Nessun titolo diapositiva - PowerPoint PPT Presentation

1 / 34
About This Presentation
Title:

Nessun titolo diapositiva

Description:

Title: Nessun titolo diapositiva Author: Laura Last modified by: la pala Created Date: 11/4/1999 12:03:29 AM Document presentation format: A4 (21x29,7 cm) – PowerPoint PPT presentation

Number of Views:32
Avg rating:3.0/5.0
Slides: 35
Provided by: Laur4165
Category:

less

Transcript and Presenter's Notes

Title: Nessun titolo diapositiva


1
LArte nella riabilitazione psichiatrica
Laura Palagini Cinema, fotografia,
televisione I Anno Corso di Laurea in Terapia
Occupazionale Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Pisa
2
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia
Fotografare è trattenere il respiro quando tutte
le nostre facoltà di percezione convergono
davanti alla realtà che fugge in quellistante
la cattura dellimmagine si rivela un grande
piacere fisico e intellettualefotografare è
mettere sulla stessa linea di mira la testa,
locchio, il cuore..è un modo di capire che non
differisce dalle altre forme di espressione
visuale  Henri Cartier-Bresson
3
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia
La fotografia ha dato alluomo la possibilità di
salvare lessere mediante lapparenza..la
possibilità cioè di trasportare nello spazio e
nel tempo limmagine delle persone e delle
cose Paul Valery 1934
4
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Nel 1822 J Niepce scoprì che il bitume di Giudea
era sensibile alla luce e lo utilizzò per
produrre delle copie di una incisione del
cardinale di Reims, Georges d'Amboise. Il bitume
di Giudea è un tipo di asfalto che una volta
esposto alla luce indurisce. Niepce cosparse una
lastra di peltro con questa sostanza e vi
sovrappose l'incisione del cardinale. Dove la
luce riuscì a raggiungere la lastra di peltro
attraverso le zone chiare dell'incisione,
sensibilizzò il bitume, che indurendosi non poté
essere eliminato dal successivo lavaggio con olio
di lavanda. La superficie rimasta scoperta venne
scavata con dell'acquaforte e la lastra finale
poté essere utilizzata per la stampa. Nacque l
eliografia
Cardinale Georges d'AmboiseA sinistra
l'incisione originale del 1650, a destra la copia
in eliografia del 1826 di Niepce
5
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Nel 1827, Claude Niepce incontrò a Parigi Louis
Jacques Mandé Daguerre che era un pittore
parigino conosciuto per aver realizzato il
diorama, un teatro che presentava grandi quadri e
giochi di luce, per cui Daguerre utilizzava la
camera oscura. A Londra Niepce presentò
l'eliografia alla Royal Society, che non accettò
la comunicazione perché Niepce non volle rivelare
tutto il procedimento. Tornò a Parigi e si mise
in contatto con Daguerre, con il quale concluse
nel dicembre 1829 un contratto valido dieci anni
per continuare le ricerche in comune. Dopo
quattro anni, nel 1833, Niepce morì senza aver
potuto pubblicare il suo procedimento che nel
frattempo si era perfezionato con luso del rame,
del ioduro dargento e la camera oscura. Daguerre
modificò il contratto e impose il nome
dell'invenzione in dagherrotipia, anche se
mantenne il contributo di Joseph Niepce.
Natura morta, dagherrotipo del 1837, ad opera di
Louis Daguerre
6
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Le prime fotografie destarono subito l'interesse
e la meraviglia per la fedeltà dell'immagine e di
come si potesse distinguere ogni minimo
particolare, così che alcuni pensarono al
fallimento della pittura o una drastica riduzione
della sua pratica. Le foto della fine del XIX
secolo sono dei veri e propri ritratti in posa in
cui ogni persona è lievemente voltata di tre
quarti ed è totalmente rigida. Nelle foto più
antiche lo scenario della foto è sempre
accuratamente costruito. Ogni scatto, non
certamente molto frequente, costituiva una
importante documentazione e pertanto meritava
grande cura nell'impostazione.
