Title: LE POMPE DI CALORE ALLA LUCE DEL PROGETTO DI NORMA pr UNI/TS 11300-4 E DEL D.Lgs. 2811 (RECEPIMENTO DIRETTIVA RES)
1- CORSO DI AGGIORNAMENTO DI CUI ALLART.7 DEL
DECRETO 5/08/11 PER PROFESSIONISTI ISCRITTI NEGLI
ELENCHI PREVISTI DALLA LEGGE N818 - - D.M. 9/03/07 Prestazioni di resistenza al fuoco
delle costruzioni nelle attività soggette al
controllo del corpo nazionale dei vigili del
fuoco. - D.M. 16/02/07 Classificazione di resistenza al
fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di
opere da costruzione. - Arezzo, 8 giugno 2012
2DECRETO MINISTERO DELLINTERNO 09.03.2007
Prestazione di resistenza al fuoco delle
costruzioni nelle attivita soggette al controllo
del Corpo nazionale dei vigili Art.1 Campo di
applicazione Le disposizioni si applicano alle
attività i cui progetti sono presentati ai
Comandi provinciali dei vigili del fuoco per
lacquisizione del parere di conformità di cui
allArt.2 del DPR n37 del 12.01.1998. Art.2
Obbiettivi Le costruzioni devono essere
progettate, realizzate e gestite in modo da
garantire 1 - la
stabilità degli elementi portanti per un tempo
utile ad assicurare il soccorso degli
occupanti - la limitata propagazione del
fuoco e dei fumi, anche riguardo alle opere
vicine - la possibilità che gli occupanti
lascino lopera indenni o che gli stessi
siano soccorsi in altro modo - la possibilità
per le squadre di soccorso di operare in
condizioni di sicurezza
3 2 - le misure ed i sistemi di
protezione adottati nel progetto ed inseriti
nella costruzione, devono essere
adeguatamente progettati, realizzati e
mantenuti in base a quanto prescritto dalle
specifiche normative tecniche o dalle
indicazioni fornite dal produttore al fine di
garantire le prestazioni nel tempo
3 - lindividuazione dei valori che
assumono i parametri posti a base della
determinazione delle azioni di progetto è a
carico dei soggetti responsabili delle
progettazione. Il mantenimento delle condizioni
che determinano lindividuazione dei
suddetti valori è a carico dei titolari
dellattività. Art.4 Abrogazioni e disposizioni
finali 1 sono abrogati dalla
data di entrata in vigore del decreto -
circolare del M.I. 14.09.1961 n91 recante norme
di sicurezza per la protezione contro il
fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio
destinati ad uso civile - il D.M. del
M.I. 06.03.1986 recante il calcolo del carico di
incendio per locali aventi strutture
portanti in legno.
4 2 - allallegato A del D.M.
del M.I. 30.11.1983 recante ltltTermini,
definizioni e simboli grafici di
prevenzione incendigtgt sono apportate le modifiche
per quanto riguarda la definizione di
ltltcarico dincendiogtgt, ltltcompartimento
antincendiogtgt e ltltresistenza al fuocogtgt, indicate
rispettivamente ai punti 1.3, 1.5 e 1.11,
sono sostituite con le corrispondenti definizioni
riportate al punto 1, lettera c), g) e j)
dellallegato al D.M. 3 -
il riferimento al bollettino ufficiale del C.N.R.
28.12.1999 n192, relativo alla
progettazione di costruzioni resistenti al fuoco,
contenuto nella lettera Circolare 31.01.2001
prot. PI30/4101 sott. 72/E è da ritenere
superato 4 - per le
costruzioni esistenti, le cui prestazioni di
resistenza al fuoco siano state accertate
dagli organi di controllo alla data di entrata in
vigore del Decreto, non è necessario
procedere ad una nuova determinazione nei casi
di modifiche della costruzione, ivi
comprese quelle dovute ad un ampliamento
e/o ad una variazione duso, sempre che tali
modifiche non comportino un incremento
della classe di rischio indicata nella Tabella 2
dellallegato al Decreto, una riduzione
delle misure protettive o un incremento
del carico dincendio 5 -
il Decreto è entrato in vigore il 25.09.2007.
5ALLEGATO
- Art.1 TERMINI E TOLLERANZE DIMENSIONALI
- 1. Per i termini, le definizioni e le tolleranze
dimensionali si rimanda a quanto stabilito con il
decreto del Ministro dellinterno 30/11/1983. in
particolare, ai fini dellapplicazione delle
presenti disposizioni tecniche, valgono le
seguenti definizioni - a) CAPACITA DI COMPARTIMENTAZIONE IN CASO
DINCENDIO attitudine di un elemento costruttivo
a conservare, sotto lazione del fuoco, oltre
alla propria stabilità, un sufficiente isolamento
termico ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai
gas caldi della combustione, nonché tutte le
altre prestazioni richieste. - b) CAPACITA PORTANTE IN CASO DINCENDIO
attitudine della struttura, di una parte della
struttura o di un elemento strutturale a
conservare una sufficiente resistenza meccanica
sotto lazione del fuoco con riferimento alle - altre azioni agenti.
- c) CARICO DINCENDIO potenziale termico netto
della totalità dei materiali combustibili
contenuti in uno spazio corretto in base ai
parametri indicativi della partecipazione alla
combustione dei singoli materiali. Il carico di
incendio è espresso in MJ convenzionalmente 1 MJ
è assunto pari a 0,054 kg di legna equivalente.
(successivamente corretto da Lettera Circolare
del M.I. Prot. P4414/4122 sott.55 a 0,057 kg di
legna equivalente) - d) CARICO DINCENDIO SPECIFICO carico di
incendio riferito allunità di superficie lorda.
E espresso in MJ/m2. - e) CARICO DINCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO
carico dincendio specifico corretto in base ai
parametri indicatori del rischio di incendio del
compartimento e dei fattori relativi alle misure
di protezione presenti. Esso costituisce la
grandezza di riferimento per le valutazioni della
resistenza al fuoco delle costruzioni.
