Dalle infezioni ospedaliere(IO) alle infezioni legate alle pratiche assistenziali (ICPA) - PowerPoint PPT Presentation

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Dalle infezioni ospedaliere(IO) alle infezioni legate alle pratiche assistenziali (ICPA)

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Dalle infezioni ospedaliere(IO) alle infezioni legate alle pratiche assistenziali (ICPA) Semmelweiss, 1848; Nigthingale, 1855 Microrganismi coinvolti Batteri nell ... – PowerPoint PPT presentation

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Title: Dalle infezioni ospedaliere(IO) alle infezioni legate alle pratiche assistenziali (ICPA)


1
Dalle infezioni ospedaliere(IO) alle infezioni
legate alle pratiche assistenziali (ICPA)
Semmelweiss, 1848 Nigthingale, 1855
2
  • Definizione, finalità e contenuti dell'Igiene
  • L'Igiene è "la disciplina che si propone di
    promuovere e mantenere la salute sia individuale
    che collettiva".
  • L'Igiene è una disciplina contraddistinta da tre
    caratteristiche peculiari
  • l'oggetto del proprio interesse non è l'uomo
    malato bensì quello "sano"
  • l'ambito di intervento non è limitato solo al
    singolo individuo, bensì esteso all'intera
    collettività
  • la tipologia degli interventi non sono limitati
    soltanto all'uomo, ma estesi all'ambiente fisico,
    biologico e sociale nel quale esso si trova
    inserito.

3
(No Transcript)
4
SANITA PUBBLICA
Scienza che si occupa di prevenire le malattie e
di promuovere e tutelare la salute delle
collettività attraverso gli sforzi organizzati
della società
5
Le scelte di politica sanitaria devono essere
indirizzate verso interventi di dimostrata
efficacia e devono coinvolgere tutti i soggetti
interessati attraverso una informazione capillare
6
Fondamentale è il monitoraggio degli interventi
con informazioni sistematiche delle valutazioni
dei risultati ottenuti
7
La tutela della salute si basa su azioni
indirizzate per lo più verso la popolazione più
che sul singolo individuo
8
Microrganismi coinvolti
  • Batteri nell85 dei casi
  • Gram- 60
  • E. coli, P. aeruginosa, K. pneumoniae,
    Enterobacter spp.
  • Gram 34
  • S. aureus ed epidermidis
  • Clostridium difficile
  • Legionella pneumophila
  • Virus e miceti nel 15 dei casi
  • VZV, HSV, CMV

9
(No Transcript)
10
Vie di trasmissione
  • Via aerea tramite droplets
  • Contatto
  • - diretto trasferimento fisico del
    microrganismo dalla fonte colonizzata al pz.
  • - indiretto tramite un veicolo contaminato che
    funge da intermediario
  • Per veicolo comune
  • allorché siano infette più persone attraverso un
    unico mezzo (sangue, liquidi di infusione,
    disinfettanti)

11
Classificazione
  • Le infezioni ospedaliere, relativamente alla
    provenienza dellagente eziologico, si
    distinguono in
  • ENDOGENE
  • linfezione è sostenuta da un agente già da tempo
    presente nellorganismo del soggetto in causa, in
    veste di ospite abituale non patogeno, ma che ha
    acquistato patogenicità e virulenza in seguito a
    una grave compromissione delle difese
    dellorganismo
  • ESOGENE
  • sono le infezioni in cui il germe arriva al pz.
    trasmesso da un altro pz. (infezione crociata) o
    dallambiente ospedaliero

12
Localizzazioni più frequenti
  • VIE URINARIE secondo uno dei criteri del CDC
    (1988), per parlare di infezioni delle vie
    urinarie sintomatiche è necessario che vi sia la
    presenza di almeno uno dei seguenti
    sintomi/segni,in assenza di altri possibili
    cause
  • febbre (gt38C)
  • urgenza a urinare
  • pollachiuria
  • disuria
  • tensione sovrapubica

13
I microrganismi causa di infezione delle vie
urinarie possono avere accesso alla vescica in
questo modo
  • Al momento dellinserzione del catetere
  • Attraverso il lume del catetere
  • Sulla superficie esterna del catetere
  • Dopo la rimozione del catetere

