Dante Alighieri - PowerPoint PPT Presentation

1 / 45
About This Presentation
Title:

Dante Alighieri

Description:

Dante Alighieri Eugenio Montale Lo sguardo della donna-guida Prof. Gloriana Orlando Il titolo Satura riprende una precedente pubblicazione di poesie di Montale ... – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:704
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 46
Provided by: glori49
Category:

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: Dante Alighieri


1
  • Dante Alighieri
  • Eugenio Montale
  • Lo sguardo della donna-guida

Prof. Gloriana Orlando
2
Lo sguardo di Beatrice
3
I son Beatrice che ti faccio andare vengo del
loco ove tornar disio amor mi mosse che mi fa
parlare. (Inferno, II,
70-72)
4
Io era tra color che son sospesi, e
donna mi chiamò beata e bella, tal che di
comandare io la richiesi.
Lucean gli occhi suoi più che la stella

(Inferno II, 52-55)
Questa è la presentazione di Beatrice, beata e
bella bastano due aggettivi per riassumere le
sue qualità essenziali. Ma quello che colpisce
Virgilio è la lucentezza degli occhi che, da
questo momento in poi saranno la caratteristica
principale di Beatrice.
Poscia che mebbe ragionato questo li occhi
lucenti lagrimando volse,
(II, 115-116)
5
Quando Dante raggiunge il paradiso terrestre,
dopo che Virgilio ha esaurito il suo compito,
incontra Beatrice e, senza averla ancora veduta,
perché è velata, riconosce i segni de lantica
fiamma. Il primo atto che Beatrice compie è
rivolgere gli occhi verso Dante.


Vidi la donna che mappario

velata sotto langelica festa

drizzar li occhi ver me di qua dal rio.

(Purgat.
XXX, 64-66)
Beatrice svolgeva quando era in vita la funzione
di guida per questo, dopo la sua morte Dante, si
è allontanato dalla retta via
Alcun tempo il sostenni col mio
volto mostrando
li occhi giovanetti a lui,
meco il menava in dritta parte volto

(XXX, 121-123)
6
Mille disiri più che fiamma caldi strinsermi gli
occhi a li occhi rilucenti
(XXXI vv. 118-19)
Tanteran gli occhi miei fissi e attenti a
disbramarsi la decenne sete, che li altri sensi
meran tutti spenti.
( XXXII, 1-3)
Così Beatrice e io, che tutto ai piedi di suoi
comandamenti era divoto, la mente e li occhi
ovella volle diedi.
(XXXII, 106-108)
Dante rivolge la mente e gli occhi dove vuole
Beatrice. Gli occhi di Beatrice assumono la
funzione di specchi teologici della verità.
7
Merrenti a li occhi suoi ma nel giocondo lume
chè dentro aguzzeranno i tuoi le tre di là, che
miran più profondo.
( Purgatorio, XXXI, 109-111)
Ti guideremo agli occhi di Beatrice ma le tre
donne (le tre virtù teologali), che sono di là
dal carro e sanno vedere più in profondità,
adatteranno i tuoi alla luce beata che cè nei
suoi.
Gli occhi di Dante hanno bisogno dellintervento
delle tre donne per essere in grado di affrontare
lo sguardo di Beatrice perché il suo sguardo
offuscato dal ricordo del peccato non avrebbe
avuto la forza di sostenere la bellezza di
Beatrice aumentata a dismisura.
8
La donna-guida di Eugenio Montale
9
  • Il dantismo di Montale
  • Montale riprende da Dante non solo aspetti
    linguistici e formali ma anche la struttura
    dellallegoria
  • Dante
  • aveva reso la propria vicenda personale
    paradigmatica, universale
  • aveva fatto ricorso ai temi e ai miti della
    cultura pagana allegoricamente, trasponendoli
    allinterno di quella cristiana
  • Montale compie unoperazione simile
  • trasferisce su un piano di astrattezza
    metafisica e di universalità la propria vicenda
    biografica e storica
  • ripropone una figura di mediazione rispetto alla
    Divinità e al Valore (donna-angelo)
  • utilizza termini e concetti della religione
    cristiana allinterno di una nuova cultura tutta
    laica e di una nuova religione, quella delle
    lettere