6- f) CLASSE DI RESISTENZA AL FUOCO intervallo di
tempo espresso in minuti, definito in base al
carico di incendio specifico di progetto, durante
il quale il compartimento antincendio garantisce
la capacità di compartimentazione. - g) COMPARTIMENTO ANTINCENDIO parte della
costruzione organizzata per rispondere alle
esigenze della sicurezza in caso di incendio e
delimitata da elementi costruttivi idonei a
garantire, sotto lazione del fuoco e per un dato
intervallo di tempo, la capacità di
compartimentazione. - h) INCENDIO CONVENZIONALE DI PROGETTO incendio
definito attraverso una curva di incendio che
rappresenta landamento, in funzione del tempo,
della temperatura media dei gas di combustione
nellintorno della - superficie degli elementi costruttivi. La curva
di incendio di progetto può essere - - nominale curva adottata per la classificazione
delle costruzioni e per le verifiche di
resistenza al fuoco di tipo - convenzionale
- - naturale curva determinata in base a modelli
dincendio e a parametri fisici che definiscono
le variabili di stato - allinterno del compartimento.
- i) INCENDIO LOCALIZZATO focolaio dincendio che
interessa una zona limitata del compartimento
antincendio, - con sviluppo di calore concentrato in prossimità
degli elementi costruttivi posti superiormente al
focolaio o - immediatamente adiacenti.
7- j) RESISTENZA AL FUOCO una delle fondamentali
strategie di protezione da perseguire per
garantire un adeguato - livello di sicurezza della costruzione in
condizioni di incendio. Essa riguarda la capacità
portante in caso di - incendio, per una struttura, per una parte della
struttura o per un elemento strutturale nonché la
capacità di - compartimentazione rispetto allincendio per gli
elementi di separazione sia strutturali, come
muri e solai, sia non - strutturali, come porte e tramezzi.
- k) SUPERFICIE IN PIANTA LORDA DI UN
COMPARTIMENTO superficie in pianta compresa
entro il perimetro - interno delle pareti delimitanti il compartimento.
8- Art.2 CARICO DI INCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO
- 1. Il valore del carico dincendio specifico di
progetto (qf,d) è determinato secondo la seguente
relazione -
- dove
- dq1 è il fattore che tiene conto del rischio
di incendio in relazione alla dimensione del
compartimento e i cui valori sono definiti in
tabella 1. - Tabella 1
Superficie in pianta lorda del compartimento (m2) dq1 Superficie in pianta lorda del compartimento (m2) dq1
A lt 500 1,00 2.500 A lt 5.000 1,60
500 lt A lt 1.000 1,20 5.000 A lt 10.000 1,80
1.000 lt A lt 2.500 1,40 A 10.000 2,00
9- dq2 è il fattore che tiene conto del rischio di
incendio in relazione al tipo di attività svolta
nel compartimento e i cui - valori sono definiti in tabella 2.
- Tabella 2
Classi di rischio Descrizione dq2
I Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dellincendio da parte delle squadre di emergenza. 0,80
II Aree che presentano un moderato rischio di incendio in termini di probabilità dinnesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dellincendio stesso da parte delle squadre di emergenza 1,00
III Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità dinnesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dellincendio da parte delle squadre di emergenza 1,20
- dni è il fattore che tiene conto delle
differenti misure di protezione e i cui valori
sono definiti in tabella 3. - Tabella 3
dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione
Sistemi automatici di estinzione Sistemi automatici di estinzione Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore Sistemi automatici di rivelazione segnalazione e allarme di incendio Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio (1) Rete idrica antincendio Rete idrica antincendio Percorsi protetti di accesso Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F.
ad acqua dn1 altro dn2 dn3 dn4 dn5 interna dn6 interna ed esterrna dn7 dn8 dn9
0,60 0,80 0,90 0,85 0,90 0,90 0,80 0,90 0,90
10- Il valore nominale del carico dincendio
specifico è dato da
- Dove
- gi massa delli-esimo materiale combustibile
in kg - Hi potere calorifero inferiore delli-esimo
materiale combustibile in MJ/kg. - I valori di Hi dei materiali
combustibili possono essere determinati per via
sperimentale in accordo con UNI EN - ISO 17162002 ovvero essere mutuati
dalla letteratura tecnica. - mi fattore di partecipazione alla combustione
delli-esimo materiale combustibile pari a 0,80
per il legno e altri - materiali di natura cellulosica e 1,00
per tutti gli altri materiali combustibili. - ?i fattore di limitazione della partecipazione
alla combustione delli-esimo materiale
combustibile pari a 0 per i - materiali contenuti in contenitori
appositamente progettati per resistere al fuoco
0,85 per i materiali contenuti in - contenitori non combustibili e non
appositamente progettati per resistere al fuoco
1 in tutti gli altri casi. - A superficie in pianta lorda del
compartimento in m2.
112. Qualora, in alternativa alla formula suddetta,
si pervenga alla determinazione di qf attraverso
una valutazione statistica del carico di incendio
per la specifica attività, si deve far
riferimento a valori con probabilità di
superamento inferiore al 20. 3. Lo spazio di
riferimento generalmente coincide con il
compartimento antincendio considerato e il carico
di incendio specifico è quindi riferito alla
superficie in pianta lorda del compartimento
stesso, nellipotesi di una distribuzione sufficie
ntemente uniforme del carico di incendio. In caso
contrario il valore nominale qf del carico
dincendio specifico è calcolato anche con
riferimento alleffettiva distribuzione dello
stesso.
12Per le classi di rischio un utile riferimento è
costituito dalle Norme UNI 10779/07 ed UNI
12845/09 NORMA UNI 10779/07 Reti di idranti
ltltProgettazione installazione ed eserciziogtgt
13(No Transcript)
14(No Transcript)
15NORMA UNI 12845/09 Sistemi automatici sprinkler
ltltProgettazione installazione, manutenzionegtgt
16(No Transcript)
17(No Transcript)
18(No Transcript)
19- LETTERA CIRCOLARE PROT. P414/4123 sott. 55 del
28.03.08 (PRECISAZIONI) - La classificazione di cui alla Tab.2 (fattore
dq2) è del tipo quantitativo ed in analogia a
quanto previsto per i diversi livelli di
pericolosità di incendio dellappendice B alla
Norma UNI 10779/07, la valutazione deve tener
conto delle quantità, disposizione spaziale e
combustibilità dei materiali presenti, sia in
termini di velocità di combustione che di potere
calorifico, delle possibili fonti dinnesco
presenti, anche in relazione alle lavorazioni
eseguite, della possibilità di propagazione delle
fiamme, delle caratteristiche plani volumetriche. - Per lapplicazione del coefficiente dn2 possono
essere considerati equivalenti ai sistemi ad
acqua quelli che prevedono lerogazione
automatica di soluzioni schiumogene, laddove tale
sostanza estinguente sia più idonea a contrastare
lincendio in relazione alla tipologia di
materiale combustibile/infiammabile presente. - Il coefficiente dn3 può essere applicato ai casi
in cui in sostituzione dei sistemi automatici di
evacuazione vengano garantite aperture, purchè
sufficientemente dimensionate permanenti o
protette con elementi cedibili a basse
temperature confrontabili con gli EFC. Possono
essere considerati equivalenti anche sistemi di
apertura non automatici, superfici con serramenti
ed impianti ad estrazione non automatici, purchè
azionabili anche in assenza di alimentazione
elettrica ordinaria, da comando a distanza posto
in zona protetta di facile accesso e con
attivazione rapida e sicura garantita dalla
presenza di un presidio permanente durante le 24
ore.