7
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Dal 1890 fino al 1910 le pose delle foto in
studio sono ancora statiche ma la fotografia, nei
primi del '900, comincia anche ad  affermarsi
come innovativo mezzo di comunicazione.
Contemporaneamente ai ritratti vengono infatti
scattate fotografie di paesaggi, di guerre e
scene di vita quotidiana. Si sviluppa il concetto
di documentazione fotografica degli oggetti di
pregio artistico e storico e nascono gli archivi
di documentazione fotografica dei beni.
8
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Secondo la concezione dell'epoca, i ritratti
dagherrotipici in una famiglia aristocratica
venivano associati alla figura femminile, perché
di basso costo e più veloci nell'esecuzione,
mentre i ritratti a olio andavano al figlio
maschio primogenito, che aveva il compito di
proseguire la stirpe con il proprio cognome. Il
pregio maggiore della fotografia nella concezione
dell'epoca, consisteva nel suo straordinario
potere di mimesi  i prodotti della
dagherrotipia, in cui alla ricchezza dei
particolari si aggiungeva una straordinaria e
puntuale definizione dei canoni, erano specchio
fedele della natura.
9
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
La fotografi si proponeva allora vari
ruoli -riprodurre immagini esistenti -sostitutiv
o ritrattistica domestica -congelamento di un
tempo, e delle attività delluomo -catalogare
luoghi, razze, fenomeni sociali
10
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Sotto il punto di vista artistico, la fotografia
diviene un nuovo mezzo espressivo, che inizia a
sfruttare maggiormente i vantaggi
dell'immediatezza e della fedeltà alla realtà.
Nel 1858 l'immagine Fading away di Henry Peach
Robinson, raffigurante una giovane ragazza sul
letto di morte circondata dai suoi parenti, venne
criticata a causa del soggetto drammatico,
ritenuto non opportuno per un'immagine
fotografica, considerata ancora solo uno
strumento per documentare la realtà e non per
interpretarla artisticamente. Se da un lato la
fotografia si adoperò per imitare la pittura,
quest'ultima utilizzò sempre più frequentemente
il dettaglio prodotto dalle fotografie come
studio per la realizzazione dei quadri.
11
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Nel 1866 Peter Henry Emerson dichiarò la
fotografia arte pittorica, anche se in seguito
ritrattò dichiarando che la fotografia era
inferiore alla pittura. Nonostante questo, la
fotografia pittorica o pittorialismo conquistò
diversi circoli fotografici. L'inizio del nuovo
secolo vide la negazione della fotografia come
imitazione della pittura. Il nuovo corso
propendeva verso la fotografia pura, diretta,
come strumento estetico fine a se stesso. I
fotografi scesero in strada e le nuove immagini
ritraevano cantieri, metropoli, cieli drammatici,
alla ricerca della forma pura o ripetuta,
astratta, estetica comune al cubismo e ai nuovi
movimenti artistici derivati.
Stairway di Aleksandr Rodchenko, 1930
12
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Cenni storici
Dadaisti, surrealisti e costruttivisti
scopriranno che la fotografia non era solo un
occhio preciso costituito da un obiettivo e
diaframma, ma anche camera oscura e schermo
sensibile. Ciò significava poter manipolare le
immagini dando largo spazio al caso e quindi
all'imprevisto all'inconscio e al non senso. Con
la sperimentazione e il collage essi
contribuirono a rivoluzionare il concetto di arte
che arriverà alle estreme conseguenze con il
concettualismo degli anni sessanta e settanta.
