Indicatori di performance e modelli gestionali - PowerPoint PPT Presentation

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Indicatori di performance e modelli gestionali

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Indicatori di performance e modelli gestionali per la governance della Supply Chain 20 Aprile 2005 Seminario Universit di Urbino Facolt di Economia – PowerPoint PPT presentation

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Title: Indicatori di performance e modelli gestionali


1
Indicatori di performance e modelli gestionali
per la governance della Supply Chain
20 Aprile 2005 SeminarioUniversità di Urbino
Facoltà di Economia
2
Agenda
Presentazione dei contenuti Cenni sul processo di
innovazione tecnologica Parte I Le
competenza - Dallorganizzazione per funzione
allorganizzazione per processi - Evoluzione e
prospettive delle tecnologie informatiche -
Obiettivi, misure, fattori di successo e
indicatori di performance Parte II Gli
strumenti - Moderno processo decisionale -
Sistemi gestionali integrati
3
Definizione del contesto
Innovazione tecnologica (I,II e III Rivoluzione
Industriale)
ObiettiviMisureCSF-KPITdB
MainframePCInterneteB mB
FunzioniProcessi
Modelli di controllo e Governo della complessità
Sistemi Gestionali Integraticommerciali/customizz
ati
Supply Chain e Closed Loop Supply Chain
4
Agenda
Presentazione dei contenuti Cenni sul processo di
innovazione tecnologica Parte I Le
competenza - Dallorganizzazione per funzione
allorganizzazione per processi - Evoluzione e
prospettive delle tecnologie informatiche -
Obiettivi, misure, fattori di successo e
indicatori di performance Parte II Gli
strumenti - Moderno processo decisionale -
Sistemi gestionali integrati
5
LA I RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
  • SEGNA, VERSO LA FINE DEL 700, LA NASCITA
    DELLECONOMIA MODERNA
  • E BASATA SU NUOVE TECNOLOGIE (JAMES WATT -
    MACCHINA A VAPORE)
  • E SU UNA NUOVA FORMA DI ORGANIZZAZIONE DEFINITA
    DIVISIONE DEL LAVORO
    (ADAM SMITH - RICERCA
    SULLA NATURA E ...)

6
LA I RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
LE NUOVE TECNOLOGIE E LA NUOVA FORMULA
ORGANIZZATIVA HANNO PORTATO A FORTISSIMI AUMENTI
DELLA PRODUTTIVITÀ OVVERO DELLA QUANTITÀ DI BENI
(MATERIALI) PRODOTTI PER ORA LAVORATA
7
LA II RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
  • SI IDENTIFICA CON LA PRODUZIONE DI MASSA
  • E BASATA SU NUOVE TECNOLOGIE
  • (ENERGIA ELETTRICA E LAVORAZIONI MECCANICHE A
    DIMENSIONI STANDARD)
  • E SU NUOVE FORME DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
  • CATENE DI MONTAGGIO (HENRY FORD)
  • LAVORO SPECIALISTICO (F.W. TAYLOR - "PRINCIPI DI
    ORGANIZZAZIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO)

8
LA II RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
LE NUOVE TECNOLOGIE E LA NUOVA FORMULA
ORGANIZZATIVA HANNO PORTATO AD ULTERIORI
FORTISSIMI AUMENTI DELLA PRODUTTIVITA (ANCORA DI
BENI MATERIALI)
9
UNA III RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ?
NEGLI ANNI 80 LO SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE
INFORMATICHE IN GRADO DI AUTOMATIZZARE IL LAVORO
SIA DI OFFICINA CHE DI UFFICIO (LE FABBRICHE
AUTOMATICHE CIM COMPUTER INTEGRATED
MANUFACTURING) HA FATTO RITENERE CHE LA
PRODUTTIVITÀ (ANCORA DI BENI MATERIALI) POTESSE
ULTERIORMENTE E SIGNIFICATIVAMENTE AUMENTARE
10
UNA III RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ?
QUESTO NEI PAESI MAGGIORMENTE INDUSTRIALIZZATI SI
È VERIFICATO IN MANIERA SIGNIFICATIVA SOLO IN
SEGUITO ALLINTRODUZIONE DELLE TECNOLOGIE PER LA
COMUNICAZIONE (COMMUNICATION TECHNOLOGY) RETI
INTRANET E INTERNET ESSE HANNO PERMESSO DI
INTERCONNETTERE POSTAZIONI CLIENT (ES. PC) E DI
TRASFORMARE PROFONDAMENTE IL PROCESSO DI
INTERAZIONE FRA SOGGETTI DI UNA STESSA
ORGANIZZAZIONE E DI ORGANIZZAZIONI INTERAGENTI
(ES. AZIENDE DI UNA STESSA SUPPLY CHAIN)
11
ICT aziendali
  • Nel mondo delle aziende le ICT (Information
    Communication Technology), inizialmente
    utilizzate per automatizzare alcune fra le tante
    attività Operative e Direzionali, sono diventate
    una Leva Strategica di successo

