PIANI DI PREVENZIONE E BONIFICA AMBIENTALE NELL - PowerPoint PPT Presentation

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PIANI DI PREVENZIONE E BONIFICA AMBIENTALE NELL

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piani di prevenzione e bonifica ambientale nell industria alimentare disinfezioni disinfestazioni derattizzazioni t.d.p. dr. salvatore romaniello – PowerPoint PPT presentation

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Title: PIANI DI PREVENZIONE E BONIFICA AMBIENTALE NELL


1
PIANI DI PREVENZIONE E BONIFICA
AMBIENTALENELLINDUSTRIA ALIMENTARE
  • DISINFEZIONI DISINFESTAZIONI
  • DERATTIZZAZIONI
  • T.D.P. Dr. Salvatore Romaniello

2
Perché pulire?
  • Una corretta pulizia (sanificazione) degli
    ambienti di lavorazione e degli impianti
    alimentari è un requisito imprescindibile
    nellottica della produzione di alimenti salubri,
    cioè consumabili in piena sicurezza, e durevoli,
    cioè idonei a rimanere sul mercato per il
    prescritto periodo di tempo di commercializzazione
    .

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SANIFICAZIONE
  • Tutti gli alimenti contengono batteri, i quali,
    in idonee condizioni, tendono a proliferare. Le
    materie prime che entrano nello stabilimento e si
    avviano lungo la linea di lavorazione si
    caratterizzano per cariche microbiche spesso
    elevate.
  • Questa contaminazione primitiva, delle materie
    prime e dei semilavorati utilizzati nelle
    industrie alimentari, è il bersaglio degli
    interventi tecnologici che caratterizzano i
    diversi tipi di lavorazioni al fine di ridurla ai
    livelli più bassi possibili o addirittura di
    eliminarla.

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  • Nello stabilimento alimentare il prodotto prima
    e dopo la lavorazione può subire un ulteriore
    apporto di microrganismi sotto forma di
    contaminazione secondaria. La contaminazione
    secondaria segue la dinamica
  • sorgente gt vettore primario gt focolaio gt
  • vettore secondario gt bersaglio
  • Assume particolare rilevanza la presenza
    allinterno dello stabilimento ed in particolare
    a livello di macchine e impianti, di focolai ove
    i microrganismi, comunque giunti, trovano
    condizioni ideali per una indisturbata
    proliferazione disponibilità di acqua, di
    sostanze nutritizie rappresentate dai residui del
    prodotto lavorato, eventuale protezione dagli
    effetti della pulizia.

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  • Progettare ambienti di lavorazione, protetti, il
    più possibile isolati dalle sorgenti di
    contaminazione esterna, privi di anfratti,
    realizzare macchine ed impianti lineari, sgombri
    da recessi e punti morti, facilmente smontabili
    per la pulizia, sono attività fondamentali che
    preesistono allavvio dello stabilimento.
  • Impedire giorno dopo giorno che si creino, in
    macchine ed ambienti, pericolosi focolai di
    contaminazione secondaria è compito prioritario
    dellazienda che produce.

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  • Con il termine sanificazione si intende una
    riduzione della contaminazione microbica fino a
    livelli compatibili con la salvaguardia della
    salute del consumatore e con la sicurezza del non
    deterioramento entro il tempo previsto di
    utilizzazione o consumo degli alimenti stessi.
  • Le attività di sanificazione comprendono tutti i
    procedimenti e le operazioni atte a rendere sani
    determinati ambienti ed attrezzature mediante le
    attività di detergenza e disinfezione

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  • La detersione ha lo scopo di
  • Staccare il sudiciume (residui dellattività
    lavorativa) dalla superficie
  • Mantenere in sospensione nel veicolo acquoso i
    medesimi residui, prevenendone la rideposizione
  • Allontanare il veicolo acquoso ed i residui in
    esso sospesi.
  • Lentità di deposito di sporco sulle superfici
    dipende dallequilibrio tra le forze di
    attrazione e repulsione che le particelle di
    sporco di diversa composizione chimica esercitano
    le une verso le altre, e tutte verso la
    superficie.

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  • Lacqua esercita unattività di rimozione dello
    sporco molto limitata, in essa sono solubili solo
    gli zuccheri e taluni sali, mentre insolubili o
    poco solubili sono grassi, proteine ed altri
    sali. Il risciacquo con la semplice acqua di
    ambienti ed impianti ha il compito meccanico di
    allontanare i residui grossolani non tenacemente
    adesi alle superfici. E da evitare unacqua a
    temperatura troppo alta (gt70C), in quanto
    causerebbe la coagulazione delle proteine,
    rendendone enormemente più difficile il
    successivo distacco ad opera dei detergenti.

