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TH ATRON Lo spazio teatrale nel mondo antico La Grecia: origini e sviluppo dello spazio scenico Il teatro dal IV secolo in poi Il teatro di Megalopoli Il teatro a ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: TH


1
THÉATRONLo spazio teatrale nel mondo antico
2
La Greciaorigini e sviluppo dello spazio scenico
3
Il mondo greco e i principali teatri
dellantichità
4
La parola théatron, da cui deriva nelle lingue
moderne il termine teatro, compare per prima
volta nei testi letterari greci arrivati fino a
noi attorno al V secolo a. C. Si tratta di un
sostantivo derivato dal verbo theàomai, vedere,
che può designare sia il luogo adatto per
assistere ad uno spettacolo sia la collettività
degli spettatori che guardano quello spettacolo
(per cui un attore può dire, ad esempio, che si
sta rivolgendo al théatron). Il teatro come
forma darte drammatica nasce nel VI secolo a.C.
in Atene. Tuttavia, già nella società greca
arcaica a partire dallVIII secolo esistevano
forme di intrattenimento di lunga tradizione,
probabilmente micenee (danze, acrobati, giochi e
competizioni atletiche) che richiedevano
lindividuazione e la preparazione di spazi
adatti. I testi letterari e le testimonianze
iconografiche ci documentano primitive forme di
spettacolo nelle quali il pubblico tendeva a
disporsi a cerchio attorno ai performers. Ad
esempio nellOdissea (VIII 256 ss. siamo attorno
allVIII secolo a. C.) si narra della
preparazione ed esecuzione di una danza in onore
di Ulisse da parte dei Feaci. Ma su, voi che
siete i migliori danzatori Feaci, danzate,
perché lospite racconti ai suoi cari, Tornato
a casa, quanto siamo più bravi degli
altri Nellarte navale, e a correre, nella
danza e nel canto. () Tutti e nove si alzarono
gli arbitri scelti del popolo, che nelle gare
preparavano bene ogni cosa, spianarono un coro,
allargarono bene il campo di gara. Saccostò
laraldo recando la cetra sonora a Demodoco, ed
egli avanzò fino al centro. Lattorniavano Giova
ni nel primissimo fiore, esperti di
danze scandirono coi piedi la danza divina.
Ulisse guardava il balenare dei piedi e stupiva
nellanimo. Notiamo che il tratto di terreno che
viene spianato è definito choròn, la stessa
parola che in greco indica la danza e anche il
gruppo dei danzatori. Su di esso i giovani
eseguono le figure del ballo (orkhethmos. dalla
radice del verbo orkheisthai, danzare, da cui
deriva anche la parola orchestra, sul cui
significato teatrale torneremo più avanti).
5
Alcune rappresentazioni iconografiche assai
antiche, inoltre, ci mostrano situazioni in cui
gli spettatori di un evento spettacolare si
dispongono in modo da ottenere una visuale
dallalto verso il basso. In particolare, un
frammento di vaso ateniese del pittore Sofilo
(VII secolo a. C.) da cui è tratto il disegno qui
sotto, mostra il pubblico che assiste ad una gara
atletica disposto su una sorta di rudimentale
tribuna probabilmente eretta per loccasione. La
visione dallalto verso il basso sarà destinata
a restare una costante nella storia degli edifici
teatrali greci.
6
Ledificio teatrale è certamente uno dei prodotti
architettonici più caratteristici della civiltà
greca antica, una forma darte nella quale la
ricerca della perfezione geometrica e
dellarmonia formale raggiunge risultati
altissimi. Dalle città della Grecia continentale,
dove si origina, il teatro nel corso di quattro
secoli si diffonde a tutto il mondo colonizzato e
abitato da Greci, diventando un elemento di
prestigio dellarredo urbano, fino a raggiungere
in alcuni casi dimensioni imponenti, come quelle
del teatro di Pergamo.
Le rovine del grande teatro di Pergamo, in Asia
Minore (Turchia), realizzato durante il regno del
re Eumene I (197-159 a. C.)