12
UNA III RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ?
  • ALTRI LHANNO IDENTIFICATA CON DUE NUOVI MODELLI
    ORGANIZZATIVI GIAPPONESI
  • LA QUALITA TOTALE (TOTAL QUALITY MANAGEMENT)
    Limpresa di qualità Deming
  • LA PRODUZIONE SNELLA (LEAN PRODUCTION)
    SIMBOLIZZATI DALLA TOYOTA La macchina che ha
    cambiato il mondo - Womack

13
SUCCESSIVE EVOLUZIONI
DI RECENTE, NEI PAESI MAGGIORMENTE
INDUSTRIALIZZATI, SI È EVIDENZIATO UN NUOVO
FENOMENO
I CONSUMI SI SONO SEMPRE PIÙ ORIENTATI ANCHE
VERSO PRODOTTI IMMATERIALI E SERVIZI CHE SI
BASANO SULLE ICT (INFORMATION COMMUNICATION
TECHNOLOGY)
14
SUCCESSIVE EVOLUZIONI
QUESTO ASPETTO, IN SINERGIA CON
  • LIMPETUOSO SVILUPPO DELLE ICT
  • LA RIVISITAZIONE DEI MODELLI ORGANIZZATIVI
    GIAPPONESI
  • HA PORTATO AD UNA NUOVA RIVOLUZIONE ECONOMICA
    INIZIATA DA POCHI ANNI

15
Lo spostamento della guida aziendale in Italia
  • Anni Focus aziendale
  • 50 PRODOTTO
  • 60 MARKETING
  • 70 FINANZA
  • 80 STRATEGIA
  • 90 PROCESSO,
    QUALITA
  • 00 INTERNET E
    EFFICIENZA LOGISTICA

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Agenda
Presentazione dei contenuti Cenni sul processo di
innovazione tecnologica Parte I Le
competenza - Dallorganizzazione per funzione
allorganizzazione per processi - Evoluzione e
prospettive delle tecnologie informatiche -
Obiettivi, misure, fattori di successo e
indicatori di performance Parte II Gli
strumenti - Moderno processo decisionale -
Sistemi gestionali integrati
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PROCESSI VS FUNZIONI
  • SINO A POCHI ANNI FA IL FOCUS ERA SULLE FUNZIONI
    (INSIEME DI ATTIVITÀ SVOLTE DA UNITÀ
    SPECIALIZZATE) QUALI
  • PRODUZIONE
  • COMMERCIALE
  • AMMINISTAZIONE

18
PROCESSI VS FUNZIONI
  • SI RITENEVA CHE LE SOLE ATTIVITÀ, REALIZZATE AL
    MEGLIO DA SPECIALISTI (TAYLORISMO), FOSSERO
    LELEMENTO CENTRALE DA PRENDERE IN
    CONSIDERAZIONE

19
STRUTTURE VS PROCESSI
  • NELLE STRUTTURE FUNZIONALI I PROCESSI PRIMARI
    ESTERNI SVOLTI IN OTTICA DEGLI STAKEHOLDERS, IN
    PARTICOLARE DEI CLIENTI, SONO COLLOCATI IN AREE
    SEPARATE IN FONDO ALLA STRUTTURA

20
STRUTTURE VS PROCESSI
21
FOCUS SUI PROCESSI
  • SPESSO LE ISOLE DI ECCELLENZA (LE ATTIVITÀ
    SPECIALISTICHE) FORMANO, IN OTTICA DEGLI
    STAKEHOLDERS, UN ARCIPELAGO DI MEDIOCRITA
  • CI SI È DUNQUE ACCORTI CHE È MEGLIO FOCALIZZARE
    LATTENZIONE SUI PROCESSI (OBIETTIVI DA
    RAGGIUNGERE, ATTIVITÀ DA REALIZZARE, LEGAMI FRA
    ATTIVITÀ SPESSO TRASVERSALI ALLE FUNZIONI E
    FLUSSI)

