles-Maurice Périgord, principe
di Talleyrand (1754-1838), un ex abate sempre
nella cerchia dei potenti, sotto qualsiasi
governo di qualunque tendenza, prima con quelli
rivoluzionari, poi con Napoleone, ora con re
Luigi XVIII di Borbone (1755-1824). Questi i
protagonisti del congresso, anche se ai lavori
prendono parte diplomatici di altri Stati. Oltre
al nuovo assetto istituzionale e politico dato
allEuropa, il risultato più importante del
Congresso di Vienna è la costituzione della Santa
Alleanza fra limpero dello zar, il regno di
Prussia e limpero austriaco, con la quale questi
Stati simpegnavano a considerarsi parti di un
unico popolo soggetto al medesimo Dio, che
insieme avrebbero protetto dai nemici sia esterni
che interni. UNALTRA OPINIONE SULLA
RESTAURAZIONE...
30
Il principe di Metternich Artefice
e arbitro del Congresso di Vienna è Klemens
Wenzel Lothar, principe di Metternich
(1773-1859), forse il protagonista della lotta
contro Napoleone, al quale succede come figura di
primo piano nella storia europea. Entrambi, negli
opposti campi della Rivoluzione e della
Contro-Rivoluzione, sono specularmente simili,
perché atipici nei rispettivi schieramenti. Come
Napoleone fa senzaltro parte del mondo
rivoluzionario e, anzi, dà un contributo decisivo
allo sviluppo del processo rivoluzionario,
soprattutto istituzionale, in Europa pur
essendo atipico rispetto allimmagine corrente
del rivoluzionario , così Metternich dedica
senzaltro tutta la sua vita pubblica a
combattere la Rivoluzione, pur senza essere un
contro-rivoluzionario.
31
Infatti, più che un portatore di una visione del
mondo immutabile come sono i contro-rivoluzionar
i, consuetamente ridotti a semplici sostenitori
dellAntico Regime è lo strenuo difensore di un
ordine politico realizzatosi in un determinato
tempo storico e un fedele servitore della
monarchia asburgica, che serve con tutta la sua
intelligenza e abilità diplomatica, pur
condividendo in parte le premesse ideologiche
illuministiche della Rivoluzione. Lottica con la
quale studia e combatte la Rivoluzione è
essenzialmente politica, in quanto vede in essa
la nemica dellordine e dellarmonia fra gli
Stati, cioè della concezione politica riassunta
nella divisa "La vera forza nel diritto",
contenuta nel suo testamento politico.
32
Metternich concepisce il Congresso di Vienna e la
Santa Alleanza come strumenti per attuare una
politica di solidarietà fra gli Stati che riposi
come scrive nelle Memorie "... sulla
medesima base della grande società umana
formatasi in seno al cristianesimo. Questa base
non è altro che il precetto formulato nel Libro
per eccellenza "non fare ad altri ciò che non
vuoi sia fatto a te"". La mancanza di una più
completa prospettiva religiosa e culturale è
probabilmente conseguenza delleducazione
ispirata alla pedagogia illuminista di Johann
Bernhard Basedow (1723-1790), il fondatore del
"filantropismo" ricevuta da un precettore
giacobino dal 1787 al 1790 e dellinsegnamento
che gli viene impartito alluniversità di
Strasburgo, in particolare da un professore di
Diritto Canonico
33
del quale Metternich non rivela il nome ,
successivamente divenuto vescovo di Strasburgo e
poi apostata in nome dei princìpi rivoluzionari
se, con i loro eccessi, questi uomini suscitano
nel giovane Metternich repulsione per lideologia
giacobina, daltro canto in qualche modo lo
privano delleducazione che gli avrebbe permesso
di risalire alle cause del processo
rivoluzionario e, quindi, di cogliere le
responsabilità dellilluminismo anche nella
versione del dispotismo illuminato in quella
rivoluzione che avrebbe combattuto per tutta la
vita.
34
Se il Congresso di Vienna, con il ritorno dei
sovrani sui troni occupati da uomini di Napoleone
e con la solidarietà degli Stati contro la
Rivoluzione, dà allEuropa un lungo periodo di
pace dopo ventanni di guerra praticamente
ininterrotta, la Rivoluzione continua a operare
occultamente nelle diverse nazioni, talora
emergendo, come nei moti del 1820 e del 1821 in
Spagna, nel Mezzogiorno dItalia, in Piemonte e
in quelli del 1830, che portano allinstaurazione
di una monarchia liberale in Francia con re Luigi
Filippo dOrléans (1773-1850), prima di esplodere
nel 1848 nelle insurrezioni delle principali
capitali europee.