10
Lincontro ravvicinato con Dante avviene nelle
Occasioni (1939)
Ma in realtà, fin dalla prima lirica di Ossi di
seppia (1925) incontriamo una figura
evanescente, assolutamente indeterminata che però
possiede già potenzialità salvifiche il
fantasma che ti salva (In limine)
11
In limineGodi se il vento ch'entra nel
pomariovi rimena l'ondata della vitaqui dove
affonda un mortoviluppo di memorie,orto non
era, ma reliquiario. Il frullo che tu senti non
è un volo,ma il commuoversi dell'eterno
grembovedi che si trasforma questo lembodi
terra solitario in un crogiuolo.Un rovello è di
qua dall'erto muro.Se procedi t'imbattitu forse
nel fantasma che ti salvasi compongono qui le
storie, gli attiscancellati pel giuoco del
futuro.
Cerca una maglia rotta nella reteche ci
stringe, tu balza fuori, fuggi!Va, per te l'ho
pregato,- ora la sete mi sarà lieve, meno acre
la ruggine
12
Il canneto rispunta i suoi cimelli (Ossi di
seppia)
Il canneto rispunta i suoi cimelli nella
serenità che non si ragna lorto assetato sporge
irti ramelli oltre i chiusi ripar, allafa
stagna. Sale unora dattesa in cielo,
vacua, dal mare che singrigia. Un albero di
nuvole sullacqua cresce, poi crolla come di
cinigia. Assente, come manchi in questa
plaga che ti presente e senza te consuma sei
lontana e però tutto divaga dal suo solco,
dirupa, spare in bruma.
Già nella prima raccolta Ossi di seppia (1925)
notiamo una presenza femminile che però è ancora
vaga ed indeterminata anche se svolge già
unimportante funzione di guida.
13
  • Il canneto rispunta i suoi cimelli
  • nella serenità che non si ragna
  • lorto assetato sporge irti ramelli
  • oltre i chiusi ripar, allafa stagna.
  • Come in quasi tutti gli Ossi di seppia, anche
    qui è presente il paesaggio marino, ma è un
    paesaggio dominato dallarsura, dallassenza
    della linfa vitale, si veda lorto assetato, gli
    irti ramelli e lafa stagna.

Luigi Masin Canneto in valle
14
  • Sale unora dattesa in cielo, vacua,
  • dal mare che singrigia.
  • Un albero di nuvole sullacqua
  • cresce, poi crolla come di cinigia.
  • Cè un clima di attesa, che però sembra
    destinata ad essere delusa le nuvole formano
    come un albero sul mare ma poi crollano. Vediamo,
    quindi, che il tema centrale è quello
    dellassenza, assenza della donna, la cui figura
    è assimilata allidea dellacqua, della linfa
    rigeneratrice.

15
Assente, come manchi in questa plaga che ti
presente e senza te consumasei lontana e però
tutto divagadal suo solco, dirupa, spare in
bruma.
  • La donna è una figura indefinita ma ha già un
    preciso ruolo di guida perché senza di lei il
    poeta non possiede le coordinate per muoversi
    nella realtà e tutto intorno a lui crolla, come
    lalbero di nuvole sul mare, e viene avvolto
    nella nebbia.

