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Antropologia - Lezione 16^

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... (A. Schmemann) La riflessione biblica sulla creazione AT e NT Il settimo giorno (2,2-3): FINE della creazione 2 Allora Dio, nel ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Antropologia - Lezione 16^


1
Antropologia - Lezione 16
Momento sistematico 1 La creazione la
relazione uomo-creato continua
2
  • I primi cristiani non erano portatori di alcun
    programma, di alcuna teoria, ma ovunque si
    recassero il seme del Regno germogliava, la fede
    cominciava ad ardere perché tutto il loro essere
    era una torcia viva di lode per il Cristo
    risorto. Era lui e lui solo lunica felicità
    della loro vita e il fine della Chiesa era di
    comunicare al mondo e alla storia la gioia per il
    Cristo risorto nel quale tutte le cose hanno il
    loro inizio e la loro fine
  • (A. Schmemann)

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  • La riflessione
  • biblica
  • sulla creazione
  • AT e NT

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  • ? Il settimo giorno (2,2-3)
  • FINE della creazione
  • 2 Allora Dio, nel settimo giorno portò a termine
    il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo
    giorno da ogni suo lavoro.
  • 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò,
    perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che
    egli creando aveva fatto.

5
  • Il numero 7 è caratteristico di tutta la
    letteratura dellAVO
  • indica pienezza e sta alla base della strut-tura
    della settimana (forse legata alle fasi lunari)
    cè una decosmologizzazione della settimana,
    inserendo la settimana della creazione come prima
    settimana del tempo
  • il senso del settimo giorno è nella connessione
    tra settimana della creazione e settimana
    delluomo il parallelo tra comandamento del
    sabato e settimo giorno (cf Es 20,8-11) mostra
    che P ha introdotto nel settimo giorno della
    creazione unallusione al comandamento del sabato

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  • Per questo il senso del settimo giorno (61) è
    quello di separare la ferialità lavorativa
    dallappartenenza a Dio e indicare la mèta dei
    sei giorni nel settimo.
  • Il settimo giorno, in quanto giorno di Dio
  • è il fine delluomo ma anche il fine ultimo della
    creazione
  • La creazione è ritmata (dunque ordinata) dalla
    distinzione tra lavoro e risposo, che è posta
    dalla relazione con Dio
  • il riposo non è solo interruzione dellattività,
    ma fecondità connessa con il riposo di Dio, di
    cui lanticipo è la benedizione concessa da Dio
    nella festa e nel culto

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  • luomo come immagine di Dio e rappresen-tante di
    Dio deve seguire Dio sia lavorando nella
    creazione sia godendo di essa il senso della
    creatività del lavoro è godere della creazione
  • Il riposo non è assenza di lavoro, ma luogo della
    presenza di Dio (cf. il tema della gloria di
    Dio in Es 24 e 39-40)
  • è luogo del dialogo con Dio, da cui si riceve la
    fecondità per poter essere nel tempo
  • così, attraverso il culto, il nostro tempo
    sporge su Dio

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  • Il culto e la festa danno senso alla temporalità
    delluomo
  • per lo scrittore sacerdotale cè qui larche-tipo
    dello Shabbat
  • che non viene istituito dalla Torà ma appartiene
    già allordine della creazione
  • perciò il senso della temporalità (alternanza -
    ritmo) è la comunione delluomo con Dio

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  • Obiettivo duplice di Gn 1
  • ? la creazione è per luomo
  • ? la creazione è per la relazione delluomo con
    Dio
  • Nei giorni che si trovano tra i tre pilastri (1
    - 4 - 7 giorno come inizio centro fine
    della creazione), Dio stabilisce la terra come
    spazio e dimora della vita.
  • 2 e 3 giorno crea la terra come suolo
    sepa-rato dal mare, asciutto e fertile le piante
    sono parte della terra fertile (non esseri
    viventi separati) è imbandita la tavola per la
    vita

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  • 5 e 6 giorno creazione degli esseri viventi
  • ?animali e uomini che popolano questo spazio
    vitale
  • si moltiplicheranno ma in modo tale che la terra
    offra spazio e cibo sufficiente per tutti gli
    esseri viventi
  • x 4 volte si parla di esseri viventi esseri
    desi-derosi di vita e capaci di vita, però non
    autosuf-ficienti in quanto ricevono la vita
    dallinterno della creazione

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  • Ma il fine ultimo della creazione è Dio che
    abita insieme agli uomini (è la loro relazione)
  • la creazione è lo spazio abitabile per luomo,
    ma il suo fine ultimo è che deve diventare an-che
    lo spazio abitabile per Dio la dimora di Dio con
    le sue creature
  • il racconto (P) è intenzionalmente collegato con
    il ciclo narrativo del Sinai (Es 19,1-40,38)
  • è al Sinai, precisamente nella costruzione del
    santuario, che viene alla luce il vero senso
    della creazione
  • questo è il vero Sabato della creazione

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  • Gn 2,2 Dio si riposa dopo sei giorni di lavoro
  • Es 24,16 sul Sinai, dopo che la sua gloria ha
    co-perto la montagna per sei giorni, Dio chiama
    Mosé solo al settimo giorno per incontrarlo nel
    fuoco.
  • Qui Mosé riceve lincarico di costruire il
    santuario, la tenda del convegno (o della
    rivelazione) per lincontro del popolo con Jahvé
    (Es 29,43-46)
  • Nella visione di P., la costruzione comune del
    santuario continua lopera della creazione
    portandola al suo fine Dio crea la terra per
    essere presente in essa come il Dio liberatore
    di Israele, anzi della creazione intera
  • (E. Zenger)

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  • Parallelismo di Esodo con Apocalisse
  • Nei due capitoli finali di Ap si riprende il
    significato della creazione e lo si supera in
    proiezione escatologica il principio si collega
    alla fine
  • I nuovi cieli e la terra nuova sono il momento
    in cui tutta la terrà diventerà la tenda di Dio
    con gli uomini e le mediazioni cultuali della
    presenza di Dio saranno superate perché le
    promesse saranno compiute.
  • Ap 21,3 Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
    Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli
    ed egli sarà il Dio con loro
  • Alla luce della promessa di una creazione che
    alla fine sarà pienamente rinnovata prende senso
    una creazione in principio.