7
Una delle più perfette e meglio conservate
realizzazioni del teatro greco di età classica è
rappresentata dal teatro di Epidauro,
nellArgolide, costruito allinterno di un grande
santuario dedicato al dio della medicina
Asclepio. Il teatro di Epidauro costituisce per
molti versi un modello della forma teatro,
caratterizzato da un finissimo studio della
struttura circolare e da una perfetta acustica,
tanto più stupefacente in quanto realizzata su
basi solamente empiriche.
Epidauro, visione aerea assiale del teatro,
costruito nel IV secolo a. C. La parte superiore
della cavea, aggiunta in epoca posteriore, è ben
distinguibile dallimpianto originale
8
Questa immagine del teatro di Epidauro, ripresa
dalla parte centrale superiore della cavea,
evidenzia linserimento della struttura teatrale
nello spazio naturale circostante. Al di là dello
spazio dellorchestra e degli edifici scenici di
cui restano solo le fondamenta, lo sguardo degli
spettatori poteva spaziare in lontananza sul
santuario e fino al monte Aracnèo, nella piena
luce del paesaggio greco. In quella piena luce si
svolgevano le rappresentazioni, senza alcun
concorso di illuminazione artificiale.
9
Ricostruzione del teatro di Epidauro con
indicazione dei principali elementi costitutivi
della struttura di un teatro greco della prima
età ellenistica
10
Il teatro di Epidauro ci offre una immagine dello
stadio di sviluppo cui le costruzioni teatrali
erano giunte nel IV secolo a.C., alle soglie
delletà cosiddetta ellenistica (che si suole far
cominciare con la morte di Alessandro Magno, nel
321 a. C.). A quellepoca i teatri erano già
diventati solidi edifici in pietra, ed avevano
raggiunto dimensioni cospicue. Le origini del
teatro tragico e comico risalgono però a circa un
secolo e mezzo prima, e tutta la grande fioritura
del teatro tragico e della commedia antica è
contenuta nellarco del V secolo a.C., una fase
in cui la produzione teatrale è fenomeno quasi
esclusivamente ateniese. E dunque nella città
di Atene e nei suoi dintorni che si devono
cercare le tracce della forma originaria dello
spazio teatrale. Questa ricerca, come vedremo,
risulta molto difficile per una complessa serie
di motivi, e abbiamo ragione di sospettare che il
teatro in cui misero in scena le loro opere i
grandi drammaturghi del V secolo fosse
sensibilmente diverso da quello che abbiamo
appena descritto.
11
Il teatro di Dioniso in Atene
Il teatro di Atene fu costruito, in epoca non
precisabile (fine VI secolo a.C.?) allinterno
del santuario di Dioniso Eleutereo, a sua volta
realizzato alle pendici meridionali dellAcropoli
nella seconda metà del VI secolo a.C. Larea del
teatro è stata oggetto di scavi accurati tra la
fine dellOttocento e i primi del Novecento, ad
opera degli archeologi tedeschi W. Dörpfeld e E.
Fiechter, che riportarono alla luce le rovine
oggi visibili.
Le rovine del Teatro di Dioniso, sul pendio sud
dellAcropoli, come appaiono oggi. Sullo sfondo a
destra si notano i resti del piccolo tempio di
Dioniso, preesistente al teatro (freccia verde) e
quelli di un altro tempio dello stesso dio, più
recente (freccia rossa)
12
Lorchestra e la parte inferiore della cavea del
teatro di Dioniso visti da NE. Da questa
immagine, come dalla precedente, si nota come il
pendio della collina fu in parte sbancato per far
posto alla struttura teatrale.
Particolare dellorchestra, che evidenzia la
pavimentazione intarsiata. Si notino anche la
fila dei sedili privilegiati (proedrie, indicate
dalla freccia rossa) e i gradini che davano
accesso alla zona rialzata su sui recitavano gli
attori (freccia verde).
13
Le rovine oggi visibili non corrispondono però
allaspetto originario del teatro, ma ad una
delle numerose ristrutturazioni di epoca
successiva, e precisamente a quella operata in
età imperiale romana (II secolo d. C.). A
quellepoca il teatro doveva apparire allincirca
come in questa ricostruzione virtuale.
