Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo Banco di Napoli SPAZIO LIBERO Numero 15 - PowerPoint PPT Presentation

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Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo Banco di Napoli SPAZIO LIBERO Numero 15

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Vale la pena ricordare che fra quei soldati, ... originario di Teora, ... E tanti altri: De Cicco di Avellino - Lo Moro Giovanni di Monteverde ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo Banco di Napoli SPAZIO LIBERO Numero 15


1
Giornalino mensile della Fisac/Cgil San Paolo
Banco di Napoli SPAZIO LIBERO Numero 15
Agosto 2005 Anno II
 
 
Spazio libero
RUBRICHE Editoriale Mondo filiali Attualità Cera
una volta Cinema e cultura Flash
2
EDITORIALE
  • Dalle braccia allanima
  • Ci sono pervenute diverse sollecitazioni dopo
    quanto scritto nellarticolo Ragionando sullo
    stress..
  • La domanda più frequente è stata, da parte di
    molti colleghi come siamo arrivati a questo? Si
    tratta di un destino cinico e baro, oppure ci
    sono delle tendenze di fondo, oggettive?
  • Riteniamo che tutto tragga origine dal cambio dei
    modelli produttivi dal passaggio da quello che
    si chiamava fordismo (operazioni di serie,
    standardizzate) al post-fordismo.
  • Nel fordismo tutti avevamo un posto, il sistema
    produttivo era nettamente gerarchizzato (chi
    produce e chi controlla) e lantagonismo chiaro
    la contesa era sulla ricchezza prodotta, quanto
    di questa dovesse andare al produttore diretto
    (salariato/stipendiato) e quanto a chi possedeva
    i beni di produzione (capitalista/proprietario)
    vi era in altre parole chiaramente postulato il
    conflitto di classe.
  • In questo scenario bastava integrare il
    lavoratore nella sola disciplina della
    produzione, non potendosi ne dovendosi
    conquistarlo alla logica della produzione stessa,
    anzi, coltivando egli - attraverso partiti e
    sindacati di massa un disegno (tragicamente
    fallito nelle esperienze storiche concrete)
    alternativo.
  • Da almeno un trentennio nel mondo, da poco più di
    venti anni in Italia, questo schema è stato
    spezzato dallavvento di tecnologie basate
    sullinformatica, che hanno spazzato via le
    tecnologie monouso, quella delle produzioni
    standardizzate e di massa, sostituendole con una
    gamma molto vasta e variabile di modelli dello
    stesso tipo, adattandoli a diversi usi le
    macchine divengono sempre più flessibili.
  • A questo punto anche limpresa ha bisogno di un
    dipendente nuovo, meno esecutivo e più capace
    di iniziativa, dunque limpresa postfordista non
    gli consente, né lo spinge, alla vecchia
    contrapposizione, al limite lo emargina.
  • Lazienda, infatti, tende ad assorbire il
    lavoratore nelle sue ragioni, gli chiede non
    soltanto lerogazione della forza lavoro (come in
    passato), ma la condivisione intima del progetto
    lavorativo, gli chiede l anima, la fine della
    separazione tra tempo di lavoro e tempo privato
    o sei omologato o sei mobizzato nellera
    della produzione e dei servizi flessibili e
    globalizzati il rapporto di lavoro capitalistico
    rivela al massimo grado la sua natura
    totalizzante.
  • Fino a qui le linee di tendenza sulla
    possibilità di gestione del fenomeno, ovviamente
    sorgono i problemi.
  • Per alcuni, questo processo nella sua carica, per
    così dire, vitale tenta di dare una risposta non
    di alienazione, non di frustrazione.
  •  

