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Il mondo islamico nel medioevo mediterraneo

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Tra gli eventi narrati c anche la celeberrima battaglia di Poitiers del 732, con la quale Carlo Martello sconfisse un contingente arabo. – PowerPoint PPT presentation

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Title: Il mondo islamico nel medioevo mediterraneo


1
Il mondo islamico nel medioevo mediterraneo
2
  • 1. Corano
  • in arabo Quran (recitare fedelmente uno
    Scritto, una Kitab)
  • - la rivelazione a Maometto del destino delle
    tribù arabe
  • (poi si allarga a tutto il mondo, grazie
    allampliamento della società islamica)
  • - secondo la tradizione è rivelato
    sostanzialmente in una sola volta, nella notte
    del destino, e poi nei particolari in occasione
    di diverse circostanze storiche (le Sure sono
    divise in due gruppi, quelle della Mecca
    601-622 e quelle di Medina 622-632)
  • Il Corano viene messo per iscritto intorno al 650

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  • E diviso in 114 capitoli o Sure (ordinati dai
    più lunghi ai più corti). Ogni Sura è a se stante
    e non ha un seguito.
  • E considerato parola non creata di Dio, sua
    espressione originaria

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  • - Corano come rivelazione alla lettera della
    Parola di Dio al profeta.
  • - Leggendo il Corano, secondo il credente si
    legge parola per parola ciò che Dio ha detto a
    Maometto
  • - In un certo senso il Corano ha nellIslam la
    stessa posizione e funzione che nel Cristianesimo
    hanno non i Vangeli, ma Cristo stesso (non il
    libro, ma la persona)
  • - Cristo stesso è la Parola fatta carne (et
    verbum caro factum est) - il Corano è Parola di
    Dio fatta libro

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  • Non storicità della rivelazione islamica
    rispetto a quella cristiana
  • - Nel cristianesimo, molti testi, considerati
    tutti ispirati da Dio, ma di autori diversi, con
    scopi e obiettivi diversi, scritti in tempi molto
    diversi, per comunità diverse
  • - E scontata una mediazione umana per la Parola
    di Dio
  • - Il Canone (elenco dei testi sacri) si definisce
    lentamente
  • - Vangeli (sono quattro) e loro nucleo
    essenziale (kerigma)
  • - Lettere pastorali

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  • Oggettiva debolezza della filologia islamica
  • Solo negli studi moderni
  • classificazione dei testi
  • - secondo criteri filologici e stilistici
  • - secondo lanalisi delle circostanze nelle
    quali Maometto si trova di fronte ai suoi
    oppositori
  • - individuando quei testi che organizzano la
    comunità islamica

7
  • - la radice slm significa in arabo essere in
    pace , essere salvo. Il verbo aslama significa
    sottomettersi alla legge di Dio per essere
    salvo. LIslam è la sottomissione a Dio e al suo
    profeta. Il participio presente del verbo aslama
    è muslim colui che si sottomette e si affida a
    Dio.
  • - la parola muslim contiene anche il concetto che
    i profeti anteriori a Maometto e i loro seguaci
    sono sottomessi a Dio. Adamo, Mosé, Gesù, erano
    anchessi muslim. Secondo il Corano il termine
    muslim è coniato da Abramo.
  • -

8
  • - La concezione islamica della divinità
    trascendente
  • assomiglia di più al Dio del Vecchio Testamento
    che al Dio del Vangelo
  • - Se ne sottolinea lonnipotenza e la
    trascendenza
  • - Cè un rapporto verticale Allah è il Signore e
    luomo è il suo servo. Il rapporto dipende dalla
    magnanimità, dalla liberalità di Dio.
  • (Per lIslam Allah è buono perché decide di
    esserlo. Se volesse non esserlo, se volesse
    essere giusto e vendicativo, luomo non potrebbe
    che accettare è troppo imperscrutabile la
    saggezza di Dio).

