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Il concetto di documento dal museo di capolavori alle raccolte digitali

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Il concetto di documento dal museo di capolavori alle raccolte digitali If everything is information, then being information is nothing special , M, Buckland ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Il concetto di documento dal museo di capolavori alle raccolte digitali


1
Il concetto di documento dal museo di capolavori
alle raccolte digitali
  • If everything is information, then being
    information is nothing special, M, Buckland, 1991

2
  • Per tutti noi, qui ed ora, questa è una delle
    immagini-simbolo del recente terremoto che ha
    devastato la mia regione, lEmilia. Ancora,
    sappiamo che si tratta di un monumento di epoca
    medievale (Torre dei Modenesi 1213) ridotto ad
    un rudere.

3
  • Ma per qualcuno - qualcosa, che venisse da un
    luogo, un tempo, dove non vi fosse la minima
    conoscenza di architetture, potrebbe essere
    qualsiasi cosa potrebbe pensare, il
    qualcuno-qualcosa, che sia un oggetto ideato e
    costruito in tal modo, e chiedersi quale ne sia
    lo scopo, facendo infinite ipotesi

4
  • Forse si verificherebbe quanto raccontato da Leo
    Szilard in Report on Grand Central Terminal,
    dove per i due esploratori dello spazio un bagno
    a pagamento, dopo lunghe elucubrazioni, risulta
    essere un tempio votivo.

5
  • Occorre che lalieno ignorante si impadronisca
    dei paradigmi concettuali necessari per
    attribuire alla Torre lo stesso insieme di
    significati, stratificati nel tempo, che ha per
    noi.
  • Entrare in un museo senza essersi chiesti che
    cosa sia, come nasca, perché, in base a quali
    criteri, se questi mutino nel tempo, è un po uno
    sbarco da una navicella..

6
  • Per cercare delle risposte a queste domande a suo
    tempo mi sembrò più efficace analizzare i musei
    archeologici. Perché?
  • I musei darte, almeno prima degli orinatoi, dei
    cavatappi e delle scatole di zuppa, che
    complicarono il tutto, sembrava non ponessero
    grandi problemi definitori luoghi preposti alla
    conservazione ed esaltazione di opere meritevoli
    di culto e/o memoria.

7
  • I musei antropologici, minerari, etnografici (che
    discendevano dalle Wunderkammern) , nati nel XIX
    secolo, erano corredo didattico delle cattedre
    equivalenti, laboratori funzionali
    allapprofondimento delle discipline. ..

8
  • E i musei archeologici?
  • Questi, come iniziarono a delinearsi nel XIX
    secolo, potevano definirsi ibridi accoglievano
    sia ciò che Ridi definisce documenti umani
    intenzionali e Gnoli nativi, sia ciò che può
    essere assimilato alla consueta antilope di
    Briet, che solo attraverso un processo di
    trasformazione epistemologica diviene documento.

9
  • Ancora, gli oggetti che, nelle raccolte private
    dei nobili e degli umanisti, erano solo opera
    darte, esempio di espressione delle categorie
    del Bello, modello per gli artisti, iniziano a
    divenire anche documenti, contaminandosi con gli
    altri reperti con cui devono relazionarsi.

10
  • Quindi?
  • Questo tipo di museo si allestisce come galleria
    progressiva di capolavori, oppure come
    organizzazione strutturata di fonti storiche?

11
  • Questo il fulcro del vivacissimo dibattito
    ottocentesco.
  • Discussione ancora ben viva, come ai tempi di
    Adriano Milani, Luigi Pigorini, Carlo Strozzi,
    Pasquale Villari

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  • Riccardo Ridi, in una delle tante mail precedenti
    a questo congresso, ci ha scritto
  • Francamente mi pare che non ci siamo mossi un
    granché dalla suddivisione kantiana tra noumeni
    e fenomeni. . come scrive Gomez Davila "i veri
    problemi non hanno soluzione, ma storia
  • Quindi, andiamo avanti con questa storia.

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  • Troppe le questioni da affrontare, di seguito
    solo una traccia.

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  • Questione tempo Nelson Goodman ci disse che la
    domanda su che cosa definisce tale un'opera
    d'arte, non sia tanto
  • che cosa, ma quando è opera d'arte
    un'opera d'arte è tale in certi momenti e non
    in altri .... Una pietra non è normalmente
    un'opera d'arte fin che sta in quel viale, ma lo
    può essere quando è messa in bella vista in un
    museo .
  • Nelson Goodman, Vedere e costruire il mondo,
    Milano, Bompiani, 1988, p. 67 e 79.