13
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Considerazioni sul linguaggio
Con il progredire delle tecniche fotografiche è
possibile individuare per mezzo dell'apparecchio
fotografico, fenomeni che sfuggono alla
percezione o alla ricezione del nostro strumento
ottico, l'occhio. L'apparecchio fotografico è
perciò in grado di perfezionare e in particolare
di integrare il nostro strumento visivo Il
segreto delle immagini "scorrette"  viste
dall'alto, dal basso, di scorcio, risiede nel
fatto che l'apparecchio fotografico riproduce la
pura immagine ottica, mostrando così le
distinzioni, le deformazioni, gli scorci ecc.
otticamente reali, mentre il nostro occhio
integra l'immagine ottica con la nostra
esperienza intellettuale, mediante legami
associativi formali e spaziali, in un immagine
concettuale. G. Chiesa 1980
14
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Considerazioni sul linguaggio
Con l'arte Concettuale, la fotografia si stacca
da ogni legame con la realtà pittorica per
acquisire gradatamente un linguaggio suo, non
legato a tecniche particolari, ma che abbia in sé
dei valori indiscutibili dal punto di vista
concettuale. Il linguaggio figurativo e il segno
grafico sono entrambi elementi di comunicazione
ma con caratteristiche specifiche autonome. La
comunicazione figurativa fotografica si riferisce
sempre e soltanto ad una realtà specifica che può
anche essere radicalmente trasformata ma che
comunque esiste all'origine della fotografia
G. Chiesa 1980
15
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Considerazioni sul linguaggio
La percezione fotografica impiega alcune
fondamentali convenzioni che derivano dalla
nostra esperienza di osservatori della realtà.
Tali convenzioni tendono a stabilire relazioni
tra i fenomeni abituali della visione e le
reazioni che proviamo davanti alla fotografia. La
lettura dell'immagine è anche condizionata da
convenzioni sociali e culturali (prospettiva,
educazione della percezione...), dalla
personalità e dalle esperienze individuali di chi
osserva. Se consideriamo che nemmeno la realtà
ha un significato obbligatorio, La fotografia
può essere letta - per ciò che rappresenta
l'immagine (livello denotativo) - per quello
che l'immagine significa (livello connotativo).
16
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Considerazioni sul linguaggio
Questo ultimo tipo di lettura deve essere
imparato perché non viene oggettivamente
raffigurato ma viene istituito dalla tradizione
culturale e dai meccanismi psicologici della
percezione individuale. Un'immagine pur possiede
un evidente significato primario di realtà
raffigurata, è proprio suscitando reazioni
emotive, stimolando associazioni, richiamando
attenzione, che l'immagine rivela il suo intero
potenziale di elemento di comunicazione. In
questo senso la fotografia non è affatto un
sistema oggettivo di comunicazione, in quanto
ogni lettore può scorgervi dei significati che
sono conseguenza del contesto in cui è collocata,
della formazione culturale dell'osservatore, del
suo patrimonio di esperienze e di
conoscenze... L'aspetto forse più rilevante
della comunicazione visiva è l'induzione di
significati che superano la forma di
presentazione primaria.
17
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Considerazioni sul linguaggio
Per leggere una fotografia bisogna porgere
attenzione ad -contesti -forme -contenuti
18
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Vi sono molte ragioni per ritenere la fotografia,
insieme alle altre forme di espressione artistica
già ampiamente utilizzate in contesti terapeutici
o educativi, possa essere un valido strumento per
approfondire la conoscenza del sè D. Ronchi 1998
19
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Anni 1940. J.L.Moreno e C.Rogers si sono
interessati allimpiego terapeutico della
fotografia Bisogna però aspettare gli anni 1960
perché appaiano studi sistematici sulla sua
applicazione in terapia. Cornelison e Arsenian
pubblicano i primi risultati di uno studio su 16
pazienti schizofrenici. Il metodo terapeutico fu
chiamato esperienza di sé, ed hanno proceduto
scattando con la polaroid una foto ai pazienti,
mostrandogliela e discutendone con loro. Gli
autori registrarono una forte partecipazione
emotiva dei soggetti nella discussione di ciò che
vedevano di loro stessi e un miglioramento del
quadro psicotico in metà dei soggetti
20
LArte nella riabilitazione psichiatrica
Applicazioni in ambito psichiatrico
Lutilizzo della fotografia in psicoterapia da
allora - 1967. Von Gerhild Staabs- Anni '70.
Kohut- 1973. S.Jennings- 1974. Fryrear, Nuell,
Ridley- 1976. Wolkan- 1977.Ziller, Smith-
1977. Kaslow e Friedman- 1977, Fryrear- 1978
Rober- Anni '80. Fryrear e Corbit- 1980.