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  • latto che opera lislam, la sottomissione,
    implica un ritorno a Dio, tawba
  • - ha un valore interiore ma anche un legame con
    il culto e la legge, din
  • - deve concretizzarsi nelle opere (atti cultuali
    prescritti) dibattito sulla predestinazione
  • - lislam è adorare Dio senza associare a lui
    nullaltro, fare la preghiera canonica, pagare
    lelemosina legale, digiunare durante il mese del
    digiuno
  • lislam è esteriore, la fede appartiene al cuore

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  • I rapporti reciproci tra le tre religioni del
    libro(ebraismo, cristianesimo, islamismo)
  • - gli ebrei, eretici dellantichità (eretici
    rispetto alle religioni naturalistiche
    caratterizzate dalle divinità antropomorfe il
    passaggio alle concezioni monoteistiche con la
    conseguente in-dicibilità del nome di Dio, YHWH)
  • J. Assman, La memoria culturale, Torino 1998

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  • Per i cristiani, lebraismo è un predecessore
    (incompleto, superato, ma non falso tollerabile
    fintantoché si attiene allAT ma no se segue il
    Talmud, che è post-cristiano
  • I musulmani sono successivi al cristianesimo,
    esprimono una religione nellottica cristiana
    falsa e questo in prospettiva spiega le
    espulsioni (Sicilia, Spagna, Portogallo). Per i
    cristiani lIslam è nel migliore dei casi
    uneresia, o una falsa dottrina, fondata da un
    uomo, Muhammad, che nella storia della cultura
    europea è stato descritto come un eretico, o un
    impostore.
  • Per i musulmani, il cristianesimo è un
    predecessore, così come lebraismo, e questo
    spiega una certa tolleranza. E una religione che
    era stata vera, che aveva avuto unautentica
    rivelazione, ma ora è superata dallIslam. E
    abrogata, i suoi seguaci assurdamente continuano
    a seguirla anzichè accettare la parola definitiva
    di Dio. Ma purché si sottomettano possono essere
    tollerati
  • I teologi musulmani hanno problemi con la
    dottrina di Cristo o la trinità, che il Corano
    respinge, ma in linea di massima accordano alle
    religioni precedenti la tolleranza prescritta
    dalla legge coranica

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  • - LIslam non ha un magistero istituzionalizzato,
    in particolare nella versione sunnita (Sunna
    tradizione attualmente 90 dei credenti) che
    propriamente non ha una chiesa, un clero, una
    gerarchia e- raccoglie i musulmani che non
    aderiscono a sette particolari come gli Sciiti -
  • - Gli Sciiti (seguaci di Alì, il nipote di
    Maometto). (10 dei credenti), giurano fedeltà
    allImam
  • - Esistono persone dotte che per loro competenza
    vengono riconosciute come punti di riferimento
  • - Di per sé il singolo fedele, se ha studiato può
    accedere direttamente alla Parola di Dio

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  • Le parole principali
  • Jihad (impegno, lotta, sforzo, sia nel
    miglioramento personale che nella difesa della
    terra islamica mobilitazione di tutte le risorse
    da parte delluomo in vista di un ideale da
    perseguire).
  • importanza della guerra nella società araba
    delle origini, come del resto in quella ebraica.
    Nel Corano il Jihad è il simbolo della lotta del
    Bene contro il Male, è la battaglia della Luce
    contro le tenebre.
  • Sharia (legge islamica. sulla base di...
  • Quran...e
  • Sunna (tradizione, consuetudine che dalle azioni,
    dalle parole e dai silenzi del Profeta ispira le
    regole del buon operare islamico)
  • Fatwa (responso emesso dallautorità religiosa a
    proposito dellapplicazione della legge)
  • Umma (comunità dei credenti)
  • Imam (Guida, colui che suggerisce il devoto
    che presiede la preghiera)

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  • I cinque pilastri dellIslam
  • Professione di fede (Non vi è altro Dio che
    Allah, e Maometto è il suo inviato)
  • Preghiera rituale (cinque volte al giorno)
  • Elemosina ai poveri
  • Digiuno (dal cibo e dal sesso dallalba al
    tramonto nel mese di Ramadan, il nono mese
    secondo il calendario lunare)
  • Pellegrinaggio (una volta nella vita)

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  • Il Mediterraneo al momento dellespansione
    islamica
  • I successi della stagione di Giustiniano si
    rivelarono sostanzialmente effimeri.
  • Gran parte dei Balcani, dominati da gruppi slavi
    o da altri invasori, sfuggiva di fatto al
    controllo del governo centrale, anche se questo
    dato di fatto non era riconosciuto ufficialmente
    dall'autorità imperiale.
  • La nuova presenza longobarda in Italia
    centro-settentrionale e l'incapacità
    dell'esercito di stanziare forze militari
    regolari nel Mediterraneo occidentale unite alle
    minacce di guerra provenienti da nord (avari e
    slavi) da est (persi sassanidi) fecero sì che la
    maggior parte delle conquiste giustinianee
    andassero perdute assai prima della fine del VII
    secolo.
  • Eraclio, 610-642