16
Il tema del dialogo con la donna assente è, da un
lato, espressione del senso di isolamento
esistenziale che tormenta il poeta ma,
dallaltro, può anche rimandare allisolamento
culturale e politico in cui vive lintellettuale
negli anni della dittatura fascista.
17
Il poeta la invoca come unica luce, spirituale,
in un mondo dominato dallirrazionalità e
dallinsensatezza.
Nella seconda raccolta, Le occasioni (1939),
compare una figura femminile, un essere umano e
angelicale al tempo stesso, che non ha ancora un
nome, (il senhal Clizia comparirà soltanto nella
Bufera) in cui si riconosce una chiara
derivazione stilnovistica.
Nelle Occasioni (come anche in molte liriche
della Bufera) Clizia assume i tratti di una
figura salvifica, le sue apparizioni sono
accompagnate da bagliori, una forte luminosità
promana dai suoi occhi, queste epifanie
coincidono con la riaffermazione del Valore,
dellimportanza della cultura europea.
18
SCHEDA INFORMATIVA
Il nome di Clizia compare solo ne La Bufera e
altro (precisamente nella poesia La primavera
hitleriana). Il personaggio è derivato dalle
Metamorfosi di Ovidio, in cui Clizia è lamante
del Sole, il dio Apollo, protettore della
cultura. Il suo simbolo è il girasole che si
volge sempre verso il sole, cioè verso quel
valore supremo della cultura che caratterizza
lumanesimo fiorentino degli anni Trenta e la
stessa ideologia montaliana. Per questo Clizia è
una nuova Beatrice, lannunciatrice di un nuovo
valore e di una nuova religione quella delle
lettere.
19
  • Il nome è un "senhal" derivato da un sonetto
    dantesco (di dubbia paternità) di corrispondenza
    con Giovanni Quirini ove l'autore, dichiarando il
    suo amore per una "donna dispietata e
    disdegnosa", si paragona a Clizia, ovvero a
    "quella ch'a veder lo sol si gira / e 'l non
    mutato amor mutata serba".
  • Simbolo di una strenua dedizione d'amore,
    Montale chiama con questo nome, secondo il
    modello del rapporto amoroso tradizionale (Dante
    e Beatrice, Petrarca e Laura), Irma Brandeis,
    un'ebrea americana, studiosa di Dante e dei
    mistici medievali, conosciuta al Vieussieux di
    Firenze nella primavera del 1933.
  • Il poeta provò per lei una grande comunione
    spirituale e sentimentale, almeno fino al 1938,
    allorché le leggi razziali la costrinsero a
    tornare negli U.S.A.
  • Montale ne fa immagine e simbolo di Dio (per il
    fatto di poter tenere gli occhi fissi al sole)
    tant'è che, pur vivendo lontana dal poeta, di
    quando in quando gli si rivela, fino a diventare
    "Cristofora" oppure "Visiting Angel",
    donna-angelo che si manifesta attraverso elementi
    riferentisi alla sua fisionomia ad esempio la
    frangia dei capelli (allusione alla piuma), l'ala.

20
Ma le apparizioni di Clizia hanno un carattere
occasionale (da cui deriva il titolo della
raccolta). In sua assenza il poeta si sente
smarrito, insignificante pedina sulla scacchiera.
Lopera si chiude con il preannuncio della
tragedia della guerra, che però sembra ancora
lontana, fuori dalla stanza dove il poeta,
protetto dagli occhi dacciaio della donna, può
giocare con lei unallegorica partita a scacchi.
21
Lelemento fondamentale dello sguardo (tema
chiave della lirica già a partire dai Siciliani)
ci rimanda agli occhi di Beatrice. Facendo
un raffronto tra i versi 64-72 del primo canto
del Paradiso e la strofa finale di Nuove
stanze, notiamo interessanti punti di contatto.
22
Paradiso (I, vv. 64-72) Beatrice tutta ne
letterne rote fissa con li occhi stava e io in
lei le luci fissi, di lassù rimote. Nel suo
aspetto tal dentro mi fei, qual si fè Glauco nel
gustar de lerba che l fè consorto in mar de li
altri dei. Trasumanar significar per
verba non si poria però lessemplo basti a cui
speranza grazia serba.
Dante Alighieri
Nuove stanze, Le occasioni Oggi so ciò che
vuoi batte il suo fioco tocco la Martinella ed
impaura le sagome davorio in una luce spettrale
di nevaio. Ma resiste e vince il premio della
solitaria veglia chi può con te allo specchio
ustorio che acceca le pedine opporre i tuoi
occhi dacciaio. Eugenio Montale
23
Beatrice Feo
24
  • Beatrice tutta ne letterne rote
  • fissa con li occhi stava e io in lei
  • le luci fissi, di lassù rimote.
  • Beatrice sta fissa con gli occhi nei
    cieli e Dante a sua volta fissa il suo sguardo
    (le luci di lassù rimote) in lei. È
    particolarmente interessante luso del termine
    luci.

Anche se Dante si trova ancora nel paradiso
terrestre e continua a conservare la sue
caratteristiche umane, i suoi occhi si sono già
trasformati in luci (come quelli delle anime
beate che irradiano una luce che tutte le
avvolge) e possono fissare il sole molto più a
lungo di qualunque uomo.
25
.
Nel suo aspetto tal dentro mi fei, qual si fè
Glauco nel gustar de lerba che l fè consorto in
mar de li altri dei.
Trasumanar significar per verba non si poria
però lessemplo basti a cui speranza grazia
serba.
  • Ma è attraverso lo sguardo di Beatrice che
    egli si sente trasformare dentro e comincia a
    trasumanare, fino a liberarsi da ogni elemento
    che possa trattenerlo sulla terra.