3

EDITORIALE
  • Segue Dalle braccia allanima
  • Si afferma che la rigidità gerarchica del
    fordismo, io sono il capo e zitto, va in crisi,
    che può aprirsi la strada a sedi di decisioni di
    tipo trasversale, con gruppi di lavoro abbastanza
    autonomi e polivalenti.
  • Sembrerebbe così schiudersi una strada mai prima
    consentita alliniziativa del dipendente, ciò
    però a due condizioni
  • che egli diventi soggetto/oggetto di una
    formazione permanente adeguata alla flessibilità
    dellazienda
  • che, a tendere, conquisti il diritto ad
    unautonomia decisionale dei gruppi di lavoro,
    fino ad una progettazione costruita da e per un
    uomo pensante.
  • Insomma non più il gorilla ammaestrato della
    catena di montaggio, ma un individuo capace di
    intervenire nello stesso progetto oltre che nel
    processo lavorativo.
  • Questo però è lintenzione, una visione della
    realtà, un tentativo nobile di renderla
    accettabile e governabile, ma ciò ha due difetti
  • non scalfisce, ma rafforza il fatto nuovo che il
    lavoratore deve dare piena adesione interiore
    al processo aziendale
  • si scontra con la realtà, non immaginata, ma
    materiale.
  • Il processo descritto porta, infatti, il
    lavoratore ad una torsione drammatica limpresa
    flessibile lo mette continuamente a rischio di
    identità se non della perdita del posto di
    lavoro e qualora non lo perda lo stringe nella
    necessità di reinventarsi, di ri-formarsi,
    acquisire contemporaneamente polivalenza e
    specializzazione, cosa né semplice né garantita.
  • La realtà, indica processi drammatici e, per il
    momento, non reversibili di precarizzazione e
    frammentazione, anche nel nostro Gruppo.
  • Infatti, la fusione, al di là della percezione
    soggettiva di ciascuna di noi, ha fatto apparire
    qualche migliaio di lavoratori come mero
    accessorio alla produzione, tanto che coloro che
    sono stati espulsi sono indicati come esuberi,
    ridotti da cittadini a numeri.
  • Contemporaneamente si dilata la tipologia dei
    contratti di lavoro, con la crescita delle figure
    fragili da noi, se va bene, si entra in
    apprendistato, con lutilizzo di salario e di
    norme di ingresso.
  • Ma anche lì dove si tenta di tenere tutti
    dentro , come si sforzano di fare i nostri
    contratti di lavoro, sia nazionale sia
    integrativo, la diversificazione delle figure
    contrattuali, ha portato, ancora una volta
    oggettivamente, ad una frammentazione se non ad
    una frantumazione (anche con i budget personali)
    di legami antichi di solidarietà ciascuno è
    sempre più solo.
  • Quale visione è più vicina alla realtà? E se vi
    fossero elementi di realtà in entrambe?

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MONDO FILIALI
  • Dal Direttore dellAgenzia di Staiano
    I AllUfficio Tecnico
  • AllUfficio Sicurezza
  •  Oggetto lavori sostituzione cassa continua, in
    data 30 febbraio 2005
  •  Stamane alle ore 12, 30, a sei mesi
    dallinconveniente, sono iniziati i lavori presso
    lagenzia di Staiano I, relativi alla
    sostituzione della cassa continua.
  • In un primo tempo sembrava che i lavori
    riguardassero una zona, il vano esterno bancomat,
    tale da non creare disagio né allutenza né ai
    lavoratori, ma successivamente le esigenze
    tecniche hanno portato gli operai ad entrare ed
    uscire dal punto operativo, con materiale vario,
    in prossimità dellorario di intervallo,
    costringendo un addetto al family market in quel
    momento responsabile della casse, a dover gestire
    le bussole a consenso, senza poter dare la giusta
    attenzione alla propria mansione riscontrata
    differenza 577 euro a fine giornata
  • Lesigenza di guardiania, nellintervallo, stante
    estranei in agenzia, non poteva venire
    soddisfatta dalla guardia giurata in quanto
    anchessa tenuta allintervallo richiesta alla
    sua volante la possibilità di coprire lagenzia
    per lintervallo con unaltra guardia, ciò non
    era possibile per carenza di personale.
  • Mentre i lavoratori del punto operativo erano in
    pausa, gli operai, afferenti a due ditte - una
    per il trasporto e la sistemazione, laltra per
    il montaggio - hanno continuato a lavorare, un
    gruppo allesterno dei locali, un altro
    allinterno con le bussole ovviamente chiuse.
  • Circa le due ditte, si segnala linesistente
    dotazione di materiale antinfortunistico, guanti,
    caschi, visiera per la fiamma ossidrica,
    mascherine antitossiche, per gli operai,
    ricordando che la legge ritiene responsabile
    anche chi dà lappalto per le mancanze di chi si
    aggiudica lo stesso.
  • I lavori sono proseguiti in orario di lavoro
    dalle ore 14,35 in poi con fili, saldatrici e
    attrezzature varie nel salone, con rumori
    assordanti, senza contare una serie di
    traballanti ponteggi dove si è costretti a
    passare ciò in contrasto con le più elementari
    norme sulla sicurezza, per il pubblico e per i
    lavoratori. La gestione delle entrate e delle
    uscite è stata affidata ad un collega di buona
    volontà, non potendosi attivare il metal detector
    stante la continua necessità degli operai di
    uscire ed entrare, con evidenti rischi connessi
    ad unerrata valutazione delle persone che
    accedono ai locali.
  • Per evitare conseguenze gravi, si è quindi
    preferito chiudere il servizio al pubblico.
  • A conclusione della vicenda, appariva opportuno
    nellinteresse di tutti programmare i lavori o
    subito dopo le 17 oppure nel week end senza
    creare disagi e insicurezza.
  • Cordiali saluti
  • OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE REALI E
    PURAMENTE CASUALE (?)