15
  • Questione luogo nel mio articolo uscito su
    Bibliotime nel 2009 usavo il concetto di potenza
    costitutiva dei luoghi, preso a prestito da
    Luciano Nanni, per indicare qualsiasi forma di
    contestualizzazione significante, che sostituisca
    la frase questo è unopera darte, un reperto
    archeologico, un documento

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  • Definizione di documento, su questo problema
    fiumi di inchiostro analogico e digitale, cito
    solo Latham, (Museum object as document, p. 59)
  • The very fact that an object has been entered in
    a collection, makes it a document. Additionaly,
    the consensus of a museum objects meaning
    changes over time and space.

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  • Ricordiamo ancora Briet che ci dice che
    lantilope catalogata è un documento primario
    (initial document), mentre gli altri documenti
    (disegni, acquerelli, foto..) sono secondari o
    derivati (secondary or derived) in ogni caso
    lantilope libera nella savana non è un
    documento.
  • Dunque per lantilope è il contesto che
    sostituisce la frase questo è un documento , e
    che lo rende tale.

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  • Gnoli dice, là dove non abbiamo documenti nativi
    è accettabile la potenza costitutiva del luogo
    (Rescigno) che compie la trasmutazione
    epistemologica (Ridi).
  • Ma, se ci troviamo di fronte a documenti umani
    intenzionali (Ridi) è colpa nostra (lalieno
    ignorante) non capirne lessenza documentaria,
    ed il contesto, il luogo, possono intensificare
    tale portato ontologico, ma non sono necessari né
    definitori.

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  • Il potere costitutivo del luogo-museo o del
    luogo-archivio, quando accolga ciò che non nasce
    come documento intenzionale, sembra superiore
    (Ridi), o diverso (Gnoli), a quello del
    luogo-museo darte, del luogo-archivio di
    documenti nativi, della biblioteca.
  • Perché è ontologicamente evidente che libri,
    films, fotografie, quadri, siano documenti.
  • Il non riconoscerlo, ci dice Gnoli, è problema
    che pertiene allosservatore che ignora, non
    alloggetto, che è.

20
(No Transcript)
21
  • Nel 1952 un pubblico pagante si recò ad ascoltare
    4 33 di silenzio, non-composizione di John
    Cage, amico del pittore Rauschenberg che, negli
    stessi anni, produceva (e vendeva) quadri
    bianchi. Altri vendevano scatole di zuppe, prima
    ancora qualcuno orinatoi e parti di biciclette,
    infine altri osò esporre, e vendere, i propri
    escrementi.

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  • Tutto questo con un enorme successo di critica e
    pubblico. Chi non vorrebbe in casa una Zuppa
    Campbells di Warhol o un Readymade di Duchamp
    per garantirsi una serena vecchiaia?

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  • Eppure, ancora funzionano le gags dove si
    ritraggono visitatori in estasi di fronte alla
    scopa dimenticata dalla donna delle pulizie in
    una sala di museo, o Alberto Sordi e la moglie
    stralunati fra le sale della Biennale del 78 se
    simili equivoci generano il riso, ci dice
    Pirandello, deve funzionare lavvertimento del
    contrario, sovvertimento del noto e del
    condiviso.

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  • Ancora, vere o leggende urbane che siano ,
    escono notizie come
  • Una dipendente dell'impresa di pulizie del museo
    d'arte di Dortmund ha distrutto parte di
    un'installazione artistica dello scultore tedesco
    Martin Kippenberger. L'inserviente, scrupolosa
    nel lavoro ma evidentemente a digiuno d'arte, ha
    fatto sparire il contenuto in gesso di una
    bacinella di gomma nera.................Al
    momento i periti stanno valutando i danni.
    (Repubblica)

25
  • Esiste una spaccatura tra gli introdotti al
    linguaggio dellarte, in grado di capire che
    lorinatoio di Duchamp è arte, e chi, lasciato
    fuori dal paradigma concettuale, pensa ci
    avessi pensato io a fare sta ca oggi sarei
    ricco!! Ovviamente, esiste chi, pur
    perfettamente informato, dissente

26
  • Per saper vedere unopera darte (come diceva
    Marangoni) , bisogna stringere un patto
    consensuale tra artista e fruitore.
  • Non solo devi sapere che stai andando ad un
    concerto, ma a quale tipo di concerto
  • Era così anche quando i senesi portavano in
    trionfo la Maestà di Duccio, solo che il patto
    era implicito e scontato, per i più.
  • Poi, però, sono arrivate le ruote di biciclette,
    i cavatappiTutto si è complicato .

27
  • Torniamo ai musei archeologici e alle scelte dei
    loro curatori.
  • Questo tipo di istituto, possiamo dire, scopre la
    trama e lordito del patto consensuale messo a
    nudo dallarte concettuale in poi.

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  • Ma perché preoccuparsi così tanto di che cosa ,
    e come, entra in un Museo?

