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Teorie

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Teorie eziologiche della criminalit Controllo sociale e criminologia critica Le teorie Riportiamo qui le principali teorie raggruppate secondo 3 indirizzi ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Teorie


1
Teorie  eziologiche della criminalità
  • Controllo sociale e criminologia critica

2
Le teorie
Le teorie sono i postulati su cui si fonda ogni
scienza esse sono il punto d'arrivo di grandi
esperienze nel campo specifico e sono una sintesi
che serve poi a ripartire per nuovi
approfondimenti perciò hanno valenza provvisoria,
relativistica e parziale, infatti più d'una
spiegano meglio il fenomeno, in questo caso,
criminalità nella poliedrica realtà che essa
comunque presenta. Il progresso quindi avviene
sempre con l'alternarsi di sintesi ed
approfondimenti.
3
Riportiamo qui le principali teorie raggruppate
secondo 3  indirizzi
  • sociologico
  •  psicologico  
  •  biologico

Le teorie sociologiche si rifanno strettamente al
principio di realtà e sono state elaborate dopo
lunghi studi diretti dei fenomeni sociali meno
vincolate a questo principio e più
individualistiche le teorie psicologiche, in esse
si parte dalla personalità ed infatti sono tutte
teorie della personalità. Ancor più endogeniche
infine sono le teorie biologiche.
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1)  Teorie  Sociologiche  
  • esse si dividono in tre gruppi ossia
  • a )  Teorie del consenso della maggioranza a
    regole comuni a cui peraltro si contrappone una
    minoranza di  " DEVIANTI " .
  • b )  Teorie del conflitto  di classe in quanto i
    modelli normativi e comportamentali della società
    derivano dall'imposizione della classe  "
    minoritaria "  ma   "dominante" .
  • c )  Non c'è consenso nè conflitto

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  teoria del consenso
  • -  Teoria delle aree criminali o ecologica (della
    Scuola di Chicago, Shaw e Mc Kay, anni '40) il
    comportamento criminale assurge a modello nei
    quartieri più degradati e periferici delle grandi
    metropoli.
  • - Teoria della disorganizzazione sociale
    (Suterland,1947) destabilizzazione, contestazione
    e rifiuto dei valori culturali dell'epoca,
    indotti dai rapidi cambiamenti imposti dalla
    Rivoluzione Industriale e favoriti dalle
    contraddizioni normative.
  • -  Teoria dei conflitti culturali  per mancata
    integrazione di una parte degli immigrati, da
    aree rurali o da altri paesi e quindi altre
    culture, in fatiscenti sobborghi urbani e
    frenetici ritmi di produzione industriale.
  • -  Teoria delle associazioni o identificazioni
    differenziali (Sutherland e Cressey, 1947-1960)
    contagio delinquenziale per frequentazione con
    individui o gruppi già criminali.
  • -  Teoria della sottocultura delinquenziale (A.
    K.  Cohen, 1955) bande delinquenziali giovanili
    alimenteranno in seguito le fila dei criminali
    comuni.
  • - Teoria della devianza volontaria contestativa o
    struttural-funzionalismo, con l'elaborazione del
    concetto di anomia  ossia di perdita di
    credibilità delle norme
  • la società propone delle mete all'individuo,
  • la società impone dettati normativi nel cui
    ambito interagire per raggiungere le mete
  • la società induce alla rottura dell'individuo con
    le regole sociali sia per iperstimolazione delle
    aspirazioni attraverso il consumismo
    iperpubblicizzato (Durkeim), e sia non dando a
    tutti le stesse possibilità  (necessarie e
    sufficienti)  per realizzare tali aspirazioni con
    i soli mezzi leciti (Merton). Daltronde nemmeno
    madre natura  da' le stesse capacità a tutti ed è
    comunque difficile ammettere ed accettare  i
    propri limiti.