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  • Il distacco dei residui adesi presuppone una
    modificazione delle loro molecole, in particolare
    un indebolimento dei legami chiave che
    conferiscono stabilità strutturale e che
    intervengono nelladesione alla superficie.
    Risultano quindi indispensabili
  • Lemulsionamento dei grassi ed oli, cioè la loro
    riduzione in particelle molto piccole che
    risultano così più facilmente degradabili o
    direttamente eliminabili in sospensione nel
    solvente acquoso
  • La saponificazione dei grassi ad opera di
    sostanze alcaline, secondo la reazione
  • grassosodio idratosapone glicerina
  • 3. La peptizzazione, ossia la trasformazione
    degli ammassi proteici solo parzialmente solubili
    in fini soluzioni colloidali, che restano
    facilmente in sospensione e vengono lavate via
    col solvente acquoso.

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  • Laggressione dei residui rende necessari
    linstaurazione dei fenomeni chimico-fisici
    citati. Pertanto, allo scopo, risulta utile una
    miscela di
  • Sostanze tensioattivanti (detergenti) dotati di
    capacità emulsionante, e capaci di modificare
    abbassandola la tensione superficiale
  • Sostanze alcaline forti o deboli in funzione
    della maggiore o minore tenacità dei residui
    grassi (saponificazione) e di quelli proteici
    (peptizzazione)
  • Sostanze sequestranti (chelanti),

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Alcune categorie di sporco
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  • Operazioni di lavaggio manuale di recipienti,
    serbatoi, caldaie e tubazioni precedentemente
    smontate, stanno cedendo il passo a moderne
    tecniche di lavaggio.
  • In particolare, la procedura chiamata C.I.P.
    (dalla terminologia anglosassone Cleaning in
    Place o anche Cleaning Integrated Process),
    consiste in un lavaggio a ciclo chiuso ed
    automatico, utilizzando soluzioni di lavaggio
    che, inviate sotto pressione nelle tubazioni e
    nei serbatoi, tolgono lo sporco in tal modo non
    è necessario alcuno smontaggio.

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  • In genere i lavaggi C.I.P. sono eseguiti con la
    seguente metodologia operativa
  • 1.      risciacquo con acqua della tubazione
    sporca di latte
  • 2.      passaggio di una soluzione di soda
    caustica alla concentrazione dell'1,5 (per
    saponificare i grassi ed allontanare la maggior
    parte possibile di sostanza organica presente)
  • 3.      risciacquo

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  • 4.      passaggio di soluzione di acido nitrico
    alla concentrazione dell'1,5 (per eliminare la
    cosiddetta pietra del latte, cioè i sali
    inorganici insolubili)
  • 5.      risciacquo
  • Talvolta seguono altre due fasi
  • 6.      passaggio di soluzione disinfettante o di
    acqua quasi bollente
  • 7.      risciacquo.

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  • Nei caseifici più moderni, la tendenza è quella
    di dotare di coperchi le caldaie polivalenti e
    quelle di produzione della ricotta, in modo da
    poterle pulire in C.I.P.
  • Le operazioni di sanificazione giornaliera,
    quando non sono realizzate attraverso il C.I.P.,
    sono svolte manualmente e talvolta possono
    richiedere lo smontaggio di alcune parti
    dell'impianto.
  • In ogni caso, anche quando la pulizia avviene in
    C.I.P., alcune macchine e attrezzature vengono
    sottoposte ad una prima pulizia grossolana,
    avente lo scopo di rimuovere eventuali coaguli di
    latte che potrebbero rimanere attaccati alle
    macchine da pulire. Questa pulizia preliminare è
    svolta manualmente con lausilio di lunghe
    spazzole e di idropulitrici a getto dacqua e
    vapore in pressione.
  •  

16
  • Impianto di pulizia C.I.P.
  • L'impianto è costituito essenzialmente da una o
    più pompe per la circolazione delle soluzioni
    detergenti, dai serbatoi dove esse sono
    contenute, dagli scambiatori termici dove esse
    vengono riscaldate e dalle linee di ritorno che
    vengono fatte seguire ad ogni linea di processo
    produttivo.
  • Ad esempio, ad una linea di flusso del processo
    produttivo, costituita da serbatoio - tubazione -
    caldaia, si fa seguire una tubazione dalla
    caldaia ritorni al serbatoio, in modo da
    realizzare un circuito chiuso continuo.
  • Il tutto è corredato di un sistema di controllo e
    comando automatico elettronico o computerizzato.