29
  • Il museo è un luogo di trasmissione di cultura e
    produzione di consenso, con un grande potere
    evocativo, simbolico e politico.
  • Al capillare piano di riassetto e
    riqualificazione museale del dopo Unità, quindi,
    non parteciparono solo gli addetti al mestiere,
    ma tutta lintellighenzia italiana era una
    questione di massima importanza, bisognava fare
    lItalia.

30
  • Nel 2009 su Bibliotime scrivevo
  • nel momento stesso in cui qualcosa entra
    nel museo diventa, grazie a questo solo ingresso,
    oggetto di memoria. Il museo è luogo della
    fruizione presente che già preconizza quella
    futura, contesto significante in grado di
    attribuire a quanto in esso contenuto uno status
    di riconosciuta e condivisa autorevolezza,
    un'aura tipica di ciò che in sé racchiude fin dal
    suo apparire un messaggio ai posteri.

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  • E cera da fare LItalia (e gli taliani)

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  • Due furono le direttrici
  • - Musei destinati alle collezioni artistiche
    come monumenti di patrie memorie
  • Musei scientifici con destinazione didattica
    prevalente
  • Nel primo caso prevaleva lordinamento
    progressivo per capolavori, nel secondo
    lordinamento topografico per documenti.

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  • Paradigmatiche le vicende costitutive del
    Bargello
  • Marco Guastalla propose di farne un museo
    dedicato anche alla produzione quotidiana
    medievale, mentre gli altri ordinatori,
    Passerini, Strozzi, Gamurrini, vollero farne un
    museo di capolavori. Non solo fu bocciato il
    museo di storia e cultura materiali, ma persino
    la pubblicazione di una guida del Museo, poiché
    il percorso del genio italico non aveva alcun
    bisogno di spiegazioni.
  • (in P. Rescigno,Tra culto della memoria e
    scienza.. , pp. 98-99)

34
  • In questa temperie culturale i musei archeologici
    si staccarono dallesposizione cronologica dei
    capolavori in senso progressivo, in quanto
    prodotti di una disciplina a metà tra arte e
    scienza.

35
  • A Firenze fu determinante linsegnamento di
    Achille Gennarelli (Istituto di Studi Superiori)
    , che indirizzò gli alunni verso qualsiasi
    reperto in quanto documento.
  • Da qui, anche, una differente pratica di
    ordinamento dei musei diventava essenziale non
    scindere il nesso con il contesto dorigine.

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  • Venivano gettate ora le basi della nuova
    museologia (Pinna), del museo diffuso,
    dellEcomuseo

37
  • .Some informative objects, such as people and
    historic buildings, simply do not lend themselves
    to being collected, stored and retrieved. But
    physical relocation into a collection is not
    always necessary for continued access. Reference
    to objects in their existing location creates,
    in effect a virtual collection
  • (M. Buckland, Information as Thing, pp. 354 e
    356.)

38
  • Da tutti questi stimoli culturali nascono i
    musei archeologici contemporanei, che, se
    possibile, vengono istituiti in situ, costruendo
    il museo attorno al sito archeologico, non più
    prelevando il singolo oggetto e portandolo verso
    la capitale, il palazzo reale, il museo
    centrale.

39
  • In occasione del Museo Topografico dellEtruria,
    inaugurato nel 1898 , Milani scrisse fui a
    lungo incerto se doveva distribuire i monumenti
    per serie, attenendomi al sistema di Gamurrini,
    oppure seguire il sistema topografico del
    Gennarelli
  • Prevalse il Gamurrini siccome quello che
    contemperava le esigenze della scienza col senso
    del pubblico (in P. Rescigno, cit., p. 127)

40
  • Questa la temperie culturale che rese possibile
    la nascita di un museo autonomo in un piccolo
    centro come Fiesole, che non solo non cedette
    nulla dei suoi reperti alla vicinissima Firenze,
    ma istituì, nel 1873, una tassa per i visitatori
    degli scavi per provvedere con i proventi ai
    restauri, episodio preceduto solo dal biglietto
    dei musei napoletani e fiorentini diretti da
    Fiorelli (cfr. P. Rescigno, cit., p. 143)

41
  • Non mi soffermo sulle discussioni sorte attorno
    al piccolo museo fiesolano qui si misero insieme
    oggetti etruschi, romani, medievali, senza
    cernita selettiva per qualità, ma con
    lattenzione posta, invece, alla ricostruzione
    storica del territorio.

42
  • In verità i criteri di ordinamento continuarono
    ad oscillare fra museo di capolavori in senso
    progressivo e museo topografico, i tempi erano
    ancora molto acerbi.

