LE POMPE DI CALORE ALLA LUCE DEL PROGETTO DI NORMA pr UNI/TS 11300-4 E DEL D.Lgs. 2811 (RECEPIMENTO DIRETTIVA RES) - PowerPoint PPT Presentation

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LE POMPE DI CALORE ALLA LUCE DEL PROGETTO DI NORMA pr UNI/TS 11300-4 E DEL D.Lgs. 2811 (RECEPIMENTO DIRETTIVA RES)

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Title: LE POMPE DI CALORE ALLA LUCE DEL PROGETTO DI NORMA pr UNI/TS 11300-4 E DEL D.Lgs. 2811 (RECEPIMENTO DIRETTIVA RES) Author: consulente3 Created Date – PowerPoint PPT presentation

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Title: LE POMPE DI CALORE ALLA LUCE DEL PROGETTO DI NORMA pr UNI/TS 11300-4 E DEL D.Lgs. 2811 (RECEPIMENTO DIRETTIVA RES)


1
  • CORSO DI AGGIORNAMENTO DI CUI ALLART.7 DEL
    DECRETO 5/08/11 PER PROFESSIONISTI ISCRITTI NEGLI
    ELENCHI PREVISTI DALLA LEGGE N818
  • - D.M. 9/03/07 Prestazioni di resistenza al fuoco
    delle costruzioni nelle attività soggette al
    controllo del corpo nazionale dei vigili del
    fuoco.
  • D.M. 16/02/07 Classificazione di resistenza al
    fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di
    opere da costruzione.
  • Arezzo, 8 giugno 2012

2
DECRETO MINISTERO DELLINTERNO 09.03.2007
Prestazione di resistenza al fuoco delle
costruzioni nelle attivita soggette al controllo
del Corpo nazionale dei vigili Art.1 Campo di
applicazione Le disposizioni si applicano alle
attività i cui progetti sono presentati ai
Comandi provinciali dei vigili del fuoco per
lacquisizione del parere di conformità di cui
allArt.2 del DPR n37 del 12.01.1998. Art.2
Obbiettivi Le costruzioni devono essere
progettate, realizzate e gestite in modo da
garantire 1 - la
stabilità degli elementi portanti per un tempo
utile ad assicurare il soccorso degli
occupanti - la limitata propagazione del
fuoco e dei fumi, anche riguardo alle opere
vicine - la possibilità che gli occupanti
lascino lopera indenni o che gli stessi
siano soccorsi in altro modo - la possibilità
per le squadre di soccorso di operare in
condizioni di sicurezza
3
2 - le misure ed i sistemi di
protezione adottati nel progetto ed inseriti
nella costruzione, devono essere
adeguatamente progettati, realizzati e
mantenuti in base a quanto prescritto dalle
specifiche normative tecniche o dalle
indicazioni fornite dal produttore al fine di
garantire le prestazioni nel tempo
3 - lindividuazione dei valori che
assumono i parametri posti a base della
determinazione delle azioni di progetto è a
carico dei soggetti responsabili delle
progettazione. Il mantenimento delle condizioni
che determinano lindividuazione dei
suddetti valori è a carico dei titolari
dellattività. Art.4 Abrogazioni e disposizioni
finali 1 sono abrogati dalla
data di entrata in vigore del decreto -
circolare del M.I. 14.09.1961 n91 recante norme
di sicurezza per la protezione contro il
fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio
destinati ad uso civile - il D.M. del
M.I. 06.03.1986 recante il calcolo del carico di
incendio per locali aventi strutture
portanti in legno.
4
2 - allallegato A del D.M.
del M.I. 30.11.1983 recante ltltTermini,
definizioni e simboli grafici di
prevenzione incendigtgt sono apportate le modifiche
per quanto riguarda la definizione di
ltltcarico dincendiogtgt, ltltcompartimento
antincendiogtgt e ltltresistenza al fuocogtgt, indicate
rispettivamente ai punti 1.3, 1.5 e 1.11,
sono sostituite con le corrispondenti definizioni
riportate al punto 1, lettera c), g) e j)
dellallegato al D.M. 3 -
il riferimento al bollettino ufficiale del C.N.R.
28.12.1999 n192, relativo alla
progettazione di costruzioni resistenti al fuoco,
contenuto nella lettera Circolare 31.01.2001
prot. PI30/4101 sott. 72/E è da ritenere
superato 4 - per le
costruzioni esistenti, le cui prestazioni di
resistenza al fuoco siano state accertate
dagli organi di controllo alla data di entrata in
vigore del Decreto, non è necessario
procedere ad una nuova determinazione nei casi
di modifiche della costruzione, ivi
comprese quelle dovute ad un ampliamento
e/o ad una variazione duso, sempre che tali
modifiche non comportino un incremento
della classe di rischio indicata nella Tabella 2
dellallegato al Decreto, una riduzione
delle misure protettive o un incremento
del carico dincendio 5 -
il Decreto è entrato in vigore il 25.09.2007.
5
ALLEGATO
  • Art.1 TERMINI E TOLLERANZE DIMENSIONALI
  • 1. Per i termini, le definizioni e le tolleranze
    dimensionali si rimanda a quanto stabilito con il
    decreto del Ministro dellinterno 30/11/1983. in
    particolare, ai fini dellapplicazione delle
    presenti disposizioni tecniche, valgono le
    seguenti definizioni
  • a) CAPACITA DI COMPARTIMENTAZIONE IN CASO
    DINCENDIO attitudine di un elemento costruttivo
    a conservare, sotto lazione del fuoco, oltre
    alla propria stabilità, un sufficiente isolamento
    termico ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai
    gas caldi della combustione, nonché tutte le
    altre prestazioni richieste.
  • b) CAPACITA PORTANTE IN CASO DINCENDIO
    attitudine della struttura, di una parte della
    struttura o di un elemento strutturale a
    conservare una sufficiente resistenza meccanica
    sotto lazione del fuoco con riferimento alle
  • altre azioni agenti.
  • c) CARICO DINCENDIO potenziale termico netto
    della totalità dei materiali combustibili
    contenuti in uno spazio corretto in base ai
    parametri indicativi della partecipazione alla
    combustione dei singoli materiali. Il carico di
    incendio è espresso in MJ convenzionalmente 1 MJ
    è assunto pari a 0,054 kg di legna equivalente.
    (successivamente corretto da Lettera Circolare
    del M.I. Prot. P4414/4122 sott.55 a 0,057 kg di
    legna equivalente)
  • d) CARICO DINCENDIO SPECIFICO carico di
    incendio riferito allunità di superficie lorda.
    E espresso in MJ/m2.
  • e) CARICO DINCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO
    carico dincendio specifico corretto in base ai
    parametri indicatori del rischio di incendio del
    compartimento e dei fattori relativi alle misure
    di protezione presenti. Esso costituisce la
    grandezza di riferimento per le valutazioni della
    resistenza al fuoco delle costruzioni.

