Title: Metodi e tecniche della ricerca psicosociale Prof. Zira Hichy
1Metodi e tecniche della ricerca
psicosocialeProf. Zira Hichy
Testo Di Nuovo, S. Hichy, Z. (2007).
Metodologia della ricerca psicosociale. Bologna
Il Mulino.
2Come nasce una ricerca
- Quando si conduce una ricerca bisogna seguire
delle regole precise.
- Le fasi della ricerca sono
- Identificazione del problema di ricerca
- Studio delle teorie
- Definizione delle variabili
- Pianificazione del disegno di ricerca
- Osservazione
- Analisi dei dati
- Interpretazione dei dati
- Comunicazione dei risultati.
3Identificazione del problema di ricerca
- Interessi personali del ricercatore. Questi sono
molto importanti perché stimolano
lindividuazione dei problemi, suggeriscono la
direzione del lavoro di ricerca e aiutano a
perseguire tale lavoro. Gli interessi riguardano
vari campi, ad es., le emozioni, la creatività,
particolari abilità, aspetti della propria vita
etc. Ad esempio, linteresse di Pavlov per le
secrezioni psichiche lo portarono a scoprire i
riflessi condizionati.
4- Fatti paradossali e fortuna. Un evento
paradossale può dare vita ad un nuovo problema di
ricerca. Ad esempio, Darley e Latané trassero
spunto dal caso di Kitty Genovese per teorizzare
il concetto di responsabilità diffusa. - Per quanto riguarda il caso o la fortuna, si
parla di serendipità, che indica la capacità di
fare scoperte utili alle quali non si mirava. Ad
esempio, Alteman e Szechtman hanno scoperto che
pizzicando lievemente la coda di un topo, nel 90
dei casi i topi mangiavano. Ora si usa questa
tecnica per indurre lobesità nei ratti.
5- Tentativi di risolvere problemi pratici. In
questo caso, il ricercatore ha un problema,
derivato dalla realtà che lo circonda, che vuole
risolvere. - Gli esempio sono vari trovare le tecniche per
guarire i bambini autistici, incentivare
lutilizzo dei mezzi pubblici. - Teorie e risultati delle ricerche. Tutte le
teorie psicologiche fanno sorgere nuove
problematiche, che possono essere il punto di
partenza per nuove ricerche. Ad esempio,
lipotesi del contatto di Allport ha fatto
sorgere numerosi problemi, generando molte
ricerche. - Anche i risultati di precedenti ricerche possono
far sorgere nuovi problemi. Un esempio è il
modello di Hinkle e Brown.
6Studio delle teorie
- Prima di condurre una ricerca è indispensabile
analizzare le teorie che si sono occupate di
quello specifico argomento. - Lo studio della teoria consente di
- Definire largomento di ricerca
- Conoscere i risultati già ottenuti e le
concordanze e le discordanze.
Lo studio della letteratura giustifica
largomento generale della ricerca e le ipotesi
specifiche.
7Teoria
Modello
Ipotesi
Non è possibile dedurre ipotesi empiriche
direttamente dalla teoria, ma è necessario
avvalersi di un modello che specifichi le
condizioni in cui le assunzioni della teoria
funzionano.
8Teoria
Modello
Modello
Modello
Ipotesi
Ipotesi
Ipotesi
Ipotesi
Ipotesi
Ogni teoria può generare più modelli, ognuno dei
quali può dare vita a più ipotesi.
9Le variabili
- Una variabile è qualsiasi caratteristica (fisica
o psichica) che può assumere valori diversi in un
dato intervallo. Una variabile, quindi, è
qualsiasi caratteristica che, almeno
teoricamente, può essere misurata. - Le variabili possono essere distinte in base a
- il livello di misurabilità
- loggetto a cui sono associate
- il ruolo che assumono nella ricerca.
10Per quanto riguarda il livello di misurabilità,
le variabili si distinguono in continue e
discrete.
- Si dice continua una variabile che, in teoria,
può assumere qualsiasi valore della serie
numerica compresa tra due punteggi. Laltezza di
una persona, ad esempio, può essere di 160 cm,
161 cm, ma anche di 161,23 cm. - Una variabile è discreta, invece, quando non può
assumere qualunque valore tra due punteggi. Ad
esempio, il numero di figli di una famiglia può
essere 3 o 4, ma non 3,25.
11In base alloggetto a cui sono associate, le
variabili possono essere comportamentali,
organismiche (o soggettive).
- Per variabile comportamentale si intende ogni
risposta osservabile di un organismo. Esse
riguardano comportamenti sia semplici sia
complessi. Un esempio di variabile
comportamentale può essere la pressione di un
pulsante quando compare una luce. - Le variabili organismiche o soggettive riguardano
le caratteristiche della persona. Ad esempio,
letà, il genere, il nevroticismo, il razzismo. - Alcune sono direttamente osservabili (variabili
organismiche osservabili), ad esempio, il peso o
laltezza altre, invece, non si possono
osservare direttamente, ma vengono inferite dal
comportamento dei soggetti (costrutti), ad
esempio, lintelligenza o il razzismo.
12Per quanto riguarda il ruolo che assumono nella
ricerca, le variabili si distinguono in variabili
dipendenti, indipendenti e intervenienti (o di
disturbo).
- Le variabili indipendenti sono gli stimoli
(eventi) che si ipotizza causino dei cambiamenti
su un comportamento. - Le variabili dipendenti sono le variazioni del
comportamento che si suppone dipendano dalle
modifiche delle variabili indipendenti. - Le variabili intervenienti o di disturbo sono
variabili che disturbano la relazione tra la
variabile dipendente e quella indipendente.
13Le variabili indipendenti e dipendenti vengono
anche definite ripettivamente variabile stimolo e
variabile risposta.
- Le variabili stimolo sono gli eventi che causano
un effetto su un organismo (ad es., cibo). - Le variabili risposta sono le reazioni che un
organismo ha in seguito alla stimolazione (ad
es., salivazione).
14Esistono due tipi di variabili indipendenti
manipolate e non manipolate.
- Le variabili manipolate sono quelle che lo
sperimentatore controlla e modifica attivamente. - Le variabili non manipolate sono quelle che non
possono essere controllate a piacere dal
ricercatore. Queste sono prevalentemente
variabili oranismiche, come lintelligenza, il
genere, etc. In questo caso, il ricercatore può
solo dividere i soggetti in base a queste
variabili. Ad esempio, se si vuole studiare
latteggiamento nei confronti degli
extracomunitari in base allappartenenza
politica, il ricercatore può dividere i soggetti
secondo le idee politiche e verificare se vi sono
differenze nellatteggiamento verso gli
extracomunitari.
15Il ricercatore, di solito, ipotizza una relazione
causale tra le variabili indipendenti e
dipendenti, ipozizza, cioè, che i cambiamenti
apportati alla variabile indipendente causino
cambiamenti nella variabile dipendente. Non è
possibile sostenere lesistenza di una relazione
causale tra due variabili senza manipolare
direttamente una di esse.
16Le ipotesi della ricerca definiscono la relazione
tra le variabili indipendenti e dipendenti. Le
procedure metodologiche servono a controllare gli
effetti delle variabili intervenienti. Il
disegno della ricerca coordina questi due
elementi.
