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J. M. Keynes e l

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J. M. Keynes e l evoluzione del capitalismo nel Novecento Un analisi dell attivit e delle proposte dell economista pi influente del Novecento di fronte a ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: J. M. Keynes e l


1
J. M. Keynes e levoluzione del capitalismo nel
Novecento
  • Unanalisi dellattività e delle proposte
    delleconomista più influente del Novecento di
    fronte a questioni fondamentali del suo secolo.

2
Gli strumenti oggi disponibili per conoscere J.
M. Keynes
  • pubblicazione dei Collected Writings (24 voll.,
    poi 30) disposta dalla Royal Economic Society a
    cura di Elizabeth Johnson e Donald E. Moggridge
    (1971-1979.
  • Biografie (di taglio diverso)
  • Roy Harrod, The life of John Maynard Keynes
    (1951)
  • Donald Edward Moggridge, Maynard Keynes. An
    economists biography (1992)
  • Robert Skidelsky, John Maynard Keynes, 3 voll.
    (Hopes betrayed 1883-1920 The economist as a
    saviour 1920-1937 Fighting for Britain
    1937-1946), (1983, 1992, 2000)

3
La biografia
  • Vita che si svolge lungo un arco relativamente
    breve ma ricco di avvenimenti epocali e vissuto
    con grande intensità.
  • Ha le sue radici nella società tardo vittoriana e
    edoardiana
  • Subisce il profondo rivolgimento rappresentato
    dalla prima guerra mondiale
  • Affronta il difficile ventennio fra le 2 guerre e
    la crisi della società liberale di fronte (1)
    allaffermazione di dittature e (2) allo
    sconvolgimento di un equilibrio internazionale,
    politico-diplomatico, finanziario, di portata
    secolare che si conclude con la seconda guerra
    mondiale e le sue conseguenze.

4
La formazione
  • 5 giugno 1883 Nasce a Cambridge
  • 1897 Borsa di studio a Eton
  • 1902 Ingresso a Cambridge studi di filosofia e
    matematica
  • 1903 Ammissione nel club degli Apostoli
  • 1905-1906 Laurea in matematica studi di economia
    con Alfred Marshall per la Civil Service
    Examination

5
Prime attività
  • 1906 Ingresso allIndia Office prima nel
    Military Dpt, poi nel Revenue, statistics and
    commerce Dpt.
  • 1908-1915 Lecturer a Cambridge di Economia.
  • 1909-1946 Fellow di Kings College, Cambridge
  • 1911-1945 Editor dellEconomic Journal dal 1913
    segretario della Royal Economic Society
    presidente nel 1946
  • 1913-1914 Membro della Royal Commission on Indian
    Finance and Currency

6
(No Transcript)
7
J.M. Keynes a 25 anni
8
Guerra mondiale e primo dopoguerra
  • 1915 Entra nella Treasury
  • 1919 Principale rappresentante della Treasury
    alla Conferenza di pace di Versailles
  • 1919 Dimissioni (in giugno) dalla Treasury
    scrive Le conseguenze economiche della pace
  • 1919-1946 Vive a Londra passa a Cambridge i fine
    settimana per insegnare e svolgere compiti
    amministrativi per il college
  • 1920Dimissioni dal posto di insegnante
    universitario di economia

9
Affermazione professionale e nuovi indirizzi di
vita
  • 1921 Pubblicazione di Treatise on probability
  • 1922 Pubblicazione di A revision of the Treaty
  • 1923 Pubblicazione di A tract on monetary reform
    ed. it. 1925
  • 1924-1946 Economo del Kings College a Cambridge
  • 1925 Matrimonio con Lydia Lopokova

10
Lydia Lopukova
11
Lydia Lopukova e Pablo Picasso (1)
12
Lydia Lopukova e Pablo Picasso (2)
13
Verso la crisi limpegno nellinterpretare la
trasformazione delleconomia
  • 1925, 1928 Visite in URSS
  • 1925 The Economic consequences of Mr. Churchill
  • 1929-1931 Membro del Macmillan Committee on
    Finance and Industry
  • 1929 Fellow della British Academy
  • 1930-1939 Membro dello Economic Advisory Council
  • 1930 Pubblicazione del Treatise on money

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Le lezioni della crisi e la proposta di un nuovo
schema di politica economica
  • 1931 Discussioni sul Treatise on money nel
    Circus pubblicazione di Essays in persuasion
  • 1933 Pubblicazione di Essays in biography
  • 1936 Inaugurazione dello Arts Theater a
    Cambridge pubblicazione di The General theory of
    employment, interest and money
  • 1937 Primo infarto

15
Keynes e la politica economica antirecessiva
16
Gli anni della seconda guerra forte impegno
nellelaborazione della politica economica e
finanziaria britannica e onori
  • 1940-1946 Consigliere del Cancelliere dello
    Scacchiere Kingsley Wood, Anderson, Dal ton
  • 1940 Pubblicazione di How to pay for the war
  • 1941-1946 Membro del direttorio della Bank of
    England
  • 1941-1946 Fiduciario della National Gallery
  • 1942-1946 Presidente del Coucil for the
    Encouragement of Music and the Arts, poi Arts
    Council
  • 1942 Diventa Lord Keynes, Baron of Tilton

17
La seconda guerra e il dopoguerra lazione
internazionale
  • 1944 Conferenza di Bretton Woods
  • 1944 Trattative di Washington sulla fase 2
    dellaiuto per affitti e prestiti
  • 1945 Trattative di Washington sul prestito
    americano alla Gran Bretagna
  • 1946 Conferenza di Savannah e inaugurazione del
    Fondo monetario internazionale e della Banca
    internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo
    (poi Banca mondiale)
  • 21 aprile 1946 Muore a Tilton