6
  • f) CLASSE DI RESISTENZA AL FUOCO intervallo di
    tempo espresso in minuti, definito in base al
    carico di incendio specifico di progetto, durante
    il quale il compartimento antincendio garantisce
    la capacità di compartimentazione.
  • g) COMPARTIMENTO ANTINCENDIO parte della
    costruzione organizzata per rispondere alle
    esigenze della sicurezza in caso di incendio e
    delimitata da elementi costruttivi idonei a
    garantire, sotto lazione del fuoco e per un dato
    intervallo di tempo, la capacità di
    compartimentazione.
  • h) INCENDIO CONVENZIONALE DI PROGETTO incendio
    definito attraverso una curva di incendio che
    rappresenta landamento, in funzione del tempo,
    della temperatura media dei gas di combustione
    nellintorno della
  • superficie degli elementi costruttivi. La curva
    di incendio di progetto può essere
  • - nominale curva adottata per la classificazione
    delle costruzioni e per le verifiche di
    resistenza al fuoco di tipo
  • convenzionale
  • - naturale curva determinata in base a modelli
    dincendio e a parametri fisici che definiscono
    le variabili di stato
  • allinterno del compartimento.
  • i) INCENDIO LOCALIZZATO focolaio dincendio che
    interessa una zona limitata del compartimento
    antincendio,
  • con sviluppo di calore concentrato in prossimità
    degli elementi costruttivi posti superiormente al
    focolaio o
  • immediatamente adiacenti.

7
  • j) RESISTENZA AL FUOCO una delle fondamentali
    strategie di protezione da perseguire per
    garantire un adeguato
  • livello di sicurezza della costruzione in
    condizioni di incendio. Essa riguarda la capacità
    portante in caso di
  • incendio, per una struttura, per una parte della
    struttura o per un elemento strutturale nonché la
    capacità di
  • compartimentazione rispetto allincendio per gli
    elementi di separazione sia strutturali, come
    muri e solai, sia non
  • strutturali, come porte e tramezzi.
  • k) SUPERFICIE IN PIANTA LORDA DI UN
    COMPARTIMENTO superficie in pianta compresa
    entro il perimetro
  • interno delle pareti delimitanti il compartimento.

8
  • Art.2 CARICO DI INCENDIO SPECIFICO DI PROGETTO
  • 1. Il valore del carico dincendio specifico di
    progetto (qf,d) è determinato secondo la seguente
    relazione
  • dove
  • dq1 è il fattore che tiene conto del rischio
    di incendio in relazione alla dimensione del
    compartimento e i cui valori sono definiti in
    tabella 1.
  • Tabella 1

Superficie in pianta lorda del compartimento (m2) dq1 Superficie in pianta lorda del compartimento (m2) dq1
A lt 500 1,00 2.500 A lt 5.000 1,60
500 lt A lt 1.000 1,20 5.000 A lt 10.000 1,80
1.000 lt A lt 2.500 1,40 A 10.000 2,00
9
  • dq2 è il fattore che tiene conto del rischio di
    incendio in relazione al tipo di attività svolta
    nel compartimento e i cui
  • valori sono definiti in tabella 2.
  • Tabella 2

Classi di rischio Descrizione dq2
I Aree che presentano un basso rischio di incendio in termini di probabilità di innesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dellincendio da parte delle squadre di emergenza. 0,80
II Aree che presentano un moderato rischio di incendio in termini di probabilità dinnesco, velocità di propagazione di un incendio e possibilità di controllo dellincendio stesso da parte delle squadre di emergenza 1,00
III Aree che presentano un alto rischio di incendio in termini di probabilità dinnesco, velocità di propagazione delle fiamme e possibilità di controllo dellincendio da parte delle squadre di emergenza 1,20
  • dni è il fattore che tiene conto delle
    differenti misure di protezione e i cui valori
    sono definiti in tabella 3.
  • Tabella 3

dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione dni Funzione delle misure di protezione
Sistemi automatici di estinzione Sistemi automatici di estinzione Sistemi di evacuazione automatica di fumo e calore Sistemi automatici di rivelazione segnalazione e allarme di incendio Squadra aziendale dedicata alla lotta antincendio (1) Rete idrica antincendio Rete idrica antincendio Percorsi protetti di accesso Accessibilità ai mezzi di soccorso VV.F.
ad acqua dn1 altro dn2 dn3 dn4 dn5 interna dn6 interna ed esterrna dn7 dn8 dn9
0,60 0,80 0,90 0,85 0,90 0,90 0,80 0,90 0,90
10
  • Il valore nominale del carico dincendio
    specifico è dato da
  • Dove
  • gi massa delli-esimo materiale combustibile
    in kg
  • Hi potere calorifero inferiore delli-esimo
    materiale combustibile in MJ/kg.
  • I valori di Hi dei materiali
    combustibili possono essere determinati per via
    sperimentale in accordo con UNI EN
  • ISO 17162002 ovvero essere mutuati
    dalla letteratura tecnica.
  • mi fattore di partecipazione alla combustione
    delli-esimo materiale combustibile pari a 0,80
    per il legno e altri
  • materiali di natura cellulosica e 1,00
    per tutti gli altri materiali combustibili.
  • ?i fattore di limitazione della partecipazione
    alla combustione delli-esimo materiale
    combustibile pari a 0 per i
  • materiali contenuti in contenitori
    appositamente progettati per resistere al fuoco
    0,85 per i materiali contenuti in
  • contenitori non combustibili e non
    appositamente progettati per resistere al fuoco
    1 in tutti gli altri casi.
  • A superficie in pianta lorda del
    compartimento in m2.