17Pianificazione del disegno
- In questa fase il ricercatore compie una serie di
scelte che portano a delineare il disegno di
ricerca. Esse riguardano
- i soggetti da sottoporre alle prove,
- le condizioni in cui condurre le osservazioni,
- gli strumenti di misura più affidabili,
- i metodi più appropriati per codificare i dati,
- i test statistici per analizzare i dati.
18- La possibilità di manipolazione e di controllo
delle variabili definisce il piano della ricerca.
- Piani di ricerca in cui è possibile la
manipolazione delle variabili indipendenti e il
controllo delle variabili intervenienti studi di
laboratorio, studi di psicofisiologia clinica,
uso di test psicodiagnostici standardizzati,
simulazioni su computer. - Piani di ricerca in cui non è possibile la
manipolazione delle variabili indipendenti
sperimentazioni applicative, ricerche su gruppi
precostituiti.
19- Piani di ricerca in cui è possibile una
manipolazione delle variabili, ma il grado di
controllo delle variabili intervenienti è
limitato ricerche demoscopiche, metodo
osservativo stimolato, ricerche mediante
role-playing. - Piani di ricerca in cui non è possibile alcuna
manipolazione né controllo delle variabili
intervenienti ricerche di osservazione delle
interazioni sociali, analisi di
videoregistrazioni, ricerche etologiche.
20Conduzione delle osservazioni
- In questa fase il ricercatore mette in atto le
procedure stabilite nella fase precedente e
raccoglie i dati che saranno oggetto di studio
nelle tappe successive.
Analisi dei dati
Le osservazioni effettuate, di solito, vengono
codificate in forma numerica e disposte in un
determinato ordine, per permettere lelaborazione
statistica. Su questi numeri si applicheranno i
test statistici più appropriati, sia in base al
tipo di dati sia in base allo scopo della ricerca.
21Interpretazione dei dati
- In questa fase il ricercatore deve verificare se
i risultati danno una risposta allipotesi di
ricerca e se tale risposta contribuisce ad
approfondire la conoscenza del problema.
Comunicazione dei risultati
I risultati della ricerca vanno comunicati al
pubblico tramite convegni, articoli su riviste
scientifiche e libri. Il resoconto della ricerca
deve contenere una descrizione dettagliata non
solo dei risultati ottenuti, ma anche delle
procedure utilizzate per condurre la ricerca.
22Le condizioni sperimentali
- Quando si conduce un esperimento, una delle prime
scelte che bisogna effettuare riguarda il numero
delle condizioni sperimentali, ovvero, quanti e
quali sono i livelli della variabile
indipendente. - Ogni variazione della variabile indipendente crea
una condizione sperimentale
- Una variazione due condizioni (assenza vs.
presenza di trattamento) - Due variazioni tre condizioni (assenza di
trattamento vs. trattamento A vs. trattamento B)
Quindi, per creare le condizioni sperimentali è
necessario manipolare la variabile indipendente,
ovvero, è necessario che la variabile
indipendente assuma diversi livelli.
23- Quando si conduce un esperimento bisogna avere
ameno due condizioni sperimentali, ovvero, almeno
una variazione della variabile indipendente.
Esempio. Disegno con ununica condizione sperimentale. Esempio. Disegno con ununica condizione sperimentale. Esempio. Disegno con ununica condizione sperimentale.
Trattamento Post-test
Condizione 1 Film violento Livello di aggressività
Con questo tipo di disegno è impossibile trarre
alcun tipo di conclusione relativa alla relazione
tra la variabile indipendente (esposizione a
modelli violenti) e la variabile dipendente
(aggressività).
24Esempio. Disegno con due condizioni sperimentali. Esempio. Disegno con due condizioni sperimentali. Esempio. Disegno con due condizioni sperimentali.
Trattamento Post-test
Condizione 1 Film violento Livello di aggressività
Condizione 2 Film neutro Livelo di aggressività
- Con questo tipo di disegno, se troviamo una
differenza nel livello di aggressività, ovvero,
se troviamo che nella Condizione 1 il livello di
aggressività è più elevato rispetto alla
Condizione 2, possiamo concludere che
lesposizione a modelli violenti provoca un
aumento dellaggressività.
25- Quando bisogna decidere circa il numero delle
condizioni sperimentali, bisogna tenere presente
il principio della parsimonia bisogna ridurre il
numero delle condizioni al minimo indispensabile
per poter verificare le ipotesi. - Poche condizioni sperimentali possono non essere
in grado di cogliere tutti gli aspetti
dellipotesi. - Molte condizioni sperimentali possono complicare
linterpretazione dei dati.
26Esempio. Esempio. Esempio.
Trattamento Post-test
Condizione 1 Film violento Livello di aggressività
Condizione 2 Videogioco violento Livello di aggressività
Condizione 3 Film neutro Livello di aggressività
In questo disegno, laggiunta di una condizione
in cui si utilizza un videogioco violento, è
inutile ai fini dellipotesi lesposizione a
modelli violenti provoca un aumento
dellaggressività.
27Esempio. Esempio. Esempio.
Trattamento Post-test
Condizione 1 Film violento Livello di aggressività
Condizione 2 Videogioco violento Livello di aggressività
Condizione 3 Film neutro Livello di aggressività
Condizione 4 Videogioco neutro Livello di aggressività
Questo tipo di disegno è utile per verificare
unipotesi che preveda una differenza tra
lesposizione a film violenti e lutilizzo di
videogiochi violenti.
28Manipolazione delle variabili indipendenti
- Non è possibile manipolare tutte le variabili
indipendenti. - Prima di poter manipolare una variabile
indipendente è necessario operazionalizzarla,
ovvero, tradurla in una definizione concreta.
Bisogna, quindi, avere una chiara definizione
della variabile indipendente. - Esistono vari modi per manipolare una variabile
indipendente.
29- In alcuni casi è possibile variare direttamente
il livello della variabile indipendente (ad es.,
illuminazione di una stanza). - Esempio. Ricerca di Zajonc (1968) sulla mera
esposizione. - Ipotesi la familiarità di uno stimolo (variabile
indipendente) determina un aumento della sua
piacevolezza (variabile dipendente). - La familiarità viene operazionalizzata come il
numero di volte in cui il partecipante viene
esposto ad uno stimolo. La variabile indipendente
può assumere tutti i valori che vanno da zero a
infinito.
30Numero di presentazioni Post-test
Condizione 1 1 Valutazione
Condizione 2 2 Valutazione
Condizione 3 5 Valutazione
Condizione 4 10 Valutazione
Condizione 5 15 Valutazione
Condizione 6 20 Valutazione
Condizione 7 25 Valutazione
31Per decidere quali sono i valori da assegnare
alla variabile indipendente il ricercatore può
- Cercare in letteratura manipolazioni simili o
uguali a quella che vuole effettuare - Effettuare uno studio pilota, cioè uno studio
precedente alla ricerca, che ha come scopo quello
di individuali i livelli pertinenti della
variabile indipendente.
