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TERAPIA DELLE EMERGENZE CARDIOLOGICHE NEL PAZIENTE ANZIANO SINDROME CORONARICA ACUTA: IMA ST SOPRALIVELLATO La terapia trombolitica trova indicazione nei pazienti con ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Nessun titolo diapositiva


1
TERAPIA DELLE EMERGENZE CARDIOLOGICHE NEL
PAZIENTE ANZIANO
2
EMERGENZE MEDICHE PIU FREQUENTI
  • Scompenso cardiaco
  • Sindrome coronarica acuta
  • Fibrillazione atriale

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SCOMPENSO CARDIACO EPIDEMIOLOGIA
  • la prevalenza dello scompenso cardiaco aumenta
    con letà, tanto che esso rappresenta il motivo
    più frequente di ricovero per i pazienti di età
    superiore a 65 anni in questa fascia di età,
    negli ultimi anni, il numero dei ricoveri per
    scompenso cardiaco è raddoppiato
  • in uno studio effettuato in Lombardia nel 1997 il
    70 dei pazienti ricoverati per scompenso
    cardiaco aveva più di 70 anni

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SCOMPENSO CARDIACO EPIDEMIOLOGIA
  • RICOVERI
  • nel 78 dei casi i pazienti con scompenso
    cardiaco vengono ricoverati nei reparti
    internistici, il rimanente 22 viene ricoverato
    in ambiente cardiologico (Studio OSCUR)
  • i pazienti con scompenso cardiaco ricoverati nei
    reparti di Medicina sono più anziani (età media
    79 anni vs 70 anni) e con maggiori comorbilità
  • 81 dei pazienti ricoeverati in reparto
    internistico ha età superiore a 70 anni (Studio
    OSCUR)

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SCOMPENSO CARDIACO eziopatogenesi
  • Negli anziani prevalgono leziologia ischemica ed
    ipertensiva una eziologia multipla è presente
    nel 22.8 rispetto al 10.2 dei soggetti con età
    lt70 anni
  • Lo scompenso cardiaco nellanziano è
    caratterizzato spesso dallassociazione con la
    fibrillazione atriale, la tachicardia
    ventricolare e la disfunzione renale
  • Al crescere delletà aumenta in modo
    statisticamente significativo la percentuale di
    pazienti di sesso femminile e di pazienti in
    classe funzionale NYHA avanzata

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SCOMPENSO CARDIACO eziopatogenesi
  • Le cause di instabilizzazionedello scompenso
    cardiaco nel paziente anziano sono
    prevalentemente infezioni polmonari, renali e
    iatrogene
  • Il deficit funzionale e cognitivo di questi
    pazienti condizionano una scarsa compliance
    farmacologica

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SCOMPENSO CARDIACO la valutazione diagnostica e
prognostica
  • I dati ANMCO hanno dimostrato un sottoutilizzo di
    procedure diagnostiche e terapeutiche nei
    pazienti ricoverati con scompenso cardiaco.
  • Stesso trend anche nei pazienti gestiti
    ambulatorialmente
  • Mortalità ad un anno nei pazienti
    ultrasettantenni ricoverati per scompenso
    cardiaco si aggira intorno al 22
  • Altri fattori predittivi di mortalità sono età,
    bassa pressione sistolica, classe NYHA avanzata

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SCOMPENSO CARDIACO comportamenti terapeutici
  • In Italia cè una significativa maggiore
    prescrizione di diuretici, nitrati,
    antiaggreganti, Calcio-antagonisti e minore di
    ACE-inibitori, beta-bloccanti ed anticoagulanti.
  • Cè inoltre tendenza a prescrivere gli
    ACE-inibitori a basse dosi.
  • Ciò è determinato dalle seguenti ragioni
  • diversa eziologia e fisiopatologia dello
    scompenso nellanziano
  • applicazione solo parziale dei risultati dei
    trial clinici
  • carenza di studi specifici condotti in pazienti
    di età avanzata