14
Definizione
H.A.I. Hospital Acquired Infections Infezioni
contratte in ospedale, i cui sintomi compaiano
dopo linizio del ricovero e il cui periodo di
incubazione sia inferiore ai giorni di degenza
C.A.I. Community Acquired
Infections Infezioni contratte al di fuori
dellospedale e quindi già sintomatiche o in
incubazione al momento del ricovero
I.C.P.A Infezioni correlate alle pratiche
assistenziali -
contratte in qualunque luogo si svolga
assistenza.
15
Definizione di infezione ospedaliera (NNIS 1988)
  • Una condizione localizzata o sistemica risultante
    da una reazione avversa alla presenza di un
    agente infettivo o di sue tossine che rientra nei
    seguenti criteri
  • si presenta in un paziente ricoverato nellambito
    della rete di sorveglianza
  • non vi è evidenza di infezione e di una sua
    incubazione al momento dellammissione a meno che
    non sia correlata ad un precedente ricovero
  • deve rientrare nei criteri specifici che
    definiscono i siti di infezione

National Nosocomial Infections Surveillance
System - U.S.A.
16
Definizione di infezione ospedaliera
  • Con il termine I.O. sia scientificamente che
    operativamente oggi si intende un campo più vasto
    che include tutte le infezioni riconducibili a
    momenti assistenziali, anche non strettamente
    ospedalieri, e la prevenzione del rischio
    biologico per il personale sanitario

17
Polmonite nosocomiale
  • E uninfezione polmonare acquisita in ambito
    ospedaliero che si sviluppa almeno 48 ore dopo il
    ricovero

18
Infezioni ospedalieredefinizione
  • Sintende un infezione acquisita durante
    lospedalizzazione e che si è manifestata dopo il
    ricovero e che non era in incubazione allatto
    del ricovero.

19
Definizioni
  • Infezioni Ospedaliere (I.O.)
  • Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie (I.O.S.)
  • Infezioni Correlate a Pratiche Assistenziali
    (I.C.P.A.)

20
1 osservazione storica
  • Nel 1843 ,Olmes ,sulla base delle sue esperienze
    ,scrisse un saggio sulla contagiosità della
    febbre puerperale e ipotizzò il ruolo dei medici
    nel determinare lalta incidenza di tale
    complicanza in quanto visitano le donne con mani
    non lavate

21
Polmonite nosocomiale
Ambiente Aria Aspergillus e virus
respiratori Acqua Legionella Cibo Bacilli
Gram - Superfici contaminate
Staphylococcus aureus Virus Respiratorio
Sinciziale
Apparecchiature Tubi endotracheali Cateteri Bronco
scopi Apparecchi per respirazione
assistita Sondini naso-gastrici
22
1955
COLEBROOK (DEVON HOSPITAL-U.K.) - PRIMI
CASI DI STAFILOCOCCHI PENICILLINO RESISTENTI -
CREAZIONE DI PERSONALE INFERMIERISTICO
SPECIFICAMENTE PREPARATO IN INFEZIONI
OSPEDALIERE
23
Motivi che possono spiegare il rischio attuale di
H.A.I.
1) Utenza con maggiore recettività 2) Diagnostica
e terapia sempre più aggressiva 3)
Affollamento da operatori sanitari 4) Abuso
antibiotici
24
Le fonti di Infezioni
  • Luomo (da paz a paz pers. di assistenza,autoinfe
    zione)
  • Lambiente (ospedale dove i microrganismi possono
    moltiplicarsi)
  • Materiale duso
  • Prodotti farmaceutici
  • Laria
  • Gli alimenti

25
Origine dellinfez. ospedaliere
  • Esogena dallambiente
  • Endogena
  • Quando il contagio avviene per autoinfezione,la
    sorgente può essere la cute o le mucose dello
    stesso paziente (superinfezione)
  • Linsorgenza è causata dalla penetrazione dei
    germi da vie dingresso specifiche dovute a
    manovre diagnostiche-terapeutiche o da soluzioni
    di continuo della cute e delle mucose non
    adeguatamente trattate-