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  • Con il grande successo di Eraclio contro i
    sassanidi, nel 627, solo in apparenza si era
    chiusa la fase più densa di rischi per le sorti
    dell'impero la fase cioè segnata da un lato
    dalla grave crisi politica interna suscitata
    dall'usurpazione del tiranno Foca (602-610) e
    dall'omicidio dell'imperatore Maurizio, e
    dall'altro dalle pressioni di avari e slavi, che
    si erano spinti sino a minacciare Costantinopoli.
    In realtà entrambi i grandi imperi uscivano dai
    lunghi anni di guerra fortemente indeboliti e in
    una condizione di forte disordine economico.

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  • Così, quando tra il 630 e il 640 nella penisola
    araba comparvero gli Arabi sotto la bandiera
    dell'Islam e della guerra santa, la resistenza
    imperiale fu poco più che simbolica. Nel 642
    tutto l'Egitto e le provincie medio-orientali
    erano perse, gli eserciti arabi erano penetrati
    in Libia e in Asia Minore, dove le armate
    imperiali si erano ritirate. Nel corso di circa
    dodici anni dunque l'impero perdette più di metà
    del suo territorio e tre quarti delle sue
    risorse, perdite drammatiche per uno stato
    imperiale che doveva comunque continuare a
    mantenere e ad equipaggiare un grosso esercito e
    una burocrazia che era necessario mantenere in
    efficienza.

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  • Nel 700 aveva già perso anche tutte le provincie
    nordafricane e quelle del Mediterraneo
    occidentale, fatto salvo un presidio nelle
    Baleari.
  • Lespansione in Spagna agli inizi del secolo VIII

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  • Nella Continuatio Isidoriana Hispanica, scritta
    verso la metà del secolo VIII da un anonimo
    chierico di Toledo con lintento di completare le
    Historiae composte circa un secolo prima dal
    vescovo di Siviglia.
  • Tra gli eventi narrati cè anche la celeberrima
    battaglia di Poitiers del 732, con la quale Carlo
    Martello sconfisse un contingente arabo.
  • In passato questevento è stato caricato di un
    forte significato simbolico ed è stato
    interpretato come una delle più importanti
    vittorie dellOccidente cristiano contro
    lespansione islamica.
  • Il principale punto di riferimento di queste
    interpretazioni è stato offerto proprio dalla
    Continuatio Isidoriana, dove per la prima volta
    dopo alcuni secoli ricompare lespressione
    Europenses, in contrapposizione a quella di
    Saraceni o Ismaeliti attribuita ai
    contingenti arabi sconfitti.

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  • NellArabia preislamica
  • alla vigilia della predicazione di Muhammad il
    cui nome fu dagli occidentali mutato in Maometto
    l'Arabia era perlopiù abitata da genti nomadi,
    i beduini (in arabo badawin, abitanti del
    deserto) che si sostentavano allevando
    dromedari, montoni e capre in specie nelle zone
    settentrionali e centrali di quella penisola.
    Popolazioni sedentarie si trovavano per contro
    nelle oasi situate lungo le strade carovaniere, a
    Yàtrib e alla Mecca in primo luogo.
  • Tribù prevalentemente nomadi refrattarie a ogni
    ordinamento gerarchizzato, o genti sedentarie
    contraddistinte da una più evoluta cultura
    urbana, dedite all'agricoltura e a traffici
    commerciali di buon livello, gli arabi
    presentavano peraltro tratti comuni.

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  • Tratti comuni alla cultura e alla società araba
  • - Lingua
  • - Complementari le due economie
  • - Simile a fronte di società mediorientali,
    quali la bizantina e la persiana, politicamente
    centralizzate era l'organizzazione sociale
    fondata sul lignaggio e sulla clientela una
    struttura tribale che assorbiva in sé tutti i
    vincoli di solidarietà
  • -
  • Affine la fede religiosa popolata da divinità
    astrali e incline al culto delle pietre di cui la
    più celebre un frammento nero di origine
    meteoritica esistente alla Mecca da tempo
    immemorabile era venerata nella Ka'ba,
    costruzione cubica in legno che era annualmente
    oggetto di un pellegrinaggio sacro da parte di
    tutti i fedeli (elemento unitario contribuisce a
    mantenere viva la coscienza collettiva di
    appartenere alla medesima razza semitica, grazie
    al mese di tregua santa)
  • incoraggiava l'afflusso delle carovane all'oasi
    della Mecca, arricchendo così la città e con essa
    la tribù dei Quraishiti, favoriti dall'indiscusso
    prestigio loro conferito dalla guardia della
    Ka'ba.

