LA GESTIONE DEL MALATO CON DEMENZA ISTITUZIONALIZZATO Epidemiologia e clinica delle demenze - PowerPoint PPT Presentation

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LA GESTIONE DEL MALATO CON DEMENZA ISTITUZIONALIZZATO Epidemiologia e clinica delle demenze

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Title: LA GESTIONE DEL MALATO CON DEMENZA ISTITUZIONALIZZATO Epidemiologia e clinica delle demenze Author: Pfizer Pfizer Last modified by: a22 Created Date – PowerPoint PPT presentation

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Title: LA GESTIONE DEL MALATO CON DEMENZA ISTITUZIONALIZZATO Epidemiologia e clinica delle demenze


1
VIVERE
MEGLIO
PER
LA VITA
IMPARARE
COMUNICARE
AMARE
RICORDARE
PENSARE
SOGNARE
MEGLIO
FACILITARE
FORMARE
2
TECNICO DEI SERVIZI SOCIALI
  • approfondimento
  • di
  • CULTURA
  • MEDICO SANITARIA

3
  • Lassistenza ai malati
  • di Alzheimer in fase avanzata di malattia

4
Demenza e cure palliative
  • Approccio olistico ai bisogni del paziente e del
    caregiver
  • Assessment effettuato da un team
    multidisciplinare (geriatra, infermiere
    professionale, psicologo, assistente
    sociale,fisioterapista, terapista occupazionale,
    neurologo, psichiatra )
  • Metodologia intervento ad alto contenuto
    riabilitativo finalizzato ad individuare le
    abilità residue del pz. anche nelle fasi
    avanzate.
  • Presa in carico pz/caregiver lungo tutto il
    decorso della malattia (prognosi 10-15 aa)

5
Demenza e cure palliative
  • Difficoltà prognosi malattie degenerative con
    decorso lungo e a fasi alterne
  • Mancanza indicatori prognostici affidabili
  • Globale miglioramento della qualità delle cure
  • Difficoltà nella definizione di terminalità
  • Disabilità nella fase molto severa di malattia di
    complessa valutazione
  • Progressiva perdita della capacità decisionale e
    di autodeterminazione

6
La Demenza
  • La demenza consiste nella compromissione globale
    delle funzioni corticali superiori, tra cui la
    memoria, la capacità di far fronte ai problemi
    posti dalla vita di ogni giorno, di eseguire le
    prestazioni percettivo motorie acquisite in
    precedenza , di mantenere un comportamento
    sociale adeguato alle circostanze e di
    controllare le proprie reazioni emotive. Tutto
    ciò in assenza di grossolane compromissioni dello
    stato di vigilanza. La condizione è spesso
    irreversibile e progressiva.
  • (Royal College of Physicians , 1981)

7
La Demenza
  • Tasso incidenza annuale circa 1 gt65 aa
  • Tasso va dallo 0.2-0.8 nelle fasce di età fra
    65-69 aa fino al 3 nei soggetti con età gt80 aa

8
La Demenza
  • Malattia età correlata (age related)
  • che si manifesta in uno specifico range di
    età
  • più che
  • Malattia correlata allinvecchiamento
    (ageing-related) causata dal processo di
    invecchiamento in sé

9
La demenza
  • PREVALENZA
  • Popolazione ultra65enne 5
  • Popolazione ultra80enne 30-40
  • (Aumenta con letà e raddoppia ogni 5 aa.)

10
La Demenza
  • EPIDEMIOLOGIA
  • Incremento AD anche nei paesi in via di sviluppo
    (Wimo, 2003 - et altri)
  • Ridotta sopravvivenza mortalità a 2 aa
    triplicata dementi e AD vs non dementi
  • Incremento fascia età gt85enni dementi con
    importante comorbidità e disabilità

11
La Demenza
  • Prevalenza tipi di demenza

Malattia Alzheimer 50-60
Demenza vascolare 15-20
Demenza mista 8-10
Demenza Corpi Lewy 7-25
Demenza fronto temporale 2-9
12
La Demenza prevalenza tipi
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Criteri Diagnostici (DSM IV- Manuale
Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali
-American Psychiatric Association)
  • Presenza di deficit cognitivi multipli -
    compromissione mnesica
  • (deficit abilità ad apprendere
    nuove informazioni o a
  • richiamare Informazioni
    precedentemente apprese)
  • Uno (o più) dei seguenti deficit cognitivi
    - afasia (disturbi del linguaggio)
  • - aprassia
  • (incapacità ad eseguire attività
    motorie nonostante
  • lintegrità della comprensione
    e della motricità)
  • - agnosia
  • (incapacità a riconoscere o
    identificare oggetti in
  • assenza di deficit sensoriali)
  • - deficit pensiero astratto e delle
    capacità di critica
  • (pianificare, organizzare, fare
    ragionamenti astratti)