35
La Restaurazione in Italia Il Congresso di Vienna
ricostituisce nella penisola italiana dieci
Stati il Regno di Sardegna, il Regno
Lombardo-Veneto sotto limperatore dAustria, il
Ducato di Parma e di Piacenza, il Ducato di
Modena e di Reggio, il Ducato di Massa e Carrara,
il Granducato di Toscana, il Ducato di Lucca, lo
Stato della Chiesa comprendente anche le
Legazioni di Bologna, Ferrara e Ravenna, le
Marche, Benevento e Pontecorvo , la Repubblica
di San Marino, il Regno di Napoli e di Sicilia,
mentre Trentino, Sud Tirolo e Venezia Giulia
tornavano allimpero austriaco. LItalia era
rimasta profondamente segnata dal regime
napoleonico.
36
Dal punto di vista ecclesiale, gli ordini
religiosi, le congregazioni e le confraternite
soppressi dai governi rivoluzionari vengono
restaurati solo in minima parte "... nella
diocesi di Milano scrive per esempio lo storico
Guido Verucci si hanno nel 1818 solo 1 casa
religiosa maschile e 2 femminili, e in quella di
Bergamo, nel 1825, 1 maschile e 3 femminili,
contro 24 maschili e 34 femminili esistenti alla
fine del Settecento". Anche la politica
giurisdizionalistica attribuibile allimpero
austriaco, almeno fino al Concordato del 1855,
avrà la sua parte di responsabilità
nellostacolare la rinascita religiosa, ciò
favorira il distacco popolare dallautorità
imperiale attenuando lostilità del mondo
cattolico verso le società segrete e le forze
rivoluzionarie.
37
Nel mondo cattolico fioriscono nuove forme di
apostolato, fra le quali alcune specificamente
sorte per combattere la Rivoluzione sul piano
culturale, come il movimento laicale Amicizia
Cristiana Cattolica dopo il 1815 , diffuso
soprattutto nellItalia Settentrionale, e nascono
numerosi giornali contro-rivoluzionari come
LEnciclopedia ecclesiastica e morale, pubblicata
a Napoli nel 1821 dal teatino Gioacchino Ventura
(1792-1861), le Memorie di religione, di morale e
di letteratura, fondate a Modena nel 1822 da
monsignor Giuseppe Baraldi (1778-1832), e LAmico
dItalia, sorto a Torino nello stesso anno per
iniziativa del marchese Cesare Taparelli
dAzeglio (1763-1830).
38
Ma il periodo napoleonico lascerà segni profondi
e duraturi soprattutto sul piano giuridico
"Indipendentemente da ogni considerazione del suo
contenuto normativo sostanziale ricorda Guido
Astuti (1910-1980) , la vera novità e
originalità del C. N. il Codice Napoleone sta
nel valore giuridico formale della codificazione,
compiuta in attuazione di nuovi principi teorici,
che la differenziano nettamente da tutte le
precedenti compilazioni o consolidazioni
legislative, determinando una radicale
trasformazione del sistema delle fonti del
diritto, e con essa linizio di una nuova età
nella storia della nostra civiltà giuridica.
39
"Ad un ordinamento fondamentalmente
consuetudinario e giurisprudenziale, quale era
stato nei secoli il diritto civile, dai tempi di
Roma fino a tutto il secolo XVIII, il codice
sostituiva un ordinamento interamente
legislativo, in cui la volontà sovrana del
legislatore si poneva come fonte di produzione
unica, o almeno tendenzialmente esclusiva di
fronte alla consuetudine e alla giurisprudenza
ad un sistema come quello del diritto comune,
caratterizzato da una pluralità e gerarchia di
fonti, quale si era venuto svolgendo nel
pluralismo politico e nel particolarismo
giuridico dei secoli di mezzo,
40
sulla duplice base del privilegio e
dellautonomia, succedeva il sistema del diritto
codificato, costituito da un solo testo legale,
contenente un complesso normativo unitario,
sistematicamente ordinato e suddiviso in
articoli, in cui materiali vecchi e nuovi, di
diversa derivazione e natura, erano insieme
rifusi ed uniformemente presentati con formule
concise e precise, come parti organiche di un
unico corpo".