26
Nella visione laica di Montale la donna-angelo
incarna i valori della cultura e con i suoi
occhi dacciaio è in grado di opporsi alla
barbarie del fascismo e alla sua incultura.

Ma resiste
e vince il premio della solitaria
veglia chi
può con te allo specchio ustorio
che acceca le pedine
opporre i tuoi
occhi dacciaio. Ciò si nota chiaramente
analizzando questi ultimi versi della lirica
Nuove stanze. Montale immagina di giocare a
scacchi con la sua donna, Clizia, al chiuso, al
riparo da ciò che fuori si sta preparando.
27
Il poeta si sente assediato, e questo tema è
molto diffuso tra gli intellettuali degli anni
Trenta. Lopposizione alla dittatura è
possibile solo con lo splendido isolamento nella
cittadella delle lettere. Clizia donna-angelo
diviene così portatrice di significato e di
autenticità in un ambiente fortemente ostile.
Analizzando il testo notiamo nel secondo verso il
termine impaura che si riferisce agli uomini
comuni, semplici pedine in una scacchiera, che
sono impauriti dalla catastrofe imminente. In
forte opposizione, sottolineata dal Ma, il
termine resiste riferito a chi può contare
sugli occhi dacciaio di Clizia. Solo chi è
unito a lei e protetto dal suo sguardo, può
sconfiggere lo specchio ustorio che rappresenta
le armi degli avversari che la donna è in grado
di distruggere.
28
La potenza di questo sguardo ci riporta
indietro nel tempo, alla Beatrice di Dante i cui
occhi, fissando il sole, permettono al poeta di
trasumanare. Ma, mentre per Dante la donna è
lintermediaria tra uomo e Dio, per Montale è la
guida salvifica, che permette alluomo di
superare le difficili condizioni
storico-politiche del tempo, senza assumere
nessun significato metafisico.
29
Lorto, La bufera ed altro Lora della tortura
e dei lamenti che sabbattè sul mondo, lora che
tu leggevi chiara come in un libro figgendo il
duro sguardo di cristallo bene in fondo non
ti divise, anima indivisa, dal supplizio inumano,
non ti fuse nella caldana, cuore dametista.
Anche nella Bufera ed altro (1956) troviamo una
figura femminile nella sua realtà
salvifica. Nella lirica Lorto lantica figura
femminile dagli occhi dacciaio assume la
purezza di messaggera divina che non si è divisa
nei momenti della sofferenza e dellangoscia
dallamore del poeta ma ha condiviso anche la
sofferenza di tutti gli uomini.
30
Come si può notare in questi versi, nel momento
di più acuta sofferenza, la donna legge
chiaramente in un libro, come Beatrice leggeva in
Dio, figgendo il suo duro sguardo di cristallo
bene in fondo. Ritorna anche in questi versi
il rimando al termine usato da Dante fissare a
conferma della fitta rete di rimandi che collega
i due poeti e le donne che essi cantano.
31
La delusione del dopoguerra e laffermarsi
della società di massa
  • Bufera Nella sezione Silvae la messaggera
  • angelica Clizia cede il posto ad una creatura
  • terrestre Volpe (la giovane poetessa Maria Luisa
    Spaziani)
  • di fronte alla tragedia della guerra, alle
    delusioni del dopoguerra, allavvento della
    società di massa, Clizia si rivela impotente
  • è quindi costretta ad una fuga in una sorta di
    oltrecielo che rievoca la fuga delle Grazie in
    Foscolo
  • perciò il poeta non cerca più la salvezza nei
    valori o nella cultura, ma si rifugia nella
    vitalità degli istinti
  • Volpe (il carnivoro biondo) è una creatura
    terrestre, incarna leros, la vitalità, listinto.