Una parte dei resti appartiene ad una fase
precedente, quella dellepoca ellenistica (IV-I
secolo a.C.), durante la quale il teatro appariva
più o meno così (si noti la somiglianza con le
strutture ricostruite per il teatro di Epidauro).
Caratteristica di questa fase è la presenza di un
alto palco (chiamato logheion) sul quale
recitavano gli attori (freccia)
14
Ma qual era dunque laspetto originario del
teatro, o quanto meno quello del teatro in cui
furono messi in scena i drammi più antichi che
conosciamo, nella prima metà del V secolo a. C.?
Per cercare questa risposta, gli archeologi hanno
scavato al di sotto delle rovine ellenistiche e
romane, fino a trovare lo strato di roccia
originario della collina, a contatto del quale
dovevano trovarsi le strutture originarie. Il
risultato di questa ricerca è scarno e
problematico, ma di grande interesse.
Pianta delle rovine riportate alla luce dagli
scavi di Dörpfeld e Fiechter. Il solo elemento
che possa essere riportato con buona probabilità
al V secolo a. C. sono le sei pietre siglate SM1
e indicate dalla freccia, che si trovano a circa
un metro sotto il livello degli altri resti e
appaiono disposte secondo una linea curva che
disegna un arco appartenente ad un cerchio assai
grande.
15
Le sei pietre SM1 come appaiono oggi (Dörpfeld in
realtà ne trovò 7, ma una è sparita). Landamento
curvo delle pietre fece ipotizzare allarcheologo
tedesco che si trattasse dei resti di un grande
muro di sostegno, costruito per delimitare e
sostenere una vasta spianata circolare realizzata
con terreno di riporto. Sarebbe stata questa
lorchestra originaria del teatro ateniese.
Particolare delle pietre SM1
16
Se accettiamo lipotesi di Dörpfeld e
ricostruiamo la circonferenza dellorchestra
sulla base della curvatura del muro SM1, si vede
che lorchestra arcaica (molto grande, del
diametro di 20-25 m) si estendeva sulla zona dove
poi sorsero gli edifici scenici in pietra, che
dunque in origine non dovevano esserci o dovevano
essere molto semplici e leggeri, perché si
sarebbero trovati nei pressi del bordo del
riempimento. Si capisce anche che lorchestra
attualmente visibile è il risultato di un
arretramento rispetto alla posizione originaria,
effettuato in occasione di successive
ristrutturazioni del teatro.
Sezione che ricostruisce il pendio originario
della collina e il primo sbancamento del terreno.
In nero il muro di sostegno SM1, in grigio il
riporto di terreno che formava lorchestra
arcaica. I cerchi evidenziano la posizione
reciproca dellorchestra arcaica e di quella più
tarda
17
La ricostruzione di Dörpfeld, largamente
condivisa tra gli studiosi, parte dallidea che
nei teatri greci fin dalle origini la forma
dellorchestra sia sempre stata circolare. Le
ragioni principali di questo convincimento
sono 1. La naturalezza della disposizione
circolare del pubblico, che si riscontra in molte
forme di spettacolo popolare, come danze,
rappresentazioni ecc., e che è proseguita nella
tradizione popolare greca. 2. Lassoluta
prevalenza del modello circolare nei teatri dal
IV secolo a.C. in poi, che hanno orchestre o
circolari, come lo splendido esempio di Epidauro,
o semicircolari. Questa circostanza potrebbe
essere dovuta allimitazione del modello più
autorevole, quello del teatro ateniese del V
secolo a. C.
Il teatro di Epidauro durante una
rappresentazione moderna. Limmagine evidenzia la
grandezza dello spazio circolare dellorchestra,
che trova riscontro nelle grandi dimensioni
dellorchestra ateniese. Le costruzioni sulla
sinistra sono una scenografia moderna ricostruita
sulla base delle fondazioni antiche
18
Orchestre circolari, rettangolari, trapezoidali?