41
Dopo il Congresso di Vienna Negli anni successivi
al Congresso di Vienna lopera della Rivoluzione
continua allinterno degli Stati italiani sia a
livello delle società segrete che del personale
governativo. Già nel 1816 Antonio Capece
Minutolo, principe di Canosa (1768-1838), uno dei
principali rappresentanti della posizione
contro-rivoluzionaria in Italia cioè di una
riforma culturale e civile prima che politica,
che restaurasse i princìpi del diritto naturale e
cristiano e abolisse tutte le riforme
rivoluzionarie introdotte durante il ventennio
napoleonico e anche nel tempo del dispotismo
illuminato è costretto a dimettersi da ministro
della polizia nel Regno di Napoli per volere del
primo ministro Luigi cavalier de Medici,
principe di Ottaiano e duca di Sarno (1759-1830),
favorevole al mantenimento delle riforme
illuministiche.
42
Pochi anni dopo, nel 1819, il conte Prospero
Balbo (1762-1837), un liberale già funzionario
del regime napoleonico, è nominato primo
segretario di Stato per gli Affari Interni del
Regno di Sardegna. Così, mentre in tutti gli
Stati italiani vengono mantenuti i codici
napoleonici, cioè le principali conquiste
rivoluzionarie, e le classi dirigenti, civili e
militari, continuano a essere ampiamente
caratterizzate dalla presenza di ex collaboratori
dei regimi napoleonici, le forze liberali si
organizzano per far compiere alla società un
nuovo passaggio rivoluzionario. Nel dicembre del
1818, ad Alessandria, Filippo Buonarroti
(1761-1837) fonda la società segreta dei Sublimi
Maestri Perfetti, organismo con il quale cercherà
di controllare la rete delle società segrete
operanti nel paese,
43
fra cui la Federazione Italiana guidata dal conte
Federico Confalonieri (1785-1846), operativa
soprattutto in Lombardia, la Costituzione Latina,
nata nelle Legazioni pontificie dalla fusione di
elementi della Carboneria con uomini della
Società Guelfa, e, soprattutto nel Meridione, la
stessa Carboneria. Linfluenza nel corpo sociale
delle società segrete insieme a quella degli
elementi liberali presenti nei governi
prepareranno il crollo degli Stati della
Restaurazione sotto la pressione del Regno di
Sardegna, dopo il 1848 guadagnato alla causa
rivoluzionaria e forte dellappoggio degli Stati
francese e inglese.
44
LA(INUTILE) RESTAURAZIONE Il termine che
all'inizio fu impiegato in Francia per indicare
l'età del ristabilimento sul trono del ramo
primogenito dei Borboni, passò ben presto a
designare l'epoca della storia dell'intera Europa
che va dal 1815 al 1830, caratterizzata dal
ritorno nelle monarchie restaurate dopo la caduta
di Napoleone, del principio di legittimità del
diritto divino in contrapposizione al principio
di legittimità democratico affermato dalla
Rivoluzione Francese.Ma se il legittimismo fu
un carattere essenziale di quell'epoca, la
restaurazione non fu un movimento storico
puramente reazionario che mirava al semplice
ritorno dell'ancien régime. Soltanto in pochi
casi come nella Spagna di Ferdinando VII ed in
alcuni principati tedeschi ed italiani (per
esempio Napoli), i sovrani adottarono linee di
condotta decisamente reazionarie, reprimendo ogni
nuovo fermento .
45
Per la maggior parte, gli stati d'Europa furono
retti o con il regime costituzionale (piuttosto
vago) o con una forma di assolutismo
paternalistico Luigi XVIII non si mostrò
favorevole agli "ultras", fautori dell'estrema
destra e lo stesso Metternich costrinse
Ferdinando di Napoli a disfarsi del ministro
Canosa per i suoi metodi reazionari.Durante la
Restaurazione furono in genere mantenuti il nuovo
sistema amministrativo ed i nuovi codici, così
come furono legittimati gli acquisti di beni
ecclesiastici e feudali avvenuti durante il
periodo della Rivoluzione. Non va neppure taciuto
che l'età della Restaurazione fu caratterizzata
da un'abile opera di ricostruzione economica e
finanziaria e da un'accorta politica intesa al
mantenimento della pace tra le potenze europee.
46
Ciononostante la Restaurazione fallì nel suo
compito fondamentale, e cioè nell'attuazione di
una conciliazione del passato con il presente,
perché disconobbe le nuove esigenze di libertà,
di democrazia e di nazionalità, potentemente
portate alla ribalta dalla Rivoluzione e diffuse
in Europa da Napoleone."Quale gioventù é mai
questa che io lascio! Essa é nondimeno opera mia!
E vendicherà abbastanza gli oltraggi ch'io
soffro, colle chiare opere che da essa
usciranno"... "Ma non iscorgono essi che uccidono
in me se medesimi colle proprie mani?" (Da
Sant'Elena, Memoriale).Il 1848 era ancora
lontano, ma la pagina era già stata
scritta!Tali nuovi princìpi, si andavano sempre
più affermando nonostante il rigore delle
polizie. L'impiego della Chiesa come
"instrumentum regni", nel tentativo di tenere a
freno le nuove generazioni coll'educazione
religiosa, cagionò, al contrario, il sorgere del
Cattolicesimo liberale.