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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
relative al paziente anziano
  • Una ampia metaanalisi ha dimostrato che gli
    ACE-inibitori sono ugualmente efficaci nelle
    varie classi di età (lt55, 55-64, 65-75, gt75)
    determinando una riduzione della mortalità
    generale e cardiaca e un rallentamento nella
    progressione dello scompenso cardiaco
  • Nel RCT Copernicus il carvedilolo, somministrato
    in pazienti con scompenso cardiaco in fase di
    stabilità emodinamica, riduce la mortalità in
    modo sovrapponibile nelle classi di età sopra e
    sotto i 65 anni
  • Per gli antialdosteronici nel RALES il beneficio
    sulla morte per tutte le cause sembra simile per
    le classi di età sopra e sotto i 67 anni
  • Nel trial Val-Heft il beneficio del Valsartan
    sugli end-point combinati non differisce tra i
    pazienti sopra e sotto 65 anni

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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
  • ACE-INIBITORI
  • Outcomes valutati
  • Aumentano la sopravvivenza, riducono le
    ospedalizzazioni, migliorano la classe NYHA e
    la qualità della vita in tutti i gradi di
    scompenso cardiaco
  • (CONSENSUS SOLVD ATLAS Packer M et al, 1999
    Flather MD et al, 2000)
  • Meccanismi di azione
  • riduzione degli effetti dellangiotensina II,
    con vasodilatazione e ridistribuzione del
    circolo ed incremento del flusso coronarico
    aumentata secrezione di sodio e acqua libera
    normalizzazione della funzione
    barorecettoriale prevenzione del rimodellamento
    ventricolare

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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
CONTROINDICAZIONI ALLUSO DEGLI
ACE-INIBITORI Assolute edema
angioneurotico Relative insufficienza renale
(creatinina gt2.5 mg/dl) iperpotassiemia (K fino
a 5 mmol/l)
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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
  • BETA-BLOCCANTI
  • Outcomes valutati
  • aumentano la sopravvivenza riducono il numero di
    ricoveri migliorano la classe NYHA e la qualità
    della vita
  • (Studi USCP, CIBIS II, MERIT HF, COPERNICUS)
  • Meccanismo di azione
  • up-regolation dei beta-recettori, effetto
    protettivo diretto sulla tossicità miocardica
    delle catecolamine ridotta stimolazione dei
    sistemi ormonali vasocostrittori allungamento
    della fase diastolica e secondario aumento del
    flusso coronarico riduzione del rimodellamento
    ventricolare

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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
  • BETA-BLOCCANTI
  • CONTROINDICAZIONI ALLUSO DEI BETA-BLOCCANTI
  • Assolute
  • Broncopneumopatie croniche ostruttive
    moderate-severe
  • Relative
  • diabete mellito
  • arteriopatie periferiche (proscritto solo nelle
    fasi avanzate)
  • PRECAUZIONI PRIMA DELLUSO
  • stabilità clinica da almeno 4 settimane in
    assenza di disturbi della conduzione A-V o di
    disfunzione sinusale o di segni di congestione
  • POSOLOGIA
  • La dose ottimale è quella utile ad ottenere una
    frequenza cardiaca a riposo compresa tra 50 e 60
    bpm in assenza di effetti indesiderati
    consigliate basse dosi iniziali, con incrementi
    ad intervalli di almeno 15 giorni

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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
  • CARVEDILOLO
  • Lunico beta-bloccante attualmente approvato in
    Italia per il trattamento dello scompenso
    cardiaco è il carvedilolo lo studio Copernicus,
    interrotto precocemente per il raggiungimento
    della significatività statistica, ha dimostrato
    una riduzione del 35 della mortalità
    totale(p0.0014) e del 24 dellendpoint
    combinato mortalità ed ospedalizzazione
    (plt0.001) tale effetto è stato simile anche nel
    sottogruppo dei pazienti di età superiore a 65
    anni
  • Lo studio COMET ha dimostrato la superiorità del
    carvedilolo rispetto al metoprololo in termini di
    riduzione della mortalità

