Voci maschili e femminili fra Salento centrale e Salento meridionale: problemi sincronici per un - PowerPoint PPT Presentation

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Voci maschili e femminili fra Salento centrale e Salento meridionale: problemi sincronici per un

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Voci maschili e femminili fra Salento centrale e Salento meridionale: problemi sincronici per un analisi diacronica. Luigia Garrapa Universit di Lecce – PowerPoint PPT presentation

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Title: Voci maschili e femminili fra Salento centrale e Salento meridionale: problemi sincronici per un


1
Voci maschili e femminili fra Salento centrale
e Salento meridionale problemi sincronici per
unanalisi diacronica.Luigia GarrapaUniversità
di Lecce
2
Fonetica sperimentale e studio delle
varietà dialettali Sebbene già dall inizio
del XX secolo si cominciassero ad avvertire i
limiti dell analisi uditiva, la dialettologia si
é a lungo basata sulla fonetica classica e dunque
ha fatto affidamento sull orecchio umano come
unico strumento di investigazione del
parlato. Solo a partire dagli anni 70 lo
sviluppo di numerose tecnologie informatiche ed
il continuo perfezionamento di hardware e
software hanno permesso di prendere gradualmente
le distanze dal vecchio metodo impressionistico
in favore del metodo acustico-descrittivo (per un
quadro generale cfr. Grimaldi 2003).Questo
metodo, sicuramente molto più scientifico, consta
essenzialmente di 3 fasi(1)    interazione
ricercatore ? parlanti(2)    interazione dati ?
strumenti di misurazione / tecniche di
analisi(3)    interazione teorie ? dati
empirici precedentemente elaborati.
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Recenti ricerche nel Salento Meridionale (SM)
hanno evidenziato una realtà linguistica molto
più eterogenea del previsto. La situazione si
presenta più o meno in questo modo (cfr. Grimaldi
2003)
  • Le /e/ e le /o/ toniche non sono delle vocali
    medie, eccezion fatta per Gallipoli, Alezio,
    Parabita ed Otranto, 4 località proprio al
    confine fra Salento Centrale (SC) e SM, nelle
    quali la media anteriore tende ad essere
    leggermente più chiusa della media posteriore
    vocalismo asimmetrico
  • La diffusione areale del dittongo metafonetico da
    E (/je/) si fa progressivamente più consistente
    man mano che si sale dallestremo SM (9 casi) e
    ci si avvicina al confine col SC (29 casi). In
    questultima zona i parlanti tendono a chiudere
    il secondo elemento del dittongo
  • in 19 delle 36 località indagate sono stati
    individuati dei processi metafonetici
    caratterizzati da uninsospettata microvariazione
    ed interessano in vario modo le vocali medie
    seguite quando sono seguite dalle vocali alte
    atone. Come esito abbiamo linnalzamento (non
    sempre sistematico) delle vocali medie. Questi
    processi possono essere così sintetizzati (cfr.
    Grimaldi 2003 57, 60-72)
  • Area (A) E?e per -/i/
  • Area (B) E, O?e, o per -/i/
  • Area (C) E?e per -/i/ O?o per -/i/ e
    -/u/
  • Area (D) E?e per -/i/ O?o per -/u/.

4
Quindi...
  • Linsospettata microvariazione del Salento
    centro-meridionale ci ha spinto ad approfondire
    le indagini anche nelle località limitrofe. Sono
    state condotte due inchieste a CUTROFIANO e
    COLLEPASSO.
  • L obiettivo della nostra ricerca è stato
    lanalisi del vocalismo tonico in sincronia ed in
    diacronia facendo particolare attenzione ai
    seguenti aspetti
  • verificare la qualità di /e/, /o/ tonici e non
    condizionati metafonicamente
  • riscontrare leventuale presenza dei processi
    metafonetici
  • verifiacare e quantificare la diffusione del
    dittongo metafonetico da E.
  • verificare lo stato attuale dellevoluzione delle
    vocali latine nel vocalismo siciliano

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I soggetti analizzati
  • 2 informatori per ciascun punto dinchiesta, uno
    di sesso maschile e laltro di sesso femminile,
    di età compresa fra i 50 e i 75 anni. Gli
    informatori sono nati nel relativo punto
    dinchiesta, da genitori originari del luogo, dal
    quale non si sono mai allontanati, e in famiglia
    e con gli amici parlano sia in italiano che in
    dialetto.
  • Nella scelta degli informatori si è tenuto conto
    di eventuali patologie o alterazioni degli organi
    fonatori che avrebbero potuto portarli a
    realizzare in modo non naturale vocali e
    consonanti.
  • Non é stato, invece, tenuto in considerazione il
    grado di istruzione degli informatori dal momento
    che lobiettivo principale della ricerca
    consisteva nella verifica del vocalismo tonico
    delle località indagate.