22
LA STRUTTURA DI WOMACK
23
LA DEFINIZIONE DI PROCESSO
  • INSIEME DI ATTIVITÀ INTERRELATE E FINALIZZATE AD
    UN RISULTATO MISURABILE, CHE CONTRIBUISCE AL
    RAGGIUNGIMENTO DELLA MISSIONE DELLIMPRESA

24
I PROCESSI (modello IDEF0)
  • Processo compito da svolgere
  • Input materia/energia e/o informazioni
  • Output risultati
  • Controlli regole che il processo deve seguire
  • Meccanismi risorse del processo

25
PROCESSI
  • IL PROCESSO 2 È CLIENTE INTERNO E, QUINDI, IL
    PROCESSO 1 DEVE OPERARE PER LA SUA
    SODDISFAZIONE
  • UNAZIENDA È CONCEPIBILE COME UNA RETE DI PICCOLE
    AZIENDE AUTONOME ED INDIPENDENTI (I BUSINESS
    PROCESS) COORDINATE FRA LORO TRAMITE IL
    MECCANISMO CLIENTE/FORNITORE

26
LE OPERATIONS AZIENDALI UN MACRO PROCESSO
TS
Inizio


3
10
16
18

1
2
Trasformaz
.
Trasformaz
.
Mag
.
Acquisti
Spedizioni
1
2
Cliente
MP
SL
PF

LT
1
2

LT
4
12

LT
20
30
27
LA SUPPLY CHAIN COME INSIEME DI PROCESSI

28
PROCESSI SNELLI
  • SI DEVE ALLORA CAPIRE
  • QUALI SONO LE ATTIVITA CHE IMPATTO SUI SOGGETTI
    CHE INTERAGISCONO CON LAZIENDA (ORIENTAMENTO
    ALLA QUALITA)
  • ELIMINARE LE ATTIVITA INUTILI RIDUCENDO COSTI E
    TEMPI (ORIENTAMENTO AL COSTO E ALLA
    TEMPESTIVITA)
  • GARANTIRE CHE I FLUSSI ALLINTERNO DEI PROCESSI
    SIANO TESI SENZA FERMATE (ORIENTAMENTO ALLA
    FLESSIBILITA)

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Agenda
Presentazione dei contenuti Cenni sul processo di
innovazione tecnologica Parte I Le
competenza - Dallorganizzazione per funzione
allorganizzazione per processi - Evoluzione e
prospettive delle tecnologie informatiche -
Obiettivi, misure, fattori di successo e
indicatori di performance Parte II Gli
strumenti - Moderno processo decisionale -
Sistemi gestionali integrati
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(No Transcript)
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E-COMMERCE Definizione
  • Con e-Commerce si identifica la vendita di
    prodotti e servizi e ogni iniziativa a supporto
    delle vendite svolta sulla rete internet

32
E-COMMERCE
  • Le-Commerce non si esaurisce nella semplice
    vendita ma abbraccia altre fasi ed altri
    aspetti 
  • La ricerca e lindividuazione dellinterlocutore
  • La trattativa e la negoziazione
  • I pagamenti
  • La consegna elettronica del bene/servizio a base
    informatica
  • Il supporto alla logistica di beni/servizi a base
    non informatica 

33
CRM Accezione ristretta
  • Secondo unaccezione ristretta, il Customer
    Relationship Management (CRM) è un sistema di
    interazione con i clienti che integra i dati
    provenienti dai diversi canali di contatto in
    ununica base dati condivisa da ogni area
    dellazienda preposta al contatto con il cliente
    marketing, vendite, customer service

34
CRM Accezione più ampia
  • Secondo una visione più ampia, il CRM è linsieme
    di strategia, processi, cultura e tecnologia, che
    consente alle organizzazioni di incrementare le
    performance ed aumentare il valore attraverso una
    migliore comprensione dei bisogni dei clienti

35
CRM Accezione più ampia
  • Il CRM non è solo tecnologia, benché essa
    rappresenti un importante fattore abilitante non
    è solo marketing, poiché deve coinvolgere tutta
    lorganizzazione in un cambiamento che è
    innanzitutto di tipo culturale

36
CRM Il focus
  • Si riesce a spostare il focus da una concezione
    del mercato trainata dal prodotto/servizio ad una
    guidata dal cliente il Customer Focus

37
CRM Customer focus
  • Benché si parli molto di questo orientamento al
    cliente, non sono poche ancora le aziende che
    faticano a tradurre questo concetto in strategie,
    piani di azione, budget, processi, modus
    operandi, azioni giornaliere