32In alcuni casi non è possibile manipolare
direttamente il valore della variabile
indipendente, ma si può comunque modificarne il
livello. Esempio. Ricerca di Tajfel e Wilkes
(1963) sugli effetti della categorizzazione. Ipot
esi quando esiste una categorizzazione
(variabile indipendente) si tende a sovrastimare
le differenze intercategoriali e sottostimare le
somiglianze intracategoriali (variabile
dipendente). La categorizzazione viene
operazionalizzata presentando lettere diverse per
categorie diverse. La variabile dipendente, viene
operazionalizzata come lunghezza percepita.
33Categorizzazione Post-test
Condizione 1 Sistematica Lunghezza
Condizione 2 Casuale Lunghezza
Condizione 3 Nessuna Lunghezza
In questo caso, non è possibile variare i valori
della variabile indipendente, tuttavia è
possibile fare in modo che la variabile assuma
livelli diversi nelle varie condizioni.
34Per manipolare la variabile indipendente è anche
possibile variare le istruzioni date ia
partecipanti. Esempio. Ricerca di Bettencourt et
al. (1992) sugli effetti del tipo di orientamento
sulla discriminazione intergruppi. Ipotesi
Lorientamento di tipo interpersonale, piuttosto
che lorientamento al compito (variabile
indipendente), dovrebbe ridurre la
discriminazione intergruppi.
35Orientamento Post-test
Condizione 1 Interpersonale Valutazione
Condizione 2 Al compito Valutazione
Condizione 3 Nessuno Valutazione
Orientamento interpersonale durante il compito
bisogna formarsi unaccurata impressione dei
compagni di gruppo. Orientamento al compito
durante il compito bisogna formarsi unaccurata
impressione del compito che si deve
svolgere. Nessun orientamento non vengono date
istruzioni.
36Una variabile indipendente può essere manipolata
in vari modi. È possibile utilizzare più
manipolazioni nella stessa ricerca, purché siano
le stesse per tutte le condizioni. Esempio.
Ricerca di Gaertner et al. (1998) sugli effetti
della presenza di un ingroup comune sulla
discriminazione intergruppi. Ipotesi Quando si
percepisce la presenza di un ingroup comune
dovrebbe diminuire la discriminazione intergruppi.
37Gruppi Post-test
Condizione 1 Un gruppo Valutazione
Condizione 2 Due gruppi Valutazione
Condizione 3 Individui singoli Valutazione
38(No Transcript)
39La rilevazione delle variabili dipendenti
Le variabili dipendenti servono a valutare gli
effetti della variabile indipendente. Esempio.
Ricerca di Tajfel e Wilkes (1963).
Stimoli 1 2 3 4 5 6 7 8
Valori reali 16.2 17.0 17.9 18.8 19.7 20.7 21.7 22.8
C 17.1 17.9 18.6 19.1 21.4 22.0 22.8 24.2
R e NC 16.9 18.1 18.6 19.8 20.4 21.2 22.2 23.8
C condizione categorizzazione sistematica R
condizione categorizzazione casuale NC
condizione nessuna categorizzazione
40Anche la variabile dipendente deve essere
operazionalizzata, ovvero deve essere tradotta in
una definizione operativa, per poter essere
utilizzata. Qualunque strumento si utilizzi,
questo deve rappresentare solo ed esclusivamente
la variabile che si intende misurare.
Nelle ricerche si possono utilizzare più
variabili dipendenti, che possono essere
- Rappresentative di costrutti diversi.
- Rappresentative dello stesso costrutto.
41Le procedure di controllo
- Le procedure di controllo riguardano tutti i
procedimenti che si mettono in atto per
neutralizzare o controllare gli effetti delle
variabili intervenienti. - Di distinguono due aspetti del controllo che
insieme possono eliminare le spiegazioni
alternative dei risultati.
- Lesperimento di controllo permette di stabilire
che la variabile indipendente ha causato i
cambiamenti della variabile dipendente. - Il controllo sperimentale limita il numero di
variabili che possono intervenire nella ricerca.
42Esperimento di controllo Lesperimento di
controllo serve a stabilire che la modifiche
rilevate nella variabile dipendente siano dovute
alla variabile indipendente. Esso consiste nel
utilizzare un secondo campione di soggetti
(gruppo di controllo) che è omogeneo a quello
utilizzato per condurre lesperimento (gruppo
sperimentale). Il gruppo di controllo serve ad
avere un punto di paragone fisso per verificare
gli effetti della variabile indipendente se
abbiamo due gruppi sperimentali che differiscono
solo per la variabile indipendente, allora è
possibile attribuire a questa variabile le
differenze trovate nella variabile dipendente nei
due gruppi. È possibile procedere in tre modi.
43Controllo del trattamento nel gruppo sperimentale
mediante un altro gruppo
Pre-test Trattamento Post-test
Gruppo sperimentale Si Si Si
Gruppo di controllo Si No Si
In questo caso, si confronta il livello della
variabile dipendente del gruppo sperimentale che
riceve il trattamento con quello del gruppo di
controllo che non lo riceve. Se i due gruppi
erano uguali prima del trattamento, rispetto alla
variabile dipendente, le differenze trovate dopo
il trattamento possono essere attribuite
alleffetto della variabile indipendente.
44Controllo con due gruppi, di cui uno di confronto
(diverso tipo di trattamento)
Pre-test Trattamento Post-test
Gruppo 1 Si a1 Si
Gruppo 2 Si a2 Si
Si confronta il livello della variabile
dipendente del gruppo sperimentale che riceve un
livello del trattamento con quello del gruppo di
controllo che riceve un livello diverso. Anche in
questo caso, se i due gruppi erano uguali prima
del trattamento, le differenze riscontrate dopo
il trattamento possono essere attribuite alla
variabile indipendente.
45- Nei due casi che abbiamo appena visto il
controllo è avvenuto tra i gruppi (between
groups) ogni gruppo è sottoposto ad ununica
condizione sperimentale, ovvero, ogni gruppo
riceve un unico livello della variabile
indipendente. - Il controllo può anche avvenire entro il gruppo
(within group) abbiamo un unico gruppo che viene
sottoposto a tutte le condizioni sperimentale,
ovvero, che riceve tutti i livelli del
trattamento.
46Controllo entro un unico gruppo.
Pre-test Trattamento Post-test
Gruppo 1 Si a1 Si
Gruppo 1 Si a2 Si
In questo caso, si confronta il livello della
variabile dipendente nello stesso gruppo quando
viene sottoposto a diversi livelli del
trattamento.
47Controllo sperimentale Il controllo sperimentale
serve a controllare i possibili effetti di
disturbo della ricerca. Le strategie di
controllo sperimentale si possono distinguere in
- Strategie generali, che hanno lo scopo di
effettuare un controllo generale della ricerca - Strategie specifiche, che riguardano gli aspetti
più specifici della ricerca.
48Strategie generali di controllo
- Situazione di ricerca come preparato. Questo
tipo di controllo fa riferimento al fatto che il
primo controllo riguarda lorganizzazione della
ricerca, ovvero, la scelta del contesto, della
manipolazione e degli strumenti. Non esistono
indicazioni generali, ma un aiuto può venire
dalla letteratura. - Ad esempio, se si vuole studiare lapprendimento
degli animali si può utilizzare la gabbia di
Skinner.