47
I popoli intendevano rinnovare la vita dello
Stato e chiedevano di partecipare al potere
pubblico, e l'abile Concerto degli Stati europei
architettato da Metternich non poteva contrastare
che temporaneamente, l'imporsi delle tendenze
liberali e democratiche.Il tentativo di Carlo
X, con la collaborazione del principe de
Polignac, d'instaurare in Francia un regime
autenticamente controrivoluzionario, provocò
invece la rivoluzione del Luglio del 1830
questa rivoluzione, anche se i suoi effetti non
si diffusero durevolmente in Europa, segnò la
fine della restaurazione. Dopo Napoleone era
inutile far finta di nulla, l'Europa non era più
quella di prima.
48
Nel '20-'21 erano iniziati i primi fermenti e
primi moti (quelli di Napoli, seguiti da quelli
Piemontesi) nel '31 divennero numerosi e
consistenti i tumulti e le ribellioni nel '48
esplosero, e questa volta non solo in Francia, in
Italia, in Germania, ma nella stessa Austria, e
Metternich fu messo alla porta.Ma la politica
austriaca non cambiò molto soprattutto nei
confronti dell'Italia . Dal '48 in poi "gli
Asburgo seminarono malcontento su tutta Europa"
(lo scrive il tedesco Alessandro Assia - fratello
della zarina, parente dei Windsor, insofferente
luogotenente austriaco a Milano, infine
consigliere del giovane Francesco Giuseppe a
Villafranca) con scellerate alleanze e con
ambigui patti (spesso originati da dissapori e
antipatie familiari - come gli Assia, i Romanov,
i Savoia, i francesi di Napoleone III).
49
Iniziarono gli Austriaci -perché ambigui- ad
essere sempre più isolati, dalla Russia zarista,
e soprattutto dalla Prussia diventata Germania.
Il colpo di grazia alla fine arrivò nel 1914.
Nell'incapacità di mettersi d'accordo,
all'esterno come all'interno, crollarono così tre
imperi storici. E i belligeranti (e non solo
quelli perdenti) uscirono dal conflitto tutti
sconfitti, in quanto la guerra segnò - se non la
causò direttamente - uno spostamento della
potenza internazionale dall'Europa all'America da
un lato, alla Russia sovietica dall'altro. Per
rimanere da quel momento in avanti (i 2 blocchi)
i soli padroni assoluti dell'Europa, nella Prima
Guerra Mondiale, che diede poi origine - dopo una
pausa- anche alla Seconda.
50
Lo sviluppo economico europeo e la questione
sociale Durante gli ultimi decenni del XVIII
secolo e la prima meta' del XIX ebbe luogo la
cosiddetta "rivoluzione industriale", provocata
dall'impiego di nuove fonti di energia,
dall'invenzione delle prime macchine industriali
e, conseguentemente, dalla radicale
trasformazione dei metodi di produzione. Iniziata
in Inghilterra, per molteplici ragioni di cui la
più importante fu il fortissimo incremento
demografico e quindi l'accresciuta domanda di
beni di consumo, questa rivoluzione era destinata
a sconvolgere, nel campo economico e sociale,
tutte le vecchie abitudini, a modificare i
rapporti tra imprenditori e lavoratori. Le prime
ad affermarsi furono le industrie tessili, ma in
seguito, a causa della crescente richiesta di
macchinari, importantissima divenne l'industria
meccanica e siderurgica l'industria estrattiva
ebbe di conseguenza un enorme incremento.
51
Le nuove macchine rivoluzionarono anche i mezzi
di trasporto nel 1807 lo statunitense Fulton
costrui' la prima imbarcazione a vapore nel 1814
l'inglese Stephenson applico' la macchina a
vapore a una locomotiva. Contrariamente a quanto
succedeva in Inghilterra, in Italia l'agricoltura
rimase l'attivita' prevalente, mentre assai meno
favorita fu l'industria, fatta eccezione per
quella tessile del nord. In Inghilterra e poi in
tutta Europa la rivoluzione industriale ebbe
gravi ripercussioni sociali i progressi
dell'agricoltura e l'aumento demografico
provocarono una forte emigrazione verso i nuovi
centri industriali. Questi lavoratori, che per
l'eccesso di manodopera vivevano nella paura
della disoccupazione ed erano costretti ad
accettare inumane condizioni di lavoro,
costituirono una nuova classe sociale cui fu dato
il nome di proletariato. Fin dai primi decenni
dell'800, fremiti di ribellione cominciarono a
scuotere le masse operaie e la "questione
sociale" si impose in tutta la sua gravita'.