26
Fattori predisponenti
  • Età
  • Malattie croniche-debilitanti
  • M.metaboliche
  • Neoplasie
  • Immunodepressione
  • Scarsa igiene
  • Trattamento prolungato antibiotico

27
epidemiologia
  • Frequenza relativa. Indica su un totale di 100
    infe.o. accertate la frequenza delle singole
    localizzazioni
  • Inf urinarie 40
  • Inf chirurgiche 22
  • Inf respiratorie 16
  • Batteremie 5
  • Altre 17
  • ______tot 100

28
  • Per descrivere la frequenza di infezioni nel
    tempo e per specifici gruppi si fa riferimento al
    Sistema di Sorveglianza Statunitense delle
    Infezioni Nosocomiali (NNIS), che registra dal
    1970 le frequenza delle I.O.

ANNI 80
ANNI 90

29
Ospedale San Camillo di Roma
  • 2002 Italia
  • Studio di prevalenza e incidenza delle IO
    condotto in cardiochirurgia e UTI su 517 Pz

ICS Inf. Sito Chirurgico
30
Studio di prevalenza dell EPIIC(European
Prevalence of Infection in Intensive Care Study)
  • Fattori più importanti associati a
  • Durata del ricovero
  • Uso di antibiotici
  • Utilizzo di strumentazione invasiva

Spagna 1990 1997 (Studio EPINE) condotto su
376.663 Pz di 214 ospedali
Average Prevalence 8.5
31
Studi di Prevalenza
Nazioni/Siti di infezione Germania (1994) Galles (1980) UK Eire (1993 - 94)
IVU 42.1 30.3 23.8
Fer. Chir. 15.8 18.9 10.7
Basse Vie Respiratorie 20.6 16.8 22.9
Cute - 13.5 9.6
Batteriemie 8.3 - -
N. di infezioni su 100 pz
32
Cause
  • Le inf. Urinarie rappresentano il numero più
    frequente per la cateterizzazione dei pazienti
  • Linsorgenza delle ferite chirurgiche è
    condizionata dalla sede dellintervento e delle
    condizioni del paziente (resistenza dellospite)
    nonché dalle misure igieniche adottate nella
    medicazione delle ferite e dalle procedure
    chirurgiche nella sala operatoria.
  • Linfezioni alle basse vie respiratorie è un
    problema serio ad alta mortalità
  • La batteremia è causata frequentemente dalla
    contaminazione di un catetere venoso da parte
    dei germi patogeni

33
MICRORGANISMI
MUFFE E FUNGHI
VIRUS
BATTERI
34
Eziologia
  • Quali sono i principali agenti responsabili delle
    I.O.?

35
ALERT MICRORGANISMS
  • 1) MRSA, GRSA/GISA
  • 2) Enterococco vancomicina - intermedio o
    resistente
  • 3) Streptococco pn. penicillino intermedio o
    resistente
  • 4) Enterobatteri ESBL
  • 5) Qualsiasi germe multiresistente (sens. 1 solo
    antibiotico)
  • 6) Bacilli alcool acido resistente
  • 7) Clostridium difficile
  • 8) Legionella (antigene urinario)
  • 9) Neisseria meningitidis (siti sterili)

  • (REGIONE EMILIA
    ROMAGNA, 2007)

36
(No Transcript)
37
(No Transcript)
38
Eziologia delle I.O.
  • Patogeni tradizionali
  • (Virus influenzale, i virus dellepatite, le
    Salmonelle, ecc.)
  • oltre ai pazienti, possono colpire anche il
    personale di assistenza
  • Germi opportunisti
  • (E. coli, P. aeruginosa, ecc.)
  • di regola scarsamente patogeni, possono causare
    malattie nei soggetti immunodepressi e defedati
  • in genere interessano solo i pazienti

39
eziologia
  • I germi responsabili delle i.o. sono in gran
    parte GRAM NEGATIVI tra cui lescherica
    coli-pseudomonas proteus-klebsiella
  • GRAM POSITIVI stafilococco
  • Miceti stafilococco

