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Inquinamento

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Title: Inquinamento


1
Inquinamento
  • Con il termine inquinamento ci si riferisce ad
    un'alterazione di una caratteristica ambientale
    causata, in particolare, da attività antropica
    produzione industriale, trasporti, agricoltura,
    pesca, eliminazione dei rifiuti. Laumento
    preoccupante dellinquinamento negli ultimi due
    secoli è stato il risultato dellindustrializzazio
    ne, dellurbanizzazione e del rapido aumento
    della popolazione del pianeta.

2
  • In origine l'uomo era un animale che, come
  • tutti gli altri, viveva delle risorse
    fornite
  • dal proprio ambiente affidando la propria
    sussistenza alle attività della raccolta di
    vegetali, della caccia e della pesca. Con la
    scoperta del fuoco e dell'agricoltura l'uomo
    passò dalla raccolta alla produzione artificiale
    di cibo, acquisendo, nello stesso tempo, la
    capacità di modificare il territorio in cui
    viveva, molto di più degli altri animali .

3
  • Pur avendo esercitato enormi ripercussioni
    sullo sviluppo della civiltà, le trasformazioni
    compiute nelle economie agricole del passato (ad
    es. lo sfruttamento dell'energia animale,
    l'invenzione rivoluzionaria della ruota,
    l'invenzione dell'aratro ecc.) avvenivano in
    maniera assai lenta e graduale, lasciando alla
    natura il tempo di adattarsi alle nuove
    condizioni ambientali imposte dall'uomo (aumento
    dello sfruttamento dei suoli, aumento della
    popolazione ecc.). Le economie agricole, inoltre,
    riuscivano a mantenere una sorta di equilibrio
    naturale tra i materiali estratti dal suolo
    (sotto forma di prodotti commestibili, legname,
    materie prime) e gli scarti delle attività
    dell'uomo (rifiuti solidi, prodotti del
    metabolismo umano ed animale). I rifiuti solidi,
    essendo prevalentemente costituiti da materiale
    organico biodegradabile (legno, pelle, fibre
    tessili animali e vegetali), potevano essere
    interrati o semplicemente sparsi sul terreno e
    venivano rapidamente degradati. Anche il problema
    delle acque reflue urbane, sorto con la nascita
    delle prime grandi città, poteva essere risolto
    in passato abbastanza efficacemente convogliando
    i liquami nei corsi d'acqua e nei mari, dove essi
    venivano diluiti e trasformati in prodotti
    innocui .

4
  • In effetti una vera frattura storica in
    questambito si verifica tra Ottocento e
    Novecento, allorchè sorge lindustria chimica e
    siderurgica nel 1751 con la rivoluzione
    industriale. Laffermarsi di questa nuova
    dimensione della produzione industriale, quasi
    sconosciuta in passato, segna infatti una svolta
    nella storia della degradazione ambientale per
    mano delluomo.

5
  • Intanto è la qualità dellinquinamento che
    cambialindustria chimica immette nellambiente
    veleni creati dalluomo che prima non esistevano.
    Gli studiosi stimano che a partire dal 1900 siano
    stati sintetizzati sino ad oggi circa 10 milioni
    di composti chimici, di cui almeno 150.000 sono
    attualmente in commercio.

6
  • Contaminazione del terreno
  • Fertilizzazione campagne
  • Deserto che avanza
  • Dust Bowl
  • Disboscamento
  • Piogge acide
  • Ddt
  • Smog
  • Ozono
  • Effetto serra

7
Piogge acide
  • Come conseguenza della combustione di enormi
    quantità di combustibili fossili, soprattutto
    carbone e petrolio, vengono immessi ogni anno
  • nellatmosfera oltre
  • 100 milioni di tonnellate
  • di anidride solforosa (SO2)
  • e di ossidi di azoto(NOx).