11
2. Qualora, in alternativa alla formula suddetta,
si pervenga alla determinazione di qf attraverso
una valutazione statistica del carico di incendio
per la specifica attività, si deve far
riferimento a valori con probabilità di
superamento inferiore al 20. 3. Lo spazio di
riferimento generalmente coincide con il
compartimento antincendio considerato e il carico
di incendio specifico è quindi riferito alla
superficie in pianta lorda del compartimento
stesso, nellipotesi di una distribuzione sufficie
ntemente uniforme del carico di incendio. In caso
contrario il valore nominale qf del carico
dincendio specifico è calcolato anche con
riferimento alleffettiva distribuzione dello
stesso.
12
Per le classi di rischio un utile riferimento è
costituito dalle Norme UNI 10779/07 ed UNI
12845/09 NORMA UNI 10779/07 Reti di idranti
ltltProgettazione installazione ed eserciziogtgt
13
(No Transcript)
14
(No Transcript)
15
NORMA UNI 12845/09 Sistemi automatici sprinkler
ltltProgettazione installazione, manutenzionegtgt
16
(No Transcript)
17
(No Transcript)
18
(No Transcript)
19
  • LETTERA CIRCOLARE PROT. P414/4123 sott. 55 del
    28.03.08 (PRECISAZIONI)
  • La classificazione di cui alla Tab.2 (fattore
    dq2) è del tipo quantitativo ed in analogia a
    quanto previsto per i diversi livelli di
    pericolosità di incendio dellappendice B alla
    Norma UNI 10779/07, la valutazione deve tener
    conto delle quantità, disposizione spaziale e
    combustibilità dei materiali presenti, sia in
    termini di velocità di combustione che di potere
    calorifico, delle possibili fonti dinnesco
    presenti, anche in relazione alle lavorazioni
    eseguite, della possibilità di propagazione delle
    fiamme, delle caratteristiche plani volumetriche.
  • Per lapplicazione del coefficiente dn2 possono
    essere considerati equivalenti ai sistemi ad
    acqua quelli che prevedono lerogazione
    automatica di soluzioni schiumogene, laddove tale
    sostanza estinguente sia più idonea a contrastare
    lincendio in relazione alla tipologia di
    materiale combustibile/infiammabile presente.
  • Il coefficiente dn3 può essere applicato ai casi
    in cui in sostituzione dei sistemi automatici di
    evacuazione vengano garantite aperture, purchè
    sufficientemente dimensionate permanenti o
    protette con elementi cedibili a basse
    temperature confrontabili con gli EFC. Possono
    essere considerati equivalenti anche sistemi di
    apertura non automatici, superfici con serramenti
    ed impianti ad estrazione non automatici, purchè
    azionabili anche in assenza di alimentazione
    elettrica ordinaria, da comando a distanza posto
    in zona protetta di facile accesso e con
    attivazione rapida e sicura garantita dalla
    presenza di un presidio permanente durante le 24
    ore.

20
  • - Il coefficiente dn4 può essere utilizzato
    qualora limpianto di rivelazione, segnalazione
    ed allarme antincendio sia in funzione durante le
    24 ore e allazionamento dellallarme,
    eventualmente riportato in luogo permanentemente
    presidiato anche allesterno dellattività, segua
    lattivazione delle procedure di emergenza.
  • Il coefficiente dn5 può essere applicato soltanto
    in caso di presenza continuativa della squadra
    aziendale incaricata della lotta antincendio.
  • Il coefficiente dn8 può essere applicato quando
    laccesso al compartimento è dallesterno
    mediante un sufficiente numero di uscite oppure
    nel caso in cui il compartimento sia
    raggiungibile da percorso protetto partendo
    dallesterno od in caso di presenza di ascensore
    di soccorso.
  • Il coefficiente dn9 può essere applicata nei
    casi nei quali siano rispettati i requisiti di
    accesso richiesti dalle specifiche regole di
    prevenzione incendi nelle 24 ore. Può essere
    accettata la presenza di impedimenti allaccesso
    nelle ore notturne, purchè rapidamente rimovibili
    con i dispositivi in dotazione alle squadre dei
    Vigili del Fuoco.
  • Il fattore di limitazione (?i0,85)
    partecipazione allincendio non può essere
    applicato in caso di contenitori in vetro e in
    caso di contenitori di facile cedimento per
    aumento della pressione interna della sostanza
    contenuta in presenza di incremento della
    temperatura.

21
  • In caso di determinazione del carico specifico
    dincendio attraverso una valutazione statistica,
    adottando valori di probabilità di superamento
    inferiori al 20, non si tiene conto del
    contributo al carico dincendio apportato dalla
    presenza di eventuali strutture combustibili, del
    quale invece si dovrà tener conto. I valori del
    carico dincendio, riportati per tipo di attività
    in letteratura, rappresentano dei valori medi. E
    necessario moltiplicare il valore medio per un
    coefficiente correttivo secondo i seguenti
    criteri
  • a) Per attività piuttosto simili o con
    variabilità limitate per quanto riguarda il
    mobilio o le merci presenti, come per esempio
    abitazioni, alberghi, ospedali, uffici e scuole è
    sufficiente scegliere un valore moltiplicativo
    compreso tra 1,20 e 1,50.
  • b) Per attività piuttosto dissimili o con
    variabilità maggiori come ad esempio centri
    commerciali, supermercati, grandi magazzini,
    attività industriali è necessario scegliere un
    valore del coefficiente moltiplicativo compreso
    tra 1,20 e 1,75.

Appendice E della Norma EN 1991-1-2 (Eurocodice
1, parti 1-2)
Attività Valore medio (MJ/m2) Frattile 80 (MJ/m2)
Civili abitazioni 780 948
Ospedali (stanza) 230 280
Alberghi (stanza) 310 377
Biblioteche 1500 1824
Uffici 420 511
Scuole 285 347
Centri commerciali 600 730
Teatri (cinema) 300 365
22
  • Per quanto riguarda la problematica connessa al
    calcolo del carico dincendio specifico per
    locali che possiedono in tutto od in parte,
    elementi strutturali in legno è ritenuto
    ragionevole considerare tali strutture nella
    determinazione del calcolo del valore nominale
    del carico dincendio qf secondo la seguente
    procedura
  • 1) Determinare la classe del compartimento
    prescindendo inizialmente dagli elementi
    strutturali lignei
  • 2) Calcolare lo spessore di carbonazione degli
    elementi lignei corrispondenti alla classe
    determinata adottando come valori di riferimento
    quelli contenuti nella Norma EN 1955-1-2 secondo
    la Tab. seguente

Essenza Tipologia di legno mm/min
a)Legname tenero (conifere) e faggio Legno laminato incollato con densità caratteristica gt 290 kg/m3 0,70
a)Legname tenero (conifere) e faggio Legno massiccio con densità caratteristica gt 290 kg/m3 0,80
b)Legname duro (latifoglie) Legno duro massiccio o laminato incollato con densità caratteristica gt 290 kg/m3 0,70
b)Legname duro (latifoglie) Legno duro massiccio o laminato incollato con densità caratteristica gt 450 kg/m3 0,55
3) Determinare definitivamente la classe del
compartimento, tenendo conto del carico relativo
alle parti di elementi lignei corrispondenti
allo spessore di cui al punto 2 che hanno
partecipato alla combustione.
23
  • La formula (1) pertanto diventa