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  • Per supportare ed amplificare lazione chimica
    dei detergenti è necessario lintervento di
    energia meccanica, fornita da olio di gomito
    nel lavaggio manuale, dalla pressione di impatto
    nei lavaggi meccanici e dalla velocità di
    circolazione del liquido nei sistemi a circuito
    chiuso.
  • Un efficace sistema di detersione è
    lespressione di un equilibrio ottimale delle
    variabili della detersione
  • energia chimica,
  • energia termica,
  • tempo,
  • energia meccanica.

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  • La temperatura è quella che più favorevolmente
    influenza lefficienza della detersione ove
    tuttavia è necessario il suo contenimento, ad
    esempio nel lavaggio degli ambienti freddi (celle
    frigorifere), o nel lavaggio manuale, risulta
    utile recuperare la componente mancante di
    energia termica tramite un aumento della
    concentrazione del detergente e/o il ricorso a
    detergenti più aggressivi.

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  • La disinfezione persegue lobiettivo di
    inattivare le cellule vegetative, ma non
    necessariamente le spore, al fine di ridurre le
    possibilità di infezione, o in senso lato
    consentire che un oggetto o una superficie
    risultino idonei ad entrare in contatto con un
    alimento senza trasmettere ad esso agenti di
    infezione (come agenti di malattie da alimenti) o
    di deterioramento (intesi come agenti dello
    scadimento organolettico dellalimento).

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  • La disinfezione con mezzi fisici, in particolare
    quella che ricorre alluso del calore, in
    analogia con quanto avviene per la
    pastorizzazione degli alimenti, risulta
    applicabile con successo negli impianti a
    circuito chiuso, ove le perdite di energia
    termica sono limitate. Si considerano sufficienti
    combinazioni tempi/temperatura comprese tra 65C
    per 15 minuti e 82C per 1 minuto.
  • Le caratteristiche inattivanti dei disinfettanti
    chimici variano in considerazione del principio
    attivo utilizzato e della sua concentrazione, che
    generalmente viene indicata dalla casa
    produttrice.

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  • I principi attivi proposti allindustria
    alimentare sono
  • 1) alcuni tipi di surfattanti (cationici come i
    sali quaternari di ammonio, ed anfoteri)
  • 2) composti del cloro 3) composti dello iodio
    4) composti del perossido di idrogeno (acqua
    ossigenata) 5) le aldeidi (glutarica e formica)
    6) le biguanidi 7) i derivati fenolici.

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Disinfettanti Meccanismi d'azione Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Attività antimicrobica Indicazioni d'uso
Disinfettanti Meccanismi d'azione Gram Gram- Micobatteri Spore Miceti Virus Indicazioni d'uso
CLORO Inattiva le proteine enzimatiche Potabilizzazione acqua, disinfezione stoviglie, biancheria, superfici, gabinetti
IODIO Inattiva le proteine enzimatiche Disinfezione cute, strumenti, oggetti, superfici
ALCOLI Coagulano le proteine del protoplasma batterico 0 Disinfezione cute, termometri
ALDEIDI Determinano alchilazioni sui gruppi amminici, carbossilici, idrossilici e sulfidrilici delle proteine Come aldeide formica disinfezione ambientale terminale come aldeide glutarica oggetti di gomma, plastica
FENOLI Alterano la membrana cellulare, alevate concentrazioni coagulano le proteine del protoplsma batterico attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti attività variabile secondo i composti Disinfezione mani, oggetti, superfici
DETERGENTI CATIONICI (composti quaternari dell'ammonio) Alterano la membrana citoplasmatica, inattivano i sistemi enzimatici, denaturano le proteine del protoplasma batterico 0 0 Disinfezione cute
CLOREXIDINA Blocca le funzioni della membrana citoplasmatica batterica, favorisce la fuoriuscita di materiale cellulare inattiva le proteine enzimatiche 0 0 0 Disinfezione mani e cute integra
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PROGRAMMA DI PULIZIA E DISINFEZIONE
  • E necessario stabilire e pianificare un adeguato
    programma di pulizia e disinfezione in relazione
    alla tipologia dei locali, al tipo di alimento e
    rischio associato, quantità di prodotto lavorato,
    superfici a contatto, attrezzature, tipo di
    lavorazioni, ecc.-