8
  • I due principali inquinanti sono
  • il biossido di zolfo (SO2)
  • il biossido di azoto (NO2)

9
  • Come risulta ormai da molte ricerche, oltre a
    provocare limpoverimento della fauna ittica in
    migliaia di laghi, le precipitazioni acide
    possono ridurre il rendimento di raccolti
    agricoli e la vitalità delle foreste. Inoltre
    queste precipitazioni favoriscono la corrosione
    dei metalli e contribuisco alla profonda
    alterazione dei manufatti in pietra,
    particolarmente nei monumenti di marmo.

10
  • Nei materiali marmorei il carbonato di calcio
    viene facilmente disciolto dagli acidi.

CaCO3(s) 2H(aq) Ca2(aq) CO2(g)
H2O
11
  • Il biossido di zolfo si scioglie nellacqua
    formando idrati (SO2 nH2O), dove n dipende dalla
    concentrazione, dalla temperatura e dal PH.
  • Gli idrati sono in equilibrio con una certa
    quantità di ione idronio e di ione
    idrogenosolfito (HSO3- ), la cui presenza viene
    ridotta semplicemente allacido solforoso H2SO3 .

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  • È la prima ionizzazione dellacido solforoso
    che genera la quasi totalità dello ione idrogeno
    che questo atomo può produrre nellacqua
  • H2SO3(aq) H(aq)HSO3-(aq)

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  • Quando la pioggia preleva SO2 dallatmosfera,
    lacqua piovana diventa acida. Inoltre sia
    lossigeno che lozono presenti nello smog
    convertono una parte dell SO2 in SO3 ,
    soprattutto in presenza della luce solare e della
    polvere. Quando SO3 reagisce con lacqua, si
    forma acido solforico che è unacido forte e come
    tale contribuisce allacidità dellacqua.

14
  • Nei motori delle macchine, grazie alle alte
    temperature e pressioni, è possibile la
    combinazione diretta di azoto ed ossigeno

N2O2 alta temperatura
2NO
Quando il monossido di azoto appena prodotto
entra in contatto con laria esterna più fredda
reagisce ulteriormente con lossigeno per dare il
biossido di azoto, il gas che conferisce allo
smog il suo colore bruno rossastro.
2NO O2 2NO2
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  • Nellacqua NO2 reagisce per dare due acidi
  • HNO3 e HNO2

2NO2 (g) H2O HNO3(aq)
HNO2(aq)
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Ddt
  • Il DDT è forse il più noto fra i POP, gli
    inquinanti organici persistenti (persistent
    organic pollutants). I POP sono composti organici
    di comprovata tossicità, che persistono
    lungamente nell'ambiente (si degradano
    lentamente), e poiché hanno una certa volatilità,
    si diffondono anche in regioni molto lontane da
    quelle in cui sono stati utilizzati (long-range
    transport). Scarsamente solubili in acqua,
  • tendono a concentrarsi nel
  • tessuto degli esseri viventi (bioaccumulo).
  • Per queste sue proprietà, il DDT
  • irrorato in passato nelle piantagioni
  • di cotone può ritrovarsi oggi nel latte
  • delle donne eschimesi.

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  • Tradizionalmente i POP sono un gruppo di
    dodici, fra composti e classi di composti, noti
    come "la sporca dozzina" (the dirty dozen), verso
    i quali la comunità internazionale ha posto in
    essere numerose azioni per ridurre o eliminare il
    loro rilascio nell'ambiente.

18
(No Transcript)
19
(No Transcript)
20
  • Questo prodotto chimico, sintetizzato per la
    prima volta nellOttocento in Svizzera, venne
    irrorato nel dopoguerra in California per
    combattere le zanzare. Esso venne spruzzato
    nellacqua con una concentrazione di un

    cinquantesimo di parti
    per milione(ppm). Quando però alcuni anni dopo si
    effettuarono le analisi, si scoprì che nel
    plancton tale concentrazione era diventata 250
    volte superiore a quella dellacqua, nelle rane
    maggiore di 2.000 volte, nei pesci di 12.000
    volte e negli uccelli che si nutrivano di pesci,
    di 80.000 volte.