dove gl massa del legno che partecipa alla
combustione (kg). 17,5 MJ/kg potere
calorifero del legno. 0,8 fattore di
partecipazione alla combustione del legno.
24
CIRCOLARE del M.I. Prot. nP1494/4109 sott.
53 Per i locali di pubblico spettacolo situati
allultimo piano di un edificio è ritenuto
ammissibile che gli elementi strutturali della
copertura, qualora non collaborino alla statica
delledificio, ma devono assicurare solo la
propria stabilità, abbiano caratteristiche di
resistenza al fuoco commisurata alla classe del
locale indipendentemente dallaltezza antincendio
come prevista al punto 2.3.1 Titolo II del D.M.
19/08/96. Quanto sopra vale a condizione che la
situazione al contorno escluda la possibilità di
propagazione di un eventuale incendio ad ambienti
o fabbricati circostanti in tale caso (come per
esempio in adiacenza con edifici di maggior
altezza) dovranno essere attuate idonee misure di
sicurezza atte ad impedire la propagazione
dellincendio.
25
  • Art.3 RICHIESTE DI PRESTAZIONE
  • Le prestazioni richieste sono
  • Livello I Nessun requisito specifico di
    resistenza al fuoco dove le conseguenze delle
    perdite dei requisiti stessi siano accettabili o
    dove il rischio dincendio sia trascurabile.
  • Livello II Mantenimento dei requisiti di
    resistenza al fuoco per un periodo sufficiente
    allevacuazione degli occupanti in luogo sicuro
    allesterno del fabbricato.
  • Livello III Mantenimento dei requisiti di
    resistenza al fuoco per un periodo congruo con la
    gestione della sicurezza.
  • Livello IV Requisiti di resistenza al fuoco tali
    da garantire, dopo la fine dellincendio, un
    limitato danneggiamento della costruzione
    stessa.
  • Livello V Requisiti di resistenza al fuoco tali
    da garantire, dopo la fine dellincendio il
    mantenimento della totale funzionalità della
    costruzione stessa.
  • Classi di resistenza al fuoco 15, 20, 45, 60,
    90, 120, 180, 240, 360.

26
  • Livello I di prestazione
  • Il livello I di prestazione non è ammesso per le
    costruzioni che ricadono nel campo di
    applicazione del decreto.
  • Livello II di prestazione
  • 1. Può essere ritenuto adeguato per costruzioni
    fino a due piani fuori terra ed un piano
    interrato, isolate ed eventualmente adiacenti ad
    altre purchè strutturalmente e funzionalmente
    separate, destinate ad ununica attività non
    aperta al pubblico ed ai relativi impianti
    tecnologici di servizio e depositi, ove si
    verificano contemporaneamente le seguenti
    condizioni
  • le dimensioni della costruzione siano tali da
    garantire lesodo in sicurezza degli occupanti
  • gli eventuali crolli totali o parziali della
    costruzione non arrechino danni ad altre
    costruzioni
  • gli eventuali crolli totali o parziali della
    costruzione non compromettano lefficacia degli
    elementi di compartimentazione e di impianti di
    protezione attiva che proteggono altre
    costruzioni
  • il massimo affollamento complessivo della
    costruzione non superi 100 persone e la densità
    di affollamento media non sia superiore a 0,2
    pers/m2
  • la costruzione non sia adibita ad attività che
    prevedono posti letto
  • la costruzione non sia adibita ad attività
    specificamente destinate a malati, anziani,
    bambini o a persone con ridotte o impedite
    capacità motorie, sensoriali o cognitive.

27
  • 2. Le classi di resistenza al fuoco necessarie
    per garantire il livello II di prestazione sono
    le seguenti, indipendentemente dal valore assunto
    dal carico di incendio specifico di progetto
  • 30 per costruzioni ad un piano fuori terra,
    senza interrati
  • 60 per costruzioni sino a due piani fuori terra
    e un piano interrati.
  • 3. Sono consentite classi inferiori a quelle
    precedentemente indicate se compatibili con il
    livello III di prestazione.
  • Livello III di prestazione
  • 1. Il livello III di prestazione può ritenersi
    adeguato per tutte le costruzioni rientranti nel
    campo di applicazione del
  • presente decreto fatte salve quelle per le quali
    sono richiesti i livelli IV o V.
  • 2. Le classi di resistenza al fuoco necessarie
    per garantire il livello III sono indicate nella
    tabella seguente, in funzione del
  • carico dincendio specifico di progetto (qf,d)
    definito al punto 2.

Carichi dincendio specifici di progetto (qf,d) Classe Carichi dincendio specifici di progetto (qf,d) Classe
Non superiore a 100 MJ/m2 0 Non superiore a 900 MJ/m2 60
Non superiore a 200 MJ/m2 15 Non superiore a 1.200 MJ/m2 90
Non superiore a 300 MJ/m2 20 Non superiore a 1.800 MJ/m2 120
Non superiore a 450 MJ/m2 30 Non superiore a 2.400 MJ/m2 180
Non superiore a 600 MJ/m2 45 Superiore a 2.400 MJ/m2 240
28
Livello IV e V di prestazioni 1. I livelli IV o V
possono essere oggetto di specifiche richieste
del committente o essere previsti dai capitolati
tecnici di progetto. I livelli IV o V di
prestazione possono altresì essere richiesti
dalla autorità competente per costruzioni
destinate ad attività di particolare
importanza. 2. Per i livelli IV e V resta valido
quanto indicato nel decreto del Ministero delle
infrastrutture e dei trasporti 14/09/2005 Norme
tecniche per le costruzioni e successive
modifiche ed integrazioni.
29
  • Art.4 SCENARI E INCENDI CONVENZIONALI
  • - Curva nominale standard dincendio per
    materiali vari escluso idrocarburi o altre
    sostanze con equivalente velocità di rilascio
    termico

dove ?g temperatura dei gas di combustione in
C t tempo considerato in minuti - Curva
nominale standard dincendio per idrocarburi od
altre sostanze con equivalente rilascio termico
- Curva nominale standard dincendio per incendio
sviluppato allinterno del compartimento ma che
coinvolge strutture poste allesterno.
30
  • Art.5 CRITERI DI PROGETTAZIONE DEGLI ELEMENTI
    STRUTTURALI RESISTENTI AL FUOCO
  • 1. La capacità del sistema strutturale in caso di
    incendio si determina sulla base della capacità
    portante propria degli elementi strutturali
    singoli, di porzioni di struttura o dellintero
    sistema costruttivo, comprese le condizioni di
    carico e di vincolo, tenendo conto della
    eventuale presenza di materiali protettivi.
  • 2. Le deformazioni ed espansioni imposte o
    impedite dovute ai cambiamenti di temperatura per
    effetto dellesposizione al fuoco producono
    sollecitazioni indirette, forze e momenti, che
    devono essere tenuti in considerazione, ad
    eccezione dei casi seguenti
  • - è riconoscibile a priori che esse sono
    trascurabili o favorevoli
  • - sono implicitamente tenute in conto nei modelli
    semplificati e conservativi di comportamento
    strutturale in condizioni di incendio.
  • 3. Le sollecitazioni indirette, dovute agli
    elementi strutturali adiacenti a quello preso in
    esame, possono essere trascurate quando i
    requisiti di sicurezza allincendio sono valutati
    in riferimento alla curva nominale dincendio e
    alle classi di resistenza al fuoco.
  • 4. Nel progetto e nelle verifiche di sicurezza
    allincendio si deve tener conto anche della
    presenza delle azioni a temperatura ordinaria
    permanenti e di quelle azioni variabili che sia
    verosimile agiscano contemporaneamente
    allincendio. Esse dovranno essere prese in conto
    con i propri coefficienti parziali relativi allo
    stato limite in esame che di norma è lo stato
    limite di esercizio con combinazione
    quasi-permanente.