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  • ? La benedizione e il comando (vv 26.28-29)
  • 26 E Dio disse Facciamo l'uomo a nostra
    imma-gine, a nostra somiglianza, e domini sui
    pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul
    bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su
    tutti i rettili che strisciano sulla terra.
  • 28 Dio li benedisse e disse loro Siate fecondi
    e moltiplicatevi, riempite la terra soggiogatela
    e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del
    cielo e su ogni essere vivente, che striscia
    sulla terra.
  • 29 Poi Dio disse Ecco, io vi do ogni erba che
    produce seme e che è su tutta la terra e ogni
    albero in cui è il frutto, che produce seme
    saranno il vostro cibo.

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  • Luomo immagine vicerè, rappresentante, vicario,
    economo di Dio. Custodisce gli altri esseri
    viventi e la terra affinché lintenzione
    originaria di Dio sulla creazione venga
    perseguita e tutelata la terra resti lo spazio
    vitale abitabile e abbondante per gli esseri
    viventi
  • la benedizione espressa nella forma di un
    imperativo (siate fecondi, moltiplicatevi), cui
    segue il comando sul dominio da esercitare sulla
    terra (e assoggettatela verbo discusso)
  • si aggiunge la concessione del sostenta-mento,
    cioè il cibo per luomo, che è però limitato
    allalimentazione vegetale (lerba).

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  • Due gli aspetti qui indicati
  • la benedizione è data sia agli uomini che agli
    animali
  • ? è intesa come la forza procreatrice, che si
    esprime non solo nella capacità di generare, ma
    in tutto il processo di vitalità che va dalla
    nascita alla crescita
  • la benedizione vincola luomo al suo conte-sto
    naturale, proprio in quanto essere creato

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  • luomo appare solidale con la realtà del suo
    mondo naturale (gli animali, i vegetali)
  • a questa solidarietà appartiene anche la cura di
    Dio nel procurare e fornire il sostentamento
    delluomo
  • ?NB in Gn la forza della fecondità viene
    sdivinizzata, non è una conquista magica
    delluomo, ma è inserita nella benedizione
    genesiaca. Solo Jhwh appare il signore della vita
    e della fecondità.

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  • 2) la creazione delluomo è una novità asso-luta
    nel rapporto che Dio fissa per luomo con il
    resto della realtà creata, presentato come un
    dominio questa è la qualità dellinter-vento
    delluomo sulla natura.
  • Confronto con i racconti mesopotamici la
    finalità della creazione delluomo è diversa là
    luomo era creato in vista del servizio degli dei
    o per sostituirli nella fatica del lavoro
  • nel Gen lo scopo della creazione delluomo è
    orientato verso il mondo luomo è creato per
    lattività civilizzatrice, nellorizzonte della
    storia dellumanità.

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  • Come si esercita questo dominio?
  • Contesto di riferimento è il dominio regale (cf
    1 Re 5,4 Sal 110,2 Is 14,6 Num 24,19 Ez
    34,4), derivato dal linguaggio di corte di
    Babilonia e dEgitto
  • il re non solo rappresenta tutto il popolo e la
    terra in quanto personalità corporativa, ma è
    anche il depositario e il mediatore del-la
    benedizione per il suo regno e per il popolo a
    lui affidato.

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  • luomo è re del creato per il compito regale di
    assicurare pace e benessere, di mediare la
    benedizione divina, di conservare la salute del
    mondo che gli è affidato
  • il dominio sulla terra è un aspetto della
    be-nedizione concessa da Dio alle creature, anzi
    è il modo con cui luomo diventa mediatore e
    mandatario di questa benedizione nello spazio del
    mondo
  • questo è il criterio del progredire della scienza
    e della tecnica che viene fornito dal testo
    genesiaco (es. le tuniche di pelle che Dio
    stesso fabbrica per i progenitori dopo il PO).

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  • Il comando di soggiogare la terra non lascia nel
    contesto di Gn 1 nessuno spazio per lidea di uno
    sfruttamento dispotico della terra da parte
    delluomo.
  • Invece
  • È promessa incoraggiante nella lotta della
    vita contro le potenze caotiche ostili
    (cataclismi naturali) luomo può superare le
    difficoltà
  • Inoltre luomo esercita un dominio
    ammini-strativo sulla terra solo in qualità di
    luogo-tenente di Dio, dal quale dipende e al
    quale rende conto del proprio operato.

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  • ?Lidea di un avvallo della cosificazione e
    strumentalizzazione della creazione da parte
    delluomo è una lettura frutto della cultura
    moderna europea, staccata dalle radici bibliche.

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  • Creazione e diluvio (Gen 6-9)
  • Unaltra variante del racconto della creazione
  • Molti motivi simili a Gen 1-2
  • La benedizione dellessere umano, data a Noé
  • Larca (in analogia con la terra) come dimora
    della vita protetta dal caos, il diluvio
  • Luomo come immagine di Dio, pastore e custode
    della creazione, qui rappresentato da Noé come
    modello esemplare

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  • Lapprofondimento rispetto a Gen 1-2 di fronte
    alla paura di una catastrofe cosmica come
    punizione inflitta dal Creatore per il peccato,
    già nel tempo mitico cè un intervento di Dio (il
    diluvio) che promette che non distruggerà mai la
    sua creazione.
  • Egli rafforza il suo impegno di unalleanza
    eterna con tutta la creazione, che sigilla con il
    segno dellarcobaleno nel cielo (Gn 9,8-17).
  • Viene in piena luce il significato teologico di
    creazione il Dio che crea ha una relazione di
    amore e di fedeltà con la terra, il suo radicale
    sì alla terra e alluomo è irrevocabile.

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  • LIBRI SAPIENZIALI (ultimi 5 sec. prima di Cristo)
  • Esempi del dialogo interculturale di Israele con
    la cultura dellAVO e quella ellenistica
  • Il tema della sapienza lopera più preziosa del
    Creatore, inizio della sua attività, prima di
    ogni sua opera (Pr 8,22-26)
  • La sapienza è personificata compagna e
    mediatrice del creatore, sua proprietà
  • Per luomo è albero di vita, guida per giungere
    allo shalom (pace, benessere e felicità Pr 3,18)
  • Lo aiuta a vivere in modo conforme al senso che
    Dio ha dato alla creazione (lordine buono
    iscritto da Dio nelle cose)

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  • Interesse pratico-sociale della Sapienza
  • ?sul piano etico il Creatore unico garantisce la
    fondamentale uguaglianza di tutti gli uomini (Pr
    22,229,13) al Creatore sta a cuore la buo-na
    sorte e la dignità del povero, chi lo opprime
    offende il Creatore (Pr 14,31)
  • ? sul piano esistenziale la questione della
    teodicea
  • cfr. Giobbe di fronte alla sofferenza
    ingiustifica-ta rivendica lordine giusto posto
    da Dio nel mondo che sembra oscurato
  • Incomprensibilità della maestà di Dio e
    impo-tenza e limitatezza della creatura umana che
    non può disputare con Dio