Ehrlich Tomkiewic- 1981. Hogan- 1984.
Hunsberger- 1985. D.T.Wessels- 1986 Walker-
1987 Paniagua Saee
- 1989 L.Hall e S.Lloyd- 1995.Arntzen Westa-
1996. Castelnuovo-Tedesco- 1999. Novey- 1999.
L.Milligan - 1971-72. Fanti - 1984. Peluffo
21
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Le fotografie una tecnica micropsicoanalitica
applicata in psicoterapia.
Nella pratica micropsicoanalitica, il lavoro in
profondità, cioè quello che raggiunge le basi
energetiche e pulsionali dell'uomo, si ottiene
con la tecnica della seduta giornaliera, di molte
ore consecutive, e con i seguenti supporti
tecnici --studio delle fotografie- studio
della corrispondenza- studio dei disegni dei
luoghi di abitazione- studio dell'albero
genealogico - studio delle registrazioni di
alcune sedute. Peluffo 1984
22
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
E l'insieme di queste rappresentazioni-affetti e
delle loro interazioni filogenetiche e
ontogenetiche che definisce l'Immagine, così come
la si intende in micropsicoanalisi. La
descrizione dettagliata, per mezzo di lenti
elettriche ad ingrandimenti progressivi, delle
fotografie personali e di famiglia, recenti e
passate, permette di assimilare e di
ri-introiettare la propria persona, dalla
nascita. Inoltre dà la possibilità di assimilare
e di ri-introiettare i personaggi della propria
vita madre, padre, fratelli, sorelle, nonni, avi,
etc .... Questo lavoro di impregnazione
fotografica favorisce il rivissuto delle
rappresentazioni-affetti della vita infantile
Peluffo 1984
23
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Negli anni 80, un lavoro di Courtit-Codoni
svolto presso lUniversità di Besancon illustra
il trattamento di pazienti psicotici
ospedalizzati secondo quello che oggi chiamiamo
modello integrato psicoterapeutico, con
limpiego di tecniche attive e terapia
farmacologica. In quelloccasione fu applicata
la tecnica dello studio delle fotografie secondo
il modello della micropsicoanalisi.
24
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Nel periodo 1989-1994 questa tecnica è stata
applicata presso il Dipartimento di Salute
Mentale di Frosinone. Le sedute si svolgevano
con cadenza bisettimanale della durata di circa 1
ora. I soggetti inclusi nello studio
furono -soggetti che, nel corso dei primi
incontri, avevano fatto spontaneo riferimento a
materiale fotografico indipendentemente
dallorientamento diagnostico-soggetti che
avevano già effettuato trattamenti
psicoterapeutici e che presentavano una ripresa
della sintomatologia-situazioni borderline o
psicosi emergenti-casi in cui il materiale
evocativo è scarso e la prepotenza dellimmagine
può rappresentare un aggancio percettivo al dato
di realtà.     
Marzi 2004
25
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
7 pazienti che hanno seguito il trattamento hanno
raggiunto una buona stabilizzazione rispetto ai
sintomi portati al momento dellaccoglienza e
migliore compliance con la struttura.In
particolare i due pazienti con diagnosi di
psicosi non hanno subito ospedalizzazioni nei 5
anni successivi e, pur avendo presentato nuove
crisi, si sono avvalsi del trattamento
ambulatoriale avendo raggiunto una buona critica
delle loro condizioni. I dati di
quellesperienza, dunque, permettevano di
sostenere che la psicoterapia con lo specifico
supporto tecnico dello studio del materiale
fotografico secondo la micropsicoanalisi, per
quanto applicato su scala ridotta, può consentire
anche in istituzione degli assestamenti
soddisfacenti e costituire uno strumento di
intervento.