52
Agli sforzi del proletariato di organizzarsi per
difendere i loro diritti vennero incontro i primi
assertori del socialismo. In Inghilterra, Robert
Owen introdusse per primo nelle sue fabbriche
innovazioni igieniche e sanitarie e mise in atto
importanti esperimenti di collaborazione tra
padroni e operai alla sua azione sociale fece
riscontro sul piano politico il "movimento
cartista". In Francia Saint-Simon e Proudhon
elaborarono teorie per una diversa organizzazione
della societa'. Karl Marx contrappose a questo
socialismo, che egli giudicava utopistico, il
proprio socialismo scientifico, pubblicando
insieme a Friedrich Engels il MANIFESTO DEL
PARTITO COMUNISTA.
53
La crisi della Santa Alleanza La politica di
equilibrio che aveva in gran parte ispirato il
congresso di Vienna fu messa alla prova nel 1821
quando, sulla scia dei moti rivoluzionari della
Spagna, di Napoli e del Piemonte, si accesero in
Grecia numerosi focolai di rivolta contro la
dominazione turca. L'impero ottomano si estendeva
sull'Africa settentrionale, il Medio Oriente,
l'Anatolia e i Balcani di fatto la sua autorità
era molto debole e divisa fra i vari pascià (o
viceré) e principi locali. Le grandi potenze
(Austria, Russia, Gran Bretagna, Francia)
ambivano a raccogliere l'eredita' dell'impero
ottomano, ma ciascuna voleva impedire che le
altre ricavassero dallo sfacelo di quest'ultimo
vantaggi eccessivi. Perciò, mentre gli ambienti
liberali di tutta Europa appoggiavano
generosamente gli insorti greci, i governi delle
grandi potenze mantenevano un cauto atteggiamento
e si studiavano a vicenda.
54
Nel 1827 il caso venne in aiuto dei Greci che
avevano duramente lottato per la libertà la
battaglia di Navarino, ingaggiata per cause
fortuite e conclusasi con la distruzione della
flotta ottomana, sanci' praticamente
l'indipendenza della Grecia. La catena di
reazioni contro i regimi assolutisti registro' un
altro episodio in Francia, nel luglio 1830,
quando la borghesia liberale parigina, esasperata
dalla politica oppressiva di Carlo X, suscito'
una rivolta che si concluse con la fuga del re.
Il trono fu offerto a un nobile di idee
progressiste, Luigi Filippo d'Orleans, il quale
si affretto' a concedere una costituzione
liberale. L'avvento al trono di Luigi Filippo
suscito' fra i liberali di tutta Europa speranze
che sfociarono in due episodi. Nel 1830 i belgi
si sollevarono contro l'unione con gli Olandesi,
cui li aveva costretti il congresso di Vienna.
55
Francia e Gran Bretagna, che avevano interesse a
indebolire il regno dei Paesi Bassi, appoggiarono
i belgi, bloccando un progetto di intervento
repressivo della Santa Alleanza. Più sfortunati
furono i Polacchi e i Modenesi. I primi,
sollevatisi a Varsavia contro la dominazione
zarista, non ricevettero alcun aiuto esterno e la
loro rivolta fu soffocata dai Russi. I secondi
insorsero nel 1831 confidando nell'aiuto di Luigi
Filippo. La ribellione si estese subito ad altre
citta' dell'Emilia, ma l'intervento francese non
ci fu, e l'insurrezione fu, ancora una volta,
domata dagli Austriaci. Le idee liberali, tanto
dibattute in Europa in questo periodo, ebbero un
riflesso, ma pacifico e forse più costruttivo che
altrove in Gran Bretagna. Il partito della
borghesia liberale (gli whig), andato al potere,
introdusse importanti riforme, come quella
elettorale, che più tardi sarebbero state un
punto di riferimento per le democrazie del
continente.
56
(No Transcript)
57
IL CONGRESSO DI LUBIANA IL VOLTAFACCIA DI
FERDINANO I LA RIVOLUZIONE NAPOLETANA
STRONCATA LA RIVOLUZIONE PIEMONTESE Iniziamo
con una panoramica generale sull'intero anno La
"Santa Alleanza", al congresso di Lubiana dove è
atteso FERDINANDO I, le tre potenze, Austria,
Prussia e Russia, intendono riconfermare le
decisioni già prese a Troppau a dicembre.