21
  • Gli uccelli, avvelenati, smisero di
    riprodursi.Da allora si cominciò a capire la
    terribile pericolosità del ddt, bandito più tardi
    dagli stati più progrediti insieme ai suoi undici
    compari, ma non da tanti paesi in via di
    sviluppo,
  • dove continua ad uccidere.
  • Oggi sappiamo che esso
  • costituisce uno dei veleni
  • più duraturi e persistenti
  • creati dagli uomini.

22
  • Una ricerca campione effettuata in Germania
    occidentale sulla perdita di ricchezza provocata
    dai danni inflitti allambiente da questi
    prodotti, ha fatto scoprire che nel 1985 si sono
    perduti circa 103 miliardi di marchi, pari al 5
    del prodotto interno lordo di quell anno!

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Dust bowl
  • Il Dust Bowl (in inglese catino di polvere)
    fu il risultato di una serie di tempeste di
    sabbia che colpirono gli Stati Uniti centrali e
    il Canada dal 1931 al 1939,causate da decenni di
    tecniche agricole inappropriate, con mandrie di
    bufali che fertilizzarono il terreno destinato
    alla coltivazione del grano, seguite da una grave
    siccità. Il terreno fertile delle grandi pianure
    venne esposto attraverso la rimozione dell'erba
    durante l'aratura.

24
  • Durante la siccità, il suolo si seccò
    diventando polvere, e venne soffiato via verso
    est, principalmente in grandi nuvole nere.
    Talvolta queste nuvole di polvere oscuravano il
    cielo fino a Chicago, e gran parte della terra
    rimossa si perse completamente nellOceano
    Atlantico.

25
  • Si pensi che nel solo marzo 1935 le tempeste
    distrussero circa due milioni di ettari di
    coltivazioni a frumento, mentre incalcolabile fu
    la perdita di terreno superficiale che si
    verificò nelle campagne sia in quegli anni che
    nei periodi successivi.

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Il buco dellozono
  • Nella parte più bassa della stratosfera, tra i
    10 ed i 50 chilometri di altitudine, è situato
    uno strato di ozono (O3) e che rappresenta un
    vero e proprio schermo nei confronti delle
    pericolose
  • radiazioni ultraviolette
  • (raggi UV) provenienti
  • dal sole.

27
  • Ogni anno, durante la primavera dellemisfero
    australe, la concentrazione dellozono
    stratosferico nellarea situata in prossimità del
    Polo Sud diminuisce a causa di variazioni
    naturali. Purtroppo, a causa degli inquinanti
    rilasciati in atmosfera, sin dalla metà degli
    anni settanta questa periodica diminuzione è
    diventata sempre più grande, tanto da indurre a
    parlare del fenomeno come del buco dellozono.

28
  • Si pensa che la principale causa della
    diminuzione dellozono sia la presenza
    nellatmosfera di un gruppo di prodotti chimici
    noti come clorofluorocarburi (CFC) in molti
    paesi questi prodotti chimici sono ancora
    utilizzati nei sistemi di refrigerazione
    (frigoriferi, impianti per laria condizionata),
    mentre in passato venivano usati anche come
    propellente nelle bombolette di aereosol.

29
(No Transcript)
30
  • Il problema è estremamente importante in
    quanto una riduzione delleffetto schermante
    dellozono comporta un conseguente aumento dei
    raggi UV che giungono sulla superficie della
    Terra. Nelluomo leccessiva esposizione a questi
    raggi è correlata ad un aumento del rischio di
    cancro della pelle, generato a seguito delle
    mutazioni indotte nel DNA delle cellule
    epiteliali. I raggi ultravioletti possono causare
    inoltre una inibizione parziale della fotosintesi
    delle piante, causandone un rallentamento della
    crescita e, nel caso si tratti di piante
    coltivate, una diminuzione dei raccolti. I raggi
    UV possono anche diminuire lattività
    fotosintetica del fitoplancton che si trova alla
    base della catena alimentare marina, causando di
    conseguenza uno scompenso notevole a carico degli
    ecosistemi oceanici.