Marzi 2004
26
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
La fotografia rappresenta una via di accesso
privilegiata alle narrazioni del cliente e questo
perché in grado di essere, allo stesso tempo,
mezzo espressivo e linguaggio specifico dotato di
un proprio codice. Le foto rappresentano sempre
il risultato di un momento percettivo in quanto
metafora del modo che il cliente ha di percepire
il mondo del suo modo di essere, di
relazionarsi, di vedere quello che gli è intorno
(ciò che il mondo crede si aspetti da lui, ciò
che crede di poter offrire, ciò che ritiene avere
il diritto di ottenere o di dovere fare). Le
immagini, infatti, non ritraggono una
riproduzione fedele della realtà, in quanto la
percezione di questultima è soggetta
allinterpretazione dellosservatore. Ciò che
ritraggono è una selezione interpretativa di
essa, una reinvenzione. Non esiste una realtà
universale ed un unico modo di percepirla la
realtà è relativa alla percezione che ognuno ha
di essa e il suo significato è strettamente
personale, sociale e culturale. Rossi 1997
27
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Tale processo percettivo, di tipo visivo, avviene
sia nel caso in cui è il cliente a scattare la
foto, sia in fotografie in cui il cliente viene
fotografato, sia lavorando su foto scelte da lui
stesso per descriversi o per descrivere la
propria famiglia, i parenti, gli amici Nel
lavoro con la fotografia allinterno del setting
terapeutico, ciò che riveste importanza non è la
foto, e criterio che il cliente adotta nella
scelta delle immagini da portare o da scattare
allinterno del setting stesso. Questa traccia
del percepito ci offre la possibilità di operare
un lavoro di consapevolezza, di esplicitazione
dei rapporti di figura sfondo tra gli elementi
che la foto ritrae. Il terapeuta entra
nelluniverso razionale del racconto del cliente
e ne mette in evidenza le incongruenze ponendo
accenti e domande. Allinterno di questo
percorso, il terapeuta compie unoperazione di
facilitazione, di fiorire della memoria, del
racconto di sé da parte del cliente. Ad
interessare è ciò che la fotografia evoca nel
paziente. La fotografia diventa come un diario
che viene letto e verbalizzato dalla persona.
Rossi 1997
28
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Il lavoro si sviluppa in più fasi in un primo
momento, viene chiesto alla persona di disporre
le foto sul pavimento in modo casuale. Questo
tipo di disposizione consente una maggiore
plasticità sia perché il pavimento rappresenta
unarea ampia che offre la possibilità di
posizionare le immagini aldilà dei limiti
ristretti di un tavolo, sia perché permette al
cliente di creare dei percorsi, di muoversi tra
le fotografie dando vita a forme. Una volta
disposte le fotografie, ha inizio tra cliente e
terapeuta unoperazione di ricostruzione di senso
che passa attraverso una serie di domande che in
qualche modo esplicitino il motivo per cui sono
state disposte in quella particolare posizione e
quello che evocano il lui.
Rossi 1997
29
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Sono vari i livelli che posseggono una loro
valenza terapeutica allinterno del lavoro con le
fotografie. Ad esempio, può ricoprire notevole
importanza proprio il soggetto fotografato in
quanto in grado di rimandare a degli eventi. La
fotografia, è un momento, ma intorno a quel
momento sicuramente cè stato un evento, un
accadimento, un processo relazionale. Può essere
una modalità di lavoro anche andare a ricostruire
il movimento che non cè più nella foto, quello
precedente e quello successivo allistantanea. So
no associazioni, fantasie, in quanto non sappiamo
cosa è successo veramente nella realtà storica,
tuttavia, questo giocare con la propria storia è
molto probabile smuova il cliente e lo porti a
prendere in considerazione nuove cose, alcune
delle quali anche disconfermanti ciò che le
immagini rappresentano
Rossi 1997
30
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Studio condotto presso SEATT (Sezione Aperta per
il Trattamento Tossicodipendenti) del carcere di
Rimini. Obiettivo Può un sistema simbolico di
rappresentazione del reale quale è la fotografia
fungere da mezzo per operare su vari livelli di
consapevolezza, farsi tramite per delle
esperienze sullautopercezione, sullorientamento
spaziale e temporale, sul vissuto autobiografico?