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  • Giobbe dubita della giustizia di Dio nella
    creazione siamo in balia del malfattore (9,24)
  • Risoluzione nella disputa (i discorsi di Jahvé
    Gb 38-41) in cui Dio risponde alla protesta di
    Giobbe ponendogli 40 domande retoriche
  • Quando ponevo le fondamenta della terra, tu
    doveri?... Chi ha fissato le sue dimensioni.
  • ?Dio rivendica la sua sapienza onnipotente, si
    presenta come Signore degli animali (del
    Le-viatan il coccodrillo, che rappresenta le
    forze caotiche dellacqua cfr. Sal 104,26 )
  • Giobbe revoca le sue accuse ora non conosce
    Dio solo per sentito dire, ma per aver visto il
    Creatore (42,1-6) e può ancora respirare (v. 6).

28
  • Nel libro della SAPIENZA (I sec. a.C.) Dio è
    presentato come lEssere perfetto (così LXX Es
    3,14)
  • ?Lo si può conoscere a partire dalle cose
    crea-te, dalla sua bellezza e grandezza, che la
    ragione umana di tutti gli uomini può
    compren-dere (Sap 13,1-9)
  • ?è largomento per condannare gli adoratori
    de-gli elementi cosmici (fuoco, vento, astri) e
    gli idoli fabbricati dalle mani delluomo.
  • ? Rm 1,18-25 cita Sapienza.
  • Storia degli effetti molto significativa nella
    teologia filosofica della chiesa successiva, per
    avere aggancio universale della fede allunico
    Dio.

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  • La fede nella creazione
  • nel Nuovo Testamento
  • La novità decisiva il rapporto della creazione
    con il mistero di Cristo
  • 1) Gesù rappresenta la pienezza dellopera di Dio
    iniziata nella creazione
  • 2) Gesù stesso è il mediatore sin dal principio
    dellopera creatrice

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  • I. Concezione singolare della creazione il
    potere creatore di Jahvé è riletto alla luce
    della risurrezione di Gesù
  • Cfr. PaoloDio che dà vita ai morti e chiama
    allesi-stenza le cose che non esistono (Rm
    4,17).
  • Alcuni aspetti
  • 1) Il Gesù storico rafforza la fede nel potere
    del creatore, già fortemente sottolineata in
    Isaia.
  • Esempi
  • Mt 6,19-34 non preoccuparsi come i pagani del
    cibo e del vestito cè una forma alternativa di
    tesori da accumulare il primato del Regno si
    fonda sulla sollecitudine del Padre celeste verso
    le creature (uccelli, fiori).

31
  • La tempesta sedata (Mt 8,23-27) nei disce-poli
    impauriti nasce lintuizione che in Gesù sia
    attiva la stessa potenza creatrice di Dio che
    allinizio ha delimitato il caos delle acque
    pri-mordiali con la sola forza della parola chi
    è mai costui, che perfino i venti e il mare gli
    obbediscono? (v. 27)
  • i miracoli di guarigione con la cacciata dei
    demoni (spiriti dannosi) che obbediscono alla
    autorità della parola di Gesù (Mc 1,23-28)
  • ? Nelle parole/opere di Gesà la Signoria di
    Dio simpone sulle potenze terrificanti e
    devastatrici della morte con una potenza che
    corrisponde alla originaria volontà creatrice di
    Dio.

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  • 2) Gesù si appella allordine della creazione
    come criterio per la prassi della Signoria di Dio
  • Al tempo di Gesù la legge aveva sormontato
    lAutore della Legge Gesù richiama lo spirito
    originario nei suoi insegnamenti scandalosi.
  • Esempi
  • lamore ai nemici, fondato sulla bontà
    univer-sale del Creatore che fa sorgere il suo
    sole sui cattivi e sui buoni e fa piovere sui
    giusti e sugli ingiusti (Mt 5,45) lassioma
    generale come tu a me, così io a te è
    sostituito col riferimento a Dio Come Dio
    (creatore buono) a me (peccatore), così io a te
    (Mt 5,48)

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  • Nelle dispute con scribi e farisei Gesù si
    riferisce al significato originario di una
    istituzione
  • Secondo la volontà e lesempio del Creatore, il
    sabato è stato fatto per luomo e non luomo per
    il sabato (Mc 2,27)
  • Circa il matrimonio indissolubile (con uguale
    trattamento per la donna come per luomo nelle
    questioni circa separazione e divorzio), Gesù si
    appella allinizio della creazione (Mt 10,8)
  • In merito alle abluzioni rituali, Gesù ribadisce
    il valore morale della creazione le cose sono
    create buone e non contaminano luomo (Mc
    7,14-23), anzi, la creazione è manifestazione
    della bontà di Dio (Mc 10,29 Mc 12,24-27).

34
  • ?La stessa malattia psico-fisica che disturba la
    bontà del creato è vista da Gesù come un se-gno
    del male che non coincide con la volontà di Dio
    creatore (cfr. miracoli-esorcismi)
  • Questi interventi di Gesù evidenziano il legame
    intrinseco del mondo con la libertà delluomo
  • non solo luomo si esercita in esso, ma lo
    determina col suo agire morale
  • può esercitarsi anche in contrapposizione
    allazione primitiva di Dio (es. matrimonio).
  • ? Gesù, nella sua lotta col male, tende ad
    at-tuare lintenzione originaria di Dio Gesù è
    il sabato vero, ossia il compimento autentico
    dellintenzione creatrice di Dio.

35
  • II. Il rinnovamento della creazione in Cristo la
    soteriologia di Paolo
  • Il tema della creazione è letto nella prospettiva
    soteriologica e escatologica della morte e
    risurrezione di Gesù
  • Una porta di ingresso lExultet della Veglia
    Pasquale. Lannuncio della Pasqua è rivolto alla
    creazione.