32
La lirica montaliana fino allinizio degli anni
Cinquanta si dibatte fra lattesa incerta di un
evento deccezione che possa rappresentare per il
poeta la salvezza indicandogli la via
duscita,lanello che non tiene (La casa dei
doganieri) e la speranza che la presenza di una
figura angelicale possa proteggerlo
dallinsensatezza del reale. Ma dopo un decennio
di silenzio (1956-64) egli giunge ad un nuovo
approdo. La poesia non è più preziosa ed
esclusiva ma grazie ad una profonda deminutio
tematica e formale si avvicina alla prosa, è il
modo montaliano di adeguarsi ai tempi ed insieme
di continuare ad esserne testimone inflessibile.
La donna-guida non è più un angelo ma una figura
estremamente terrena, la moglie Drusilla Tanzi,
Mosca per gli amici e per il poeta.
33
Satura, il quarto libro di poesie di Montale,
raccoglie, ordina e sistema le poesie scritte tra
il 1962 e il 1970 e fu pubblicato nel 1971 dalla
Casa editrice Mondadori. Contiene 103 poesie
divise in quattro grandi sezioni, introdotte
dalle due poesie introduttive Il tu e Botta e
risposta I.La prima sezione è Xenia Ila
seconda sezione è Xenia IIla terza sezione è
Satura I,la quarta sezione è Satura II.
34
Il titolo Satura riprende una precedente
pubblicazione di poesie di Montale del 1962 che
conteneva 5 poesie pubblicate per le nozze
Fagioli Crespi. I nomi delle sezioni sono
indicativi dei temi e degli argomenti trattati
nelle poesie. Xenia è termine latino che
Montale riprende dal poeta Marziale e significa
doni votivi inviati a qualcuno che si era avuto
ospite nella sezione le poesie sono indicate
come doni mandati dal poeta alla donna che era
stata ospite della sua vita.
35
  • Satura (1971) non cè più lattesa dellevento
    salvifico. Il poeta si volge indietro in un muto
    colloquio con Mosca, la moglie morta
  • questa è caratterizzata non dagli occhi
    dacciaio, dallo sguardo di cristallo o dalla
    sacralità del personaggio di Clizia, ma dalle
    pupille offuscate e dalla vita di tutti i giorni.
  • insetto miope ma capace di orientarsi
    istintivamente con il suo radar di pipistrello
    (Xenion 5)
  • di fronte al tramonto della civiltà occidentale,
    al trionfo della massificazione, Mosca incarna il
    valore della pura esistenza fisica e materiale
  • Diario del 71 e del 72 e Quaderno di quattro
    anni (1977) unica presenza femminile è ancora
    quella di Mosca

36
Mosca è una figura femminile, più concreta e più
quotidiana
Caro piccolo insetto che chiamavano Mosca non so
perché, stasera quasi al buio mentre leggevo il
Deuteroisaia sei ricomparsa accanto a me, ma non
avevi gli occhiali, non potevi vedermi né potevo
io senza quel luccichìo riconoscere te nella
foschia.
(Xenia, I, 1)
37
Il testo è composto da un unico periodo ma può
essere diviso in due parti. Nella prima, il
poeta, impegnato a leggere il Deuteroisaia,
avverte la presenza della moglie. L'atmosfera è
di solitudine il poeta è solo nella stanza e
legge quasi al buio. Nella seconda parte la
solitudine del poeta emerge con forza ancora
maggiore. Egli sente che una barriera invisibile
lo separa dalla moglie e dal colloquio con essa.
Ella non può vederlo perché è senza occhiali e
il poeta non può vederla perché non c'è il
luccichio delle lenti che gli permetta, come
quando era in vita, di riconoscerla nella
penombra della sera. Rimane quindi solo nella
foschia, nel buio dellesistenza, sperduto senza
la guida della moglie.
38
Ho sceso dandoti il braccio milioni di scale,
Xenia II (Satura) Ho sceso milioni di scale
dandoti il braccio non già perché con
quattrocchi si vede di più. Con te le ho scese
perché sapevo che di noi due le sole vere
pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue.
Nella lirica Ho sceso dandoti il braccio milioni
di scale, che è un po lemblema di questa
figura femminile, si ha limpressione, almeno nei
primi versi, che sia Montale a guidare la moglie,
mentre nella seconda strofa riemerge la chiara
funzione di guida che ha la donna. Questa
funzione è definita dallo scendere le scale, che
potrebbe essere interpretato come una cosa
quotidiana ma ha un evidente significato
allegorico, Mosca infatti ha guidato il poeta
nelle difficili condizioni storiche in cui i due
hanno vissuto, lo ha aiutato a passare da un
registro lirico alto al registro più basso della
nuova poetica che inizia con la raccolta
Satura.
39
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione
di scale e ora che non ci sei più è il vuoto ad
ogni gradino. Anche così è stato breve il
nostro lungo viaggio. Il mio dura tuttora, né
più mi occorrono le coincidenze, le
prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi
crede che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattrocchi forse si vede di
più. Con te le ho scese perché sapevo che di
noi due le sole vere pupille, sebbene tanto
offuscate, erano le tue.
Sono gli elementi con cui luomo, che crede
che la realtà sia quella che si vede, (quella
visibile quale viene percepita da chi vive in
preda alle scadenze temporali e agli impegni
pratici), cerca di fissare delle coordinate. Il
senso profondo della vita coincide con la
percezione e con laccettazione della nullità
dellesistenza e dunque non ha niente a che fare
con il senso moderno del tempo.
40
Il riferimento alle pupille offuscate rimanda
alla concezione che Montale ha della realtà,
intesa come un inganno, per cui se la realtà non
è quella che si vede, gli occhi di Mosca sono
avvantaggiati in quanto vedono dietro le
apparenze e quindi riescono a scorgere la verità
delle cose. Anche in questo senso vediamo che
lumile insetto espleta limportante funzione di
guida come tutte le altre figure femminili che
hanno caratterizzato la vita poetica di Montale.