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 b )  Teorie del conflitto
- Teoria dell'etichettamento del cosiddetto
"delinquente DOC"  o Labelling approach
 l'individuo viene classificato una volta e per
sempre come deviante (una specie di marchio
d'infamia di origine controllata, indelebile). -
  Criminologia radicale originata comunque da un
radicalismo politico con istanze anarchiche. -
 Criminologia critica  con istanze marxiste.
7
c )  Non c'é conflitto nè consenso ma solo
necessità ed opportunismo
  • emarginazione e marginalità.
  • neutralizzazione critica opportunistica di norme
    comunque apprese e condivise.

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2 )  Teorie  Psicologiche  
  • hanno un approccio più individualistico rispetto
    alle sociologiche ma anch'esse analizzano le
    correlazioni ambientali e le eventuali risposte
    criminali alle sollecitazioni provenienti dalla
    società.
  • Dell' attività  psichica  si apprezzano tre
    aspetti
  • Sfera  Cognitiva    Conoscenza,  Pensiero,
     Intelligenza
  • Sfera Affettiva    Umore,  Sentimenti, Emozioni
  • Sfera Volitiva    Azioni,  Omissioni.

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  • L'attività  psichica soggettiva ossia personale,
    il cui substrato è la personalità o carattere
    (come insieme delle qualità e caratteristiche di
    un soggetto, deriva dall'interazione plastica del
    temperamento innato con le influenze ambientali)
    si manifesta socialmente nella condotta  o
    comportamento che puo'  purtroppo essere, a
    volte, criminale

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Le  teorie psicologiche sono "Teorie  della
 Personalità"
  • Lo studio dei mecanismi della psiche è stato
    affrontato storicamente da diverse prospettive ed
    annovera i seguenti caposaldi, affacciatisi alla
    storia in questa successione temporale
  • Froid e la  Psicanalisi che porta due contributi
    fondamentali alle scienze dell'uomo
  • il concetto di inconscio o es (la libido, come
    una delle tre istanze o livelli dell'attività
    psichica, insieme all'io , interprete dei
    bisogni, ed al superio ossia l'arbitro morale) e
    quello di  visione dinamica della psiche
    (confronto tra forze impulsive, es e io, e forze
    costrittive, superio ne può risultare equilibrio
    o conflitto, intrapersonale o interpersonale,
     vissuto dall'io  come una situazione di pericolo
    che può concretizzarsi in una nevrosi o  psicosi
    ).
  • Jung e la psicologia analitica
  • L'inconscio ha anche una componente collettiva e
    l'atteggiamento umano può divaricarsi
    dall'estroversione all'introversione (davanti
    alla tensione può prevalere l'una o l'altra)
    mentre l'equilibrio e la stabilità rappresentano
    l'agognata completezza del se. Ma purtroppo  è la
    pigrizia spirituale , come afferma Jung,  "lo
    stato abituale dell'uomo".  Più tardi la
    psicologia umanistica (vedasi le ricerche di
    Maslov) introdurrà il concetto di  "sovraconscio"
    (la zona più elevata della personalità , chiamata
    anche inconscio superiore)  , origine di un
    benessere spirituale connesso alla fedeltà ai
    valori più elevati (aspirazione al trascendente,
    senso della responsabilità e del dovere, fedeltà
    ed amore, gioia, alacrità ed altruismo,
    creatività artistica, condivisione del bene),
    alla coerenza col proprio "io" più vero,
    all'unità in noi e con gli altri.
  • Psicologia sociale di Adler e Fromm
  • La vita é un sistema interrelazionale tra
    individui intesi sia come soggetti che come
    società. La divaricazione qui é tra complesso di
    inferiorità e di superiorità perchè l'uomo é
    mosso dalla volontà di potenza e si vede inserito
    in una scala gerarchica di cui é più o meno
    soddisfatto.
  • Per Fromm l'uomo oltre che di relazioni ha
    bisogno anche di trascendenza e di schemi di
    riferimento  la loro carenza lo spinge a cercare
    compensazioni, che possono essere anche illegali.