14
Criteri Diagnostici (DSM IV- Manuale
Diagnostico e Statistico delle Malattie Mentali
-American Psychiatric Association)
  • I deficit cognitivi descritti interferiscono
    significativamente nel lavoro, nelle attività
    sociali o nelle relazioni con gli altri, con un
    peggioramento significativo rispetto al
    precedente livello funzionale
  • I deficit non si manifestano esclusivamente
    durante un delirium

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Sintomi cognitivi e comportamentali nella AD
  • Sintomi cognitivi
  • Memoria
  • Disorientamento temporale e spaziale
  • Aprassia
  • Afasia, alessia, agrafia
  • Deficit ragionamento astratto, logica e giudizio
  • Acalculia
  • Agnosia
  • Deficit visuo-spaziali

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Sintomi cognitivi e comportamentali nella AD
  • Sintomi comportamentali
  • BPSD (Behavioral and Psychological Symptoms of
  • Dementia)- IPA Consensus Conference, 1996
  • Alterazioni della percezione, del contenuto
  • del pensiero, dellumore o del comportamento
  • che si osservano frequentemente nei pazienti
  • con demenza




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Sintomi non cognitivi (BPSD)
  • Deliri , misidentificazioni
  • Allucinazioni
  • Depressione
  • Ansia, paranoia
  • Aggressività
  • Vagabondaggio
  • Disturbi sonno
  • Disturbi comportamento alimentare
  • Inappropriati comportamenti sessuali

18
Diagnosi e Follow-up
  • Storia clinica (anamnesi cognitiva, funzionale
    e comportamentale, farmacologica )
  • Esame obiettivo generale e neurologico
  • Funzioni cognitive (MMS, MODA, Clock test,
    test neuropsicologici)
  • Stato funzionale (Barthel-ADL, IADL Lawton
    Brody, AADL)
  • Stadio malattia (CDR, GDS, etc)
  • Sintomi non cognitivi e depressione (NPI,
    Cornell Scale)
  • Comorbidità somatica (excess disability- IDS,
    CIRSS
  • Stress caregiver

19
FASE INIZIALE
  • Cognitivi deficit memoria per eventi recenti,
    disorientamento temporale,disorientamento
    topografico extrabitativo, mantenimento
    facciata, anomie
  • Comportamento consapevolezza malattia,
    depressione, ansia iniziale perdita meccanismi
    autocontrollo con irritabilità e disinibizione
    apatia, ritiro
  • Funzione deficit AADL, IADL (gestione denaro,
    farmaci) conservazione ADL abbandono hobby e
    interessi
  • Famiglia sottostima problema , negazione vs
    ansia diagnosi e terapia inizio della
    presa in carico formazione ed informazione su
    malattia, decorso , complicazioni possibilità
    terapeutiche e riabilitative indirizzare ai
    servizi dedicati supporto psicologico direttive
    fine vita.

20
FASE INIZIALE outcome di cura
  • Diagnosi precoce, riconoscimento sintomi iniziali
  • Trattamento sintomi cognitivi (AchE-I in AD)
  • Trattamento e gestione depressione reattiva
  • Trattamento patologie somatiche
  • Riabilitazione cognitiva
  • Sostegno autonomia decisionale e insight di
    malattia
  • Qualità relazioni familiari e sociali
  • Informazione e formazione caregiver
    (accettazione malattia , adeguamento dei
    comportamenti)
  • Assistenza sociale e legale
  • Servizi MMG, UVA, Nucleo Alzheiemr IDR, Centri
    Diagnosi

21
FASE INTERMEDIA
  • Cognitiva globale- moderata compromissione
    cognitiva (afasia, aprassia, amnesia, agnosia)
    iniziale compromissione motoria con impaccio e
    rallentamento
  • Comportamento progressiva perdita di insight
    aggressività, deliri , insonnia, problemi
    psicopatologici, saltuaria incontinenza urinaria
  • Funzione compromissione IADL, iniziale deficit
    ADL
  • Famiglia consapevolezza problema con
    necessità ambiente protetto con supervisione
    costante diurna e notturna continua la presa in
    carico e la formazione supporto psicologico

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FASE INTERMEDIAoutcome di cura
  • Trattamento sintomi cognitivi e comportamentali
  • Trattamento patologie somatiche concomitanti
  • Riabilitazione e mantenimento memoria procedurale
    e autonomia funzionale residua (terapia
    occupazionale)
  • Prevenzione excess disability (jatrogenesi,
    deprivazione sensoriale, eccessivo stress
    ambientale, comorbidità)
  • Educazione e sollievo caregiver (adattamenti
    ambientali e comportamentali, respite)
  • Servizi MMG, UVA, Servizi Assistenza
    Domiciliare Centri Diurni possibilità
    ricoveri sollievo (RSA,IDR) Servizi Sociali
  • e previdenziali (invalidità, accompagnamento)