31
Lozono è una delle componenti principali del
cosiddetto smog estivo e in grandi concentrazioni
può avere effetti dannosi su persone e piante. È
durante le giornate estive molto calde e poco
ventilate che si formano le maggiori quantità
dozono. Quando tali condizioni perdurano lozono
si accumula nellaria raggiungendo concentrazioni
molto elevate. Larrivo del brutto tempo
accompagnato da piogge e vento riporta i valori
dellozono a livelli normali. Durante i mesi
estivi i limiti posti dalla legislazione alle
immissioni dozono sono spesso superati su tutto
il territorio cantonale.
Smog e ozono

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  • Nei motori delle macchine, grazie alle alte
    temperature e pressioni, è possibile la
    combinazione diretta di azoto ed ossigeno

N2O2 alta temperatura
2NO
Quando il monossido di azoto appena prodotto
entra in contatto con laria esterna più fredda
reagisce ulteriormente con lossigeno per dare il
biossido di azoto, il gas che conferisce allo
smog il suo colore bruno rossastro.
2NO O2 2NO2
33
  • La principale fonte di atomi di ossigeno è la
    scissione delle molecole di NO2 resa possibile
    dai raggi ultravioletti (UV).

NO2 raggi UV NO O
34
  • Lossigeno atomico così liberatosi si combina
    con una molecola di ossigeno formando lozono.

O O2 M O3 M

Dove M indica una molecola qualsiasi come N2 o
O2, che sia capace di assorbire una parte
dellenergia cinetica che interviene nellurto.
35
  • Generalmente la presenza di ozono nellaria è
    circa 0,12 ppm (soglia massima consentita), in
    quanto lo stesso monossido di azoto distrugge
    parte dellozono.

NO O3 NO2 O2
Questa reazione è quella mediante la quale
si elimina la maggior parte dellozono ma altre
sostanze sono capaci di asportare NO dalla
reazione prima che venga usato per distruggere
lozono. Queste sostanze sono presenti esse
stesse nei gas di scarico dei veicoli sono gli
idrocarburi incombusti o parzialmente ossidati
che sostituiscono il residuo della combustione
incompleta del combustibile.
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  • Con tassi di ozono fra120 e 180 µg/m3
  • alcune persone fra le più sensibili possono avere
  • dei disturbi quali bruciore agli occhi,
    irritazione
  • della gola, pressione sui polmoni e dolori quando
  • si respira intensamente. La reazione allozono
    varia
  • comunque da soggetto a soggetto e dipende dalla
  • concentrazione nellaria e dalla durata
    dellesposizione.
  • In generale si distinguono le seguenti
    situazioni
  • concentrazioni tra 120 e 180 µg/m3
  • pochi soggetti risentono dellinquinamento da
    ozono
  • concentrazioni comprese tra 180 e 240 µg/m3
  • situazione critica per le persone più sensibili
  • come bambini fino ai 6 anni, anziani, asmatici,
    allergici,
  • concentrazioni superiori ai 240 µg/m3
  • la fascia di popolazione interessata dagli
    effetti
  • dellozono aumenta col crescere dei valori
  • di ozono.

37
Il deserto che avanza
  • Si calcola che dal 1882 al 1952 i deserti
    siano cresciuti a livello mondiale del 140,
    passando da 11 a 26 milioni. Il fenomeno è
    particolarmente accentuato in taluni stati
    dellAfrica.

38
  • Il deserto tende ad avanzare per più cause
  • innanzi tutto per effetto dei disboscamenti,
    che vengono effettuati di solito allo scopo di
    estendere le coltivazioni o per far posto ai
    pascoli. Accade inoltre che i contadini africani
    abbandonino le pratiche agricole tradizionali per
    dedicarsi alle monoculture industriali.

39
  • Quando si rimuove un manto erboso, lenergia
    solare, invece di essere assorbita dagli alberi,
    viene riflessa dal terreno nudo, aumentando le
    temperature, inaridendo il suolo, creando polvere
    nellatmosfera e contribuendo a inibire la
    formazione di nuvole di pioggia.