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Breve caratterizzazione dell areaIl vocalismo
di tipo gallipolino
  • vocali medie /e/, /o/ la media anteriore tende a
    realizzarsi come medio-alta E?, mentre la media
    posteriore si colloca su un livello di medietà
    timbrica, O (cfr. Grimaldi 2003 77, 225-226).
  • Esiti dittongati per i continuatori di E latina
    quando, in sillaba postonica o in fine di parola,
    sono seguiti dalle atone -/i/, -/u/, per lo più,
    in sillaba chiusa (cfr. Mancarella 1998 103 e
    Grimaldi 2003 4)
  • /'djEntHi/ denti
  • /'tjE33mpHu/ tempo, ecc.
  • Parziale metafonia nei continuatori di I, E, O, U
    latine, in presenza di -/i/ e più raramente di
    -/u/, per lo più in sillaba aperta e solo nei
    sostantivi, (cfr. Mancarella 1998 103 e Grimaldi
    2003 104)
  • /'mese/ mese /'misi/ mesi
  • /na'pote/ nipote /na'puti/ nipoti
  • /'pera/ pera /'piru/ pero, ecc.
  • Negli aggettivi e verbi i continuatori di I, E,
    O, U si risolvono sempre in /i/, /u/,
    indipendentemente dal contesto sillabico e
    dalleventuale contesto metafonetico (cfr.
    Mancarella 1998/103-104 e Grimaldi 2003 4)
  • 'kinu pieno 'kina piena
  • 'fridu freddo 'frida fredda
  • 'time egli teme ri'spundu io rispondo, ecc.

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I risultati della ricerca in SINCRONIA
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Figura 1 Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz
delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai
due informatori di sesso maschile. Ellissi sui
dati equiprobabili al 68,8 a sinistra ellissi
sui centroidi equiprobabili al 95 a destra
Figura 1 Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz
delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai
due informatori di sesso maschile. Ellissi sui
dati equiprobabili al 68,8 a sinistra ellissi
sui centroidi equiprobabili al 95 a destra
Figura 2 Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz
delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai
due informatori di sesso femminile. Ellissi sui
dati equiprobabili al 68,8 a sinistra ellissi
sui centroidi equiprobabili al 95 a destra.
Figura 2 Diagramma F1/F2 su scala lineare in Hz
delle aree di esistenza delle vocali prodotte dai
due informatori di sesso femminile. Ellissi sui
dati equiprobabili al 68,8 a sinistra ellissi
sui centroidi equiprobabili al 95 a destra.
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Vocalismo tonico con tendenza asimmetrica(cfr.
anche Tabelle 1-2)
  • Le vocali /e/, /o/ si attestano su valori medi
  • La media anteriore si realizza foneticamente come
    medio-alta E? mentre la media posteriore si
    colloca su un livello di medietà O.
  • La /a/ tende ad avere unaltezza maggiore sia
    rispetto al valore medio rilevato da Grimaldi
    2003 (704 72) sia rispetto ai valori
    tradizionalmente indicati in letteratura (cfr.
    anche Ferrero 1979, 1995, 1996 e Leoni-Maturi
    2003), per cui l'abbiamo indicata con a.

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Più in particolare ...
  • Le vocali femminili risultano più anteriori di
    quelle maschili, mentre queste ultime presentano
    una maggiore altezza timbrica, come già
    ampiamente documentato in letteratura (cfr.
    Tabelle 1-2 e Ferrero 1995 e 1996)
  • La tendenza asimmetrica che coinvolge lasse
    anteriore del sistema vocalico riconferma la
    situazione evidenziata da Grimaldi (2003) in
    prossimità del confine fra Salento Centrale e
    Salento Meridionale (cfr. Tabelle 1-2 e Figure
    1-2)
  • Probabilmente ciò è imputabile al fatto che in
    quest'area la vocale alta posteriore /u/ sembra
    essere abbastanza bassa per cui, essendo ridotto
    lo spazio fra /u/ ed /a/ (rispetto a quello fra
    /i/ ed /a/), la /o/ viene realizzata su frequenze
    più basse (cfr. Figure 1-2)
  • Per tutti e 4 gli informatori /i/ e /u/ si
    presentano più aperte rispetto ai valori
    presentati in letteratura (cfr. Grimaldi 2003,
    Ferrero 1979, 1995, 1996 e Leoni-Maturi 2003).
    Tuttavia bisogna precisare che si tratta dei dati
    forniti da soli 4 informatori, pertanto non
    possono considerarsi definitivi.