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FASE SEVERA
  • Clinica globale e grave deterioramento
    cognitivo deficit deambulazione e passaggi
    posturali cadute frequenti
  • Comportamento deliri, allucinazioni, alterazioni
    ritmo sonno- veglia, disturbi condotta
    alimentare,malnutrizione,
  • Funzione grave compromissione IADL, importante
    deficit ADL
  • Famiglia necessità assistenza continuativa
    diurna e notturna elevato stress con
    orientamento per inserimento in RSA o NA RSA
    sostegno nelliter decisionale e nella
    elaborazione del lutto opzione di ricoveri di
    sollievo in IDR NA

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FASE SEVERAoutcome di cura
  • Prevenzione complicanze (cadute, incontinenza,
    immobilità, decubiti )
  • Sostegno alimentazione
  • Stimolazione sensoriale,
  • Sostegno mobilità (riabilitazione neuromotoria)
  • Trattamento complicanze somatiche (polmonite)
  • Educazione e sollievo caregiver (assistenza
    continuativa )
  • Servizi RSA, RSA- NA , ADI, MMG

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FASE TERMINALE
  • Clinica gravissimo deterioramento globale
    allettamento, acinesia, rigidità e anomalie
    posturali, decubiti complessi bisogni sanitari
    alimentazione, prevenzione e trattamento
    patologia immobilizzazione, idratazione
    possibile stato vegetativo.
  • Comportamento allettamento, dipendenza totale,
    mutacico, privo di capacità relazionale e
    reattività agli stimoli.
  • Funzione totale dipendenza nelle ADL
  • Famiglia necessità assistenza sanitaria (
    infermieristica e medica), difficoltà gestione
    domiciliare possibile ricorso a
    ospedalizzazione per eventi acuti intercorrenti
    inserimento RSA difficoltà alla delega
    assistenziale prosegue elaborazione del lutto
    decisioni etiche relative allaccanimento
    terapeutico
  • Servizi RSA , NA RSA, domicilio , MMG

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FASE AVANZATA complicanzemalnutrizione e
perdita di peso
  • Riduzione apporto alimentare
  • - difficoltà preparazione cibo
  • alterazioni appetito e gusto
  • alterazioni olfatto (AD)
  • disturbi comportamento rifiuto cibo,
    affacendamento, irritabilità ,
  • deficit attenzione, concentrazione, memoria e
    prassia
  • difficoltà masticazione (stato dentale)
  • disfagia (fase avanzata malattia)
  • Aumento consumo energetico
  • - aumento attività fisica (agitazione,
    wondering)
  • Alterazioni metaboliche
  • - aumento metabolismo basale

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FASE AVANZATA complicanze malnutrizione -
interventi
  • Abitudini alimentari pre-morbose preferenza per
    i dolci (JAGS 1990)
  • Condizioni ambientali favorevoli rispetto
    orari pasti e tempi personali
  • Modalità intervento caregiver (educazione
    alimentare , ansia )
  • Monitoraggio condotta alimentare e grado di
    autonomia funzionale AD (Eating Behaviour Scale
    )
  • Monitoraggio se disfagia per solidi e liquidi
    per rischi ab ingestiis
  • Assenza studi clinici controllati SNG e PEG
    non modifica durata, qualità vita nelle fasi
    avanzate (Finucane et altri, JAMA 1999 ) vs
    utilizzo temporaneo utile se disfagia e in
    assenza di cachessia (Portnoi et al JAMA,
    2000)
  • Personalizzazione intervento a livelli crescenti
    di complessità e condivisione programma con
    caregiver

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FASE AVANZATAcomplicanze cadute
  • alterazioni equilibrio e marcia , tono e forza
    muscolare
  • riduzione coordinazione e riflessi posturali ,
    altezza passo
  • alterazioni vista ed udito
  • deficit cognitivi agnosia, visuo- spaziali,
    giudizio critico
  • comorbidità diabete, m. cerebrovascolari,
    cardiopatie
  • farmaci BZP, neurolettici, triciclici
  • Istituzionalizzazione
  • definizione di pz. a rischio Scala Tinetti
    per equilibrio ed andatura
  • Piano individualizzato prevenzione a)
    paziente FKT, farmaci comorbidità
    (cardiopatie, osteoartrosi, problemi podologici),
    abbigliamento b) ambiente illuminazioni,
    ostacoli, altezza letto e sedie

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FASE AVANZATAcomplicanze ulcere da decubito
  • Fattori rischio intrinseci immobilità (anche
    solo per 24-36 h), malnutrizione, incontinenza,
    patologie debilitanti, assenza sensibilità
    tattile e dolorifica
  • Fattori rischio estrinseci compressione,
    stiramento, attrito
  • Definizione pz a rischio ( es. Scala Exton
    Smith, Norton)
  • Piano individualizzato corretto nursing
    mobilizzazione quotidiana alternanza decubito e
    presidi antidecubito
  • 4 stadi (Consensus Conference 1986)
  • 1) epidermide (eritema, edema, flittene,
    assenza ulcerazioni)
  • 2) epidermide e derma (ulcera superficiale)
  • 3) coinvolto anche cute e sottocute ( ulcera
    profonda)
  • 4) lesione a tutto spessore compreso muscolo
    e osso
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