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ATTUALITA'
  • LA NOSTRA CIVILTA
  • Quando frequentavo il liceo, linsegnante di
    religione, un sacerdote del clero diocesano,
    spesso ci intratteneva con la lettura di articoli
    tratti da La civiltà cattolica, periodico dei
    gesuiti.
  • Quando ci mostrò il periodico per la prima volta,
    suggerendoci peraltro di sottoscriverne
    labbonamento (cosa che sono stato assolutamente
    tentato di fare nulla, per un laico, è più
    radical-chic dellessere abbonati alla rivista
    dei gesuiti), volle precisarci le motivazioni di
    quel titolo, La civiltà cattolica, e ci spiegò
    che nel linguaggio corrente la parola civiltà è
    impropriamente utilizzata per indicare
    tradizioni, usi, costumi, patrimonio letterario,
    artistico e scientifico di un popolo o unetnia,
    in sintesi tutto ciò che andrebbe evocato con la
    parola cultura.
  • La civiltà, ci disse, consiste invece nella
    capacità di tutelare, proteggere, sostenere e
    sollevare i soggetti più deboli ed indifesi.
  • Parole che mi sono tornate alla mente in questi
    giorni, allorquando, a seguito degli ultimi
    tragici accadimenti, sugli organi di informazione
    è tornato un inconcludente dibattito sulla
    (presunta) guerra tra civiltà in atto.
  • Non molto tempo fa destò aspre critiche una
    infelice sortita del nostro Presidente del
    Consiglio, per il quale la superiorità della
    nostra civiltà poteva evincersi dalla maggiore
    capacità di assicurare ai propri appartenenti
    prosperità e benessere economico.
  • Anche Berlusconi, evidentemente, equivocava tra
    civiltà e cultura, e le sue improvvide
    affermazioni furono prontamente rigettate il
    rivendicare la superiorità di una cultura
    rispetto ad unaltra non può che ascriversi a
    tentazioni di tipo razzista.
  • Come cambia la nostra prospettiva, la percezione
    del reale partendo da unaccezione di civiltà
    come quella che anche noi laici, pur senza
    addentrarci in problematiche religiose, possiamo
    condividere con i gesuiti?
  • Evitando scrupolosamente facili scorciatoie, che
    finirebbero col condurci fuori strada alla
    stregua di Berlusconi (tanto per dirne una, la
    tentazione di far riferimento alla condizione
    della donna nella maggioranza dei paesi islamici,
    oppure la mancante reciprocità nella
    permissività di culto) chiediamoci quanto noi
    siamo in grado di tutelare, proteggere, sostenere
    e sollevare i soggetti più deboli ed indifesi.
  • Non cè bisogno di compiere una indagine
    sociologica approfondita per avere sotto gli
    occhi un quadro di assoluta desolazione e
    sconforto, al di là di qualsiasi inutile ed
    aberrante forma di comparazione.