38
I cambiamenti strutturali
  • Le-commerce , soprattutto nel mercato
    nordamericano, ha profondamente modificato le
    modalità di interazione fra impresa e clienti
  • Le-business ha avuto un impatto simile su
    fornitori e dipendenti (supply chain)
  • E, se anche è forse troppo presto per affermarlo
    con certezza, è possibile prevedere che
    lm-business (mobile business) indurrà
    cambiamenti ancora più profondi

39
Internet Wireless e-Business m-Business
40
M-business
  • Limprovvisa disponibilità di decine di migliaia
    di terminali mobili modificherà ulteriormente la
    situazione del settore e a sottrarrà ancora
    importanza al desktop nel mondo del business
  • Una certezza in merito al PC è che in futuro sarà
    sempre più portatile

41
Il nuovo focus
  • Cè unevoluzione strutturale
  • dai modelli di business incentrati sul PC
    (PC-centric)
  • a modelli incentrati sulla persona in movimento
    (person-centric)

42
I nuovi modelli di business
  • Nel giro di dieci anni, con la crescente
    disponibilità di accesso a banda larga e di nuove
    reti wireless, i device mobili dotati di capacità
    elaborativa raggiungeranno una diffusione
    capillare

43
Applicazioni
  • Mentre è in viaggio il rappresentante commerciale
    di una ditta farmaceutica riceve da un cliente un
    ordine per quantitativi superiori a quelli già
    anticipati
  • Con il suo PC tascabile conferma immediatamente
    la disponibilità della merce aggiuntiva e i tempi
    di consegna per assicurarsi il nuovo ordine

44
Applicazioni
  • Dopo avere informato i clienti della possibilità
    di investire in una software company, un servizio
    di intermediazione online riceve ed esegue
    lordine di acquisto che un cliente gli trasmette
    con il cellulare abilitato al Web mentre si reca
    al lavoro

45
Applicazioni
  • Un manager in viaggio controlla la posta
    elettronica con il cellulare
  • Il terminale è già predisposto per interrogare
    laccount di posta elettronica e ciò permette di
    accedere, mediante un numero verde, ai messaggi
    ricevuti, che vengono letti da un servizio vocale

46
Agenda
Presentazione dei contenuti Cenni sul processo di
innovazione tecnologica Parte I Le
competenza - Dallorganizzazione per funzione
allorganizzazione per processi - Evoluzione e
prospettive delle tecnologie informatiche -
Obiettivi, misure, fattori di successo e
indicatori di performance Parte II Gli
strumenti - Moderno processo decisionale -
Sistemi gestionali integrati
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GLI STAKEHOLDERS
  • SONO I PORTATORI DI INTERESSI OVVERO TUTTE LE
    PERSONE INTERESSATE AL FUNZIONAMENTO DELLAZIENDA
  • SONO
  • CLIENTI
  • DIPENDENTI
  • PROPRIETARI
  • FORNITORI
  • PUBBLICI AMMINISTRATORI
  • .

48
QUALE DEVE ESSERE L'OBIETTIVO PRIORITARIO DI
UN'AZIENDA ?
  • LA CUSTOMER SATISFACTION
  • (LA STAKEHOLDERS SATISFACTION)

49
I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO
  • I PRINCIPALI FATTORI SU CUI SI PUÒ AGIRE PER
    ECCELLERE NELLE DIVERSE AREE DELLAZIENDA SONO
    STATI DEFINITI DA ROCKART NEL 1979
  • ESSI SONO DENOMINATI CSF (CRITICAL SUCCESS
    FACTORS)

50
I CSF COME OBIETTIVO STRATEGICO
  • LE AZIENDE DOVRANNO PERÒ SCEGLIERE I LORO
    SPECIFICI CSF IN RELAZIONE ALLA STRATEGIA
    ADOTTATA
  • DOVRANNO POI VALUTARE LA PERFORMANCE DELL'AZIENDA
    NEI DIVERSI CSF PRESCELTI

51
CATEGORIE DI CSF
  • Settore di attività
  • rispecchiano le aree tipiche di eccellenza
    delle aziende del settore
  • Competizione
  • posizionamento competitivo dellazienda con
    riferimento alla propria attività, strategia,
    ecc.
  • Fattori ambientali
  • vincoli esterni allazienda che condizionano il
    successo aziendale
  • Fattori temporali
  • fattori che riguardano la specifica situazione
    contingente