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  • Spinte al rinnovamento religioso
  • - in seguito al contatto con le credenze bibliche
    e cristiane propagandate dai mercanti ebrei e
    bizantini, sempre più numerosi nella penisola
    araba,
  • - ma anche per l'autonoma predicazione dei hanif,
    asceti e monaci insoddisfatti del politeismo
    tradizionale e inappagati dai monoteismi ebraico
    e cristiano, sceglievano di ritirarsi in
    solitudine alla ricerca di un dio unico e
    personale

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  • , Muhammad cominciò ad avere visioni notturne,
    sino a che verso il 610, mentre meditava in una
    grotta nei pressi della Mecca, ebbe la decisiva
    rivelazione di essere un eletto dal cielo.
  • Il Dio che ha mandato i profeti ebrei e cristiani
    trasmette in modo ultimo e definitivo il proprio
    Verbo rivelato, divino e ineguagliabile, per
    mezzo di un suo messaggero affinché questi lo
    diffondesse, come palesa il termine Qura'an
    donde Corano che significa appunto recitazione
    ad alta voce fu la nascita di una nuova fede
    alla quale tutti gli arabi indistintamente erano
    chiamati a partecipare

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  • Le caratteristiche sono quelle che abbiamo visto
  • Monoteismo senza compromessi, la cui istanza
    suprema consiste nella totale e assoluta
    sottomissione dell'essere umano al volere divino,
    donde il nome islàm adottato dalla nuova
    religione
  • Dio onnipotente, non generato e non generante,
    inconoscibile e non rappresentabile, che non
    concede a nessuno di mutare i suoi giudizi o di
    interferirvi e a cui l'uomo, sua creatura e suo
    servo, deve sottostare se vuole accedere alla
    beatitudine eterna.

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  • La predicazione di Muhammad rappresentava una
    sfida a tutte le istituzioni sociali e religiose
    esistenti tra le genti arabe,
  • Le famiglie della Mecca , a cui pure il profeta
    appartiene, si oppongono a un credo che
    attaccava quel politeismo dal quale esse traevano
    profitti cospicui e prestigio politico.
  • égira 622
  • Divenuta impossibile la permanenza alla Mecca,
    nel 622 il profeta e i suoi seguaci furono
    costretti a rifugiarsi a Yàthrib, la futura
    Medina (al-Madinat an-nabi, vale a dire la città
    del profeta) ovvero la migrazione, l'anno da
    cui si data l'inizio dell'èra musulmana.

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  • Dallelaborazione dei cinque pilastri un
    progetto di radicale trasformazione della società
    araba esistente a favore di un nuovo genere di
    comunità, la umma
  • trasformando il significato e il ruolo della
    tribù la umma doveva integrare individui, clan e
    anche gruppi etnici in una compagine più ampia
    dove una suprema osservanza religiosa compendiava
    in sé tutti gli altri doveri senza annullarli,
    dove fu possibile costruire una nuova legge
    comune e una nuova autorità politica per regolare
    gli affari del popolo nel suo complesso (I.
    Lapidus)

27
  • È fondamentale dar coesione alla nuova comunità
    (umma), fondata sulla comune appartenenza
    religiosa.
  • Maometto lo fa diventando, da profeta, anche
    organizzatore / uomo di stato / condottiero
  • A partire da lui il messaggio religioso viene
    interpretato anche come un richiamo a realizzare
    il regno dellIslam su questa terra, attraverso
    la costituzione di uno stato islamico.

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  • Più lo stato si espande, più si è vicini alla
    realizzazione perfetta del volere divino. Chi
    lavora a tale realizzazione è nella condizione di
    Islam, attiva sottomissione a Dio, di strumento
    per concretizzare il progetto divino per
    lumanità
  • Di conseguenza i musulmani utilizzano un
    linguaggio religioso per esprimere le loro
    istanze politiche
  • Lazione umana non è esclusivamente finalizzata
    al regno dei cieli, ma deve portare anche al
    successo in terra. Una volta affermata insieme
    allassoluta trascendenza divina
    lincommensurabilità tra il livello del libero
    agire di Dio e quello dellubbidienza richiesta
    alla sua creatura, luomo credente deve agire
    concretamente.