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C'ERA UNA VOLTA
  • In occasione del 60 anniversario del 25 Aprile
    Festa della Liberazione dellItalia dal
    nazifascismo, la FISAC-CGIL AVELLINO unitamente
    alla SEGRETERIA REGIONALE CAMPANIA e al
    DIPARTIMENTO INTERNAZIONALE FISAC CGIL, in
    collaborazione con il Comune di SAVIGNANO IRPINO
    e con il benestare della ASSOCIAZIONE NAZIONALE
    DIVISIONE ACQUI, organizza
  •  CEFALONIA
  • VIAGGIO MEMORIA (1 7 settembre 2005)
  • Dal grande balcone della casa nativa in
    Savignano, dove si era recato in convalescenza,
    padre Romualdo Formato rivedeva per lultima
    volta i colli e le montagne dellIrpinia e il
    vento che sempre passa impetuoso su quella terra
    generosa.
  • Era il 24 ottobre del 1961. Se ne andava così a
    55 anni il sacerdote che aveva dedicato tutta la
    sua vita per ridare gloria ed onore ai soldati
    italiani barbaramente trucidati dai tedeschi a
    Cefalonia durante il settembre del 1943.
  • Era nato - infatti - a Savignano il 22 ottobre
    1906. Dopo gli anni in seminario e il noviziato
    in Spagna, aveva completato i suoi studi a Roma.
    Nel 1930 era stato ordinato sacerdote,
    dedicandosi negli anni successivi
    allinsegnamento delle Lettere come preside di un
    Istituto Magistrale. Chiamato alle armi allo
    scoppio della seconda guerra mondiale, fu
    nominato cappellano militare con il grado di
    tenente e assegnato al 33 Reggimento Artiglieria
    Divisione Acqui. Durante la campagna di Grecia e
    di Albania si distinse per le sue doti di grande
    umanità.
  • Ma fu durante i giorni di combattimento
    successivi allarmistizio dell8 settembre,
    quando sullisola di Cefalonia i soldati
    italiani rifiutarono lalleanza tedesca ed
    ingaggiarono un impari scontro bellico, che si
    prodigò ad assistere i soldati italiani
    spiritualmente e materialmente fino alla resa
    dopo una eroica resistenza.
  • Durante il successivo massacro presso la Casa
    Rossa, quando convinto di dover essere fucilato
    come tutti gli altri suoi compagni, chiedeva
    solo di esserlo per ultimo per poterli assistere
    con cristiana pietà.

7
C'ERA UNA VOLTA
  • Continua Cefalonia Viaggio - Memoria
  • Ad ogni esecuzione, continuò a implorare i
    tedeschi di porre fine a quel barbaro massacro
    fu risparmiato e con lui altri 37 ufficiali
    italiani sopravvissero. Dopo quel tragico
    settembre del 1943, tutta la vita di padre
    Romualdo Formato fu dominata dal ricordo di
    quanto era successo sullisola. Fu dominata
    dallidea di restituire onore alle 9000 vittime
    della rappresaglia nazista.
  • Incominciò a raccogliere ed elaborare documenti e
    testimonianze, dando alle stampe a caldo un
    testo Leccidio di Cefalonia che, tenendo
    viva la memoria fin dal 1946, è servito a
    riconoscere a quei Patrioti - come li ha chiamati
    il Presidente della Repubblica - lonore e la
    gloria di aver dato inizio alla Resistenza
    italiana, contro il nazismo e il fascismo.
  • Vale la pena ricordare che fra quei soldati, con
    il sacerdote di Savignano Irpino, ci furono anche
    soldati della nostra Provincia. Soldati che
    chiedono ancora oggi che il loro sacrificio non
    sia dimenticato, che la loro memoria non sia
    offesa da chi intende equiparare la vittima al
    carnefice, il torturato al torturatore, il torto
    alla ragione.
  • Nellalbo della memoria ci sono nomi di soldati
    irpini che entrano di diritto nel numero di
    quelli che ci hanno lasciato in eredità la nostra
    Costituzione. Il loro ricordo è affidato alla
    nostra memoria come lavvocato Ermete Ferrara,
    originario di Teora, decorato per aver combattuto
    con valore contro i tedeschi ed essere stato
    fucilato presso i pezzi della sua batteria, o il
    sergente Manzo Raffaele anchegli di Savignano
    Irpino. E tanti altri De Cicco di Avellino - Lo
    Moro Giovanni di Monteverde - Massa Rocco di
    Avellino - Pacia Guido di Avellino - Puzzio
    Carmine di Ariano Irpino - Ruberto Angelo di
    Morra de Sanctis - Sirignano Giacomo di Dentecane
    - Tisi di Avellino - Venezia Carmine di Cesinali
    - Vitale Elzeario di Castel Baronia - Ciaglia
    Nunzio di Serino.
  • A tutti questi soldati - umili e sconosciuti eroi
    - deve andare il nostro grazie e la nostra
    riconoscenza. Il vento dIrpinia/ ripete ancora
    la sua parola,/ quando passa lautunno/ e le
    foglie/hanno il colore di sangue,/il sole/ la
    luce dellamore.