31
  • 5. Non si prende in considerazione la possibilità
    di concomitanza dellincendio con altre azioni
    accidentali.
  • 6. Per i soli elementi strutturali secondari
    contenuti in costruzioni che devono garantire il
    livello III di prestazione è
  • consentito limitare il requisito di resistenza al
    fuoco alla classe 30, purché siano verificate
    tutte le seguenti condizioni
  • a) leventuale crollo degli elementi strutturali
    secondari non compromette la capacità portante di
    altre parti della
  • struttura
  • b) leventuale crollo degli elementi strutturali
    secondari non compromette lefficacia di elementi
    costruttivi di
  • compartimentazione e di impianti di protezione
    attiva
  • c) leventuale crollo degli elementi strutturali
    secondari non deve costituire un significativo
    rischio per gli occupanti e per i soccorritori

32
  • DECRETO DEL MINISTERO DELINTERNO del 16/02/2007
    Classificazione di resistenza al fuoco di
    prodotti ed elementi costruttivi di opere da
    costruzione.
  • UNI EN 1363/1/2-3 Prove di resistenza al fuoco e
    di controllo
  • UNI EN 13501 Classificazione al fuoco dei
    prodotti ed elementi da costruzioni.
    Classificazione in base a prove di reazione al
    fuoco.
  • UNI EN 13501-2 Classificazione al fuoco dei
    prodotti ed elementi da costruzione classificati
    in base alle prove di resistenza al fuoco dei
    prodotti ed elementi da costruzione in base ai
    risultati di prove di resistenza al fuoco
    esclusi i sistemi di ventilazione.
  • UNI EN 13501-3 Classificazione al fuoco dei
    prodotti e degli elementi da costruzione.
    Classificazione in base ai risultati delle
    prove di resistenza al fuoco dei prodotti e degli
    elementi impiegati in impianti di fornitura
    sevizi condotte e serrande resistenti al fuoco.
  • UNI EN 1365-1-2-3-4-5-6 Prove di resistenza al
    fuoco di elementi portanti muri, solai e
    coperture, travi, pilastri, balconi e
    passerelle, scale.
  • UNI EN 1366-1-2-3-4-5-6-7-8 Prove di resistenza
    al fuoco per impianti di fornitura servizi
    condotte, serrande tagliafuoco, sigillanti per
    attraversamenti, sigillature di giunti lineari,
    canalizzazioni di servizio e cavedi, pavimenti
    sopraelevati e pavimenti cavi, sistemi di
    chiusura per trasportatori a nastro, condotte
    di estrazione di fumo per singolo comparto.
  • UNI EN 1634-1-3 Prove di resistenza al fuoco di
    controllo della dispersione di fumo per porte e
    sistemi di chiusura, finestre apribili.
  • UNI EN 14135 Rivestimenti. Determinazione della
    capacità di protezione al fuoco.

33
  • UNI CEN/TS 13381-1-2-7 Metodi di prova per la
    determinazione del contributo alla resistenza al
    fuoco di elementi strutturali membrane
    orizzontali e verticali di protezione.
  • UNI EN 13381-3-4-5-6-7 Metodi di prova per la
    determinazione della resistenza al fuoco di
    elementi strutturali. Protezione applicata ad
    elementi di calcestruzzo, di acciaio, elementi
    compositi di calcestruzzo, lastre profilate di
    acciaio, colonne cave di acciaio riempite di
    calcestruzzo, elementi di legno.
  • UNI EN 1991-1-2 Eurocodice 1 Azioni in generale
    Azioni sulle strutture esposte al fuoco.
  • UNI EN 1992-1-2 Eurocodice 2 Progettazione
    delle strutture in calcestruzzo - Parte 1-2
    Regole generali. Progettazione strutturale
    contro lincendio.
  • UNI EN 1993-1-2 Eurocodice 3 Progettazione
    delle strutture in acciaio Parte 1-2 Regole
    generali. Progettazione strutturale contro
    lincendio.
  • UNI EN 1994-1-2 Eurocodice 4 Progettazione
    delle strutture composte in acciaio e
    calcestruzzo Parte 1-2 Regole generali.
    Progettazione strutturale contro lincendio.
  • UNI EN 1995-1-2 Eurocodice 5 Progettazione
    delle strutture in legno Parte 1-2 Regole
    generali. Progettazione strutturale contro
    lincendio.
  • UNI 9502 Procedimento analitico per valutare la
    resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in
    cemento armato normale e precopresso (RITIRATA
    E SOSTITUITA DA UNI EN 1992-1-2).
  • UNI 9503 Procedimento analitico per valutare la
    resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in
    acciaio.
  • UNI 9504 Procedimento analitico per valutare la
    resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in
    legno.

34
  • Art.1 Campo di applicazione e definizioni
  • Vengono definiti i prodotti da costruzione, le
    opere da costruzione o opere, le norme
    armonizzate, gli atti di benestare tecnico, il
    campo di applicazione diretta del risultato di
    prova, il campo di applicazione estesa del
    risultato di prova ed il laboratorio di prova.
  • Art.2 Classificazione di resistenza al fuoco
  • La prestazione di resistenza al fuoco dei
    prodotti e degli elementi costruttivi possono
    essere determinate in base a risultati di
  • a) Prove b) Calcoli c) Confronti con tabelle
  • Art.3 Prodotti per il quale è prescritta la
    classificazione di resistenza al fuoco
  • 1. I prodotti legalmente commercializzati in uno
    degli Stati della Unione europea e quelli
    provenienti dagli Stati contraenti l'accordo SEE
    e Turchia, possono essere impiegati in Italia in
    elementi costruttivi e opere in cui è prescritta
    la loro classe di resistenza al fuoco, secondo
    l'uso conforme all'impiego previsto, se muniti
    della marcatura CE prevista dalle specificazioni
    tecniche di prodotto.
  • 2. Per i prodotti muniti di marcatura CE la
    classe di resistenza al fuoco, ove prevista, è
    riportata nelle informazioni che accompagnano la
    marcatura CE e nella documentazione di cui
    all'art. 10 del decreto del Presidente della
    Repubblica 21 aprile 1993, n. 246, e successive
    modificazioni.