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  • Conseguenza di una tale impostazione era lidea
    di uno stato rigidamente teocratico che traeva
    legittimità dal patto (mithaq) tra uomo e Dio,
    e in cui i valori della shari'a la strada
    maestra dettata da Dio al suo profeta in forza
    della quale si governano tutti gli aspetti della
    vita umana avrebbero fornito l'assetto di ogni
    futuro comportamento
  • la mancanza di distinzione tra sacro e profano e
    la conseguente assenza di un linguaggio politico
    capace di attuarsi nelle istituzioni.
  • Difficoltà a accettare la fondamentale
    distinzione tra potere spirituale e temporale che
    segna per contro la storia dell'Occidente
    cristiano fin dalla sua nascita e che sarà
    riconfermata nel secolo XII e XIII.

30
  • Islam è corrispettivo sia di cristianesimo
    (religione) che di cristianità (civiltà)
  • Ed è anche qualcosa di più, che non ha
    equivalente nel cristianesimo occidentale
    lidentità e lappartenenza politica che
    trascendono ogni altra

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  • La successione
  • Maometto muore senza lasciare precise direttive
    su chi dovesse succedergli alla guida spirtituale
    e politica del popolo arabo. Inizialmente il
    supremo esercizio del potere politico passò al
    suocero di Muhammad, Abu Bakr (632-34), a cui, fu
    attribuito per la prima volta il titolo da
    allora divenuto ufficiale per designare colui che
    stava al vertice dello stato islamico di
    califfo (khalifa rasul Allah), ovvero successore
    dell'inviato di Dio (non rappresentante o
    vicario di Dio concezione incompatibile con
    l'idea di un Dio che non delegherebbe mai agli
    uomini parte della propria autorità)

32
  • Ad Abu Bakr seguirono nell'ordine Omar (634-644),
    esponente anch'egli dei Compagni (sahaba) del
    profeta una cerchia formata dai suoi primi e
    più fedeli seguaci reclutati perlopiù negli
    ambienti medinesi , quindi Othman (644-656), di
    eminente famiglia quraishita, che rappresentava
    gli interessi meccani.
  • Dopo l'assassinio di Othman, il califfato passò
    ad Ali (656-660) il quale sosteneva di essere
    stato designato a succedergli dal profeta stesso,
    suo cugino e genero.

33
  • Dalle divergenze circa la legittimità del potere
    di chi doveva dirigere la nuova comunità nasce la
    contrapposizione tra sunniti e sciiti
  • Il gruppo di maggioranza privilegiando la
    tradizione (in arabo sunna, donde il termine di
    sunniti) riteneva che il califfo dovesse essere
    scelto in base al merito, con un criterio
    elettivo da esercitarsi nell'àmbito della tribù
    dei Quraishiti.
  • Per contro gli sciiti, ovvero i seguaci del
    partito (shi'a) di Ali, sostenevano norme più
    restrittive fondate sulla diretta appartenenza
    del califfo alla famiglia del profeta.
  • Ne conseguirono discordie e guerre civili
    culminate con l'assassinio di Ali e con la
    vittoria di Mu'awiya (660-80), un aristocratico
    meccano appartenente al clan degli Omayyadi, che
    riuscì a coordinare la società araba intorno a un
    forte potere centrale, vieppiù organizzato in
    senso monarchico, secondo modelli mutuati
    dall'Oriente bizantino e persiano

34
  • Sotto i primi quattro califfi due furono le
    direttrici lungo le quali si aprì la conquista
    araba.
  • Una, verso Est in direzione dell'Eufrate, spazzò
    l'impero persiano la cui capitale Ctesifonte fu
    conquistata nel 637, aprendo all'islàm la strada
    dell'Asia sino all'odierno Turkestan cinese.
  • La seconda, contemporanea ma orientata verso
    Nord, condusse rapidamente gli arabi a
    scontrarsi con l'impero bizantino che aveva per
    lungo tempo rappresentato ai loro occhi un
    ammirato modello di stato.
  • Sotto l'incalzante pressione araba la Siria fu
    conquistata nel 637, mentre l'Egitto, la
    Cirenaica e la Tripolitania caddero pochi anni
    dopo, tra il 642 e il 645.
  • Malgrado gli sforzi dell'imperatore greco
    Costante II (641-68), anche la costiera africana,
    ricuperata solo un secolo prima da Giustiniano,
    veniva conquistata dall'islàm che sviluppò
    allora, e per la prima volta, una cosciente
    vocazione mediterranea.