Non tutti gli studiosi tuttavia concordano con
Dörpfeld. Molti, tra cui litaliano Carlo Anti, e
di recente il tedesco Egert Pöhlmann, sono
convinti che lorchestra originaria del teatro di
Atene fosse di forma rettangolare allungata o
trapezoidale. Tale convinzione riposa su due
ordini di considerazioni. 1. Nella civiltà
minoica e micenea (XV-XII secolo a. C.) ci sono
tracce di spazi destinati al pubblico di
spettacoli e giochi in forma di gradinate
rettilinee. 2. In alcune zone periferiche
dellAttica, la regione cui appartiene Atene,
sono stati ritrovati resti di teatri che
presentano orchestra rettangolare o trapezoidale,
il più antico dei quali è il teatro di Torico.
Orchestra e cavea del teatro di Torico, una
piccola struttura realizzata a partire dalla metà
circa del VI secolo a. C., nella quale
unorchestra di disegno rettangolare appare
adattata alla curva del pendio. I primi
diciannove gradini della cavea appartengono alla
struttura più antica, che fu rimaneggiata in un
secondo momento, come risulta dalla pianta che
segue.
La pianta evidenzia in nero la parte più antica
del teatro, delimitata da un muro (analemma) che
cinge la cavea, e la linea del muro che
costitutiva il limite dellorchestra primitiva,
che si arrestava un paio di metri prima di quella
attualmente visibile.
19
Laspetto del teatro di Torico nella sua fase più
arcaica (VI sec. A. C.), secondo la ricostruzione
di Chr. Von Schieckel, conservata presso il
Deutsches Theatermuseum di Monaco di Baviera. La
validità di questo esempio per la ricostruzione
dellorchestra del teatro di Atene è per altro
limitata, perché ledificio preesiste alle più
antiche manifestazioni teatrali ateniesi, e non
ne conosciamo la destinazione duso.
20
Un altro caso di teatro con orchestra
rettangolare è offerto dal piccolo teatro di
Trachones, un borgo alla periferia di Atene, che
è stato oggetto di scavo a partire dal 1973. Esso
presenta una pianta sostanzialmente rettangolare,
qui sotto riprodotta, e risale a giudizio degli
archeologi che conducono gli scavi alla prima
metà del IV secolo a. C. Alcuni studiosi traggono
la conclusione che questi teatri periferici
riprendessero la forma del teatro principale di
Atene, che dunque sarebbe stato rettilineo e non
circolare.
21
Ecco dunque quale potrebbe essere stato laspetto
del teatro di Dioniso nella prima metà del V
secolo a. C., se si accoglie la tesi di questi
studiosi. Il modello è ancora di Chr. Schieckel,
ed è conservato al Deutsches Theatermuseum di
Monaco di Baviera (il tempietto sullo sfondo a
destra è il vecchio tempio di Dioniso, della
seconda metà del Vi sec. A.C.
22
La discussione degli archeologi sulla forma
dellorchestra non è ovviamente fine a se stessa.
La scelta delluna o dellaltra ricostruzione ha
forti ripercussioni sul modo in cui possiamo
figurarci la messa in scena originaria. I due
aspetti più direttamente coinvolti sono A le
coreografie del Coro. Benché delle figure di
danza messe in atto dai coreuti sappiamo poco, è
chiaro che una forma rotonda dellorchestra
favoriva figure di andamento circolare, che in
alcuni casi sembrano anche testimoniate dai testi
(per esempio, la danza magica che le Erinni
eseguono contro Oreste nelle Eumenidi di Eschilo
sembrerebbe basata sulla figura del cerchio che
lega allincantesimo). Una forma quadrata
sembrerebbe invece coerente con le notizie che
abbiamo da Polluce sulla formazione rettangolare
che il Coro manteneva al momento dellingresso.
Tutto però è molto incerto, non potendosi
escludere lesecuzione di figure circolari in
spazi rettangolari e viceversa. B la gestione
dello spazio scenico e soprattutto la questione
dei rari cambi di scena attuati dalla tragedia.