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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
  • ANTIALDOSTERONICI
  • Outcomes valutati
  • Lo spironolattone usato in pazienti con severo
    scompenso (classe III-IV NYHA) sembra migliorare
    la sopravvivenza, ridurre i ricoveri ospedalieri,
    migliorare la classe funzionale. (studio RALES,
    1999-
  • NB Limite dello studio Rales lo spironolattone
    veniva dato in combinazione con ACE-inibitori e
    betabloccanti solo nell11 dei pazienti)
  • Controindicazioni
  • Incremento della Kaliemia superiore a 6 mmol/l
  • Incremento della creatinina superiore a 4 mg/dl

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SCOMPENSO CARDIACO le evidenze terapeutiche
ANTAGONISTI DEI RECETTORI DELLANGIOTENSINA
II Non esistono al momento evidenze conclusive
sulle indicazioni alluso di tali farmaci nel
paziente geriatrico in particolare lo studio
Val-HeFT ha mostrato la superiorità del valsartan
nei confronti del placebo relativamente allend
point combinato mortalità-morbilità, ma è stato
segnalata una più alta mortalità nei pazienti in
cui il valsartan veniva utilizzato in
associazione a beta-bloccanti ed
ACE-inibitori. Nello studio CHARM-alternative i
pazienti, intolleranti agli ACE-inibitori e
trattati con candesartan e terapia standard per
lo scompenso cardiaco rispetto ai pazienti
trattati con sola terapia standard hanno mostrato
una riduzione del 23 del rischio di morte per
patologie cardiovascolari o del numero di
ospedalizzazioni Nello studio CHARM-added i
pazienti trattati con candesartan e ACE-inibitore
in associazione rispetto ai pazienti trattati con
ACE-inibitore e placebo hanno mostrato una
riduzione del 15 del rischio di morte per
patologie cardiovascolari o del numero di
ospedalizzazioni. (Lancet, 6 settembre 2003)
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SCOMPENSO CARDIACO la prevenzione
  • Fornire adeguati consigli su
  • abolizione del fumo di sigaretta
  • Dieta (incremento di frutta e verdura,
    sostituzione degli acidi grassi saturi con quelli
    insaturi)
  • Mantenimento del peso corporeo ideale perdita di
    peso in caso di obesità (BMIgt30 kg/m2)
  • Esercizio fisico regolare di intensità
    bassa-moderata per 3-5 volte la settimana

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SCOMPENSO CARDIACO Limiti degli studi clinici
attuali
  • I pazienti arruolati nei trial clinici hanno
    caratteristiche demografiche diverse dai
    pazienti della comunità affetti da scompenso
    cardiaco, in particolare hanno una età media
    inferiore, non hanno comorbidità (questo
    rappresenta uno dei criteri di esclusione), hanno
    una alta compliance terapeutica
  • Le conclusioni degli studi clinici sono riferite
    nella maggioranza dei casi alla classe di età
    oltre 65 anni senza ulteriori distinzioni
  • Sono attualmente in corso studi mirati al
    paziente anziano (CHARM, SENIORS) da cui ci si
    aspettano risultati maggiormente affidabili

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SCOMPENSO CARDIACO Classificazione NYHA
Classe I nessuna limitazione della attività
fisica Classe II lieve limitazione
dellattività fisica benessere a riposo, ma
lattività fisica abituale provoca affaticamento,
dispnea, palpitazioni, angina Classe III grave
limitazione dellattività fisica benessere a
riposo ma attività fisiche di entità inferiore a
quelle abituali provocano sintomi Classe IV
incapacità a svolgere qualsiasi attività senza
disturbi. Sintomi di scompenso sono presenti
anche a riposo, con aumento dei disturbi ad ogni
minima attività
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FIBRILLAZIONE ATRIALEepidemiologia
  • Il rischio di fibrillazione atriale (FA) aumenta
    con letà e con la presenza di cardiopatia
  • La prevalenza della FA passa da 0.5 nella
    decade di età compresa tra 50 e 59 anni al 9
    nella decade tra 80 e 89 anni
  • Gli uomini hanno (a parità di età) un rischio 1.5
    volte maggiore di sviluppare FA rispetto alle
    donne
  • Paradossalmente, nonostante laumentata
    prevalenza di questo problema nellanziano, le
    evidenze derivate dalla letteratura sul paziente
    geriatrico sono estremamente limitate!