49- Controllo di laboratorio. Si riferisce al luogo
della ricerca che deve permettere di eliminare o,
comunque, tenere sotto controllo le variabili di
confusione. In questo senso, qualunque luogo che
assolve a tale funzione può essere considerato un
laboratorio. - Le varabili di disturbo dipendono dal tipo di
ricerca. - Il vantaggio del laboratorio sta nel fatto che
questo permette di mantenere costante lambiente
in cui si svolge la ricerca. In questo modo si
elimina lambiente come fattore di disturbo. - Il contesto in cui si svolge la ricerca deve
essere in grado di controllare le caratteristiche
di richiesta, ovvero tutti gli indizi presenti
nella situazione di ricerca tramite i quali i
partecipanti tentano di capire cosa si vuole da
loro.
50- La strumentazione. Questa riguarda le
caratteristiche degli strumenti di misura. La
scelta dello strumento di misura dipende dal tipo
di variabile che vogliamo misurare. Per scegliere
è possibile fare riferimento alla letteratura. -
- Le caratteristiche indispensabili che gli
strumenti di misura devono avere sono - - Oggettività la somministrazione e
linterpretazione dei punteggi devono essere
indipendenti da interpretazioni soggettive. - - Affidabilità lo strumento deve dare gli
stessi risultati a prescindere da variazioni
momentanee dei soggetti o della situazione. - - Validità lo strumento deve misurare la
variabile per cui è stato creato e non altre. - - Sensibilità lo strumento deve essere in grado
di cogliere i diversi livelli della variabile in
esame.
51- La ripetizione della ricerca. Consiste nel ripete
la ricerca, per aumentarne laffidabilità. - Si distinguono due tipi di ripetizione
- - La ripetizione esatta, che consiste nel ripete
la ricerca nel modo più simile alloriginale, - - La ripetizione sistematica, che consiste nel
ripetere la ricerca apportando delle modifiche
(ad es., strumenti, soggetti, contesto). È
importante modificare un solo aspetto alla volta,
per evitare effetti di confusione.
52La selezione dei soggetti
Strategie specifiche di controllo
Quando si conduce una ricerca, difficilmente è
possibile esaminare tutti i casi disponibili,
ovvero tutta la popolazione di riferimento, ma
soltanto una parte di essa, ovvero il campione.
La scelta dei soggetti (campione) garantisce
lequivalenza dei gruppi e la possibilità di
generalizzare i risultati alla popolazione.
53- La popolazione, o universo, è costituita da tutti
gli elementi esistenti. - La popolazione bersaglio indica tutti gli
elementi di interesse cui si rivolge il
ricercatore per condurre la sua indagine. - La popolazione accessibile è quella parte della
popolazione bersaglio che può essere
effettivamente raggiunta. - Il campione è quella parte limitata della
popolazione accessibile che viene presa in esame. - Affinché sia possibile estendere i risultati
ottenuti dal campione allintera popolazione, il
campione deve essere rappresentativo della
popolazione oggetto di indagine, deve cioè
rispecchiare le caratteristiche della
popolazione. - Tramite le procedure di campionamento è possibile
individuare un campione che sia rappresentativo
della popolazione. In generale, più numeroso è il
campione maggiore sarà la probabilità che sia
rappresentativo.
54- Esistono varie procedure di campionamento che
possono essere raggruppate in due tipologie
- Campionamenti probabilistici prevedono che ogni
elemento abbia la stessa probabilità di essere
scelto. Questi tipi di campionamento mirano ad
ottenere campioni rappresentativi della
popolazione rispetto alle sue caratteristiche
essenziali. - Campionamenti non probabilistici si hanno quando
gli elementi della popolazione non hanno la
stessa probabilità di essere estratti. In questo
caso si mira a costruire campioni rappresentativi
di categorie di variabili che interessano il
ricercatore.
55- Quando si effettua un campionamento non
probabilistico è possibile incorrere in un errore
sistematico. - Lerrore più frequente consiste nello scegliere i
soggetti più facilmente reperibili. - In questo caso, bisogno fare attenzione alla
generalizzazione dei risultati.
56- Campionamento casuale
- Il campione si definisce casuale quando si
estraggono casualmente gli elementi del campione
con la garanzia che ogni elemento della
popolazione abbia la stessa probabilità di essere
scelto. - Per effettuare questo tipo di campionamento si
parte da una lista completa di tutti gli elementi
del campione. Quindi, si dispongono tutti gli
elementi in base ad un ordine, e si procede con
lestrazione. - Perché tale campionamento sia affidabile è
necessario che la numerosità del campione oscilli
tra il 5 e il 10 della popolazione.
57- Campionamento casuale stratificato
- Questo tipo di campionamento richiede una
preliminare suddivisione della popolazione in
strati o sub-popolazioni, in base a una o più
variabili di rilievo per lindagine. Allinterno
di questi raggruppamenti si estraggono in maniera
casuale gli elementi che faranno parte del
campione.
58Lassegnazione dei soggetti Una volta scelto il
campione bisogna assegnare i soggetti alle varie
condizioni.
- Assegnazione casuale o randomizzata. In questo
caso si assegnano i soggetti alle varie
condizioni sperimentali in maniera casuale.
Questo tipo di assegnazione controlla gli effetti
delle variabili di disturbo facendoli incidere
allo stesso modo nei due gruppi. - Si effettua creando una lista di tutti i
partecipanti e estraendo casualmente i
partecipanti. - È anche possibile stratificare questo tipo di
assegnazione, dividendo i soggetti in gruppi, in
base alle variabili da controllare, e,
allinterno di questi, estrarre i soggetti.
59- Il pareggiamento. Si utilizza questo metodo
quando il campione è piccolo e le variabili da
controllare sono tante. - Il procedimento per pareggiare un campione
consiste nel disporre in ordine crescente o
decrescente i soggetti in base alla variabile
ritenuta influente (ad es., letà) si formano
delle coppie (ad es., i due più giovani) si
assegnano casualmente ai gruppi i due membri
della coppia. - In alcuni casi, può essere necessario esaminare
i soggetti prima di effettuare lassegnazione.
60- Lappaiamento. È un particolare tipo di
pareggiamento che consiste nel appaiare uno a uno
i soggetti rispetto alle variabili da
controllare. - Si procede dividendo i gruppi in base alle
variabili di interesse, ed estraendo casualmente
gli elementi allinterno di ogni gruppo. - Esempio. Campione di 80 soggetti (40
sperimentale, 40 controllo). Variabili da
controllare genere, età, livello di istruzione
della famiglia.
61Soggetti per gruppo Soggetti per gruppo Variabili da controllare Variabili da controllare Variabili da controllare
Sperimentale Controllo Genere Età Liv. Istr. Fam.
5 5 m 6 E.M.
5 5 m 6 D.L.
5 5 m 9 E.M.
5 5 m 9 D.L.
5 5 f 6 E.M.
5 5 f 6 D.L.
5 5 f 9 E.M.
5 5 f 9 D.L.
62- Soggetti come controllo di se stessi. Questo
metodo consiste nel sottoporre ogni soggetto a
ciascuna condizione sperimentale. Si tratta di un
metodo di controllo entro il gruppo. - In questo caso, bisogna controllare gli effetti
di ordine e sequenza. Infatti, poiché i soggetti
svolgono in sequenza i vari compiti, è possibile
che il compito svolto per primo influenzi il
secondo.