I CSF possono evolvere nel tempo
52
Un esempiotabella dei CSF per la funzione di
produzione
53
CSF UN ESEMPIO
54
MISURARE I CSF
  • SI DEFINISCONO
  • INDICATORI DI PERFORMANCE
  • LE INFORMAZIONI DI EFFICACIA/EFFICIENZA SUL
    FUNZIONAMENTO DEI PROCESSI IN MODO DA ESSERE
    UTILI A COLORO CHE DEVONO PRENDERE LE DECISIONI
  • SI DEFINISCONO INDICATORI CHIAVE DI PERFORMANCE
    (KPI KEY PERFORMANCE INDICATORS) I
    MACROINDICATORI IMMEDIATAMENTE COLLEGABILI AI
    CSF (CRITICAL SUCCESS FACTORS)
  • E POSSIBILE QUINDI VALUTARE LA PERFORMANCE
    STRATEGICA DELL'AZIENDA INCROCIANDO FRA LORO I
    KPI

55
KEY PERFORMANCE INDICATORS
  • KPI indicatori che misurano le prestazioni dei
    processi aziendali (o di business)
  • PROCESSO DI BUSINESS utilizzando un determinato
    input si ottiente un certo output che ha
    lobiettivo di soddisfare determinate richieste
    (ad es. di un cliente, di un altro processo,
    ecc.)
  • KPI misurano le prestazioni chiave del processo
  • ossia della misura in cui cui loutput soddisfa
    il servizio richiesto in rapporto agli input
    impiegati
  • quindi misura di efficienza e misura di
    efficacia

PROCESSO (attività e risorse per eseguirle)
input
output
Richieste di servizio
KPI

56
LE PRESTAZIONI CHIAVE
  • EFFICIENZA
  • misura della produttività, dei costi unitari,
    ecc. nellottenimento delloutput utilizzando
    input e risorse
  • QUALITA
  • misura della conformità delloutput rispetto
    alle richieste
  • (livello di) SERVIZIO
  • misura di alcuni parametri tipici delle modalità
    con cui si fornisce loutput
  • ad es. nel caso di un prodotto tempi di
    consegna, flessibilità di risposta, ecc.

57
GOAL UTILIZZO KPI
  • Individuare un numero ridotto di indicatori che
    misurino le prestazioni chiave prima indicate
    (indicatori competitivi)
  • efficienza, qualità, servizio
  • in aggiunta un numero ridotto di indicatori che
    misurino il contesto in cui tali prestazioni sono
    state ottenute (indicatori conoscitivi)
  • volumi di input, volumi di output, (quantità di)
    risorse impiegate

58
Esempio di KPIil caso di unimpresa di
trasporto
59
KEY PERFORMANCE INDICATORS
60
PIRAMIDE DELLA PERFORMANCE
61
Agenda
Presentazione dei contenuti Cenni sul processo di
innovazione tecnologica Parte I Le
competenza - Dallorganizzazione per funzione
allorganizzazione per processi - Evoluzione e
prospettive delle tecnologie informatiche -
Obiettivi, misure, fattori di successo e
indicatori di performance Parte II Gli
strumenti - Moderno processo decisionale -
Sistemi gestionali integrati
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IL PROCESSO DECISIONALE
  • SI DEFINISCE DECISIONALE IL PROCESSO CHE PORTA
    A UNA DECISIONE
  • E COSTITUITO DA TRE FASI
  • ANALISI DEL PROBLEMA
  • ANALISI DELLE SOLUZIONI
  • SCELTA E MESSA IN ATTO DELLA DECISIONE

63
ANALISI DEL PROBLEMA
  • E COSTITUITO DA ALCUNE SOTTOFASI
  • 1) CAPIRE, TRAMITE ADEGUATE INFORMAZIONI
    PROVENIENTI DALLA REALTA, CHE ESISTE UN PROBLEMA
  • 2) STABILIRE ESATTAMENTE QUALE SIA IL PROBLEMA E
    QUALI SIANO LE VARIABILI RILEVANTI
  • 3) RACCOGLIERE DALLA REALTA, TRAMITE OPPORTUNI
    SENSORI, TUTTE LE INFORMAZIONI RILEVANTI

64
ANALISI DELLE SOLUZIONI
  • 4) STABILIRE I CRITERI DI DECISIONE CHE
    PRENDONO IL NOME DI
  • OBIETTIVI SE SONO QUANTITATIVI
  • TRAGUARDI SE SONO QUALITATIVI
  • 5) COSTRUIRE UN MODELLO METTENDO IN RELAZIONE
    VARIABILI RILEVANTI E CRITERI
  • 6) GENERARE SOLUZIONI ALTERNATIVE TRAMITE
    UNANALISI DEL MODELLO