Interventi militari su quei territori dove sono
"già in atto", o si verificheranno d'ora in
avanti, moti rivoluzionari di qualsiasi
genere. Questa formula "già in atto" significa
che hanno già deciso a dicembre di intervenire
sul regno di Napoli, senza neppure l'approvazione
del re borbonico.
58
Ferdinando, quasi offeso, aveva deplorato la
decisione comunicata al suo ambasciatore, e aveva
subito dichiarato che solo alla presenza del re
di uno stato sovrano si potevano prendere certe
decisioni anche perché la situazione non era
affatto grave ed egli si stava impegnando a dare
ai suoi sudditi una costituzione meditata. Aveva
quindi chiesto di partecipare all'incontro delle
grandi potenze a Lubiana in questo inizio
gennaio. 8 GENNAIO - Ferdinando I, con tanto
ottimismo, raggiunse Lubiana. Il Congresso
iniziava il 26 gennaio, quindi è presumibile che
il re di Napoli si é incontrato con gli altri
convenuti e portato a conoscenza il programma
costituzionale che aveva concesso nel suo regno
senza dover ricorrere a una sanguinosa
repressione figuriamoci se ora era necessario il
minacciato intervento militare austriaco. Insomma
era quanto mai inopportuno applicare la punitiva
linea di condotta che avevano concordato e deciso
le grandi potenze a Troppau lo scorso anno, senza
nemmeno averlo consultato e senza conoscere
esattamente la situazione del suo Paese.
59
11-12 GENNAIO - TORINO -Metternich - che era
l'ispiratore della linea "intervento repressivo"
- dopo i moti di Napoli - temeva fortemente le
emulazioni dei liberali in altre città, e non si
sbagliava. Le agitazioni andate così a buon fine
a Napoli stavano alimentando altre cospirazioni
in altri Stati italiani. In Piemonte c'erano già
degli emulatori del generale Pepe. Ci volevano
dunque delle "punizioni" esemplari per stroncare
già sul nascere le rivolte. Se non erano
sufficienti le forche per i cospiratori,
bisognava impiegare l'esercito e prendere più
drastici provvedimenti. E soprattutto agire
subito. 26 GENNAIO - La "punizione" di METTERNICH
su Napoli non si fece attendere. FERDINANDO I era
partito da Napoli per Lubiana per farsi ascoltare
dai "grandi", e nutriva persino la speranza di
essere apprezzato come mediatore di pace, visto
che nel concedere una monarchia costituzionale ai
liberali - ispirandosi alla saggezza,
sottolineava - a qualche privilegio lui aveva
rinunciato.
60
Lo attende invece un'umiliazione. Il
riconoscimento dato ai moti guidati dai militari,
la Costituzione offerta con il giuramento, e le
aspettative che lui e suo figlio Francesco hanno
concesso ai "ribelli" "rivoluzionari" "disertori"
- così considerati da i "grandi" riuniti al
congresso - sono condannate e respinte in blocco
a Lubiana. Austria, Prussia e Russia
impartiscono subito disposizioni alle sedi
diplomatiche di non riconoscere il nuovo Stato di
Ferdinando I. Una vera e propria
esautorazione! Contemporaneamente, partono gli
ordini per far muovere un potente esercito
austriaco su Napoli, per ripristinare l' ordine
ed affrontare il ribelle esercito napoletano,
guidato dal "traditore" generale Pepe. 23
FEBBRAIO - Mentre l'esercito austriaco sceso in
Italia sta già attraversando i territori del
Regno Pontificio (prontamente concessi dal papa),
a Napoli il governo costituzionalista,
determinato a difendersi, riceve da Lubiana l'
enigmatico e assurdo ordine di Ferdinando I,
"...desistere dal progetto difensivo, ma
accogliere invece gli austriaci per il bene del
Paese".
61
7 MARZO - Convinti che il re a Lubiana é
minacciato e forse tenuto prigioniero, i
napoletani non desistono, si organizzano e si
spingono fino a Rieti per affrontarli ma sono
sconfitti da un esercito più forte e decisamente
più numeroso. Il 21 MARZO gli austriaci occupano
Capua, Caserta e Aversa. 25-25 MARZO - Il potente
esercito austriaco entra nella città di Napoli,
il giorno dopo alcuni reparti occupano la
fortezza di Gaeta. Il 31 MARZO con la sistematica
occupazione della città, si procede prima al
disarmo totale dei cittadini - pena l'immediata
fucilazione se sorpresi in possesso di armi - poi
il 9 APRILE é istituita la corte marziale per i
ribelli, si offrono persino premi per i
denunziatori dei rivoluzionari. L'11 APRILE é
nominato nuovamente il più famigerato capo della
polizia il principe di CANOSA, che Napoli ha già
conosciuto per un breve periodo, nel 1816
all'inizio della restaurazione dei Borboni, ma
che Ferdinando IV, aveva esonerato per la troppa
fanatica e feroce azione repressiva di questo
personaggio che screditava la corte, alimentando
odio invece di placarlo.