63Controllo degli effetti di ordine e sequenza
- Leffetto dellordine o di pratica. Si riferisce
allordine in cui i soggetti sono sottoposti alle
prove. Questi effetti dipendono dalla pratica,
dallapprendimento, dalla fatica e dal tempo. - Leffetto della sequenza o contrasto è dovuto
alla parziale dipendenza di una condizione
sperimentale da quella che lha preceduta. Esso
indica un cambiamento del comportamento del
soggetto a causa di una precedente esposizione ad
uno o più trattamenti.
Per controllare questi effetti di usa il
controbilanciamento, che consiste nel
controbilanciare lordine delle condizioni, per
cui quella che è presentata per prima a metà dei
soggetti, sarà presentata come seconda allaltra
metà.
64Disegni sperimentali monofattoriali
I disegni monofattoriali sono disegni
sperimentali che hanno una sola variabile
indipendente (fattore). Questi possono essere
- Tra i gruppi, ogni gruppo viene sottoposto ad una
sola condizione sperimentale - Entro il gruppo (disegni a misure ripetute) ogni
gruppo viene sottoposto a tutte le condizioni
sperimentali.
64
65Disegno sperimentale classico
Pre-test Trattamento Post-test
Gruppo A Si Si Si
Gruppo B Si No Si
In questo tipo di disegno entrambi i gruppi
completano sia il pre-test sia il post-test, ma
solo uno dei due gruppi (gruppo sperimentale)
riceve il trattamento.
Pre-test Trattamento Post-test
Gruppo A Si X1 Si
Gruppo B Si X2 Si
È anche possibile sottoporre i due gruppi a due
livelli diversi del trattamento.
65
66Disegno con due gruppi randomizzati e una sola
prova
Pre-test Trattamento Post-test
Gruppo A No Si Si
Gruppo B No No Si
In questo disegno manca il pre-test, tuttavia,
lequivalenza dei gruppi è garantita
dallassegnazione casuale dei soggetti alle due
condizioni.
66
67Disegno con tre livelli della variabile
indipendente
Pre-test Trattamento Post-test
Gruppo A Si/No X1 Si
Gruppo B Si/No X2 Si
Gruppo C Si/No X3 Si
In questo disegno la variabile indipendente ha
tre livelli.
67
68- In tutti i casi
- Se il disegno è tra i gruppi, avremo bisogno di
tanti gruppi quanti sono i livelli della
variabile indipendente. - Se il disegno è entro il gruppo, abbiamo bisogno
di un unico gruppo di soggetti.
68
69Esiti di un disegno monofattoriale
Se la variabile indipendente ha effetti, i
livelli della variabile dipendente nelle varie
condizioni devono essere significativamente
diversi. Esempio. Replica della ricerca di
Liedert e Baron (1972). Variabile dipendente
numero di insulti verbali. Per ogni soggetto si
conta il numero di insulti, quindi, per ogni
condizione si calcola la media degli insulti.
69
70In questo caso, il numero di insulti è superiore
nella condizione sperimentale rispetto alla
condizione di controllo. Si può concludere che
la variabile indipendente ha effetti sulla
variabile dipendente.
70
71In questo caso, il numero di insulti è uguale
nella condizione sperimentale e in quella di
controllo. Si può concludere che la variabile
indipendente non ha effetti sulla variabile
dipendente.
71
72In questo caso, il numero di insulti è inferiore
nella condizione sperimentale rispetto a quella
di controllo. Si può concludere che la variabile
indipendente ha effetti sulla variabile
dipendente, ma tali effetti sono contrari a
quelli ipotizzati.
72
73Disegni sperimentali multifattoriali
I disegni multifattoriali sono disegni
sperimentali che hanno due o più variabili
indipendenti (fattori). Tramite questi disegni è
possibile analizzare sia leffetto principale di
ogni variabile indipendente, sia linterazione
tra le variabili indipendenti.
- Leffetto principale riguarda leffetto che una
variabile indipendente ha sulla variabile
dipendente, a prescindere dagli effetti delle
altre variabili indipendenti - Linterazione riguarda il fatto che leffetto
della variabile indipendente sulla variabile
dipendente non è lo stesso per tutti i livelli
delle altre variabili indipendenti.
74Disegno fattoriale 2x2
Variabile A Variabile A
A1 A2
Variabile B B1 A1B1 A2B1
Variabile B B2 A1B2 A2B2
In questo disegno ci sono quattro condizioni
sperimentali, date dallinterazione dei due
livelli delle due variabili indipendenti. Se il
disegno è tra i soggetti abbiamo bisogno di
quattro gruppi. Se il disegno è entro il gruppo
dobbiamo sottoporre lo stesso gruppo a tutte le
condizioni sperimentali.
74
75Esempio. Ricerca di Brown, Vivian Hewstone
(1999).
Variabile A Variabile A
Tipicità Atipicità
Variabile B Omogeneità Gruppo 1 Tipicità/ Omogeneità Gruppo 3 Atipicità/ Omogeneità
Variabile B Eterogeneità Gruppo 2 Tipicità/ Eterogeneità Gruppo 4 Atipicità/ Eterogeneità
Variabile dipendente valutazione delloutgroup.
75
76- Ipotesi
- Se la tipicità ha effetto sulla valutazione
delloutgroup, i gruppi 12 dovrebbero avere,
nella variabile dipendente, un punteggio più
elevato rispetto ai gruppi 34. - Se lomogeneità ha un effetto sulla valutazione
delloutgroup, i gruppi 13 dovrebbero avere,
nella variabile dipendente, un punteggio più
elevato rispetto ai gruppi 24. - Se la tipicità e lomogeneità interagiscono, la
valutazione più positiva dovrebbe essere nel
gruppo 1 e quella più negativa nel gruppo 2.
77I disegni multifattoriali diventano più
complicati con laumentare delle variabili
indipendenti e dei loro livelli. Disegno
fattoriale 2x2x2
In questo caso abbiamo 3 variabili indipendenti
ognuna con 2 livelli.
77
78Disegno fattoriale 3x2
In questo caso abbiamo 2 variabili indipendenti,
una con 3 livelli e una con 2 livelli.
78
79In ogni caso i disegni possono essere sia tra i
gruppi sia entro il gruppo. Quando i disegni
sono entro il gruppo, è sufficiente un unico
gruppo che partecipa a tutte le condizioni
sperimentali. Insorgono problemi di ordine e
sequenza.
79
80Quando i disegni sono tra i gruppi abbiamo
bisogno di tanti gruppi quante sono le condizioni
sperimentali (ad es., 2x24 gruppi 3x412
gruppi). Insorgono problemi di assegnazione dei
soggetti alle condizioni. Inoltre, tenendo
presente ogni gruppo deve essere costituito da
almeno 10 persone, allaumentare delle condizioni
sperimentali aumenta anche il numero di
partecipanti. È possibile ovviare a questo
problema con i disegni incompleti, in cui si
omettono alcuni livelli della variabile
indipendente o in cui la numerosità dei gruppi è
diversa. Insorgono problemi nellanalisi dei dati
e nellinterpretazione dei risultati.