40
(No Transcript)
41
(No Transcript)
42
(No Transcript)
43
(No Transcript)
44
(No Transcript)
45
Potenziali sorgenti di contaminazione dei
dispositivi intravascolari
MANI DEL PERSONALE
Colonizzazione del raccordo
Colonizzazione della cute
FLUIDO CONTAMINATO
SITO DI INSERIMENTO CONTAMINATO
DIFFUSIONE EMATICA
46
Isolamento del microrganismo
  • Tramite esami colturali sui liquidi biologici
    dellorganismo,sangue,urine,liquor,essudato,materi
    ale di drenaggio,pus ,feci ,liquido seminale
    ,vaginale,uretrale,faringeo,nasale,auricolare,espe
    ttorato e qualunque liquido essudativo.

47
profilassi
  • Si basa principalmente sullinterruzione della
    catena epidemiologica.
  • E necessario pertanto conoscere esattamente
    quali sono le vie di trasmissione dellinfezione,
    i microrganismi coinvolti e le norme preventive
    da seguire per la protezione del paziente
    ospedalizzato nonché del personale sanitario
    addetto allassistenza.

48
Necrosi del piede dopo isolamento chirurgico di
vena e sepsi catetere-correlata
49
MALATO OPERATORE SANITARIO
  • SUPERFICI
  • ARREDI
  • STRUMENTAZIONE
  • ARIA
  • ACQUA

MALATO
LAVAGGIO MANI USO DISPOSITIVI DI BARRIERA
(GUANTI)
SANIFICAZIONE (PULIZIA) SANITIZZAZIONE (PULIZIA
E DISINFEZIONE
50
SORVEGLIANZA AMBIENTALE
  • ARIA
  • ACQUA
  • SUPERFICI
  • STRUMENTARIO

51
SORVEGLIANZA AMBIENTALE
  • Una buona conoscenza dei PRINCIPI DIGIENE
    possono ridurre il rischio di infezione
  • Lorganizzazione del presidio o della U.O. deve
    aggiornarsi alle nuove metodologie e far adottare
    al personale tutte quelle manovre necessarie per
    prevenire le i.o.

52
SORVEGLIANZA AMBIENTALE
  • Nelle batteriemie è stato dimostrato
    scientificamente che il rischio dinfezione
    aumenta con il tempo in cui il catetere è
    mantenuto in vena o arteria (max 72 ore)
  • Per i cateteri urinari la rimozione per evitare
    infezioni deve aver luogo0 almeno 6-7 giorni
    dallapplicazione e riservarne luso ai pazienti
    che ne abbiano effettivamente bisogno ,assumere
    le più scrupolose norme di sterilità e igiene
    durante lintroduzione del catetere.
  • Usare sistemi chiusi da aprire il meno possibile

53
  • I cateteri intravascolari sono indispensabili
    nella moderna pratica medica. particolarmente
    nelle Terapie Intensive (ICU).
  • il loro uso determina per i pazienti un rischio
    di complicanze infettive locali e sistemiche,
    cioè
  • infezioni locali del sito, sepsi
    catetere-correlate (CRBSI), trombo-flebite,
    endocardite, ed altre infezioni metastatiche
  • ascesso polmonare,
  • ascesso cerebrale
  • osteomielite,
  • endoftalmite.

54
Profilassi ambientale
  • Per quanto riguarda i substrati ambientali la
    pulizia e disinfezione se effettuate
    correttamente sono efficaci misure di prevenzione
  • Il lavaggio dei pavimenti senza adeguata
    risciacquatura adeguata è inefficace
  • Le superfici devono essere asciutte e prive di
    residui organici
  • Il ricambio dellaria simpone come un
    importantissima norma digiene elementare nella
    diminuzione dei microrganismi nellaria

55
Alcuni buoni motivi per realizzare interventi
preventivi Frequenza e gravità clinica
  • Il 5 dei pazienti ricoverati in ospedale
    sviluppa una infezione ospedaliera
  • L1 dei pazienti infetti muore per linfezione
  • negli USA è stato stimato che ogni anno vi sono
    87.500 casi - 1 milione di anni di vita perduti
    per batteriemie ospedaliere (Wenzel RP)
  • Istituto Superiore di Sanità, LEB