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(No Transcript)
19
Indian currency and finance (1) levoluzione di
un sistema di pagamenti poco efficiente
  • 1900-1911 orientamento favorevole
    allintroduzione di una circolazione di oro
    monetato in India. Obiettivo è frenare laumento
    dei prezzi interni.
  • Era il culmine di una sequenza di disposizioni
    prese fra 1862 e 1898 per regolare il sistema
    monetario indiano, imperniato allora sulla rupia
    dargento e soggetto alle variazioni di valore
    dovute al rapporto oro/argento. Limitata la
    circolazione fiduciaria, completamente coperta da
    metalli.
  • Il sistema è poco elastico nellofferta di
    moneta. Essa è emessa dallo stato, sulla base
    delle riserve, che dipendono (1) dalla bilancia
    dei pagamenti, (2) dalla domanda interna di
    metallo, (3) dalle esigenze di tesoreria.
  • I flussi di pagamenti internazionali sono gestiti
    dalle exchange banks che ill governo indiano non
    può controllare.
  • Il deprezzamento dellargento comporta la
    sensibile svalutazione della rupia (1893 1 15
    Rs rispetto al 1868 1 10 Rs 4 anna ).
  • Esso si riflette negativamente sulla bilancia
    dei pagamenti indiana i prezzi interni sono
    instabili.

20
Indian currency and finance (2) gli adattamenti
del sistema agli inizi del 900
  • 1903 abolizione dei vincoli territoriali alla
    circolazione di banconote di piccolo taglio.
  • 1911 diventano legali su tutto il territorio
    anche i biglietti di taglio maggiore.
  • La circolazione è assicurata da una moneta locale
    senza corso internazionale. Il governo è pronto a
    cambiare la moneta locale contro tratte pagabili
    in oro a Londra anziché convertirla localmente. I
    2 compiti richiedono la gestione di una doppia
    riserva.
  • La rupia viene mantenuta stabile rispetto alla
    attraverso council bills venduti a Londra ma
    pagabili in rupie in India. I council bills
    vengono cambiati contro rupie a un cambio
    prefissato (1893) unica oscillazione consentita
    quella dei punti delloro.
  • Nella crisi del 1907 la rupia si svaluta. Ne
    deriva lesigenza di rafforzare le riserve e di
    utilizzarle nel modo più conveniente

21
Indian currency and finance (3) il superamento
del gold standard
  • Loro gioca un ruolo limitato nella circolazione
    interna.
  • La moneta locale non è necessariamente
    convertibile in oro.
  • Le autorità controllano, in via amministrativa,
    il valore esterno della moneta locale. Non
    operano in modo arbitrario.
  • Le riserve sono in misura significativa attività
    sullestero.
  • La soluzione trovata consente importanti risparmi
    nella gestione del sistema monetario la
    centralizzazione delle risorse metalliche (e
    leventuale collocamento a Londra) consente
    inoltre di disporre più efficacemente delle
    riserve in caso di necessità. La manovra del
    tasso di sconto non può frenare la fuga delloro
    se è disperso.
  • Il sistema si sta diffondendo in molti paesi di
    Europa e Asia e sta diventando prevalente.
  • Esso non crea maggiore instabilità rispetto al
    gold standard JMK CW, I, p. 8.
  • Serve una banca centrale per amministrare
    efficacemente le riserve e scongiurare i rischi
    di crisi, specie se manca un efficiente mercato
    dei capitali.

22
Le implicazioni dellaccumulo di oro in India
  • E interessante riflettere che lattaccamento
    dellIndia per i metalli preziosi, per quanto
    rovinoso per il suo sviluppo economico, è stato
    nel passato largamente vantaggioso per le nazioni
    occidentali. Tutti conoscono la descrizione fatta
    da Jevons di unIndia serbatoio di metalli
    preziosi, sempre pronta ad assorbire leccedenza
    di oro dellOccidente e a salvare lEuropa da
    violenti disturbi al suo livello dei prezzi. In
    anni molto recenti, quando le miniere del Sud
    Africa hanno raggiunto il culmine della
    produzione, lIndia ha svolto perfettamente il
    suo ruolo di serbatoio. I prezzi sono aumentati
    molto più in fretta di quanto sarebbe
    desiderabile e in modo svantaggioso per un paese
    creditore come la Gran Bretagna, che deve ogni
    anno riscuotere grosse somme fisse in termini di
    oro. E ragionevole ritenere che senza laiuto
    della domanda indiana di metallo, i prezzi
    sarebbero cresciuti ancora più in fretta JMK
    CW, I, p. 70.

23
Nuovi scenari finanziari e prima guerra mondiale
  • Rottura dellorganizzazione economica e
    finanziaria europea funzionale allaccumulazione
    del capitale v. Conseguenze economiche.
    Precarietà dei rapporti sociali alla base del
    processo di accumulazione.
  • Profonda lacerazione dellintegrazione economica
    europea.
  • Fine del predominio assoluto della come
    strumento di pagamento mondiale. Fragilità della
    posizione internazionale britannica e riduzione
    dellautonomia del Regno Unito nella scelta
    della propria politica finanziaria e monetaria a
    causa del vincolo imposto dalla necessità di
    mantenere un tasso dinteresse superiore a quello
    degli USA.
  • Forte incremento della spesa statale in tutti gli
    stati e ampio ricorso al debito pubblico per
    finanziarla. Si modifica la composizione del
    debito pubblico diventa sempre più difficile
    ottenere la sottoscrizione di debito a lungo
    termine (e il consolidato scompare) mentre
    diventa prevalente quello a breve termine.
    Lonere del debito pubblico tende ad aumentare
    insieme con lindice dei prezzi, assorbendo una
    quota maggiore della spesa pubblica. Si complica
    il controllo della liquidità complessiva e del
    livello del tasso dinteresse da parte delle
    autorità monetarie.