80
81Disegni misti
I disegni misti sono disegni in cui alcune
variabili sono tra i soggetti e altre entro i
soggetti. Esempio. Ricerca sulle abilità
cognitive.
Questo è un disegno 2x2, in cui una variabile (il
genere) è tra i gruppi e laltra (tipo di
compito) è entro il gruppo. Avremo bisogno di due
gruppi, ognuno dei quali svolge prima un compito
e poi laltro.
82Esiti di un disegno multifattoriale
Se le variabili indipendenti hanno effetti
principali, i livelli della variabile dipendente
nelle varie condizioni devono essere
significativamente diversi. Se cè un effetto
dellinterazione, le differenze tra i livelli
delle variabili indipendenti dovrebbero essere
diversi. Esempio. Replica della ricerca di
Brown, Vivian Hewstone (1999). Variabile
dipendente atteggiamento.
82
83- Da un punto di vista grafico, se le due linee non
sono parallele è possibile che via sia
uninterazione tra le due variabili. - In questo caso, entrambi i fattori e
linterazione sono significativi.
83
84- Da un punto di vista grafico, se le due linee
sono parallele o sovrapposte, non ci sono effetti
dellinterazione. - In questo caso, gli effetti principali di
entrambi i fattori sono significativi, ma non
linterazione.
84
85Metodi descrittivi di ricerca
- I metodi descrittivi di ricerca sono tecniche che
servono per identificare e descrivere le
variabili di un comportamento o di un fenomeno e
le loro eventuali relazioni. - Sono molto utili nelle analisi preliminari di
unindagine. - I metodi descrittivi di ricerca sono
- le ricerche correlazionali,
- losservazione naturalistica,
- lo studio dei casi singoli,
- la ricerca darchivio,
- gli studi longitudinali e trasversali,
- linchiesta,
- la meta-analisi.
85
86Le ricerche correlazionali
- La ricerca correlazionale ha lo scopo di
determinare la relazione tra due variabili, che
non sono né manipolate né controllate in senso
stretto. - In una ricerca correlazionale
- si seleziona il campione di soggetti,
- si misurano le variabili di interesse e
- si procede con le analisi per verificare se
esiste una relazione sistematica tra le
variabili. - Questo tipo di ricerca presenta alcuni problemi.
86
87- La terza variabile. Questo problema riguarda il
fatto che a volte la correlazione trovata tra due
variabili non dipende dalla loro reciproca
relazione, ma dallinfluenza di una terza
variabile. - Ad esempio, la relazione tra atteggiamento verso
gli immigrati e emozioni provate nei loro
confronti potrebbe dipendere dalla quantità di
contatto che si ha con gli immigrati. - La direzionalità. Questo problema riguarda il
fatto che stabilire lesistenza di una relazione
tra due variabili non dice nulla riguardo quale
delle due variabili causi laltra. - Ad esempio, se si trova che gli studenti migliori
provengono dai licei, non è possibile stabilire
se sono i licei a dare la formazione migliore o
se sono gli studenti più intelligenti a scegliere
i licei.
87
88- Le ricerche correlazionali non sono in grado di
fornire informazioni di natura causale, tuttavia,
sono utili
- nelle fasi pre-sperimentali, per rilevare la
relazione tra le variabili o per identificare un
problema, - quando non si possono effettuare esperimenti.
88
89La ricerca darchivio
- La ricerca darchivio consiste nellanalizzare
dati darchivio, cioè, osservazioni, misure o
rilevazioni già precedentemente raccolte da altre
persone (che non sono il ricercatore). - Esempi di dati darchivio sono le informazioni
anagrafiche, lincidenza di alcuni fenomeni
sociali, dati relativi alla mortalità, ai
matrimoni, alla disoccupazione, etc.
89
90- Due sono gli scopi principali della ricerca
darchivio. - Esse vengono effettuate per descrivere un
particolare fenomeno (ad es., crescita della
popolazione, diffusione delle malattie). - Le ricerche darchivio vengono anche effettuate
per delineare la relazione esistente tra alcune
variabili, senza comunque stabilire un rapporto
di causalità (ad es., la relazione tra il lavoro
che si svolge e lincidenza di alcune malattie).
90
91- Vantaggi della ricerca darchivio
- Questo tipo di ricerca non produce leffetto di
reattività nei partecipanti, poiché i dati sono
stati registrati al di fuori del contesto di
ricerca. - La ricerca darchivio è lunico metodo
disponibile per verificare le ipotesi relative ad
alcuni fenomeni, come ad esempio, quelli accaduti
in passato. - Non richiede molte risorse, come apparecchiature
costose o laboratori sofisticati. Sono
sufficienti le autorizzazioni per accedere ai
dati.
91
92- Limiti della ricerca darchivio
- La ricerca darchivio può rispondere solo a poche
ipotesi, quelle, cioè, per cui si hanno dati a
disposizione. - La ricerca darchivio dipende dalla selettività
dellarchivio. Negli archivi non si trovano tutte
le informazioni che possono essere utili, ma solo
quelle che sono state raccolte.
92
93- Inoltre, non tutte le informazioni vengono
conservate per lungo tempo, dopo un determinato
periodo di tempo le informazioni ritenute inutili
vengono distrutte. - Un altro limite dipende dallaccuratezza con cui
sono state raccolte le osservazioni. La ricerca
darchivio è affidabile solo se i dati sono stati
raccolti con precisione.
93
94- La ricerca di Philips (1977) sugli incidenti
automobilistici mortali. - Le autorità della California sospettavano che
molti incidenti automobilistici mortali fossero
in realtà dei suicidi. - Philips ipotizzò che le persone che si suicidano
ricorrono a questo gesto dopo la divulgazione di
fatti analoghi. - La sua ipotesi era che il numero di incidenti
automobilistici doveva essere correlato
positivamente con le notizie di suicidio
divulgate dai media. - Per verificare questa ipotesi Philips studiò
tutti gli incidenti automobilistici mortali
avvenuti in California durante la settimana
successiva alla diffusione di una notizia di
suicidio.
94
95- Confrontò, quindi, il numero di questi incidenti
con quelli avvenuti negli stessi giorni di un
altro anno (periodo di controllo). - I risultati mostrarono un aumento degli incidenti
automobilistici del 9, con una punta massima del
30 il terzo giorno dopo la diffusione della
notizia relativa al suicidio. - In questo modo Philips dimostrò che laumento di
incidenti mortali era correlato con le notizie
diffuse dai media. - Egli, inoltre, trovò che esistevano delle
somiglianze tra i dettagli diffusi dai media e
quelli degli incidenti.
95
96Losservazione naturalistica
- Losservazione naturalistica, o etologica,
rientra nel campo dellosservazione diretta del
comportamento che è sempre stata una delle
principali tecniche utilizzate dalla psicologia. - Losservazione è una tecnica di rilevazione del
comportamento umano che consiste nel guardare
cosa succede ad un determinato soggetto, in una
determinata situazione. - Nellosservazione naturalistica, il ricercatore
raccoglie dati sul comportamento dei soggetti
senza interferire con il loro comportamento. - Tale tecnica è quella che rispetta maggiormente
il naturale fluire del comportamento ed è,
quindi, consigliabile quando si desidera
raccogliere descrizioni delle sequenze
comportamentali.