20- - Il coefficiente dn4 può essere utilizzato
qualora limpianto di rivelazione, segnalazione
ed allarme antincendio sia in funzione durante le
24 ore e allazionamento dellallarme,
eventualmente riportato in luogo permanentemente
presidiato anche allesterno dellattività, segua
lattivazione delle procedure di emergenza. - Il coefficiente dn5 può essere applicato soltanto
in caso di presenza continuativa della squadra
aziendale incaricata della lotta antincendio. - Il coefficiente dn8 può essere applicato quando
laccesso al compartimento è dallesterno
mediante un sufficiente numero di uscite oppure
nel caso in cui il compartimento sia
raggiungibile da percorso protetto partendo
dallesterno od in caso di presenza di ascensore
di soccorso. - Il coefficiente dn9 può essere applicata nei
casi nei quali siano rispettati i requisiti di
accesso richiesti dalle specifiche regole di
prevenzione incendi nelle 24 ore. Può essere
accettata la presenza di impedimenti allaccesso
nelle ore notturne, purchè rapidamente rimovibili
con i dispositivi in dotazione alle squadre dei
Vigili del Fuoco. - Il fattore di limitazione (?i0,85)
partecipazione allincendio non può essere
applicato in caso di contenitori in vetro e in
caso di contenitori di facile cedimento per
aumento della pressione interna della sostanza
contenuta in presenza di incremento della
temperatura.
21- In caso di determinazione del carico specifico
dincendio attraverso una valutazione statistica,
adottando valori di probabilità di superamento
inferiori al 20, non si tiene conto del
contributo al carico dincendio apportato dalla
presenza di eventuali strutture combustibili, del
quale invece si dovrà tener conto. I valori del
carico dincendio, riportati per tipo di attività
in letteratura, rappresentano dei valori medi. E
necessario moltiplicare il valore medio per un
coefficiente correttivo secondo i seguenti
criteri - a) Per attività piuttosto simili o con
variabilità limitate per quanto riguarda il
mobilio o le merci presenti, come per esempio
abitazioni, alberghi, ospedali, uffici e scuole è
sufficiente scegliere un valore moltiplicativo
compreso tra 1,20 e 1,50. - b) Per attività piuttosto dissimili o con
variabilità maggiori come ad esempio centri
commerciali, supermercati, grandi magazzini,
attività industriali è necessario scegliere un
valore del coefficiente moltiplicativo compreso
tra 1,20 e 1,75.
Appendice E della Norma EN 1991-1-2 (Eurocodice
1, parti 1-2)
Attività Valore medio (MJ/m2) Frattile 80 (MJ/m2)
Civili abitazioni 780 948
Ospedali (stanza) 230 280
Alberghi (stanza) 310 377
Biblioteche 1500 1824
Uffici 420 511
Scuole 285 347
Centri commerciali 600 730
Teatri (cinema) 300 365
22- Per quanto riguarda la problematica connessa al
calcolo del carico dincendio specifico per
locali che possiedono in tutto od in parte,
elementi strutturali in legno è ritenuto
ragionevole considerare tali strutture nella
determinazione del calcolo del valore nominale
del carico dincendio qf secondo la seguente
procedura - 1) Determinare la classe del compartimento
prescindendo inizialmente dagli elementi
strutturali lignei - 2) Calcolare lo spessore di carbonazione degli
elementi lignei corrispondenti alla classe
determinata adottando come valori di riferimento
quelli contenuti nella Norma EN 1955-1-2 secondo
la Tab. seguente
Essenza Tipologia di legno mm/min
a)Legname tenero (conifere) e faggio Legno laminato incollato con densità caratteristica gt 290 kg/m3 0,70
a)Legname tenero (conifere) e faggio Legno massiccio con densità caratteristica gt 290 kg/m3 0,80
b)Legname duro (latifoglie) Legno duro massiccio o laminato incollato con densità caratteristica gt 290 kg/m3 0,70
b)Legname duro (latifoglie) Legno duro massiccio o laminato incollato con densità caratteristica gt 450 kg/m3 0,55
3) Determinare definitivamente la classe del
compartimento, tenendo conto del carico relativo
alle parti di elementi lignei corrispondenti
allo spessore di cui al punto 2 che hanno
partecipato alla combustione.
23- La formula (1) pertanto diventa
dove gl massa del legno che partecipa alla
combustione (kg). 17,5 MJ/kg potere
calorifero del legno. 0,8 fattore di
partecipazione alla combustione del legno.
24CIRCOLARE del M.I. Prot. nP1494/4109 sott.
53 Per i locali di pubblico spettacolo situati
allultimo piano di un edificio è ritenuto
ammissibile che gli elementi strutturali della
copertura, qualora non collaborino alla statica
delledificio, ma devono assicurare solo la
propria stabilità, abbiano caratteristiche di
resistenza al fuoco commisurata alla classe del
locale indipendentemente dallaltezza antincendio
come prevista al punto 2.3.1 Titolo II del D.M.
19/08/96. Quanto sopra vale a condizione che la
situazione al contorno escluda la possibilità di
propagazione di un eventuale incendio ad ambienti
o fabbricati circostanti in tale caso (come per
esempio in adiacenza con edifici di maggior
altezza) dovranno essere attuate idonee misure di
sicurezza atte ad impedire la propagazione
dellincendio.