36
  • 1) Paolo Gesù è il compimento di Adamo
  • Adamo e Cristo sono presentati in un forte
    contrasto (Rm 5,12-21 1Cor 15,21.45-47)
  • Entrambi giocano il ruolo di essere a capo di una
    determinata discendenza, di essere il modello
    originario di un tipo di uomo rilevante ai fini
    della storia della salvezza

37
  • Adamo il primo uomo (protos anthropos) e la
    sua discendenza hanno ricevuto il soffio di vita
    di Dio (cfr. Gn 2,7) ma solo per la vita terrena
    restano uomini della terra e dalla terra,
    sotto-messi alla caducità.
  • Cristo il secondo uomo (déuteros anthropos),
    lultimo Adamo (éschatos Adam) quello giunto al
    suo compimento, è diventato, per la sua
    discendenza spirituale, spirito datore di vita, è
    luomo celeste che renderà partecipi della sua
    esistenza pneumatico-celeste nella escatolo-gica
    risurrezione dei morti.

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  • Quando giunge alla fine la nefasta storia del
    primo Adamo?
  • Quando il secondo Adamo accetta il suo
    essere-uomo-e-creatura fino al punto estremo
    della morte, mettendo nelle mani del Padre il suo
    destino personale e gli esiti del suo annuncio
    della venuta imminente del Regno di Dio.
  • Ciò va a beneficio della creazione intera essa
    riceve nel Risorto lo Spirito creatore che la
    libe-ra definitivamente dal potere della morte
  • Is 53,10 nellofferta del suo sacrificio
    riparatore si è acquistato una discendenza.

39
  • 2) I battezzati una nuova creazione e nuovi
    esseri umani
  • La discendenza spirituale di Gesù partecipa della
    creazione nuova non solo nel compimento finale ma
    già ora, in mezzo alla vita del vecchio eone
    votata alla morte, grazie alla fede battesimale.
  • ?Il battezzato in Cristo è creazione nuova
    (2Cor 5,17 Gal 6,5).
  • In Col il radicale rinnovamento è un rivestire
    luo-mo nuovo (Col 3,9) il battesimo viene
    interpre-tato con un accostamento a Gen 1,26
    come creazione di un uomo nuovo da parte di Dio.
  • ? Altra immagine del NT per indicare la radicale
    novità del battesimo nuova nascita rinascita
    (Gc 1,18 Tit 3,4 1Pt 1,3 Gv 3,3ss).

40
  • La nuova creazione battesimale non si consu-ma
    solo nellinteriorità invisibile del battez-zato,
    ma culmina nel campo storico-visibile della vita
    comune di coloro che in Cristo sono diventati
    creazione nuova, cioè nella comunità credente.
  • Il battesimo ha un potere di trasformazione della
    realtà, potere analogo allatto della creazione.
  • Ciò si vede nella profonda relativizzazione di
    tutte le differenze di rango e di dignità che
    sono note dalla vecchia creazione che si trova
    sotto la maledizione del peccato né greco, né
    giudeo, né schiavo, né libero, né maschio, né
    femmina. Lessere-uno-in Cristo è il dato
    salvifico della nuova creazione.

41
  • Questo è anche il criterio per distinguere la
    vec-chia creazione dalla nuova creazione
    allin-terno della chiesa. Fino al traguardo
    escatolo-gico la chiesa sarà sempre afflitta
    dalla tenta-zione della creazione vecchia, il cui
    segno di riconoscimento sono le distinzione di
    rango e di dignità, le classificazioni secondo
    schemi sociologici che tolgono la novità di
    coloro che sono figli della libera, della
    Gerusalemme celeste (cfr. Gal 4,31). Ricordiamo
    alcuni passi
  • ? Fra di voi però non sia così (Lc 22,26).
  • ? Dal momento che cè tra voi invidia e
    discor-dia, non siete forse carnali e non vi
    comportate in maniera tutta umana? (1Cor 3,3).

42
  • III. Gesù Cristo il mediatore della creazione
  • A Cristo si deve non solo il rinnovamento
    escatologico della creazione (anticipato nel
    popolo dei battezzati in Lui), ma anche la
    mediazione della creazione originaria del mondo.
  • Cristo ha un significato cosmico nellopera
    creatrice di Dio.
  • ?Antecedenti veterotestamentari della idea di
    mediazione nella creazione
  • ? Il filosofo giudaico Filone di Alessandria (13
    aC 45/50 dC) la teologia del Logos
  • ? La teologia rabbinica della Torah

43
  • Questione problematica
  • ?come è possibile che Dio, attraverso la
    creazio-ne, instauri un rapporto col mondo, che è
    totalmente altro da lui, senza con ciò perdere
  • la sua unità indivisibile rispetto alla
    molteplicità delle cose create
  • la sua eternità rispetto alla temporalità
  • la sua immutabilità rispetto alla loro caducità
  • la sua infinitudine rispetto alla loro
    finitudine?
  • Giudaismo e cristianesimo rispondono con la idea
    della mediazione nella creazione, idea che cè
    anche nel medio-platonismo e nello stoicismo.

44
  • Nella letteratura sapienziale giudaica
  • Il ruolo della mediazione fra il Creatore e la
    creazione fu attribuito alla sapienza, in greco
    sophia, in ebraico hokma (cfr. Pr 3,19 8,22-31
    Sir 1,424,9 Sap 7,12.21 8,4 9,9-11)
  • Da una parte, la Sapienza è una qualità dello
    stesso Creatore, gli appartiene (es.
    dellorologio)
  • Dallaltra, è una prima opera della creazione,
    preziosa, creata prima di tutte le altre opere,
    dunque preesistente al mondo
  • ?In forma personificata, si vede la Sapienza
    al-lopera nella creazione del mondo (gioca
    da-vanti al Creatore) essa personifica la
    filantropia del Creatore che dà a tutto un
    ordine buono.

45
  • Si può intendere la Sapienza anche come mo-dello
    originario della molteplicità della crea-zione,
    che esiste in Dio e presso Dio, a cui Dio guarda
    per poi creare, con la sua Parola crea-trice, il
    mondo già precedentemente ordinato nella sua
    sapienza e traendolo, in un certo senso, da se
    stesso.
  • Dunque La Sapienza e la Parola di Dio (Logos)
    sono i modi in cui il Creatore instaura la sua
    relazione col mondo
  • Esse operano una mediazione tra Dio e mondo in
    quanto Dio le comunica al mondo come suoi doni,
    rendendosi così presente in mezzo alla sua
    creazione senza perdere la trascendenza.