96
97Le caratteristiche dellosservazione naturalistica
- La non intrusività. Questo comporta che
losservatore non manipoli le variabili che
interessano e che rimanga in disparte. - Poiché il comportamento delle persone risulta
modificato quando sanno di essere osservate, la
presenza dellosservatore, in questo tipo di
tecnica, deve essere vissuta come parte
dellambiente naturale. - I metodi per preservare la non intrusività sono
lo specchio unidirezionale, gli ambienti ben
mimetizzati, gli strumenti di registrazione audio
e video.
97
98- La mancanza di artificiosità. Nellosservazione i
soggetti sono osservati nel loro ambiente
naturale. - La sistematicità. Il ricercatore, quando conduce
unosservazione, deve selezionare i comportamenti
da osservare, scegliendo quelli che suppone siano
più legati allipotesi che vuole verificare.
98
99Limiti dellosservazione naturalistica
- Tale tecnica non è utilizzabile quando si vuole
individuare le cause di un comportamento. Infatti
un comportamento può essere prodotto da più
variabili, e con losservazione non si è in grado
di isolarle o controllarle. - Losservazione, inoltre, richiede tempi molto
lunghi.
99
100La ricerca di Jones Jones ha analizzato un
gruppo di bambini di quattro anni di età mentre
giocavano insieme. Il comportamento di ogni
bambino è stato osservato per diversi periodi,
applicando uno schema di codifica comprendente 22
unità di comportamento precedentemente definite
(ad es., picchia, sorride, corre, piange). In
questo modo Jones è riuscito ad individuare
alcuni comportamenti compositi, ovvero
costellazioni di unità comportamentali che
tendono a verificarsi contemporaneamente. Uno di
questi riuniva le unità ride-faccia
giocosa-salta-colpisce-lotta, ed è stato definito
gioco turbolento.
100
101Quando si conduce unosservazione bisogna
delimitare loggetto da osservare. Lipotesi
della ricerca funge da primo delimitatore,
tuttavia, essendo questa per sua natura vaga,
bisogna attenersi anche ad altre regole. Le
regole di conduzione sono
- la categorizzazione,
- lunità di tempo,
- la registrazione.
101
102La categorizzazione Il primo modo per
delimitare loggetto dellosservazione è la
categorizzazione. Essa consente di ridurre la
complessità del fenomeno osservato, raggruppando
i suoi elementi in classi, per poi agire su
queste classificazioni. Prima di cominciare
unosservazione, bisogna stilare un elenco dei
vari comportamenti possibili e raggrupparli in
categorie. Ad esempio, osservando il gioco di
alcuni bambini, attività come correre, salire o
saltare, possono rientrare nella categoria
attività motoria.
102
103Le categorie devono essere definite chiaramente,
poiché la collocazione di un comportamento nella
categoria sbagliata può compromettere la verifica
delle ipotesi e la successiva interpretazione dei
dati. Inoltre, alcuni tipi di comportamento
sono classificabili solo a posteriori, ovvero,
dopo averli messi in relazione con altri elementi
che ne chiariscono la natura. Ad esempio, se
vediamo una persona correre non possiamo sapere
se lo fa perché ha fretta, perché fugge da
qualcosa o semplicemente per il gusto di correre,
se non mettiamo in relazione questo
comportamento con altri elementi presenti
nellambiente.
103
104Il tempo di osservazione Il tempo di
osservazione indica la quantità di tempo da
dedicare ad una ricerca. Esso varia in base al
tipo di ricerca da eseguire e può durare da pochi
giorni a qualche anno. Lunità di tempo,
invece, si riferisce alle ripartizioni temporali
effettuate allinterno dallosservazione. La
lunghezza dellunità di tempo dipende dal grado
di continuità o discontinuità con cui si conduce
lindagine. Più il ricercatore è attento alla
continuità di un comportamento, più lunga sarà la
durata dellunità di tempo.
104
105Per capire la rilevanza di un comportamento
bisogna prendere in considerazione tre fattori,
allinterno dellunità di tempo.
- Frequenza. Indica il numero di volte, allinterno
dellunità di tempo, in cui si verifica un
comportamento. - Latenza. Indica il tempo che intercorre tra
linizio dellunità di tempo e il verificarsi del
comportamento. - Intervallo. Indica il tempo che trascorre tra la
fine di un comportamento e linizio del
successivo.
105
106Una delle maggiori difficoltà delle analisi
temporali consiste nello stabilire linizio e la
fine di un comportamento e limportanza della sua
durata. Da un punto di vista concettuale i
comportamenti si suddividono in molari e
molecolari. Prendendo, invece, in considerazione
laspetto temporale, i comportamenti si
suddividono in stati ed eventi puntuali.
- Stato. Comportamento che ha una durata
significativa. - Evento puntuale. Comportamento che ha una durata
irrilevante.
Di solito i comportamento molari sono stati
mentre i comportamenti molecolari sono eventi
puntuali.
106
107- Comportamento molare. Questo tipo di
comportamento è visto dallosservatore come
dotato di senso e intenzionalità, anche quando
non è consapevole per il soggetto. Sono attività
che si protraggono nel tempo e che hanno un fine.
Alcuni esempio sono leggere un libro, scrivere
una lettera. In questo caso non è possibile
delimitare temporalmente un comportamento, poiché
alcuni possono avere una durata molto lunga (ad
es., risparmiare dei soldi). - Comportamento molecolare. Questo tipo di
comportamento è caratterizzato da immediatezza.
Sono comportamenti che iniziano e finiscono nel
giro di pochi secondi. Un esempio può essere un
colpo di tosse o un sorriso. In questo caso
occorre definire il limite temporale di ogni
comportamento.
107
108La registrazione La registrazione di
unosservazione, a prescindere dal mezzo
utilizzato, deve riguardare i processi e non i
contenuti. Non si può, ad esempio, registrare
lintelligenza (contenuto), ma solo le modalità
di risoluzione di un compito (processo). Questo
è importante perché bisogna mantenere separata
losservazione di un comportamento dalla sua
interpretazione. Le interpretazioni o le
riflessioni sui comportamenti vanno comunque
annotate, ma tenute separate dal comportamento
oggettivo osservato. Queste vengono definite note
di osservazione.
108
109- Le note di osservazione comprendono
- eventi precedenti ricordati in un secondo
momento, - concetti e deduzioni analitiche,
- impressioni e sensazioni personali,
- note per informazioni aggiuntive.
La registrazione di queste note non deve mai
essere fatta contemporaneamente allosservazione.
109
110- La ricerca di Corsaro
- Un esempio di osservazione etnografica è lo
studio condotto da Corsaro sulle relazioni tra
bambini in età prescolare e la cultura infantile,
in una scola materna americana. - Nel definire il proprio ruolo di osservatore,
Corsaro utilizza una strategia di accesso
reattiva, che lascia ai bambini il tempo e la
voglia di accettare losservatore e di lasciarlo
entrare lentamente nel loro mondo, con il ruolo
che essi decidono di assegnargli. - Questo permette di partecipare alle attività dei
bambini senza alterarle e, inoltre, di accedere
al loro mondo interno. - Losservazione è stata condotta con una routine
tipica, che si può riassumere con le parole dello
stesso autore.