25- Art.3 RICHIESTE DI PRESTAZIONE
- Le prestazioni richieste sono
- Livello I Nessun requisito specifico di
resistenza al fuoco dove le conseguenze delle
perdite dei requisiti stessi siano accettabili o
dove il rischio dincendio sia trascurabile. - Livello II Mantenimento dei requisiti di
resistenza al fuoco per un periodo sufficiente
allevacuazione degli occupanti in luogo sicuro
allesterno del fabbricato. - Livello III Mantenimento dei requisiti di
resistenza al fuoco per un periodo congruo con la
gestione della sicurezza. - Livello IV Requisiti di resistenza al fuoco tali
da garantire, dopo la fine dellincendio, un
limitato danneggiamento della costruzione
stessa. - Livello V Requisiti di resistenza al fuoco tali
da garantire, dopo la fine dellincendio il
mantenimento della totale funzionalità della
costruzione stessa. - Classi di resistenza al fuoco 15, 20, 45, 60,
90, 120, 180, 240, 360.
26- Livello I di prestazione
- Il livello I di prestazione non è ammesso per le
costruzioni che ricadono nel campo di
applicazione del decreto. - Livello II di prestazione
- 1. Può essere ritenuto adeguato per costruzioni
fino a due piani fuori terra ed un piano
interrato, isolate ed eventualmente adiacenti ad
altre purchè strutturalmente e funzionalmente
separate, destinate ad ununica attività non
aperta al pubblico ed ai relativi impianti
tecnologici di servizio e depositi, ove si
verificano contemporaneamente le seguenti
condizioni - le dimensioni della costruzione siano tali da
garantire lesodo in sicurezza degli occupanti - gli eventuali crolli totali o parziali della
costruzione non arrechino danni ad altre
costruzioni - gli eventuali crolli totali o parziali della
costruzione non compromettano lefficacia degli
elementi di compartimentazione e di impianti di
protezione attiva che proteggono altre
costruzioni - il massimo affollamento complessivo della
costruzione non superi 100 persone e la densità
di affollamento media non sia superiore a 0,2
pers/m2 - la costruzione non sia adibita ad attività che
prevedono posti letto - la costruzione non sia adibita ad attività
specificamente destinate a malati, anziani,
bambini o a persone con ridotte o impedite
capacità motorie, sensoriali o cognitive.
27- 2. Le classi di resistenza al fuoco necessarie
per garantire il livello II di prestazione sono
le seguenti, indipendentemente dal valore assunto
dal carico di incendio specifico di progetto - 30 per costruzioni ad un piano fuori terra,
senza interrati - 60 per costruzioni sino a due piani fuori terra
e un piano interrati. - 3. Sono consentite classi inferiori a quelle
precedentemente indicate se compatibili con il
livello III di prestazione. - Livello III di prestazione
- 1. Il livello III di prestazione può ritenersi
adeguato per tutte le costruzioni rientranti nel
campo di applicazione del - presente decreto fatte salve quelle per le quali
sono richiesti i livelli IV o V. - 2. Le classi di resistenza al fuoco necessarie
per garantire il livello III sono indicate nella
tabella seguente, in funzione del - carico dincendio specifico di progetto (qf,d)
definito al punto 2.
Carichi dincendio specifici di progetto (qf,d) Classe Carichi dincendio specifici di progetto (qf,d) Classe
Non superiore a 100 MJ/m2 0 Non superiore a 900 MJ/m2 60
Non superiore a 200 MJ/m2 15 Non superiore a 1.200 MJ/m2 90
Non superiore a 300 MJ/m2 20 Non superiore a 1.800 MJ/m2 120
Non superiore a 450 MJ/m2 30 Non superiore a 2.400 MJ/m2 180
Non superiore a 600 MJ/m2 45 Superiore a 2.400 MJ/m2 240
28Livello IV e V di prestazioni 1. I livelli IV o V
possono essere oggetto di specifiche richieste
del committente o essere previsti dai capitolati
tecnici di progetto. I livelli IV o V di
prestazione possono altresì essere richiesti
dalla autorità competente per costruzioni
destinate ad attività di particolare
importanza. 2. Per i livelli IV e V resta valido
quanto indicato nel decreto del Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti 14/09/2005 Norme
tecniche per le costruzioni e successive
modifiche ed integrazioni.
29- Art.4 SCENARI E INCENDI CONVENZIONALI
- - Curva nominale standard dincendio per
materiali vari escluso idrocarburi o altre
sostanze con equivalente velocità di rilascio
termico
dove ?g temperatura dei gas di combustione in
C t tempo considerato in minuti - Curva
nominale standard dincendio per idrocarburi od
altre sostanze con equivalente rilascio termico
- Curva nominale standard dincendio per incendio
sviluppato allinterno del compartimento ma che
coinvolge strutture poste allesterno.
30- Art.5 CRITERI DI PROGETTAZIONE DEGLI ELEMENTI
STRUTTURALI RESISTENTI AL FUOCO - 1. La capacità del sistema strutturale in caso di
incendio si determina sulla base della capacità
portante propria degli elementi strutturali
singoli, di porzioni di struttura o dellintero
sistema costruttivo, comprese le condizioni di
carico e di vincolo, tenendo conto della
eventuale presenza di materiali protettivi. - 2. Le deformazioni ed espansioni imposte o
impedite dovute ai cambiamenti di temperatura per
effetto dellesposizione al fuoco producono
sollecitazioni indirette, forze e momenti, che
devono essere tenuti in considerazione, ad
eccezione dei casi seguenti - - è riconoscibile a priori che esse sono
trascurabili o favorevoli - - sono implicitamente tenute in conto nei modelli
semplificati e conservativi di comportamento
strutturale in condizioni di incendio. - 3. Le sollecitazioni indirette, dovute agli
elementi strutturali adiacenti a quello preso in
esame, possono essere trascurate quando i
requisiti di sicurezza allincendio sono valutati
in riferimento alla curva nominale dincendio e
alle classi di resistenza al fuoco. - 4. Nel progetto e nelle verifiche di sicurezza
allincendio si deve tener conto anche della
presenza delle azioni a temperatura ordinaria
permanenti e di quelle azioni variabili che sia
verosimile agiscano contemporaneamente
allincendio. Esse dovranno essere prese in conto
con i propri coefficienti parziali relativi allo
stato limite in esame che di norma è lo stato
limite di esercizio con combinazione
quasi-permanente.