8
  • Programma CEFALONIA
  • 1-7 settembre 2005
  • Giovedì 1 settembre
  • Ore 9 - Partenza per Savignano Irpino - Incontro
    con lAmministrazione Comunale - Saluti del
    Sindaco Oreste Ciasullo - Ricordo di P. Romualdo
    Formato - Rinfresco - Ore 17.00 arrivo a BARI -
    Ore 18.00 operazioni di imbarco (BLUE STAR
    FERRIES) - Sistemazione in cabine quadruple con
    servizi - Cena libera - Navigazione.
  • Venerdì 2 settembre
  • Ore 12 Arrivo a PATRASSO - Pranzo libero - Nel
    pomeriggio trasferimento a KILLINI per limbarco
    - Arrivo a CEFALONIA trasferimento ad AGIA
    PELAGIA sistemazione in albergo Categoria
    camere doppie con servizi - Cena.
  • Sabato 3 settembre
  • Prima colazione - Visita del Monastero S.
    GERASSIMOS e/o CASTRO con le suggestive rovine
    del Castello di San Giorgio che in età veneziana
    fu il capoluogo dellisola - Pranzo libero - Nel
    pomeriggio trasferimento nella BAIA di MIRTOS,
    una delle più conosciute e fotografate di tutta
    la Grecia. Passaggio panoramico per ASSOS con
    arrivo a FISKARDO paese in stile veneziano dove
    morì - nel 1085 - Roberto il Guiscardo - Rientro
    in albergo - Cena serata con musica e danze
    greche.
  • Domenica 4 settembre
  • Prima colazione - Incontro della delegazione
    FISAC CAMPANIA guidata dal Segretario Regionale
    Massimo Vellante con quella del Sindacato
    bancario greco OTOE guidata dal Presidente
    Regionale Dimitris Tsoukalas - Trasferimento ad
    ARGOSTOLI - Cerimonia presso il MONUMENTO AI
    CADUTI ITALIANI deposizione di una corona
    dalloro della FISAC CGIL e del Comune di
    SAVIGNANO IRPINO - Benedizione di Padre Severino
    dellAssociazione Mediterraneo operante ad
    Argostoli. Visita della FOSSA DELLA FUCILAZIONE,
    della CASETTA ROSSA, del PONTE HIMONIKO e della
    sottostante CHIESA di SANTA BARBARA - Pranzo in
    albergo saluti e brindisi - Pomeriggio libero -
    Cena.
  • Lunedì 5 settembre
  • Prima colazione - Trasferimento a SAMI traghetto
    ed escursione ad ITACA.
  • Nel pomeriggio visita delle KATAVOTRES, profonde
    fenditure nella roccia in cui precipita lacqua
    del mare per un complesso sistema di correnti
    sotterranee che formano inghiottitoi, grotte e
    laghi sotterranei, lacqua riemerge nella grotta
    di MELISSANI presso SAMI. Rientro in albergo -
    Cena.
  • Martedì 6 settembre
  • Prima colazione - Trasferimento ad ARGOSTOLI
    traghetto per KILINI - Trasferimento ad OLIMPIA
    visita dellarea archeologica (scavi e museo)
    segnalata dallUNESCO come uno dei patrimoni
    dellUmanità - Trasferimento a PATRASSO - Ore
    16-imbarco (MY WAY FERRIES) - Sistemazione in
    cabine quadruple con servizi - Ore 18- in
    navigazione. Cena libera.
  • Mercoledì 7 settembre
  • Ore 8.00 - Arrivo a BRINDISI - Proseguimento
    con sosta a CASTEL DEL MONTE - Rientro.
  • Quota di partecipazione Euro 390,00