62
Così a Napoli con Canosa richiamato in servizio e
a capo della repressione, ritorna il
terrore. Sono arrestati tutti quelli che avevano
fatto parte del Parlamento, e sono emesse
condanne a morte per tutti i militari che avevano
preso parte alla rivoluzione in contumacia anche
il generale Pepe. Destituiti tutti coloro che
avevano ricevuto cariche e impieghi dal governo
precedente, rigorosamente vietate le società
segrete, altrettanta rigorosa la censura su ogni
genere di stampa e proibite ogni tipo di
manifestazioni e assembramento di gruppi di
persone. 15 MAGGIO - FERDINANDO I, l'uomo che
molti napoletani avevano creduto sincero, saggio,
moderno, capace di non piegarsi davanti agli
austriaci, si rivelò invece (questa fu
l'impressione) di una doppiezza incredibile.
Scortato dagli austriaci rientrò ufficialmente e
pomposamente a Napoli.
63
La restaurazione si compì rapidamente. Sul
patibolo subito i due maggiori responsabili - gli
ufficiali MORELLI e SALVATI molti promotori
finirono nelle regie galere, ma moltissimi si
misero in salvo fuggendo in tempo quando capirono
che il tradimento del re era un dato di fatto
La RIVOLUZIONE NAPOLETANA finiva in un modo
triste e umiliante. Forse per la doppiezza di
Ferdinando. Forse anche giustificata, perché lui
stesso sperava che le altre potenze europee come
la Francia e la Gran Bretagna, si sarebbero
opposte all'intervento dell'Austria su uno Stato
sovrano che non aveva -nella sollevazione-
provocato nessun disordine pubblico. O forse
Ferdinando pensò solo alla sua sopravvivenza. Si
é anche scritto che quest'esito infelice,
contribuì potentemente a diffondere il sentimento
dell'unificazione nazionale,è la mitologia del
Risorgimento, a dare ai moti una tinta
patriottica e anti-austriaca anche se non a
livello di masse popolari, ancora isolate e poco
influenti. Ma è indubbio che i fuggitivi, a
migliaia, iniziarono a ingrossare le file dei
futuri cospiratori in ogni parte d'Italia.
64
L'Austria, dopo l'intervento a Napoli (e fra poco
in Piemonte) apparve a tutti quella che era non
la garante degli Stati Italiani, ma la
protettrice dei regimi più illiberali, e i suoi
soldati i sicari degli Stati più oppressivi e
repressivi. Insomma l'Austria cominciò a farsi
odiare anche da chi ancora quest'anno - il SAVOIA
in Piemonte - chiese il suo aiuto per stroncare i
moti rivoluzionari esplosi dentro l esercito. Gli
stessi moti, concepiti da quel gruppo di
cospiratori, che poi scodellarono più tardi alla
dinastia sabauda un regno il Regno d'Italia
Vittorio Emanuele, e ora il fratello Carlo
Felice, appartenevano alla più ottusa monarchia,
ma sorprese l'atteggiamento del giovane Carlo
Alberto, che si era sempre ribellato al
conservatorismo sabaudo e aveva dimostrato di
essere un filoliberale. Invece sprecò il resto
della sua vita - 30 anni - per capire da che
parte doveva stare.