31- 5. Non si prende in considerazione la possibilità
di concomitanza dellincendio con altre azioni
accidentali. - 6. Per i soli elementi strutturali secondari
contenuti in costruzioni che devono garantire il
livello III di prestazione è - consentito limitare il requisito di resistenza al
fuoco alla classe 30, purché siano verificate
tutte le seguenti condizioni - a) leventuale crollo degli elementi strutturali
secondari non compromette la capacità portante di
altre parti della - struttura
- b) leventuale crollo degli elementi strutturali
secondari non compromette lefficacia di elementi
costruttivi di - compartimentazione e di impianti di protezione
attiva - c) leventuale crollo degli elementi strutturali
secondari non deve costituire un significativo
rischio per gli occupanti e per i soccorritori
32- DECRETO DEL MINISTERO DELINTERNO del 16/02/2007
Classificazione di resistenza al fuoco di
prodotti ed elementi costruttivi di opere da
costruzione. - UNI EN 1363/1/2-3 Prove di resistenza al fuoco e
di controllo - UNI EN 13501 Classificazione al fuoco dei
prodotti ed elementi da costruzioni.
Classificazione in base a prove di reazione al
fuoco. - UNI EN 13501-2 Classificazione al fuoco dei
prodotti ed elementi da costruzione classificati
in base alle prove di resistenza al fuoco dei
prodotti ed elementi da costruzione in base ai
risultati di prove di resistenza al fuoco
esclusi i sistemi di ventilazione. - UNI EN 13501-3 Classificazione al fuoco dei
prodotti e degli elementi da costruzione.
Classificazione in base ai risultati delle
prove di resistenza al fuoco dei prodotti e degli
elementi impiegati in impianti di fornitura
sevizi condotte e serrande resistenti al fuoco. - UNI EN 1365-1-2-3-4-5-6 Prove di resistenza al
fuoco di elementi portanti muri, solai e
coperture, travi, pilastri, balconi e
passerelle, scale. - UNI EN 1366-1-2-3-4-5-6-7-8 Prove di resistenza
al fuoco per impianti di fornitura servizi
condotte, serrande tagliafuoco, sigillanti per
attraversamenti, sigillature di giunti lineari,
canalizzazioni di servizio e cavedi, pavimenti
sopraelevati e pavimenti cavi, sistemi di
chiusura per trasportatori a nastro, condotte
di estrazione di fumo per singolo comparto. - UNI EN 1634-1-3 Prove di resistenza al fuoco di
controllo della dispersione di fumo per porte e
sistemi di chiusura, finestre apribili. - UNI EN 14135 Rivestimenti. Determinazione della
capacità di protezione al fuoco.
33- UNI CEN/TS 13381-1-2-7 Metodi di prova per la
determinazione del contributo alla resistenza al
fuoco di elementi strutturali membrane
orizzontali e verticali di protezione. - UNI EN 13381-3-4-5-6-7 Metodi di prova per la
determinazione della resistenza al fuoco di
elementi strutturali. Protezione applicata ad
elementi di calcestruzzo, di acciaio, elementi
compositi di calcestruzzo, lastre profilate di
acciaio, colonne cave di acciaio riempite di
calcestruzzo, elementi di legno. - UNI EN 1991-1-2 Eurocodice 1 Azioni in generale
Azioni sulle strutture esposte al fuoco. - UNI EN 1992-1-2 Eurocodice 2 Progettazione
delle strutture in calcestruzzo - Parte 1-2
Regole generali. Progettazione strutturale
contro lincendio. - UNI EN 1993-1-2 Eurocodice 3 Progettazione
delle strutture in acciaio Parte 1-2 Regole
generali. Progettazione strutturale contro
lincendio. - UNI EN 1994-1-2 Eurocodice 4 Progettazione
delle strutture composte in acciaio e
calcestruzzo Parte 1-2 Regole generali.
Progettazione strutturale contro lincendio. - UNI EN 1995-1-2 Eurocodice 5 Progettazione
delle strutture in legno Parte 1-2 Regole
generali. Progettazione strutturale contro
lincendio. - UNI 9502 Procedimento analitico per valutare la
resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in
cemento armato normale e precopresso (RITIRATA
E SOSTITUITA DA UNI EN 1992-1-2). - UNI 9503 Procedimento analitico per valutare la
resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in
acciaio. - UNI 9504 Procedimento analitico per valutare la
resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in
legno.
34- Art.1 Campo di applicazione e definizioni
- Vengono definiti i prodotti da costruzione, le
opere da costruzione o opere, le norme
armonizzate, gli atti di benestare tecnico, il
campo di applicazione diretta del risultato di
prova, il campo di applicazione estesa del
risultato di prova ed il laboratorio di prova. - Art.2 Classificazione di resistenza al fuoco
- La prestazione di resistenza al fuoco dei
prodotti e degli elementi costruttivi possono
essere determinate in base a risultati di - a) Prove b) Calcoli c) Confronti con tabelle
- Art.3 Prodotti per il quale è prescritta la
classificazione di resistenza al fuoco - 1. I prodotti legalmente commercializzati in uno
degli Stati della Unione europea e quelli
provenienti dagli Stati contraenti l'accordo SEE
e Turchia, possono essere impiegati in Italia in
elementi costruttivi e opere in cui è prescritta
la loro classe di resistenza al fuoco, secondo
l'uso conforme all'impiego previsto, se muniti
della marcatura CE prevista dalle specificazioni
tecniche di prodotto. - 2. Per i prodotti muniti di marcatura CE la
classe di resistenza al fuoco, ove prevista, è
riportata nelle informazioni che accompagnano la
marcatura CE e nella documentazione di cui
all'art. 10 del decreto del Presidente della
Repubblica 21 aprile 1993, n. 246, e successive
modificazioni.