46
  • Applicazione del ruolo mediatore a Cristo
  • Nel prologo di Gv 1,1-18
  • Gnilka dice che alla base di Gv 1 cè un inno
    precristiano influenzato dalla dottrina di
    Filone, ripreso come inno cristiano
    successivamente sistemato e ampliato
    dallevangelista Gv per inserirlo nel progetto
    unitario del suo vangelo.
  • Commistione di generi lidea biblica della
    crea-zione mediante la Parola (cfr. Gn 1) e
    lidea teologico-filosofica della mediazione del
    Logos.
  • Chi è il Logos? Nella filosofia greca è la
    ragione divina che compenetra e ordina tutto
    luniverso, intelligibile e logico, esprimibile
    col linguaggio.

47
  • Per Gv il Logos è una realtà personale propria,
    paragonabile alla sapienza giudaica.
  • Il Logos intradivino vive in principio (en
    arché), prima del tempo della creazione, rivolto
    presso Dio, appartiene ed è identico a Dio non
    è creatura.
  • Attraverso il Logos Dio pronuncia allesterno la
    sua parola creatrice tutto è stato fatto per
    mezzo di lui (Gv 1,3).
  • Lorigine della creazione dal Logos, che è ciò
    attra-verso cui Dio si esprime, gli conferisce
    una impron-ta particolare è il luogo della
    rivelazione di Dio.
  • Anche luomo, essendo intimamente logico cioè
    conforme al Logos, può comprendere il mondo
    come espressione e dono di Dio.

48
  • Al v. 14 cè laffermazione culminante dellinno
    del Logos, il passo definitivo nella storia del
    Logos, della auto-rivelazione di Dio
    il Logos si fece
    carne e come uomo mise la sua tenda in mezzo a
    noi.
  • Il Logos viene identificato con Gesù Cristo
    tutto ciò che qui è riferito al Logos nel
    proseguo del Vangelo lo si dirà di Gesù di
    Nazareth. In lui culmina lopera della creazione
    e della rivelazione
  • Egli è la vita (Gv 14,6) e la dona in
    pienezza (Gv 10,10)
  • Egli è la vera luce del mondo, luce della
    vita (Gv 8,12).

49
  • Conclusione a partire dal prologo di Gv
  • ?Spesso pensiamo la creazione come una realtà
    messa in atto da Dio
  • ? Per Gv la creazione è espressione nel tempo
    della eterna generazione del Figlio.
  • ?Gv vede la creazione attraverso il mistero del
    Logos per dire che, creandola, Dio ha stabilito
    con la creazione una relazione personale.
  • ? Se nel grembo della vita divina Dio pronuncia
    Tu (il Figlio), Dio continua questa
    comunica-zione di sé anche fuori di sé, nella
    creazione.

50
  • Allorigine del mondo cè il mistero di Dio che
    risplende mediante il suo Logos (il suo partner
    dialogale rivolto presso di lui) e che pone ogni
    essere in dialogo con Lui.
  • Se il Logos è dentro ogni creatura, ogni
    crea-tura è una parola che Dio ci rivolge.
  • La creazione è quindi segnata da una realtà
    personale, relazionale (cioè dialogale).
    ? persona nel senso assoluto
    trinitario di relazione sussistente.
  • Dio dice il mondo, parla alluomo attraverso il
    mondo. Dio e luomo si parlano attraverso il
    mondo.

51
  • Applicazione del ruolo mediatore a Cristo
  • Nellinno della lettera ai Colossesi (1,15-20)
  • Il materiale viene da un inno protocristiano
    precedente
  • Due strofe inniche alla duplice funzione di
    Cristo
  • Mediatore della creazione primogenito di ogni
    creatura
  • Mediatore della riconciliazione escatologica
    primogenito dei morti

52
  • Cè una spiccata insistenza sul significato
    salvifi-co universale di Gesù per otto volte si
    usa la parola pas o panta (tutto oppure
    universo).
  • Il centro del messaggio al v. 20 per mezzo di
    lui riconciliare a sé tutte le cose.
  • ?Dio risuscitando Gesù dai morti ne ha fatto il
    mediatore della riconciliazione universale Gesù
    rappacifica le cose del cielo e della terra.
  • Il titolo però gli appartiene fin dalla creazione
    del mondo e Cristo precede tutta la creazione è
    il primogenito di ogni creatura e è designato
    ad esserne il Signore (v. 17).
  • Crasi poiché tutta la creazione è creata in Lui,
    è in Lui che ha origine la creazione definitiva.

53
  • Sulla base di Col vanno interpretate le formule
    di Apocalisse per dire la portata universale di
    Cristo
  • ?alfa e omega (Al 22,13)
  • ? e il primo e lultimo (Ap 1,17)
  • La morte e la risurrezione di Gesù dentro la
    storia-creazione si estendono anche fino ad
    abbracciare linizio e la fine della vita di
    tutto ciò che esiste.
  • Le tre preposizioni in, per mezzo, in vista di
    lui.

54
  • Create in Cristo (en auto)
  • Come per la Sapienza, Cristo è considerato come
    un disegno della creazione preesistente in Dio
  • ?tutto è preformato secondo un modello
    origina-rio o prototipo, prima di essere
    pronunciato e creato da Dio nella sua parola
    esterna creatrice.
  • ? Per usare il linguaggio degli scolastici Gesù
    è la causa esemplare della creazione, il suo
    modello e la sua forma ideale fondamentale, nella
    quale e in base alla quale Dio ha creato tutto.

55
  • Il modello ha la forma del Figlio, vale a dire
    la forma di colui che è amato e che deve se
    stesso totalmente allamore del Padre.
  • ?Dunque le forme originarie in cui sono fatte le
    creature libere (conformi al modello Cristo)
    rispondono allo stesso calco le creature
    esistono perché sono amate dal Padre nel Figlio,
    esistono presso Dio
  • ?vivono nella forma della gratitudine di chi si
    sa ricevuto e nella disponibilità di chi si
    lascia formare, nello stesso senso di Gesù e di
    Maria che dice accada di me ciò che tu vuoi (Lc
    1,38).

56
  • Create per mezzo di Cristo (di autu)
  • In senso stretto si designa la mediazione
    crea-trice di Cristo
  • egli è la Parola creatrice
  • che Dio pronuncia in principio
  • per chiamare il mondo allesistenza
  • e farlo essere nella sua realtà propria.

57
  • La parola creatrice che Dio proferisce ad extra
    ha il suo fondamento di possibilità nel Logos
    eterno cioè nella parola eterna che Dio da sempre
    pronuncia per amore nella sua essenza
    intradivina.
  • ?La parola creatrice esterna si fonda sul Tu
    del Logos-Figlio nel quale il Padre si esprime in
    maniera totale e che gli sta di fronte con
    gratitudine.
  • ? Tommaso dAquino dice che la creazione è un
    verbum verbi, come lampliamento esterno della
    Parola eterna.