35
  • Ad Alessandria e nei porti della Siria si
    cominciarono ad allestire quelle flotte musulmane
    che inflissero, alla metà del secolo VII, una
    drammatica sconfitta alla flotta imperiale
    bizantina mettendo a più riprese in pericolo la
    stessa Costantinopoli.
  • Attraverso queste imprese gli arabi mettevano
    fine all'egemonia bizantina sul Mediterraneo
    senza peraltro riuscire a imporre quella completa
    ed esclusiva talassocrazia, sostenuta invece
    all'inizio del Novecento da Henri Pirenne
    (1862-1935)

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  • Motivi del successo arabo-islamico
  • la loro capacità bellica
  • l'entusiasmo della loro fede non meno
  • la debolezza degli imperi persiano e bizantino
  • La Persia aveva subito infatti l'azione
    disgregatrice svolta da una potente aristocrazia
    ora associata ora in competizione con il ceto
    sacerdotale
  • Bisanzio a sua volta era minata dai conflitti
    religiosi fra le varie comunità cristiane, in cui
    si esprimeva oltre che un diverso modo di
    intendere il messaggio evangelico il disagio
    delle popolazioni periferiche cristiane nei
    confronti della politica costantinopolitana.

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  • Vincitori, relativamente poco numerosi se
    commisurati agli abitanti delle regioni
    sottomesse
  • Sfruttano i malcontenti
  • Li accettano dopo la conversione
  • Concedono loro lo statuto di Dhimmi, popolazioni
    soggette alle tasse ma escluse dagli obblighi
    militari e da quelle pressioni religiose che con
    tanto forza avevano gravato sui sudditi bizantini
  • l'espansione islamica non venne avvertita da
    coloro che abitavano quei territori come una
    reale minaccia alla propria fede,
  • secondo le parole del cronista Michele il Siro la
    si avverte come una liberazione dalla tirannia
    dei romani, ovvero dei bizantini.

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(No Transcript)
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(No Transcript)
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(No Transcript)
41
  • Lorganizzazione (cenni)
  • Allinizio le vecchie élites e l'apparato
    amministrativo degli imperi greco e sassanide
    furono incorporate nel nuovo regime che mantenne
    intatto il precedente ordinamento sociale e
    religioso,
  • Ma secolo VIII non si impose una progressiva
    islamizzazione soprattutto in quelle regioni
    Egitto, Siria e Irak nelle quali più forte era
    stato l'insediamento dei conquistatori.

42
  • Delle zecche furono organizzate a Damasco, e
    nelle grandi città si cominciarono a coniare
    monete auree dinar (dal latino denarius) e
    argentee dirham (dal greco dracma) , recanti
    come iscrizione la professione di fede musulmana,
    monete concorrenziali a quelle bizantine.
  • I funzionari arabo-musulmani divennero egemoni
    nell'apparato burocratico

43
  • l'arabo si impone quale lingua ufficiale di
    un'amministrazione pubblica organizzata secondo
    una concezione politica che sempre più tendeva ad
    assimilare regalità e possesso.
  • Naturalmente, i califfi vanno in crisi per la
    contraddizione tra la pratica del potere e il
    rigore della vocazione religiosa che interpretava
    l'ordine politico come opera di Dio, ispirato
    alla purezza della sua Rivelazione e dunque
    estraneo ai falsi valori umani.

44
  • Altre conseguenze delle concezioni
    teologico-politiche che stanno alle spalle
    dellorganizzazione politica dellislam
    mediterraneo (il potere legislativo è nelle mani
    di Dio che lo manifesta attraverso la
    rivelazione Dio è lunico vero padrone del
    creato, il suo proprietario lo amministra
    attraverso i vicari del profeta)
  • 1.Lo stato islamico è in via di principio
    proprietario della terra e la concede in gestione
    a chi la coltiva o a chi ne gode lusufrutto in
    cambio di determinati servizi
  • 2. Di conseguenza lo stato è tendenzialmente
    centralizzato
  • 3. Non si crea unaristocrazia terriera che abbia
    potere contrattuale col sovrano e col potere
    centrale
  • 4. non cè feudalesimo (almeno fino al XI secolo
    e al feudalesimo orientale importato dai
    turchi)
  • 5. Non esiste un pensiero economico musulmano

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