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I risultati della ricerca inDIACRONIA
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Il sistema gallipolino e i nostri dati
  • 2 casi di parziale condizionamento metafonetico
    nei continuatori di O in sillaba chiusa
  • /'sorge/ topo /'surgi/ topi
  • /'monte/ monte /'munti/ monti
  • 3 casi di parziale condizionamento metafonetico
    nei continuatori di U in sillaba chiusa
  • /ku'kombare/ cocomero verde /ku'kumbari/
    cocomeri verdi
  • /'vorpe/ volpe /'vurpi/
    volpi
  • /'vote/ botte /'vuti/
    botti
  • 1 caso di parziale condizionamento metafonetico
    nei continuatori di U (in letteratura
    generalmente ritenuti immuni da condizionamenti
    metafonetici).
  • /'politSe/ pulce /'pulitSi/ pulci.

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Gli esiti di I, E, O, U
  • Le vocali latine I, E, O, U non hanno
    sistematicamente prodotto gli esiti del voalismo
    siciliano /i/, /u/, ma, in più casi, hanno
    presentato gli esiti del vocalismo napoletano
    /e/, /o/ (cfr. Tabelle 5-6).
  • A differenza del vocalismo napoletano in cui è
    presente lopposizione fra vocali medio-alte e
    vocali medio-basse, nel nostro caso la natura
    fonetica delle /e/, derivate da I, E (che non
    sono passate in /i/) non differisce in modo
    significativo rispetto a quella di /e/ derivata
    da E , così come le caratteristiche fonetiche
    delle /o/ derivate da O, U (che non sono passate
    in /u/) non differiscono in modo significativo da
    quelle di /o/ derivata da O (cfr. Tabelle 7-8) .

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Si potrebbe quindi affermare che ...
  • siamo in presenza di un vocalismo siciliano che
    presenterebbe sullo sfondo tracce del vocalismo
    napoletano (o del vocalismo romanzo comune)
  • sembrerebbe una serie di cause a un certo punto
    abbiano impedito la completa evoluzione del
    vocalismo di queste località (da 7 a 5 vocali).
    Non a caso Parlangeli (1953) considerava
    questarea uno snodo importantissimo
    dellevoluzione che avrebbe portato alle varietà
    dialettali attuali (ci troviamo in quello che lui
    chiamava Baluardo Bizantino.

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e che
  • questo stato di cose antico porta con sè tracce
    di innovazioni successive giunte dal Salento
    Settentrionale (area caratterizzata da un sistema
    vocalico di compromesso fra le condizioni
    napoletane e quelle siciliane). Più nello
    specifico si tratta della presenza del dittongo
    metafonetico da E e delle alternanze
    metafonetiche .

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I dittonghi e le alternanze metafonetiche
  • Sono statri riscontrati 18 casi di
    condizionamento metafonetico
  • 5 per i continuatori di E ex.
    / 'mese/ mese, / 'misi/ mesi (
    cfr. anche Grimaldi 2003)
  • 8 per i continuatori di O ex.
    /ni 'pote/ nipote, /ni 'puti/ nipoti
  • 5 per i continuatori di U ex. /'notSe/
    noce, /'nutSi/ noci.
  • Non sussitono differenze significative fra i casi
    di /e/, /o/ derivati rispettivamente da I, E, ed
    O, U in cui compare alternanza metafonetica e
    quelli in cui non compare, ma, tutti questi
    fonemi possiedono le medesime caratteristiche
    timbriche delle vocali medie (cfr. Tabelle 9-12).
  • Sono stati riscontrati 26 casi di dittongo
    metafonetico di cui
  • 19 in sillaba chiusa ex.
    /'fjeru/ ferro
  • 7 in sillaba aperta ex.
    /'jeri/ ieri.
  • Si tratta, però, di dittonghi lessicalizzati
    giunti dallarea settentrionale (cfr. Grimaldi
    2003), dal momento che il secondo elemento del
    dittongo rispecchia le caratteristiche di medietà
    proprie della media anteriore derivata da E (cfr.
    Tabelle 3-4).

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Conclusioni
  • I parlanti di Cutrofiano e Collepasso hanno
    assimilato /e/ derivata da I, E, E ed /o/
    derivata da O, U, O ai fonemi medi del loro
    sistema vocalico, rispettivamente E? ed O .
  • La stessa caratteristica di medietà è presente il
    tutte le vocali, anche in quelle derivate I, I, E
    e da O, U, U che non si sono evolute in /i/, /u/
    così nel secondo elemento del dittongo derivato
    da E. Si potrebbe quindi ipotizzare che, per
    qualche motivo, il processo di fusione di I, I, E
    in /i/ e di O, U, U in /u/ ad un certo punto, e
    in una determinata area, sia stato bloccato, e
    che tutte le vocali del livello medio (sia
    sull asse anteriore che su quello posteriore)
    siano state omologate agli unici due fonemi
    esistenti nel sistema E ed O .
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