24
La rottura della stabilità monetaria tradizionale
  • Dopo decenni di prezzi relativamente stabili
    (talvolta in declino per alcuni decenni, per
    cause non dipendenti dalla semplice disponibilità
    di mezzi di pagamento) e di tassi dinteresse
    relativamente bassi nelle economie di
    riferimento, la stabilità monetaria risulta
    pesantemente compromessa.
  • Il fenomeno non si presenta più come condizione
    particolare, legata a specifiche circostanze e
    difficoltà, comè accaduto spesso in molti stati
    anche nellOttocento, ma come un fenomeno
    generalizzato, anche se di ampiezza molto diversa
    nei diversi stati.
  • Ne derivano effetti di ampia portata sulla
    ripartizione del reddito fra le diverse classi
    sociali, secondo il tipo di reddito di cui
    dispongono e la capacità di rivalutarne il valore
    restando alla pari con la dinamica dei prezzi
    (1) rentiers, (2) capitalisti, (3) lavoratori
    dipendenti.
  • Lo scenario monetario e finanziario, sul piano
    interno e su quello internazionale, va
    modificandosi progressivamente durante la guerra.
    Esso diventa completamente nuovo rispetto al
    passato ma continua ad essere affrontato secondo
    gli schemi analitici della teoria monetaria
    neoclassica elaborati negli anni 1870. Nel
    1918-1919 e per diversi anni continuerà a
    prevalere la convinzione che la guerra ha
    rappresentato una parentesi e che sarà possibile
    tornare alla normalità del passato v. Cunliffe
    Report.

25
La teoria monetaria di Alfred Marshall il
riferimento fondamentale per Keynes
  • La trasmissione delle convinzioni di A. Marshall
    in questo campo è prevalentemente orale fino a
    Money, credit and commerce (1923).
  • Nellambito della tradizione classica Marshall
    inserisce la considerazione delleffetto di
    domanda e offerta mettendo in evidenza lentità
    del saldo liquido.
  • m kpY, dove k è la quota di reddito tenuta in
    forma liquida, p è il livello dei prezzi, Y il
    livello del reddito reale. Il ragionamento viene
    applicato anche al patrimonio. Utilizza questo
    approccio (del saldo liquido) soprattutto per
    analisi di breve periodo per quelle di lungo
    periodo tende a preferire la formula di Fisher e
    sottolinea limportanza di variazioni di V e T.
  • Marshall distingue fra tasso di interesse reale e
    monetario. Il primo è determinato da domanda e
    offerta di risorse reali investibili il secondo
    da domanda e offerta di prestiti sul mercato.
  • Fonte dellofferta di capitale è il risparmio
    sul lungo periodo varia con il livello di reddito
    e in una certa misura con il tasso dinteresse,
    ma tenuto conto della sicurezza futura in campo
    politico e sociale, della disponibilità a godere
    in futuro della ricchezza, dellattaccamento
    familiare.

26
La contrapposizione tra economia reale e
monetaria in Marshall e lassunto che il sistema
economico tenda al pieno impiego dei fattori di
produzione
  • La moneta ha solo la funzione di strumento per
    agevolare le transazioni. E neutrale e non
    produce effetti sui valori di equilibrio della
    variabili reali.
  • La concorrenza spinge al pieno impiego delle
    risorse.
  • La quantità assoluta non influisce sul suo ruolo
    di flusso.
  • I depositi bancari non rientrano nella
    composizione della moneta.
  • Le variazioni di breve periodo della quantità di
    moneta sono fondamentalmente il risultato di
    spostamenti di breve periodo della bilancia dei
    pagamenti In realtà lanalisi è condotta
    fondamentalmente in riferimento alla bilancia
    commerciale.
  • Le oscillazioni sono di breve periodo e
    relativamente modeste. Le fluttuazioni cicliche
    sono prevalentemente frutto delle variabili
    reali, delle aspettative degli operatori e del
    credito.
  • Carenze della domanda aggregata complessiva sono
    eccezionali succedono a periodi di diffusa
    speculazione che culminano in crisi finanziarie.
    Esiste un ciclo legato al credito alcune fasi
    sono distinte da disoccupazione, ma questa è di
    breve termine. Manca una teoria del ciclo (o di
    produzione e occupazione) fondata sulla domanda
    aggregata.

27
Andamento ciclico delleconomia e limiti della
politica monetaria in Alfred Marshall
  • Le variazioni del ciclo sono determinate da
    cambiamenti nelle variabili reali raccolti,
    guerre effettive o temute, invenzioni. Esse
    modificano le attese degli uomini daffari il
    comportamento delle banche ne rafforza
    lorientamento, in senso prociclico. Le rigidezze
    del sistema, specie quelle delle retribuzioni e
    degli altri oneri, rafforzano la dinamica del
    ciclo. Per es. se le retribuzioni restano
    indietro rispetto ai prezzi, il ciclo si
    rafforza il prodotto aumenta di più in fase
    ascendente e si contrae di più in fase
    discendente. Anche i cambiamenti nella
    disponibilità a mantenere saldi liquidi tendono a
    rafforzare la dinamica ciclica.
  • Marshall ritiene che non sia possibile
    contrastare il ciclo dipendente dai raccolti e
    che non sia opportuno contrastare quello legato
    alle invenzioni. Però è utile (1) migliorare la
    conoscenza della situazione economica per ridurre
    gli errori di valutazione degli uomini daffari
    (2) riformare moneta e banche per aumentare la
    stabilità finanziaria (assicurare uno standard
    stabile fissare adeguate di riserve liquide
    per le banche per frenare lindebitamento
    rendere efficace la manovra del tasso di sconto).
    Ma lintervento dello stato è negativo sul lungo
    termine.

28
La riforma monetaria conseguenze sociali
dellinstabilità monetaria.
  • I cambiamenti nel livello generale dei prezzi
    intervenuto in relazione alla guerra 1914-1918
    hanno unimportanza decisiva per il mondo
    contemporaneo.
  • Colpiscono diversamente le diverse categorie
    sociali. Hanno un effetto redistributivo.
  • I prezzi tra 1913 e 1923 sono sensibilmente
    aumentati, anche se in modo diverso tra paese e
    paese. Fino al 1920 ha dominato linflazione.
    Dopo il 1920 in alcuni paesi è stata avviata la
    deflazione contrazione della quantità di
    moneta. Entrambi producono danni. Linflazione
    stimola eccessivamente la produzione, la
    deflazione la ostacola.
  • 3 classi compongono la società (senza divisioni
    troppo rigide per quanto riguarda le posizioni
    individuali) risparmiatori, uomini daffari,
    salariati. Esse sono colpite diversamente da
    inflazione e deflazione.
  • Dal punto di vista della dinamica sociale la
    deflazione non è più giusta dellinflazione e ha
    conseguenze più negative.