35
  • 3. Per tutti i prodotti, con esclusione di quelli
    di cui al successivo comma 4, per i quali non è
    ancora applicata la procedura ai fini della
    marcatura CE in assenza delle specificazioni
    tecniche e successivamente durante il periodo di
    coesistenza, l'impiego in elementi costruttivi e
    opere in cui è prescritta la loro classe di
    resistenza al fuoco, è consentito in conformità
    alle specifiche di cui al successivo art.4.
  • 4. Per le porte e gli altri elementi di chiusura,
    per le quali non è ancora applicata la procedura
    ai fini della marcatura CE in assenza delle
    specificazioni tecniche e successivamente durante
    il periodo di coesistenza, l'impiego in elementi
    costruttivi e opere in cui è prescritta la loro
    classe di resistenza al fuoco, è subordinato al
    rilascio dell'omologazione ai sensi degli
    articoli 5 e 6 del decreto del Ministero
    dell'interno 21 giugno 2004 e consentito nel
    rispetto dell'art. 3 del medesimo decreto. Al
    termine del periodo di coesistenza, definito con
    comunicazione della Commissione dell'Unione
    europea, detta omologazione rimane valida, solo
    per i prodotti già immessi sul mercato entro tale
    termine, ai fini dell'impiego entro la data di
    scadenza dell'omologazione stessa
  • 5. La documentazione di cui ai commi 2 e 3 del
    presente articolo deve essere prodotta in lingua
    italiana ovvero accompagnata dalla traduzione in
    lingua italiana in conformità alle norme vigenti.
  • Art.4 Elementi costruttivi per i quali è
    prescritta la classificazione di resistenza al
    fuoco
  • 1. Gli elementi costruttivi, per i quali è
    prescritta la classificazione di resistenza al
    fuoco, possono essere installati ovvero costruiti
    in opere destinate ad attività soggette ai
    regolamenti di prevenzione incendi, in presenza
    di certificazione redatta da professionista in
    conformità al decreto del Ministro dell'interno 4
    maggio 1998, che ne attesti la classe di
    resistenza al fuoco secondo le modalità indicate
    all'art. 2, commi 4, 5, 6 del presente decreto.

36
  • 2. La certificazione di cui al precedente comma 1
    garantisce anche nei confronti delle mutue
    interazioni tra prodotti ed elementi costruttivi
    che ne possano pregiudicare o ridurre la
    classificazione ottenuta
  • 3. Qualora la classificazione di resistenza al
    fuoco degli elementi costruttivi sia ottenuta
    attraverso la sola modalità indicata all'art. 2,
    comma 4 (classificazione in base a risultati di
    prova) del presente decreto, la certificazione di
    cui al precedente comma 1 garantisce che
    l'elemento costruttivo ricada all'interno del
    campo di diretta applicazione del risultato di
    prova. In caso contrario la classificazione di
    resistenza al fuoco deve fare riferimento alla
    ulteriore documentazione resa disponibile dal
    produttore, in conformità alle prescrizioni di
    cui all'allegato B al presente decreto.
  • 4. Qualora l'elemento costruttivo coincida con un
    prodotto munito di marcatura CE la
    certificazione, di cui al precedente comma 1,
    costituisce la dichiarazione di uso conforme
    all'impiego previsto.
  • Art.5 Norme transitorie
  • 1. I rapporti di prova di resistenza al fuoco
    rilasciati, ai sensi della Circolare n91 del
    14/09/61, dal Centro Studi ed Esperienze del
    Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco ovvero da
    laboratorio autorizzato sono validi, ai fini
    della commercializzazione dei prodotti ed
    elementi costruttivi, nel rispetto dei seguenti
    limiti temporali
  • Rapporti emessi entro il 31/12/85 Fino ad un
    anno dallentrata in vigore del presente decreto
    (fino a tutto il 24/09/08)
  • Rapporti emessi da 1/01/86 al 31/12/95 Fino tre
    anni dallentrata in vigore del presente decreto
    (fino a tutto il 24/09/10)
  • Rapporti emessi dal 1/01/96 Fino a cinque anni
    dallentrata in vigore del presente decreto (fino
    a tutto il 24/12/12).

37
  • 2. Per prodotti ed elementi costruttivi di opere
    esistenti, le cui caratteristiche di resistenza
    al fuoco siano già state accertate alla data di
    entrata in vigore del presente decreto, non è
    necessario procedere ad una nuova determinazione
    delle prestazioni di resistenza al fuoco anche
    nel caso di modifiche che non riguardano i
    prodotti ad elementi costruttivi stessi.
  • 3. Quando il progetto è stato approvato dal
    Comando provinciale dei vigili del fuoco in data
    antecedente alla entrata in vigore del presente
    Decreto è consentito limpiego di prodotti ed
    elementi costruttivi con caratteristiche di
    resistenza al fuoco determinate con la previgente
    normativa, ferme restando le limitazioni di cui
    al precedente comma 1.
  • 4. Il Decreto è entrato in vigore il 25/09/07.

38
  • ALLEGATO A - Simboli e Classi

R Capacità portante P0 PH Continuità di corrente o capacità di segnalazione
E Tenuta G Resistenza allincendio della fuliggine
I Isolamento K Capacità di protezione al fuoco
W Irraggiamento D Durata della stabilità a temperatura costante
M Azione meccanica DH Durata della stabilità lungo la curva standard tempo-temperatura
C Dispositivo automatico di chiusura F Funzionalità degli evacuatori motorizzati di fumi e calore
S Tenuta al fumo B Funzionalità degli evacuatori naturali di fumo e calore
  • Le classi si riferiscono ai seguenti elementi
  • - Elementi portanti privi di funzione di
    compartimentazione muri, solai, tetto, colonne,
    travi, balconi, scale e passerelle.
  • - Elementi portanti con funzione di compartimento
    antincendio muri, solai e tetti.
  • - Prodotti e sistemi per la protezione di parti
    od elementi portanti controsoffitti privi di
    intrinseca resistenza al fuoco e con intrinseca
    resistenza al fuoco, rivestimenti pannelli,
    intonaci, vernici e schermi protetivi.
  • - Parti od elementi non portanti di opere di
    costruzione e prodotti offerenti Pareti
    divisorie
  • - Facciate (curtain walls) e muri esterni con
    parti vetrate.
  • - Sistemi di sigillatura di fori passanti e di
    giunti lineari.