Se il lato dellorchestra che fronteggiava gli
spettatori era piuttosto lungo, si possono
ipotizzare messe in scena in cui venivano
focalizzati due luoghi distinti, uno spostato a
destra e uno spostato a sinistra, e pensare che
il cambio di scena consistesse solo nello
spostamento dellattenzione degli spettatori
dalluno allaltro luogo (ad esempio le due porte
di un edificio scenico molto allungato). Con
lorchestra circolare, invece, la visione tende
ad essere simmetrica e centrale. Il decentramento
della visione rispetto ad una parte degli
spettatori resta uno degli argomenti più forti
contro la tesi dellorchestra allungata e
rettangolare. Nel seguito sarà accolta come
valida la tesi dellorchestra circolare avanzata
da Dörpfeld.
Immagine dellaiace secondo Pöhlmann
23
Il problema della skene
Torniamo adesso alla prima sistemazione dellarea
teatrale di Atene, che comprendeva probabilmente
solo tre elementi essenziali, raffigurati nel
modello riprodotto qui sotto, e cioè A) la cavea
per gli spettatori, ricavata sul pendio della
collina. In origine sappiamo che vi venivano
sistemati dei sedili di legno (ikria), poi, in
epoca non precisabile il pendio fu sistemato
ricavandovi sedili in pietra. B) lorchestra, un
grande cerchio spianato di circa 25 m di
diametro C) due rampe di accesso laterali
(eisodoi o parodoi, indicate dalle frecce) che
davano accesso allorchestra da est e da ovest.
Nel modello la posizione delle rampe è scelta
arbitrariamente, perché nulla è rimasto di esse.
24
Possiamo dunque immaginare un teatro originario
in cui alle spalle degli attori non compariva
alcun fondale, o al massimo poteva esservi un
fondale neutro di legno, con funzione solo di
riflessione acustica. Questo troverebbe conferma
nel fatto che alcuni drammi di Eschilo, come i
Sette a Tebe e le Supplici non presuppongono la
presenza di alcun edificio, e sono ambientati
allaperto. Tuttavia, almeno a partire
dallOrestea di Eschilo, quasi tutte le tragedie
che possediamo presuppongono la presenza di una
casa, o tempio, o capanna dalla quale i
personaggi entrano ed escono, e lo stesso vale
per tutte le commedie di Aristofane. Dunque,
dobbiamo collocare in un qualche momento del V
secolo a. C., la prima realizzazione di un
edificio scenico cui si dà il nome di skene (da
cui il latino scaena e il nostro termine moderno
scena).
Una possibile ricostruzione della prima skene del
teatro di Dioniso, secondo Fiechter.
25
Ma sullorigine e sulla natura della skene
restano molte incertezze. I punti più controversi
sono 1. Lepoca di introduzione della prima
skene. 2. Il materiale di cui essa era
costituita pietra, legno, o un misto di
entrambi. 3. Il suo aspetto. 4. Se si trattasse
di un edificio temporaneo o permanente (almeno
per tutta la durata delle Dionisie). 5. Se di
conseguenza i drammaturghi erano obbligati ad
usare tutti la stessa struttura stabile o se
potevano realizzare delle strutture ad hoc.