43
  • Pietro Stefanelli, curatore, nel 1878 si
    dichiarò orgoglioso che la maggior parte degli
    aumenti della collezione si riferiscono a quella
    parte di Museo che deve starci maggiormente a
    cuore, cioè alla sezione degli oggetti tratti dal
    suolo fiesolano
  • (in P. Rescigno, cit., p. 154)

44
  • La vicenda di questo piccolo museo si concluse
    con un episodio che, a suo tempo, definii Il
    Marchese Albites e la fine dellantiquaria.
  • Il suddetto marchese, membro della Commissione
    Archeologica di Fiesole dal 1885, acquistò
    diversi oggetti sul mercato, per farne un museo a
    lui stesso intitolato .

45
  • In un primo tempo il Comune gli accordò il
    permesso di usare le sale del Palazzo Comunale
    per farvi il Museo Albites, tanto più che Milani
    aveva affermato (1913) che, poiché i pezzi del
    Marchese non avevano nulla a che fare con
    Fiesole, non dovessero inquinare il Museo
    Archeologico cittadino (ora in un nuovo edificio
    appositamente costruito da Ezio Cerpi ).

46
  • Nel 1915, invece, lo stesso Milani decise di
    integrare i pezzi acquistati dallAlbites nel
    museo del Cerpi troppo scarsi e frammentari i
    documenti da me ritrovati negli archivi di
    Fiesole per spiegare tale voltafaccia, del resto,
    consueto in un tempo ancora tanto indeciso tra
    sistemi e metodi.

47
  • Estremamente illuminanti, però, le parole di
    protesta del Marchese
  • Si permiseroio tentennante, di svaligiarmi
    degli oggetti che avevocon tanta pazienza
    riuniti, per confonderli senza alcun ordine fra i
    calcinacci dellAntico Teatro Romano!...Milani
    ha fatto del nuovo Museo un ripostiglio di
    avanzi dellAntico Teatro Romano, e così
    rendendolo un cumulo di scarico poco o nulla
    interessante per i visitatori. (in P. Rescigno,
    cit, p. 179)

48
  • Iniziava il nuovo secolo, finiva lantiquaria, si
    andava verso la nuova museologia.

49
  • Lordinamento del museo è una chiave di lettura
    di cui, spesso, i visitatori non hanno neppure la
    percezione. In genere si accettano accostamenti,
    esclusioni, riferimenti, come fossero naturali
    ed intrinseci agli oggetti stessi, non proiezioni
    di valutazioni fatte da persone, anche se ogni
    scelta, ogni inclusione ed esclusione denunciano
    una poetica, una intenzionalità più o meno
    cosciente, una epistemologia. .

50
  • Sarebbe molto più interessante la visita della
    Specola di Firenze se si sapesse di avere di
    fronte tra i più antichi esempi di tassidermia
    del mondo, e si potesse notare come la fisionomia
    dellippopotamo, come del leone medicei,
    malgrado si tratti di bestie vissute per anni in
    città (nel XVII secolo, vedi Il Museo di storia
    naturale dellUniversità degli studi di Firenze,
    p. 204 ), risenta ancora dei bestiari medievali,
    secondo il principio di permanenza
    delliconografia segnalatoci da Panofski.

51
  • Altrettanto non si esplicitano i criteri
    sottesi ai cataloghi. Eppure, come ricordammo a
    suo tempo con Ridi, il catalogo del museo,
    spesso, sostituisce la visita, oppure segue la
    visita, quasi mai è contemporaneo alla visita.
  • Eppure, ogni accostamento, ogni inclusione, od
    esclusione, determinano una poetica, danno vita
    ad interpretazioni, ne smontano altre.

52
  • Allestire una sala di lettura, costruire un
    repertorio, un catalogo di una biblioteca, ogni
    nostra scelta, o non scelta, ha un peso sui
    nostri utenti che, spesso, non considerano
    affatto che dietro agli scaffali, reali o
    virtuali, ci siamo noi.

53
  • E più la biblioteca sarà digitale, più essa
    coinciderà, di fatto, con il catalogo che ne
    faremo, sarà il catalogo, esisterà solo nel
    catalogo. E quegli incontri inaspettati, che
    chiamiamo esperienze di serendipity, saranno
    possibili, quando passeggeremo virtualmente tra i
    files dei nostri OPAC?

54
  • Quando la biblioteca dovesse essere solo, o in
    larga parte, il suo OPAC, saremo così bravi da
    costruire degli hardware e dei software
    sufficientemente flessibili da consentire agli
    utenti esperti, magari un po ribelli, gli
    innovatori insomma, di crearsi percorsi altri,
    tentare strade, fare passi verso qualcosa che noi
    non abbiamo saputo prevedere, ma abbiamo lasciato
    possibile che accadesse???

55
Waiting for the aliens
56
  • Grazie
  • Paola Rescigno, settembre 2012.
  • Paola.rescigno_at_unibo.it
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