40
  • Lavanzate di terre sabbiose o comunque
    sterili non è tuttavia un fenomeno solo africano.
    La desertificazione sta infatti avanzando nelle
    steppe asiatiche dellex Urss, in Australia,
    negli Usa, in Cina, nel Cile e perfino in alcune
    aree italiane. Ogni anno circa 6 milioni di
    ettari di terra fertile diventano sterili per le
    cause più diverse.

41
Agricoltura concimi
  • I possibili inquinamenti dovuti
  • allimpiego dei concimi
  • riguardano soprattutto le acque,
  • sia profonde che superficiali.
  • I danni maggiori si hanno con perdite
  • dal terreno di azoto (N) allo stato nitrico
    (nitriti e nitrati) nel caso di concimazioni
    eccessive o irrazionali. Le perdite di fosforo
    (P) sono invece molto limitate, trattandosi di
    elemento pochissimo solubile. Trascurabili gli
    inquinamenti per perdite di potassio (K) e di
    altri elementi minerali contenuti nei concimi
    chimici in genere.

42
  • Quando si distribuiscono dei fertilizzanti
    al terreno, si distribuisce dellazoto sotto
    diverse forme organico (liquame, letame e
    concimi organici ed organico-minerali), ureico
    (urea ed alcuni concimi composti), ammoniacale
    (solfato ammonico, nitrato ammonico ed alcuni
    concimi composti) o nitrico (nitrato di calcio,
    nitrato ammonico ed alcuni concimi composti).
    Lazoto organico si trasforma, più o meno
    lentamente, in azoto ammoniacale e quindi
    nitrico. Lo stesso avviene per lazoto ureico, ma
    con maggiore velocità e, ancor più rapidamente,
    per lazoto ammoniacale. Dato che queste
    trasformazioni dipendono dallattività biologica
    dei microrganismi del terreno, la loro velocità
    dipende molto dalle condizioni ambientali ed è
    massima in presenza di temperature elevate e
    buona umidità del suolo. In generale le
    trasformazioni sono molto veloci in primavera e
    nella tarda estate, mentre rallentano in inverno
    e durante i periodi di siccità, in assenza di
    irrigazione. Alla fine di queste attività
    biologiche si ha sempre la formazione di azoto
    nitrico che è assorbito da tutte le piante e, se
    in eccesso rispetto alle esigenze di queste,
    viene trascinato dalle acque di pioggia e di
    irrigazione che attraversano il terreno, con il
    meccanismo definito "lisciviazione". Questo azoto
    nitrico (contenuto nei nitrati) trascinato
    dallacqua può provocare due gravi forme di
    inquinamento.

43
  • I microrganismi usano gli amminoacidi per
    fabbricare le proprie proteine e liberano lazoto
    in eccesso sotto forma di ammoniaca o di ione
    ammonio (ammonificazione), poi molte specie di
    comuni batteri sono in grado di ossidarli con la
    seguente reazione (nitrificazione)

2NO3 3O2 2NO2- 2H
2H2O
Un altro gruppo di batteri ossida i nitriti
in nitrati
2NO2- O2 2NO3-
44
  • Innanzi tutto lacqua che percola in
    profondità può raggiungere le falde acquifere che
    alimentano i pozzi e le sorgenti da cui sono
    tratte le acque potabili, arricchendole di
    nitrati. Questi ultimi, in certe condizioni, sono
    pericolosi per la salute umana e pertanto la loro
    presenza nelle acque le può
  • rendere non potabili.

45
  • Se invece le acque che trascinano i nitrati
    del terreno vanno nei corsi dacqua superficiali
    (fossi, canali, fiumi), possono provocare un
    altro tipo di danno allambiente, sia negli
    stessi corsi dacqua, che, soprattutto, nei
    laghi, nelle lagune e nel mare, dove essi
    sfociano. Infatti lazoto nitrico è assorbito
    dalle alghe, che si sviluppano molto rapidamente
    in presenza di nitrati. Leccessivo sviluppo di
    alghe, sia microscopiche che di grandi
    dimensioni, diminuisce la trasparenza dellacqua,
    rende difficile la vita per gli altri vegetali e
    per gli animali negli strati più profondi e crea
    quindi una complessiva grave alterazione
    dellequilibrio ecologico delle acque. Questo
    fenomeno è definito genericamente
    "eutrofizzazione" parola che deriva dal greco e
    che significa "buon nutrimento" ed indica
    proprio una situazione in cui sono presenti
    troppi elementi nutritivi per le alghe.
    Leutrofizzazione può assumere diverse
    caratteristiche, ma è comunque un fenomeno
    negativo per lambiente.