65
Già, perché nel frattempo, mentre a Napoli si
soffocava la prima vera rivoluzione liberale, che
andava a iniziare il difficile cammino verso
l'unificazione nazionale, il coraggio di PEPE,
MORELLI, SALVATI e di altri 5000 anonimi, non
moriva sul patibolo, l'audacia si era trasferita
in Piemonte. Perché anche il tentativo
rivoluzionario che ebbe luogo nel regno Sabaudo
fu d'ispirazione e prodezza militare i suoi capi
erano tutti ufficiali membri dei circoli di
corte. Perfino il legittimo erede al trono (lui,
Carlo Alberto) il giovane ribelle della dinastia
ma che poi - nel momento di agire- purtroppo come
doppiezza, si dimostrò non inferiore a Ferdinando
I. Un inquietante e ambiguo personaggio Carlo
Alberto, che si riscattò solo nei suoi ultimi
giorni di regno, quando ripercorrendo tutti i
suoi errori, ne trovò così grandi, che non seppe
resistere al dolore, morì di crepacuore. E'
quindi necessario ora, ritornare all'inizio
dell'anno e ripercorrere gli eventi piemontesi
che scorrono quasi in parallelo con quelli di
Napoli,
66
L'esempio napoletano indusse i liberali di altri
stati italiani a passare all'offensiva. In
Piemonte il conte Santorre di Santarosa si
impegnò a organizzare un moto costituzionale. Ma
come in quella di Napoli vi fu una
disorganizzazione degli insorti la repressione,
fu facilitata anche dall'incertezza nell'azione
manifestata dai liberali, dalle discordie interne
fra moderati e radicali, dalla poca chiarezza dei
programmi che caratterizzavano quei gruppi
rivoluzionari e soprattutto emerse l'isolamento
dei patrioti dal resto della popolazione la
borghesia commerciale, industriale ed agraria,
ancora debole ed immatura fu coinvolta solo
marginalmente e del tutto indifferente rimase la
"plebe" contadina ed urbana che preferiva il
semplice pane e non l'astratta libertà. E il
primo ,anche se poco, lo riceveva dai "signori",
ed erano questi ad avere in mano le unità
produttive
67
(No Transcript)
68
  • TRADIZIONE CONTRO RIVOLUZIONE
  • I TEORICI DELLA RESTAURAZIONEBURKE E DE MAISTRE
  • SALVARE LA RIVOLUZIONE, CONSERVARE LE LIBERTA
  • UNA NUOVA VISIONE DEL MONDOIL ROMANTICISMO
  • AMBIGUITA DEL ROMANTICISMO
  • LIDEA DI NAZIONE
  • LO SVILUPPO DEL SENTIMENTO NAZIONALE
  • LEGGITTIMITA/LEGALITA

69
TRADIZIONE CONTRO
RIVOLUZIONE Due questioni furono al centro della
discussione filosofica e politicail giudizio
sulla Rivoluzione francese e il rapporto con la
nuova società industriale che prepotentemente
veniva emergendo e che poneva problemi del tutto
inediti.La Rivoluzione francese aveva
rappresentato una contraddittoria miscela di
speranze, paure, delusioni, amplificate in tutta
Europa dallespansionismo napoleonico nessun
intellettuale europeo della Restaurazione poté
sottrarsi al compito di pensare la rivoluzione,
il che condusse a riflettere non solo su un
determinato evento storico, ma sullintera
civiltà europea e sulle sue prospettive.In
particolare si istituì un serrato confronto
critico con lIlluminismo e con i suoi grandi
princìpi il primato della ragione, la libertà,
luguaglianza, i diritti delluomo.
70
I TEORICI DELLA RESTAURAZIONEBURKE E DE
MAISTRE Già nel 1790 linglese Edmund
Burke(1729-97) aveva aperto il dibattito sulla
rivoluzione.Burke giudicava la Rivoluzione
francese per differenza rispetto alla Glorius
Revolution inglese del 1688, che senza versare
una goccia di sangue aveva dato vita a un sistema
politico profondamente rinnovato.Egli condannava
i francesi per aver rovesciato lordine
costituito ispirandosi a princìpi astratti di
libertà e uguaglianza e pretendendo di istituire
una nuova legalità, i rivoluzionari avevano
disgregato la società, invece di riformarla.
Questa impostazione venne ripresa e radicalizzata
in Francia da diversi pensatori, il maggiore dei
quali fu il conte savoiardo Joseph de
Maistre(1753-1821).
71
Affermava de Maistre la restaurazione della
monarchia, che viene chiamata controrivoluzione,
non sarà una rivoluzione contraria, ma il
contrario della rivoluzione. Questo per dire che
errata e dannosa era non solo quella
rivoluzione, ma ogni rivoluzione.De Maistre
proponeva una visione della storia e delluomo
alternativa a quella illuministicauna visione
trascendente, fondata su valori religiosi, in
contrapposizione al laicismo dominante nei Lumi.
Egli giudicava la Rivoluzione francese una
manifestazione del male. Al contrario degli
illuministi, che concepivano la storia in termini
di progresso e di incivilimento, de Maistre la
interpretava come continua decadenza e scorgeva
una salvezza per lumanità solo nellopera della
Provvidenza, che avrebbe portato alla costruzione
di un nuovo ordine una nuova grande comunità
cristiana degli stati europei, sul modello della
res pubblica cristiana medievale anteriore alla
riforma protestante.Una rinnovata alleanza fra
trono e altare, nel quadro di una subordinazione
del potere temporale a quello spirituale, questo
era il pr
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