41
Lalluvione ha sommerso il pack dei mobili,
delle carte, dei quadri che stipavano un
sotterraneo chiuso a doppio lucchetto. Forse
hanno ciecamente lottato i marocchini rossi,
le sterminate dediche di Du Bos, il timbro a
ceralacca con la faccia di Ezra, il Valèry di
Alain, loriginale dei Canti Orfici e poi
qualche pennello da barba, mille cianfrusaglie
e tutte le musiche di tuo fratello Silvio.
Dieci, dodici giorni sotto unatroce morsura
di nafta e sterco. Certo hanno sofferto tanto
prima di perdere la loro identità. Anchio
sono incrostato fino al collo se il mio stato
civile fu dubbio fin dallinizio. Non torba
mha assediato, ma gli eventi di una realtà
incredibile e mai creduta. Di fronte ad essi
il mio coraggio fu il primo dei tuoi prestiti
e forse non lhai saputo.
42
L'alluvione-metafora della cultura di massa,
dominante a partire dagli anni Cinquanta,
minaccia di travolgere la cultura raffinata e non
provinciale (di cui i libri citati nel testo -
Dino Campana, Valéry, Ezra Pound - sono parte
integrante) e nella "perdita d'identità" di
quella cultura Montale, che ha contribuito a
diffonderla, vede drammaticamente simboleggiata
la perdita anche della propria identità.
43
  • Questa poesia (datata 27 novembre 1966) è la 
    quattordicesima degli Xenia II
  • È un esempio notevole  della scrittura
    montaliana dopo la crisi e il silenzio tra la
    metà degli anni Cinquanta e la metà degli anni
    Sessanta domina un tono colloquiale e dimesso,
    al confine con la prosa.
  • La fine di qualsiasi illusione sul valore della
    civiltà e della storia comporta una rivisitazione
    dolente o ironica dei propri miti passati, che
    Montale stesso demistifica e rinnega
  • non però per sostituirvi nuovi valori, ma per
    prendere atto della mancanza di valori e di
    significati, sotto la spinta di un nichilismo
    senza eccessi, piuttosto cinico e disincantato
    che corrosivo.
  • Il coraggio trasmesso dalla moglie al poeta è
    lunico valore possibile inteso come coraggio
    di constatare linsignificanza della vita e cioè
    la mancanza assoluta dei valori.

44
  • La distruzione operata dalle acque fangose
    sugli oggetti conservati dal poeta nella cantina
    diviene lallegoria della fine dei suoi miti
    personali e della crisi ormai irrecuperabile
    della sua identità.
  • Il riferimento è in particolare alla ideologia
    degli anni Trenta cioè alla convinzione tipica
    degli intellettuali non fascisti durante il
    regime di poter affermare la propria identità e
    difendere il significato della cultura attraverso
    lisolamento e la conservazione  dei valori della
    civiltà e della poesia la cantina rappresenta
    qui la cittadella delle lettere, con i suoi
    fragili miti.

45
Con la morte della moglie si chiude il cerchio e
si ritorna allassenza della guida ed al
disorientamento del poeta come avevamo visto nel
Canneto rispunta i suoi cimelli, dopo la morte
della donna egli scrive i versi degli Xenia in
cui il vuoto esistenziale è colmato dalla sua
costante presenza nel ricordo.
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com