29
Inflazione e deflazione.
  • Linflazione ridistribuisce la ricchezza (1)
    danneggiando i risparmiatori, (2) avvantaggiando
    gli uomini daffari, (3) probabilmente date le
    condizioni dellindustria moderna vantaggioso
    nel complesso per i salariati tenuto conto di
    salari monetari e riduzioni di orario.
  • Linflazione diminuisce la capacità di risparmio
    della classe risparmiatrice e distrugge la
    fiducia che stimola il risparmio. Ne risulta
    pregiudicato linvestimento, che deve essere
    almeno in grado di assicurare lutilizzo di
    quanti ogni anno si aggiungono alla massa dei
    lavoratori. Così capitava nellOttocento.
  • La previsione di variazioni nel livello generale
    dei prezzi influisce sui processi produttivi. In
    particolare attraverso le prospettive di profitto
    reale degli imprenditori. I metodi moderni di
    produzione e di commercializzazione delle merci
    allungano i tempi di realizzo delle merci e
    aumentano i rischi dei produttori. In particolare
    quello delle variazioni dei prezzi relativi delle
    merci.
  • Il timore di una diminuzione generale dei prezzi
    può paralizzare tutto il processo produttivo. Si
    risolve nellimpoverimento di lavoratori e
    imprenditori. Tanto più se si producono effetti
    cumulativi che trasformino una spinta iniziale
    debole in unoscillazione considerevole.

30
Rimedi alloscillazione delle monete
  • E impossibile cercare di eliminare limpulso
    iniziale che può innescare una crisi, ma le
    autorità competenti possono prendere misure che
    neutralizzino gli impulsi al movimento generale
    dei prezzi appena si profilano. Va regolata
    lunità di misura del valore.
  • Il capitalismo individualistico, appunto perché
    affida la funzione di risparmiare ai singoli
    risparmiatori e la funzione di produrre ai
    singoli industriali, presuppone una stabile unità
    di misura del valore, e non può essere efficiente
    forse non può sopravvivere senza di essa
    JMK, La riforma monetaria, p. 35.
  • Per questo bisogna regolare la moneta.
  • I governi possono utilizzare linflazione come
    strumento fiscale per il tempo in cui questo è
    possibile (tempo tanto più breve quanto più ampia
    e veloce è stata la svalutazione della moneta),
    preferendolo alla più razionale imposta sul
    capitale, che suscita pregiudizi violenti Per
    altro linflazione permette di alleggerire il
    peso dellindebitamento.
  • I governi hanno anche gli strumenti per
    stabilizzare la moneta.

31
La versione rivista da Keynes della teoria
quantitativa nel Tract on monetary reform
  • La funzione di mezzo di pagamento della moneta
    rende determinante la quantità di liquido che il
    pubblico detiene per fare fronte alle proprie
    esigenze. La grandezza del saldo liquido dipende
    (a) dalla ricchezza del pubblico, che cambia
    molto lentamente (b) dalle abitudini di
    pagamento, che possono cambiare più rapidamente.
  • A ricchezza e abitudini immutate, la quantità di
    potere dacquisto in forma liquida corrisponderà
    a k unità di consumo. Se n è la quantità di mezzi
    di pagamento in circolazione e p il prezzo di
    ogni unità di consumo (cioè lindice del costo
    della vita), npk.
  • Keynes non fa ricorso alla nozione di velocità di
    circolazione preferisce utilizzare il concetto
    di saldo liquido. E lo rende più realistico
    rispetto alla società contemporanea distinguendo
    la disponibilità di mezzi di pagamento del
    pubblico presso le banche (k) e la quota di
    liquidità che le banche tengono in cassa per
    fronteggiare i depositi k, r.
  • La formula precedente diventa np(krk). Se
    gli altri termini rimangono uguali, prezzi e
    quantità di moneta variano insieme.

32
Le variazioni della quantità di moneta e dei
prezzi difficilmente sono proporzionali
  • La grandezza di k e k dipende dal vantaggio di
    disporre di denaro liquido o di spenderlo o di
    investirlo. Esse (e r) possono variare in
    funzione della quantità di moneta lentità della
    variazione dipende dalle abitudini di ogni
    società.
  • k e k variano nel ciclo del credito
    lalternarsi di fasi di attività economica e di
    crisi. Durante la fase espansiva tendono a
    diminuire crescono nella crisi,
    indipendentemente dalle variazioni di n e r.
  • Le variazioni di p sono proporzionali a quelle di
    n solo, forse, sul lungo periodo. Sul breve
    periodo sono meno o più che proporzionali in
    funzione della struttura sociale, delle
    aspettative.
  • Un cambiamento nel valore di n, dopo, durante e
    (in quanto sia previsto) prima del suo
    verificarsi agirà in qualche misura sui valori di
    k, k ed r in conseguenza il cambiamento del
    valore di p, almeno temporaneamente e forse
    permanentemente (poiché le abitudini e i metodi,
    una volta cambiati, non riprenderanno esattamente
    la stessa forma) non avverrà precisamente in
    proporzione al cambiamento di n JMK, La riforma
    monetaria, p. 67.