58
  • Create in vista di Cristo (eis auton)
  • Gesù Cristo è definito come fine della creazione
    che Dio vuole perseguire fin dallinizio.
  • ?È il motivo della creazione la sua causa finale
    (Scolastici).
  • Anche se Gesù come Logos incarnato compare solo
    molto tardi nella storia di Dio con la
    crea-zione, Egli è presente fin dal suo primo
    inizio come il Fine e il Senso perseguiti dal
    Creatore.

59
  • La volontà salvifica di Dio non è mai efficace
    senza il riferimento concreto a Cristo
  • ?tuttavia è già efficace prima della presenza
    storica di Gesù e anche al di fuori del suo
    riconoscimento esplicito nella fede della Chiesa
    (ecclesia ab Abel LG 2).
  • Concludendo il fine della creazione è la
    riconciliazione della creazione col Creatore
  • già anticipata nella persona di Cristo
  • e destinata ad espandersi universalmente (v.
    19s).

60
  • In contrapposizione allinizio di Adamo,
    nelloggi di Cristo lintera creazione si
    relazione al Crea-tore riconoscendo con
    gratitudine la propria creaturalità, comprende la
    propria finitudine come valore, come dono di Dio
    (allo stesso modo in cui il Figlio si relazione
    al Padre) e trova in questo (dipendenza
    creaturale) lunione più profonda con Dio
    possibile alla creazione.
  • ? La chiesa come corpo totale di Cristo in
    crescita ha dentro la creazione la vocazione di
    essere germe e inizio del regno, fermento di
    riconciliazione, perché il pleroma di Cristo si
    partecipato a tutte le creature.

61
  • Sperare nel compimento della creazione
  • Linno di Col non è isolato nel NT. Altri testi
  • Rm 8,19-22 la creazione oggi partecipa alle
    sofferenze dei figli di Dio, ma in futuro si
    manifesterà in essa la loro libertà e la loro
    gloria
  • ?La sventura che grava sulla creazione a causa
    del peccato originale, che Paolo chiama vanità,
    nullità, caducità (mataiotes) oppure anche
    schiavitù o perdizione della creazione, non è
    senza speranza.
  • ? Questa sofferenza prende la forma di un parto
    pieno di speranza (v.22).

62
  • Questa visione di speranza sembra in contrasto
    coi passi apocalittici dei vangeli sinottici (Mc
    13,24), della 2Pt 3,10 e dellAp 6,12-17
  • La loro visione drastica (tipica del giudaismo
    antico) della fine del mondo (i cataclismi in
    cielo e in terra) sembra in contrasto con le
    promesse dellalleanza con Noé in cui Dio si
    impegna a non distruggere più la terra in futuro
  • La ragione si trova nel genere apocalittico del
    giudaismo antico di fronte al male dilagante cè
    una revisione divina delle promesse di Dio, della
    sua volontà circa il mondo.

63
  • Però il giudizio non significa la fine della
    crea-zione la fine del primo cielo e della prima
    terra divine la creazione di un nuovo cielo e una
    nuova terra in cui la giustizia abiterà, al cui
    centro ci sarà la Gerusalemme nuova, la dimora di
    Dio con gli uomini (Ap 1,1-5 21,1)
  • Il passaggio dalla prima alla seconda crea-zione
    non sarà per azzeramento della vec-chia, così che
    la nuova non abbia più niente in comune con la
    vecchia.
  • In analogia alla logica della nuova creazione
    battesimale, anche la creazione nuova
    delluni-verso può essere vista come un
    rinnovamento e una trasformazione profonda.

64
  • Sarà superata in un triplice senso il pecca-to,
    la sofferenza, la morte saranno cancellati. Tutto
    ciò che corrisponde nelle creature alla
    intenzione originaria di Dio (e quindi di Cristo
    la forma originaria) sarà conservato presso
    Dio.
  • Tutto questo sarà elevato da Dio a un nuovo
    livello di esistenza la vita umana e cosmica
    giungerà a una pienezza di maturazione
  • Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno
    di luce di lampada, né di luce di sole, perché il
    Signore Dio li illuminerà e regneranno
    nei secoli dei secoli(Ap 22,5)

65
  • Sviluppo storico
  • Le voci significative
  • della Tradizione

66
  • Epoca patristica
  • Precisazioni a confronto con le dottrine
    eterodosse
  • La creazione ex nihilo
  • Una cosmologia cristocentrica

67
  • 1.
  • Sviluppo del dogma
  • della creazione
  • Precisazioni a confronto con le dottrine
    eterodosse

68
  • Il punto di partenza del simbolo della fede nella
    creazione è la formula di 1Cor 8,6
  • Un solo Dio, il Padre, dal quale tutto
    proviene, un solo Signore, Gesù Cristo, per mezzo
    del quale sono
  • state fatte tutte le cose
  • Due compiti per il cristianesimo antico
  • ? Distinguere la fede cristiana dalle diverse
    interpretazioni non cristiane (gnosticismo,
    arianesimo, manicheismo)
  • ? Assimilazione del pensiero metafisico per
    esprimere la trascendenza del mistero cristiano
    nelle categorie culturali e filosofiche del tempo

69
  • ? Nei primi simboli battesimali è già presente la
    dottrina della creazione
  • Credo in Deus pater omnipotens
  • Dio è il Padre di Gesù Cristo (prima cè la
    confessione di fede nel Figlio che ci rivela il
    Padre)
  • poi si aggiunge che è Pantôkrator Dio dominatore
    e sovrano assoluto, con la sua potenza dal nulla
    ha fatto luniverso

70
  • ?NB equivoco circa la parola Dio
  • Dio è il Padre di Gesù e non un Essere astratto,
    Demiurgo o Creatore
  • Si medita il dogma della creazione alla luce
    della paternità divina
  • la contemplatio naturalis (padri greci)
  • e le cinque vie di S. Tommaso per arrivare a Dio

71
  • Precisazioni aggiuntive
  • sec. IV riferimento a Cristo per quem omnia
    facta sunt (DS 150)
  • sec. V-VI universorum creatorem (DS 21)
  • sec. VII-VIII creatorem coeli et terrae (DS 27)