Mettere immagine del muro H-H
26
E evidente che la diversa datazione e
ricostruzione dei resti archeologici porta a
ricostruzioni della skene assai diverse, come le
due raffigurate qui sotto
Ricostruzione di Dörpfeld. Si noti la massiccia
struttura delledificio, con tre porte e un
portico di fronte alla porta centrale, cui forse
fanno riferimento alcuni testi tragici
Ricostruzione di Mahr con ledificio dotato sulle
ali dei cosiddetti paraskenia, struttura che
molti studiosi ritengono più tarda, di età
ellenistica
27
Il teatro dal IV secolo in poi
A partire dal IV secolo a.C., ledificio teatrale
diventa parte integrante dellarredo urbano delle
maggiori città di tutto il mondo greco, dalla
Sicilia alle coste del Mar Nero. Ne sono stati
ritrovati e scavati più di centocinquanta. La
forma prevalente è quella già esemplificata nel
teatro di Epidauro. In molti casi, tuttavia, le
rovine giunte sino a noi sono il risultato di
ristrutturazioni avvenute in epoca imperiale
romana, e la valutazione della situazione
originaria può risultare controversa. Restano
tuttavia sostanzialmente immutati gli elementi
essenziali, e cioè cavea ed orchestra circolare,
con varie realizzazioni della skene e del
cosiddetto proskenion, che assume la forma di un
alto palco posto davanti alla skene (spazio
questo riservato agli attori). La riduzione
progressiva dellimportanza del coro avvia un
procedimento di riduzione dello spazio
orchestico, che in molti teatri non è più un
cerchio completo, e di avanzamento degli edifici
scenici verso la cavea, che arriverà a pieno
compimento nel teatro romano. I teatri
ellenistici assumono la caratteristica forma a
parasceni, e si arricchiscono di risorse nuove e
di macchinari, come le periaktoi, prismi girevoli
posti ai lati delledificio scenico che
consentivano di rappresentare dei cambi di scena.
Di questa forma delledificio teatrale ci ha
lasciato una importantissima descrizione
larchitetto romano Vitrucio, nel quinto libro
del De Architectura.
28
Il teatro di Megalopoli
Visione aerea del teatro di Megalopoli in
Arcadia, il più grande della terraferma greca
(21.000 posti), realizzato nel IV secolo a. C.
Sulla destra la freccia indica i resti di un
edificio dappogio (skenotheke) dal quale
uscivano dei binari sui quali poteva scorrere un
pannello (la scaena ductilis di Vitruvio) che
andava a posizionarsi davanti alla skene
cambiando la scena
29
Il teatro di Priene
Il bel teatro di Priene, in Asia Minore ha subito
numerosi rimaneggiamenti. Lorchestra e la cavea
risalgono al 300 a. C. circa, e dovevano avere in
origine una skene lignea. Più tardi fu eretta una
scena in pietra con proscenio sul tetto del quale
quale recitavano gli attori (logheion, metà II
sec. A. C. indicato dalla freccia). La cavea fu
dotata di sedili di marmo. In età romana, poi la
skene fu elevata di un piano e resa più compless.
30
Delfi
Il teatro è collocato nella parte alta del
celebre santuario di Apollo, sulle pendici
scoscese del M. Parnaso. Costruito nel IV secolo,
fu restaurato in epoca imperiale romana. Sulla
sinistra, al di là della cavea si scorgono alcune
colonne e il basamento del tempio di Apollo, uno
dei centri religiosi più importanti del mondo
greco.
31
Delo
32
Il teatro a Roma e nel mondo romano
33
Il Mediterraneo Romano nel II secolo d. C. e la
diffusione dei teatri nelle province romane
34
  • Per quanto riguarda gli edifici teatrali romani,
    è necessario fare alcune premesse.
  • Tutta lattività dei grandi drammaturghi di Roma
    del III e II secolo a. C. si svolse in teatri di
    legno di natura provvisoria, che venivano montati
    e smontati negli spazi aperti destinati ai Ludi.
    Una serie di pregiudizi rese i governanti romani
    dellepoca repubblicana sospettosi nei confronti
    del teatro, e impedì la costruzione di edifici
    stabili. Solo a partire dal I secolo a. C. a Roma
    fu costruito un teatro in pietra. Questo tipo die
    difici però furono destinati a spettacoli di tipo
    diverso dalle opere della tradizione teatrale dei
    due secoli precedenti, che non vennero più
    rappresentate.
  • I romani incontrarono nelle colonie greche che
    man mano andavano conquistando, dei teatri che
    riflettevano la forma del teatro ellenistico, Di
    questo tipo di edificio essi col tempo si
    appropriarono, modificandolo in una forma mista
    greco-romana, che con un lento processo di
    trasformazione si sviluppò in epoca imperiale in
    una forma nuova, che definiamo teatro romano, e
    poi nel cosiddetto amfiteatro.