33
I compiti delle autorità monetarie per
stabilizzare i prezzi e smorzare le fluttuazioni
cicliche
  • Le variazioni di n e r sono sotto il controllo
    delle autorità monetarie. Quelle di k e k
    dipendono dagli umori del pubblico e del mondo
    degli affari. Volendo stabilizzare i prezzi, non
    solo alla lunga, ma anche in modo da evitare le
    fluttuazioni cicliche, bisogna stabilizzare k e
    k se non si può, bisogna modificare
    deliberatamente n e r per compensare le
    variazioni di k e k.
  • Le variazioni del tasso di sconto, principale
    strumento di politica monetaria almeno dal primo
    ventennio dellOttocento, modificano la
    propensione alla liquidità del pubblico.
    Abbassare il tasso di sconto riduce il vantaggio
    della liquidità. Inoltre compensa leventuale
    aumento di k se cresce la richiesta di crediti
    bancari, r non può aumentare o addirittura
    scende. Ma il tasso di sconto da solo può non
    essere efficace.
  • In regime aureo n non può essere interamente
    controllato.
  • Per controllare r occorre un sistema bancario
    centralizzato altrimenti le banche decideranno
    indipendentemente.

34
Potere dacquisto interno e tasso di cambio di
monete fiduciarie inconvertibili
  • Il potere dacquisto interno di una moneta
    inconvertibile dipende dalla politica monetaria
    del governo e dalle abitudini monetarie della
    gente.
  • Il potere dacquisto allestero della stessa
    moneta corrisponde al suo cambio rispetto alle
    monete degli altri paesi moltiplicato il potere
    dacquisto interno.
  • In equilibrio il potere dacquisto interno deve
    essere a quello estero, tenuto conto delle
    spese di trasporto, dei dazi altrimenti si
    verificherebbe uno spostamento del commercio per
    approfittare della diseguaglianza.
  • Perciò i cambi, in condizioni di equilibrio,
    tendono a essere ai rapporti fra poteri
    dacquisto interni delle diverse monete. Sono le
    parità di potere dacquisto (ppa). Corrispondono
    alla vecchia parità aurea JMK, La riforma
    monetaria, p. 72 ma oscillano. I cambi, in
    linea di principio, devono tendere a coincidere
    con le ppa. Anche se in pratica non è così perché
    si sono modificati diversamente i prezzi relativi
    delle merci allinterno dei diversi paesi tra
    1913 e dopoguerra.
  • Il cambio può essere migliorato con una politica
    monetaria che tenda a ridurre i prezzi rispetto a
    quelli esteri. E occorre una intervento costante
    per attenuare le oscillazioni stagionali.
  • I cambi non raggiungono spontaneamente
    lequilibrio.

35
Linee guida di una realistica politica monetaria
che garantisca la stabilità
  • Fissare i cambi non libera dalle perturbazioni
    monetarie. Lorientamento favorevole a una
    stabilizzazione delle monete comporta scelte tra
    (a) svalutazione e deflazione, secondo che la
    nuova parità sia quella prebellica o unaltra
    (b) stabilità dei cambi o dei prezzi (c)
    convertibilità aurea o un diverso regime.
  • (a) La deflazione non è desiderabile perché
    produce una redistribuzione della ricchezza
    dannosa agli scambi e alla stabilità sociale ed
    è difficilmente realizzabile.
  • (b) La stabilità dei prezzi è più importante di
    quella del cambio, per quanto questa aiuti lo
    sviluppo del commercio riducendo lincertezza.
    Tanto più che la situazione è profondamente
    cambiata nel dopoguerra è meglio evitare
    automatismi della politica monetaria nelle
    incerte condizioni esistenti.
  • (c) Loro non avrà un valore stabile in futuro.
    Molto dipenderà dalla continuazione, negli USA,
    della sterilizzazione delloro che vi affluisce.
    Inoltre si diffonderà ulteriormente il gold
    exchange standard e cesserà la monetazione
    delloro, modificando la domanda di oro. Tornare
    al gold standard significa rinunciare a
    stabilizzare il ciclo del credito e i suoi
    effetti su prezzi e occupazione.
  • Bisogna adattare il sistema che si è sviluppato
    disordinatamente in guerra non è realistico
    ipotizzare il ritorno al passato.
  • Fare leva sulla capacità di controllo della
    liquidità da parte di Tesoro e banca centrale,
    individuando gli strumenti istituzionali
    adeguati, specifici di ogni sistema finanziario.

36
Misure di politica monetaria per garantire la
stabilità
  • Il livello dei prezzi e di conseguenza quello del
    cambio dipendono in ultima analisi dalla banca
    centrale e dal Tesoro se la situazione
    finanziaria è sotto controllo (cioè non serve
    assicurare entrate alternative a quelle fiscali
    con linflazione come in Russia, Polonia,
    Germania - o usare linflazione per ridurre
    lonere degli interessi del debito pubblico, come
    in Francia e Italia).
  • Controllare la quantità del credito, ma lasciare
    flessibile la quantità di biglietti che lo stato
    può emettere per adattarla alle esigenze
    delleconomia. Deve essere rovesciato il criterio
    tradizionale controllare la quantità di moneta
    (sulla base delle riserve) e lasciare che quella
    del credito vi si adatti.
  • Creare un indice dei prezzi ufficiale di un
    gruppo di merci, modificabile in relazione al
    mutamento di importanza economica delle merci
    considerarlo lo standard di valore e cercare di
    impedirne le variazioni di valore in termini di
    oro.
  • Considerare, oltre la stabilità dei prezzi,
    livello di occupazione e produzione, pressione
    della domanda di credito, livelli dei tassi
    dinteresse, volume della circolazione, commercio
    estero, altezza del cambio.
  • Regolare il prezzo delloro, non mantenerlo fisso
    a ogni costo. Fissare periodicamente prezzi di
    acquisto e vendita, contrastando gli spostamenti
    di oro. Fissare una quotazione a termine (3 mesi)
    per influire sul tasso dinteresse.
  • Utilizzare loro solo come riserva
    internazionale, sganciandolo dalla funzione di
    garanzia della circolazione.
  • Gestire i rimborsi del debito di guerra in modo
    da attenuare le fluttuazioni stagionali.
  • Il Tesoro USA deve riconoscere apertamente la
    demonetazione delloro che ha realizzato di
    fatto bisogna chiudere le zecche, pur mantenendo
    la convertibilità del per rassicurare i
    conservatori e scongiurare eccessive pressioni
    sul FRBoard. Un svalutato contribuirebbe a
    riequilibrare il sistema internazionale degli
    scambi.
  • Nella evoluzione della moneta siamo ormai
    pervenuti ad uno stadio in cui una moneta
    regolata è inevitabile, ma non abbiamo ancora
    raggiunto il punto in cui il controllo possa
    essere affidato a una sola autorità. La miglior
    cosa ... è avere due monete (la e il )
    controllate da autorità indipendenti che
    collaborano per raggiungere lo scopo comune con
    metodi analoghi JMK, La riforma monetaria, p.
    153.
  • Ampliare lapplicazione del gold exchange
    standard facendo riferimento a o secondo la
    struttura degli scambi prevalente nei diversi
    paesi.