72
  • Dal II sec. il rapporto Dio-mondo si chiarisce
    nel confronto con alcune visioni erronee
  • inaccettabili le rappresentazioni del cosmo
    derivato dallUno, per un processo di emanazione
    necessaria
  • o per organizzazione di una materia increata ad
    opera di un demiurgo ( operaio
    fabbri-cante), come quello del Timeo di Platone,
    potente, ma non onnipotente, che, guar-dando al
    mondo paradigmatico delle Idee (alle quali è
    inferiore) plasma su tale modello una materia
    informe e caotica e produce il cosmo o mondo
    ordinato
  • ? Il demiurgo della gnosi non è buono

73
  • Ireneo contro gli gnostici
  • Il demiurgo delluniverso (titolo dato a Dio o a
    Cristo da Giustino, Taziano, Origene) è il
    creatore della materia stessa, che la organizza,
    è il suo inventore
  • non è un dio inferiore, ma lo stesso Dio
    trinitario
  • tutta la Trinità è creatrice lappropriazione
    al Padre è naturale perché Egli è lorigine

74
  • Pseudo-Dionigi (più vicino allemanatismo)
  • ?poiché ogni essere procede dal Bene, la materia
    pure, ed è buona
  • ? è per uno straripamento della sua stessa
    essenza che Dio produce tutte le essenze, ma egli
    rimane trascendente rispetto a tutti gli esseri
    che procedono da lui.

75
  • 2.
  • La creazione
  • ex nihilo

76
  • ? Il retroterra filosofico del concetto della
    creazione ex nihilo o de nihilo
  • Platone e coloro che lo seguono dicono che
    Dio è ingenito e padre e Creatore di tutte le
    cose, ma poi ammettono due cose ingenite Dio e
    la materia e affermano che la materia è coeterna
    a Dio. Ora, se la materia fosse ingenita,
    sarebbe anche immutabile e uguale a Dio. Che cosa
    vi sarebbe di così grande, se Dio facesse il
    mondo dalla materia? Anche un artefice umano,
    quando ha ricevuto la materia da un altro, da
    essa fa qualunque cosa gli piaccia. La potenza di
    Dio, invece, appare perché dal nulla fa tutto ciò
    che vuole (Teofilo di Antiochia)

77
  • Quale sarebbe la materia increata e originaria
    del cosmo?
  • La chora un sito virtuale indistinto
  • ? lacqua (Talete)
  • ? laria (Anassimene)
  • ? Il fuoco (Eraclito)
  • ? Innumerevoli materie (Anassagora)
  • ? Democrito atomi unità piccolissime e
    indivisibili che si combinano e fanno sorgere
    corpi e mondi nuovi
  • ? Alcuni pensano che il mondo è stato fatto di
    qualche materia e non ex nihilo (Tertulliano)
  • Giustino creazione a partire da una materia
    informe
  • ? Atanasio nella controversia ariana dirà che la
    materia increata è un errore platonico contrario
    alla Sacra Scrittura (Oratio de Incarnatione
    Verbi, 2-3)

78
  • Antecedenti nella Scrittura
  • Creare-bara (Gn 1,1)
  • non afferma un fare manuale, che trasforma una
    materia che già cè
  • è fare qualcosa di interamente separato e
    distinto da ogni antecedenza nessun peso di
    anteriorità viene a gravare lazione di Dio
    creatore
  • Soggetto di tale verbo è Dio esclusivamente
  • LXX non demiurghein, ma kitzein verbo che
    designa latto di volere fondamentale, precedente
    allesecuzione e alla costruzione di qualcosa di
    materiale e concreto

79
  • b) 2Mac 7,28 una madre di sette figli, di fronte
    al loro martirio, afferma ti scongiuro, figlio,
    contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi
    è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose
    preesistenti (ouk ex onton)
  • Non è laffermazione tecnica della creatio ex
    nihilo, ma semplicemente che prima della
    creazione il mondo non cera.
  • Questo accenno, oltre al fatto che sarebbe
    eccessivo dal punto di vista ermeneutico indurre
    una dottrina a partire da un singolo versetto,
    per di più estrapolato dal contesto, è segno
    dellinflusso del vocabolario greco

80
  • c) Gn 1,2 La terra era informe e deserta
    (tohu-wa-bohu) è un dato neutro indeterminato
    non si riferisce a qualcosa di concreto è un
    mero simbolo richiesto per un minimo di
    rappresentazione per il nulla, per il non-ancora.
  • d) Gb 26,7 Egli distende il settentrione sul
    vuoto e tiene sospesa la terra sul nulla
  • e) Rm 4,17 Diodà vita ai morti e chiama
    allesistenza le cose che ancora non esistono
    (ta ouk onta).

81
  • Origine della formula ex nihilo (ex tou me ontos)
  • è di Erma Tu hai fatto passare tutte le cose
    dal nulla allessere
  • dal II sec. è comune negli scritti dei padri
    contro i dualismi
  • e nelle liturgie Tu hai tratto ogni cosa dal
    nulla allesistenza, mediante il tuo unico
    Figlio (Costituzioni apostoliche)

82
  • Agostino
  • Contro il manichesimo, cè un unico principio
    la materia viene da Dio ed è buona
  • La fede retta è credere che Dio ha creato
    tutto dal nulla, perché se anche tutte le cose
    sono state formate dalla materia, questa stessa
    materia tuttavia è stata fatta dal nulla
    assoluto. Dio non è come i fabbri o qualsiasi
    altro artefice che non può fabbricare qualcosa se
    non ha da che cosa fabbricare
  • 2) Contro lemanatismo lessere del mondo non
    deriva dallessere di Dio, perché non si può
    introdurre in Dio il divenire Tutto esiste,
    perché Egli esiste, ma nulla esiste se non per
    sua libera decisione, anche il tempo non cera
    tempo prima che Dio avesse creato il tempo, e
    neppure lo spazio cera.

83
  • Lo sforzo è di pensare un tipo di origine che non
    era stata mai pensata e che sfugge più di ogni
    altra alla rappresentazione. Ecco i contenuti
    essenziali
  • Dio non trae la creazione da una materia
    preesistente (sarebbe una forma di dualismo)
    tutta la creazione è buona
  • né dalla propria sostanza (una forma di
    panteismo)
  • dunque crea dal nulla non cè nessun
    presupposto esterno
  • nulla non è la espressione mitica di un
    qualcosa (un materiale preesistente), il nome
    dato ad un sostrato informe del mondo, a partire
    da una errata interpretazione di Gn 1,2 la
    terra era informe e vuota.