La fotografia è stata usata in psicoterapia
esclusivamente come strumento narrativo
autobiografico, mentre in questa esperienza le
immagini vengono costruite nel corso di un
laboratorio con contenuti anche tecnici (luso
della macchina fotografica) per giungere,
manipolando materiali, alla reificazione di
contenuti spesso astratti, inerenti alla psiche
dellindividuo.
Ronchi 1998
31
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Gli esercizi Ecco ora alcuni degli esercizi
proposti per approfondire e sperimentare la
funzione sociale della fotografia in quanto
reiterazione della memoria affettiva e sostituto
oggettuale di realtà. l) Analizzare le immagini
ritraenti i membri della propria famiglia o delle
persone con cui sussiste un rapporto affettivo
chiedere il confronto tra lallora ed il presente
emotivo ed affettivo, chiedere di ricostruire in
sala pose la postura e latteggiamento mentale
che si aveva nellistante in cui è stato eseguito
il ritratto. 2) Nelle foto di gruppo, immaginare
ciascun membro come un punto di forza che attrae
e respinge gli altri, modificare le dinamiche di
gruppo ritraendo i partecipanti in diverse
configurazioni. Sin dai suoi albori la
fotografia ha assunto la funzione sociale di
reiterazione della memoria affettiva e di
mantenimento della identità familiare attraverso
il tramandarsi delle icone di famiglia.
Ronchi 1998
32
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Foto di famiglia Il percorso del
tossicodipendente è spesso caratterizzato dalla
rottura con il legame familiare e la ricerca di
una nuova identità sociale. Quando viene inserito
allinterno del contesto carcerario le foto che
ritraggono i momenti felici, le vacanze,
rappresentano, testimonianze di un determinato
status sociale, sintesi del proprio vissuto che
aiutano a ritrovare un legame con il proprio
nucleo di origine.La foto di gruppo congela
gerarchie del gruppo stesso, ti posiziona
allinterno di un contesto strutturato e ti
fornisce lidentità relazionale difficilmente
nel classico ritratto di famiglia patriarcale il
nonno non posa al centro. Si tratta semplicemente
di giocare con questi elementi creando
consapevolezza, in maniera che le scelte di stile
di vita, di appartenenza ad un gruppo, di
ritualità inerenti ai vari gruppi sia una scelta
meditata e consapevole. Il gioco delle maschere,
fotografia come conflitto tra ciò che si è e ciò
che si vorrebbe apparire, rapporta tra realtà e
sistemi di rappresentazione.
33
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
Altri esercizi 1) Interpretare liberamente se
stessi in sala pose, con la macchina fotografica
azionata da un timer e quindi in assenza di
fotografo. 2) Stampare un ingrandimento del
proprio viso e sviluppare una ulteriore seduta di
sala pose dove al posto della propria faccia si
utilizzerà la propria immagine o limmagine di
altri membri del gruppo. 3) Tramite lutilizzo
di oggetti di scena e o didascalie, operare dei
salti di contesto o di significato, modificando
il significato o luso di un oggetto o di una
immagine. Il ritratto è uno specchio
temporalmente sfalsato di fronte al quale sorge
immediata la riflessione su ciò che si era al
momento dello scatto e ciò che si è (o meglio,
come ci si percepisce). si pone quindi come
elemento per una vasta serie di riflessioni lio
idealizzato, la propria maschera, il tempo come
dimensione che separa lallora fotografico dal
presente, e quindi il cambiamento, lanalisi
della postura, lanalisi del processo fotografico
e di come questo, ben lungi dal documentare,
interpreti il reale secondo gli specifici del
mezzo
34
LArte nella riabilitazione psichiatrica
La fotografia Applicazioni in ambito
psichiatrico
La fotografia aiuta a pensare, intrecciare
storie, mettere in relazione indizi e trovare
nuovi significati alle cose. La fotografia aiuta
a ricordare, collegare eventi lontani, a guardare
oltre l'apparenza, a districarsi nel labirinto
dei segni.
Anna D'Elia, critica e storica dell'arte,
insegna Pedagogia dell'Arte presso l'Accademia di
Belle Arti di Bari.
Write a Comment
User Comments (0)
About PowerShow.com