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FIBRILLAZIONE ATRIALE ACUTA (insorgenza lt48 ore)
Nel pz con FA recidivante a. Cardioversione
farmacologica o elettrica oppure b. Controllo
della frequenza cardiaca e anticoagulazione
a.Nel pz emodinamicamente stabile cardioversione
farmacologica o elettrica b. Nel pz
emodinamicamente instabile cardioversione
elettrica
22
FIBRILLAZIONE ATRIALE di datazione incerta
Controllo della FC e anticoagulazione per 3-4
settimane
Esecuzione di ecocardiogramma transesofageo e in
assenza di trombi endocavitari tentativo di
ripristino del ritmo sinusale, elettrico e
farmacologico, immediato
Dopo 3-4 settimane tentativo di ripristino del
ritmo sinusale farmacologico o elettrico
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FIBRILLAZIONE ATRIALE ripristino del ritmo
sinusale
  • Circa il 50 dei pazienti che si presentano con
    FA di nuova insorgenza si convertono
    spontaneamente a ritmo sinusale in 24 ore
  • La probabilità di ripristinare il ritmo sinusale
    è inversamente proporzionale alla durata della
    fibrillazione atriale
  • La cardioversione farmacologica precoce ha una
    più alta percentuale di successo rispetto a
    quella ritardata

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FIBRILLAZIONE ATRIALE ripristino del ritmo
sinusale
  • PROPAFENONE
  • Antiaritmico di classe IC, funziona bloccando i
    canali del sodio
  • Utile nella cardioversione della FA parossistica
  • Non indicato in caso di cardiopatia ischemica e
    scompenso cardiaco

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FIBRILLAZIONE ATRIALE ripristino del ritmo
sinusale
  • AMIODARONE
  • Farmaco antiaritmico (classe III) agisce
    bloccando i canali del potassio, sodio e calcio
  • Somministrato e.v. nelle prime 48 ore
    dallesordio della FA migliora la percentuale di
    cardioversione somministrato per os nel lungo
    periodo può cardiovertire un numero significativo
    di pazienti, anche con FA persistente se
    somministrato prima della cardioversione
    elettrica sembra aumentarne la percentuale di
    successo
  • Farmaco di scelta in caso di coesistenza di
    cardiopatia e nel paziente post-infartuato o con
    scompenso ventricolare sinistro
  • Ha numerosi effetti collaterali legati alle dosi
    cumulative tra cui prolungamento del QT e
    aumentato rischio di torsione di punta,
    distiroidismo, tossicità polmonare idiosincrasica

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FIBRILLAZIONE ATRIALE ripristino del ritmo
sinusale
  • FLECAINIDE
  • Efficace nel cardiovertire la FA di nuova
    insorgenza, in particolare nella FA parossistica
    preceduta da bradicardia
  • Numerosi studi hanno dimostrato la sua
    superiorità rispetto al propafenone, al sotalolo
    e allamiodarone questi studi hanno il limite di
    essere stati interrotti precocemente (tra la
    prima e lottava ora)
  • Il trial CAST ha sollevato molti dubbi
    sullindicazione in pazienti anziani ed in quelli
    con cardiopatia ischemica o disfunzione
    ventricolare sinistra

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FIBRILLAZIONE ATRIALE controllo della frequenza
cardiaca
  • DIGOSSINA
  • Agisce limitando la conduzione attraverso il nodo
    atrioventricolare a riposo ma non controlla in
    modo completo la FC durante i periodi di alto
    drive adrenergico (ad esempio durante esercizio
    fisico)
  • Sembra avere un effetto proaritmico per cui non è
    efficace nella fibrillazione atriale parossistica
    che può addirittura promuovere
  • Non funziona come farmaco antiaritmico
  • Nella FA acuta viene spesso somministrato ev ma
    il suo effetto è spesso ritardato
  • Dal momento che può essere associato con
    sicurezza ai beta-bloccanti e ai
    calcio-antagonisti rappresenta uno dei farmaci di
    scelta quando si ha lo scopo di controllare la FC
    nel lungo termine
  • Può essere utilizzata nei pazienti con
    disfunzione ventricolare sinistra