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  • Psicologia sociale L'identità personale
    psicosociale (comportamento ) si confà al ruolo
    (giudizio ) che viene ad avere il soggetto nella
    società (il soggetto ritenuto criminale si
    cronicizza in quel ruolo la stessa sua
    convinzione si confà nel tempo al convincimento
    sociale ). Le istituzioni cronicizzano lo status
    di criminale, di malato (il carcere cronicizza il
    comportamento criminale come il manicomio
    statisticamente cronicizza la malattia mentale
    ).
  • Psicologia comportamentista o Behaviorismo o
    psicologia dello stimolo-rispostail
    comportamento è condizionato dall'ambiente
    attraverso un meccanismo di punizione-inibizione
    o ricompensa-rafforzamento. Ma la
    punizione-inibizione spesso è vissuta come
    frustrazione e la risposta aggressiva è sempre
    rafforzata dal ripetersi delle frustrazioni.
    Dalla  aggressività alla violenza a volte il
    passo può essere breve.
  • Altri contributi all'approccio psicologico
  • teoria del campo o del sistema sociale
    (tutti gli elementi del sistema si influenzano
    per cui il comportamento è una risultante.
    Balloni, 1984) fenomenologia (ogni singolo uomo
    è un fenomeno unico ed  irripetibile, una storia,
    e come tale deve essere studiato nella sua
    singolarità, senza generalizzare. Teoria
    applicata nel campo criminologico da Semerari,
    1975 ) teoria dei sistemi (ridà la parola
    all'uomo ed  ai suoi meccanismi interni, ridà
    valore alla storia personale con tutte le
    implicazioni familiari, lavorative e
    socio-ambientali). Tutte queste teorie sono
    importanti per lo sviluppo della vittimologia e
    della psicologia della testimonianza.Teorie
    multifattoriali dell'integrazione
    psico-ambientale.Teoria non direzionalericerca
    dei fattori familiari-situazionali ed individuali
    che più frequentemente ricorrono tra i
    delinquenti.Teoria dei contenitoriazione di
    contenimento della condotta da parte dei fattori
    interni (autocontrollo, moralismo, convincimenti
    etici, tolleranza e senso di responsabilità,
    razionalismo) ed esterni al soggetto (buone
    aspettative di successo sociale e di consenso
    socio-familiare,  coerenti modelli di
    identificazione ed integrazione, sistemi
    istituzionali di prevenzione e repressione
    efficienti ed efficaci).

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3  )  Teorie  Biologiche
  • Gli orientamenti organicistici possiamo
    denominarliteoria della predisposizione  e
     teoria degli istinti (aggressivi e predatori).
  • La teoria della predisposizione caratterizzò la
    scuola Lombrosiana con il concetto di criminalità
    costituzionale e con indagini condotte su gemelli
    omozigoti  e sulle famiglie dei criminali.
    Nell'ottica attuale è certamente improprio
    parlare di disposizioni ereditarie al delitto.
    Più recenti sono gli studi sulle anomalie
    cromosomiche e criminalità presenza di
    quarantasette cromosomi o della sindrome XYY nei
    criminali reclusi più frequentemente che nella
    popolazione ordinaria.
  • La teoria degli istinti caratterizzò la scuola
    etologica di Lorenz contrapposta all'orientamento
    ambientalistico (l'antinomia tra le due è
    superata nell'orientamento correlazionistico ).
    Importante apporto concettuale di questa scuola e
    il concetto di aggressività intra ed extra
    specifica.

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  • Si ricollega all'etologia anche la sociobiologia
    di Wilson la società non è il frutto
    dell'evoluzione della specie quanto la
    conseguenza di schemi prefissati biologicamente
    negli individui cioè le società umane sono
    adattative secondo il principio Darwiniano di
    idoneità biologica .
  • Altro filone organicistico è la
    psiconeurofisiologia con gli studi
    sull'aggressività e la violenza. Ne sono derivati
     il concetto di organizzazione evolutiva del
    cervello con l'individuazione di tre sistemi
    (telencefalico, diencefalico e mesencefalico ) da
    cui si originano rispettivamente  tre attività
    stereotipica, istintuale-emozionale,
    raziocinante.Più recenti sono gli studi sui
    neurotrasmettitori e neuromodulatori con
     finalità anche farmacoterapeutiche.Infine nei
    violenti sono presenti frequenti "disturbi minimi
    cerebrali" con  note di immaturità rivelantisi
    per esempio in EEG di tipo infantile.