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Disboscamento
  • Un aspetto specifico di alterazione degli
    equilibri del suolo e del territorio riguarda un
    particolare fenomeno il disboscamento.

47
  • La distruzione di boschi e foreste non
    comporta soltanto una maggiore esposizione del
    suolo ai processi di erosione, ma ha effetti
    ambientali diretti ed indiretti di enorme portata.

48
  • I boschi svolgono una vera e propria funzione
    di serbatoi naturali dellacqua piovana. Grazie
    infatti al manto arboreo e alle piante del
    sottobosco, le piogge non solo non trascinano a
    valle il suolo, ma vengono trattenute e filtrate
    nel terreno.

49
  • Al tempo stesso,
  • soprattutto le foreste
  • tropicali sono il luogo dove
  • si custodisce gran parte del patrimonio della
    biodiversità botanica e zoologica dellumanità.
  • Distruggere questi habitat significa anche
    impoverire ulteriormente la terra di organismi
    viventi, di una ricchezza di cui non conosciamo
    neanche le potenzialità.

50
  • La stessa riduzioni delle loro superfici ha
    effetti negativi non solo a livello locale ma
    sulla salute complessiva del pianeta. Queste
    foreste, infatti, rappresentano il grande
    superstite polmone della terra. Sono i maggiori
    generatori di ossigeno nella biosfera. Il loro
    progressivo abbattimento, diminuendo la capacità
    di assorbimento di anidride carbonica da parte
    degli alberi, aumenta leffetto serra che tende a
    surriscaldare il pianeta.

51
Effetto serra
  • Alcuni dei gas presenti nellaria, detti
    "gas serra", hanno la capacità di assorbire il
    calore di quella quota di radiazioni solari che
    una volta "rimbalzate" sulla superficie terrestre
    sfuggirebbero poi verso lo spazio più cresce la
    loro concentrazione, e più aumenta la quantità di
    calore intrappolata nellatmosfera e dunque,
    tendenzialmente, la temperatura sul nostro
    pianeta. Sono "gas serra lanidride carbonica
    (CO2), i clorofluorocarburi (CFC), il metano
    (CH4), lossido di azoto (NO2), lozono
    troposferico (O3). La concentrazione dei gas
    serra" nellatmosfera cresce sia per laumento
    delle emissioni sia, nel caso dellanidride
    carbonica, per la sistematica distruzione di
    milioni di ettari di foresta gli alberi,
    infatti, agiscono da veri e propri "accumulatori"
    di carbonio, e per ogni ettaro di foresta
    bruciato cresce quindi di un po la quantità di
    anidride carbonica liberata nellaria, e con essa
    leffetto serra.

52
(No Transcript)
53
  • A provocare leffetto serra sono lanidride
    carbonica, i clorofluorocarburi, il metano,
    lossido di azoto, lozono troposferico gas la
    cui concentrazione aumenta sempre di più per una
    serie di cause tutte legate ad attività umane.
    Gran parte della responsabilità per il
    progressivo riscaldamento del nostro pianeta va
    addebitata al modello energetico dominante l80
    delle emissioni di anidride carbonica, il
    principale "gas serra", proviene dalla
    combustione del carbone, del petrolio e del
    metano, dunque dallattività delle centrali
    termoelettriche, dai fumi delle industrie, dagli
    scarichi delle automobili. Ma sotto accusa ci
    sono anche i fertilizzanti azotati usati in
    agricoltura, che oltre ad alimentare il fenomeno
    delleutrofizzazione che sta uccidendo decine di
    laghi e mari, tra cui lAdriatico, sono anche
    responsabili di buona parte delle emissioni di
    ossido di azoto.
  • Infine altri due "imputati" di primo piano
    sono i clorofluorocarburi responsabili della
    distruzione della fascia di ozono, la cui
    produzione per fortuna è in rapida diminuzione, e
    la deforestazione, che nelle foreste tropicali
    procede al ritmo di un campo di calcio al
    secondo.
  • Quanto alla parte di colpa" delle varie
    aree geo-politiche del mondo, il dato che salta
    subito agli occhi e che oltre la metà delle
    emissioni di anidride carbonica e degli altri
    "gas serra" viene dai Paesi industrializzati -
    Stati Uniti, Unione europea, Canada, Giappone,
    Australia - dove vive appena un quinto della
    popolazione mondiale.