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  • In una procedura di pulizia e disinfezione
    dovrebbero essere indicati
  • il responsabile delle pulizie e chi le effettua
  • individuazione degli elementi da pulire e/o
    disinfettare
  • quali sostanze detergenti e/o disinfettanti
    devono essere utilizzate e quali apparecchiature
    utilizzare
  • procedure specifiche di applicazione
  • modalità di distribuzione
  • tempi di contatto con le superfici
  • frequenza di trattamento
  • descrizione dei fattori di rischio e dei D.P.I.
    da utilizzare
  • come e chi effettua la verifica delle operazioni
    di pulizia.
  • La procedura dovrebbe essere sottoposta
    periodicamente a verifiche da parte del
    responsabile dellautocontrollo.

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  • FATTORI DI RISCHIO
  • Nella fase lavorativa della sanificazione, sono
    individuabili i seguenti fattori di rischio
  •  Manipolazione di sostanze chimiche pericolose
  • DESCRIZIONE
  • La preparazione e limpiego di soluzioni di soda
    caustica, acido fosforico, acido nitrico,
    ipoclorito di sodio ed altri prodotti nocivi,
    possono comportare gravi rischi per gli addetti.

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  • DANNO ATTESO
  • Il contatto con soda caustica può provocare gravi
    ustioni alla pelle e agli occhi per inalazione
    intensa irritazione del naso e della gola,
    broncopolmonite chimica ed edema polmonare per
    ingestione lesioni gravi con pericolo di morte.
  • Il contatto con ipoclorito di sodio può
    provocare gravi ustioni alla pelle e agli occhi
    per inalazione intensa irritazione del naso e
    della gola, broncopolmonite chimica ed edema
    polmonare per ingestione lesioni gravi con
    pericolo di morte. Lodore pungente del prodotto
    rende meno probabile il rischio di ingestione
    accidentale.
  • Il contatto con acido nitrico può provocare
    ustioni alla pelle e agli occhi per inalazione
    può provocare grave irritazione alle membrane e
    alle mucose per ingestione ustioni.
  • Il contatto con acido fosforico può provocare
    irritazione della pelle e degli occhi per
    inalazione irritazione delle membrane e delle
    mucose per ingestione moderatamente tossico.
  • Le parti del corpo maggiormente esposte al
    contatto con le suddette sostanze possono essere
    occhi, volto, mani, piedi.

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  • Utilizzo di attrezzature ad acqua calda o vapore
    in pressione
  • DESCRIZIONE
  • Per la pulizia di contenitori o parti di
    impianto, è frequente lutilizzo di idropulitrici
    manuali a getto di acqua calda e vapore, con
    possibilità di bagnarsi e di scottarsi. Si
    possono verificare rischi di investimento di
    schizzi di acqua calda, anche per fuoriuscire
    accidentali da rubinetti allentati e mal
    rimontati dopo la pulizia manuale.
  • DANNO ATTESO
  • Ustioni da acqua calda e vapore in pressione.

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  • Lavoro in postazioni sopraelevate
  • DESCRIZIONE
  • Talvolta è necessario smontare e rimontare parti
    di macchine ed impianti posti in altezza, per
    effettuare la loro pulizia, pertanto può esistere
    per gli addetti il rischio di cadute dallalto.
  • DANNO ATTESO
  • Lesioni traumatiche per cadute dallalto.

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  • Transito su pavimenti resi scivolosi
  • DESCRIZIONE
  • In tutti i reparti del caseificio, specialmente
    quelli di produzione, il pavimento tende
    costantemente a bagnarsi, determinando il rischio
    di cadute per scivolamento. A tale rischio
    contribuisce anche il quotidiano uso di soluzioni
    saponate utilizzate per la pulizia dei pavimenti
    e limpiego di idropulitrici a getto dacqua e
    vapore in pressione.
  • DANNO ATTESO
  • Lesioni traumatiche per cadute da scivolamento.

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  • Esposizione a microclima sfavorevole caldo -
    umido
  • DESCRIZIONE
  • Lutilizzo di idropulitrici manuali a getto di
    acqua calda e vapore, può comportare la
    determinazione di un microclima sfavorevole caldo
    - umido nell'ambiente di lavoro.
  • DANNO ATTESO
  • Disturbi da scomfort termico, riduzione della
    capacità lavorativa, stress psico fisico.