35- 3. Per tutti i prodotti, con esclusione di quelli
di cui al successivo comma 4, per i quali non è
ancora applicata la procedura ai fini della
marcatura CE in assenza delle specificazioni
tecniche e successivamente durante il periodo di
coesistenza, l'impiego in elementi costruttivi e
opere in cui è prescritta la loro classe di
resistenza al fuoco, è consentito in conformità
alle specifiche di cui al successivo art.4. - 4. Per le porte e gli altri elementi di chiusura,
per le quali non è ancora applicata la procedura
ai fini della marcatura CE in assenza delle
specificazioni tecniche e successivamente durante
il periodo di coesistenza, l'impiego in elementi
costruttivi e opere in cui è prescritta la loro
classe di resistenza al fuoco, è subordinato al
rilascio dell'omologazione ai sensi degli
articoli 5 e 6 del decreto del Ministero
dell'interno 21 giugno 2004 e consentito nel
rispetto dell'art. 3 del medesimo decreto. Al
termine del periodo di coesistenza, definito con
comunicazione della Commissione dell'Unione
europea, detta omologazione rimane valida, solo
per i prodotti già immessi sul mercato entro tale
termine, ai fini dell'impiego entro la data di
scadenza dell'omologazione stessa - 5. La documentazione di cui ai commi 2 e 3 del
presente articolo deve essere prodotta in lingua
italiana ovvero accompagnata dalla traduzione in
lingua italiana in conformità alle norme vigenti. - Art.4 Elementi costruttivi per i quali è
prescritta la classificazione di resistenza al
fuoco - 1. Gli elementi costruttivi, per i quali è
prescritta la classificazione di resistenza al
fuoco, possono essere installati ovvero costruiti
in opere destinate ad attività soggette ai
regolamenti di prevenzione incendi, in presenza
di certificazione redatta da professionista in
conformità al decreto del Ministro dell'interno 4
maggio 1998, che ne attesti la classe di
resistenza al fuoco secondo le modalità indicate
all'art. 2, commi 4, 5, 6 del presente decreto.
36- 2. La certificazione di cui al precedente comma 1
garantisce anche nei confronti delle mutue
interazioni tra prodotti ed elementi costruttivi
che ne possano pregiudicare o ridurre la
classificazione ottenuta - 3. Qualora la classificazione di resistenza al
fuoco degli elementi costruttivi sia ottenuta
attraverso la sola modalità indicata all'art. 2,
comma 4 (classificazione in base a risultati di
prova) del presente decreto, la certificazione di
cui al precedente comma 1 garantisce che
l'elemento costruttivo ricada all'interno del
campo di diretta applicazione del risultato di
prova. In caso contrario la classificazione di
resistenza al fuoco deve fare riferimento alla
ulteriore documentazione resa disponibile dal
produttore, in conformità alle prescrizioni di
cui all'allegato B al presente decreto. - 4. Qualora l'elemento costruttivo coincida con un
prodotto munito di marcatura CE la
certificazione, di cui al precedente comma 1,
costituisce la dichiarazione di uso conforme
all'impiego previsto. - Art.5 Norme transitorie
- 1. I rapporti di prova di resistenza al fuoco
rilasciati, ai sensi della Circolare n91 del
14/09/61, dal Centro Studi ed Esperienze del
Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ovvero da
laboratorio autorizzato sono validi, ai fini
della commercializzazione dei prodotti ed
elementi costruttivi, nel rispetto dei seguenti
limiti temporali - Rapporti emessi entro il 31/12/85 Fino ad un
anno dallentrata in vigore del presente decreto
(fino a tutto il 24/09/08) - Rapporti emessi da 1/01/86 al 31/12/95 Fino tre
anni dallentrata in vigore del presente decreto
(fino a tutto il 24/09/10) - Rapporti emessi dal 1/01/96 Fino a cinque anni
dallentrata in vigore del presente decreto (fino
a tutto il 24/12/12).
37- 2. Per prodotti ed elementi costruttivi di opere
esistenti, le cui caratteristiche di resistenza
al fuoco siano già state accertate alla data di
entrata in vigore del presente decreto, non è
necessario procedere ad una nuova determinazione
delle prestazioni di resistenza al fuoco anche
nel caso di modifiche che non riguardano i
prodotti ad elementi costruttivi stessi. - 3. Quando il progetto è stato approvato dal
Comando provinciale dei vigili del fuoco in data
antecedente alla entrata in vigore del presente
Decreto è consentito limpiego di prodotti ed
elementi costruttivi con caratteristiche di
resistenza al fuoco determinate con la previgente
normativa, ferme restando le limitazioni di cui
al precedente comma 1. - 4. Il Decreto è entrato in vigore il 25/09/07.
38- ALLEGATO A - Simboli e Classi
R Capacità portante P0 PH Continuità di corrente o capacità di segnalazione
E Tenuta G Resistenza allincendio della fuliggine
I Isolamento K Capacità di protezione al fuoco
W Irraggiamento D Durata della stabilità a temperatura costante
M Azione meccanica DH Durata della stabilità lungo la curva standard tempo-temperatura
C Dispositivo automatico di chiusura F Funzionalità degli evacuatori motorizzati di fumi e calore
S Tenuta al fumo B Funzionalità degli evacuatori naturali di fumo e calore
- Le classi si riferiscono ai seguenti elementi
- - Elementi portanti privi di funzione di
compartimentazione muri, solai, tetto, colonne,
travi, balconi, scale e passerelle. - - Elementi portanti con funzione di compartimento
antincendio muri, solai e tetti. - - Prodotti e sistemi per la protezione di parti
od elementi portanti controsoffitti privi di
intrinseca resistenza al fuoco e con intrinseca
resistenza al fuoco, rivestimenti pannelli,
intonaci, vernici e schermi protetivi. - - Parti od elementi non portanti di opere di
costruzione e prodotti offerenti Pareti
divisorie - - Facciate (curtain walls) e muri esterni con
parti vetrate. - - Sistemi di sigillatura di fori passanti e di
giunti lineari.
39- Porte e chiusure resistenti al fuoco e sistemi
di chiusura. - Chiusure dei passaggi destinati ai
nastri trasportatori ed ai sistemi di trasporto
su rotaia. - Canalizzazioni di servizi e
cavedi. - Camini. - Rivestimenti su pareti e
soffitti. - Condotte di ventilazione. - Serrande
tagliafuoco. - Cavi elettrici e in fibre ottiche
ed accessori, condotte e sistemi di protezione
del fuoco per cavi elettrici. - Cavi e sistemi di
cavi elettrici o per la trasmissione di segnali
di diametro ridotto. - Condotti di estrazione del
fumo per comparto singolo. - Condotti di
estrazione del fumo resistenti al fuoco per
comparti multipli. - Serrande per il controllo
del fumo di un comparto singolo o per comparti
multipli. - Barriere al fumo. - Evacuatori
motorizzati di fumo (ventilatori), giunti di
connessione. - Evacuatori naturali di fumo e
calore.