54
(No Transcript)
55
  • Se le emissioni dei "gas di serra" in
    atmosfera proseguiranno ai ritmi attuali, dovremo
    attenderci nei prossimi decenni un riscaldamento
    globale del pianeta compreso tra 1 e 3,5 gradi
    centigradi. Le conseguenze di questo aumento
    della temperatura sarebbero catastrofiche a vari
    livelli.

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  • INNALZAMENTO DEL LIVELLO DEI MARI
  • Il riscaldamento provocherebbe il parziale
    scioglimento dei ghiacci e unespansione termica
    degli oceani, con un innalzamento prevedibile del
    livello dei mari di 15-95cm.

57
  • ALTERAZIONI CLIMATICHE
  • I periodi di siccità, che già in questi anni
    si sono estesi dalle latitudini equatoriali a
    molte regioni temperate in Europa e negli Stati
    Uniti, si moltiplicherebbero, e vaste aree
    intensamente coltivate che oggi forniscono grano
    e cibo a tutto il mondo, come le grandi pianure
    nordamericane ma anche in parte la Pianura
    Padana, potrebbero diventare zone aride non
    adatte allagricoltura. Al tempo stesso,
    laumento della temperatura produrrebbe
  • unintensificazione e una
  • maggiore estensione di
  • eventi meteorologici estremi
  • come alluvioni, inondazioni,
  • cicloni tropicali.

58
  • DISTRUZIONE DELLE SPECIE ANIMALI
  • La febbre del pianeta accelererebbe
    lestinzione di migliaia di specie animali e
    vegetali, non più in grado di sopravvivere nelle
    mutate condizioni climatiche. Lo scioglimento dei
    ghiacci potrebbe compromettere irrimediabilmente
    interi ecosistemi. Tra le specie più a rischio
    orsi polari e pinguini, salmoni e trichechi,
    foche e tigri, e poi ambienti già oggi fortemente
    minacciati come le barriere coralline. Infine, si
    assisterebbe alla crescente tropicalizzazione di
    mari "temperati" come il Mediterraneo, dove la
    fauna e la flora autoctone verrebbero
    progressivamente soppiantate da specie
    provenienti dai mari del sud.

59
  • In base al Protocollo di Kyoto firmato nel
    1997, le nazioni industrializzate hanno preso
    limpegno di ridurre le emissioni di anidride
    carbonica di almeno il 5 entro il 2008-2012
    rispetto ai livelli del 90 un obiettivo troppo
    timido, visto che molte delle conseguenze
    previste in caso di riscaldamento del pianeta
    sono già in parte una realtà, e in ogni caso un
    obiettivo che rimane lontanissimo. In particolare
    lItalia, che si è impegnata a ridurre del 6,5
    entro il 2010 rispetto al 90 le emissioni di
    CO2, finora ha fatto assai poco per centrare
    lobiettivo, tanto che al 98 le nostre emissioni
    erano addirittura cresciute di oltre il 5. Un
    ritardo, oltretutto, doppiamente autolesionista,
    perché quasi tutte le misure utili ad abbattere
    le emissioni di CO2 servirebbero anche a
    combattere linquinamento atmosferico e a ridurre
    la dipendenza energetica del nostro Paese dal
    petrolio.
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