37
Azione delle banche e livello dei prezzi una
nuova linea di riflessione sulla politica
monetaria
  • Il livello dei prezzi interni è determinato dalla
    quantità di credito creato dalle banche. Quando
    cè depressione bisogna aumentare il credito per
    mantenere stabili i prezzi. Lopposto va fatto in
    condizioni di boom.
  • La quantità di credito corrisponde circa al
    volume dei depositi. Le variazioni dei depositi
    devono corrispondere alle variazioni dei titoli
    di proprietà delle banche, portafoglio e
    anticipazioni.
  • Le banche regolano, per tradizione ed empiria,
    non per necessità, la proporzione fra depositi e
    danaro in cassa presso la banca centrale (91
    negli anni 1920). La regolazione di questa
    proporzione regola la quantità di credito.
  • La quantità del danaro in cassa cambia (a) per un
    cambiamento nella quantità di circolazione
    richiesta (b) per un cambiamento
    nellindebitamento del Tesoro in biglietti di
    stato (c) per un cambiamento delle attività
    della banca centrale (d) per una variazione
    delle riserve di seconda linea delle banche (in
    buoni del Tesoro - bdT), che integrano il danaro
    in cassa. Le variazioni di (a) e (b) si
    riflettono su (c) e (d). Quelle di (a) dipendono
    dallattività di commercio e dal livello dei
    prezzi. Se serve più circolante, il Tesoro lo
    fornisce rimborsando la banca centrale (e
    riducendone lattivo e quindi il danaro in cassa
    delle altre banche) o ritira bdT, riducendo la
    riserva di seconda linea delle banche. Le
    variazioni di (b) corrispondono a variazioni
    opposte dei debiti del Tesoro in forma di
    anticipazioni in conto corrente della banca
    centrale o di bdT.
  • (c) e (d) sono i principali fattori che
    determinano il livello dei prezzi. (1) Un aumento
    delle attività della banca centrale (in forma di
    anticipazioni di c/c, di investimenti in titoli
    di stato e altri, in anticipazioni ai clienti e
    portafoglio, in oro) aumenta il danaro in cassa,
    stimola nuovo credito, spinge al rialzo i prezzi.
    (2) I bdT posseduti dalle banche dipendono da
    scelte del Tesoro sullentità delle sue spese
    rispetto alle entrate e sul modo di finanziare le
    spese.
  • La capacità delle banche di creare credito è
    regolata dalle operazioni di banca centrale e
    Tesoro. Il Tesoro può regolare il tasso
    dinteresse per orientare latteggiamento del
    pubblico nei confronti del debito statale la
    banca centrale può variare lentità degli
    investimenti e delle riserve con operazioni di
    mercato aperto e quelle di anticipazioni e
    portafoglio con il tasso di sconto

38
Critica della restaurazione monetaria e rapporto
tra risparmio e investimenti
  • Le conseguenze economiche di Mr. Churchill
  • Lelaborazione del Trattato sulla moneta
    approfondire la dinamica del livello dei prezzi
    oltre la formulazione quantitativa della Riforma
    monetaria. Il risultato è un lavoro che è rivolto
    in parte al passato (marshalliano) e in parte
    anticipa la Teoria generale.
  • Al passato rimandano (a) la neutralità della
    moneta. Cambiamenti delle variabili finanziarie
    non influiscono sulle posizioni di lungo termine
    delle variabili reali tuttavia lanalisi
    concretamente sviluppata rivela grande realismo
    (b) lassunzione che esista un livello di piena
    occupazione della produzione complessiva e che
    gli scostamenti dipendano da disturbi monetari
    che agiscono attraverso variazioni di prezzo. Ma
    anche in questo caso Keynes in pratica tiene
    conto di variazioni di prezzo e di produzione,
    pur assumendo che la tendenza anche di breve
    periodo fosse al ritorno alla piena occupazione.
  • Nuovo e vecchio si mescolano (c) Impegno
    nellindividuare le specificità di comportamento
    delle diverse componenti della liquidità forte
    connotazione qualitativa dellanalisi del
    cambiamento della quantità di moneta e dei
    prezzi. (d) Sviluppo della contabilità sociale
    attraverso aggregati che confluiranno nelle
    elaborazioni degli anni 1930 e apriranno la via
    alla possibilità di unanalisi dinamica anziché
    alla statica comparata dei neoclassici.
  • Centrale il rapporto tra risparmio e
    investimento non corrispondono necessariamente
    nel breve periodo. La sproporzione determina
    lalternanza di boom e crisi. Cruciale il tasso
    dinteresse a lungo termine.
  • Bisogna assicurare la rispondenza tra il livello
    dei redditi e quello della spesa per beni di
    consumo se la quota di reddito destinata ai
    consumi è diversa dalla quota dei beni di consumo
    sul totale della produzione, cambierà il livello
    dei profitti rispetto a quello considerato di
    equilibrio. Ne deriveranno cambiamenti nel
    livello degli investimenti e una modifica della
    composizione della produzione come risposta ai
    segnali di mercato. Ne conseguono cambiamenti di
    produzione e occupazione nel breve periodo a cui
    seguiranno cambiamenti dei prezzi.
  • Costruzione di un articolato modello del sistema
    finanziario e di uno del settore esterno
    delleconomia. Classificazione dei tipi di
    inflazione e deflazione sulla base dellorigine.
  • Compaiono lalternativa fra preferenza per la
    liquidità e impiego in titoli e le aspettative
    come determinante del comportamento economico.