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  • Esposizione a rumore
  • DESCRIZIONE
  • In questa fase lavorativa il rumore dovuto
    essenzialmente a
  • -   impatto del getto d'acqua (o delle soluzioni
    utilizzate per la pulizia) sulle attrezzature e
    macchine in lavaggio.
  • -   utilizzo di idropulitrici manuali a getto
    d'acqua o vapore in pressione.
  • DANNO ATTESO
  • Lesposizione continuativa a livelli di rumore
    medio-alti, può essere causa di danni uditivi
    (ipoacusia da rumore) e di danni extrauditivi che
    si possono manifestare anche per esposizione ai
    livelli inferiori a quelli per i quali la
    normativa prescrive particolari misure
    preventive.
  • Oltre ai disturbi della comunicazione e della
    prestazione lavorativa, possono insorgere
    effetti cardiovascolari (aumento della pressione
    sanguigna, ecc) disturbi psichici (astenia,
    irritabilità, depressione, insonnia) disturbi a
    carico dellapparato digerente.

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  • Installazioni elettriche in locali soggetti a
    spruzzi d'acqua
  • DESCRIZIONE
  • L'utilizzo di idropulitrici a getto d'acqua e
    vapore in pressione durante la fase di pulizia
    delle apparecchiature, comporta il rischio di
    cortocircuiti e contatti indiretti con parti in
    tensione.
  • DANNO ATTESO
  • Elettrocuzione.

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DISINFESTAZIONI
  • Il controllo e la lotta agli infestanti delle
    derrate alimentari si basano su di un insieme di
    azioni che devono essere attuate congiuntamente
    per aumentare le probabilità di successo.
  • In base al ciclo di lavorazione occorre attuare
    opportune misure volte ad ostacolare lingresso e
    linsediamento di parassiti e animali in grado di
    contaminare gli alimenti, unitamente ad un
    programma di lotta che prevede il ricorso ad
    appropriati mezzi per la soppressione degli
    agenti infestanti già penetrati o in fase di
    penetrazione.

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  • Per tenere sottocontrollo gli infestanti è
    necessario prevedere interventi di
  • - prevenzione (stoccaggio derrate scostato dai
    muri e sollevate da terra, idoneo stoccaggio dei
    rifiuti, zanzariere, doppie porte a tenuta, lame
    d'aria, sifoni agli scarichi, sigillatura
    interstizi e fori di passaggio delle condotte dei
    servizi, eccetera)
  • - monitoraggio (conoscenza dei costumi di vita e
    del comportamento delle principali specie
    parassite, modalità di ricerca e strumenti
    utilizzabili per la verifica della presenza dei
    potenziali parassiti)

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  • lotta (in base ai risultati del monitoraggio si
    effettuano gli interventi di lotta, Le
    applicazioni con i formulati liquidi è opportuno
    siano realizzate con pompe a bassa pressione
    verificando attentamente la dispersione del
    formulato negli ambienti. I trattamenti mediante
    apparecchi termonebbiogeni od aerosolizzatori
    devono essere eseguiti solo dopo un attento esame
    dei flussi d'aria presenti nellambiente ove deve
    essere operata la disinfestazione.Deve sempre
    essere evitata la contaminazione di superfici che
    vengono in diretto contatto con gli alimenti. Se
    ciò avviene deve essere predisposta un idonea
    opera di bonifica. Quando è impossibile evitare
    il trattamento di macchinari che lavorano
    direttamente gli alimenti si dovranno impiegare
    solo estratti di piretro o piretroidi a veloce
    degradazione (ad es. d-phenotrin).