40- ALLEGATO B Modalità per la classificazione in
base ai risultati di prove - Sono elencate le condizioni di esposizione, i
criteri prestazionali e le procedure da
utilizzare nellambito delle prove come indicate
nelle parti 2, 3 e 4 della Norma UNI EN 13501,
nonché le Norme di riferimento per i forni
sperimentali, le attrezzature di prova, gli
strumenti di misura ed acquisizione, le procedure
di campionamento, conservazione, condizionamento,
invecchiamento ed installazione. - Il produttore è tenuto a conservare il rapporto
di prova ed a renderlo disponibile per il
professionista che ne avvale per la
certificazione di resistenza al fuoco. - ALLEGATO C Modalità per la classificazione in
base ai risultati di calcolo - - I metodi di calcolo da utilizzare sono quelli
contenuti negli Eurocodici. - - In attesa della pubblicazione delle Appendici
nazionali degli Eurocodici è possibile ricorrere
alla sola verifica della resistenza al fuoco
degli elementi portanti per le strutture in
calcestruzzo armato normale e precompresso, in
acciaio ed in legno con i valori dei parametri da
definire a livello nazionale presenti nelle norme
stesse come valori di riferimento ovvero alle
Norme UNI 9502, UNI 9503/07, UNI 9504. - - I metodi di calcolo che fanno riferimento agli
Eurocodici possono necessitare della
determinazione dei parametri termo-fisici dei
sistemi protettivi eventualmente presenti sugli
elementi portanti. In questi casi i valori che
assumono detti parametri vanno determinati
esclusivamente attraverso prove sperimentali.
41- I valori dei parametri presenti negli Eurocodici
o nelle Norme UNI potevano essere utilizzati fino
alla data del 24 settembre 2010 a condizione che
il produttore, sulla base di esperienze
sperimentali, avesse dichiarato sotto la propria
responsabilità, che il sistema protettivo
garantiva le prestazioni definite nelle suddette
norme, nonché aderenza e coesione per il tempo
necessario e ne avesse fornito le indicazioni
circa i cicli di posa o di installazione. - Elaborazioni numeriche di detti parametri che
esulevano dallambito delle prove sperimentali o
dalle norme di cui agli Eurocodici od UNI, non
sono valide per la verifica della resistenza al
fuoco. - LETTERA CIRCOLARE Prot. DCPST/A5
- Tenuto presente che il D.M. 16/02/07 rimanda la
possibilità di verifica analitica di resistenza
al fuoco delle strutture, alla pubblicazione
delle appendici nazionali alle norme EN. - La lettera circolare precisa che
- - La certificazione di murature basate su
valutazioni analitiche possono essere accettate
ai fini del rilascio del C.P.I., per le
costruzioni il cui progetto è stato presentato
prima del 25 settembre 2010. - - Per i progetti presentati dopo tale data, in
assenza delle appendici nazionali, sono accettate
soltanto valutazioni basate su risultati di prove
secondo le istruzioni contenute nel D.M.
16/02/07, od in alternativa secondo confronti con
le tabelle riportate nello stesso Decreto e nella
successiva Lettera Circolare n1968 del 15/02/08
riguardante le murature. - - I rapporti di prova per murature portanti e non
rilasciati secondo la circolare M.I. SA n91 del
14/09/61 sono validi se il progetto è stato
presentato prima delle date contemplate allArt.
5 comma 1 del D.M. 16/02/07.
42- RIEPILOGO
- A) Validità rapporti di prova rilasciati ai fini
della commercializzazione di prodotti ed elementi
costruttivi secondo la circolare 91 del 14/09/61
(comma 1 art 5 d.m. 16/02/07) - Rapporti emessi entro il Rapporti emessi dal
1/01/86 Rapporti emessi dopo il 1/01/96 - 31/12/85 fino al 24/09/08 al 31/12/95 fino al
24/09/10 fino al 24/09/12 - B) Prodotti ed elementi costruttivi le cui
caratteristiche di resistenza al fuoco sono state
accertate alla data del 25/09/07 (comma 2 art 5
d.m. 16/02/07) - Restano validi anche nel caso di modifiche anche
non riguardano i prodotti e gli elementi
costruttivi stessi. - C) Progetti approvati prima del 25/09/07 (comma 3
art 5 d.m. 16/02/07) - E consentito limpiego di prodotti ed elementi
costruttivi con caratteristiche determinate
secondo la previgente normativa, fermo restando
quanto indicato al punto A) per la validità dei
rapporti emessi. - D) Certificazione di murature portanti e non
(lettera circolare dcpst/a5/) - - Se basate su valutazioni analitiche ed ai fini
del rilascio del C.P.I. possono essere accettate
per progetti presentati prima del 25/09/10. - - Per progetti presentati dopo tale data in
assenza della appendice nazionale alle norme EN
sono valide soltanto valutazioni basate su
risultati di prove o tabellari secondo quanto
contenuto nel D.M. 16/02/07 e per le murature
nella successiva lettera Circolare n1968 del
15/02/08.
43- E) Rapporti di prova di prodotti ed elementi
costruttivi (lettera circolare dcpst/a5/) - Se rilasciati ai sensi della Circolare MI.SA. Del
14/09/61 possono essere utilizzati oltre le date
indicate allArt 5 comma 1 per progetti
presentati prima delle suddette date. - F) Elementi protettivi (Allegato C al D.M.
16/02/07) - La determinazione dei parametri termofisici degli
elementi protettivi (lastre, intonaci, vernici,
rivestimenti) delle strutture da considerare nei
metodi di calcolo previsti negli Eurocodici e
nelle Norme UNI vanno determinate esclusivamente
attraverso prove i valori di detti parametri
presenti nelle Norme UNI e negli Eurocodici
potevano essere utilizzati prima del 25/09/10,
data nella quale è scattato lobbligo della
marcatura CE di detti prodotti, a condizione che
il produttore avesse dichiarato, sotto la propria
responsabilità e sulla base di idonee esperienze
sperimentali, che il sistema protettivo garantiva
le prestazioni definite nelle suddette norme,
nonché aderenza e coesione per tutto il tempo
necessario e ne avesse fornito le indicazioni
circa i cicli di posa ed installazione.