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Ipotesi di una teoria generale della
criminogenesi  intesa come  "CRIMINOLOGIA 
DINAMICA"
  • In sintesi si può dire che il  "perchè"  (il
    movente) del reato ha valenza criminologica,
    mentre il  "come" (la scena del delitto) ha
    valenza criminalistica mentre la scena del
    delitto è cristallizzata ed immobile, il
    "movente" ha mosso e continua muovere il soggetto
    criminale all'azione azioni prima commissive od
    omissive e poi tese all'inquinamento delle prove,
    alla fuga o alla reiterazione del delitto
    (pericolosità sociale). In una sola parola
    possiamo così definire questa Criminologia come 
    "DINAMICA", derivandola concettualmente dalla
    Psicologia dinamica.

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  • La psicologia dinamica è una branca della
    psicologia che considera la psiche come un
    insieme di forze in equilibrio instabile.
  • Secondo la psicologia dinamica le forze psichiche
    dispongono di una carica energetica e di una
    direzione che possono determinare conflitti
    psichici. Questi provocano a loro volta un
    mutamento nel campo dinamico, producendo, ad
    esempio, una motivazione alla risoluzione della
    situazione conflittuale.
  • Da questo modello psicodinamico delle forze
    Sigmund Freud elaborò una teoria generale della
    mente umana e dei disturbi psichici. Freud
    ipotizzò che le forze psichiche traggano origine
    essenzialmente dai bisogni primari dell'uomo il
    bisogno di sopravvivenza e quello di
    conservazione della specie. Nel modello dinamico
    psicoanalitico si postulano perciò diverse forze
    psichiche fondamentali le pulsioni di vita (il
    bisogno di sopravvivere) e le pulsioni sessuali
    (il bisogno di riproduzione).
  • In seguito diversi autori hanno elaborato
    differenti teorie della mente umana e dei
    disturbi psichici in ambito psicoanalitico si
    ricordano la psicologia analitica di Carl Gustav
    Jung, la psicologia individuale di Alfred Adler e
    la teoria di Jacques Lacan. In ambito non
    psicoanalitico, Gordon Willard Allport ha
    elaborato una teoria della personalità, mentre
    negli anni Quaranta Kurt Lewin studiò un modello
    dinamico di analisi dei gruppi (Vedi Dinamica di
    gruppo). Nonostante le differenze anche notevoli,
    si può affermare l'appartenenza di ciascuna di
    queste teorie della personalità al modello
    generale della psicologia dinamica.

16
La psicologia dinamica studia il comportamento
umano e sociale generale. La criminologia
dinamica studia il comportamento umano e sociale
particolare (al campo del disvalore giuridico e
forse anche morale).
17
Per il Suterland, almeno come umana tensione, la
legge dovrebbe essere morale e la morale legge
per il Mantovani il Diritto è il minimo etico che
una società si da
  • Non tutto quello che è giuridicamente corretto è
    morale
  • Non tutto quello che è morale è giuridicamente
    corretto

ECCE HOMO
18
Il concetto di controllo sociale
  • Il controllo sociale è linsieme di meccanismi
    idonei a produrre nellindividuo conformità ad
    una norma. Nellaccezione del R O S S che per
    primo ha approfondito questo concetto (che
    comunque era già un concetto classico delle
    scienze sociali), poi sviluppatosi nella scuola
    soc. di Chicago
  • Il controllo sociale si identifica nei fenomeni
    ed i processi che contribuiscono a regolare il
    comportamento umano e ad organizzarlo, quindi
    nella morale, la religione, il d i r i t t o ,
    i costumi, leducazione (nello specifico
    soprattutto leducazione alla legalità), le
    rappresentazioni collettive, i valori, gli
    ideali, i modelli di cultura, lopinione
    pubblica, le forme di suggestione e di
    convinzione, ecc.