56
Il rischio di acquisire uninfezione in Italia è,
in media, della stessa entità o maggiore di
quanto riportato in letteratura
  • Ogni anno si verificano in Italia 450.000-700.000
    infezioni (incidenza 5-8) che sono direttamente
    responsabili di 4500-7000 decessi
  • Se si assume che il 30 siano prevenibili
  • ogni anno sono potenzialmente prevenibili
    135.000-210.000 infezioni e 1350-2100 decessi
  • Istituto Superiore di Sanità, LEB

57
COSTI BIOLOGICI DELLINFEZIONE OSPEDALIERA
MORTE INVALIDITA PROLUNGAMENTO DELLA
MALATTIA
58
SORVEGLIANZA
Sistematica, attiva, quotidiana osservazione
delloccorrenza e della distribuzione della
malattia in una popolazione e degli eventi o
condizioni che aumentano o diminuiscono il
rischio di occorrenza della malattia
stessa Atlanta Centers for Disease Control,1988
59
SORVEGLIANZAINFEZIONI NOSOCOMIALI (H.A.I.)
PREVENZIONE
ANALISI ED INTERPRETAZIONE
RACCOLTA DATI
60
MODELLI DI SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELLE
H.A.I.
  • Reparti a rischio
  • Obbiettivi specifici
  • Notifica
  • PASSIVA Laboratorio
  • Estesa o Totale
  • (molto costosa)
  • ATTIVA
  • Mirata

61
INFECTION CONTROL NURSE SUPERVISOR (Santa Clara
County)
supervises Infection control staff with the
guidance of the Hospital Epidemiologist and the
Medical Director. Employment standards graduate
of an approved nursing program registered Nurse
in California SALARY 91700-111600 dollari
(annually)
62
The business of infection control and
epidemiology V.Fraser et al. 2002 AJIC
infezioni nosocomiali quarta causa di morte in
USA (1999)
sesta causa di morte in USA
(1985) Estimated cost of life saved by
infection control team 2000-8000 dollari
63
INFERMIERE EPIDEMIOLOGO / nPOSTI LETTO
- SENIC (1985) N 1 infection control nurse /
250 occupied beds in acute care facilities -
CIRCOLARE MINISTERO SANITA(30/1/1988) Impiego
di un infermiere ogni 250/400 letti - DELPHI
PANEL(2002) N 1 infection control nurse /
100 letti N 4 infection control nurse / 500
letti in acute care. N 0.8 infection control
nurse / 100 letti in long term care.
64
INFECTION CONTROL LINK NURSE
Nurse dello staff assistenziale di un
reparto che si interfaccia con il gruppo
operativo delle I.O., dedicando a questo
obiettivo una parte adeguata del proprio tempo.
65
COMITATO INFEZIONI OSPEDALIERE (C.I.O.)(Circolare
Ministero Sanità n. 52/1985 e n. 8/1988)
  • 2.1.1 Comitato responsabile del programma di
    lotta contro le Infezioni Ospedaliere
  • Allo scopo di assicurare unoperatività continua
    in materia di Infezione Ospedaliera, è necessario
    che in ogni presidio ospedaliero, o in aggregati
    Ospedali di piccole dimensioni, sia istituita una
    commissione tecnica responsabile della lotta
    contro le Infezioni Ospedaliere.

66
OBBIETTIVI C.I.O
  • Definire la strategia di lotta contro le
    Infezioni Ospedaliere, con particolare riguardo
    ai seguenti aspetti
  • 1 Organizzazione del sistema di sorveglianza,
    misure di prevenzione, coinvolgimento appropriato
    dei servizi laboratoristi, metodo e mezzi per
    informare il personale ospedaliero sullandamento
    delle infezioni
  • 2 Verificare leffettiva applicazione dei
    programmi di sorveglianza e controllo e la loro
    efficacia

67
OBBIETTIVI C.I.O.
  • Curare la formazione culturale e tecnica in
    materia del personale. Il comitato coadiuvato dal
    Direttore Sanitario deve comprendere almeno un
    rappresentante delle aree funzionali, ma gli
    esperti in igiene, in malattie infettive ed in
    microbiologia devono costituirne le figure
    essenziali, così come è fondamentale la presenza
    del dirigente del personale Infermieristico.