65
SCELTA E MESSA IN ATTO
7) VALUTARE LE ALTERNATIVE E SCEGLIERE QUELLA
MIGLIORE IN RELAZIONE AI CRITERI DI DECISIONE 8)
DECIDERE 9) SPERIMENTARE (DO) LA DECISIONE E
CONTROLLARE I RISULTATI (CHECK) 10) APPLICARE
(ACTION) LA DECISIONE ALLA REALTA TRAMITE
OPPORTUNI EFFETTORI
66
Decisioni strutturate e non
  • Esistono decisioni strutturate, decisioni
    semistrutturate o decisioni non strutturate

67
DECISIONI STRUTTURATE E NON
  • Le prime sono quelle che si presentano
    normalmente e, come tali, sono ormai ben definite
    tanto da divenire routinarie
  • Le seconde sono saltuarie, imprevedibili, si
    riferiscono a problematiche nuove, poco note,
    oppure sono relative a situazioni assai
    complesse, difficili da affrontare, relative ad
    obiettivi numerosi e, talvolta, conflittuali

68
LE DECISIONI STRUTTURATE
  • Le decisioni strutturate sono accumulate nel
    patrimonio informativo ed operativo delle
    organizzazioni
  • Sono scolpite nei sistemi informativi (o
    informatici) con delle procedure applicative,
    automatizzate o meno

69
LE DECISIONI NON STRUTTURATE
  • Più problematiche, invece, sono le decisioni
    destrutturate, a causa della loro occasionalità
  • È interessante notare che le decisioni
    destrutturate, pur essendo talvolta "intuitive",
    richiedono il supporto di strumenti informativi
    molto sofisticati (si pensi solo alle what-if
    analysis)

70
LE DECISIONI NON STRUTTURATE
  • In secondo luogo, si può innescare un benefico
    circolo virtuoso entro il paradigma decisionale
    poiché, nel tempo, l'approfondimento dell'analisi
    di alcune decisioni destrutturate provoca un
    aumento di competenze tale da trasformarle in
    strutturate

71
Il Decision-making tradizionale 1/2
Regime deterministico o riconducibile a tale
Decisione
Azione
Realtà oggetto
EsperienzaBuon sensoIntuitoCultura
72
Il Decision-making tradizionale 2/2
  • La probabilità di prendere buone decisioni è
    strettamente connessa a
  • qualità intrinseca del decisore
  • livello di complessità della realtà
  • effettiva assimilabilità del regime decisionale
    a quello deterministico
  • Il decisore scoprirà la validità della
    decisione solo dopo aver dato corso allazione
  • Assessment effettuato a posteriori e quindi dopo
    aver superato il punto di non-ritorno

Il mondo è ricco di conseguenze di decisioni
errate
73
Il moderno Decision-making -1/2
Regime deterministico e riconducibile a tale
Visione sistemica
DOE, RSM
RO, AI,
Modello
Decisione
Azione
Realtà oggetto
EsperienzaBuon sensoIntuitoCultura
Alternative decisionali
74
Il moderno Decision-making 2/2
  • La probabilità di prendere buone decisioni è
    decisamente più elevata.
  • Il decisore deve considerare
  • leffettivo regime decisionale
  • la visione sistemica
  • il processo di misurazione delle performance e
    degli impatti per le diverse alternative
  • Lerrore sperimentale del modello è sempre tenuto
    sotto controllo

75
Coinvolgimento utenza
  • Indipendentemente dalle modalità realizzative,
    uno dei vincoli progettuali di un DSS (come di
    una qualunque piattaforma di Business
    Intelligence) è il forte coinvolgimento
    dellutente finale
  • Lutente deve essere sempre profondamente
    coinvolto a livello di progetto delle strutture
    informative in quanto oltre ad essere il fruitore
    del prodotto, è lattore principale

76
Coinvolgimento utenza
  • Ne discende che, perché un DSS abbia successo, è
    necessario che si attivi un progetto culturale,
    formativo ed informativo sull'argomento e,
    spesso, che vengano realizzati sistemi
    informativi ad hoc (customizzati)
  • Questo non tanto per soddisfare alcune "pulsioni"
    intellettuali, ma perché, in un periodo di
    transizione verso la Società della conoscenza, la
    cultura - e non solo i prodotti - crea il mercato