C'ERA UNA VOLTA
9
TICKETS
CINEMA E CULTURA
  •  Il film di Ermanno Olmi, Abbas Kiarostami e Ken
    Loach uscito nelle sale cinematografiche la
    scorsa primavera non è il classico film ad
    episodi, bensì rappresenta i tasselli di un
    mosaico multietnico. Sono tre storie che si
    incastrano e si inseguono correndo sul filo
    conduttore del rispetto dellaltro, della
    tolleranza e della comprensione del diverso,
    e di questi tempi, alla luce dei fatti
    dellultimo mese, non è una cosa da poco.
  • Tre registi dagli stili personalissimi, che hanno
    dato la loro impronta alla storia del cinema.
  • Ermanno Olmi, cantore del quotidiano, che
    riscopre i sentimenti più atavici, vincitore a
    suo tempo a Cannes della Palma doro con Lalbero
    degli zoccoli , a Venezia del Leone doro per La
    leggenda del santo bevitore e tornato di recente
    alla ribalta con Il mestiere della armi e
    Cantando dietro i paraventi.
  • Kiarostami, poeta iraniano che ha gettato un
    ponte tra culture dOriente e dOccidente,
    vincitore della Palma doro a Cannes con Il
    sapore della ciliegia e del Leone dargento a
    Venezia per Il vento ci porterà via .
  • Infine Ken Loach, il menestrello arrabbiato del
    nuovo cinema britannico, che racconta il disagio
    dellemarginazione, due volte premiato a Cannes
    con il Prix du Jury ( per Lagente nascosta e
    Piovono pietre ) nonché autore di pellicole
    intense quali Ladybird Ladybird, Terra e
    Libertà, My name is Joe.
  • Tre assi, troppi galli nel pollaio? Il rischio
    dello scontro tra forti personalità cera, invece
    è filato tutto liscio.
  • La voglia di questo film nasce per caso a
    tavola, racconta Kiarostami in unintervista.
    Abbiamo deciso che ci sarebbe piaciuto lavorare
    insieme. Cera solo da capire come far
    combaciare le nostre idee, senza entrare nel
    merito di quello che ciascuno di noi aveva
    intenzione di raccontare. È nata così lidea di
    un treno che parte dal cuore dellEuropa, dalla
    stazione di una città svizzera, e con la sua
    miscellanea di tipologie umane giunge a Roma.
  • Tickets è come una corsa a staffetta, è come se
    di storia in storia i tre registi si fossero
    passati il testimone del racconto. Comincia Olmi
    con la storia di un anziano professore che,
    impossibilitato a prendere laereo, sale
    allultimo momento sul treno grazie al posto
    procuratogli sulla carrozza ristorante da una
    gentile assistente di lavoro. La giovane donna lo
    affascina, e il suo cuore vola indietro nel
    tempo, a un amore giovanile. Mentre tenta invano
    di scrivere una lettera il suo sguardo incrocia
    quello di unaltra persona, che sarà protagonista
    della storia di Kiarostami. E in secondo piano
    scorgiamo una famiglia di immigrati albanesi,
    maltrattati da nervosissimi poliziotti, che sarà
    il fulcro del racconto di Loach.

10
CINEMA E CULTURA
  • Continua Tickets
  • Interpreti della prima vicenda sono il bravissimo
    Carlo delle Piane e una stupenda Valeria Bruna
    Tedeschi. Meno noti invece i volti della matrona
    Silvana De Santis e del giovane Filippo Trojano,
    i protagonisti scelti da Kiarostami per il
    continuo sfavillante alterco tra la bizzosa
    vedova di un generale e il suo attendente. Storia
    minimalista per suggerire che di tolleranza, di
    comprensione per il diverso ci sarebbe bisogno
    pure nelle piccole cose quotidiane?. È una
    possibile interpretazione , anche sei il regista
    iraniano non ama fornire chiavi di lettura.
    Essenzialmente egli ha voluto creare un ironico
    trait dunion tra lintimismo di Olmi e
    lestroversa umanità di Loach.
  • Quello del regista britannico è lepisodio più
    movimentato. Al centro ci sono la famigliola
    albanese che, di vagone in vagone, scivola fino
    in seconda classe, e un trio di giovani
    scozzesi, tifosi del Celtic in trasferta a Roma..
    Al disprezzo per il diverso, allintolleranza, al
    pregiudizio da parte dei tre giovani nei
    confronti della famiglia albanese si sostituisce
    piano piano il senso di solidarietà.
  • Racconto che la solidarietà non ha età e non
    conosce nazionalismi, e che il valore di un
    biglietto (ticket) non è lo stesso per ogni
    viaggiatore afferma in unintervista il regista
    britannico .
  • insomma una pellicola toccante e perché no, anche
    divertente, pur nella sua disomogeneità.
  • la vera unità del film non è nella ricerca
    stilistica dice Olmi, bensì nella scoperta di
    un comune sentimento che avvicina me, Ken e
    Abbas. È la ricerca del dialogo, il bisogno di
    trovare una corrispondenza. Tutti e tre crediamo
    nel rispetto dellaltro. Perché laltro è la
    ragione stessa della nostra identità. Siamo
    felici di aver preso assieme questo treno, ma
    ceravamo già, senza saperlo. Su vagoni diversi,
    viaggiavamo da tempo verso la stessa direzione.
  • E noi invitiamo tutti i nostri lettori a salire
    loro stessi su questo treno, e a godersi questo
    film, magari in una delle tante arene estive..

11
FLASH
  • BUONE VACANZE!

12
La Redazione
  • Giorgio Campo ha collaborato Giovanni Marino
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  • Mario De Marinis
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