68
OBBIETTIVI C.I.O
  • Il comitato designerà un ristretto gruppo
    operativo cui affidare specifiche mansioni
    attinenti al programma un medico igienista della
    Direzione Sanitaria, un esperto in microbiologia,
    un esperto in malattie infettive, una caposala,
    tre infermieri professionali particolarmente
    addestrati in materia, un farmacologo clinico o
    farmacista ospedaliero.
  • Il gruppo operativo deve ricevere dallautorità
    competente lassegnamento del tempo e delle
    risorse necessarie per lespletamento dei suoi
    compiti. Il gruppi operativo partecipa ai lavori
    del comitato.

69
CRITERI PER DEFINIRE LE PRIORITA DEGLI
INTERVENTI DI CONTROLLO IN RAPPORTO ALLA
LOCALIZZAZIONE CORPOREA DELLE INFEZIONI
70
RISK MANAGEMENT -GESTIONE RISCHIO CLINICO
  • PREVENZIONE INFEZIONI OSPEDALIERE
  • PREVENZIONE ERRORI TERAPEUTICI
  • PREVENZIONE CADUTE

71
  • Riteniamo che lefficacia di un sistema di
    gestione del rischio clinico sia commisurata a
    tre elementi
  • il cambiamento della concezione dellerrore non
    più visto come fallimento individuale, ma come
    occasione di miglioramento per lintera
    organizzazione,
  • ladozione di strumenti idonei per la rilevazione
    e lanalisi dei rischi, per il loro trattamento
  • ed infine per il monitoraggio nel tempo, la
    creazione di soluzioni organizzative ad esso
    orientate.

72
Protocolli sorveglianza INF- OSS
  • 1) sorveglianza di laboratorio
  • 2) sorveglianza infezioni sito chirurgico
  • 3) sorveglianza in terapia intensiva (VAP, BSI)
  • 4) sorveglianza infezioni associate a pratiche
    assistenziali in strutture residenziali
  • 5) studi di prevalenza delle infezioni associate
    a pratiche assistenziali

73
REPARTI AD ALTO RISCHIO
  • Cardiochirurgia ed Anestesia e Rianimazione IV
  • Anestesia e Rianimazione I
  • Ematologia I
  • Ematologia II
  • Emodialisi
  • Neurochirurgia e Neurochirurgia Post Operatoria
  • Chirurgia Generale e dei Trapianti dorgano e
    Anestesia e Rianimazione V
  • Anestesia e Rianimazione Università
  • Pronto Soccorso e Centro Ustionati
  • Neonatologia

74
CATENA DI TRASMISSIONE
  • DEGENZA (SUBINTENSIVA)
  • BLOCCO OPERATORIO
  • UNITA DI TERAPIA INTENSIVA

75
CONTROLLO MICROBI SOSPESI IN SALA OPERATORIA
180
35
lt1
76
Andamento della carica batterica durante gli
interventi chirurgici
77
EVENTO SENTINELLA
  • ASPERGILLOSI
  • LEGIONELLOSI
  • Bennet, 1995

78
Prelievi ambientali per Aspergillo
79
Trapianto di midollo
  • Camere sterili
  • Impianto aeraulico con filtri HEPA 99.97 con 12
    ricambi daria / ora
  • Pressione positiva verso lesterno

Aspergillus
80
Presenza di un cantiere allinterno di un
padiglione ospedaliero
81
Linee guida per la prevenzione della legionellosi
  • Concentrazione di legionella
  • ? 100 CFU/l
  • Casi accertati di legionellosi nosocomiale 0
  • Stato di contaminazione Presenza limitata
  • Nessuna azione