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La sociologia giuridica
  • Certo è che il precetto (divieto od obbligo) e la
    relativa sanzione, poste per legge dallo Stato
    (secondo il DIRITTO che esso si da), non bastano
    ad assicurare la conformità alla norma nei
    soggetti da cui questa conformità si pretende.
    Lo stato, con le sue leggi ed i suoi giudici, non
    è titolare esclusivo del potere di esercitare il
    controllo sociale fattori di controllo giuridici
    ed extra-giuridici. Il tema dellefficacia
    delle norme giuridiche è tema classico della
    sociologia giuridica.

20
teorie dello Stato
  • Alle teorie del controllo sociale si riallacciano
    le teorie dello Stato dallo Stato del Principe
    di Machiavelli, allo Stato Illuminista la cui
    sovranità è attributo del popolo intero secondo
    le teorie del contratto sociale (Locke, Hobbes,
    Rousseau) il cui primo concretizzarsi è la Carta
    Costituzionale (accordo prepolitico
    fondamentale).

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Il filosofo Michel Foucault
  • Il filosofo Michel Foucault si pone come analista
    di una nuova ragione di governo in senso
    antimachiavellico, ragione poi sviluppata
    ulteriormente dalla tradizione sociologica
    americana dello Stato debole il GOVERNO si
    esercita a vari livelli (il governo di se stessi
    a cui si ricollega la morale, larte di governare
    una famiglia a cui si ricollega leconomia, la
    scienza di ben governare lo Stato cui si
    ricollega la politica). Così le pratiche di
    potere hanno, oltre al carattere repressivo,
    anche un carattere creativo attraverso la
    produzione di una morale (giusto/sbagliato) e di
    un sapere (vero/falso).

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Lavvento della forma statale della società
borghese matura
  • Man mano che lelemento del consenso,
    dellegemonia culturale e morale si fa strada,
    omogeneizzando gli individui sottoposti al potere
    dello Stato, questultimo avrà sempre meno
    bisogno di esercitare la coercizione il governo
    si sarà trasformato in autogoverno. La creazione
    del consenso (ma anche del dissenso) va sempre
    più affidandosi ad organizzazioni private i
    partiti, i sindacati, i movimenti. Il partito
    politico viene però visto di nuovo in chiave
    egemonica di novello Principe dalle concezioni
    marxiste (Gramsci ruolo degli intellettuali nei
    processi egemonici), ci sono anche derive
    irrazionaliste e la visione individualista e di
    lotta per il dominio del pensiero di Nietche.

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Criminologia critica
  • Allinizio della seconda metà del XX secolo viene
    teorizzata nei dipartimenti di sociologia delle
    Un. Americane la natura politica del reato
  • Teorie criminologiche delletichettamento
  • Teorie criminologiche del conflitto (VOLD) per
    cui è la conflittualità e non il consenso a
    caratterizzare la società.
  • Queste ultime costituiscono la cosiddetta
    criminologia critica nel senso che respingono la
    visione personalistica del crimine sempre
    presente nelle altre teorie
  • conflitto di interessi di gruppi (teorie
    pluraliste)
  • o di classe per il dominio, in quanto chi domina
    detta Legge, costruisce il consenso e la
    coscienza sociale (falsa coscienza), detiene i
    mezzi di produzione e le redini del controllo
    sociale.

24
Prospettiva conservatrice
  • Le teorie del conflitto si distinguono in varie
    prospettive
  • CONSERVATRICE (interessi e gruppi in conflitto
    per il potere ? il potere coincide con le risorse
    ? la legge è una delle risorse, è espressione
    utilitaristica del gruppo dominante e
    criminalizza i perdenti il crimine è il
    prodotto della reazione sociale)

25
Prospettiva radicale
  • RADICALE che spaziano dal
  • Marxismo (la criminalità è un prodotto del
    Sistema capitalistico)
  • al Materialismo economico
  • allAnarchismo
  • alla teoria della diversità dei valori
  • al realismo della nuova sinistra
  • I concetti caratterizzanti questa prospettiva
    sono le classi sociali, le condizioni economiche
    (la disoccupazione è criminalizzante), la
    diseguaglianza che porta alla disgregazione
    familiare, lo sfruttamento capitalista ossia il
    plusvalore (il valore del prodotto al netto dei
    costi di produzione).
  • Lanarchismo si caratterizza nella volontà di
    demistificare lordine ed il diritto .
  • I realisti di sinistra ammettono che i criminali
    esistono anche nei Paesi del comunismo reale e
    che la questione criminale riguarda tutti i tipi
    di società, nessuna esclusa. La loro politica
    criminale si riassume nella equità sociale e
    nellordine.