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Agenda
Presentazione dei contenuti Cenni sul processo di
innovazione tecnologica Parte I Le
competenza - Dallorganizzazione per funzione
allorganizzazione per processi - Evoluzione e
prospettive delle tecnologie informatiche -
Obiettivi, misure, fattori di successo e
indicatori di performance Parte II Gli
strumenti - Moderno processo decisionale -
Sistemi gestionali integrati
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LEVOLUZIONE
  • LE ICT SONO ENTRATE IN AZIENDA A PARTIRE DALLE
    APPLICAZIONI PER TRATTARE IN MODO RIPETITIVO
    QUANTITÀ RILEVANTI DI DATI QUALI CALCOLO PAGHE E
    STIPENDI, EMISSIONE BOLLE E FATTURE, GESTIONE
    IVA, ECC
  • TALI SISTEMI SONO CONOSCIUTI COME SISTEMI
    AUTOMATICI DI ELABORAZIONE DATI

    (EDP ELECTRONIC DATA PROCESSING)

79
I SIA
  • SI SONO SVILUPPATI PER SVOLGERE SIA ATTIVITÀ
    ISTITUZIONALI CHE DI SUPPORTO NELLE FUNZIONI
  • AMMINISTRAZIONE
  • MARKETING
  • SVILUPPO PRODOTTI
  • PRODUZIONE

80
I DUE COMPITI DEI SIA
  • REPERIRE, TRASMETTERE, MEMORIZZARE, ELABORARE,
    PRESENTARE LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER IL
    FUNZIONAMENTO DEI PROCESSI OPERATIVI (SI
    OPERATIVO)
  • REPERIRE, TRASMETTERE, MEMORIZZARE, ELABORARE,
    PRESENTARE LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER I
    PROCESSI DI CONTROLLO OVVERO PER GESTIRE
    LAZIENDA (SI GESTIONALE)

81
I SIA
82
I 5 ELEMENTI CARATTERIZZANTI I SIA
  • IL PATRIMONIO DEI DATI E DELLE INFORMAZIONI
    DISPONIBILI (DB - DATA BASE - INTERNI ED ESTERNI)
  • I MEZZI TECNICI (HW) PER
  • IL REPERIMENTO
  • LELABORAZIONE
  • LA TRASMISSIONE
  • DEI DATI E DELLE INFORMAZIONI

83
I 5 ELEMENTI CARATTERIZZANTI
  • LE PROCEDURE (SW) PER LACQUISIZIONE DEI DATI,
    LELABORAZIONE E LA TRASMISSIONE DELLE
    INFORMAZIONI
  • LE PERSONE CHE UTILIZZANO E SOVRINTENDONO AI
    MEZZI E ALLE PROCEDURE
  • I PRINCIPI ED I VALORI DI RIFERIMENTO PER IL
    SISTEMA

84
DB NON INTEGRATI
85
I SI UFFICIALI
86
I SIA
  • LA DIVERSIFICAZIONE PER FUNZIONI, SIA IN TERMINI
    DI DATA BASE CHE DI SW APPLICATIVI, HA PORTATO A
    GROSSI SCOMPENSI
  • INSERIMENTI DUPLICATI
  • RIDONDANZE
  • ERRORI

87
LEVOLUZIONE
  • LEVOLUZIONE TECNOLOGICA HA RESO COMUNQUE
    DISPONIBILI APPLICAZIONI PER ALTRE ATTIVITÀ
    SPECIALISTICHE
  • CAD, CAE, CAM PER LA PROGETTAZIONE E LA
    PRODUZIONE
  • MRP I e II (MATERIAL REQUIREMENT PLANNING) PER LA
    LOGISTICA (MAGAZZINI, ORDINI, PROGRAMMI, ECC)

88
LEVOLUZIONE
  • LE CRITICITA INDICATE E LA CRESCENTE
    DISPONIBILITÀ DI ELEVATE QUANTITÀ DI INFORMAZIONI
    HANNO CONDOTTO DAPPRIMA AD AGGREGARLE
    PARZIALMENTE AL FINE DI NON DISPERDERE I DATI PER
    LA GESTIONE DEL PRODOTTO (PDM - PRODUCT DATA
    MANAGEMENT - EVOLUZIONE DEL CAD)
  • E QUINDI A COMPLETARE IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE
    IN MODO DA REALIZZARE LA PIENA COERENZA OPERATIVA
    FRA LE VARIE AREE DELL'AZIENDA (ERP - ENTERPRISE
    RESOURCES PLANNING - EVOLUZIONE DEL MRP)