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Negli altri casi è bene privilegiare l'impiego di
formulati privi di solventi del tipo
microemulsioni acquose o le sospensioni
concentrate al posto delle tradizionali emulsioni
concentrate. I principi attivi solitamente
impiegati sono alfametrtina, deltametrina,
tetrametrina, piretrine naturali. I prodotti ad
elevata tensione di vapore (ad es. naled) è bene
siano utilizzati in piccole quantità e solo per
ottenere un iniziale effetto snidante (ad es. per
il controllo delle blatte). Le polveri
insetticide per quanto a volte utili per il
trattamento delle canalette di passaggio dei cavi
elettrici devono essere utilizzate con grande
attenzione dato il possibile successivo
spostamento della polvere stessa ad opera di
flussi d'aria, insetti, passaggio di macchine ed
operatori).
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  • E necessario utilizzare unesaustiva
    documentazione per evidenziare lattività di
    disinfestazioni, come per esempio
  • Pianta dellazienda pianta topografica delle
    aree coperte e scoperte ove sono riportate le
    postazioni permanenti e/o temporanee per il
    monitoraggio e contenimento delle infestazioni
  • Schede di monitoraggio hanno lo scopo di
    registrare la presenza degli infestanti,
    attraverso la loro compilazione è possibile
    valutare nel tempo landamento di eventuali
    infestazioni e gli effetti su di esse delle
    contromisure messe in atto

38
  • Schede di intervento servono ad individuare e
    documentare le misure dirette utilizzate per la
    riduzione degli infestanti nel caso di
    intervento con mezzi chimici, la scheda indica il
    giorno dellintervento, il principio attivo
    utilizzato, la formulazione del prodotto, la dose
    di impiego, lattrezzatura adoperata e le aree
    oggetto del trattamento,nel caso di ricorso a
    mezzi alternativi al mezzo chimico, è necessario
    registrare tutto ciò che può servire per
    identificare lintervento (numero di trappole,
    strisce adesive distribuite, ecc.)

39
  • Insetti che vivono lontano dal substrato
    alimentare e che vi si portano solo per
    alimentarsi.Blatte Blattella germanica, Blatta
    orientalis, Periplaneta americana, Supella
    longipalpa .Per il controllo delle blatte è
    essenziale la ricerca dei siti di annidamento e
    passaggio, considerare il possibile effetto di
    repellenza suscitato da alcuni formulati
    insetticidi, ricordarsi della presenza delle
    ooteche che non vengono devitalizzate dagli
    interventi insetticidi.

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  • Formiche Iridomyrmex humilis, Monomorium
    pharaonisPer il controllo delle formiche è
    essenziale l'individuazione del nido. Anche le
    formiche percepiscono la presenza dei normali
    formulati insetticidi (tipo E.C.) e modificano i
    percorsi cibo lt-gt nido. I formulati
    microincapsulati possono aiutare nel loro
    controllo perché le formiche operaie possono
    veicolarne piccole quantità all'interno del nido
    in prossimità della regina e delle larve in
    sviluppo.

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  • DITTERI BRACHICERI (MOSCHE) Musca domestica,
    Muscina stabulans, Fannia canicularis, Calliphora
    vicina ...
  • Il controllo delle mosche è un'operazione
    complessa, non sempre facile, che si basa su
  • predisposizione di barriere all'entrata
  • allontanamento e gestione attenta dei tutti i
    rifiuti e residui di lavorazione
  • installazione di lampade attrattive per la
    cattura degli adulti (con griglia elettrica o
    meglio con piastre collanti)
  • esecuzione di trattamenti abbattenti con
    rotazione dei principi attivi

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  • Insetti che vivono a stretto contatto con il
    substrato alimentare.
  • Tra quelli in grado di attaccare le granaglie
    distinguiamo quelli che attaccano i grani dal
    loro interno, tra questi
  • COLEOTTERI Sitophilus granarius, S. oryzae, S.
    zeamais, Rhizoperta domenica.
  • Adulto di S. oryzae
    Rhizoperta domenica
  • LEPIDOTTERI Sitotroga cerealella.
  • Tignola
    del grano

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  • da quelli che attaccano i grani dall'esterno
  • COLEOTTERI le varie specie di Tribolium,
    Tenebrioides mauritanicus

  • Struggigrano
  • LEPIDOTTERI Plodia interpunctella, Tinea
    granella ...
  • ed ancora quelli che attaccano i grani già
    alterati, rotti, ammuffiti (i detriti)
  • COLEOTTERI genere Cryptolestes e genere
    Oryzaephilus

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  • Insetti mangiatori di detriti organici
  • Psocotteri (Liposcelis divinatorius e il Trogium
    pulsatorium) , Lepisma, Thermobia,
  • Liposcelis

    Lepisma
  • Sono piccoli insetti che prediligendo luoghi
    umidi vivono in luoghi riparati del terreno,
    sotto le scorze di alberi, nelle abitazioni, tra
    le carte, nelle biblioteche, nelle imbottiture di
    mobili, nei magazzini di imballaggi di farine o
    paste alimentari. Si nutrono di detriti di
    origine animale e vegetale, oppure di muffe.