26
Critica delle teorie criminologiche
  • Critica dellapproccio ecologico
  • I processi di cambiamento delle società umane
    sono qualitativamente diversi da quelli del mondo
    naturale (diversità tra scienze umane e scienze
    naturali)

27
Critica delle associazioni differenziali
  • Paradosso della circolarità esplicativa con cui
    si spiega un reato con fatti che lo precedono ma
    che di per se stessi non sarebbero rilevanti
    (come appunto non lo sono quando non sono seguiti
    da reato)

28
Critiche alla teoria dellanomia
  • E veramente difficile stabilire quali sono i
    rapporti tra mezzi e fini in quanto la stessa
    cosa può essere sia il fine che il mezzo (esempio
    il denaro) dipende quindi dalla situazione.

29
Critica alla prospettiva subculturale
  • In numerosissimi studi osservazionali e
    statistici non si ha nessuna significativa
    correlazione tra lappartenenza ad una classe
    sociale bassa e la commissione di crimini. Questa
    correlazione invero è stata costruita come frutto
    di elaborazioni messe a punto dagli stessi
    ricercatori (forzature del dato per validare
    lipotesi innamoramento per la teoria)

30
Critica alla teoria delletichettamento
  • Il reo molto raramente è uningenua ed
    inconsapevole vittima ed in realtà gli atti
    devianti esprimono, nel momento in cui vengono
    compiuti, un preciso significato sociale,
    rappresentato dal fatto che colui che li commette
    è ben consapevole di dare luogo ad una azione
    illegale.

31
Critica delle teorie del conflitto
  • E stata ampiamente dimostrata lesistenza del
    vasto fenomeno della corruzione e del mercato
    nero sviluppatosi nei paesi della Unione
    Sovietica. Inoltre nel comunismo reale non sono
    state eliminate le sperequazioni ed i privilegi
    ed anzi i bisogni si sono spesso aquiti.

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Critica della teoria del controllo sociale
  • Qualsiasi intervento che il ricercatore adotta su
    persone consapevoli di essere poste sotto
    osservazione risulta difficilmente intelligibile
    secondo categorie causali di tipo lineare, poiché
    interviene una variabile esterna molto
    importante
  • il soggetto osservato può decidere,
    consapevolmente o meno, di adottare un
    comportamento che, ai suoi occhi, corrisponde a
    quello che il ricercatore vorrebbe da lui (ciò
    che si osserva è indotto e quindi falsato).

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Critica alla teoria razionale
  • Quando lindividuo giudica i costi ed i benefici
    di un atto criminale non fa una analisi
    quantitativa (anche se spesso la stessa giustizia
    la rappresentiamo con la bilancia, cioè un
    attrezzo di quantizzazione) in realtà sono
    valutazioni qualitative la sociologia, la
    psicologia, il diritto non sono scienze esatte,
    anche se vi si applicano metodiche scientifiche.
    Vi sono quindi variabili di tipo psicologico e
    sociologico che sfuggono ad un processo di
    quantificazione e quidi scegliere di delinquere
    non è un sempicistico calcolo quantitativo di
    convenienza come il fare la spesetta al merctino
    della frutta e verdura.

34
La critica è utile !
  • Non è per fare il bastian contrario che ho
    incentrato lesposizione sintetica delle teorie
    criminologiche sulla CRITICA, ma per coagularle
    sul problema criminalità, problematica certamente
    irrisolta, per riaprire gli orizzonti a nuove
    proposizioni, per scoraggiare lo studio mnemonico
    in luogo dellanalisi critica, per incoraggiare
    in voi ed in me laudacia di nuove elaborazioni.
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