39
- Porte e chiusure resistenti al fuoco e sistemi
di chiusura. - Chiusure dei passaggi destinati ai
nastri trasportatori ed ai sistemi di trasporto
su rotaia. - Canalizzazioni di servizi e
cavedi. - Camini. - Rivestimenti su pareti e
soffitti. - Condotte di ventilazione. - Serrande
tagliafuoco. - Cavi elettrici e in fibre ottiche
ed accessori, condotte e sistemi di protezione
del fuoco per cavi elettrici. - Cavi e sistemi di
cavi elettrici o per la trasmissione di segnali
di diametro ridotto. - Condotti di estrazione del
fumo per comparto singolo. - Condotti di
estrazione del fumo resistenti al fuoco per
comparti multipli. - Serrande per il controllo
del fumo di un comparto singolo o per comparti
multipli. - Barriere al fumo. - Evacuatori
motorizzati di fumo (ventilatori), giunti di
connessione. - Evacuatori naturali di fumo e
calore.
40
  • ALLEGATO B Modalità per la classificazione in
    base ai risultati di prove
  • Sono elencate le condizioni di esposizione, i
    criteri prestazionali e le procedure da
    utilizzare nellambito delle prove come indicate
    nelle parti 2, 3 e 4 della Norma UNI EN 13501,
    nonché le Norme di riferimento per i forni
    sperimentali, le attrezzature di prova, gli
    strumenti di misura ed acquisizione, le procedure
    di campionamento, conservazione, condizionamento,
    invecchiamento ed installazione.
  • Il produttore è tenuto a conservare il rapporto
    di prova ed a renderlo disponibile per il
    professionista che ne avvale per la
    certificazione di resistenza al fuoco.
  • ALLEGATO C Modalità per la classificazione in
    base ai risultati di calcolo
  • - I metodi di calcolo da utilizzare sono quelli
    contenuti negli Eurocodici.
  • - In attesa della pubblicazione delle Appendici
    nazionali degli Eurocodici è possibile ricorrere
    alla sola verifica della resistenza al fuoco
    degli elementi portanti per le strutture in
    calcestruzzo armato normale e precompresso, in
    acciaio ed in legno con i valori dei parametri da
    definire a livello nazionale presenti nelle norme
    stesse come valori di riferimento ovvero alle
    Norme UNI 9502, UNI 9503/07, UNI 9504.
  • - I metodi di calcolo che fanno riferimento agli
    Eurocodici possono necessitare della
    determinazione dei parametri termo-fisici dei
    sistemi protettivi eventualmente presenti sugli
    elementi portanti. In questi casi i valori che
    assumono detti parametri vanno determinati
    esclusivamente attraverso prove sperimentali.

41
  • I valori dei parametri presenti negli Eurocodici
    o nelle Norme UNI potevano essere utilizzati fino
    alla data del 24 settembre 2010 a condizione che
    il produttore, sulla base di esperienze
    sperimentali, avesse dichiarato sotto la propria
    responsabilità, che il sistema protettivo
    garantiva le prestazioni definite nelle suddette
    norme, nonché aderenza e coesione per il tempo
    necessario e ne avesse fornito le indicazioni
    circa i cicli di posa o di installazione.
  • Elaborazioni numeriche di detti parametri che
    esulevano dallambito delle prove sperimentali o
    dalle norme di cui agli Eurocodici od UNI, non
    sono valide per la verifica della resistenza al
    fuoco.
  • LETTERA CIRCOLARE Prot. DCPST/A5
  • Tenuto presente che il D.M. 16/02/07 rimanda la
    possibilità di verifica analitica di resistenza
    al fuoco delle strutture, alla pubblicazione
    delle appendici nazionali alle norme EN.
  • La lettera circolare precisa che
  • - La certificazione di murature basate su
    valutazioni analitiche possono essere accettate
    ai fini del rilascio del C.P.I., per le
    costruzioni il cui progetto è stato presentato
    prima del 25 settembre 2010.
  • - Per i progetti presentati dopo tale data, in
    assenza delle appendici nazionali, sono accettate
    soltanto valutazioni basate su risultati di prove
    secondo le istruzioni contenute nel D.M.
    16/02/07, od in alternativa secondo confronti con
    le tabelle riportate nello stesso Decreto e nella
    successiva Lettera Circolare n1968 del 15/02/08
    riguardante le murature.
  • - I rapporti di prova per murature portanti e non
    rilasciati secondo la circolare M.I. SA n91 del
    14/09/61 sono validi se il progetto è stato
    presentato prima delle date contemplate allArt.
    5 comma 1 del D.M. 16/02/07.

42
  • RIEPILOGO
  • A) Validità rapporti di prova rilasciati ai fini
    della commercializzazione di prodotti ed elementi
    costruttivi secondo la circolare 91 del 14/09/61
    (comma 1 art 5 d.m. 16/02/07)
  • Rapporti emessi entro il Rapporti emessi dal
    1/01/86 Rapporti emessi dopo il 1/01/96
  • 31/12/85 fino al 24/09/08 al 31/12/95 fino al
    24/09/10 fino al 24/09/12
  • B) Prodotti ed elementi costruttivi le cui
    caratteristiche di resistenza al fuoco sono state
    accertate alla data del 25/09/07 (comma 2 art 5
    d.m. 16/02/07)
  • Restano validi anche nel caso di modifiche anche
    non riguardano i prodotti e gli elementi
    costruttivi stessi.
  • C) Progetti approvati prima del 25/09/07 (comma 3
    art 5 d.m. 16/02/07)
  • E consentito limpiego di prodotti ed elementi
    costruttivi con caratteristiche determinate
    secondo la previgente normativa, fermo restando
    quanto indicato al punto A) per la validità dei
    rapporti emessi.
  • D) Certificazione di murature portanti e non
    (lettera circolare dcpst/a5/)
  • - Se basate su valutazioni analitiche ed ai fini
    del rilascio del C.P.I. possono essere accettate
    per progetti presentati prima del 25/09/10.
  • - Per progetti presentati dopo tale data in
    assenza della appendice nazionale alle norme EN
    sono valide soltanto valutazioni basate su
    risultati di prove o tabellari secondo quanto
    contenuto nel D.M. 16/02/07 e per le murature
    nella successiva lettera Circolare n1968 del
    15/02/08.

43
  • E) Rapporti di prova di prodotti ed elementi
    costruttivi (lettera circolare dcpst/a5/)
  • Se rilasciati ai sensi della Circolare MI.SA. Del
    14/09/61 possono essere utilizzati oltre le date
    indicate allArt 5 comma 1 per progetti
    presentati prima delle suddette date.
  • F) Elementi protettivi (Allegato C al D.M.
    16/02/07)
  • La determinazione dei parametri termofisici degli
    elementi protettivi (lastre, intonaci, vernici,
    rivestimenti) delle strutture da considerare nei
    metodi di calcolo previsti negli Eurocodici e
    nelle Norme UNI vanno determinate esclusivamente
    attraverso prove i valori di detti parametri
    presenti nelle Norme UNI e negli Eurocodici
    potevano essere utilizzati prima del 25/09/10,
    data nella quale è scattato lobbligo della
    marcatura CE di detti prodotti, a condizione che
    il produttore avesse dichiarato, sotto la propria
    responsabilità e sulla base di idonee esperienze
    sperimentali, che il sistema protettivo garantiva
    le prestazioni definite nelle suddette norme,
    nonché aderenza e coesione per tutto il tempo
    necessario e ne avesse fornito le indicazioni
    circa i cicli di posa ed installazione.