89
I SI UFFICIALI
  • È PERTANTO DIVENTATA "VINCENTE" UNA STRATEGIA DI
    INTEGRAZIONE DEI DIVERSI SI FUNZIONALI

90
IT integrata
  • Le IT integrate sono dunque nate negli anni 90
    con i sistemi ERP (Enterprise Resource Planning)
    per la gestione integrata di molti processi
    operativi
  • Ad oggi ormai si sono estese allinterno e
    allesterno delle aziende e si può ragionare solo
    in termini di sistemi ICT integrati
  • Questo ha portato e porterà sempre più a un
    grosso cambiamento dellofferta che penalizzerà
    le soluzioni legacy sviluppate per risolvere
    localmente specifici problemi

91
LINTEGRAZIONE
  • PER REALIZZARE LINTEGRAZIONE DEI SI E
    NECESSARIO CHE I DATABASE AZIENDALI SIANO
    INTEGRATI
  • LINTEGRAZIONE IMPONE CHE I DATI, PUR POTENDO
    RISIEDERE SU SUPPORTI DIVERSI, SIANO
  • FACILMENTE COLLEGABILI
  • NON RIDONDANTI
  • ORGANIZZATI SECONDO GLI STESSI CRITERI
  • ACCESSIBILI SOLO ALLE PERSONE AUTORIZZATE
  • SALVAGUARDATI
  • ..

92
DB INTEGRATI
93
I SISTEMI INTEGRATI
94
(No Transcript)
95
LEVOLUZIONE
  • SONO STATI ALTRESÌ INTRODOTTI SI GESTIONALI AD
    USO DEI MANAGER
  • MIS (MANAGEMENT INFORMATION SYSTEMS) PER LA
    PRESENTAZIONE SINTETICA DEI PRINCIPALI DATI ALLA
    LINEA INTERMEDIA
  • EIS (EXECUTIVE INFORMATION SYSTEMS) PER LA
    SELEZIONE (QUERY) E LA PRESENTAZIONE GUI
    (GRAPHICAL USER INTERFACE) DEI DATI DI INTERESSE
    AI SINGOLI DECISION MAKER DIREZIONALI

96
LEVOLUZIONE
  • LA TECNOLOGIA INFORMATICA HA PERMESSO POI DI
    CREARE SISTEMI DI SIMULAZIONE DEGLI EFFETTI
    DELLE DECISIONI (WHAT IF ANALYSIS) CHE SONO STATI
    RESI OPERATIVI NEI
    DSS (DECISION SUPPORT SYSTEMS)

97
LEVOLUZIONE
  • SI STANNO PROGRESSIVAMENTE DIFFONDENDO SISTEMI DM
    (DATA MINING), STRUMENTI AVANZATI DI INTELLIGENZA
    ARTIFICIALE (SPESSO BASATI SU RETI NEURALI) CHE
    VANNO ALLA RICERCA DELLE INFORMAZIONI NASCOSTE
    NELLE AMPIE BASI DATI

98
LEVOLUZIONE
  • NEGLI ULTIMI ANNI INFINE, SI È VERIFICATA UNA
    FORTE EVOLUZIONE VERSO LE RETI DI PC, LOCALI (LAN
    - LOCAL AREA NETWORK) E GEOGRAFICHE (WAN - WIDE
    AREA NETWORK), IN CUI SI INTEGRANO LE TECNOLOGIE
    INFORMATICHE CON QUELLE DELLA COMUNICAZIONE
    ELETTRONICA (ICT INFORMATION COMMUNICATION
    TECHNOLOGY)

99
LEVOLUZIONE
  • NEGLI ULTIMI ANNI SI È INIZIATO A REALIZZARE
  • LINTEGRAZIONE DEI PROCESSI OPERATIVI DI AZIENDE
    DIVERSE (INTEGRAZIONE DELLA SUPPLY CHAIN
  • IL MIGLIORAMENTO DEL KNOW-HOW AZIENDALE TRAMITE
    LINTEGRAZIONE DEI DATA BASE INTERNI
    (DATAWAREHOUSE) CON QUELLI ESTERNI (BANCHE DATI)
  • IL CAMBIAMENTO DEI MODI DI VENDITA (ELECTRONIC
    COMMERCE) E DEGLI "SCENARI ECONOMICI" CON CUI
    RAPPORTARSI (INTERNET ECONOMY)

100
Esigenze aziendali
Sviluppo di progetti integrazione e di
(re)engineering dei processi aziendali e/o della
catena logistica tramite le ICT
101
Fonti
  • Slide corso Gestione dellInformazione Aziendale,
    Prof. Ing. R. Chiavaccini
  • Slide corso Gestione degli Impianti Industriali 1
    e 2, Prof. Ing. R. Mosca
  • Slide corso Economia Applicata allIngegneria 2,
    Prof. Ing. M. Schenone
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