84
  • Creazione ex nihilo vuol dire
  • Il dono dellessere è libera azione creatrice di
    Dio
  • è dovuta ad un eccesso (huperbolé) della bontà
    divina (G. Damasceno)
  • non da un bisogno presente in Lui o da un
    condizionamento estraneo a Lui
  • non è necessaria, dunque non è una degradazione
    del divino il mondo non è un quaggiù decaduto
    da un disastro oscuro
  • ma un mondo prezioso perché voluto come dono
    grazioso di Dio
  • ne conseguono luniversalità della sovranità di
    Dio e della mediazione di Cristo rispetto a tutto
    ciò che esiste

85
  • Alla fine dellAntichità ex nihilo è una forma
    tecnica per specificare la relazione di
    creazione
  • esempio
  • Lo Spirito Santo non è creato
  • perché non è ex nihilo
  • (Professione di fede di
  • Meginardo di Fulda sec. IX)

86
  • Critiche alla formula
  • Creatio est productio rei ex nihilo sui et
    subiecti
  • Concetto troppo impersonale della creazione
    (productio rei)
  • Si riferisce allinizio della creazione e non
    alla sua realtà permanente (productio)
  • Non evita il pericolo di concepire lex nihilo
    come una ipostasi (il nulla è qualcosa)
  • Rischio di pensare che lattività creativa di Dio
    si riferisca soltanto alla sostanza statica e non
    allattività e alla perfezione delle cose create

87
  • Specificazioni dellimplicito nella formula
  • Ex nihilo relativo nulla relativamente a
    cosa? Alla creazione non precede il caos o
    qualche altra realtà
  • ? nessun dato ante-posto una materia
    precedente
  • - Ex nihilo sui il mondo non è nato da se
    stesso
  • Ex nihilo subiecti si esclude una causa
    materiale precedente
  • ? Lunica realtà presupposta alla creazione è
    Dio (artefice trascendente)
  • ? non cè qualcosa tra il mondo e Dio come
    causa trascendente del mondo
  • La formula è una formula tecnica negativa per
    esprimere che Dio, sotto tutti gli aspetti, è
    lautore di tutta la realtà ? Non cè
    niente con cui Dio abbia creato, niente che abbia
    esistenza fuori di Dio.

88
  • ? Ma più importante è sottolineare non tanto che
    Dio crea a partire dal nulla ma che Dio crea a
    partire da Sé
  • Il Padre Dio fondatore, il creatore, lautore,
    fece tutte le cose da se stesso, cioè mediante il
    Verbo e la sua sapienza (Ireneo)
  • Il vero sfondo della teologia della creazione ex
    nihilo è il dato positivo che Dio non crea da
    nessuna altra realtà se non dal suo amore
  • Aperta la mano dalla chiave dellamore, le
    creature vennero alla luce (Tommaso dAquino,
    Liber Sententiarum,2,1,2,2,1)
  • ? Dal nulla non nasce nulla!

89
  • Si evince qual è il compito permanente della
    cosmologia cristiana
  • Il mondo creato è legato e diverso da Dio
  • 1) Deve spiegare il mondo come creato (superando
    la sua particolarità), cioè legato e dipendente
    da Dio senza identificarsi con Lui
  • tra Dio e il mondo non regna nessuna
    identità che li renda uguali, che abbassi Dio al
    mondo (panteismo) o che elevi il mondo a Dio
    (pan-en-teismo, teopanismo)

90
  • ?evitare
  • il pantesimo con il rischio di unimmersione
    fusionale del mondo nelloceano della Divinità
  • Il monismo Dio e il mondo sono la stessa realtà
    al contrario cè una assoluta superiorità di Dio
    sul mondo che conserva sempre la sua dimensione
    creaturale
  • Lemanazionismo bisogna affermare che tra Dio e
    il mondo non cè nessuna continuità che consenta
    il derivare della terra da Dio (lemanatistico
    farsi mondo da parte di Dio) o che Dio si formi
    elevandosi dalla terra (levoluzionistico
    divenire Dio del mondo)

91
  • 2) Deve distinguere, senza separare, il mondo da
    Dio
  • Bisogna evidenziare la presenza di Dio in tutte
    le cose che da lui ricevono il loro essere
    pienamente se stesse
  • ? evitare
  • il cosmismo astratto, in cui lessere del mondo
    smarrisce il proprio legame con la Divinità
  • il dualismo Dio e mondo sono due realtà a
    confronto, ma separate e non comunicanti

92
  • Rilettura moderna della creazione de nihilo come
    autoumiliazione di Dio
  • J. Moltamann approfondisce lidea della creazione
    dal nulla ricorrendo alla dottrina
    giudaico-cabalistica (qabbalâ interpretazione)
    dellautocontrazione di Dio
  • Antecedente la tesi si Isaak Luria dello Zimmum
    ( concentrazione e contrazione ritirarsi in se
    stessi)
  • ?A partire dalla dottrina biblica della shekinàh
    ( gloria) il Dio infinito può concentrare la
    propria presenza per abitare nel tempio

93
  • Questa dottrina dellautocontrazione di Dio è
    recepita nella teologia cristiana (N. Cusano, G.
    Hamann, E. Brunner, E. Stein) la creazione ad
    opera di Dio è il primo atto di
    quellautoumiliazione divina che ha conosciuto il
    punto vertice sulla croce di Cristo
  • Se Dio non vuole occupare da solo lo spazio
    dellessere, deve creare spazio ad altri esseri.
    Ma facendolo, limita se stessola kenosis, che
    conosce la sua acme sulla croce di Cristo, inizia
    già con la creazione del mondo
  • (E. Brunner)

94
  • Dio si ritrae da se stesso in sé, per rendere
    possibile una creazione.
  • Questautoumiliazione divina antecede il suo
    agire creatore ad extra. Dunque questo processo
    non inizia nellatto creatore col quale Dio si
    concede a questo mondo, ma ne rappresenta un
    presupposto. ?Lamore creatore di Dio è fondato
    sul suo amore che si umilia, si abbassa, si
    rimpicciolisce
  • Nella creazione è già in atto lautoalienazione
    di Dio che Fil 2 dice svuotò spogliò se
    stesso (nella manifestazione gloriosa dei suoi
    attributi divini)
  • Già per creare il cielo e la terra Dio si è
    estrinsecato dalla sua onnipotenza e ha assunto
    da Creatore, limmagine del servo.
  • ? Quale contributo alla visione cristiana della
    creazione dal nulla? Dio crea quando fa-essere,
    quando am-mette e si
    ritrae (J. Moltmann)
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