44
  • LETTERA CIRCOLARE del M.I. n11635 del 24/10/08
  • Oggetto Validità dei rapporti di
    classificazione ai fini della resistenza al fuoco
    di prodotti ed elementi costruttivi, emessi da
    laboratori di altri stati della UE o da Stati
    contraenti laccordo SEE e la Turchia.
  • La documentazione che il produttore deve rendere
    disponibile è la seguente
  • a) Traduzione in lingua italiana del rapporto di
    classificazione (o valutazione), accompagnata da
    dichiarazione giurata sulla fedeltà della
    traduzione.
  • b) Atto amministrativo che garantisca
    sullidoneità del laboratorio allesecuzione
    delle prove e delle successive classificazioni.
    Tale atto potrà essere uno dei seguenti
    documenti
  • - copia conforme alloriginale del documento
    rilasciato da un organismo di accreditamento dei
    laboratori appartenente allEA (European
    co-operation for Accreditation) per operare in
    conformità alla specifica norma
  • - dichiarazione, da parte del Laboratorio, di
    essere stati notificati alla Commissione
    dellUnione europea, con indicazione del codice
    di notifica, ad operare in qualità di organismo
    di prova con riferimento alla specifica norma
  • - copia conforme alloriginale di qualsiasi atto
    amministrativo con il quale lo Stato membro,
    presso il quale risiede il Laboratorio di prova,
    riconosce lidoneità del Laboratorio ad operare
    con riferimento alla specifica norma.

45
  • ALLEGATO D Modalità di classificazione in base
    a confronti con tabelle
  • Condizioni generali
  • - I valori riportati nelle tabelle che seguono
    pur essendo cautelativi non permettono
    estrapolazioni od interpolazioni.
  • - Luso delle tabelle è limitato alla
    classificazione di elementi costruttivi per i
    quali è richiesta la resistenza al fuoco dei
    confronti della curva di temperatura-tempo
    standard e delle altre azioni meccaniche previste
    in caso dincendio.

46
  • Murature non portanti in blocchi di laterizio
    Classificazione EI
  • Limitazioni
  • a) Altezza della parete fra due solai o distanza
    tra due elementi di irrigidimento con equivalente
    condizioni di vincolo dei solai non superiore a 4
    metri.
  • b) Presenza di 10 mm di intonaco su ambedue le
    facce oppure di 20 mm sulla faccia esposta al
    fuoco
  • c) s spessore senza intonaco

Classe Blocco con percentuale di foratura gt 55 Blocco con percentuale di foratura gt 55 Blocco con percentuale di foratura lt 55 Blocco con percentuale di foratura lt 55
Classe Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio
30 S 120 80 100 80
60 S 150 100 120 80
90 S 180 120 150 100
120 S 200 150 180 120
180 S 250 180 200 150
240 S 300 200 250 180
Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc. Intonaco normale intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/mc Intonaco protettivo antincendio intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/mc.
47
  • Murature non portanti in blocchi di calcestruzzo
    Classificazione EI
  • Limitazioni
  • a) C.S. per altezza fra due solai o distanza tra
    due elementi dirrigidimento.
  • b) facciavista o con 10 mm di intonaco normale su
    ambedue le facce ovvero 20 mm sulla faccia
    esposta al fuoco.
  • c) Spessore s senza intonaco

Classe Blocco con fori monocamera Blocco con fori multicamera o pieno Blocco con fori mono o multicamera o pieno Blocco con fori mono o multicamera o pieno
Classe Blocco con fori monocamera Blocco con fori multicamera o pieno Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio
30 S 120 100 () 100 () 80 ()
60 S 150 120 () 120 () 100 ()
90 S 180 150 150 120 ()
120 S 240 180 200 150
180 S 280 240 250 180
240 S 340 300 300 200
() Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale foratura lt 15)
48
  • Murature non portanti in blocchi di calcestruzzo
    alleggerito (? lt 1700 kg/mc)
  • Limitazioni
  • a) C.S. per altezza fra due solai o distanza tra
    due elementi dirrigidimento.

Classe Blocco con fori monocamera Blocco con fori multicamera o pieno
30 S 100 80 ()
60 S 120 80 ()
90 S 150 100 ()
120 S 200 150
180 S 240 200
240 S 300 240
() Solo blocchi pieni (percentuale di foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale di foratura lt 15) () Solo blocchi pieni (percentuale di foratura lt 15)
49
Murature non portanti in blocchi di pietra
squadrata Limitazioni a) C.S. per altezza fra
due solai o distanza tra due elementi
dirrigidimento.
Classe Blocco pieno Classe Blocco pieno Classe Blocco pieno
30 S 150 90 S 250 180 S 360
60 S 150 120 S 250 240 S 360
50
  • LETTERA CIRCOLARE Prot. 1968 del 15/02/08
  • Riporta la seguente tabella che in attesa
    dellappendice nazionale dellEurocodice EN
    1996-1-2 può essere applicata per ottenere il
    requisito REI per le classi indicate con le
    seguenti limitazioni
  • h/s lt 20
  • h lt 8
  • dove h è laltezza tra due solai o elementi
    dirrigidimento con equivalente funzioni di
    vincolo dei solai

Classi Classi Classi Classi Classi Classi
Materiale Tipo blocco 30 60 90 120 180 240
Laterizio Pieno (foratura lt 15) 120 150 170 200 240 300
Laterizio () Semipieno e forato (15 lt foratura lt 55) 170 170 200 240 280 330
Calcestruzzo Pieno, semipieno e forato (foratura lt 55) 170 170 170 200 240 300
Calcestruzzo leggero () Pieno, semipieno e forato (foratura lt 55) 170 170 170 200 240 300
Pietra squadrato Pieno (foratura lt 55) 170 170 250 280 360 400
() presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc () presenza di 10mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20mm sulla sola faccia esposta al fuoco i valori in tabella si riferiscono agli elementi di laterizio sia normale che alleggerito in pasta. () massa volumica netta non superiore a 1700 kg/mc
51
  • Solette piene e solai alleggeriti
  • Valori minimi dello spessore totale H e della
    distanza dallasse delle armature sufficienti a
    garantire il requisito R
  • Distanza a dellasse delle armature alla
    superficie esposta.

Classe 30 60 90 120 180 240
Solette piene con armatura monodirezionale H 80 a 10 H 120 a 20 H 120 a 30 H 160 a 40 H 200 a 55 H 240 a 65
Solai misti di lamiera di acciaio con riempimento di calcestruzzo (1) H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10 H 80 a 10
Solai a travetti con alleggerimento (2) H 160 a 15 H 200 a 30 H 240 a 35 H 240 a 45 H 300 a 60 H 300 a 75
Solai a lastra con alleggerimento (3) H 160 a 15 H 200 a 30 H 240 a 35 H 240 a 45 H 300 a 60 H 300 a 75
I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15mm. In presenza di intonaco i valori di H e a devono tenere conto nella seguente maniera 10mm di intonaco normale equivalente ad 10mm di calcestruzzo 10mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20mm di calcestruzzo. Per ricoprimento dei calcestruzzo superiori a 50mm prevedere un armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1) In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha esclusivamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta. (2) Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10mm. (3) In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrappressioni. I valori di a devono essere non inferiori
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