39
Innovazioni sul tasso di interesse
  • Distinzione fra tasso dinteresse naturale e
    tasso di mercato (come in Marshall e Wicksell).
    Il tasso naturale è quello di equilibrio in cui
    il risparmio e gli impieghi del capitale si
    bilanciavano e non agivano forze che
    modificassero i prezzi. Il tasso di mercato
    influenzava invece le decisioni dinvestimento
    degli uomini daffari e risultava dalle
    preferenze del pubblico sulle forme in cui tenere
    le proprie attività (contanti, depositi a
    risparmio, titoli). Degli scarti fra i due tassi
    dinteresse producono pressioni inflazioniste o
    deflazioniste nel sistema secondo che i beni
    capitali paiano a buon mercato o costosi in
    relazione al prezzo dei titoli.
  • Lenfasi posta sul tasso a lungo termine si
    accompagna a una minore attenzione per le
    variazioni a breve termine del tasso dinteresse
    Keynes è ormai convinto che il volume
    dellinvestimento in capitale di esercizio è
    relativamente insensibile a cambiamenti nel tasso
    dinteresse a breve.
  • Data limportanza generalmente attribuita al
    tasso di sconto (anche come strumento di politica
    monetaria) Keynes deve spiegare come cambiamenti
    nel tasso a breve termine (molto variabile)
    influiscano su quello a lungo termine,
    tendenzialmente stabile. Sviluppa una teoria
    della struttura a termine dei tassi dinteresse
    che si richiama alle attese che impediscono la
    flessibilità a breve del cambio a lungo termine.
  • Keynes distingue accuratamente tra crediti
    destinati a impieghi diversi anziché riferirsi a
    una nozione unitaria del credito.

40
Nuovi compiti della politica monetaria in
relazione a investimenti e cambi
  • La politica monetaria può non essere strumento
    adeguato per provocare la riduzione dei redditi,
    Keynes osserva quando distingue fra inflazione e
    deflazione del reddito o dei profitti. Infatti la
    politica monetaria ha un effetto indiretto che
    agisce attraverso laumento della disoccupazione
    sulla contrattazione dei salari monetari.
  • Corregge La riforma monetaria e dichiara che uno
    standard internazionale di valore è desiderabile.
    Analizza estensivamente vantaggi e svantaggi di
    tale standard. Ma ritiene sia importante,
    soprattutto per i finanziamenti internazionali.
    Raccomanda uno standard che rappresenti un
    progresso rispetto al gold standard. La
    soluzione riecheggia quello dello standard
    tabulare proposto da Irving Fisher. Esso sarebbe
    stato gestito da una banca centrale
    internazionale, impegnata a mantenerne stabile il
    valore in termini di prezzo di 60 merci che
    entrano nella composizione del commercio
    internazionale. Erano previste forme di
    salvaguardia dellautonomia di politica monetaria
    degli stati aderenti in particolare era ammessa
    la fluttuazione delle valute attorno a una parità
    di cambio fissa.
  • La soluzione creava difficoltà ai paesi che
    fossero aperti alla circolazione internazionale
    dei capitali i cui salari di efficienza (i salari
    monetari in relazione alla produttività)
    risultassero troppo alti per consentire la piena
    occupazione, dato il livello esistente dei tassi
    di interesse, benché questi potessero risultare
    adeguati per il sistema nel suo complesso. Le
    autorità monetarie non potevano utilizzare la
    politica monetaria per mantenere loccupazione
    per evitare lesportazione di capitali in seguito
    alla riduzione del tasso dinteresse e la perdita
    di valute e riserve che poteva mettere in
    pericolo ladesione allo schema internazionale.
    Meglio non ridurre i salari monetari, processo
    lungo, socialmente negativo. Meglio finanziare
    lavori pubblici e programmi dinvestimento con
    unadeguata politica del credito per accrescere
    il fabbisogno di lavoro innalzandolo a livello
    compatibile con il tasso dinteresse esistente.
    Questo è un caso speciale. In generale la
    politica monetaria, concentrandosi sullinteresse
    a lungo termine e sulla fornitura di credito alle
    esigenze variabili delleconomia, forniva lo
    strumento adeguato per la gestione del sistema
    economico.

41
Bilancio statale e occupazione. Il
moltiplicatore.
  • La questione dellalto livello della
    disoccupazione diventa particolarmente rilevante
    in Gran Bretagna nella seconda metà degli anni
    1920. E un tema ricorrente delle battaglie
    elettorali. Segnala difficoltà strutturali del
    sistema produttivo britannico (a) alta incidenza
    di settori produttivi vecchi e poco competitivi
    che richiederebbero profonde ristrutturazioni,
    rendono poco e non sono in grado di realizzare
    gli investimenti necessari per la
    riqualificazione (b) penalizzazione
    delleconomia in conseguenza del livello di
    cambio troppo alto della dopo la restaurazione
    della convertibilità.
  • La disoccupazione è affrontata con la dole a
    carico del bilancio statale. Emerge lopportunità
    di cercare un rimedio con programmi di lavori
    pubblici (D. Lloyd George, 1924, 1929). Il Tesoro
    si oppone appellandosi allesigenza di limitare
    la spesa statale e evitare il deficit. La spesa
    pubblica sarebbe alternativa, non aggiuntiva,
    rispetto a quella privata.
  • Richard Kahn, The relation of home investment to
    unemployment, Economic Journal, giugno 1931
    base teorica per difendere lutilità economica di
    un programma di lavori pubblici e stimolo per
    Keynes.