82
Linee guida per la prevenzione della legionellosi
  • Aumentare sorveglianza clinica
  • Adottare misure specifiche di prevenzione e
    controllo indicate nelle linee guida
  • Non usare docce, evitare abluzioni che potrebbero
    generare aerosol
  • Ripetere periodicamente i controlli
    batteriologici
  • Concentrazione di legionella
  • 1.000-10.000 CFU/l
  • Casi accertati di legionellosi nosocomiale 0
  • Contaminazione presente

83
CONCENTRAZIONE AMBIENTALE DI LEGIONELLA
PNEUMOPHILA sierogruppo 1
  • SHOCK TERMICO
    IPERCLORAZIONE

84
COMPOSIZIONE C.I.O. GRUPPO
OPERATIVO (Circ. Min. n 52 del 20/12/85)
  • Direttore sanitario
  • Igiene
  • Malattie Infettive
  • Microbiologia
  • Chirurgia
  • Servizio infermieristico
  • Farmacia
  • Direzione Sanitaria
  • Igiene
  • Laboratori centrali
  • Malattie Infettive
  • Microbiologia
  • Farmacia
  • Servizio Infermieristico
  • Tossicologia ambientale
  • Serv. Prevenzione e Protezione
  • Medicina Preventiva

85
CENNI STORICI SULLINFERMIERE EPIDEMIOLOGO
1955 COLEBROOK (DEVON HOSPITAL-U.K.) A SEGUITO
DEI PRIMI CASI DI ANTIBIOTICO RESISTENZA,
CREAZIONE DI PERSONALE INFERMIERISTICO
SPECIFICAMENTE PREPARATO IN INFEZIONI
OSPEDALIERE 1959 NOMINA PRESSO IL TORBAY
HOSPITAL -U.K. DELLE PRIME INFECTION
CONTROL SISTERS (Bendam Moore) 1963 PROPOSTA
ALLA STANFORD UNIVERSITY- U.S.A. DI AFFIANCARE
UNA INFECTION CONTROL NURSE AL MEDICO
EPIDEMIOLOGO 1970 DIFFUSIONE DELLA SORVEGLIANZA
ATTIVA E DELLA INFECTION CONTROL NURSE NELLA
MAGGIOR PARTE DI U.K. - U.S.A. 1985
ITALIA (CIRCOLARE MINISTERIALE 52/85)
86
INFERMIERE EPIDEMIOLOGO / nPOSTI LETTO
- SENIC (1985) N 1 infection control nurse /
250 occupied beds in acute care facilities -
CIRCOLARE MINISTERO SANITA(30/1/1988) Impiego
di un infermiere ogni 250/400 letti - DELPHI
PANEL(2002) N 1 infection control nurse /
100 letti N 4 infection control nurse / 500
letti in acute care. N 0.8 infection control
nurse / 100 letti in long term care.
87
PRIORITA INDICATE DAL COMITATO PER LE INFEZIONI
OSPEDALIERE
  • Sorveglianza e controllo dei clusters e delle
    epidemie nei reparti a rischio
  • Controllo processi di sanificazione,
    disinfezione, sterilizzazione
  • Verifica delle pratiche assistenziali
    elaborazione ed applicazione di protocolli e
    linee guida
  • La formazione permanente come strumento di
    prevenzione delle Infezioni Ospedaliere

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Alert organisms
  1. MRSA e altri ceppi di S.aureus resistenti (es.
    gentamicina)
  2. Streptococcus pyogenes
  3. Streptococcus pneumoniae resistente alla
    penicillina
  4. Enterococchi produttori di beta-lattamasi
  5. Clostridium difficile o le sue tossine
  6. Legionella spp.
  7. Escherichia coli produttore di verotossina
  8. Salmonella o Shigella spp.
  9. Gram-negativi resistenti a gentamicina,
    betalattamasi ad ampio spettro o chinolonici e
    altri Gram-neg. multiresistenti
  10. Altre specie con resistenze inusuali (H.
    influenzae resistente ad ampicillina o
    trimethoprim)
  11. Pseudomonas aeruginosa
  12. Stenotrophomonas maltophilia

U.K. Guidance on the control of infection in
hospitals, 1995
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