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FIBRILLAZIONE ATRIALE controllo della frequenza
cardiaca
  • BETA-BLOCCANTI
  • Funzionano antagonizzando leffetto delle
    catecolamine
  • Non vi è evidenza che funzionino come
    antiaritmici
  • Possono essere associati alla digossina
  • Possono essere usati come terapia di prima linea
    nei pazienti con FA acuta e cronica, cardiopatia
    ischemica, disfunzione ventricolare sinistra
    stabile, ipertensione arteriosa
  • Controindicati nei pazienti con broncospasmo

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FIBRILLAZIONE ATRIALE controllo della frequenza
cardiaca
  • CALCIO-ANTAGONISTI (verapamil)
  • Trovano indicazione sia nella FA acuta che
    cronica, soprattutto nei pazienti in cui sono
    controindicati i beta-bloccanti
  • Determinano rapido controllo della frequenza
    cardiaca
  • Non funzionano come agenti antiaritmici

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FIBRILLAZIONE ATRIALE prevenzione della
tromboembolia
  • Una recente metaanalisi ha mostrato che nei
    pazienti con FA la profilassi anticoagulante
    riduce il rischio di stroke del 62 contro il 22
    della profilassi antiaggregante con aspirina
  • In questa meta-analisi i pazienti con età
    superiore a 75 anni sono scarsamente
    rappresentati
  • Lo studio BAFTA in corso fornirà risultati
    originali confrontando il warfarin con laspirina
    nei pazienti di età superiore a 75 anni

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FIBRILLAZIONE ATRIALE prevenzione della
tromboembolia
  • CRITERI SULLA BASE DEI QUALI DECIDERE SE
    ANTICOAGULARE IL PAZIENTE
  • Classificare i pazienti nelle seguenti tre
    classi alto, intermedio, basso rischio di stroke
  • Pazienti ad alto rischio precedente TIA o
    accidente cerebrovascolare, età superiore a 75
    anni e diabete e/o ipertensione, evidenza di
    valvulopatia, scompenso cardiaco, distiroidismo e
    disfunzione ventricolare sinistra all
    ecocardiografia
  • Pazienti a rischio intermedio tutti i pazienti
    sopra i 65 anni che non siano stati identificati
    come ad alto rischio
  • Pazienti a basso rischio tutti i pazienti con
    età inferiore a 65 anni con anamnesi negativa per
    embolia, ipertensione, cardiopatia ischemica,
    arteriopatia obliterativa periferica
  • Somministrare anticoagulante solo nei pazienti ad
    alto rischio nei pazienti a rischio intermedio
    scegliere tra aspirina e warfarin sulla base del
    singolo caso nei pazienti a basso rischio
    scegliere lantiaggregante (aspirina)

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FIBRILLAZIONE ATRIALE prevenzione della
tromboembolia
Monitoraggio della terapia Per i pazienti con
età superiore a 75 anni si consiglia di mantenere
il valore di INR intorno a 2 questo target di
INR sembra essere un ragionevole compromesso tra
il rischio di sanguinamento e lefficacia della
tromboprofilassi. Kamath S, Gregory YH. Atrial
fibrillation in the elderly anticoagulation
strategies and indication in the very elderly. Am
J Geriatric Cardiology, 2002.
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SINDROME CORONARICA ACUTA IMA ST SOPRALIVELLATO
Le linee guida dellAmerican Heart Association e
dellAmerican College of Cardiology hanno
modificato lindicazione alla terapia
trombolitica estendendola ai pazienti di età
maggiore di 75 anni (raccomandazione di classe II
a) (peso dellevidenza/opinione in favore
dellutilità/efficacia)
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SINDROME CORONARICA ACUTA IMA ST SOPRALIVELLATO
  • La terapia trombolitica trova indicazione nei
    pazienti con sintomi suggestivi per ischemia
    miocardica presenti da più di 30 minuti ma
    esorditi da 6-12 ore e che presentano allECG un
    sopralivellamento del tratto ST maggiore o uguale
    a 1 mm in almeno due derivazioni consecutive o un
    blocco di branca sinistro di nuova insorgenza
  • Negli anziani il farmaco da preferire è la
    streptokinase (1.5 U ev in più di unora)
    rispetto allrt-PA
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