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  • A volte si verificano imponenti infestazioni in
    silos di cereali, risultando dannosi sia per le
    lesioni prodotte, sia per il trasporto di
    microrganismi patogeni e responsabili di
    dermatiti allergiche.La Thermobia domestica
    predilige ambienti più riscaldati cucine,
    ristoranti, forni di cottura è ricoperta di
    squame più scure ed antenne e cerchi più lunghi. 

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  • Acari Hanno colonizzato ogni habitat piante,
    terreno, esseri viventi, derrate immagazzinate e
    perfino gli ambienti domestici.Gli acari possono
    essere causa di reazioni allergiche di varia
    entità (rinite, asma, dermatiti). Spesso ci si
    accorge dell'insorgere di forti infestazioni
    allaggravarsi di tali reazioni allergiche. Ciò di
    solito coincide con la fine dell'estate e
    l'inizio dell'autunno si creano infatti le
    condizioni ottimali per lo sviluppo degli acari
    della polvere, cioè un'elevata umidità ambientale
    (U.R. 6090) ed una buona dose di caldo
    (20-250C). Inoltre ambienti caldoumidi possono
    incrementare la presenza di muffe e spore
    fungine base alimentare di alcuni acari
    Glicifagidi. Rappresentanti della famiglia degli
    Acaridi si possono reperire nella polvere, ma in
    misura limitata, prediligendo come habitat le
    derrate alimentari.

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  • Tyrophagus putrescentiae
  • Forse lacaro più dannoso per le derrate
    conservate, è cosmopolita e comunemente vive di
    micelio fungino. Frequentemente si trova
    associato a prodotti contenenti forti percentuali
    di grassi e proteine per questo motivo
    aggredisce semi di lino, polvere di uova,
    formaggio, prosciutto, copra, arachidi, banane e
    pasta dacciughe.La presenza di un gran numero
    di individui, escrementi e spoglie, determina
    odore sgradevole alle farine rendendole
    inutilizzabili. Le infestazioni provocano
    malattie, quali dermatiti.

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  • Vertrebrati
  • Ratti (Rattus rattus, Rattus norvegicus, Mus
    musculus, ecc.) I ratti, nel luogo in cui
    sostano inquinano pesantemente l'ambiente
    lasciando tracce di urina ed escrementi che
    possono provocare diverse malattie malattie, tra
    cui alcune veramente gravi. Inoltre distruggono i
    prodotti alimentari mangiando o semplicemente
    inquinando alimenti di tutti i tipi. L
    Organizzazione Mondiale della Sanità ha
    effettuato ampi studi che dimostrano come in
    tutto il mondo circa 33 milioni di tonnellate
    all'anno di alimenti vengano avariati dai topi.
    In un anno, un singolo topo è in grado di
    mangiare da 12 a 28 Kg di alimenti, contagiandone
    nel contempo almeno altri 150 Kg.

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  • Volatili Piccioni, stormi, colombi, corvi,
    gabbiani e passeri ormai sempre più presenti
    nelle aree urbane, costituiscono una seria
    minaccia non solo per edifici, monumenti,
    cornicioni ecc, ai quali causa danni permanenti,
    ma anche e soprattutto per la salute pubblica.
  • Attraverso i loro escrementi, questi volatili
    sono portatori di circa 60 malattie, alcune delle
    quali mortali, contagiose per l'uomo e per
    l'animale domestico, come la salmonella, la
    criptococcosi (infezione polmonare) la
    istoplasmosi (simile alla tubercolosi), la
    ornitosi (polmonite atipica). Inoltre sono anche
    portatori di pulci, zecche, acari, che spesso
    causano forti infestazioni all'interno di edifici
    ove sono posti i nidi, soprattutto all'interno
    dei sottotetti.

50
Bibliografia
  • L. Suss, D.P. Locatelli, I PARASSITI DELLE
    DERRATE Calderini Ed. Agricole
  • B. Casadei, G.L. Dalla Pozza, AMBIENTE URBANO E
    LOTTE ANTIPARASSITARIE Maggioli Editore
  • F. Ottaviani, LA SANIFICAZIONE NELLA INDUSTRIA
    ALIMENTARE. FONDAMENTI APPLICATIVI E DELLA
    VERIFICA Università degli Studi di Bologna
  • ARPA Toscana PROFILI DI RISCHIO NEI CASEIFICI
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