  • Gli edifici teatrali si diffusero nelle province
    dominate dai Romani, raggiungendo grandi
    risultati architettonici, ma anche in queste
    nuove sedi essi furono dedicati in genere
    dedicati a forme di spettacolo non strettamente
    teatrali. Questo vale anche per la più
    caratteristica struttura costruita dai Romani, e
    cioè lamfiteatro.
  • 4. Di fatto, lo studio degli edifici teatrali
    romani esula dallargomento di questo corso, che
    si occupa dei drammaturghi del III-II secolo a.
    C. Se ne darà qui solo qualche cenno di carattere
    generale.

35
Nel corso della loro espansione verso il sud
dellItalia, tra IV e III secolo a. C., i Romani
incontrarono molte città greche che avevano una
intensa vita teatrale ed edifici in pietra di
dimensioni considerevoli. La mappa mostra i
luoghi che possedevano teatri a partire già dal
IV secolo a. C. Una parte di essi (cerchiati in
rosso) sono stati ritrovati dagli archeologi, di
altri (verde), come i due teatri di Taranto, non
si è ancora ritrovato nulla.
36
Il teatro di Metaponto La struttura visibile
risale al III secolo a.C., ma il lavoro di
costruzione del terrapieno che sostiene la cavea
è databile al IV secolo a.C.
37
Segesta
Il teatro di Segesta, come appare oggi. Situato
presso la sommità del Monte Barbaro, in vista
della costa di Castellamare, risale nellimpianto
originario alla metà circa del III secolo a. C.
subì poi modifiche nel tempo. In questa immagine
si nota la riduzione dello spazio orchestico,
ormai semicircolare.
38
In questa seconda immagine si nota
lavvicinamento degli edifici scenici alla cavea,
con considerevole riduzione dello spazio
destinato alle eisodoi laterali. Le fondamenta
degli edifici rivelano la forma a parasceni della
skene, cioè la presenza di due ali sporgenti alle
due estremità laterali.
39
Dei teatri delletà di Ennio e Plauto non abbiamo
praticamente alcuna documentazione iconografica
contemporanea, e neppure attendibili descrizioni
di epoca più tarda. Si ritiene che questi teatri
provvisori riprendessero almeno in parte la forma
dei palchi che vediamo raffigurati su una serie
di vasi provenienti per lo più dalla Campania e
dalla Puglia e daqtabili al IV secolo a.C. Si
tratta per lo più di scene di commedia o secondo
altri delle cosiddette farse fliaciche, un genere
sorto fra IV e III secolo nella Magna Grecia
New York. Metropolitan Museum of Arts, coll.
Fleischmann F93cratere a campana apulo, 400-380
a.C. circa Scena di c ommedia o farsa fliacica,
nella quale è evidente la presenza di un palco
rialzato, accessibile con alcuni scalini e dotato
di uno sfondo con una porta che rappresenta una
casa
40
Berlin F 3044 Calice cratere di Assteas,
probabilmente proveniente da Nola
  • Disegno ricavato dal lato A del vaso.
  • Scena di commedia. Un povero vecchio, di nome
    Carino, è aggredito da due ladri che vogliono
    portare via il forziere su cui Carino si è
    sdraiato. Il ladro a destra, di nome Cosilo,
    afferra e strattona il mantello su cui è steso il
    vecchio, laltro, di nome Gymnilos, afferra
    Carino per i piedi. Sulla destra uno schiavo
    imbelle di nome Carione osserva terrorizzato
    senza intervenire a favore del padrone.
  • La scena è decorata con evidenti elementi
    teatrali, come le maschere femminili visibili al
    centro, e il palco sorretto da colonnine, con una
    porta sullo sfondo che rappresenta labitazione
    del vecchio Carino.
  • Le commedie di Plauto presuppongono un palco e
    uno sfondo sostanzialmente simile a questo.