110
111- Entravo a scuola ogni mattina poco dopo
lingresso dei bambini, guardavo leventuale
emergere di un episodio e poi mi andavo a mettere
dove lepisodio si stava svolgendo. Il termine
migliore per qualificare la mia partecipazione
alle attività dei bambini può essere quello di
periferica. Entravo nellarea ecologica, mi
spostavo quando era necessario, rispondevo quando
ero interpellato e occasionalmente davo il mio
contributo verbale quando mi sembrava
appropriato. La mia attività era periferica, nel
senso che non ho mai tentato a) di iniziare o
terminare un episodio, b) di ricostruire
unattività quando veniva interrotta, c) di
comporre le dispute o d) di coordinare o dirigere
lattività. Ciò che ho fatto è stato tentare di
giocare, diventare una parte dellattività senza
influenzare la natura o landamento degli episodi.
111
112- Il processo di accettazione risultò piuttosto
lento e graduale. Allosservatore furono poste
una serie di domande, in seguito fu invitato a
prendere parte ad alcuni giochi e gli venne
attribuito un soprannome. Egli evitò
accuratamente di assumere qualunque ruolo adulto
ciò nonostante, nelle rare occasioni in cui gli
capitò di raccomandare i bambini di stare
attenti, essi gli ricordarono che non era il loro
insegnante e non poteva dire loro cosa dovevano o
non dovevano fare. - La strategia utilizzata da Corsaro non è lunica
possibile, ma una delle migliori, poiché è a metà
strada tra quella di comportarsi come un bambino,
assumendo il ruolo meno adulto possibile, e
quella di farsi accettare come un adulto
familiare, ma non interessato a partecipare, alla
cui presenza i bambini tendono con labituarsi
come a un pezzo di arredo.
112
113La tecnica di registrazione nellosservazione
etnografica di CorsaroLa tecnica di
osservazione adottata da Corsaro consiste nello
scrivere delle note che rilevano a più livelli
ciò che viene osservato.
- Le note di campo (Nc) registrano ciò che avviene
in modo letterale, dettagliato e senza
interpretazioni. - Le note personali (Np) registrano le reazioni
dellosservatore alle caratteristiche specifiche
degli eventi osservati, incluse le sue risposte
ai sentimenti e ai comportamenti dei bambini. - Le note metodologiche (Nm) precisano gli aspetti
dellosservazione da modificare. - Le note teoretiche (Nt) colgono gli aspetti del
comportamento dei bambini interessanti per
linterpretazione.
La registrazione di questi diversi livelli
permette allosservatore di mantenere distinti i
dati dai commenti.
113
114Esempio di registrazione con i quattro tipi di
note
- Data 29 ottobre
- Scena Sabbiera allaperto
- Partecipanti Rita (R), Barbara (B), Bill (Bi),
Linda (L), Richard (Ri), Jack (J). - Nc Cinque bambini (R, B, L, Ri, J) giocano
intorno alla sabbiera che si trova in giardino. I
bambini fanno finta di preparare dolci, torte,
ecc., mettendo la sabbia dentro le scodelle e
altri utensili da cucina. Vicino alla sabbiera si
trovano anche un lavandino giocattolo con un
rubinetto e un forno giocattolo. Per la maggior
parte del tempo i bambini sembrano coinvolti nel
gioco in parallelo, ma ci sono anche scambi
verbali quando hanno bisogno di condividere gli
utensili o altri oggetti necessari per il gioco.
114
115- B-Bi Ho bisogno di un po dacqua (Bi sta in
piedi davanti al lavandino e si sposta al lato
non appena B si avvicina). - Bi-B Non cè acqua qui (riferendosi al fatto che
il rubinetto non è quello vero). - B-Bi Certo, è un acqua per finta.
- Bi-B OK.
- B-Bi Tutti quanti dobbiamo condividerne uno
soltanto. - Successivamente si verifica un altro episodio di
cooperazione e condivisione. - B-J Jack?
- J-B Che cosa cè?
- B-J Sto mettendo questo nel forno.
- J-B OK (B mette la scodella nel forno).
- B-J Ecco qua, questa è la mia, Jack (J ora tiene
in mano una scodella e B la riempie di sabbia).
115
116- (J ora afferra un cucchiaio che sta nella
sabbiera) - J-B Mio.
- B-J No, puoi prendere questo (B allunga a J un
cucchiaino). - (Poco dopo questo scambio B lascia larea del
gioco senza annunciarlo ed entra in classe) - Ora soltanto R, J e L restano a giocare introno
alla sabbiera. Ri si avvicina e guarda gli altri
bambini per qualche minuto. Ri va poi da J e
dice - Ri-J È ora di lavarsi!
- Poi Ri afferra la scodella di J piena di sabbia e
cerca di rovesciarla. J fa resistenza e la
rovescia per suo conto. Poi entra in classe. Ri
resta lì per pochi minuti, gioca nella sabbiera e
poi se ne va. R e L giocano (ci sono diversi
scambi verbali) fino a che un educare non
annuncia che è ora di lavarsi.
116
117- Np Mi ero reso già conto che qualunque tentativo
di registrare ogni cosa che i bambini dicevano
era infruttuoso. Pertanto, qui mi sono basato
soltanto su un riassunto. Mi era sembrato che
Richard avesse detto che era ora di lavarsi e per
questa ragione avesse cercato di svuotare la
sabbia di Jack, ma era chiaro che Jack non era
caduto nella sua trappola. - Nm Farò in modo di osservare linterazione
soprattutto intorno alla sabbiera. Non dovrebbe
essere difficile, perché potrei sedermi sotto la
sabbiera ed essere alla stessa altezza dei
bambini. Lintrusione potrebbe essere minore
intorno alla sabbiera che nellarea del gioco
della casa.
117
118- Nt 1. Il fatto che i bambini passassero da un
gioco apparentemente parallelo allinterazione,
per negoziare la condivisione di oggetti, è
interessante e dovrebbe essere esaminato
ulteriormente. Questo fatto suggerisce che i
fattori contestuali sono importanti nelluso che
i bambini fanno del linguaggio sociale ed
egocentrico. - 2. Così come era avvenuto in episodi precedenti,
i bambini non hanno usato marcatori linguistici
per annunciare che lasciavano larea e dopo che
se ne erano andati non sembravano essere
fraintesi dagli altri bambini. - 3. Il gioco introno alla sabbiera è simile a
quello nellarea del gioco della casa nel senso
che i bambini allestiscono le routine domestiche
(ad es., cuocere, lavare ecc.). Tuttavia, nel
gioco intorno alla sabbiera, non vengono
assegnati specifici ruoli (ad es., madre, padre,
bambino, ecc.) come spesso avviene nel gioco di
ruoli che viene fatto nellaltra area.
118
119Tecniche di registrazione Le due principali
tecniche di registrazione sono la
videoregistrazione e il metodo carta e matita.
La videoregistrazione offre la possibilità di
riosservare i comportamenti e di rendere visibili
movimenti troppo veloci per locchio umano.
Inoltre, elimina la selettività dei comportamenti
e consente a più osservatori di studiare lo
stesso materiale. Tuttavia, la presenza della
telecamere può causare reattività nei soggetti,
inoltre, il camp