42
La Teoria generale posizioni che rompono con la
tradizionale economia neoclassica
  • Il testo riguarda produzione e occupazione più
    che i prezzi.
  • Lincertezza prende un grande rilievo definita
    in relazione alla mancanza di ogni base
    scientifica su cui formulare una qualsiasi
    probabilità calcolabile.
  • In un mondo incerto che si modifica nel tempo la
    moneta gioca un ruolo particolare, normalmente
    ignorato nelle analisi di statica comparata. Chi
    è in condizioni di incertezza preferisce la
    liquidità. Perciò quando lincertezza sul futuro
    domina, varia la domanda di moneta.
  • Data lincertezza, alcuni prezzi possono
    risultare vischiosi sul breve periodo e le
    reazioni del sistema economico a disturbi di
    breve periodo possono comportare cambiamenti nel
    volume di produzione e occupazione.
  • La moneta non è neutrale non è vero che
    cambiamenti della sua quantità non hanno effetto
    sulla posizione di equilibrio delle variabili
    reali.
  • E falsa lassunzione che il sistema economico
    tenda automaticamente al pieno impiego il
    sistema economico può essere stabile anche senza
    pieno impiego.
  • La teoria è generale integra quelle tradizionali
    dei prezzi relativi e della moneta.

43
Consumo e investimento
  • Le decisioni di produrre, investire o conservare
    liquidità dipendono dalle aspettative in un
    futuro incerto. La prima conseguenza riguarda la
    relazione consumo-reddito, affrontata da Keynes
    discutendo di variazioni del tasso dinteresse e
    del risparmio. Sul breve periodo cambiamenti nei
    consumi dipendono fondamentalmente da cambiamenti
    nel reddito. Nella presentazione della
    propensione al consumo sottolinea soprattutto
    gli aspetti psicologici della relazione,
    lasciando in secondo piano la più articolata
    valutazione dei fattori che la determinano e la
    fanno variare nel tempo. Assume che con la
    crescita del reddito la quota consumata tenda a
    crescere in misura più limitata. Si apre la
    possibilità, in un futuro prossimo, di
    ridimensionare le preoccupazioni economiche e
    raggiungere la felicità.
  • Se la produzione è elastica (cioè leconomia non
    utilizza pienamente i fattori di cui dispone)
    degli aumenti di investimenti sotto forma di
    spese per lavori pubblici portano a unespansione
    del reddito, finché nella nuova situazione,
    limporto risparmiato sul reddito aggiuntivo
    avrebbe bilanciato il nuovo investimento.
    Lincremento del reddito sarebbe stato un
    multiplo gt 1 dellinvestimento aggiuntivo finché
    lintero incremento del reddito non fosse
    risparmiato. La grandezza del moltiplicatore
    dipende dalla propensione a consumare gli
    incrementi marginali del reddito.

44
La scelta di investire
  • Le decisioni di investire sono fortemente
    condizionate dalle aspettative. La scelta di
    aumentare il capitale investito dipende dal
    confronto tra i ricavi attesi dallacquisizione
    ora di un attivo per produrre un flusso futuro
    di produzione, e i costi attuali dellattivo. I
    ricavi attesi dipendono da fattori come il
    livello futuro della domanda, i costi di
    produzione futuri dellimpresa che investe e
    quelli dei suoi concorrenti, che potrebbero usare
    tecnologie più nuove o acquistare ciò che occorre
    per la produzione (inputs) a prezzi futuri
    diversi. I costi di ogni investimento sono noti,
    ma possono cambiare nel breve periodo se cambia
    il livello della domanda per beni dinvestimento.
    Poiché ci si attende che il ricavo di un
    investimento si distribuisca nel futuro su più
    anni, mentre i costi sono noti, deve esserci un
    tasso di sconto che rende confrontabili ricavi e
    costi. Keynes lo definisce efficienza marginale
    del capitale. Ritiene che gli uomini daffari
    effettuino i loro investimenti in nuovi beni
    capitali se lefficienza marginale del capitale
    è al costo dei fondi necessari per realizzare
    linvestimento, cioè al tasso dinteresse.

45
Il tasso dinteresse
  • Keynes affronta prima la questione delle ragioni
    per cui si intende tenere denaro liquido, che non
    comporta interesse. Distingue una casistica (a)
    esigenza di compiere transazioni conciliando
    esigenze di spesa quotidiana con afflusso
    periodico del reddito (b) precauzione (c)
    speculazione. Questultima gioca un ruolo
    cruciale nella determinazione del tasso
    dinteresse. Il ragionamento è sviluppato facendo
    2 semplificazioni.
  • (1) La domanda di moneta derivante da (a) e (b)
    ha caratteri simili ed è prevalentemente una
    funzione del livello del reddito.
  • (2) Si deve distinguere solo tra moneta e titoli
    a lungo termine. Altri titoli sono assimilabili
    alla moneta, oppure, se si tratta di azioni, sono
    assimilabili a capitale.
  • Date le aspettative dei detentori di titoli, il
    tasso dinteresse deve adattarsi per fare sì che
    tutto il danaro non assorbito per le ragioni (a)
    e (b) venga richiesto dal pubblico. Le attese
    hanno una forte componente convenzionale, per cui
    le politiche ufficiali intese a modificare il
    tasso dinteresse modificando la quantità di
    moneta potrebbero risultare poco efficaci,
    perché, se il tasso si è scostato dal tasso
    convenzionale, la forte attesa che vi si avvicini
    in futuro, significa che i detentori di titoli
    assorbiranno laumento di moneta per (c).
  • La dipendenza della domanda di moneta dal livello
    del reddito e quindi limplicazione che
    cambiamenti nel livello del reddito influiscano
    sul tasso dinteresse entro i limiti fissati
    dalle aspettative, significa che ogni variabile
    del sistema è determinata dalla sua interazione
    con le altre.

46
Ulteriori argomenti della Teoria generale
  • Nella Teoria generale Keynes inserisce anche
    discussioni
  • (1) sulla determinazione dei prezzi sulla base
    della funzione di offerta di diversi componenti
    della produzione
  • (2) sugli effetti di cambiamenti dei salari
    monetari sui prezzi e sulloccupazione
  • (3) sul ciclo
  • (4) sulle proprietà fondamentali della moneta
  • (5) sulle implicazioni della teoria per il futuro
    della società capitalistica
  • (6) sui precursori delle sue idee.
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