41
Pompei
Il teatro grande di Pompei, realizzato attorno
all80 a. C., è uno degli esempi più antichi
dellevoluzione della forma greca del teatro
verso quella romana. Lorchestra ha perso
ulteriormente spazio, e una parte di essa è stata
occupata da quattro file di posti riservati a
personaggi di prestigio (freccia blu). Gli
edifici scenici si sono ormai saldati con la
cavea, riducendo le parodoi a corridoi coperti da
una volta (freccia rossa)
42
Il Teatro greco di Siracusa
Questo bellissimo monumento antico ha ancor oggi
una funzione importante, in quanto è sede dal
1914 delle rappresentazioni di teatro classico
curate dallI.N.D.A., che si alternano a convegni
di studiosi del teatro antico.Siracusa ebbe un
teatro fin da epoca molto antica al tempo di
Eschilo il tiranno Ierone invitò il drammaturgo
ateniese e gli fece rappresentare i Persiani a
Siracusa. Ledificio teatrale fu ricostruito
completamente nel III secolo a. C. da Ierone II,
e successivamente trasformato in modo radicale
per dargli la forma del teatro romano (I-II
secolo d.C.), con grandi edifici scenici
addossati alla cavea.
43
Allo stesso processo di trasformazione da un
teatro originario dellepoca ellenistica ad una
rielaborazione romana è andato incontro il teatro
greco di Taormina, che ha conservato meglio di
quello siracusano i resti degli edifici scenici
in muratura, e in particolare il muro della scena.
44
Il teatro di Pompeo
Il primo teatro di pietra edificato a Roma fu il
teatro fatto costruire da Pompeo nel 55 a. C. Del
teatro non resta nulla, ma si è conservata una
pianta del tempo di Settimio Severo (II secolo d.
C.), che ha permesso di ricostruirne lubicazione
e la forma. Qui vediamo, riportata sulla pianta
dellattuale città di Roma, la sagoma del teatro,
che rende anche lidea delle enormi dimensioni
della costruzione, che comprendeva, oltre al
teatro vero e proprio (cerchiato in rosso) anche
una vasta piazza cinta da portici e un tempio di
Venere Vincitrice.
45
Ricostruzione virtuale del teatro di Pompeo. Si
tratta di un teatro romano di forma compiuta, nel
quale gli edifici scenici si sono completamente
saldati con le estremità della cavea, La cavea
era inoltre realizzata in modo che il cuneo
centrale fosse una monumentale scalinata di
accesso al tempio di Venus Victrix, indicato
dalla freccia. Si notino anche le dimensioni
raggiunte dalledificio scenico, dotato di più
piani.
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Il teatro di Minturnae
Unaltra importante innovazione che si afferma in
ambito romano è il distacco delledificio
teatrale dal pendio naturale di una collina. Il
teatro di Minturnae, presso Latina, offre un
bellesempio di cavea che si regge su una
struttura autonoma in muratura ad archi
(fornici). Si tratta di un passaggio molto
importante che prelude alla costruzione degli
amfiteatri.
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Lespansione dellImpero Romano in Europa e in
tutto il bacino del Mediterraneo fece diffondere
il teatro romano nella vastissima area dominata
dai Romani, dalla Spagna fino alle province
Orientali. E proprio nelle provincie romane
talora troviamo esemplari molto ben conservati.
Nellimmagine, il teatro romano di Arles, in
Provenza.
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Il teatroromano di Orange
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Il teatro romano di Benevento
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Il teatro di Efeso, in Turchia
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Lamfiteatro
Lamfiteatro rappresenta una naturale evoluzione
dello spazio teatrale una volta che le
rappresentazioni furono sostituite da altre forme
di spettacolo che non richiedevano più una
visione orientata. La cavea si chiude a cerchio
attorno allarena, che ospita giochi di
gladiatori, acrobati, combattimenti di animali
ecc. Qui vediamo lesempio più antico di
amfiteatro, quello di Pompei (70 a. C. circa)
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Lamfiteatro di Pompei visto dallesterno
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Gli amfiteatri romani diventano monumenti
imponenti, di grandiosa complessità
architettonica. Qui vediamo linterno
dellamfiteatro di Arles, in Provenza.
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