44- LETTERA CIRCOLARE del M.I. n11635 del 24/10/08
- Oggetto Validità dei rapporti di
classificazione ai fini della resistenza al fuoco
di prodotti ed elementi costruttivi, emessi da
laboratori di altri stati della UE o da Stati
contraenti laccordo SEE e la Turchia. - La documentazione che il produttore deve rendere
disponibile è la seguente - a) Traduzione in lingua italiana del rapporto di
classificazione (o valutazione), accompagnata da
dichiarazione giurata sulla fedeltà della
traduzione. - b) Atto amministrativo che garantisca
sullidoneità del laboratorio allesecuzione
delle prove e delle successive classificazioni.
Tale atto potrà essere uno dei seguenti
documenti - - copia conforme alloriginale del documento
rilasciato da un organismo di accreditamento dei
laboratori appartenente allEA (European
co-operation for Accreditation) per operare in
conformità alla specifica norma - - dichiarazione, da parte del Laboratorio, di
essere stati notificati alla Commissione
dellUnione europea, con indicazione del codice
di notifica, ad operare in qualità di organismo
di prova con riferimento alla specifica norma - - copia conforme alloriginale di qualsiasi atto
amministrativo con il quale lo Stato membro,
presso il quale risiede il Laboratorio di prova,
riconosce lidoneità del Laboratorio ad operare
con riferimento alla specifica norma.
45- ALLEGATO D Modalità di classificazione in base
a confronti con tabelle - Condizioni generali
- - I valori riportati nelle tabelle che seguono
pur essendo cautelativi non permettono
estrapolazioni od interpolazioni. - - Luso delle tabelle è limitato alla
classificazione di elementi costruttivi per i
quali è richiesta la resistenza al fuoco dei
confronti della curva di temperatura-tempo
standard e delle altre azioni meccaniche previste
in caso dincendio.
46- Murature non portanti in blocchi di laterizio
Classificazione EI - Limitazioni
- a) Altezza della parete fra due solai o distanza
tra due elementi di irrigidimento con equivalente
condizioni di vincolo dei solai non superiore a 4
metri. - b) Presenza di 10 mm di intonaco su ambedue le
facce oppure di 20 mm sulla faccia esposta al
fuoco - c) s spessore senza intonaco
Classe Blocco con percentuale di foratura gt 55 Blocco con percentuale di foratura gt 55 Blocco con percentuale di foratura lt 55 Blocco con percentuale di foratura lt 55
Classe Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio
30 S 120 80 100 80
60 S 150 100 120 80
90 S 180 120 150 100
120 S 200 150 180 120
180 S 250 180 200 150
240 S 300 200 250 180
Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc.
47- Murature non portanti in blocchi di calcestruzzo
Classificazione EI - Limitazioni
- a) C.S. per altezza fra due solai o distanza tra
due elementi dirrigidimento. - b) facciavista o con 10 mm di intonaco normale su
ambedue le facce ovvero 20 mm sulla faccia
esposta al fuoco. - c) Spessore s senza intonaco
Classe Blocco con fori monocamera Blocco con fori multicamera o pieno Blocco con fori mono o multicamera o pieno Blocco con fori mono o multicamera o pieno
Classe Blocco con fori monocamera Blocco con fori multicamera o pieno Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio
30 S 120 100 () 100 () 80 ()
60 S 150 120 () 120 () 100 ()
90 S 180 150 150 120 ()
120 S 240 180 200 150
180 S 280 240 250 180
240 S 340 300 300 200
() Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15)
48- Murature non portanti in blocchi di calcestruzzo
alleggerito (? lt 1700 kg/mc) - Limitazioni
- a) C.S. per altezza fra due solai o distanza tra
due elementi dirrigidimento.
Classe Blocco con fori monocamera Blocco con fori multicamera o pieno
30 S 100 80 ()
60 S 120 80 ()
90 S 150 100 ()
120 S 200 150
180 S 240 200
240 S 300 240
() Solo blocchi pieni (percentuale di foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale di foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale di foratura lt 15)
49Murature non portanti in blocchi di pietra
squadrata Limitazioni a) C.S. per altezza fra
due solai o distanza tra due elementi
dirrigidimento.
Classe Blocco pieno Classe Blocco pieno Classe Blocco pieno
30 S 150 90 S 250 180 S 360
60 S 150 120 S 250 240 S 360
50- LETTERA CIRCOLARE Prot. 1968 del 15/02/08
- Riporta la seguente tabella che in attesa
dellappendice nazionale dellEurocodice EN
1996-1-2 può essere applicata per ottenere il
requisito REI per le classi indicate con le
seguenti limitazioni - h/s lt 20
- h lt 8
- dove h è laltezza tra due solai o elementi
dirrigidimento con equivalente funzioni di
vincolo dei solai
Classi Classi Classi Classi Classi Classi
Materiale Tipo blocco 30 60 90 120 180 240
Laterizio Pieno (foratura lt 15) 120 150 170 200 240 300
Laterizio () Semipieno e forato (15 lt foratura lt 55) 170 170 200 240 280 330
Calcestruzzo Pieno, semipieno e forato (foratura lt 55) 170 170 170 200 240 300
Calcestruzzo leggero () Pieno, semipieno e forato (foratura lt 55) 170 170 170 200 240 300
Pietra squadrato Pieno (foratura lt 55) 170 170 250 280 360 400
() presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc
51- Solette piene e solai alleggeriti
- Valori minimi dello spessore totale H e della
distanza dallasse delle armature sufficienti a
garantire il requisito R - Distanza a dellasse delle armature alla
superficie esposta.
Classe 30 60 90 120 180 240
Solette piene con armatura monodirezionale H 80 a 10 H 120 a 20 H 120 a 30 H 160 a 40 H 200 a 55 H 240 a 65
Solai misti di lamiera di acciaio con riempimento di calcestruzzo (1) H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10
Solai a travetti con alleggerimento (2) H 160 a 15 H 200 a 30 H 240 a 35 H 240 a 45 H 300 a 60 H 300 a 75
Solai a lastra con alleggerimento (3) H 160 a 15 H 200 a 30 H 240 a 35 H 240 a 45 H 300 a 60 H 300 a 75
I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori